dall`europa e dal mondo

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DALL’EUROPA E DAL MONDO
MEDICINA VETERINARIA PREVENTIVA NUMERO 29 ANNO 2008
Epidemiologia della Bluetongue in Europa,
il percorso di una epidemia in espansione
di F. Tolari
D
al 1998 ad oggi la Bluetongue (BT), fino
a 10 anni fa malattia esotica per il nostro continente, ha interessato 15 paesi
europei e nel 2006 l'infezione ha raggiunto il
Nord Europa determinando una epidemia inattesa e di ampie proporzioni che sta arrecando notevoli danni alla zootecnia. Mediante database
di epidemiologia molecolare che mettono a disposizione dati sulle sequenze nucleotidiche di
un elevato numero di stipiti virali di provenienza
ben identificata, è attualmente possibile avere
una indicazione sulla origine degli stipiti isolati
in Europa. I dati più significativi sull'analisi molecolare degli stipiti di virus della BT (BTV) riguardano il segmento genomico 2, che codifica
per la proteina esterna virale VP2, la variabilità
della quale determina l'origine dei 24 diversi sierotipi. L'analisi degli stipiti europei di BTV ha
portato all'identificazione di sei sierotipi per i
quali sono state registrate nove diverse introduzioni sul territorio europeo, verificatesi con cadenza annuale attraverso almeno quattro distinte vie di ingresso. L'uso di vaccini vivi attenuati
dei sierotipi 2, 4, 9 e 16 in alcuni Paesi ha aggiunto altri stipiti al pool di BTV europei. Con la
contemporanea circolazione di un così elevato
numero di stipiti è possibile che si siano verificati anche riassortimenti genetici fra stipiti selvaggi e fra stipiti vaccinali e selvaggi.
Utilizzando i dati forniti dalla diagnostica e dalla
sorveglianza epidemiologica e quelli sulla identi-
Epidemiology of Bluetongue in Europe
In the last ten years bluetongue (BT) has
gradually involved 15 European countries. By
matching molecular data on a consistent
number of viral isolates from different
geographic areas, with data derived from
epidemiological surveillance, it is now possible
to have an indication on the origin of the European BT outbreaks.
These outbreaks have been so far sustained
by six different serotypes of BTV, namely
serotype 1, 2, 4, 9, 16 and 8. For each of
these serotype the door of entry into Europe
has been identified with sufficient accuracy. In
the case of serotype 16 the spread of BTV-16
vaccine strain has played an important role on
the epidemiology of this serotype in Italy.
In 2006 an unexpected epidemic of BTV-8
spread through north Europe. Possibly due to
some climatic changes, the virus has found
favourable ecological conditions for spreading
and overwintering in our continent. The most
interesting aspects of the epidemic are related
to the ecology of vectors. New Culicoides
species endemic in northern Europe are now
considered efficient transmitters of the virus.
Following importation of some BTV-8
seropositive viremic cattle from France, also
Italy is now at risk of introducing this new
serotype.
New serotypes of BTV as BTV-5 and new
viruses of the Orbivirus genus, sharing with
BTV the same vector transmission pattern, as
epizootic haemorrhagic disease virus and
african horse sickness virus, may have chances to reach Europe in the future.
ficazione degli stipiti virali, è possibile risalire
all'origine della infezione per ciascun sierotipo. Di seguito viene presentata una sintetica ricostruzione del percorso dei sierotipi segnalati in Europa. Per il sierotipo 8 verranno inoltre descritti gli
aspetti epidemiologici più importanti dell'infezione in atto in Nord Europa.
BTV-1
I risultati dell'analisi molecolare dimostrano che si sono verificate due diverse introduzioni del sierotipo 1 nel Mediterraneo, la prima di stipiti greci nel 2001 e la seconda di stipiti algerini e maroc-
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chini nel 2006, i quali rientrano rispettivamente nel gruppo degli stipiti definiti, in base alle loro
caratteristiche molecolari, “orientali” e “occidentali”. Gli stipiti di origine greca infatti sono correlati agli stipiti “orientali” isolati in India e Malesia e probabilmente sono entrati in Europa attraverso la Turchia, circolando per un periodo relativamente breve in Grecia senza diffondersi al resto di
Europa. Gli stipiti di BTV-1 isolati in nord Africa ed arrivati nel 2006 in Sardegna in Spagna e Portogallo sono invece più vicini agli stipiti “occidentali” provenienti dall'Africa sub sahariana.
