PROGETTO PER L’INDIVIDUAZIONE DI AREE A “RISCHIO RADON” IN ABRUZZO 2005-2007 PRIMI RISULTATI Gruppo di lavoro interdipartimentale coordinato dal Dipartimento di Pescara - Settore Fisico-Ambientale - Centro di Riferimento Regionale per la Radioattività Ambientale presentazione a cura di Sergio Palermi Individuazione delle radon-prone areas D.Lgs 241/2000 (96/29 EURATOM) - Le regioni devono provvedere entro il 31/8/2005 alla “individuazione delle aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon”. - Limiti di azione per risanamento nei luoghi di lavoro sotterranei con obbligo di sorveglianza : 500 Bq/m3 per: _ Tunnel, sottovie, grotte, metropolitane, interrati, fogne. _ Seminterrati e piani terreni solo in determinate aree individuate dalle regioni. Individuazione delle radon-prone areas PROBLEMA: non esistono criteri ufficiali per la progettazione di campagne di misura per l’identificazione delle radon prone areas; criteri che avrebbe dovuto fornire (entro febbraio 2002) la “Sezione speciale della Commissione tecnica per le esposizioni a sorgenti naturali di radiazioni” esplicitamente prevista dall’art. 10-septies del citato D.Lgs. 241/00, da istituirsi nell’ambito della Commissione tecnica per la sicurezza nucleare e la protezione sanitaria dalle radiazioni ionizzanti di cui all’art. 9 del D.Lgs. 230/95. Come noto, a tutt’oggi, le regioni non dispongono ufficialmente di uno strumento tecnico che fornisca indicazioni univoche sulle strategie da adottare nell’individuazione delle aree a rischio radon. Caratteristiche Geologiche del territorio Abruzzese Radon e Caratteristiche Geologiche del Territorio Abruzzese In Abruzzo i gruppi montuosi appenninici sono in prevalenza di natura carbonatica (calcari, dolomie e marne di età mesozoica). La fascia collinare/litoranea è caratterizzata da argille, sabbie e sedimenti alluvionali. Numerosi sono i meccanismi di migrazione ed i fattori che influenzano la migrazione del radon verso la superficie, tra cui, nella nostra regione, giocano probabilmente un ruolo importante il carsismo e i sistemi di faglie e fratture. “Recupero” dei dati relativi alle vecchie campagne di misura sul territorio I dati “storici” (650 in totale) sono stati georeferenziati, validati uno per uno e, ove necessario, corretti per trarne valori medi annui (vedi oltre per i coefficienti di normalizzazione) Tali dati sono stati inseriti in un database informatico appositamente predisposto, con tutte le informazioni contenute nelle vecchie schede cartacee relative a ciascun sito. Lo stesso database ora contiene tutti i dati raccolti nel corso del progetto. Il database è collegato ad ARCVIEW GIS e consente tutte le elaborazioni/visualizzazioni necessarie Le elaborazioni di calcolo (analisi statistiche, mappe etc.) sono state realizzate con Excel e altri software specialistici (SYSTAT, STATISTICA, SURFER) DATI STORICI: Indagine Nazionale Radon, 1991-92: comuni abruzzesi interessati Pescara partecipò alla campagna in quanto unico comune con pop.>100000 ab., mentre tra i 6 comuni scelti a caso, 5 sono in provincia dell’Aquila DATI STORICI: Campagna di misure negli asili, 1993-1994, quadro riassuntivo per provincia. il fatto che la maggior parte degli asili siano a piano terra spiega il valore medio più alto rispetto all’Indagine Nazionale Radon (66,5 rispetto a 60,8 Bq/m3) Campagna Radon attualmente in in corso in Abruzzo In convenzione con la Regione, nel 2005 è stata avviata da ARTA Abruzzo una campagna di misure finalizzata all’individuazione delle “aree a rischio radon” Circa 2200 abitazioni da monitorare nei 305 Comuni (per 1500 si hanno già i risultati) Misure georeferenziate mediante sistema GPS (lat, lon, altituidine) Schede di caratterizzazione delle abitazioni (modello APAT semplificato) - Locale di posizionamento