Il Clonaggio del DNA Clonazione In Biologia, clonare un organismo significa ottenere da un individuo una popolazione di organismi geneticamente identici. Clonaggio In Biologia Molecolare clonare un tratto di DNA significa ottenere un insieme di molecole di DNA identiche a quelle di partenza. Tecnologia del DNA Ricombinante TECNOLOGIA DEL DNA RICOMBINANTE Ha reso possibile il CLONAGGIO dei GENI permettendo di ISOLARE AMPLIFICARE SEQUENZIARE frammenti di DNA Perché manipolare i geni? 1) Per facilitare lo studio dell’espressione genica e della regolazione fisiologica; 2) per identificare il prodotto di un gene e/o per ottenerne la sovraespressione; 3) per studiare la relazione fra struttura e funzione delle proteine; 4) per identificare componenti cellulari che interagiscono con particolari sequenze di acidi nucleici o con particolari domini proteici Applicazioni del Clonaggio del DNA Ricerca di base: studio dei maccanismi di replicazione genica e dell’espressione nei procarioti e negli eucarioti. Ricerca applicata: per ottenere microrganismi in grado di produrre composti come l’insulina umana, l’interferone, ormoni della crescita… Terapia genica PROCEDURA di CLONAGGIO •ISOLAMENTO del gene •INSERZIONE del gene in un VETTORE PLASMIDICO •INTRODUZIONE del vettore plasmidico IN CELLULE VIVENTI per propagarlo. Cosa serve per un clonaggio ? •Gene (DNA di interesse) •Enzimi di restrizione •DNA ligasi •Vettore •Cellula ospite DNA Cloning DNA cloning is a technique for reproducing DNA fragments. It can be achieved by two different approaches: (1) cell based, and (2) using polymerase chain reaction (PCR). In the cell-based approach, a vector is required to carry the DNA fragment of interest into the host cell. The following figure shows the typical procedure by using plasmids as the cloning vector. The essential steps in DNA cloning using plasmids as vectors. (a) DNA recombination. The DNA fragment to be cloned is inserted into a vector. The recombinant vector must also contain an antibiotic-resistance gene (not shown). (b) Transformation. The recombinant DNA enters into the host cell and proliferates. It is called "transformation" because the function of the host cell may be altered. Normal E. coli cells are difficult to take up plasmid DNA from the medium. If they are treated with CaCl2, the transformation efficiency can be significantly enhanced. Even so, only one cell in about 10,000 cells may take up a plasmid DNA molecule. (c) Selective amplification. A specific antibiotic is added to kill E. coli without any protection. The transformed E. coli is protected by the antibiotic-resistance gene whose product can inactivate the specific antibiotic. In this figure, the numbers of vectors in each E. coli cell are not the same, because they may also reproduce independently. (d) Isolation of desired DNA clones. Enzimi di Restrizione Sono endonucleasi di tipo II (classe delle idrolasi) in grado di tagliare i legami fosfodiesterei del DNA per dare frammenti specifici. L’attività endonucleasica e la funzione di metilazione del DNA sono separate. Non hanno bisogno di ATP. Tipo I: taglio casuale Endonucleasi di tipo I e III: sono enzimi bifunzionali e necessitano di ATP come coenzima. Tipo III: taglio in siti specifici (24-26 coppie di basi a valle del sito di riconoscimento). Sono enzimi di origine batterica necessari per degradare il DNA virale dei batteriofagi Riconoscono sequenze di 4,6, o 8 coppie nucleotidiche Commonly used restriction enzymes. Note: The "Recognition site" of a restriction enzyme is also called the restriction site. In this column, the first line is from 5' to 3' and the second line is from 3' to 5'. The arrow indicates the cleavage site. If the cleavage site is not at the center, the restriction enzyme will generate sticky ends which can base-pair with other DNA fragments cleaved by the same restriction enzyme. If the cleavage site is at the center, the restriction enzyme will generate blunt ends. Gli enzimi di restrizione possono generare estremità piatte (blunt ends) oppure estremità coesive (sticky ends). Isoschizomeri: enzimi di restrizione che riconoscono la stessa sequenza. Isocaudameri: riconoscono siti diversi, ma lasciano estremità compatibili (es. BamHI e Sau3A). 