BTV-2
Gli stipiti di BTV-2 isolati in Sardegna, Corsica e Sicilia a partire dal 2000 appartengono allo stesso
gruppo “occidentale” degli stipiti isolati nello stesso anno in Tunisia e sono correlati con stipiti nigeriani e sud africani. Questo dato dimostra chiaramente che il nord Africa rappresenta una porta
di ingresso frequente di BTV per il Sud Europa, mediante culicoidi infetti trasportati dalle correnti
aeree. Alcuni stipiti di BTV-2 isolati successivamente nell'Italia continentale presentano alcune somiglianze con lo stipite vaccinale vivo attenuato di BTV-2 utilizzato nella campagna vaccinale.
BTV-4
Questo sierotipo ha circolato in Grecia durante gli anni 1999 e 2000, gli isolati virali greci presentano analogie con quelli isolati in precedenza a Cipro, in Turchia e in Israele, dimostrando che
questo sierotipo ha circolato per diverso tempo ai margini orientali dell'Europa prima di interessare la Grecia. A partire dal 2003, stipiti di BTV-4 diversi dai precedenti sono stati isolati in Sardegna, Corsica, Baleari e penisola Iberica, provenienti ancora dal nord Africa, come dimostra la loro
somiglianza con gli stipiti isolati in Marocco nel 2004.
BTV-9
Questo sierotipo, isolato in Grecia nel 1998, è stato il primo ad arrivare in Europa e presenta analogie con gli stipiti di origine orientale successivamente isolati in Bulgaria, Turchia, Bosnia, Kosovo e Serbia. È presumibile quindi che l'ingresso di questo sierotipo nel sud Italia nel 2003 sia avvenuto dal versante orientale.
BTV-16
Il primo stipite di BTV-16 europeo fu isolato in Grecia durante il 1999 e, a conferma del suo ingresso dalla “porta orientale”, risulta molto vicino allo stipite di BTV-16 di referenza, originariamente isolato in Pakistan, ed a stipiti turchi e ciprioti. Gli stipiti di BTV-16 che successivamente
hanno circolato in Europa presentano invece una discreta omologia con lo stipite vaccinale e si avanza l'ipotesi che la loro comparsa in Europa sia dovuta proprio alla diffusione dello stipite vaccinale estensivamente utilizzato negli anni precedenti in Israele.
Anche il sierotipo 16 isolato in sud Italia nel 2002 presenta una strettissima omologia con lo stipite vaccinale. Gli stipiti responsabili del focolaio del 2004 in Sardegna sono risultati identici allo stipite vaccinale BTV-16 usato in precedenza nell'Italia continentale. A causa della sua pericolosità,
l'utilizzo di questo stipite vaccinale è quindi cessato anche in Italia.