dosimetri (in genere più di uno, anche su piani diversi) - Classe litologica di appartenenza del sito - Tecniche di costruzione e materiali impiegati - Volumi degli ambienti / tipologia di aerazione / condizionamento / isolamento termico / gas / condutture idriche / ecc. Sistema di misura Sistema di lettura automatico di tracce su CR 39, con microscopio e fotocamera computerizzati, già impiegato da APAT, ISS e varie Regioni (TASL) Rivelatori passivi a tracce CR 39 (Columbia Resine 1939) che, previo idoneo trattamento chimico, evidenziano le tracce di interazione lasciate dalle particelle α nel mezzo STRATEGIA DI CAMPIONAMENTO: SECONDO UN GRIGLIATO REGOLARE CELLE 6X6 KM CIASCUNA SUDDIVISA IN 9 CELLE 2 X 2 KM Le celle 6x6 costituiranno Le Unità Geografiche di Analisi (UGA) In alternativa, utilizzeremo i territori comunali OGNI PUNTO RAPPRESENTA UN SITO DI MISURA “ABITATIVO” Quadro riassuntivo della distribuzione dei dosimetri (1^ fase già conclusa - posizionati entro il 03/01/07 e ritirati per la lettura entro il 10/06/07) . QUADRO COMPLESSIVO DEI DATI ANALIZZATI (1892 SITI, COMPRESI QUELLI “STORICI”) PUBBLICI ESERCIZI / LOCALI PUBBLICI; 53 CANTINE / DEPOSITI / ARCHIVI / LOCALI TECNICI ETC.; 245 245 AMBIENTI “NON ABITATIVI” (ERRORI DI POSIZIONAMENTO) LUOGHI DI LAVORO; 143 ABITAZIONI; 924 1647 AMBIENTI “ABITATIVI” SCUOLE/ASILI; 530 Analisi dati: procedure di normalizzazione normalizzazione stagionale (R calcolato dalla campagne “storiche” basate su dati stagionali) In realtà la maggior parte delle misure copre un intero anno, per cui l’impatto di tale normalizzazione è molto limitato C inverno R= C estate Rapp = 1,65 (per la zona appenninica/subappenninica) Rcoll = 1,32 (per la zona collinare/litoranea). In cui ns e nw sono i mesi estivi e invernali occupati dalla misura Analisi dati: procedure di normalizzazione normalizzazione rispetto al piano terra Coefficienti K i→0 calcolati dal set di dati completo (tutte le campagne di misura) 1400 1179 1200 n. siti monitorati per piano 1000 800 600 328 400 60 55.2 200 GM di piano 0 44.3 50 87 53 -1 0 1 2 o superiori 40 28.6 30 24.2 20 K (1→0) = 1,55 K (2→0) = 1,83 10 K (-1→0) = 0,80 0 -1 0 1 2 o sup. 100 Concentrazioni medie (AM e GM) per provincia valori normalizzati a piano terra 86.8 AM GM 75 60 50 61.5 57.2 42.6 47.1 43 35.5 25 0 AQ RN_C0 1000 Bq/m3 TE PE 100 Mediane e quartili 10 65 AQ TE PE Provincia CH 70 CH Analisi dati: IPOTESI DI DISTRIBUZIONE LOG-NORMALE OVVERO: distribuzione NORMALE dei logaritmi dei dati Sotto: distribuzione delle medie di cella 2x2 km R trasf Rmis − Rout ( Rmis − Rout ) 2 = + + D2 2 4 Test di normalità soddisfatti per Rout=10 Bq/m3 e D=4.85 Bq/m3 La distribuzione trasformata ha una varianza maggiore di quella originaria In termini di GSD: da 2,16 a 2,58 Analisi dati: SCHEMA DI INFERENZA “BAYESIANA” In parole povere: se la numerosità campionaria è insufficiente, è possibile “irrobustire” le stime della media e della varianza di ciascuna unità geografica di analisi (UGA: cella 6x6 o territorio comunale) utilizzando informazioni tratte dal complesso dei dati a disposizione (attraverso l’analisi della varianza sulla base di modelli lineari gerarchici) Analisi dati: SCHEMA DI INFERENZA “BAYESIANA” Premessa: si lavora con i logaritmi naturali delle concentrazioni di attività di radon R normalizzate a piano terra, la cui distribuzione si suppone normale (previa eventuale sottrazione di Rout) ni : numero di misure nella nella i-esima unità geografica di analisi ln(Rij): log. nat. della j-esima misura nella i-esima unità geografica di analisi ln(GMi): log. nat. della media geometrica delle misure nella i-esima unità geografica di analisi μ : grand mean dei ln(Rij) κ2 : varianza caratteristica dei ln(Rij) entro le unità geografiche (“varianza entro gruppi”) σ2 : varianza dei