THE BLIND SIDE Paese: Usa; Anno: 2009; Regia: John Lee Hancock; Sceneggiatura: John Lee Hancock; Produzione: Alkcon Entertainment, Zucker/Netter Production; 129 Interpreti: Sandra Bullock, Tim McGraw, Quinton Aaron Mike Oher è un ragazzo afro-americano di 17 anni alto come un armadio. Senza un padre e una madre sempre ubriaca, passa da una scuola pubblica all'altra a causa dello scarso rendimento. Solo una scuola privata cristiana sembra cercare di recuperarlo. Leigh Anne Tuohy, una signora benestante che manda i suoi figli alla stessa scuola, comprende la situazione di Mike e decide di accoglierlo in casa. Se il rendimento scolastico migliorerà potrà entrare nella squadra di football americano e far valere le sue doti atletiche... Valori e Disvalori: Una madre già di due figli che decide di accogliere un ragazzo di un diverso colore della pelle e di una diversa classe sociale, per offrirgli il calore di una famiglia e la possibilità di una vera educazione. “E’ semplicemente un film su che cosa significa essere una famiglia” Pubblico: Pre-adolescenti: Per il linguaggio a volte triviale Giudizio Tecnico: Uno dei più bei film dell'anno, con una nominationa all'Oscae 2010 come miglior film e Oscar a Sandra Bullock come migliore protagonista E’ passato quasi inavvertito in Italia quello che è indubbiamente uno dei più bei film dell’anno, che ha ottenuto una nomination all’Oscar come miglior film, e la più ambita statuetta del mondo alla miglior attrice protagonista Sandra Bullock, con un incasso completamente inaspettato di 250 milioni di dollari solo in Usa (a fronte di un costo di meno di 30). Eppure, un po’ inspiegabilmente, la Warner Italia ha deciso di non mandare The Blind Side nelle sale, ma di distribuirlo direttamente in dvd, dopo un’anteprima sulla pay tv di Mediaset in maggio 2010. Da qui la decisione del Fiuggi Family Festival di dedicargli una delle serate clou della manifestazione, lunedì 26 luglio, con l’unica proiezione in sala prevista in Italia. Come avviene per molti film sorprendenti, la storia di Michael Oher, un ragazzino nero gigantesco che diventa un campione di football americano, è una storia vera, come è vera la protagonista femminile Leigh Anne Tuohy (interpretata da Sandra Bullock), che ha deciso di accogliere un ragazzo di un diverso colore della pelle e di una diversa classe sociale, per offrirgli il calore di una famiglia e la possibilità di una vera educazione. La sceneggiatura, scritta direttamente dal regista John Lee Hancock, centra la storia sull’incontro fra la famiglia benestante di bianchi del Sud, in concreto il Tennessee (da qualche accenno sembra che le generazioni precedenti della famiglia non siano state esenti da sentimenti razzisti) e il quieto gigante nero, che un’infanzia traumatica ha bloccato nella crescita emotiva e intellettuale. La madre di famiglia –donna concreta, attiva, pragmatica, coraggiosa e con una professione di successo- è quella che prende in mano le redini della vicenda. La Bullock interpreta in modo assai convincente una figura con tratti inaspettati e anticonformisti, che resta scolpita nella memoria dello spettatore. Ma il giovane Michael, che rifiuta il soprannome di Big Mike per essere chiamato con un nome “vero”, non si limiterà a ricevere. Darà molto a questa famiglia: non solo aprendo una finestra su realtà prima sconosciute (i quartieri neri del Sud di Memphis in cui Leigh Anne non era mai stata), ma anche un consolidamento dello stesso senso di essere una famiglia: è bellissima per es. la scena che si svolge il giorno del Ringraziamento, quando mentre ciascuno dei Tuohy è seduto sul divano davanti alla tv è proprio Michael a chiedere che ci si riunisca intorno a un tavolo come da tradizione a recitare la preghiera di ringraziamento. Lui che una vera famiglia non l’ha mai avuta sente ancora di più l’importanza di questo gesto che non è solo un rito, ma racchiude significati profondi. “Con Dio tutto è possibile” recita la scritta scolpita sull’architrave della scuola che i figli Tuohy, e presto anche Mike, frequentano. E le motivazioni di fede che muovono alcuni insegnanti (si tratta di una scuola cristiana) e anche la famiglia in alcune decisioni cruciali non è taciuta da John Lee Hancock, che dice di aver cercato solo di raccontare una storia convincente e commovente, ma è anche uno dei pochi professionisti hollywoodiani importanti che sia un convinto credente. “E’ semplicemente un film su che cosa significa essere una famiglia”, ha scritto ammirato un recensore americano. Un film uplifting, lo hanno definito in molti: un film che solleva lo spirito, e che presenta un’immagine di donna coraggiosa e determinata, capace con un impulso del cuore di superare barriere di razze e di classe sociale, una figura che non a caso ha fatto innamorare di sé anche un pubblico difficile come quello dei votanti dell’Academy. Autore: Armando Fumagalli