Test sugli animali: sempre meno con il brevetto del Cnr
Limita drasticamente il ricorso agli animali nei laboratori il nuovo test in vitro realizzato dall’Istituto di
tecnologie biomediche del Consiglio nazionale delle ricerche. Per valutare la nocività delle sostanze
chimiche si utilizzeranno solo cellule epatiche modificate geneticamente, che, una volta giunte a
maturazione, non muoiono
Ridurre il numero degli animali utilizzati nei test tossicologici e fornire un approccio innovativo
all’identificazione di composti tossici. Sono le due caratteristiche principali del nuovo test in vitro messo a
punto dall’Itb, Istituto di tecnologie biomediche del Cnr, in collaborazione con l’Università di Roma La
Sapienza. “Gli studi condotti in vari laboratori internazionali hanno dimostrato che, sebbene auspicabile, è
attualmente impossibile eliminare completamente l’utilizzo degli animali nella sperimentazione biomedica”,
sostiene Paolo Vezzoni dell’Itb – Cnr. “E’ possibile però, come dimostra la metodologia che abbiamo
brevettato, diminuire drasticamente il loro uso da parte dei ricercatori, sfruttando le opportunità che
l’ingegneria genetica mette a disposizione”. Per verificare gli effetti negativi di un farmaco o di un’altra
sostanza potenzialmente dannosa oggi si ricorre a cellule animali in coltura, in particolare agli epatociti,
ossia alle cellule del fegato. Il limite maggiore di questa tecnica è costituita dalla brevità della vita degli
epatociti. Per ottenerne di freschi è quindi necessario estrarne continuamente dai topi. “La metodica da noi
realizzata”, continua il ricercatore dell’Itb-Cnr che, con Maria Grazia Sacco dello stesso istituto e con il
gruppo di Marco Tripodi della Sapienza di Roma, è autore del brevetto, “consente di ottenere da topi
transgenici cellule epatiche, che, grazie all’oncogene c-met, non perdono le caratteristiche dell’epatocita
maturo e quindi adatto alla sperimentazione, ma, nello stesso tempo, una volta raggiunta la
differenziazione, non muoiono, ma sopravvivono indefinitivamente”.
Oltre a ridurre drasticamente il numero di animali sacrificati alla ricerca, obiettivo da sempre al centro degli
interessi dell’Itb, il nuovo metodo cellulare diminuisce notevolmente i costi e semplifica la procedura,
favorendone l’applicazione anche su composti attualmente non verificati, la cui tossicità non viene pertanto
definita. Un brevetto interessante per l’industria, quindi, e attento anche all’accresciuta sensibilità
dell’opinione pubblica sulla tematica della sperimentazione tossicologica.
La scheda
Che cosa: nuova metodica cellulare che riduce il numero di animali utilizzati nella sperimentazione
tossicologica
Chi: Istituto di tecnologie biomediche del Cnr, Milano; dipartimento di biotecnologie cellulari ed
ematologia, Università La Sapienza, Roma
Per saperne di più: Maria Grazia Sacco, Laura Amicone, Enrica Mira Catò, Daniela Filippini, Paolo
Vezzoni, Marco Tripodi, “Cell-based assay for the detection of chemically induced cellular stress by
immortalized untransformed transgenic hepatocytes”, BMC Biotechnology, 2004, 4:5; il lavoro è anche
reperibile on line al seguente indirizzo: http://www.biomedcentral.com/bmcbiotechnol/
Per informazioni: Paolo Vezzoni, tel. 02/26422614, cell. 335/1050029, [email protected]; Maria
Grazia Sacco, tel. 02/26422638, cell. 333/5849460, [email protected]
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