5’-GGATCC-3’ 5’-GATC-3’ 3’-CCTAGG-5’ 3’-CTAG-5’ Analisi del DNA tagliato dagli enzimi di restrizione: Elettroforesi su gel di agarosio Separa le molecole di DNA in base alla lunghezza facendole migrare in un campo elettrico. Per visualizzare il DNA si usa Etidio Bromuro, una molecola fluorescente alla luce ultravioletta. L’agarosio è un polisaccaride purificato dall’agar-agar, una sostanza gelatinosa isolata dalle alghe. È un polimero lineare e neutro formato da unità di D-galattosio e di 3,6-anidro-Lgalattosio legate alternativamente con legami glicosidici. L’agarosio è un polisaccaride solubile in acqua alla temperatura di ebollizione, mentre diventa solido man mano che si raffredda formando un gel grazie alla formazione di una matrice tridimensionale costituitasi attraverso dei legami ad idrogeno tra le catene lineari. Bromuro di Etidio Le Mappe di Restrizione E’ una rappresentazione grafica delle localizzazioni dei siti di restrizione all’interno di una sequenza di DNA. Plasmidi Fagi Cosmidi YAC (Yeast Artificial Chromosome) BAC (Bacterial Artificial Chromosome) MAC (Mammalian Artificial Chromosome) HAC (Human Artificial Chromosome) Cloning Vectors Vector" is an agent that can carry a DNA fragment into a host cell. If it is used for reproducing the DNA fragment, it is called a "cloning vector". If it is used for expressing certain gene in the DNA fragment, it is called an "expression vector". Commonly used vectors include plasmid, Lambda phage, cosmid and yeast artificial chromosome (YAC). Plasmid Plasmids are circular, double-stranded DNA molecules that exist in bacteria and in the nuclei of some eukaryotic cells. They can replicate independently of the host cell. The size of plasmids ranges from a few kb to near 100 kb A typical plasmid vector. It contains a polylinker which can recognize several different restriction enzymes, an ampicillin-resistance gene (ampr) for selective amplification, and a replication origin (ORI) for proliferation in the host cell. Vettori plasmidici Molecola circolare di DNA a doppio filamento, normalmente presente nella cellula batterica, in grado di replicarsi autonomamente dal cromosoma. PLASMIDI Piccole molecole di DNA batterico extracromosomico, a doppia elica circolare di dimensione variabili da 2 kb a 200 kb (esistono anche plasmidi a doppia elica lineare). In natura conferiscono vantaggi selettivi ai ceppi che li contengono. Ingegnerizzati per l’uso di laboratorio. Per essere un buon vettore di clonaggio, un plasmide deve avere: l) Dimensioni contenute; 2) un sito di origine della replicazione; 3) un gene per la resistenza ad un antibiotico; 4) siti unici di restrizione (polilinker) DNA LIGASI Forma legami covalenti fra il gruppo fosfato 5’ di una estremità ed il gruppo ossidrilico 3’ della catena adiacente. L’enzima comunemente utilizzato è la T4 DNA Ligasi, perché stabile e poco costosa. CARATTERISTICHE DELLA REAZIONE: Presenza di ATP; Temperatura di 10°C o temperatura ambiente, per poche ore. La bassa temperatura è consigliata in quanto, diminuendo l’energia cinetica delle molecole, riduce la possibilità che le estremità appaiate si separino prima di venir stabilizzate dalla ligazione. Reazione ligasica di frammenti di restrizione Replicazione di un plasmide INSERIMENTO DI UN TRATTO DI DNA ESOGENO IN UN VETTORE DI CLONAGGIO Clonaggio in un vettore plasmidico e trasformazione I Plasmidi si dividono in: • Plasmidi ad elevato numero di copie, la cui replicazione avviene più frequentemente rispetto a quella del DNA cromosomico (alta resa); • Plasmidi a basso numero di copie, la cui replicazione avviene con la stessa frequenza del DNA cromosomico. Possono essere classificati anche in base alla Specificità d’ospite: Alcuni plasmidi sono in grado di replicare in un numero limitato di specie batteriche e si dicono a specificità d’ospite limitata. (per es. PBR322 e PUC18 si replicano solo in E.Coli) Altri plasmidi sono in grado di replicarsi in una vasta gamma di specie batteriche e si dicono a largo spettro d’ospite. (possiedono geni per il riconoscimento dell’origine di replicazione e dipendono meno dall’apparato replicativo dell’ospite batterico). Requisiti dei Plasmidi per il Clonaggio 1) Piccole dimensioni per aumentare l’efficienza della trasformazione; 2) Devono avere un origine della replicazione (ORI); 3) Devono avere un buon numero di siti di restrizione unici (polylinker); 4) Devono avere dei marcatori genetici specifici che consentano la selezione delle cellule batteriche In cui la trasformazione sia avvenuta correttamente Selezione per inattivazione inserzionale Bam HI Il gene che conferisce resistenza all’ampicillina codifica per l’enzima β-lattamasi. Il gene che conferisce resistenza alla tetraciclina codifica per un trasportatore di membrana che espelle l’antibiotico dalla cellula. Selezione per inattivazione inserzionale Il gene LacZ codifica per l’enzima β-Galattosidasi, il quale è in grado di demolire il substrato cromogeno X-Gal con la produzione di una colorazione blu Esempio di selezione bianco-blu in pUC INTERVALLO (Lag phase phase)) 4 - 5 ore FASE LOGARITMICA I batteri crescono esponenzialmente. 