BTV-8
Ad agosto 2006 la BT è stata segnalata per la prima volta in Olanda, dove si pensa che l'infezione
fosse già presente vicino a Maastricht dal giugno 2006. In seguito l'infezione si è diffusa in Belgio,
Lussemburgo, Germania e nord est della Francia. Tutti gli isolati virali risultavano appartenere al
sierotipo 8 originario dall'Africa sub sahariana e ben distinguibile dallo stipite vaccinale. Non si sa
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esattamente come il virus sia arrivato in nord Europa, ma l'assenza di importazione legale di ruminanti da paesi extraeuropei nella zona di prima infezione e l'assenza del BTV-8 nei paesi del sud
Europa fa pensare che l'introduzione non sia avvenuta attraverso l'introduzione di animali infetti,
ma mediante introduzione accidentale di culicoidi infetti con movimentazione di animali, piante o
qualsiasi altro materiale. Alla fine del 2006 i focolai di BTV-8 registrati in Europa erano 2122 di cui
695 in Belgio, 7 in Francia, 952 in Germania, 460 in Olanda e 8 in Lussemburgo. Dopo il periodo
invernale, un ulteriore dato sulla gravità dell'epidemia è emerso in aprile 2007, quando un bovino
sentinella è risultato sieropositivo in Germania, dimostrando che il virus era sopravvissuto all'inverno. Con l'arrivo dell'estate anche negli altri paesi colpiti dall'infezione nel 2006 è stata confermata la circolazione del virus ed il numero di focolai segnalati è aumentato rapidamente nel mese
di agosto, in particolare in Francia, che nell'anno precedente aveva registrato un numero limitato
di focolai. Nel frattempo i timori di una estensione dell'epidemia anche ad altri Paesi limitrofi,
compresa la Gran Bretagna, sono stati avvalorati da studi predittivi di ricercatori inglesi, secondo i
quali le aree altamente popolate di ruminanti domestici delle contee di Kent, Essex ed East Anglia
sarebbero state fortemente a rischio di infezione durante il periodo estivo. La previsione si è rivelata giusta, a fine settembre è stato segnalato il primo caso in Gran Bretagna e dopo un mese erano già stati registrati 50 focolai. A metà ottobre la presenza della BT è stata segnalata in Danimarca, a fine ottobre nel cantone di Berna in Svizzera e successivamente nella Repubblica Ceca e
in Austria; le zone di restrizione hanno interessato anche aree della Polonia e del nord della Spagna. Per ulteriori informazioni aggiornate sulla situazione europea si rimanda al sito web
http://ec.europa.eu/food/animal/diseases/controlmeasures/bluetongue_en.htm Il primo caso di
BT in Scozia è stato segnalato a fine novembre 2007 in un bovino importato dalla Germania. Il
soggetto è stato subito macellato applicando misure di restrizione al movimento dei soggetti dalla
azienda. Fortunatamente l'importazione del soggetto era avvenuta in un periodo di bassa attività
vettoriale e l'indagine epidemiologica ha poi confermato che non vi era stata diffusione del virus.
L'importazione dalla Francia di soggetti virologicamente e sierologicamente positivi si è verificata
anche in Piemonte e nel Veneto (per maggiori dettagli vedi articolo a pagina 10). Questi episodi
confermano il ruolo importante che la movimentazione di animali infetti può avere nella diffusione
dell'infezione ad aree ancora indenni, soprattutto quando questa avviene in periodi di massima
attività vettoriale. Nella seconda quindicina di Dicembre quasi tutti i Paesi interessati hanno segnalato l'inizio del periodo di “libertà da vettori”. Questo periodo di tregua serve ai Servizi Veterinari europei per attrezzarsi a fronteggiare una probabile ulteriore ondata di infezione nella prossima estate e per questo alcuni Paesi si stanno preparando ad iniziare campagne vaccinali.
Diversi aspetti rimangono ancora da chiarire sulla epidemia da BTV-8 in Nord Europa. In particolare è ormai accertato che la trasmissione del virus è avvenuta anche in presenza di temperature
ambientali più basse di quelle considerate come limite per consentire la riproduzione dei vettori e
la replicazione di BTV nei vettori stessi (rispettivamente 12° C e 15°C). Inoltre la malattia si è
presentata nel bovino con aspetti clinici di gravità inaspettata e questo lascia ancora aperti alcuni
interrogativi sulle conseguenze a lungo termine per i bovini colpiti e per la loro produttività.
Ecologia della BT in nord Europa
Nel corso degli ultimi anni si sono accumulati diversi dati su modificazioni dell'ecosistema europeo
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correlate a cambiamenti climatici. Tali modificazioni hanno creato condizioni favorevoli alla introduzione ed alla sopravvivenza di BTV in Nord Europa:
-
le temperature medie dell'estate 2006 in Germania erano sensibilmente più elevate rispetto a
quelle registrate dal 1961 al 1990;
-
l'analisi meteorologica della zona interessata dai focolai di BT del 2006 faceva registrare temperature ideali per una rapida proliferazione dei culicoidi;
-
le variazioni giornaliere nel numero dei culicoidi catturati erano direttamente correlate con le
elevate temperature registrate;
-
le temperature erano ideali per la replicazione del virus nei culicoidi;
-
i venti erano presenti e potevano trasportare i culicoidi infetti a distanza facilitando la diffusione dell'infezione.
