015 LIBRI - marzo 2010 - Facoltà di Scienze della Comunicazione

annuncio pubblicitario
Libri – Novità
Servizio di aggiornamenti bibliografici - FSC
XV (30/03/2010): Marzo
A cura del prof. Emiro Cepeda
•
•
•
I seguenti sono nuovi acquisti già catalogati nel settore comunicazione sociale della Biblioteca
centrale dell’UPS: http://biblioteca.unisal.it/
Gli abstract sono stati pubblicati originalmente nei siti web delle diverse case editrici o in
quelli d’alcune librerie on-line.
L’obiettivo di queste pagine è quello di far conoscere le novità bibliografiche del settore
comunicazione sociale della nostra biblioteca e promuovere la loro consultazione.
Abruzzese Alberto - Mauro Ferraresi, Next: identità tra consumo e comunicazione,
Bologna, Lupetti, 2009.
Collocazione: UPS 32-C-3346
Siamo sospesi su di una fenditura. Essa segna una rottura e dispone un di qua e un di là. La
consapevolezza sociologica di tale momento di rottura e di passaggio ha prodotto il postmoderno,
vale a dire una società che non ha ancora chiuso con il moderno ma che non ha neppure prospettato
le forme della società che verrà. La fenditura si è creata a causa di importanti cambiamenti
tecnologici, sociali, individuali. Tali cambiamenti conducono a nuove forme identitarie e alla
formazione di nuove relazioni sociali. Quali conseguenze sui nostri profili vengono prodotte dagli
attuali processi di consumo e dalle proliferazioni invasive e onnipresenti delle comunicazioni di massa?
In che modo l'elettronica muta le nostre relazioni sociali? Essere consumatori invece che cittadini,
essere internauti invece che persone, avvolgere ogni forma di relazione sociale dietro gli schermi
azzurrini dei nostri computer, dei nostri palmari, dei nostri cellulari, che cosa comporta per le nostre
idee, per le nostre speranze, per i nostri timori e per le nostre aspettative? A queste domande tenta
di fornire una risposta questo libro che Alberto Abruzzese e Mauro Ferraresi vogliono indicare come
un testo fondamentale per indicare le nuove ibridazioni di organico e inorganico, per segnalare il
mescolamento di molecole e di elettronica e per denunciare la produzione di nuovi individui e di
nuove relazioni sociali fornite di più sottili e virtuali consistenze.
Ballabio Edith, La fotografia e l'invisibile, Roma, Gruppo Albatros Il Filo, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-2058
Qual è la portata della rivoluzione che la fotografia ha provocato all'interno del complesso mondo dei
mezzi informativi? Quali implicazioni comporta questa scoperta nel suo specifico rapporto con
l'individuo e la società? Si tratta di una rappresentazione meccanica della realtà o si può riferirci ad
essa come a una vera e propria forma d'arte? Come registratore o come attivatore di realtà? Questi
i principali interrogativi su cui si sviluppa il saggio di Edith Ballabio che, inoltre, presenta un
approfondimento sul pensiero e l'opera di Andreas Gursky; opera d'arte nella misura in cui,
parafrasando Erwin Panofsky, "il motivo raffigurato sa esprimere, strutturare, e spiegare il mondo,
oggi e per i posteri". "La verità della fotografia si può così definire una verità folle: è insistente, ha
una durata nel tempo che crea confusione tra il reale, che è stato, e quello che effettivamente
certifica; è falsa a livello della percezione, perché sembra rimandare a qualcosa di definito, che però
non si trova, ma è vera a livello del tempo. È un'allucinazione, un'immagine velata di reale". (Roland
Barthes)
Bignell Jonathan - Stephen Lacey - Madeleine Macmurraugh-Kavanagh, British television
drama: past, present and future, Houndmills; New York, Palgrave, 2000.
Collocazione: UPS 32-C-3122
"British Television Drama" is a collection of essays by leading media professionals and academics,
which debates the past, present and future of British television drama. Writers, producers and
1
television executives reflect on the changing face of TV drama, and academics present case studies
on critical approaches, general topics and specific programs. Contextualized by editors' introductions
to each section, this often provocative collection will inspire debate and reappraisal of this formative
aspect of television.
Cascetta Annamaria - Giovanna Zanlonghi, Il teatro a Milano nel Settecento, Milano, Vita
e Pensiero, 2008.
Collocazione: UPS 11-C-4693(1)
Le più recenti letture storiografiche e critiche hanno restituito il volto di un Settecento sfaccettato e
poliedrico, difficilmente riducibile a facili schematismi interpretativi. Il superamento dello schema
della decadenza dei primi decenni, la restituzione della specificità dell’età teresiana nei suoi
complessi processi di trasformazione sociale e politica, il rinnovato rapporto fra la Chiesa e la società
affiancano altre questioni fondamentali quali, sul piano della storia delle idee, l’equilibrio fra le
istanze della ragione e il ‘vero di passione’, fra morale e cultura, fra il classicismo e le sue declinazioni
moderne. Il teatro è a sua volta sottoposto a spinte di rimodellizzazione in ogni sua espressione: sul
piano delle poetiche così come nelle sue concrete espressioni il Settecento è il secolo del trionfo del
dramma in musica e del teatro professionistico tanto quanto del teatro aristocratico, che trova nella
villa di delizia il proprio correlativo spaziale. In questo orizzonte la città di Milano, e più estesamente
la Lombardia austriaca, si presentano come luoghi di intensa vita intellettuale, di scambi, di fermento
e di ricezione della sfida illuministica, di incrocio fra Parigi e Vienna, di riassetto organizzativo e
sociale. Di tali questioni si fa carico il presente volume che, accanto ad alcuni profili che delineano le
coordinate storiche della Milano teresiana, propone un ampio ventaglio di saggi che illuminano i
contesti di produzione delle pratiche teatrali, cerimoniali e rituali: la città come spazio simbolico della
festa ancora vitale, le confraternite, i collegi, le accademie, i salotti aristocratici e le ville, i nuovi
edifici teatrali.