10 - 11 ore 5.0 Densità cellulare (OD600) I batteri vengono diluiti nella coltura iniziale; la divisione procede lentamente in quanto le cellule si stanno adattando al terreno fresco. 4.5 4.0 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0 0 5 10 15 Tempo (h) FASE STAZIONARIA La densità cellulare rimane costante. La coltura può anche entrare in una fase di declino in cui le cellule si lisano ed il DNA si degrada parzialmente. 20 Come evitare che il plasmide si richiuda su se stesso 1) Digerire il frammento ed il plasmide con due enzimi diversi, in modo che le estremità 5’ e 3’ del vettore non siano compatibili; 2) Alternativamente si può trattare il plasmide, prima della ligazione, con fosfatasi alcalina che rimuove i gruppi fosfato al 5’ I batteri in grado di assumere DNA dall’ambiente vengono definiti competenti. Competenza naturale Trattamento con soluzioni fredde di ioni bivalenti (Ca2+). Competenza artificiale TRASFORMAZIONE delle CELLULE BATTTERICHE: Inserimento del plasmide nella cellula ospite Cellule competenti Solo le cellule che hanno incorporato il plasmide formeranno delle colonie (selezione su terreno con antibiotico). METODI FISICI METODI CHIMICI • Shock termico •Trasformazione con Cloruro di Calcio •Elettroporazione •Metodo di Hanahan •Microiniezione METODI BIOLOGICI •Lipofezione • Le cellule batteriche si raccolgono quando sono ancora in fase di crescita logaritmica; • Si centrifuga la coltura batterica e si risospende in una soluzione di CaCl2; le cellule vanno tenute in ghiaccio per almeno un’ora; • Alle cellule competenti si aggiunge il DNA della miscela di ligazione e si lasciano le cellule in ghiaccio (il DNA entra). Heat shock (1 min a 42°C): favorisce l’ingresso del plasmide; Si lasciano le cellule a 37°C il tempo necessario a far esprimere il gene per la resistenza all’antibiotico; Si dispensano aliquote di cellule su piastre di terreno LB solido contenenti l’antibiotico appropriato; Dopo una notte in incubazione a 37°C si ottengono colonie da vagliare per la presenza di DNA ricombinante. Elettroporazione: Elettroporatore ECM 830 1. Le cellule batteriche vengono mescolate con il DNA ricombinante plasmidico; 2. Il mix ottenuto viene posto in cuvette munite di elettrodi connessi ad un alimentatore; 3. Si induce un breve impulso elettrico che apre transitoriamente dei pori nella membrana cellulare attraverso i quali entra il plasmide. Lipofezione: Il DNA può essere incorporato entro vescicole lipidiche artificiali dette liposomi. Sono stati sviluppati un certo numero di metodi allo scopo di incapsulare il DNA in doppi strati lipidici sintetici che assomigliano a membrane cellulari. Questi liposomi sono essenzialmente delle sferette di membrane sintetiche riempite di DNA, le quali si fondono spontaneamente con le membrane cellulari, scaricando il loro contenuto nel citoplasma. Produrre dei liposomi ex novo è complicato, ma sono disponibili in commercio dei reagenti che semplificano notevolmente la procedura. PURIFICAZIONE del DNA PLASMIDICO 1. RISOSPENSIONE E. coli 3. NEUTRALIZZAZIONE KAc NaOH / SDS RNasi Centrifugazione 2. LISI Supernatante contenente il DNA plasmidico DNA cromosomico DNA plasmidico Precipitato contenente DNA genomico, proteine, detriti cellulari Eventualmente il DNA ricombinante può essere ulteriormente purificato mediante cromatografia a scambio ionico. Si utilizzano resine che hanno sulla superficie gruppi dietil-amminoetilici (DEAE) carichi positivamente. Il DNA con i gruppi fosfato si legherà alla resina, e potrà quindi separato da impurità cellulari che non si legheranno o si legheranno debolmente. Infine il DNA potrà essere elutio aumentando la concentrazione salina. Vettori di Clonaggio: i FAGI • I batteriofagi sono virus in grado di infettare i batteri • Si utilizzano quando il frammento di DNA da clonare è troppo grande per utilizzre vettori plasmidici (librerie di DNA). Plasmidi fino a 10 Kb Fagi fino a 20 -22 Kb Batteriofago (48.5 Kb) ASS ORBIM E NTO PA RE TE BA TT ER ICA R CICLO LITICO A CICLO LISOGENICO A REPLICAZIONE TARDIVA (modello circolare) REPLICAZIONE PRECOCE (bidirezionale) COS R DNA E. coli RICOMBINAZ. bio GAL ATT CROMOSOMA E. coli ATT R COS CON CATAMERO GAL TAGLI AD OPERA PROTEINA A A J ATT RICOMBINAZ. REPLICAZIONE CON DNA CROMOSOMICO PARTICELLA FAGICA MATURA INCAPSIDAZIONE LISI DELLA PARETE BATTERICA Cos: cohesive sequence bio CII = attivatore trascrizionale; CI = inibitore trascrizionale; CIII = proteina di legame, protegge = inibitore trascrizionale. CICLO LISOGENICO Ad alto stato di infezione la cellula contiene alte concentrazioni di