Contro il paradigma scissorio nella ricerca sociale. Le funzioni dei Big Data in un approccio multilivello e integrato di Sergio Mauceri1 Parole chiave: Derive scissorie; Uso combinato dei Big Data; Approccio multilivello e integrato; Survey research; Proprietà contestuali; Mixed Methods Research Abstract: La sociologia degli anni ’30-’50 del secolo scorso - in particolare nelle scuole americane di Chicago e della Columbia - era fortemente animata da una tensione al recupero, per via empirica, dei legami micro-mesomacro e qualità-quantità. Si tratta di lezioni del passato, peraltro formalizzate in numerosi contributi a carattere metodologico, recepite solo selettivamente dalla comunità degli scienziati sociali. Piuttosto che valorizzarle e svilupparle, nei decenni successivi alla sua golden age, la sociologia empirica ha coltivato una disposizione tendenzialmente scissoria, volta alla delimitazione di confini tra teorie, approcci, “metodi”, metodologie, modelli procedurali, discipline e settori specialistici. La funzione non troppo latente di questo paradigma scissorio è stata di volta in volta di rivendicare una supposta superiorità di una scuola teoricometodologica sull’altra, per ragioni prevalentemente ascrivibili alla sociologia della scienza e a dinamiche accademiche, depotenziando di fatto la tensione unificante, che peraltro era propria dei padri fondatori della scienza sociologica. Si ritiene che la scissione operata abbia impoverito enormemente la portata euristica della ricerca sociale, rendendola meno incisiva, in un’ottica pragmatista, nel dare risposta ai problemi genuini, che all’interno della società richiedevano soluzioni pratiche (Dewey 1938), e contribuendo al ricorso storico di un conclamato stato di crisi della disciplina sociologica. In continuità con le lezioni meno recepite della Columbia School e basandosi su esperienze di ricerca personalmente condotte, chi scrive ha progressivamente formalizzato un Approccio Multilivello e Integrato alla Survey research (AMIS) con l’intento di coniugare tre livelli di osservazione (individuale, relazionale, contestuale), generalmente analizzati separatamente, attraverso l’integrazione di procedure e approcci metodologici apparentemente antagonisti (Mauceri 2012, 2015; Gobo e Mauceri 2014). In questa occasione, il riferimento a questo modello di ricerca è volto a sollecitare la riflessione metodologica nella direzione di iniziare a guardare all’analisi secondaria dei Big Data (da ora in poi BD), qualunque forma essi assumano (dati istituzionali, indizi audio-visivi/messaggi scritti acquisiti dal Web, informazioni su network relazionali, etc.), come approccio complementare rispetto agli altri e perciò non necessariamente dotato di autosufficienza metodologica. In un’ottica pragmatista, la possibilità di utilizzare i BD (sempre) in modo autonomo, si scontra intanto con la constatazione che un problema si sceglie, si istituisce e si concettualizza in funzione delle specificità della situazione problematica che ha giustificato l’indagine e che dunque l’utilità dei BD debba rapportarsi al contributo che essi possono dare in rapporto alle tendenze sociali emergenti. A questo riguardo, solo un caso particolarmente fortunato potrebbe favorire il riconoscimento di una congruenza tra il fabbisogno informativo, determinato su base teorico-concettuale dal ricercatore, e i dati secondari già disponibili. In questo senso, i BD possono costituire una risorsa dal valore evidenziale inestimabile per la sociologia empirica, ma anche un rischio, niente affatto immaginifico, di condurre la ricerca sociale verso una nuova deriva, laddove la loro maggiore economicità contribuisse ad eclissare progressivamente, tra i sociologi, il riferimento irrinunciabile ad altri significativi e avanzati procedimenti investigativi. L’idea principale esposta nella relazione proposta è che nel campo della ricerca sociale sia 1 Sergio Mauceri (Ph.D.), ricercatore confermato e professore aggregato di Strategie di ricerca sociale e di Laboratorio di ricerca valutativa presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale, Sapienza Università di Roma – e-mail: [email protected]. particolarmente fecondo combinare i BD con altre fonti di informazioni, riconoscendo agli stessi una duplice funzione: di supporto alle operazioni di indagine (strumentale) e costitutiva della base empirica. Contro il paradigma scissorio, che ha dominato il campo sociologico