Casolo Francesco - Stefania Melica, Il corpo che parla: comunicazione ed espressività nel
movimento umano, Milano, Vita e Pensiero, 2005.
Collocazione: UPS 32-C-3243
Gli autori propongono un interessante percorso conoscitivo attraverso questo linguaggio
fondamentale e troppo spesso trascurato. Dopo un'analisi della funzione motoria e dell'epistemologia
della comunicazione, vengono esaminate alcune teorie dell'intelligenza ed evidenziati gli aspetti
neuroanatomici e neurofisiologici dell'espressività corporea. Vengono quindi illustrati alcuni percorsi
di espressività corporea attuabili nel contesto scolastico: dalle attività su base musicale a quelle di
libera creazione, dalla danza alla recitazione fino alla tecnica del gesto sportivo. Un ricco apparato di
schede, con illustrazioni e indicazioni pratiche, aiuta a comprendere le nozioni teoriche e a utilizzarle
nell'esperienza quotidiana.
Di Nallo Egeria, Il significato sociale del consumo, Roma; Bari, G. Laterza, 2007.
Collocazione: UPS 33-B-487(266)
Un'analisi economica del consumo dalla seconda metà del Settecento a oggi nelle pagine dei classici
e degli studiosi contemporanei, come Thorstein Veblen e Herbert Marcuse, David Riesman e Pierre
Bourdieu, Edgar Morin e Claude Lévi-Strauss.
Indice
Il consumo nella storia delle idee di Egeria Di Nallo – Il consumo nel pensiero economico di Paola
Parmiggiani e Roberta Bartoletti. Parte prima Consumi e stratificazione sociale: Introduzione di
Roberta Paltrinieri; La società dell'emulazione finanziaria di Thorstein Veblen; La qualità degli oggetti
nelle scelte di consumo di James Stuart Duesenberry; Le grammatiche di classe di Jean Baudrillard;
Consumo e distinzione sociale di Pierre Bourdieu; Esclusione e intrusione di Mary Douglas. Parte
seconda Consumi e società di massa: Introduzione di Viviane Renaud; Capitalismo e
omogeneizzazione culturale di Herbert Marcuse; Il ruolo dell'estetica nella motivazione all'acquisto e
2
nella dinamica di diffusione delle merci di Wolfgang Fritz Haug; Autodirezione, eterodirezione e
consumo di David Riesman; Il paradosso della produzione industriale dei beni culturali di Edgar Morin;
Dalla proprietà produttrice alla proprietà consumatrice di beni di Ernst Zahn; Il ruolo dell'etica
romantica nel consumo moderno e contemporaneo di Colin Campbell; Il potere evocativo delle cose
di Grant McCracken. Parte terza Il consumo come sistema di comunicazione: Introduzione di Roberta
Paltrinieri; Dono e «potlàc» di Marcel Mauss; Il principio di reciprocità di Claude Lévi-Strauss; La
genesi ideologica dei bisogni di Jean Baudrillard; I beni di consumo come sistema di informazione di
Mary Douglas; Produzione del significato e movimento nel mondo dei beni di Grant McCracken. Parte
quarta Consumo e società postindustriale: Introduzione di Claudio Mazzanti; La società di consumo
di Victor Scardigli; Dimensioni morali e temporali nel consumo domestico di Eric Hirsch; La
«fluidizzazione» del consumo di Martyn J. Lee; Siate gentili con il testo di Elizabeth C. Hirschmann e
Morris C. Hollbrook
Di Nallo Egeria - Giampaolo Fabris, L'esperienza del tempo di consumo tra pratiche e
fruizione sociale, Milano, F. Angeli, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-1864(12)
Da sempre il Tempo appare una categoria vicina e quotidiana ma sempre sfuggente, incompiuta, mai
addomesticata; il Consumo, allo stesso modo, viene considerato ambito “problematico”.
In realtà, il Tempo è assolutamente fondamentale nell’esperienza del Consumo e la dimensione
connettiva dell’intero discorso presentato in questa sede, è dettata dal concetto di esperienza.
Perché è nel fluire dell’esperienza che si sostanzia il tempo e perché l’esperienza nasce nel e dal
tempo. Anche quella del consumo.
Questo volume presenta infatti i risultati di un’ampia ricerca che evidenzia come il tempo si intreccia
inestricabilmente ai consumi nel dettarne i ritmi dello shopping (anche all’interno di quelle “grandi
cattedrali” che sono oggi i centri commerciali); delle pratiche alimentari, della fruizione museale o
delle relazioni familiari.
Ne emerge così la tendenza verso una nuova “ritmica sociale”, dove le parole chiave, i termini di
confronto più attuali, sono proprio le pratiche esperienziali del consumo e le loro modalità di scandire
il tempo del mondo contemporaneo.
Indice
Egeria Di Nallo, Prefazione
Giampaolo Fabris, Introduzione
Vanni Codeluppi, Il tempo del consumo
(Introduzione; Tempo, consumo, identità; L’eterno presente nel consumo)
Ariela Mortara, La ricerca del tempo e il tempo nelle ricerche
(Il tempo: un po’ di storia; Il tempo: un tentativo di definizione; Il tempo nel sociale; Le ricerche sul
tempo; Il rapporto tra tempo e shopping; Considerazioni conclusive)
Paolo Salafia, Luisella Feroldi, Susanna Zatta, Consumando il tempo nel tempio dei consumi. Uso,
funzione e significati dei centri commerciali
(Premessa; Il pubblico dei centri commerciali; Il vissuto del tempo nei centri commerciali)
Roberta Paltrinieri, Paola Parmiggiani, Il tempo dei consumi alimentari nella società
(Tempi sociali e consumi alimentari; Verso un Mc World?Ipotesi della ricerca: un approccio
socio-antropologico alle pratiche alimentari; La ricerca sul campo: definizione dello strumento di
rilevazione e campionamento; L’analisi del contenuto; Conclusioni)
Rosantonietta Scramaglia, Il tempo libero delle giovani coppie senza figli
(Premessa; Introduzione metodologica; Analisi dei dati; Come si trascorrono le serate; Conclusioni)
Roberto Lavarini, Percezione e fruizione del tempo nei musei
(Introduzione; Il metodo; Il tempo nei musei; Un week-end al museo di storia naturale; Il tempo del
“consumo”, delle relazioni e delle emozioni)
Fabbri Franco, Il suono in cui viviamo: saggi sulla popular music, Milano, Il Saggiatore,
2008.