cIII: Hfl è inibita cII stimola la trascrizione di cI e della proteina Integrasi cI è un repressore dei geni del ciclo litico e blocca la sintesi di N, O, P e Q legandosi agli operatori OL e OR, bloccando il ciclo litico CICLO LITICO A basse concentrazioni di cIII: Hfl non inibita riduce l’attività o la quantità di cII blocco della sintesi di cI la sintesi di N, O, P, Q non è più bloccata Lambda phage l phages are viruses that can infect bacteria. The major advantage of the phage vector is its high transformation efficiency, about 1000 times more efficient than the plasmid vector. Schematic drawing of the DNA cloning using phages as vectors. The DNA to be cloned is first inserted into the DNA, replacing a nonessential region. Then, by an in vitro assembly system the virion carrying the recombinant DNA can be formed. The genome is 49 kb in length which can carry up to 25 kb foreign DNA. Il DNA isolato dalle particelle virali è a doppio filamento con due estremità a singolo filamento di 12 nucleotidi complementari fra loro, chiamati siti cos. Questi siti permettono al DNA di ciclizzare dopo l’infezione della cellula ospite. 5’ GGGCGGCGACCTCGC-----------------ACG 3’ GCG-----------------TCGCCCGCCGCTGG La mappa genetica del fago comprende circa 40 geni che possono essere suddivisi in tre gruppi funzionali: la parte sinistra, comprendente i geni da A a J, codifica per proteine strutturali della testa e della coda. la parte centrale, contiene geni responsabili per la lisogenia, cioé il processo che porta all'integrazione del DNA virale ed altri processi ricombinativi. Gran parte di questa regione non é essenziale per la crescita litica e può essere eliminata per la costruzione di vettori. la parte destra contiene geni coinvolti nella replicazione del DNA e nel ciclo litico (S, R), geni regolatori (cI, cII, cIII, cro, N, Q). Il fago Lambda λ Inserimento DNA Proteine strutturali della testa e della coda Geni per la lisogenia Cohesive ends 4.85 Kb Limite massimo per l’impaccamento: 51 Kb Limite minimo per fagi vitali: 37 Kb Ciclo litico e replicazione DNA • Per l’assemblaggio delle particelle fagiche ricombinanti, il packaging si fa in vitro. The extreme ends of the λ DNA are known as COS sites, each is single stranded, 12 nucleotides long. Because their sequences are complementary to each other, one end of λ DNA may base-pair with the other end of a different λ DNA, forming concatemers. The two ends of a λ DNA may also bind together, forming a circular DNA. In the host cell, the λ DNA circularizes because ligase may seal the join of the COS sites. In the assembly process of λ virions, two proteins Nu1 and A can recognize the COS site, directing the insertion of the λ DNA between them into an empty head. The filled head is then attached to the tail, forming a complete λ virion. The whole process normally takes place in the host cell. However, to prepare the λ virion carrying recombinant λ DNA, the following in vitro assembly system is commonly used. Proteins Nu1 and A are encoded by the genes in the λ genome. If the two genes are mutated, λ DNA cannot be packaged into the pre-assembled head. Because tails attach only to filled heads, the cell will accumulate separate empty heads and tails, which can then be extracted. When the extract is mixed with recombinant λ DNA and proteins Nu1 and A, the complete λ virion carrying recombinant λ DNA will be assembled. The assembly process of the virion. 0 10 20 30 40 50 Kb cI gt10 braccio sinistro 32,7 Kb braccio destro 10,6 Kb EcoRI lacZ Charon16A braccio destro 21,9 Kb braccio sinistro 19.9 Kb EcoRI Stuffer EMBL4 braccio sinistro 19.9 Kb SalI, BamHI, EcoRI braccio destro 8,8 Kb SalI, BamHI, EcoRI SalI Stuffer Charon40 braccio destro 9,6Kb braccio sinistro 19.2Kb polilinker polilinker COSMIDI Sono PLASMIDI, ma contengono, oltre alle caratteristiche essenziali di un plasmide, anche un SITO COS La presenza di questo elemento è determinante per consentire l’inserimento della molecola di DNA ricombinante nella testa del virus che, a sua volta, la inietta in una cellula batterica per infezione. Cosmidi • Un Cosmide è un plasmide di circa 5 Kb contenente un sito cos; • Permettono di inserire DNA fino a 45 Kb; • Posseggono un origine di replicazione e un gene per la farmacoresistenza; •Sono ad alto numero dicopie come i plasmidi. Cosmid The cosmid vector is a combination of the plasmid vector and the COS site which allows the target DNA to be inserted into the head. It has the following advantages: High transformation efficiency. The cosmid vector can carry up to 45 kb whereas plasmid and phage vectors are limited to 25 kb. Cloning by using cosmid vectors. (a) In