Gli aspetti più interessanti riguardano l'ecologia dei vettori. Culicoides imicola, responsabile della
maggioranza dei casi di trasmissione di BTV nel bacino del Mediterraneo, non è stato trovato fra i
culicoidi catturati in Nord Europa, mentre BTV-8 è stato isolato in specie di Culicoides endemiche
in quell'area ed in particolare C. dewulfi, C. obsoletus, C. scoticus. Tali vettori si sono dimostrati
efficienti trasmettitori del virus e, a giudicare dalla rapidità con la quale l'infezione si è diffusa,
non è stata necessaria neppure una fase di adattamento del virus a questi nuovi vettori. Studi eseguiti in Francia ed Olanda hanno dimostrato che alla fine dell'estate, quando le temperature iniziavano a scendere, venivano catturati culicoidi con maggiore frequenza all'interno delle stalle.
Questo dato epidemiologico ha messo in discussione il criterio secondo il quale gli animali tenuti
all'interno dei ricoveri durante la notte erano al riparo dalla puntura dei culicoidi. Per gli stessi motivi, non è più valido il criterio secondo il quale il periodo di inattività dei vettori inizia quando meno di 10 culicoidi sono catturati mediante trappole a luce mantenute per una notte all'esterno delle stalle. Infine, a causa dell'inverno particolarmente mite, alcuni individui adulti di C. obsoletus
sono stati occasionalmente catturati in vari paesi del nord Europa anche nel periodo da gennaio
a marzo 2007, anche se non erano sufficientemente attivi da trasmettere l'infezione, dal momento
che i bovini sentinella sono rimasti sieronegativi.
Le prospettive future
Se i cambiamenti climatici avvenuti in Europa in questi anni persisteranno, questo faciliterà la proliferazione della popolazione autoctona di vettori e di conseguenza la diffusione del virus. Nel contempo sarà favorita l'espansione verso nord dell'areale di C. imicola, principale vettore di BTV, facilitando la diffusione di nuovi sierotipi di BTV in aree geografiche sempre più ampie. BTV-1 sta
proseguendo l'espansione verso nord, come dimostra la sua segnalazione nel versante atlantico
dei Pirenei francesi e nel nord della Spagna. Presto potrebbe aggiungersi alla lista dei sierotipi circolanti in Europa anche il BTV-15, isolato per la prima volta nel 2006 in Israele.
La comprensione degli eventi che hanno portato alla diffusione della BT può essere di aiuto a predire anche l'insorgenza di altre malattie da Orbivirus trasmesse da culicoidi. In particolare la peste
equina, che ha già fatto la sua comparsa alla fine degli anni 1980 nella penisola iberica e la malattia emorragica epizootica del cervo (EHD), che sta dimostrando una preoccupante attitudine a colpire anche i bovini. Durante l'estate del 2006 il sierotipo 7 del virus della EHD ha colpito 60 allevamenti bovini in Israele lungo la valle del Giordano ed alcuni casi sono stati segnalati anche nel-
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l'altra sponda della valle nel territorio della Giordania. Il virus ha causato nei bovini, ma non nei
piccoli ruminanti, una malattia simile alla BT caratterizzata da ridotta produzione di latte, anoressia, febbre, dispnea, tremori muscolari, scolo nasale, salivazione, rigonfiamento della lingua ed
erosioni boccali. La morbilità è risultata compresa tra il 10% e il 40% e la mortalità è stata molto
bassa. Successivamente la malattia è stata segnalata nel bovino anche in Marocco ed Algeria. Nel
2007, in coincidenza con focolai di EHD nel cervo a coda bianca in Kentucky e Tennessee, la malattia è stata identificata nel bovino anche in USA. È ormai certo che diverse malattie infettive, un
tempo confinate nei paesi tropicali, stanno avanzando in modo preoccupante verso le zone temperate. Come dimostra l'ecologia della BT e di altre malattie infettive a trasmissione vettoriale, quali
Rift valley fever ed encefalite West Nile, queste possono essere un campanello di allarme molto
sensibile di modificazioni climatico-ambientali in atto. Le conseguenze economiche e sociali di tali
malattie possono essere rilevanti ed è necessario attrezzarsi investendo risorse nella loro prevenzione, sorveglianza e controllo.