Collocazione: UPS 32-B-1545(48)
3
Fin dalla prima pubblicazione, Il suono in cui viviamo si è affermato come un classico degli studi sulla
musica e sul significato del suono nella società contemporanea. Con saggi e articoli sulla popular
music, sulla world music, sul jazz, sulla musica colta del Novecento e sul suono «riprodotto», Franco
Fabbri si è posto all’intersezione tra musicologia, antropologia, semiotica. Questa nuova edizione si
arricchisce di molti nuovi interventi – in maggioranza inediti – che ampliano le tematiche trattate: le
teorie sui generi musicali, la musica e i media nella società contemporanea (e del futuro), le forme
della canzone, i Beatles, il rock progressivo e sperimentale, la canzone d’autore.
Ferraresi Mauro, La società del consumo: lessico della postmodernità, Roma, Carocci,
2005.
Collocazione: UPS SL-20-C-74(659)
Per la prima volta in Italia si tenta una lettura del mondo in cui viviamo attraverso i contributi dei più
importanti studiosi e ricercatori che si sono occupati del nostro presente. Il volume cerca infatti di
disegnare i contorni della società attuale attraverso le analisi di autori appartenenti a diverse
discipline: sociologia, antropologia, scienza della comunicazione, sociosemiotica. Coloro che, in Italia
e nel mondo, si sono dedicati con più attenzione al tema del postmoderno e del consumo sono qui
riuniti per dare vita a una rassegna ricca e articolata. Il consumo nell´epoca postmoderna ha infatti
cambiato le nostre vite, le nostre abitudini, il nostro modo di relazionarci con gli altri; così come ha
mutato il nostro modo di lavorare, di divertirsi, di amare, provocando una decisa soluzione di
continuità tra l´epoca moderna e l´epoca postmoderna. Nuovi significati, nuove percezioni, nuove
modalità relazionali giungono prepotentemente alla ribalta. Si tratta di studiarle per comprendere
meglio in quale tipo società siamo costretti a vivere il nostro tempo quotidiano.
Ferraresi Mauro - Paola Parmiggiani - A. Cattaneo, L'esperienza degli spazi di consumo: il
coinvolgimento del consumatore nella città contemporanea, Milano, F. Angeli, 2007.
Collocazione: UPS 32-C-1864(20)
Spettacolarizzazione, estetizzazione, coinvolgimento polisensoriale ed emotivo sono i concetti chiave
attorno ai quali si è sviluppato un nuovo modo di intendere e analizzare il mondo del consumo, il
mercato e lo stesso consumatore. Una tendenza nella quale si inscrive la nascita e diffusione di luoghi
di consumo fantasmagorici, magnetici e ad alto valore simbolico, volti a coinvolgere, e non più
semplicemente a intrattenere, il consumatore. Spazi commerciali sempre più centrati sulla
percezione dell'ambiente da parte del consumatore/visitatore, che da spettatore si trasforma in
protagonista di un'esperienza. Paradigmatici di questa realtà sono i centri commerciali e i concept
store. Spazi pensati e ideati per attivare la sfera sensoriale ed emozionale di un consumatore alla
costante ricerca di esperienze nuove, eccitanti, da ricordare e raccontare, nei quali ciò che viene
sperimentato e consumato non sono tanto prodotti tangibili quanto atmosfere e soprattutto emozioni.
Il volume accompagna il lettore lungo la riflessione sociologica che si è sviluppata attorno alla
centralità dell'esperienza di questi nuovi spazi di consumo, e presenta i risultati di una ricerca sul
campo, volta ad esplorare, da un lato, il vissuto soggettivo del consumatore nei confronti dello
shopping center, analizzando i processi di fruizione e utilizzo (soprattutto in relazione allo
spazio-vetrina) e, dall'altro, le fasi di progettazione e gestione delle esperienze all'interno del
concept store.
Frayling Christopher - Roberto Farina, Sergio Leone: danzando con la morte: biografia,
Milano, Il Castoro, 2002.
Collocazione: UPS 12-C-3380
Una biografia attenta e dettagliata del regista di “C’era una volta in America” che con occhio clinico
e quasi distaccato ne analizza l’opera intera e la vita privata. Un paziente lavoro di ricerca e studio a
monte dell’autore, ha dato alla luce un’opera omnia sul regista, che ripercorre tutte le tappe
cinematografiche della vita di Sergio Leone cercando di analizzarne cause ed effetti e riuscendo a non
esser mai noiosa nonostante la sua mole. Per chiunque, appassionato di cinema o meno, voglia
4
arricchire la propria personale biblioteca sul cinema con un pezzo importante.
Frizot Michel - Robert Delpire - Francoise Bonnefoy, Storie di sguardi, Roma, Contrasto
Due, 2005.
Collocazione: UPS 32-B-1549(12)
UPS 32-B-1549(13)
UPS 32-B-1549(14)
Una panoramica su 150 anni d'invenzione fotografica, per esplorare i diversi "modi di vedere"
attraverso una serie di immagini chiave, le più significative tendenze e idee, messe qui in sequenza
e analizzate nei loro reciproci rapporti. L'opera consente, nella scansione in tre volumi, di analizzare
le fasi dell'affermazione del mezzo fotografico. Dalla fotografia "primitiva", che a fine Ottocento
comincia a pensarsi come possibile figurazione autonoma, al 1880 quando l'invenzione
dell'istantanea modifica la pratica e stravolge la stessa percezione del mondo. Fino alla fotografia del
XX secolo: dalla fotografia soggettiva degli anni Cinquanta a quella concettuale degli anni Settanta,
la fotografia è un "medium" in grado di dare corpo a un'idea.