addition to ampr, ORI, and polylinker as in the plasmid vector, the cosmid vector also contains a COS site. (b) After cosmid vectors are cleaved with restriction enzyme, they are ligated with DNA fragments. The subsequent assembly and transformation steps are the same as cloning with phages. Bacterial Artificial Chromosome - BAC Plasmidi di dimensioni enormi (derivati dal plasmide F di E. Coli), consentono l’inserimento di frammenti di DNA umano fino a 300 Kb, (sono a basso numero di copie). Il DNA viene inserito nei batteri mediante processo di elettroporazione: uno shock elettrico provoca la formazione transitoria di pori sulla membrana batterica attraverso i quali passa il DNA. Fosmidi: cosmidi modificati con l’inserzione dell’origine di replicazione del fattore F. Come i cosmidi possono clonare frammenti di 40 Kb, ma sono molto più stabili. I fosmidi sono a basso numero di copie. Batteriofago P1: possono inserire frammenti di 70- 100 Kb. Basso numero di copie per cellula. Vettori PAC: cromosomi artificiali basati su P1. Vettori di lievito: YAC Yeast Artificial Chromosome Possono accettare inserti grandi fino a 2Mb! I componenti essenziali di un vettore YAC sono: • un centromero di lievito (CEN); • una sequenza di replicazione autonoma (ARS); • due set di sequenze telomeriche di lievito (TEL); • marcatori di resistenza per stabilire una selezione positiva in E.Coli; • un sito ORI; • siti di restrizione unici; • marcatori di selezione auxotrofica (ura3, trp1, leu2, his3). Una delle principali differenze tra i vettori plasmidici e quelli di lievito risiede nei marcatori di selezione. A differenza dei batteri, infatti, i lieviti sono molto meno resistenti agli antibiotici e la selezione viene di solito effettuata sfruttando la complementazione di mutazioni auxotrofiche nel ceppo di lievito ospite YAC The yeast artificial chromosome (YAC) vector is capable of carrying a large DNA fragment (up to 2 Mb), but its transformation efficiency is very low. Essential components of YAC vectors Centromers (CEN), telomeres (TEL) and autonomous replicating sequence (ARS) for proliferation in the host cell. ampr for selective amplification and markers such as TRP1 and URA3 for identifying cells containing the YAC vector. Recognition sites of restriction enzymes (e.g., EcoRI and BamHI) Procedure The target DNA is partially digested by EcoRI and the YAC vector is cleaved by EcoRI and BamHI. Ligate the cleaved vector segments with a digested DNA fragment to form an artificial chromosome. Transform yeast cells to make a large number of copies. Cloning by the yeast artificial chromosome (YAC) vector. MAC (mammalian artificial chromosome) MAC Caratteristiche ed applicazioni dei diversi vettori di clonaggio Vettore Base Plasmide Plasmidi multicopia naturali Dimensione limite dell’inserto Applicazioni principali < 10 kb Subclonaggio, clonaggio di cDNA e saggi di espressione Fago Batteriofago 5 – 20 kb Clonaggio di DNA genomico e di cDNA, librerie di espressione Cosmide Plasmide contenete un sito cos del batteriofago 35 – 45 kb Costruzione di librerie genomiche BAC Plasmide del fattore F di E. coli 75 – 300 kb Analisi di grandi genomi YAC Centromero, telomeri e sequenza che si replica autonomamente di S. cervisiae 100 – 1000 kb Analisi di grandi genomi, topi transgenici YAC MAC Centromero, telomeri ed origine di replicazione di mammiferi Da 100 a > 1 Biotecnologie animali e Mb terapia genica umana Per il sequenziamento del DNA; Per la mutagenesi sito specifica in vitro. Il DNA ricombinante a singolo filamento può essere ottenuto mediante sistemi di clonaggio che si basano su batteriofagi a singolo filamento come i fagi M13, fd ed f1. Si possono usare anche plasmidi che contengono sequenze fagiche in grado di produrre DNA a singolo filamento. Vettori M13: genoma di 6,4 Kb. Vettori fagemidi: piccolo frammento di fago filamentoso a singolo filamento inserito in un plasmide Le strategie di base per il clonaggio consistono in tre tappe: 1) Scelta della fonte di DNA da usarsi per il clonaggio DNA cromosomico cDNA 2) Frammentazione del DNA con enzimi di restrizione Libreria Genica o Genoteca Genomica a cDNA Quando si clona l’intero genoma di un organismo si dice che si costruisce una libreria (library) genomica Produzione di frammenti di restrizione sovrapponibili attraverso digestione parziale con SauIII Costruzione di una libreria genomica attraverso l’uso di vettori fagici Costruzione di una libreria di cDNA: 1) Estrazione RNA totale; 2) Isolamento mRNA. Costruzione di una libreria di cDNA Sintesi del cDNA (metodo 1) Preparazione di una libreria di cDNA utilizzando il batteriofago λ Exon 1 DNA (gene)Promotor Exon 2 ... Exon n hn-mRNA mRNA AAAAAAAAA protein coding region poly A tail nucleus cytoplasm protein AAAAAAAAA translation 3) Screening della libreria: • uso di sonde oligonucleotidiche; • uso di anticorpi specifici; • saggi di funzionalità della proteina stessa. Tre tipi principali di sonde: Sonde oligonucleotidiche, che sono sintetizzate chimicamente e marcate ad un’estremità. 