ln(GMi): (“varianza tra gruppi”) questi parametri si stimano con l’analisi della varianza ln( Rij ) = μ + β i + ε ij β ~ N(0, σ2); ε ~ N(0, κ2) Analisi dati: SCHEMA DI INFERENZA “BAYESIANA” dopo di che si calcolano le medie ”aggiustate” ln(GMistimato) e le relative varianze Vi2 κ i2 = 2 2 κ ni κ oss + p ,i ni + p procedura di “shrinkage” per calcolare κi2 della i-esima UGA (p=12) Il rapporto κi2 /σ2 dà il numero di misure “virtuali” nella i-esima UGA il cui esito è μ e che bilanciano le ni misure reali da cui si calcola ln(GMiioss) Empirical bayes / bayes point estimate Analisi dati: SCHEMA DI INFERENZA “BAYESIANA” l’inferenza bayesiana è stata applicata separatamente su due distinti domini geografici (omogenei al loro interno da un punto di vista geomorfologico e climatico) il dominio litorale/collina e il dominio appennino /subappennino Analisi dati: SCHEMA DI INFERENZA “BAYESIANA” La procedura è stata applicata, separatamente per ciascun dominio, due volte, con scelte diverse dell’unità geografica di analisi (UGA): Scegliendo i comuni come UGA si ottengono valori più bassi di κ2/σ2 in particolare per il territorio appenninico κ2/σ2 CELLE 6X6 COMUNI APPENNINO 12,7 8,8 6,0 7,2 COLLINA - LITORALE MIGLIORA LA CAPACITA’DEL MODELLO DI “INTERPRETARE” I DATI Analisi dati: INDIVIDUAZIONE AREE A RISCHIO RADON Dopo aver stimato, con l’inferenza bayesiana, GM e GSD di ciascuna UGA (sia nel caso di suddivisione del territorio regionale in celle 6x6 che in Comuni), si procede alla stima della percentuale attesa di abitazioni in cui la concentrazione di attività di Radon supera una certa soglia X (posta a 200 Bq/m3) ln(GM) ln(GSD) 200 Bq/m3 RISULTATI: territorio suddiviso in comuni (solo siti abitativi) RISULTATI: territorio suddiviso in comuni (solo siti abitativi) RISULTATI: territorio suddiviso in CELLE 6X6 (solo siti abitativi) Proviamo a recuperare i siti non abitativi… (1892 dati) Balsorano, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio, San Demetrio e Lama dei Peligni entrerebbero nel club degli “over 20%” Insieme a Schiavi d’Abruzzo Analisi dati: APPROCCIO ALTERNATIVO CON METODI GEOSTATISTICI Queste tecniche consentono di interpolare la grandezza di interesse su tutto il dominio spaziale (il territorio regionale), anche in quelle aree in cui non ci sono misure. Si basa sulla modellizzazione del “variogramma” basato sui dati sperimentali. - nugget = 0.4 - modello lineare con pendenza 1,110-6 - modello gaussiano con sella = 0,12 ; range = 5000 m. Analisi dati: APPROCCIO ALTERNATIVO CON METODI GEOSTATISTICI Cosa emerge da questi primi risultati C’è una sostanziale diversificazione nelle concentrazioni di radon tra area costiera/collinare e area appenninica, dovuta a fattori geologici e climatici Nell’area appenninica c’è una forte variabilità dei valori, anche tra siti vicini. Maggiore omogeneità nell’area collinare Al di là di zone molto circoscritte in cui ci sono residui di antica attività vulcanica (Oricola/Carsoli, Raiano-Goriano, Pescosansonesco) un ruolo preminente sembra giocato dal carsismo (altopiano delle Rocche/S.Demetrio etc), dai sistemi di faglie/fratture (p.es. marsica occidentale e meridionale) e dal termalismo (Caramanico, in connessione con una formazione gessoso-solfifera) Punti interrogativi: Schiavi d’Abruzzo? (e non solo) Sviluppi futuri (e lavori in corso) - completamento della campagna di misure (entro estate 2008) - studi di dettaglio nelle aree a rischio già individuate - applicazione di tecniche di Spatial Scan Statistics per l’individuazione e la verifica di significatività di cluster con alti valori di radon indoor, sulla base del superamento di una certa soglia (p.es. 200 Bq/m3) nei valori campionari (statistica di Poisson). - approfondimento tecniche bayesiane e geostatistiche GRAZIE PER L’ATTENZIONE