per più di mezzo secolo, la presente proposta inserisce l’AMIS all’interno della presentazione più generale di una tipologia dei possibili usi dei BD nella ricerca sociale, assumendo quali fundamenta divisionis la funzione e l’ordine di successione del ricorso ai BD all’interno del disegno di ricerca (Fig. 1). Fig. 1 - Tipologia delle strategie di integrazione dei Big Data nella ricerca sociale: Posizionamento per Funzione dei BD nel disegno di ricerca Costitutiva Sequenziale Concorrente/ Parallela Strumentale Indagine in profondità (mixed o quantitativa) Progettazione di dati di qualità I BD contribuiscono alla costruzione della base empirica in relazione alle proprietà contestuali o alle rappresentazioni collettive di un fenomeno, orientando successivi approfondimenti mediante altri approcci di investigazione L’analisi di BD può aumentare la sensibilità al contesto di indicatori e strumenti di indagine e offrire supporto alle operazioni di ricerca (campionamento, progettazione degli strumenti di rilevazione,…) Approccio Multilivello e Integrato alla Survey Triangolazione research (AMIS) I BD supportano il controllo delle possibilità di Survey research (proprietà individuali) + Analisi inferenza dei risultati emersi in una survey secondaria di BD (proprietà contestuali: analitiche research attraverso analisi post-hoc delle fonti e globali) + Network analysis (proprietà relazionali) secondarie di dati e confronto con i dati costruiti in parallelo → Analisi Multilivello dei dati dall’indagine organizzati in una matrice Integrata casi x variabili La concezione dell’attore situato in contesti di interazione sociale suggerisce ai ricercatori di svincolarsi dalla subalternità rispetto ad alcuni requisiti mutuati dalla statistica, in aperto contrasto con i fondamenti sociologici (si pensi solo a quanto, in nome di esigenze di inferenza statistica, si sia sfociati nel microriduzionismo indotto dall’atomismo connaturato al campione probabilistico). In questa direzione, il ricorso ai BD può essere essenziale per orientare strumentalmente le operazioni di ricerca, come quelle che presiedono alla selezione di un campione multistadio (che ha un’affinità elettiva con l’AMIS) e/o per assolvere un ruolo costitutivo della base empirica, con particolare riferimento (ma non solo) a quelle proprietà dei contesti di azione, delle quali i soggetti intervistati generalmente non sono consapevoli. Nello specifico, i BD possono assolvere un ruolo cruciale nel recuperare le proprietà globali e analitiche (Lazarsfeld 1958) che caratterizzano i contesti/collettivi, entro i quali sono situate le disposizioni, le azioni e le relazioni degli attori sociali che si intendono indagare. La fecondità dell’AMIS si rapporta alla possibilità, offerta dall’adozione di particolari accortezze metodologiche, di integrare nella stessa matrice dei dati: a) variabili contestuali (tramite analisi di BD e di resoconti etnografici, etc.); b) variabili relazionali, derivanti principalmente dall’integrazione nel disegno di ricerca delle tecniche sociometriche e della network analysis (ma anche a quei BD ascrivibili ai social network sites); c) variabili individuali, co-costruite mediante l’impiego del questionario e delle informazioni sulle proprietà individuali derivabili dai BD che convergano con il fabbisogno informativo dell’indagine. In aggiunta, nell’ottica del legame qualità-quantità, recentemente rivitalizzato dal movimento anglosassone della Mixed Methods Research, è possibile introdurre nella stessa struttura integrata e multilivello di organizzazione dei dati il riferimento a informazioni mutuabili da specifici approfondimenti qualitativi centrati su casi particolarmente stimolanti (o perché tipici o perché devianti dalle attese) o tesi a cogliere il legame tra rappresentazioni/azioni collettive e individuali inerenti all’oggetto d’indagine. Per quanto l’intento principale della relazione sia indubbiamente propositivo, la sua parte destruens, oltre che dalle derive scissorie, punta a mettere in guardia dal rischio, sotteso alla nascente e crescente apologia dei BD in ambito internazionale, di rafforzare la tendenza, già accentuata nella ricerca sociale contemporanea, a privilegiare la razionalità economica rispetto a quella scientifica, con effetti negativi sulla qualità dei dati e sulla rilevanza dei risultati della sociologia empirica particolarmente evidenti nel caso della diffusione della Web survey.