2) Sonde di DNA, che sono DNA clonati e possono essere marcarte ad un’estremità o marcate internamente durante la replicazione in vitro. 3) Sonde di RNA (ribosonde), che sono marcate internamente durante la trascrizione in vitro da stampi di DNA clonato. 1) Oligonucleotide: ogni molecola formata da un piccolo numero di nucleotidi legati tra loro da legami fosfodiestere 5’-3’. Il numero di nucleotidi in questi piccoli acidi nucleici a singolo filamento è variabile, ma spesso nell’ambito da 6 a 24 nucleotidi (da esamero a 24mer). Sonde oligonucleotidiche: oligonucleotidi sintetici o naturali usati negli studi di ibridizzazione per identificare e studiare specifici frammenti di acidi nucleici. Questo frammento di DNA od RNA è di solito marcato con un tracciante (di solito radioattivo), così da permettere al biologo molecolare di seguire l’ibridizzazione della sonda con un DNA od un RNA sconosciuto. Sonde omologhe: è esattamente complementare alla sequenza dell’acido nucleico che interessa identificare. Sonde eterologhe: è simile, ma non esattamente uguale al filamento complementare della sequenza dell’acido nucleico che interessa studiare. Metodo di marcatura Tipo di marcatura Enzima Esempio di applicazione Primer casuali Uniforme DNA polimersi di Klenow Sonde di ibridazione Trascrizione in vitro Uniforme RNA polimerasi del Sonde di fago SP6, T7 o T3 ibridazione, tracciamento della localizzazione dell’RNA Riempimento di Klenow Marcatura all’estremità 3’ DNA polimerasi di Klenow Oligonucleotidi Marcatura dell’estremità 5’ o dell’estremità 3’ Polinucleotide Sonde di chinasi T4 ibridizzazione, Trasferasi terminale EMSA* *Saggio di spostamento della mobilità elettroforetica Footprinting con DNAasi Radioisotopo Simbolo Molecola marcata Emivita Applicazione Trizio 3H Basi azotate, nucleotidi 12,28 anni Marcatura di RNA e DNA in vivo. Sonde per ibridizzazione in situ. Carbonio 14 14C cloramfenicolo 5730 anni Saggio CAT. Fosforo 32 32P Nucleotidi trifosfato 14,29 giorni Sonde di ibridizzazione. Zolfo 35 35S Amminoacidi 87,4 giorni Marcatura delle proteine (in vivo ed in vitro). Iodio 125 125I Proteine 60,14 giorni Marcatura di anticorpi. Screening di una libreria: Colony hybridization uso di sonde oligonucleotidiche Una sonda oligonucleotidica deve essere lunga abbastanza così che la sua sequenza complementare si ritrova solo nel clone d’interesse e non in altri cloni. Questa condizione è soddisfatta da sonde contenenti circa 20 nucleotidi. Questo perché una sequenza specifica di 20 nucleotidi si ritrova una volta ogni 420 ( 1012) nucleotidi. Poiché tutti i genomi sono molto più piccoli ( 3 x 10 nucleotidi per l’uomo) una sequenza specifica di 20 nucleotidi in un genoma si ritrova una sola volta. Per prepare una sonda specifica si può utilizzare il metodo seguente: 1. 2. 3. 4. Purificazione della proteina d’interesse e determinazione della sequenza amminoacidica mediante degradazione di Edman o spettrometria di massa. Sulla basa del codice genetico, si può predire la sequenza oligonucleotidiche che codifica una determinata sequenza peptidica. Tuttavia, dobbiamo ricordarci che il codice genetico è degenerato, cioè molti amminoacidi sono codificati da più di un codone. Poichè non si conoscono i codoni specifici usati per codificare la nostra proteina, si devono sintetizzare oligonucleotidi che contengono tutte le possibili combinazioni di codoni, in modo da assicurarci che almeno una di esse si appai al gene in maniera perfetta. Si determina la sequenza di un frammento peptico di 6 -7 amminoacidi che può essere codificato dal più piccolo numero di possibili sequenze di DNA. Quindi: una sonda degenerata 20-mer è costituita da una mistura di tutti gli oligonucleotidi 20-mer possibili, che possono codificare una porzione selezionata di una sequenza peptidica. Sintesi di sonde oligonucleotidiche basata sulla sequenza aminoacidica e marcatura con fosforo radioattivo – Sonde Degenerate Le EST sono sequenze parziali di cDNA lunghe circa 200 -400 bp (anche dette etichette “tags”, perchè rappresentano soltanto una breve porzione del DNA genomico). Questo metodo usa i dati delle sequenze parziali di cDNA conservati in banche dati e resi disponibili alla comunità scientifica mediante internet. Il metodo permette di