Graham Clarke - Barbara Del Mercato, La fotografia: una storia culturale e visuale, Torino,
Einaudi, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-2054(9)
Dalla prima nebulosa "eliografia" scattata da Joseph Nicéphore Niépce nel 1826 fino alle
composizioni classiche di Cartier-Bresson e Alfred Stieglitz e alle formidabili strategie postmoderne
di Robert Mapplethorpe, Cindy Sherman e Victor Burgin, la storia della fotografia è uno straordinario
susseguirsi di immagini acute e penetranti. Ma le fotografie sono anche le immagini più diffuse del
nostro tempo, dotate di una capacità infinita di registrare gli eventi e di renderli importanti
conferendo loro un nuovo status. Ma come si legge una fotografia? In una serie di acute disamine dei
temi e dei generi più rilevanti, Graham Clarke presenta in modo chiaro ed efficace lo sviluppo storico
della fotografia e illustra il pensiero dei critici più interessanti sull'argomento, tra cui Roland Barthes
e Susan Sontag. Il libro è incentrato su una analisi innovativa dei temi principali legati a questo
argomento - il paesaggio, la città, il ritratto, il corpo e il reportage - e sullo studio minuzioso di
immagini esemplari, alla luce dei rispettivi contesti culturali e ideologici.
Jackson Leonard, The poverty of structuralism: literature and structuralist theory,
London; New York, Longman, 1991.
Collocazione: UPS 32-C-3121
The Poverty of Structuralism is the first in a sequence of volumes which examine in turn the basic
ideas of Saussure, Marx and Freud, and analyse the way in which they have been developed and
applied to art, culture and modern textual theory. The text offers a critical introduction to the
structuralist foundations of modern literary theory. It gives an account of the way such foundations
have been developed, twisted and distorted to become part of the language that contemporary
literary and cultural theoreticians use. It also addresses some of the fundamental issues about
language and society that are presupposed by the often difficult language of modern literary and
cultural theory.
Jakob Michael, Paesaggio e tempo, Roma, Meltemi, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-1510(53)
Quando è comparso per la prima volta il paesaggio nella coscienza dell’uomo? Una prima risposta fa
riferimento a una determinata cornice storico-sociale: il paesaggio è comparso come altro dalla città;
dunque, almeno in Occidente, in epoca ellenistica, per poi rinascere nella Roma imperiale,
scomparire alla fine del periodo classico, ed emergere di nuovo in Italia a partire dal XIV secolo. Si
possono tuttavia definire criteri più precisi evocando parametri linguistici, letterari, pittorici, o
concetti filosofici (libertà, coscienza di sé, “essere davanti al mondo”). La ricerca della comparsa del
5
paesaggio come oggetto teorico nella letteratura filosofica, critica ed estetica, o in quanto valore
mediatico spinge l’autore a ricostruire un grande “testo” che nasce alla fine del secolo XVIII e tocca
il suo apogeo nella cultura europea del XIX: basti pensare a Hölderlin, Schiller, Brentano, Richter,
Coleridge, Shelley, Wordsworth, Chateaubriand.
Il paesaggio si diffonde in poesia e in prosa, come realtà visiva e sonora, in quanto rappresentazione,
come simbolo dello spirito umano o allegoria di una ricerca impossibile. La storia del rapporto –
estetico, letterario, filosofico, architettonico – dell’uomo con il paesaggio narrata in queste pagine
parte dall’Ottocento, attraversa l’idealismo tedesco, si prolunga nel Novecento e giunge fino ai
pericoli che minacciano oggi il nostro rapporto con la natura – la musealizzazione, la manipolazione,
la virtualizzazione –, emblematici di un’ambiguità da cui potrebbero emergere nuove forme del
paesaggio.
Determinante, secondo l’autore, l’irruzione del tempo nella rappresentazione paesaggistica: si pensi
ai dipinti di Friedrich, Turner, Monet e Cézanne, alle sequenze dei film di Antonioni, fino al tempo
abolito, alla frammentazione, allo “sprawl” del paesaggio contemporaneo.
Kim Sebastian C. H. - Pauline Kollontai, Community identity: dynamics of religion in
context, London; New York, T & T Clark, 2007.
Collocazione: UPS 23-C-1156
The understanding of identity in relation to community has been a focus of academic studies in
recent years. An exclusive self-understanding of the identity of one's own community, coupled with
a hostile attitude toward other communities, often leads to communal conflicts. In particular, it is
important to notice the significance of religion in the re-shaping of community identities in this
process. This volume focuses first on communal or corporate understanding of identity. Secondly,
this volume will assess the topic of identity from the perspectives of theology and religious studies.
Thirdly, the volume will seek to address the issue of interaction between religious communities and
wider society by looking at case studies from the Yorkshire area.
Latini Giulio, L'immagine sonora: caratteri essenziali del suono cinematografico, Roma,
Artemide, 2006.
Collocazione: UPS 32-B-2032(5)
Un libro interessante, semplice, completo e fruibile scritto da un docente di Comunicazione
multimediale. Latini parte da una premessa storica sulle origini del cinema, con i primi
accompagnamenti affidati al pianoforte e le prime colonne sonore, fra cui Cabiria e The Birth of a
Nation.
Il docente universitario sonda anche l’avanguardia, con gli esperimenti di musica visiva di Hans
Richter, Viking Eggeling, Fernand Leger e Marcel Duchamp. Soffermandosi sui capolavori della storia
del cinema e su citazioni illuminanti (“L’essenza del cinematografo è il silenzio”, C.Chaplin), Latini
parla anche di contrappunto, asincronismo, montaggio sonoro, sound design.
La sezione dedicata ai manuali e ai repertori della musica per film è molto curata: Edison con il
catalogo “Suggestion for Music”, “West Musical Accompaniment of Moving Pictures” di Edith Lang e
George West, “Kinobibliothek” dell’italiano Giuseppe Becce.