Allevamenti colpiti da BTV-8 durante il 2007
(dati non ufficiali raccolti da Susan Baekeland, Francia e Sabine Zentis, Germania)
Paese
Totale
All.
All. bovini
All. ovini
All. Caprini
All. Cervi
All. non
specificati
Belgio
5852
3514
2325
13
0
0
Repubblica
Ceca
1
1
0
0
0
0
Danimarca
1
1
0
0
0
0
Germania
19806
11865
7442
103
70
326
Francia*
12675
-
-
-
-
-
Lussemburgo
476
403
73
0
0
0
Olanda
6423
-
-
-
-
-
Svizzera
12
10
0
2
0
0
Gran Bretagna
66
-
-
-
-
-
- dato non disponibile
* inclusi i focolai da BTV-2,4 e 16 in Corsica e da BTV-1 nel Dipartimento Pyrénées Atlantiques
Bibliografia essenziale
•
•
•
Baylis M., Mellor P.S.. Bluetongue around the Mediterranean in 2001. Vet. Record, 149: 659, 2001.
Casal A.A., Domingo M.. Possible introduction of bluetongue into the Balearic Islands, Spain
in 2000 via air streams. Vet. Record, 155: 460-461, 2004.
Gloster J., Mellor P.S., Manning A.J., Webster H.N., Hort M.C.. Assessing the risk of windborne spread of bluetongue in the 2006 outbreak of disease in northern Europe. Vet. Record, 160: 54-56, 2007.
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Emergenza BTV-8 in Europa:
lo scenario piemontese
di P. Vignetta, F. Rosso, C. Cellerino
L
a Regione Piemonte introduce annualmen-
BTV –8 in Europe: the situation
in Piemonte
te, dalla Francia, circa 250.000 capi da
ingrasso, che vengono mantenuti negli
allevamenti piemontesi per un periodo variabile
da 2 ad oltre 12 mesi, ma nella maggioranza dei
casi da 4 a 8 mesi.
Il principale bacino di provenienza di questi
animali è costituito dai Dipartimenti centrooccidentali della Francia.
Negli ultimi mesi, a seguito del manifestarsi
dell’epidemia di BTV-8 in questi Dipartimenti, il
bacino di provenienza si è esteso anche a Dipartimenti più settentrionali, che storicamente non
inviavano capi in Piemonte.
A partire da novembre 2007, dopo la
approvazione del Regolamento 1266/07, circa
8.000 su una media mensile di circa 20.000 capi
introdotti dalla Francia provengono da territori
ancora indenni.
Attività di rintraccio delle partite di bovini
introdotte fino al 01/11/07
I Servizi Veterinari del Piemonte, in ottemperanza alle disposizioni ministeriali, hanno rintracciato un totale di 23.461 capi, a seguito di 3 successive segnalazioni dell'Ufficio Veterinario per
gli Adempimenti Comunitari (UVAC) di Torino.
•
1° rintraccio = n.
6.294 capi
•
2° rintraccio = n.
1.286 capi
•
3° rintraccio = n. 15.341 capi
Following the spread of BT epidemic in France
during the last month of Summer 2007, a
special monitoring program has been
implemented all over Italy to assess the risk
related to cattle imported from involved areas.
Every year in Piemonte more than 200.000
bovines are imported, mainly to fattening units from where they are moved to
slaughterhouses after 4-8 months. A special
serological survey involved more than 20.000
cattle coming from high risk areas, (mainly
from the southern border of restriction
areas). The very low sero-prevalence
(0,08%), the measures undertaken on the
few PCR positive animals, the absence of
seroconversion in the involved herds and
neighbouring ones, suggest a low risk for
these introductions.
Nevertheless further controls, implemented
on cattle imported from restriction areas
during the winter time, according to Eu Reg.
1266/07, showed an higher rate of seropositivity.
These conclusions suggest the importance of:
1) maintaining an active surveillance an
animal movements from high risk areas;
2) enforcing the monitoring system in place
through sentinel herds; 3) preparing and
constantly updating appropriate control
strategies, including vaccination.
È stato possibile sottoporre a test sierologico una buona parte dei capi dei primi 2 rintracci per un
totale di 6.563 soggetti testati.Il controllo sierologico dei capi del 3° rintraccio, rimandato al
momento della macellazione per difficoltà operative legate al numero consistente di capi, è tuttora
in corso. Ai primi di aprile risultavano ancora in azienda oltre 6000 capi.
