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ANNO 3 - GIUGNO 2014
© 2014. È consentita la riproduzione e la stampa per uso personale
purché non con finalità commerciali di qualunque tipo o di
promozione aziendale.
Realizzazione: Edizioni Luì, Chiusi (Siena)
L’ASSESSORATO ALLA CULTURA IN COLLABORAZIONE CON LA
“COMPAGNIE CORPS ROMPU” PER IL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO CON IL TEATRO CLASSICO
EURIPIDE A L’AMOROSA
In scena, nella suggestiva cornice dell’Amorosa, “Ione” per la regia
di Maria Claudia Massari con la Compagnie Corps Rompu
Il 30 luglio e andata in scena, nei giardini dell’Amorosa
“Ione”, dramma di Euripide con traduzione di Giulio Guidorizzi e la regia di Maria Claudia Massari.
Interpreti: Massimo Poggio, Olga Rossi, Lorenzo Bartoli,
Emma Dante, Dario De Falco, Marianne Lewandowski,
Pino Michienzi,
Alessandro Pace, Maria Claudia Massari, Pino Michienzi.
Queste le “note di regia”:
Dal tempio di Delfi, o da Pompei, con le sue mille porte
sigillate e spalancate ancora dalle mani magiche di infiniti
guardiani di templi, da molto lontano o dal portone accanto
a casa, ci arriva questa storia.
La nostra meraviglia questa volta e assoluta.
Cadiamo nel tranello e ci lasciamo prendere nella rete di
ragno che Euripide tesse, nella trama della commedia la tragedia che supera i
generi e tutti li anticipa di alcuni millenni.
Qui un ragazzo, Ione, non sa nulla di se: e cresciuto in un tempio come un
trovatello.
Una donna, Creusa, si dice violentata da Apollo, ma lo tiene segreto, e va in
cerca di figli, anzi di quell’unico figlio avuto da Febo, abbandonato in fasce,
subito ricercato, mai più trovato.
Il suo sposo, Xuto, valoroso guerriero, viene a chiedere la fertilità per sé e per il
regno, e si crederà presto esaudito. Troppo presto.
Arrivano i turisti, ma sembrano usciti dalla Corte dei Miracoli, una famiglia di
disperati, comici e attoniti, vengono ad ingombrare la soglia del luogo sacro e,
occupati in un trasloco infinito, fra bagagli e guai, non se ne andranno più fino
alla fine. La loro storia marca di piccoli commenti e di grande partecipazione
emotiva la storia di Ione.
Il dio Hermes ci aveva già detto tutto, lui, che adora raccontare, evocare, ma
non basterà neanche il ritrovamento della culla di Ione, ad opera della Pizia,
per far credere al ragazzo di essere figlio di Creusa e di Apollo. Ci vorrà un’altra apparizione ancora, quella di Atena, che chiude la vicenda con una serie di
regali e di rivelazioni che lasciano il lieto fine aperto al vento gelido dei tempi
che verranno.
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