Oltre a fornirci una carrellata esaustiva e sintetica sui maggiori compositori di musica per film (da
Herrmann a Rozsa, da Williams a Morricone), Latini offre spazio anche alla tecnologia (registrazione
magnetica, Dolby Stereo, suono digitale), al modo peculiare in cui i registi più noti hanno usato la
musica (Pasolini, Kubrick, Bergman, Tarantino, Coppola, Jarman…), alle metodologie d’analisi (Zofia
Lissa, Sergio Miceli, Michel Chion) e a due conversazioni con i compositori Riccardo Giagni e
Alessandro Zanon.
Latouche Serge, L'invenzione dell'economia, Torino, Bollati Boringhieri, 2009.
Collocazione: UPS
Dall'autore del "Breve trattato sulla decrescita serena", ecco un saggio di interrogazione radicale sul
terreno di una delle "invenzioni" cruciali della modernità. Come si è formato il nostro "immaginario
6
economico", la nostra visione economica del mondo? Perché oggi vediamo il mondo attraverso i
prismi dell'utilità, del lavoro, della concorrenza, della crescita illimitata? Che cosa ha portato
l'Occidente a inventare il valore produttività, il valore denaro, il valore competizione, e a costruire un
mondo in cui nulla ha più valore, e tutto ha un prezzo? Serge Latouche ritorna qui alle origini di
questa economia che i primi economisti definivano la "scienza sinistra", e articolando la sua
argomentazione in prospettiva storico-filosofica, mostra come si è plasmata la nostra ossessione
utilitarista e quantitativa, e ci permette così non solo di gettare uno sguardo nuovo sul nostro mondo,
ma soprattutto di affrontarne la sfida sul piano di valori davvero fondamentali come libertà, giustizia,
equità.
Latouche Serge, L'invenzione dell'economia: l'artificio culturale della naturalità del
mercato, Casalecchio di Reno (BO), Arianna, 2005.
Collocazione: UPS 20-B-4295
Dall'autore del "Breve trattato sulla decrescita serena", ecco un saggio di interrogazione radicale sul
terreno di una delle "invenzioni" cruciali della modernità. Come si è formato il nostro "immaginario
economico", la nostra visione economica del mondo? Perché oggi vediamo il mondo attraverso i
prismi dell'utilità, del lavoro, della concorrenza, della crescita illimitata? Che cosa ha portato
l'Occidente a inventare il valore produttività, il valore denaro, il valore competizione, e a costruire un
mondo in cui nulla ha più valore, e tutto ha un prezzo? Serge Latouche ritorna qui alle origini di
questa economia che i primi economisti definivano la "scienza sinistra", e articolando la sua
argomentazione in prospettiva storico-filosofica, mostra come si è plasmata la nostra ossessione
utilitarista e quantitativa, e ci permette così non solo di gettare uno sguardo nuovo sul nostro mondo,
ma soprattutto di affrontarne la sfida sul piano di valori davvero fondamentali come libertà, giustizia,
equità.
Lynch Gordon, Understanding theology and popular culture, Malden, Massachusetts;
Oxford, Blackwell, 2005.
Collocazione: UPS 2-C-3514
Understanding Theology and Popular Culture is one of the first books to give an overview of the key
issues and methods in this field of study.
•
Provides a detailed introduction to key theories and debates in popular cultural studies
•
Presents a reasoned argument about the distinctive contribution that theology can make to
the study of popular culture
•
Illustrated through a range of original case studies, from Eminem to The Simpsons
•
Suitable for both beginning students and more advanced researchers.
•
The author has created the Theology and Popular Culture Gateway which is one of the first
academic Internet gateways for the study of theology and contemporary culture.
Magris Claudio, Alfabeti : saggi di letteratura, Milano, Garzanti, 2008.
Collocazione: UPS 24-C-2044(69)
Nel suo infinito viaggiare tra le migliori pagine della letteratura, Magris spazia dall'antichità al
romanticismo tedesco, dai maestri russi dell'Ottocento ai grandi testimoni della crisi del Novecento,
fino ai nostri giorni. Si confronta con miti moderni come Don Chisciotte e Robinson Crusoe, torna su
luoghi dell'anima come Vienna e Praga... Nelle sue letture segnala i capolavori riconosciuti e quelli
dimenticati. E incontra i grandi temi dell'esistenza e gli eventi che segnano il nostro destino di uomini:
la guerra e la felicità, l'identità e la famiglia, la nascita e la morte, lo sport e l'erotismo, l'ira e il
coraggio, la speranza e la malinconia, la storia e le sue malattie, il riso e il sangue...
Milella Ornella, et al., Media arabi e cultura nel Mediterraneo, Roma, Gangemi, 2009.
Collocazione: UPS 32-C-3245
Come si parla di cultura nei media arabi della Riva Sud del Mediterraneo? A questa semplice
7
domanda ha provato a rispondere la ricerca da cui è originato questo volume. L'analisi non tratta
tanto la cultura "alta", dei libri, dei musei, delle mostre; quanto quella "popolare" dei mass media,
dei giornali e delle televisioni che ogni giorno contribuiscono a formare l'immaginario di milioni di
persone sull'Altro da sé. E questa cultura che passa attraverso articoli di giornale, documentari,
magazine e persino reality show che viene riportata e analizzata nel presente volume. Il
Mediterraneo è stato per molti secoli descritto come il luogo della "Cultura" per eccellenza: questo
libro prova a scattare un'immagine in movimento, dinamica e problematica, dove sono le "culture"
mediatiche ad essere protagoniste della dialettica fra cambiamento e conservazione, innovazione e
tradizione.
Monaci Sara, Il futuro nel museo: come i nuovi media cambiano l'esperienza del pubblico,
Milano, Guerini, 2005.
Collocazione: UPS 32-B-1321(24)
Come saranno i musei del futuro? Ma, soprattutto, come cambiano in rapporto ai nuovi media e alle
trasformazioni che essi determinano nelle istituzioni dedicate alla conservazione e alla tutela del
patrimonio culturale? Vedere, toccare, interagire con le opere è oggi possibile sia nel museo, grazie
alle mediazioni delle opere realizzate attraverso applicazioni interattive, sia da lontano attraverso le
connessioni Internet ai musei on line. Un nuovo pubblico, virtuale, ha la possibilità di fruire in modo
nuovo delle opere d'arte. Cattedrali dell'età dell'informazione o snodi di incontro per i flussi del
turismo globale, i musei si preparano a soddisfare un nuovo pubblico e nuovi bisogni, in cui si
intrecciano cultura, comunicazione e intrattenimento.
