Commento delle Sorelle Carmelitane. Monastero "Regina Carmeli

Commento delle Sorelle Carmelitane. Monastero "Regina Carmeli"
13/04/2014
In questa Domenica, detta anche delle Palme, la Celebrazione Eucaristica è preceduta da
una processione che ricorda l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, fra la folla che l’acclamava
Re di Israele. Anche oggi si portano in mano rami di ulivo, che vengono benedetti e poi
portati nelle case, come segno di protezione e di pace. L’ingresso di Gesù in Gerusalemme
sopra un’asina, ricorda l’ingresso dei Re di Israele: anche Salomone, designato Re da suo
padre Davide, era entrato nella città sull’asina del Re ed era stato accolto e acclamato dalla
folla in festa. Anche il grido dei discepoli di Gesù e della folla:”Osanna! Benedetto colui che
viene nel nome del Signore. Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide. Osanna
nel più alto dei cieli”, è il riconoscimento della regalità di Gesù. La stessa folla, però,
sobillata dagli avversari di Gesù, griderà, dopo pochi giorni: ”Sia crocifisso!” Nello stesso
giorno Gesù fu inchiodato sulla croce e “al di sopra del suo capo posero il motivo scritto
della sua condanna: Costui è Gesù, il Re dei Giudei.”
In questa Domenica che precede la Pasqua si fa memoria della Passione del Signore
leggendo il Vangelo detto “il Passio”, cioè il brano che racconta la Passione e Morte del
Signore Gesù. In questo Anno A è letto il Vangelo secondo Matteo, nel quale Gesù non è
travolto dagli avvenimenti, ma si presenta come Signore. Ha il potere di chiedere 12 legioni
di angeli, ma rinuncia all’uso del suo potere, non oppone violenza a violenza, e sceglie la via
dell’umiltà, cioè delle Scritture, riconoscendo in questa via il volere del Padre. A questo
senso si riferiscono le citazioni bibliche del Vangelo di Matteo, che riporta la parole dei
Profeti, di Geremia nel tradimento di Giuda, dei Salmi, per significare che Gesù ha
adempiuto le Scritture con cosciente e consapevole obbedienza al piano salvifico della
volontà del Padre.
Nelle due Letture che precedono il Vangelo appare chiaro questo proposito di Gesù,
annunciato dalla profezia di Isaia, nella I Lettura e dalla riflessione di S. Paolo nella II
Lettura. In Isaia abbiamo un quadro impressionante della Passione di Gesù nei suoi
particolari, come anche nel Salmo Responsoriale, che sembra una “cronaca in diretta” dal
Calvario, quasi una ripresa fotografica sulla crocifissione di Gesù.
Il Profeta Isaia ci mostra il Servo di Jahve, che ascolta, che obbedisce, infatti obbedire
deriva da “ob-audire”, cioè ascoltare. “Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io
ascolti come i discepoli. Il Signore mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.” Isaia ci presenta al vivo i particolari della Passione:
flagellazione, insulti, sputi, con tutto quello che comportavano di sofferenza, fisica e morale.
Matteo nella sua cronaca dettagliata ci riferisce infatti che: “gli sputarono in faccia…e
addosso…”sia gli ebrei che i soldati romani. Gesù sulla croce alza al Padre il grido del Salmo
21, il Salmo Responsoriale: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”, che esprime la
sua partecipazione e la sua condivisione di tutte le sofferenze dell’umanità di tutti i tempi e
di tutti i luoghi, essendosi caricato, ed avendo preso su di sé tutti i nostri peccati, ma
esprimendo anche la sua appartenenza al “suo” Dio, la sua totale fiducia e l’abbandono
pieno alla volontà del Padre, per la salvezza e per la vita del mondo.
Anche nella II Lettura S.Paolo esprime la grande umiliazione e l’annientamento dei Signore
Gesù: “ Pur essendo nella condizione di Dio…svuotò se stesso, assumendo una condizione di
servo…dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla
morte e a una morte di croce.” Poi aggiunge subito: “ Per questo Dio lo esaltò e gli donò un
nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi …e
ogni lingua proclami: Gesù Cristo è Signore, a gloria di Dio Padre.”
Dopo l’umiliazione della croce c’è la gloria della Resurrezione.. Solo dopo avere percorso la
via dell’umiltà, il Signore Gesù, come annuncia S. Paolo: “ apparirà sulle nubi del cielo, con
ogni potere in cielo e in terra.” e in questo si può intravedere la luce della Resurrezione, che
splenderà in pieno il mattino di Pasqua.
Dopo la morte di Gesù, il centurione e le guardie dicevano: “Davvero costui era Figlio di
Dio!” E’ il primo riconoscimento da parte di soldati pagani, della divinità di Gesù, è il primo
annuncio di fede da parte dei rappresentanti del mondo pagano, che accoglierà la
testimonianza degli apostoli del Risorto, che porteranno la luce della Resurrezione e del
Vangelo del Signore Gesù in tutto il mondo.