Ricerca Operativa Politecnico di Torino 5. ANALISI DI SENSIBILITÀ R. Tadei 1 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino Una piccola introduzione R. Tadei 2 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino ANALISI DI SENSIBILITÀ Nei precedenti capitoli abbiamo visto come, partendo da un problema reale, si possa giungere alla costruzione di un suo modello matematico lineare. Successivamente, abbiamo visto come risolvere il problema matematico che ne deriva utilizzando dei metodi ad hoc, primo fra tutti il metodo del simplesso. Gli esercizi di risoluzione di tali problemi visti fino ad ora constano di un limitato numero di variabili e di vincoli, in quanto sono finalizzati alla didattica; nella realtà i problemi che si devono risolvere possono essere, invece, costituiti da centinaia di variabili e migliaia di vincoli. In tali casi, quindi, la loro risoluzione è molto onerosa specialmente riguardo al tempo di elaborazione; inoltre se dopo aver risolto un problema, sopraggiungono delle cause che variano leggermente i dati iniziali, non possiamo certo permetterci di ricominciare tutto da capo. R. Tadei 3 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino E’ qui che interviene l'analisi di sensibilità: essa crea un ideale ponte congiungente la soluzione finale con il problema iniziale, scavalcando l'enorme mole di calcoli che li separa, cosicché risultino evidenti i loro legami diretti. In particolare, come vedremo, l'analisi di sensibilità si può orientare verso due campi di ricerca: · calcolare con quale entità le perturbazioni dei dati iniziali si ripercuotono sulla soluzione ottima finale; · determinare il massimo intervallo di variazione dei dati iniziali entro il quale la soluzione è stabile. R. Tadei 4 5. Analisi di sensibilita' Politecnico di Torino Ricerca Operativa Due possibili campi di indagine • Analisi di sensibilità rispetto a variazioni dei termini noti. • Analisi di sensibilità rispetto a variazioni dei coeff. di costo. Analisi di sensibilità rispetto ai termini noti Perturbando il vettore dei termini noti b del problema iniziale, cambiano, nel tableau finale, solo i termini noti: abbiamo, quindi, una soluzione perturbata ed un nuovo valore della funzione obiettivo. Perturbazione dei termini noti Ammissibilitá della soluzione perturbata La sol. perturbata continuerá ad essere ottima (sempre se ammissibile): gli rj infatti non cambiano. 5 5. Analisi di sensibilita' R. Tadei Ricerca Operativa Politecnico di Torino 1. Perturbazione fissa dei termini noti Siano dati : xB (dove xB = B-1b , vedere slide 24 - CAP.4) soluzione ottima ed ammissibile; θ vettore di perturbazione del vettore dei termini noti b. b* = b + θ è il nuovo vettore dei termini noti. Si vuole verificare se con b* la soluzione perturbata x*B = B-1b* sia ancora ammissibile oltre che ottima. Si deve avere x*B = B-1b* ≥ 0 ma B-1b* = B-1b + B-1θ = xB + B-1θ quindi se xB + B-1θ ≥ 0 la soluzione perturbata sará ammissibile. R. Tadei 6 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino 2. Perturbazione parametrica dei termini noti Siano dati : il vettore θ di perturbazione fissa; uno scalare k. In questo caso : b* = b + kθ. Si vuole studiare l’ammissibilitá della soluzione al variare del parametro k. Si vuole x*B = B-1b* = B-1(b + kθ) ≥ 0 ossia xB + kB-1θ ≥ 0 La disequazione vettoriale si traduce in m disequazioni algebriche nell'incognita k. La soluzione sarà data dall'intervallo di variazione di k entro il quale tutte le disequazioni siano contemporaneamente soddisfatte. R. Tadei 7 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino 3. Intervallo di stabilità dei termini noti Si vuole calcolare l'intervallo di variabilità del termine noto dell’i-esimo vincolo entro cui non si modifica la base ottima. Definiamo : il vettore ui per selezionare l’i-esimo termine noto; ∆ variazione incognita dell’i-esimo termine noto. Il vettore dei termini noti perturbati sará b* = b + ui ∆ dove 0 ... 0 u = 1 i 0 ... 