Monti Paolo - Roberta Valtorta - Museo di Fotografia Contemporanea, Paolo Mont: scritti
e appunti sulla fotografia, Milano, Lupetti, 2008.
Collocazione: UPS 32-C-3342(5)
I problemi della fotografia italiana nel dibattito fotoamatoriale del secondo dopoguerra in relazione al
contesto internazionale, l'indagine dei linguaggi, dei generi e delle tecniche fotografiche, la
riflessione sulla materia e il tempo, il rapporto con il mondo dell'arte, dell'architettura e
dell'urbanistica, l'impegno civile a salvaguardia dei centri storici. In occasione del centenario della
nascita, il volume raccoglie gli scritti sulla fotografia, i materiali didattici, gli appunti manoscritti dal
1952 al 1981 di Paolo Monti, maestro della fotografia italiana del Novecento.
Morduchowicz Roxana - Jesus Martín-Barbero, Los jóvenes y las pantallas: nuevas
formas de sociabilidad, Barcelona, Gedisa, 2008.
Collocazione: UPS 32-C-3123
Para la mayoría de los jóvenes, la cultura popular es el lugar desde el cual dan sentido a su identidad.
A este respecto, los medios de comunicación y las nuevas tecnologías son decisivos en la
configuración de las nuevas formas de sociabilidad juvenil. Asimismo, la cultura popular está
fuertemente implicada en las negociaciones intergeneracionales (padres e hijos) tanto por las
diferencias en las prácticas mediáticas, como por la significación que cada generación otorga a los
bienes culturales. Las marcas juveniles de identidad hoy parecen claras: salir en grupo, tener una
sociabilidad de “banda”, divertirse, conocer lo último en música, mirar los programas de televisión
que ven los demás, recibir llamadas en el teléfono móvil y navegar por Internet. Éstos son
justamente los ejes que en relación con los jóvenes y las pantallas explora este libro: los consumos
culturales de las nuevas generaciones, las formas de sociabilidad juvenil y el papel de la escuela ante
este particular y nuevo universo cultural. Entre otros interrogantes, los autores que participan en
esta obra –todos ellos reconocidos especialistas– están interesados en analizar de qué manera se
apropian los jóvenes de los bienes culturales que circulan en la sociedad para conformar su propia
cultura juvenil; de qué modo las pantallas definen y median la relación de los jóvenes con los otros
(familia y amigos); cuáles son los contenidos que las pantallas ofrecen a estas audiencias y,
finalmente, cuál es (y debería ser) la respuesta de la escuela ante esta cultura juvenil.
8
Nardi Emma, Leggere il museo: proposte didattiche, Formello (RM), SEAM, 2001.
Collocazione: UPS 6-C-9178(3)
Data la quantità ingentissima e varia di musei sul territorio italiano (circa 3200 all’anno 2001
secondo l’autore) appare evidente l’impossibilità di creare una proposta didattica indifferenziata.
Musei tanto diversi tra loro propongono esperienze distinte e possono indirizzarsi verso visitatori
dagli interessi assai discordanti. Nel testo vengono dunque scelte le principali tipologie di musei
(Musei d’arte,Musei di archeologia, Musei storici , Musei demo-etno-antropologici, Musei di scienze
naturali, Musei tecnico-scientifici, Musei specializzati) viene illustrato la definizione e la storia,
proponendo poi obiettivi e metodologie da sviluppare anche attraverso l’ausilio di esempi concreti
(moltissimi, tra cui in particolare il Museo Napoleonico di Roma e il Museo Nazionale degli Strumenti
Musicali).
Rilevazioni e analisi effettuate dal Laboratorio di Pedagogia sperimentale dell’Università degli Studi
Roma Tre, condotto dalla prof.ssa Nardi, hanno portato alla creazione di tabelle esemplificative delle
finalità del museo d’arte. Altri studi hanno invece proposto schede di lettura e comprensione per
musei demo-etno-antropologici o schemi di sintesi per impostazioni metodologiche applicate.
Alle categorie fondamentali viene infine aggiunta anche quella dei MUSEI VIRTUALI rapportandoli a
quelli reali e illustrando (attraverso vantaggi e svantaggi) le possibilità interattive e la
delocalizzazione del pubblico generate dalle nuove tecnologie.
Il volume è corredato da una bibliografia di settore e da un particolareggiato indice analitico.
Nardi Emma, Pensare, valutare, ri-pensare: la mediazione culturale nei musei, Milano, F.
Angeli, 2007.
Collocazione: UPS 32-C-3341(2)
L'importanza che il museo riveste dal punto di vista educativo è universalmente accettata, come
testimoniano le numerose importanti iniziative che vengono organizzate ogni anno per incoraggiare
la partecipazione di categorie diverse di pubblico alle attività dei musei e per migliorare la ricaduta
educativa di tali attività.
Ma la mediazione culturale si basa su due aspetti principali: da un lato occorre organizzare la
comunicazione educativa, dall'altro è necessario analizzare i risultati delle attività svolte ed il loro
impatto sul profilo cognitivo dei visitatori. In altri termini occorre capire se ed in che modo la
proposta del museo modifichi i comportamenti, le conoscenze e gli atteggiamenti dei visitatori.
Questo volume vuole fornire un contributo internazionale sul tema della valutazione dell'attività
culturale dei musei nei confronti dei visitatori.
Peticca Sara, L'oggettività dell'informazione nella cultura dei blog, Soveria Mannelli (CZ),
Rubbettino, 2009.