Risultati degli esami di laboratorio
A seguito dei controlli effettuati negli allevamenti sono stati individuati 5 capi sieropositivi in 4
partite di animali. Gli stessi 5 soggetti sono risultati positivi anche al test di PCR per la ricerca del
genoma virale. L’esame colturale per l'isolamento del virus è risultato negativo. La percentuale di
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bovini sieropositivi è risultata dello 0,08% corrispondente a circa 1 capo positivo su 1.250 capi testati.
I controlli effettuati al momento della macellazione sugli animali del 3° rintraccio hanno evidenziato 12 capi sieropositivi, di cui 5 PCR positivi, in quattro partite di animali. Sette di queste sieropositività sono riferite a capi della stessa partita. Sono in corso accertamenti di conferma su ulteriori 4 capi sieropositivi appartenenti ad altre tre partite.
Nei casi in cui sono state evidenziate positività nel periodo di attività dei vettori, i controlli sono
stati estesi all’intero effettivo aziendale. Inoltre sono stati controllati 600 capi in aziende comprese nei 4 km di raggio dall’azienda nella quale erano stati rinvenuti i soggetti sieropositivi. Questi
controlli hanno fornito esito negativo.
Considerando che il numero di soggetti sieropositivi introdotti è abbastanza esiguo, che questo è
avvenuto in un periodo di assenza di attività vettoriale, che i monitoraggi eseguiti sui bovini locali
hanno dato esito negativo, si ritiene che il rischio di trasmissione alla popolazione bovina locale
da parte delle partite di capi importati e compresi nei 3 rintracci sopra menzionati sia stato estremamente limitato.
Introduzioni ai sensi del Regolamento 1266/07 e relative misure di controllo
Con l’emanazione del Regolamento 1266/07, si è ripristinato un flusso costante di capi provenienti
dai territori francesi soggetti a restrizione. Da novembre 2007 a fine marzo 2008 sono stati introdotti in Piemonte circa 50.000 capi, applicando l’articolo 8, comma 1, lettera a del Regolamento.
Per venire incontro alla esigenza di tutelare il patrimonio zootecnico regionale è stata emanata anche una apposita Delibera di Giunta n. 82-7608 del 26/11/07 la quale:
•
ribadisce e precisa gli obblighi degli importatori (registrazioni delle movimentazioni e contenimento degli animali);
•
prevede la verifica delle garanzie sanitarie per le introduzioni a rischio;
•
dispone l’intensificazione della sorveglianza nell’ambito del piano di monitoraggio sierologico
e con controlli ad hoc.
L’UVAC ha disposto il vincolo con effettuazione di controlli diagnostici a destino individuando 36
partite introdotte in deroga, da controllare (per un totale di 843 capi campionati ).
Inoltre, in base alle disposizioni della Delibera di Giunta n. 82-7608 del 26/11/07, i Servizi Veterinari delle ASL hanno sottoposto a controllo diagnostico ulteriori 784 capi ritenuti a rischio perchè
provenienti da Dipartimenti francesi gravemente colpiti dall’infezione. In totale, al 30/1/08, sono
stati controllati 1.627 capi.
Risultati degli esami di laboratorio sui capi introdotti ai sensi del Regolamento 1266/07
Sono risultati sieropositivi 44 capi (2,2% dei capi controllati, 1 capo sieropositivo ogni 45 introdotti), di questi 36 erano positivi anche al test di PCR. I soggetti appartenevano a 12 partite di
bovini importati (5 di queste sottoposte a controllo su disposizione dell’UVAC, le altre scelte dai
Servizi Veterinari locali).
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Tale dato non ha tuttavia significatività statistica, essendo state selezionate per il campionamento
aree di provenienza gravemente colpite. D'altro canto è stata controllata solo una parte delle partite introdotte e non si può escludere che non possano essere stati introdotti negli allevamenti altri soggetti sieropositivi attraverso partite non controllate.
La nostra sorveglianza ha messo in luce alcune insufficienze nel sistema di controllo francese, sulle cui cause possiamo solo avanzare alcune ipotesi: protezione insufficiente, errori nella tracciabilità degli animali, utilizzo di test di laboratorio poco sensibili.
