In questa nota si riportano i dati clinici, patogenetici ed immunologici

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In questa nota si riportano i dati clinici, patogenetici ed immunologici relativi all'infezione causata
da un nuovo pestivirus, Hobi virus o virus della diarrea virale bovina (BVDV) tipo 3, in Italia.
Questo pestivirus emergente, identificato quasi dieci anni fa in un lotto di siero fetale bovino di
provenienza brasiliana, fino a pochi anni fa era stato isolato solo in Sud America ed Asia. Nel 2010
stipiti BVDV-3 sono stati identificati in Italia in bovini con malattia respiratoria e, successivamente,
in aborti osservati in un allevamento di bovine da latte della Calabria. Da una manza con
sintomatologia respiratoria è stato possibile isolare sia il biotipo non citopatogeno (ncp) che quello
citopatogeno (cp) di BVDV-3, i quali differivano per la presenza in quest'ultimo di un inserto
sovrapponibile a sequenze di origine bovina, associate in precedenza a stipiti cp di BVDV-1 e BVDV2. Indagini condotte sugli animali presenti in allevamento hanno permesso di identificare un vitello
con infezione persistente (PI), che è stato monitorato per circa sei mesi sia per gli aspetti clinici che
per gli aspetti virologici. L'infezione sperimentale di animali appartenenti a specie tradizionalmente
sensibili ad altri pestivirus ha dimostrato che bovini ed ovini sono in grado di infettarsi, sviluppando
una forma clinica di tipo respiratorio ed eliminando il virus con secreti ed escreti, mentre i suini sieroconvertono in assenza di sintomatologia e di escrezione virale. La scarsa cross-reattività sierologica
esistente tra BVDV-3 e BVDV-1, valutata nel modello ovino, ha suscitato preoccupazioni sulla
possibile mancata o incompleta protezione conferita dai vaccini attualmente in commercio (allestiti
con BVDV-1) nei confronti dell'infezione sostenuta da questo pestivirus emergente. Infine, è stato
messo a punto un test diagnostico (nested PCR) per la identificazione e simultanea caratterizzazione
molecolare di tutte le specie BVDV attualmente conosciute in campioni clinici. Indagini future
dovranno accertare la reale circolazione di questo pestivirus nella popolazione bovina italiana
valutando l'impatto dello stesso sulle produzioni zootecniche
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