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A cavallo tra il V e VI secolo visse nel nostro territorio Equizio, il
Santo che diffuse la fede in Cristo nell’alta valle dell’Aterno, e che,
insieme a Benedetto da Norcia, fondò il monachesimo cenobitico
occidentale e popolò la nostra zona di monaci. La vita del Santo è
giunta fino a noi attraverso gli scritti di San Gregorio Magno, Papa e
storico, che narra di Equizio nel primo libro dei suoi “Dialoghi”.
Non vogliamo ora soffermarci sulla vita e i miracoli di Equizio, ma
piuttosto sulle vicissitudini che hanno riguardato la sua tomba e il suo
corpo nella storia. Gregorio scrive che, dopo la morte di Equizio, i
suoi monaci andavano a pregare sulla sua tomba, nell’oratorio di San
Lorenzo, che certamente coincide con la Chiesa Parrocchiale di Marruci.
Equizio morì il sette marzo del 550 circa. Il suo corpo fu sepolto nell’oratorio del suo monastero di
San Lorenzo e qui rimase fino all’undici Agosto 1461, quando, a seguito di un terremoto, fu
solennemente traslato a L’Aquila, nella Chiesa di San Lorenzo ,QWUD 0RHQLD (dentro le mura).
Questa era la Chiesa dei pizzolani in città e in essa venne posto il corpo dell’Abate. Equizio per
l’occasione venne anche proclamato patrono della città de’ L’Aquila insieme a San Massimo. Gli
aquilani ebbero grande devozione per Equizio festeggiando ogni anno il giorno della sua morte (7
Marzo) e il giorno della traslazione delle reliquie in città(11 Agosto).
La storia del corpo dell’Abate sembra però
legata ai terremoti che sconvolsero L’aquila. Col
terremoto del 1703, che fece circa seimila
vittime e distrusse gran parte degli edifici della
città, anche la Chiesa di San Lorenzo in città
venne fortemente danneggiata. Il corpo
dell’Abate dovette trovare una nuova
sistemazione, poiché la chiesa fu demolita. La
parrocchia di San Lorenzo in Città venne traslata
dalla Curia presso la chiesa di Santa Margherita, affidata ai padri gesuiti. Insieme alla parrocchia,
vennero spostate nel 1785 anche le preziose reliquie del Santo, per mantenerle nello stesso posto in
cui era la parrocchia dei pizzolani.
Gli aquilani si trovarono nella necessità di dare una degna sepoltura all’Abate e costruirono nella
suddetta chiesa di Santa Margherita un bel mausoleo marmoreo, in cui chiusero le spoglie di
Equizio.
La devozione del santo si affievolì nel corso dei secoli e ai
giorni d’oggi solo pochi aquilani conoscono l’esistenza di tale
gigante di santità e la collocazione della sua tomba.
Pochi mesi fa la nostra parrocchia, dopo lunghe trafile era
riuscita ad ottenere una minima parte delle reliquie, per la
venerazione dei Marrucini, figli di Equizio per eccellenza.
A distanza di tre secoli, nuovamente a causa di un terremoto, il
corpo dell’Abate viene spostato ancora. In seguito al sisma del sei Aprile,
poiché la chiesa di santa Margherita è stata danneggiata, la Curia ha
stabilito che le Sacre Spoglie fossero traslate nella Chiesa Parrocchiale di
San Lorenzo di Marruci per ricevere culto, devozione e un degno riposo.
Ci auguriamo che le spoglie mortali di Sant’Equizio possano così essere
devotamente onorate nel nostro paese e speriamo che trovino ora una
collocazione definitiva proprio tra la gente che lo stesso nostro Santo fece
nascere alla fede tanto tempo fa e ancora oggi implora dal santo Abate la
sua celeste protezione.