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Al Museo di Aidone l’Ibam Cnr progetta restauro virtuale di una delle opere più
celebri e significative dell’arte greca: la dea di Morgantina
L’Ibam,grazie alla collaborazione della direzione del Museo Regionale di Aidone, avvia un
progetto di studio sulla celebre statua della dea di Morgantina e sui frammenti superstiti al fine di
realizzare un restauro virtuale della scultura.Il programma di attività è coordinato da Fabio
Caruso, ricercatore Ibam della sede di Catania, e vede impegnato ilteam del Laim (Laboratorio di
archeologia immersiva e multimedia – IbamCnr) composto da Samuele Barone, Giovanni Fragalà,
Danilo Pavone e Salvatore Russo.
La statua della dea di Morgantina ha tutte le carte in regola per essere considerata una delle
opere d’arte più celebri e discusse al mondo.
Recuperata da tombaroli, martoriata e segata in tre parti per facilitarne l’esportazione
clandestina, al centro di una lunga e tormentata contesa internazionale che l’ha vista finalmente
riapprodare da oltreoceano in patria, la scultura, custodita dal 2011 presso il Museo di Aidone,
rappresenta certamente una delle espressioni più alte e significative dell’arte greca di età classica.
Meno noto al grande pubblico è che nel corso delle sue peregrinazioni la dea sia stata
sempre seguita da oltre un centinaio di frammenti, per la maggior parte di piccolissime dimensioni
ma in alcuni casi di un’entità tale da rendere ipotizzabile un futuro restauro integrativo.
È così che l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle
ricerche (Ibam Cnr) ha avviato, in collaborazione con la direzione del Museo regionale di Aidone,
un progetto di studio sull’opera e sui frammenti superstiti mirante al restauro virtuale della scultura.
Il programma di attività, coordinato da Fabio Caruso (ricercatore presso la sede Ibam di
Catania) e dal team del Laim (Laboratorio di archeologia immersiva e multimedia – IbamCnr)
composto da Samuele Barone, Giovanni Fragalà, Danilo Pavone e Salvatore Russo ha l’obiettivo di
proporre un ripristino iconografico digitale dell’aspetto originale della statua e di contribuire ad una
più profonda conoscenza e alla valorizzazione di un’opera famosissima e tuttavia per molti aspetti
ancora elusiva, come si conviene all’immagine di una divinità che continua a mantenere segreto il
suo nome.
Il paziente lavoro di acquisizione digitale con laser scanner e fotografia consentirà di
ricomporre, come in un puzzle, i pezzi mancanti sinora rimasti chiusi nei depositi del
Responsabili Ufficio Comunicazione
Silvia Iachello – GiusiMeli
tel: + 39-095-311981 (int. 213) - (int. 207)
fax: + 39-095-311981
[email protected][email protected]
c/o Palazzo Ingrassia - via Biblioteca, 4 -95124 Catania - Tel: +39 095 311981/ Fax: +39 095 311981
E-mail: [email protected] web http://www.ibam.cnr.it/
Museo.Inoltre, saranno realizzate dal laboratorio Landis (laboratorio di analisi non-distruttive)
dell'Ibam, coordinato da Paolo Romano, delle analisi chimico-fisiche con tecniche non invasive al
fine di determinare la presenza di elementi caratterizzanti tracce di colore e quindi di ricostruire la
policromia dell’intera opera.
Prosegue, in questo modo, il rapporto di collaborazione tra l’Ibam e l’Assessorato regionale
dei beni culturali siciliani basato sulla condivisione di competenze, di laboratori e di utilizzo delle
tecnologie su cui l’Istituto ha ormai una leadership forte.
Catania, 05/05/2016
Responsabili Ufficio Comunicazione
Silvia Iachello – GiusiMeli
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