Patologia generale Prof. Barbara Batetta Lezione n° 14 08/11/2012 Roberta Carboni La matrice extracellulare La matrice extracellulare ha vari ruoli: quello di impalcatura, separazione, libera fattori di crescita, citochine e molecole come i gel che richiamano acqua. Un tipo di matrice extracellulare è quella che caratterizza le nostre ossa; l’osso è un tessuto duro e questa durezza è data dalla ripetizione di calcio sotto forma di sali. Mentre se andiamo a vedere la parete di un’arteria la sua matrice extracellulare sarà differente rispetto a quella dell’osso, infatti ci sarà più elastina, così come sarà diversa la componente che caratterizza le vene che non sono elastiche. Per cui a seconda del tessuto, è necessario che siano presenti più che qualitativamente, quantitativamente , differenti forme di macromolecole che caratterizzano la matrice extracellulare. Noi dividiamo queste macromolecole in: proteine fibrose: tra queste sono molto importanti il collagene e l’elastina glicoproteine adesive: tra queste abbiamo la fibronectina e la laminina, molto importanti perché sono in grado di condizionare la risposta cellulare gel di proteoglicani e acido ialuronico: questi sono in grado di trattenere acqua, quindi l’idratazione dei diversi tessuti è caratterizzata anche da questa componente. Per quanto riguarda il collagene se ne conoscono 27 tipi, sono codificati da 41 geni distribuiti su 14 cromosomi. Notiamo l’importanza di queste molecole soprattutto in patologie in cui sono alterate, come patologie genetiche. Le molecole di collagene sono formate da tre catene disposte ad elica che formano un trimero chiamato tropocollageno. Abbiamo inoltre una sequenza amminoacidica ripetitiva caratterizzata dal fatto che in terza posizione è presente la glicina, mentre nella posizione ”Y” abbiamo la prolina e la lisina, che vengono idrossilate per stabilizzare la tripla elica. Perché avvenga quest’idrossilazione è necessaria la vitamina C, per cui un’ alterazione delle fibre collagene si ritrova in soggetti affetti da carenza di vitamina C. Questo succede nello scorbuto, una patologia che colpiva soprattutto soggetti che si imbarcavano per lunghi periodi di tempo e si nutrivano esclusivamente di riso brillato che perdeva la componente vitaminica. In questa diapositiva sono elencati i 9 tipi di collageno più nominati e vediamo che sono diverse le caratteristiche: Inoltre sappiamo che le molecole di collagene sono anche di natura fibrillare e non fibrillare, tra i quali il più rappresentato è il tipo IV ( non fibrillare). I fibrillari (tipo I, II, III, V , XI) sono costituiti da lunghe sequenze ininterrotte a tripla elica, che li distingue da quelli laminari che invece sono non fibrillari, in cui le catene a tripla elica sono discontinue. I fibrillari formano le strutture extracellulari costituite da oltre 100 residui. Il collagene a livello del reticolo endoplasmatico e di Golgi viene trasformato in tripla elica, secreto, poi viene formato il procollagene, in quanto vengono tagliati dei peptidi terminali, e infine trasformato in collagene; a questo punto avviene l’idrossilazione della prolina e della lisina e questo consente dei legami tra le varie molecole di collagene. Tra i collageni laminari il più importante è il tipo IV, che si trova nella membrana basale (membrana che separa l’endotelio dal sub endotelio nei vasi più spessi e che troviamo anche negli epiteli e nelle mucose). In oncologia vedremo che, valutando l’espansione di un tumore, che colpisce gli epiteli e le ghiandole, sarà importante lo stato di integrità della membrana basale; infatti se la membrana basale è erosa dal tumore, vuol dire che questo è già a livello del derma e può aver raggiunto dei vasi, linfatici e sanguigni, causando così metastasi. In questa diapositiva possiamo notare le integrine cellulari che consentono l’adesione a questa membrana basale e danno anche supporto alle cellule che stanno al di sopra; oltre al collageno di tipo IV abbiamo le laminine e proteoglicani che danno un aspetto gelatinoso. Parlando dell’elasticità, in alcuni tessuti è essenziale, come nei vasi sanguigni ; un’alterazione dell’elasticità può portare a patologie che portano a dilatazione della parete arteriosa come aneurismi. Ci sono anche altri tessuti dove è importante la componente elastica, come l’utero e i polmoni, quindi in quei tessuti soggetti a dilatazione e recupero delle condizioni originarie. Le fibre elastiche sono costituite da un nucleo centrale di elastina circondato da microfibrille (costituite da fibrillina); fungono da impalcatura, ma come il collagene, sono anche in grado di intrappolare fattori di crescita come il fattore di crescita tessutale, importante perché ogni volta che abbiamo una lesione questo può legarsi ai recettori cellulari e attivarli. Quando invece è intrappolato dalle macromolecole del tessuto connettivo, automaticamente gli viene impedito di agire, però è disponibile. Nell’elenco delle molecole importanti troviamo quelle coinvolte nella regolazione e soprattutto nel cross top (?), ossia una via di comunicazione tra cellule e componente stromale che regola l’attività cellulare e che suggerisce quella che è la condizione di un tessuto ( non a caso stiamo parlando di una condizione del riparo delle lesioni, dove l’omeostasi è alterata e bisogna ricostituire tutto, un tessuto corretto, con quell’impalcatura connettivale, con quelle cellule, con quella vascolarizzazione e proliferazione di vasi linfatici). Per questo un fenomeno del genere richiede la comunicazione tra tanti compartimenti. Quali sono le molecole che partecipano a questa comunicazione? 