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Occhio ai bastoncini per le
orecchie, possono prolungare le
otiti
In estate spesso i germi presenti nell'acqua di mare o di piscina non
perfettamente pulita provocano l’otite esterna e l’utilizzo dei bastoncini
può non essere d’aiuto
20 agosto 2015
In estate spesso i germi presenti nell’acqua di mare o di piscina non
perfettamente pulita provocano l’otite esterna. Lo ricorda Lino Di Rienzo
Businco, otorinolaringoiatra dell’ospedale Santo Spirito di Roma, che mette in
guardia dall’uso troppo aggressivo dei bastoncini auricolari. Questi disturbi,
«favoriti e aggravati da piccole lesioni da grattamento provocate dai bastoncini
o con le stesse dita», possono durare talvolta per diverse settimane a causa
della non completa guarigione di infezioni del condotto uditivo esterno o della
membrana timpanica.
«La sintomatologia – aggiunge l’esperto – è più o meno dolorosa e può
bastare sfiorare il padiglione auricolare per» soffrire, «ma il perdurare del
malessere non è fastidioso quanto il senso di “ovattamento” dell’udito dovuto
al gonfiore del condotto infetto, in grado di determinare un ostacolo meccanico
alla trasmissione dei suoni».
I batteri responsabili, gli stafilococchi, gli streptococchi e gli pseudomonas
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sono tutti facilmente curabili con antibiotici e antinfiammatori locali specifici,
«mentre diverso è il caso di otiti causate da funghi (otomicosi) presenti nelle
acque delle piscine, dove paradossalmente i disinfettanti sciolti ne favoriscono
la crescita – dice ancora Businco – In questi casi si impone una rapida
valutazione specialistica per liberare l’orecchio dal fungo, al fine di prevenire
complicanze più gravi».
«La penetrazione dei diversi germi nella cute del condotto uditivo è favorita
nella maggior parte dei casi proprio da piccoli traumi dovuti a manovre di
igiene auricolare incongrue – prosegue l’esperto – nel tentativo, ad esempio,
di far fuoriuscire con un dito l’acqua accumulata nell’orecchio dopo il bagno».
Da evitare l’uso dei bastoncini: «Si rischia di spingere maggiormente in
profondità il focolaio infettivo o, peggio, di perforare il timpano con diffusione
dell’otite nella cassa timpanica».
L’infezione legata all’otite può essere diffusa, interessando tutta la cute del
condotto uditivo esterno, oppure localizzata, determinando il cosiddetto
foruncolo del condotto.
«In questo secondo caso il sintomo dolore sarà molto intenso anche solo al
toccamento o legato alla semplice masticazione e talvolta accompagnato da
prurito. La rottura spontanea del foruncolo determina una diminuzione del
dolore, ma la fuoriuscita del pus deve essere trattata per prevenire la
diffusione dell’infezione», raccomanda.
Se perdurano i sintomi «e l’abbassamento dell’udito anche al rientro in città
dopo le ferie estive – prosegue l’esperto – si impone una visita dall’otorino per
verificare l’evoluzione della patologia ed esaminare il materiale infetto misto a
cerume all’interno del condotto uditivo, che una volta rimosso restituirà la
perfetta guarigione».
Oltre a evitare di immergersi in acque non pulite, per prevenire questi problemi
«basterebbe sottoporsi prima della partenza a una visita dall’otorino per
liberare il condotto uditivo da secrezioni o cerume, che rappresentano un
importante fattore di rischio per le otiti, in quanto in grado di favorire il ristagno
di acqua e quindi di germi all’interno dell’orecchio».
20 agosto 2015
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