Occorre precisare che la normativa comunitaria non definisce nel dettaglio le garanzie di protezione che lo speditore deve assicurare: il Regolamento 1266/07 nell’allegato III si limita a richiedere
genericamente un periodo di protezione dagli attacchi dei vettori, che, qualora inteso come semplice trattamento con insetticidi attivi sui vettori, non può risultare sufficiente per evitare nuovi
contagi, in particolare nelle aree più gravemente colpite dalla malattia.
Con l’emanazione dell’OM 14/2/08 il flusso di animali “protetti” dalla Francia è cessato; dobbiamo
tuttavia segnalare che, nel periodo antecedente alla data prevista per l'entrata in vigore dell'OM,
l’introduzione di capi ha subito un notevole incremento.
I capi sieropositivi e PCR positivi sono stati allontanati dagli allevamenti con il respingimento della
partita in tre casi e l'invio al macello negli altri. Sono stati invece lasciati in azienda fino al termine
del ciclo di ingrasso i capi risultati sieropositivi e negativi al test PCR.
Valutazione del rischio in base ai dati epidemiologici attualmente disponibili
Per valutare il rischio che BTV-8 possa diffondersi nella nostra Regione nei prossimi mesi dobbiamo prendere in considerazione alcuni aspetti critici:
•
La presenza sul territorio regionale di eventuali casi pregressi di limitata circolazione virale dovuti a introduzione di capi viremici non individuati dal nostro sistema di sorveglianza. Questa
eventualità sembra piuttosto improbabile, ma non si può escludere completamente. In questo
caso il virus potrebbe essere sopravvissuto all'inverno ed il rischio che con la ripresa della attività vettoriale l’infezione inizi ad essere trasmessa potrebbe aumentare nei prossimi mesi, con il
sopraggiungere della stagione estiva;
•
La introduzione di capi viremici provenienti da altre regioni italiane dove è già stata segnalata la
presenza dell'infezione (vedi Veneto) o nelle quali l'infezione possa essere arrivata e non sia stata svelata dal sistema di sorveglianza. A questo proposito occorre ricordare che nella provincia di
Verona, il virus è stato introdotto con animali da carne importati in allevamenti da ingrasso, in
seguito l'infezione è stata trasmessa ad un numero limitato di aziende (4) situate nelle vicinanze. I controlli, tempestivamente effettuati dalle Regioni Veneto e Lombardia fino ad ora, hanno
dimostrato che il virus non ha trovato condizioni ottimali per una diffusione a largo raggio. Considerando che le catture di culicoidi indicano che fino al mese di aprile il vettore è ancora poco
presente nelle aree interessate, gli allevamenti risultati infetti nel veronese non rappresentano
attualmente un pericolo per la diffusione dell'infezione;
•
I contatti fra animali sensibili (bovini e piccoli ruminanti) durante l'alpeggio in aree transfrontaliere a rischio in Francia e Svizzera. Attualmente (fine aprile) risultano soggetti a restrizione il
dipartimento francese n° 73, confinante con la provincia di Torino, ed il territorio della Svizzera,
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Emergenza BTV-8 in Europa: lo scenario piemontese
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confinante con la provincia di Verbania. Se l'altitudine delle zone di alpeggio è un fattore sicuramente limitante per Culicoides imicola, la stessa cosa può non essere vera per altre specie di
culicoidi. Saranno posizionate in tempi brevi alcune trappole in zone di alpeggio per verificare la
presenza di potenziali vettori.
Conclusioni
L’introduzione di capi è attualmente consentita dalla Francia in presenza di uno di queste 3 requisiti:
1)soggetti vaccinati contro il sierotipo circolante nel territorio di spedizione;
2)soggetti sieropositivi per BTV-8 da almeno 60 giorni;
3)soggetti provenienti da territori al di fuori delle zone di restrizione.
In periodo di attività vettoriale è assolutamente necessario che vengano osservate scrupolosamente queste disposizioni e che i Servizi Veterinari francesi mantengano attivo su tutto il territorio
un sistema di sorveglianza con regolare registrazione, come previsto dal Regolamento 1266/07. A
queste condizioni il rischio di introduzione dell'infezione in Piemonte mediante bovini da carne importati può essere considerato basso.