identificare un singolo oligonucleotide e non una miscela degenerata. Un programma informatico usa il codice genetico per tradurre un EST in una sequenza parziale di amminoacidi. Se si trova una corrispondenza con la proteina in esame , l’EST fornisce la sequenza del DNA di quella porzione del cDNA. Si può così sintetizzare una sonda ed usarla per identificare in una libreria l’intero clone di cDNA o di DNA genomico. Può quindi essere sintetizzata chimicamente e radiomarcata una singola sonda specifica lunga fino a 100 basi che è perfettamente complementare ad una porzione del EST. Alternativamente si può utilizzare la PCR per sintetizzare una sonda complementare all’intera lunghezza del EST. Attualmente, il “database” delle EST umane è così grande che possono essere identificati EST che codificano sequenze parziali di amminocidi della maggior parte delle proteine umane isolate. Production of Recombinant Proteins Many proteins which may be used for medical treatment or for research are normally expressed at very low concentrations. Through recombinant DNA technology, a large quantity of proteins can be produced. This involves the cloning of the gene encoding the desired protein into an "expression vector" Production of recombinant proteins. (a) The expression vector which must contain a contains the lac promoter and its neighboring lacZ gene promoter so that the protein can be expressed. encoding b-galactosidase. Lactose or its analog IPTG will stimulate the expression of b-galactosidase. (b) If lacZ is replaced by the gene encoding the protein of interest, lactose or IPTG will stimulate the expression of desired proteins. Vettori di espressione inducibili in batteri Affinchè la proteina venga espressa è necessario rispettare alcuni requisiti: 1) Il gene di interesse viene clonato a valle di un promotore; 2) Il frammento di DNA deve essere in frame; 3) E’ necessario un sito di legame al ribosoma a monte del codone di inizio del gene. I fattori che influenzano il livello di espressione di un gene clonato sono: 1) Numero di copie del plasmide effetti tossici; la sovra-espressione può avere 2) Solubilizzazione delle proteine espresse; Limitazioni per gli eucarioti: 1) I batteri non sono in grado di rimuovere gli introni; 2) Se la proteina funzionale è glicosilata la cellula ospite deve essere una cellula eucariotica. Etichette di purificazione e rivelazione Phage display L’efficienza di integrazione è molto bassa, per cui le rare cellule che portano l’inserto devono essere selezionate, rispetto alle altre. Due diversi approcci: Complementazione funzionale; Marcatori a selezione dominante (resistenza ad antibiotici tossici sia per le cellule batteriche che per gli eucarioti neomicina e G418). Librerie di espressione: ricerca della proteina di interesse attraverso anticorpi specifici. Plasmidi e fagi si utilizzano come vettori di espressione. Si possono anche costruire proteine di fusione. Gel Electrophoresis Gel electrophoresis is a technique for separating charged molecules with different sizes. Two kinds of gels are commonly used: agarose and polyacrylamide. Agarose gels can be applied to a wider range of sizes than polyacrylamide gels. By using standard agarose electrophoresis, nuclei acids up to 50 kb (100 to 50,000 bp) can be separated. If Pulsed Field Gel Electrophoresis is used, the upper limit can be extended to 10 Mb. Polyacrylamide gels may separate nucleic acids that differ in length by only 1 nucleotide if their length is less than 500 bp. In a gel (either agarose or polyacrylamide), the negatively charged DNA fragments move toward the positive electrode at a rate inversely proportional to their length. After the electric field is applied for a certain period, DNA fragments with different lengths will be separated, which can be visualized by autoradiography or by treatment with a fluorescent dye (e.g., ethidium bromide). The relationship between the size of a DNA fragment and the distance it migrates in the gel is logarithmic. Therefore, from the band positions, the lengths of DNA fragments can be determined. Separation of DNA fragments of different lengths by gel electrophoresis. A gel is prepared by pouring a liquid containing either melted agarose or unpolymerized acrylamide between two glass plates a few millimeters apart. As the agarose solidifies or the acrylamide polymerizes into polyacrylamide, a gel matrix (orange ovals) forms consisting of long, tangled chains of polymers. The dimensions of the interconnecting channels, or pores, depend on the concentration of the agarose or acrylamide used to form the gel. Because the pores are larger in agarose gels than in polyacrylamide