Collocazione: UPS SL-20-B-392(82)
Il giornalismo a carattere partecipativo in cui la comunicazione diventa orizzontale, multilaterale e
polifonica ha una profonda influenza sul tema dell'oggettività dell'informazione. Nonostante sia
impossibile riscontrare la perfetta corrispondenza tra informazione ed eventi del mondo reale,
l'intervento dei lettori all'interno dei blog può fare in modo che si verifichi, attraverso il dialogo e la
condivisione dei contenuti, un sostanziale accostamento alla verità dei fatti così come essi sono
realmente accaduti. Tutto ciò permette ai giornalisti di diffondere un'informazione più precisa, più
completa e meno manipolata perché i lettori possono interagire confrontando opinioni tra loro
diverse e, rivolgendosi ad altri lettori, possono informarli o chiedere loro spiegazioni e chiarimenti.
Nella cultura dei blog l'evento stesso assume, così, una dimensione partecipata, impensabile per il
giornalismo tradizionale perché la comunicazione definisce uno spazio conversazionale in cui tutti i
soggetti si trovano sullo stesso piano e hanno la possibilità di discutere e confrontarsi. Ne deriva una
cultura che diventa il risultato dell'interconnessione multilivello tra centri e periferie del sapere: una
cultura globale in cui predomina fortemente la dimensione comunitaria ed in cui è sempre più difficile
veicolare valori esclusivi e una visione unilaterale sul mondo e sulla società che lo rappresenta.
9
Ribaldi Cecilia - Daniele Jalla, Il nuovo museo: origini e percorsi, Milano, Il Saggiatore,
2005.
Collocazione: UPS SL-37-B-354(18)
Come sono cambiati i musei negli ultimi trent'anni? Come è nata l'idea di rivoluzionare i criteri
espositivi? Perché il rapporto con culture diverse ha trasformato alla radice la politica e la pratica del
museo? In che modo e per quale motivo è radicalmente cambiato il rapporto con i visitatori? Perché
un'immagine come quella del Guggenheim Museum a Bilbao ha assunto un tale rilievo mediatico?
Come influisce la globalizzazione sull'istituzione museale? Gli interventi qui raccolti, firmati da
importanti museologi di tutto il mondo, tentano di rispondere a questi interrogativi e fanno del libro
uno strumento di base per ricostruire il quadro della situazione museale attuale.
Robasto Daniela, Il consumo televisivo e la rappresentazione del ruolo di genere negli
adolescenti, Roma, Aracne, 2009.
Collocazione: UPS 6-C-8937(9)
Partendo dal concetto di stereotipo e dalle sue declinazioni, l'autrice si interroga su quali stereotipi di
genere siano presenti oggi nelle serie televisive più apprezzate dal pubblico adolescente.
Shirky Clay - Federico Fasce, Uno per uno, tutti per tutti: il potere di organizzare senza
organizzazione, Torino, Codice, 2009.
Collocazione: UPS 20-C-4921
Il successo delle moderne tecnologie disponibili sulla rete (blog, wiki e l'intero ecosistema web 2.0)
sta mutando radicalmente il nostro panorama produttivo e sociale. I nuovi modelli aggregativi,
basati sul coinvolgimento diffuso e la condivisione della conoscenza hanno messo in crisi le
tradizionali forme organizzative, primi fra tutti i media, spogliati del loro ruolo di selezionatori e
diffusori dell'informazione. La possibilità di pubblicare e condividere velocemente informazioni sta
però generando effetti soprattutto sociali. La facilità di coordinamento e azione collettiva propria di
questo nuovo paradigma, se da una parte favorisce la produzione di valore con uno sforzo apparente
minimo - un esempio lampante è Wikipedia - dall'altra apre però a possibili distorsioni, insidiando le
tradizionali forme organizzative, diminuendo il potere delle istituzioni e togliendo, in ultimo, alla
società il potere di contrastare comportamenti devianti di gruppo. Shirky si muove attraverso i
chiaroscuri della rivoluzione digitale, tra le possibilità delle piattaforme emergenti e le prossime crisi
dei processi e delle relazioni, tratteggiando le linee future di una rivoluzione che è solo agli inizi.
Silverstone Roger, Mediapolis: la responsabilità dei media nella civiltà globale, Milano,
Vita e Pensiero, 2009.
Collocazione: UPS 5-B-5649(28)
In questo libro uscito postumo, il grande studioso inglese dei media mette a tema, nel modo lucido
e accattivante che ormai è la cifra dei suoi scritti, il rapporto tra i media e il futuro della civiltà. Al di
là del potere economico o di convincimento da tempo riconosciuto ai mezzi di comunicazione, essi
rivestono, secondo Silverstone, anche un ruolo fondamentale nella costruzione dei rapporti tra le
persone. Lo sviluppo pervasivo dei media condiziona il nostro contatto con l’altro, portando il mondo
nella nostra quotidianità, avvicinando l’esperienza dell’esterno da noi in maniera sempre più forte.
Ma la situazione non è così chiara e rettilinea. La ‘vicinanza’ prodotta dai media (e accentuata dal
processo di globalizzazione economica e sociale) è in realtà apparente. Il mondo irrompe nel nostro
quotidiano – spesso con la diretta drammaticità di eventi come la strage di Beslan o la devastazione
a opera dell’uragano Katrina o anche, su un versante più positivo, con la ricchezza dell’offerta
polifonica dei nuovi media, internet sopra tutti – ma poi rimane chiuso in questo spazio individuale,
diventa spettacolo da guardare, senza che venga messa in gioco una relazione tra i diversi
interlocutori.
Il mondo con cui entriamo in contatto è un mondo ‘mediato’; è uno spazio nuovo, non solo reale e
non solo immaginario, dove ormai si costruiscono le trame della nostra civiltà; è, nella felice
10
invenzione lessicale di Silverstone, una mediapolis, uno spazio definito di relazioni, di comunicazione
politica e sociale. Questo spazio, che è il nostro orizzonte relazionale e che sempre più lo sarà in
futuro, assegna anche a noi un ruolo da giocare, e diventa quindi, sul duplice versante dei produttori
e dei fruitori dei media, uno spazio di moralità e di responsabilità, di obblighi e di giudizio. Questo è
il ‘tavolo’ – per riprendere una suggestiva metafora di Hannah Arendt cara a Silverstone – su cui si
giocherà il nostro futuro all’interno della mediapolis, un futuro, un compito, che passa attraverso la
riflessione, l’apertura, la pluralità, il ritorno alla giusta distanza e all’ospitalità. Se la mediapolis
distruggerà o piuttosto costruirà i rapporti tra le persone è la sfida cui tutti noi, non solo gli studiosi
dei fenomeni mediali, siamo chiamati a rispondere.
