Università degli Studi Roma Tre FACOLTÀ DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Dipartimento di Fisica Edoardo Amaldi STUDIO E APPLICAZIONI DI MODELLI STOCASTICI PER LA DIFFUSIONE DELLE DICERIE Laureando: Relatore: Valerio Serpente Prof. Vittorio Lubicz Anno Accademico 2010 - 2011 Quello che non ho è quel che non mi manca (F. De André) Indice Introduzione 1 1 I modelli di diusione delle dicerie 3 1.1 Il modello Daley-Kendall . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 1.2 Il modello Maki-Thompson . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 1.3 La soluzione analitica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 2 Simulazioni e soluzione numerica esatta 2.1 10 La simulazione numerica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 N . . . . . . . . . . . . . 14 . . . . . . . . . . . . . 19 2.2 Soluzione numerica esatta per 2.3 La dipendenza dalle condizioni iniziali nito 3 Variazioni sul modello 24 3.1 Variazione della probabilità di diusione 3.2 Variazione sulla probabilità di diventare uno smorzatore Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . 24 29 33 A codice di Mathematica 35 ii Introduzione Il processo di diusione dei rumours (termine anglosassone che indica le dicerie, i pettegolezzi) fu inzialmente studiato da D.J. Daley e D.G. Kendall 0 a metà degli anni 60 del XX secolo con il loro omonimo modello [1], successivemente ripreso da D.P Maki e M. Thompson [2] una decina di anni dopo con alcune particolari modiche. Il modello si basa su considerazioni in principio simili a quelli che caratterizzano i modelli di evoluzione delle epidemie, per poi discostarsene ampiamente nella realizzazione (nel modello di diusione delle dicerie è del tutto assente, ad esempio, l'eetto di soglia, tipico dei modelli epidemiologici). Una delle principali quantità d'interesse da studiare è, a partire da una popolazione chiusa, formata da tre categorie di persone (ignoranti, diusori e smorzatori della diceria), la frazione nale di popolazione che non verrà a conoscenza della diceria. Alla base del processo di diusione delle dicerie vi sono le assunzioni che la diceria sia inizialmente diusa da uno uno o più diusori e che un diusore smetta di diondere la diceria non appena esso incontra qualcuno che già la conosca, ovvero uno smorzatore od un altro diusore. Nel primo capitolo di questa tesi verranno introdotti i modelli proposti da Daley e Kendall e da Maki e Thompson e studiata una loro soluzione analitica approssimata. La soluzione esatta, ottenuta mediante una procedura numerica iterativa, verrà arontata nel secondo capitolo, dove presenteremo anche una simulazione numerica, eettuata con l'ausilio del programma di manipolazione algebrica Mathematica Verranno inoltre prese in considerazione alcune proprietà del modello, come la variazione di ignoranti nali rispetto a quelli iniziali e le correzioni al modello per piccole popolazioni. Nell'ultimo capitolo inne verrà generalizzato il modello: verranno infatti introdotti i casi in cui la diusione della diceria e la possibilità di diventare smorzatori avvengano con una probabilità diversa da 1. Lo studio del processo di diusione delle dicerie può risultare interessante in quei settori, primi su tutti quello del marketing e quello dei mass media, nei quali risulta utile prevedere quante persone vengano a conoscenza della 1 INTRODUZIONE diceria. 2 In questo caso il concetto di diceria viene esteso al di fuori della semplice denizione di pettegolezzo. Una diceria, infatti, può rappresentare una qualsiasi informazione di particolare interesse, come la possibilità che esca un nuovo prodotto di consumo, più performante rispetto ai concorrenti, l'arrivo di una serie di grandi oerte, la scoperta di un nuovo vaccino oppure un semplice scoop giornalistico,) in modo da impostare una adeguata campagna d'informazione. Capitolo 1 I modelli di diusione delle dicerie In questo capitolo verranno discussi i modelli di diusione delle dicerie proposti da Daley e Kendall (DK) [1] e da Maki e Thompson (MT) [2], ed una loro soluzione analitica approssimata. (senza migrazioni, morti o nascite) di lata. Si consideri una popolazione chiusa N individui, omogeneamente mesco- Ogni membro della popolazione può essere ascritto ad una delle tre seguenti categorie: Gli ignoranti: persone che non hanno ancora ascoltato la diceria I diusori o spreaders: persone che conoscono la diceria e la diondono attivamente Gli smorzatori o stiers: coloro che conoscono la diceria ma hanno perso interesse nel dionderla. Essendo gli individui a stretto contatto tra di loro è ovvio pensare che essi interagiranno, facendo diondere tra di loro, eventualmente, il rumour. 