1. 2. 3. 4. Le immunoglobuline CAM Caderine Selettine Integrine Le integrine e le selettine sono coinvolte nel processo infiammatorio. La maggior parte di queste sono sintetizzate in seguito a stimolo citochinico, perché normalmente gli endoteli normali ma anche le cellule immunitarie circolanti non contengono, espressi in superficie, recettori che permettono la loro adesione. Quali sono i componenti che costituiscono la membrana basale? La membrana basale si lega alle integrine delle cellule. In questa diapositiva possiamo vedere che nella membrana basale è presente un proteoglicano che si associa con la laminina, con il collagene IV, con la fibronectina, con fattori di crescita, con l’entactina e con chemochine. La laminina ha una predilezione per le integrine , quindi questo automaticamente permette un legame stretto con l’endotelio (se parliamo della membrana basale di un endotelio) o con l’epitelio (se parliamo della membrana basale di un tessuto epiteliale). Il collagene di tipo IV che è laminare, permette la formazione di uno strato che è innanzitutto di carica negativa, e la carica negativa è quella che richiama le piastrine e che tiene lontane le proteine ( quando c’è un danno a livello del rene passano tutte le proteine indipendentemente dalla carica), per cui è anche un isolante importante. Quindi la membrana basale allaccia tutta una serie di rapporti con la lunga serie di recettori cellulari (abbiamo parlato di immunoglobuline, caderine, integrine e selettine), e queste, che sono praticamente delle molecole adesive, si legano preferenzialmente con la laminina e con la fibronectina. In quest’altra diapositiva possiamo vedere dei recettori; i recettori possono avere attività tirosin-chinasica oppure possono legarsi a proteine G, oppure legarsi con settori di membrana che rispondono alle citochine. In questo caso abbiamo un fattore di crescita e catene di eparan solfato che abbiamo trovato a livello di struttura connettivale. A destra abbiamo il legame con la matrice extracellulare e come vediamo è presente la fibronectina legata a delle unità α e β delle integrine. Il legame di queste integrine con la matrice attiva tutta una trasduzione del segnale (dal legame tra recettore e il suo ligando abbiamo interposto, prima di arrivare all’effetto nucleare, due momenti: la trasduzione del segnale e lo spostamento di fattori di trascrizione, bloccati a livello di citoplasma, nel nucleo e qui l’attivazione di vari geni interessati nel processo). Quindi il legame di questi attiva vari processi, e si ha un compenso proliferativo, ad esempio: se noi mettiamo in coltura dei fibroblasti con un supporto connettivale, se c’è spazio, il fatto di metterli in coltura ne induce la proliferazione. Allora il legame con queste piastre che hanno una preparazione simil connettivale, consentendo l’adesione della cellula, attiva la proliferazione. Inoltre una cellula o due da sole in coltura in una piastra non crescono, perché nel momento in cui la cellula aderisce secerne molecole che agiscono anche su stessa per la proliferazione; quindi per avere il massimo della proliferazione queste cellule devono essere adese, stimolate attraverso un legame con la fibronectina e l’integrina della cellula, che attiva tutta quella serie di legami che a livello nucleare attivano la proliferazione. Naturalmente quando tutto lo spazio è stato occupato i messaggi saranno opposti quindi si ha l’inibizione da contatto e la cellula non cresce più. Per questo abbiamo sempre un tessuto normale a qualsiasi livello con un numero di cellule mantenuto. Ci sono delle cellule dove l’inibizione da contatto non c’è, come cellule in sospensione, solo che queste dopo un po’ smettono di crescere, a meno ché vediamo, come nel tumore, che l’inibizione da contatto è assente. Se mettiamo in coltura una cellula tumorale questa cresce fino a quando viene ammazzata dall’acidità del mezzo, perché la cellula produce CO2 quindi bicarbonato e formazione di idrogenioni. Nell’organismo invece la cellula stimola la formazione di nuovi vasi e non muore mai. La fibronectina è una proteina adesiva multifunzionale che media l’adesione tra le cellule e la matrice cellulare, quindi è molto importante a livello di endotelio e di epiteli che devono aderire sulla loro membrana basale. Chi produce la fibronectina? I fibroblasti. È importante un fattore di crescita prodotto dalle piastrine per far crescere i fibroblasti, il PDGF, se manca i fibroblasti anziché essere delle cellule lunghe assumono una forma tonda e sembrano della uova fritte e sono in quiescenza. Quindi nel momento dell’emostasi primaria dove vengono richiamate le piastrine, si ha anche la stimolazione della proliferazione dei fibroblasti.