Le apparenze non salvano né se stessi né gli altri

PARROCCHIA DI BOVOLONE
CATECHESI CFE N. 199 ANNO PASTORALE 2010 – 2011
(settimana dal 25 al 30 ottobre 2010)
Le apparenze non salvano
né se stessi né gli altri
Cari amici come sempre la gioia di ascoltare una Parola che non è di quelle che ci
scambiamo tra noi... E’ Gesù Gesù, che attraverso la Sua Parola, viene a
chiederci come sta la nostra anima...
Lc 11, 37-47:
Dopo che ebbe finito di parlare, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli entrò e si
mise a tavola. Il fariseo si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima
del pranzo. Allora il Signore gli disse: «Voi farisei purificate l'esterno della
coppa e del piatto, ma il vostro interno è pieno di rapina e di iniquità.
Stolti! Colui che ha fatto l'esterno non ha forse fatto anche l'interno?
Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, ed ecco, tutto per voi sarà
mondo. Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e
di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l'amore di Dio. Queste cose
bisognava curare senza trascurare le altre. Guai a voi, farisei, che avete cari
i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete
come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza
saperlo». Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo,
offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che
caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate
nemmeno con un dito! Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i
vostri padri li hanno uccisi.
Queste parole molto forti di Gesù, sembrano suonare come condanna...
In realtà Gesù ci aiuta a far uscire la nostra genuinità, e ci mette in guardia da
due rischi:
1° rischio: Guardare le cose esterne...
Guardando alla perfezione, rischiamo di perdere il cuore.
La casa, il vestito, i gesti che compio, quell’andare e dire... Questo è fatto per
amore o solo per perfezione in se stesso?
Viene fuori il meglio di me?
Viene fuori il mio cuore?
E per amore, per amare che si va in paradiso...
Il Signore ci chiede se abbiamo amato dal mattino alla sera...
“Trasgredite la giustizia e l'amore di Dio”
- segue dietro –
2° rischio: Cura dell’immagine di sé
Essere attenti alle apparenze, a quello che gli altri vedono: che sono bravo, che
sono a posto, e mentre mi vedono così, dentro nutro pensieri cattivi...
Quante volte dietro a questo si nasconde il nostro cuore di morte...
Finiamo per non renderci conto e allora si cura tutta l’esteriorità, ma non c’è il
cuore... Gesù li chiama sepolcri imbiancati...
Talora dietro le belle figure ci sono dei morti...
Sotto la bella figura, ho fatto del male a qualcuno.
Sotto la bella figura, si nascondono atti di ingiustizia, di violenza.
“Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi
insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!”
Terzo rischio dal quale Gesù ci mette in guardia:
Chi ha da dire come dovrebbero fare gli altri...
E il tuo cuore dov’è?
Il tuo cuore, giudica o ama?
Ma tu veramente ami Gesù?
Quante volte parli in forza di una gelosia che hai dentro?
Libertà, amare, larghezza, ampiezza...
Ricordiamo l’inno alla carità:
“La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità,
non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo
interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode
dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto
spera, tutto sopporta” 1 Cor 13, 4-7
Sintetizzando questi tre rischi, potremmo dire: guai quando si trascura il cuore,
l’amore...
Quando hai parlato con la tal persona, c’era amore?
Si è nel falso anche quando si ha ragione! Perché c’è la mia ragione...
Servono le parole di rimprovero, ma si fa sentire amore alla persona alla quale ci
rivolgiamo?
Guai a tutte le volte che noi poniamo gesti di “amore taroccato”
E quante volte diamo “amore taroccato” con gesti di gentilezza, di vicinanza e in
realtà dentro di noi c’è una rabbia... Sono gesti che hanno una fonte inquinata.
Gesti e parole devono essere attaccati al cuore...
Da qui si ricomincia
La bellezza che Dio ha dato alla mia vita, la sto facendo rifiorire?
Sto cavando fuori il meglio di me?
Se questo accade, i nostri comportamenti diventano evangelizzazione...
Ricordiamo i primi passaggi della Scuola di Evangelizzazione:
- la preghiera
- il servizio: costruire relazioni vere, parole attaccate al cuore...
Senza questo è difficile che scatti la scintilla di Dio...
Con la preghiera, con il servizio fatto per amore, possiamo compiere gesti e
donare parole capaci di convertire...