Punti critici del sistema possono essere:
1) il sistema di sorveglianza in Francia, che come abbiamo, visto ha presentato in passato alcuni
punti di debolezza;
2) l'assunto, peraltro contemplato dalla normativa europea, che i soggetti sieropositivi da oltre 60
giorni siano immuni, protetti e non più viremici. La bibliografia scientifica sull'argomento non
rassicura del tutto al riguardo, in quanto la viremia da BTV nel bovino è stata segnalata in alcuni
casi anche ad 80 e 100 giorni dall'infezione.
È necessaria la condivisione con le Autorità locali francesi di un sistema di allerta e di comunicazione reciproca delle misure adottate specifico per le aree transfrontaliere di alpeggio.
Per quanto riguarda le strategie di controllo della malattia in Piemonte, vista l’attuale situazione epidemiologica ed in mancanza di ulteriori elementi sulla eventuale progressione
dell’epidemia a livello nazionale e regionale, è prematuro prevedere scenari di vaccinazione estesa
agli animali sensibili presenti su tutto il territorio regionale. Nella riunione della unità di crisi regionale sulla bluetongue del 14.04.08 è emerso che la disponibilità di un certo numero di dosi di vaccino inattivato è necessaria anche in Piemonte per fronteggiare eventuali situazioni critiche che
potranno verificarsi nei prossimi mesi. Successivamente potrebbero rendersi necessari interventi
vaccinali più estesi.
Il vaccino potrebbe inoltre trovare impiego per proteggere il bestiame esposto a rischio di contagio nelle aree transfrontaliere di alpeggio.
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MEDICINA VETERINARIA PREVENTIVA NUMERO 29 ANNO 2008
DALL’EUROPA E DAL MONDO
Emergenza BTV-8 in Europa: lo scenario piemontese
segue da pag. 16
In caso di emergenza si renderebbe necessaria la vaccinazione:
•
del patrimonio ovicaprino, nell’eventualità di incursione dell’infezione nel territorio regionale;
•
di soggetti che dovranno essere movimentati dalle eventuali aree di restrizione.
•
finalizzata al contenimento della diffusione in caso di presenza localizzata dell’infezione, seguendo la strategia della vaccinazione accerchiante o in caso di avanzamento del fronte
d’infezione, anche operando in territori non ancora direttamente coinvolti dalla circolazione virale.
Inoltre, sarà utile valutare, secondo l’evoluzione a venire e a fronte di una maggiore disponibilità
di vaccino inattivato a partire dall’autunno, l’eventuale necessità di un programma di vaccinazione
che riguardi tutto il patrimonio sensibile regionale.
La scelta del vaccino inattivato è motivata dalle seguenti considerazioni:
• l’utilizzo del vaccino vivo attenuato deve limitarsi al periodo di inattività dei vettori (terminato il
4/3/08);
• la vaccinazione con vaccino inattivato, sebbene sia meno efficace e richieda due interventi vaccinali, è più sicura, non determina gli effetti collaterali del vaccino attenuato, non ha controindicazioni in gravidanza;
• in questo momento si ravvisa l'esigenza di mantenere attivo il sistema di sorveglianza basato
sulle aziende sentinella e sul monitoraggio sierologico e virologico dell’andamento dell'infezione.
L'utilizzo del vaccino inattivato non preclude la possibilità di continuare la sorveglianza mediante
PCR anche in animali vaccinati;
• con il vaccino attenuato durante la massima attività vettoriale si potrebbe avere una diffusione
dello stipite di BTV-8 vaccinale complicando ulteriormente il monitoraggio dell'andamento dell'infezione.
• la presenza contemporanea in un soggetto dello stipite selvaggio e di quello vaccinale potrebbe
creare le condizioni per riassortimenti genetici con conseguenze imprevedibili dal punto di vista
biologico e diagnostico.
Si auspica di poter disporre anche in Piemonte della fornitura di vaccino inattivato nel più breve
tempo possibile per poter far fronte ad eventuali esigenze immediate, con la possibilità di ampliare la disponibilità nei prossimi mesi in base all’evoluzione dell’epidemia.
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