0 R. Tadei i-esimo vincolo 8 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino x*B = B-1(b + ui∆ ) = B-1b + B-1ui∆ x*B = soluzione perturbata Imponendo l’ammissibilitá di x*B otteniamo disequazione vettoriale nella variabile ∆ . la seguente xB + B-1ui∆ ≥ 0 Risolvendo graficamente, l’intervallo di variazione dell’i-esimo termine noto entro cui non cambia la base ottima è dato dall’intersezione degli intervalli di esistenza di ognuna delle disequazioni. Es. ∆+ = 2 ∆− = −3 7 5 −1 5 ∆ ≥ 0 ∆ ≤ 7 6 5 − 3 5 ∆ ≥ 0 ≡ ∆ ≤ 2 3 5 +1 5 ∆ ≥ 0 ∆ ≥ −3 R. Tadei 9 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino Osservazione. Volendo risolvere il precedente sistema di disequazioni con un algoritmo, si pone prima β i = B-1 u i cioè si considera l ’ i-esima colonna di B-1 ; quindi x*B = xB + β i ∆ i dove ∆ i è la variazione di bi . Gli estremi dell’intervallo di variazione sono dati da ( xB )h max ∆ = min − β hi ( β hi < 0 ) ( xB )h − max ∆ i = min β hi ( β hi > 0 ) + i dove h indica la riga . R. Tadei 10 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino 4. Convenienza della perturbazione Anche il valore della funzione obiettivo z0 = cTBxB si perturba. Infatti: z*0 = cTBx*B z*0 = cTB(xB + B-1∆ b) = cTBxB + cTBB-1∆ b = cTBxB + λT∆ b dove λT =cBB-1 sono le soluzioni del duale e il vettore ∆ b è : ∆ b = b*i - bi Da ciò si deduce che ∆ z = λT∆ b La convenienza quindi di aumentare o diminuire un generico termine noto bi dipende dal segno algebrico del corrispondente moltiplicatore λi e dalla natura dell'obiettivo (min o max). In particolare conviene : Se λi > 0 e si ha un problema di min ⇒ diminuire bi cioè ∆ b< 0 ; Se λi < 0 e si ha un problema di min ⇒ aumentare bi cioè ∆ b>0 ; Se λi > 0 e si ha un problema di max ⇒ aumentare bi cioè ∆ b>0 ; Se λi < 0 e si ha un problema di max ⇒ diminuire bi cioè ∆ b< 0 ; R. Tadei 11 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino Analisi di sensibilità rispetto ai coeff. di costo Perturbando i coefficienti di costo, nel tableau della soluzione ottima cambiano solo i coefficienti di costo relativo rj . Pertubazione dei coefficienti di costo cj Ottimalitá della soluzione perturbata Abbiamo 2 casi: • variazione del cj di una variabile fuori base si parla della convenienza a far entrare in base una variabile fuori base ; • variazione del cj di una variabile in base si parla dell’intervallo di variazione dei coeff. di costo in modo che la base ottimale non si destabilizzi ; R. Tadei 12 5. Analisi di sensibilita' Politecnico di Torino Ricerca Operativa 1. Variazione del cj di una variabile fuori base Faccio variare il cj della variabile xj che si trova fuori dalla base della soluzione ottima nel tableau finale cambia solo il coeff. di costo relativo rj associato ad xj . Infatti, in forma vettoriale: ∆cD= vett. delle variazioni dei coeff. di costo delle var. fuori base r*D = c*TD - cTBB-1D ma c*TD = cTD + ∆cTD allora r*D = cTD + ∆cTD - cTBB-1D e quindi r*D = rD + ∆cTD Se r*D= 0, le variabili fuori base possono entrare in base. In questo caso ∆cTD = - rD e cioé c*TD - cTD = - rD da cui : c*TD = cTD - rD I c*TD sono i nuovi coeff. di costo per cui le corrispondenti variabili entrerebbero in base. Da -∆ ∆cj = rj si vede che il costo marginale misura la riduzione da portare al costo di xj perchè divenga conveniente farla entrare in base. 13 5. Analisi di sensibilita' R. Tadei Politecnico di Torino Ricerca Operativa 2. Variazione del cj di una variabile in base Faccio variare il cj della variabile xj che si trova in base nel tableau finale cambiano tutti i coeff. di costo relativo rD associati alle variabili fuori base. Infatti, in forma vettoriale: ∆cB= 0 L ∆c j L 0 vett. di variazione del coeff. cj della var. in base xj r*D = cTD - c*TBB-1D ma c*TB = cTB + ∆cTB allora r*D = cTD - cTBB-1D - ∆cTB B-1D e quindi r*D = rD - ∆cTB B-1D Per far sí che la soluzione perturbata continui ad essere ottima r*D ≥ 0 e cioé rD - ∆cTB B-1D ≥ 0 . Risolvendo la disequazione vettoriale nell’incognita ∆cj si trova l’intervallo di variazione di cj tale per cui la soluzione rimane ottima. 14 5. Analisi di sensibilita' R. Tadei Ricerca Operativa Politecnico di Torino Riassumendo R. Tadei 15 5. Analisi di sensibilita' Ricerca Operativa Politecnico di Torino ANALISI DI SENSIBILITÀ In questo capitolo abbiamo evidenziato i legami tra i dati iniziali di un problema lineare ed i risultati finali al fine di analizzare la sensibilità di questi ultimi sulla base di post-perturbazioni dei dati. Naturalmente non si deve pensare di aver analizzato esaustivamente tutti i possibili legami: molte sono le relazioni che si possono individuare e ciò dipende dall’arguzia e dalle necessità contingenti. In questo capitolo si è voluto dimostrare il principio fondamentale in base al quale si può approfondire l’argomento. R. Tadei 16 5. Analisi di sensibilita'