gels, the former are used to separate large DNA fragments (≈500 bp to ≈20 kb) and the latter to separate small DNA fragments (1 nucleotide to ≈2 kb). The mixture of DNA fragments to be separated is layered in a well at the top of the gel and an electric current is passed through the gel. DNA fragments move toward the positive pole at a rate inversely proportional to the log of their length, forming bands that can be visualized by autoradiography (if the fragments are radiolabeled) or by addition of a fluorescent dye such as ethidium. Agarose gels can be run in a horizontal orientation; in this case, the melted agarose is allowed to harden on a single horizontal glass or plastic plate. This is not easily done with polyacrylamide gels because oxygen in the atmosphere inhibits polymerization of acrylamide. Gels are generally depicted with the origin at the top and migration downward. Elettroforesi su gel di agarosio: i gels di agarosio hanno un ambito di separazione molto ampio, ma un potere di risoluzione piuttosto basso. Elettroforesi su gel in campo pulsante (PFGE): per frazionare grandi molecole di DNA come per es. il vettore YAC, l’elettroforesi su gel di agarosio è eseguita con un campo elettrico pulsante. Il campo elettrico periodico provoca il riorientamento delle molecole di DNA. Applicando questo metodo si possono separare molecole di DNA fino a 200 – 400 Mb. Elettroforesi su gel di poliacrilammide (PAGE): i gels di poliacrilammide hanno un ambito di separazione piuttosto piccolo, ma un potere di risoluzione piuttosto alto. La poliacrillamide si usa per separare frammenti più corti di 500 bp, ma in appropriate condizioni, si risolvono facilmente frammenti di DNA che differiscono in lunghezza di un solo nucleotide. Questa alta risoluzione è necessaria per alcune applicazioni, come il sequenziamento del DNA, il footprinting con DNAasiI, ed i saggi di spostamento della mobilità elettroforetica. Membrane-hybridization assay for detecting nucleic acids. This assay can be used to detect both DNA and RNA, and the radiolabeled complementary probe can be either DNA or RNA. Following gel electrophoresis, probes are often used to detect specific molecules from the mixture. However, probes cannot be applied directly to the gel. The problem can be solved by three types of blotting methods: Southern blotting, Northern blotting and Western blotting. Southern blotting Southern blotting is a technique for detecting specific DNA fragments in a complex mixture. The technique was invented in mid-1970s by Edward Southern. It has been applied to detect Restriction Fragment Length Polymorphism (RFLP) and Variable Number of Tandem Repeat Polymorphism (VNTR). The latter is the basis of DNA fingerprinting. Southern blotting. (a) The DNA to be analyzed is digested with restriction enzymes and then separated by agarose gel electrophoresis. (b) The DNA fragments in the gel are denatured with alkaline solution and transferred onto a nitrocellulose filter or nylon membrane by blotting, preserving the distribution of the DNA fragments in the gel. (c) The nitrocellulose filter is incubated with a specific probe. The location of the DNA fragment that hybridizes with the probe can be displayed by autoradiography. The Southern blot technique for detecting the presence of specific DNA sequences following gel electrophoresis of a complex mixture of restriction fragments. The diagram depicts three restriction fragments in the gel, but the procedure can be applied to a mixture of millions of DNA fragments. A similar procedure, called Northern blotting, is used to detect specific RNA sequences. [See E. M. Southern, 1975, J. Mol. Biol. 98:508.] Southern Blot Fluorescence in situ hybridization (FISH), the assay of choice for localization of specific nucleic acids sequences in native context, is a 20-year-old technology that has developed continuously. Over its maturation, various methodologies and modifications have been introduced to optimize the detection of DNA and RNA. The pervasiveness of this technique is largely because of its wide variety of applications and the relative ease of implementation and performance of in situ studies. Although the basic principles of FISH have remained unchanged, high sensitivity detection, simultaneous assay of multiple species, and automated data collection and analysis have advanced the field significantly. State of the art in FISH. (A) Many transcription sites (10) detected using barcoded probes can determine the gene expression pattern of each cell (Levsky et al., 2002) (B-D). Levsky J M , Singer R H J Cell Sci 2003;116:2833-2838 ©2003 by The Company of Biologists Ltd