Stockel Giorgio, Guardare vedere fotografare, Roma, Kappa, 2007.
Collocazione: UPS 32-C-3260
Intenzione di questo scritto è dare un contributo al rapporto tra il vedere e il fotografare. Contributo
che deriva dalla personale esperienza d'insegnamento condotta nel corso universitario di Percezione
e comunicazione visiva, tenuto nella Facoltà di Architettura Ludovico Quaroni di Roma e direzione del
Master post universitario Rappresentazione fotografica dell' architettura e dell'ambiente costruito
svolto nel Dipartimento di Rilievo, Analisi e Disegno dell' Ambiente e dell'Architettura della stessa
Facoltà. Sommate sia alla passione per la fotografia ereditata da mio padre sia ad un intensa
esperienza di fotografo d'architettura condotta inizialmente per Paolo Portoghesi e Bruno Zevi su
Borromini, queste due esperienze mi hanno consentito di comprendere quanto sia necessario saper
interpretare cosa nascondano le immagini e cosa esse e la loro produzione rappresentino in rapporto
ai legami esistenti tra l' uomo, l' ambiente in cui vive e gli altri esseri viventi. (L'autore).
Con gli occhi si guarda, in spagnolo “ se mira”, si prende la mira, si traguarda, si indirizza l'occhio agli
oggetti e situazioni per le quali, si ha un momentaneo interesse.
Con la mente si vede, proiezioni all'esterno di sensazioni residenti in specifiche aree del nostro
cervello, laddove sono state trasmesse dai sensori posti nei nostri occhi sia negli altri organi recettori
ed organizzate dalla nostra mente sulla base di tutti gli elementi a sua disposizione.
Non si fotografa solo con la fotocamera. L'oggetto “fotografia”, ossia una nuova realtà creata in
forma di foglio di carta con sopra tracciate immagini a somiglianza degli oggetti ed eventi a noi
esterni, è un processo tutt'altro che semplice, come propagandava George Eastman, fondatore della
Kodak verso la fine degli anni ottanta del XIX secolo con la slogan “ voi eseguite lo scatto, noi
pensiamo a tutto il resto”. La fotografia non può essere semplicemente intesa come uno atto
meccanico che riproduce fedelmente la realtà, si tratta di un processo complesso in cui è necessario
che il fotografo abbia un idea da comunicare prima di che da rappresentare, che successivamente il
fotografo sia poi capace di elaborare un progetto per una campagna di riprese e di elaborazione che,
utilizzando una vasta gamma di tecnologie, consenta di organizzare e dare struttura con tracce
stabili ed osservabili ad una rappresentazione di quegli oggetti ed eventi dei quali l'idea e la cultura
che l'ha prodotta sono stati filtro.
INDICE
Introduzione
Parte prima - Il vedere è la rappresentazione di ciò che si guarda
Un cieco che fotografa?
La percezione visiva
Rappresentazione del mondo esterno
Le macchie per disegnare
Parte seconda - Natura e progetto della fotografia
Natura della fotografia
Il progetto grafico
Parte terza - Esecuzioni delle immagini fotografiche
La registrazione delle immagini
La pubblicazione delle immagini
11
Tomea Gavazzoli Maria Laura, Manuale di museologia, Milano, ETAS, 2009.
Collocazione: UPS 40-B-488
Il manuale presenta tutto lo spettro delle attività di un museo, dalla cura delle collezioni alle politiche
di acquisizione, dalle tecniche espositive alla progettazione e svolgimento dei servizi culturali,
dall'organizzazione del personale all'amministrazione. Esso è stato realizzato in un'ottica italiana che
deriva dalla lunga esperienza dell'autrice come direttore di museo e che tiene conto della specificità
culturale e normativa del nostro paese
World Press Photo Foundation, World press photo, Roma, Contrasto Due, 2007.
Collocazione: UPS 32-D-408(07)
UPS 32-D-408(08)
UPS 32-D-408(09)
UPS
World Press Photo è un'organizzazione indipendente senza fini di lucro fondata nel 1955 in Olanda
allo scopo di promuovere e sostenere il fotogiornalismo professionale nel mondo. Nel corso degli anni,
World Press Photo si è trasformato in un virtuale luogo d'incontro indipendente per fotogiornalisti e
per un libero scambio di informazioni. Per realizzare i propri obiettivi, World Press Photo organizza un
concorso annuale di fotogiornalismo. Le immagini premiate sono raccolte in una mostra itinerante
che gira ogni anno in 40 paesi. Questo volume contiene tutte le fotografie premiate e viene
pubblicato ogni anno in sette lingue.
Zanchini Giorgio, Il giornalismo culturale, Roma, Carocci, 2009.
Collocazione: UPS 33-B-233(378)
Che cos'è il giornalismo culturale? Com'è cambiato nel tempo? Quanto e come lo stanno modificando
Internet e la crossmedialità? Quali sono i modelli principali e le caratteristiche di quello italiano? Il
libro descrive le origini e lo sviluppo dell'informazione culturale, dalle prime gazzette letterarie sino
all'inflazione di fonti dei nostri giorni, passando in rassegna quotidiani, riviste, radio, televisione,
Rete e sottolineando come il mercato e l'industria dell'intrattenimento, il marketing e la pubblicità, la
caduta delle gerarchie culturali, la frammentazione del pubblico, il moltiplicarsi delle voci ci abbiano
consegnato un paesaggio in cui diviene più sfuggente il significato del termine "cultura" e più
complesso il compito di chi fa informazione.
12
Scarica