1.1 Il modello Daley-Kendall Nel modello DK gli incontri tra due individui delle tre diverse sotto-popolazioni (ignoranti, diusori, smorzatori) avvengono casualmente: un individuo di una certa sotto-popolazione può incontrare un qualunque altro individuo, sia esso appartenente al suo stesso gruppo oppure ad un altro dei due gruppi. Ad esempio un ignorante può incontrare un altro ignorante oppure un diusore o uno smorzatore. Di tutti gli incontri possibili solo tre hanno un eetto e variano dunque la numerosità delle sotto-popolazioni: 3 CAPITOLO 1. I MODELLI DI DIFFUSIONE DELLE DICERIE 4 1. gli incontri Ignorante-Diusore, 2. gli incontri Diusore-Diusore, 3. gli incontri Smorzatore-Diusore. Nel primo caso l'ignorante apprende la notizia dal diusore, diventando egli stesso un diusore attivo della diceria. Nel secondo e terzo caso invece il diusore della diceria incontra un interlocutore che ne è già a conoscenza (sia esso attivo, come un altro diusore, sia esso passivo, come uno smorzatore). L'eetto che ne scaturisce è che il diusore perde la voglia di diffondere la notizia e diventa uno smorzatore. In particolare, nell'incontro diusore-diusore, entrambi diventano smorzatori. Tali interazioni possono essere riassunte ecacemente mediante transizioni di stato. Utilizzando la notazione proposta da Pearce e Belen in [3] ad ogni istante sono indicati rispettivamente con I, S ed R il numero di ignoranti, diusori e smorzatori, cosicché si abbiano le seguenti transizioni: Ignorante − Dif f usore : Dif f usore − Dif f usore : Smorzatore − Dif f usore : (I, S, R) −→ (I − 1, S + 1, R), (I, S, R) −→ (I, S − 2, R + 2), (I, S, R) −→ (I, S − 1, R + 1). (1.1) 1.2 Il modello Maki-Thompson Il modello proposto da MT dierisce solo parzialmente dal modello DK. Il modello MT si concentra su quel tipo di diusione delle dicerie che avviene, ad esempio, per via telefonica. Prima dierenza con il modello DK è che il primo interlocutore è sempre un diusore e quindi le uniche interazioni possibili sono quelle tra diusori e resto della popolazione (mentre nel modello DK era possibile qualunque tipo di interazione tra le tre sotto-popolazioni, sebbene alcune non modichino la numerosità delle tre sotto-popolazioni) . Il modello MT inoltre individua, qualora si incontrino due diusori, un diusore iniziale ed uno recettore. Nell'incontro tra due diusori sarà solo quello iniziale a diventare uno smorzatore, mentre l'altro rimarrà diusore. Utilizzando le transizioni di stato come fatto in precedenza si può riassumere tutto come segue: Ignorante − Dif f usore : Dif f usore − Dif f usore : Smorzatore − Dif f usore : (I, S, R) −→ (I − 1, S + 1, R), (I, S, R) −→ (I, S − 1, R + 1), (I, S, R) −→ (I, S − 1, R + 1). (1.2) CAPITOLO 1. 5 I MODELLI DI DIFFUSIONE DELLE DICERIE 1.3 La soluzione analitica In questa sezione viene discussa una soluzione analitica approssimata dei modelli DK e MT, valida nel limite in cui il numero di individui N della popolazione tende ad innito e che descrive approssimativamente, in termini di equazioni dierenziali continue, l'evoluzione temporale delle sottopopolazioni. Associate alle transizioni di stato vi sono delle probabilità di transizione. Esse si dierenziano leggermente tra i due modelli. Infatti per il modello DK si ha: Ignorante − Dif f usore : P(I,S,R)→(I−1,S+1,R) ∝ IS, 1 Dif f usore − Dif f usore : P(I,S,R)→(I,S−2,R+2) ∝ S(S − 1), 2 Smorzatore − Dif f usore : P(I,S,R)→(I,S−1,R+1) ∝ SR, (1.3) avendo omesso una costante di normalizzazione comune per le varie probabilità. Per il modello MT la dierenza fondamentale risiede nella probabilità di transizione diusore-diusore, che diventa: Dif f usore − Dif f usore : P(I,S,R)→(I,S−2,R+2) ∝ S(S − 1) (1.4) La dierenza tra i due modelli risiede nel numero di modi possibili in cui possono avvenire le transizioni: per il DK la transizione diusore-diusore può avvenire nella metà dei modi rispetto alle altre transizioni. Questo non avviene nel modello MT. Ovviamente questo signica che , considerando la transizione D−D la probabilità di transizione per il modello MT è doppia rispetto al modello DK. A questo punto è possibile calcolare le variazioni delle tre sotto-popolazioni durante il processo di diusione. Considerando la variazione di ignoranti essa sarà legata solamente alla transizione I − D, ∆I come mostrato nell' eq. (1.2). Tale transizione fa diminuire di una unità il numero di ignoranti all'interno della popolazione e pertanto nell'intervallo di tempo ∆t che intercorre tra un tempo e l'altro si avrà che: ∆I = −IS ∆t. (1.5) La variazione del numero di diusori è invece determinata da tutte e tre le transizioni: mentre la unità. I − D ne aumenta la numerosità di una unità, S − D la diminuiscono rispettivamente di due ed una sempre nell'intervallo di tempo ∆t, il numero di diusori la transizione D−D Pertanto, e la varia con legge 1 S(S − 1) − SR ∆t. ∆S = IS − 2 2 (1.6) CAPITOLO 1. 6 I MODELLI DI DIFFUSIONE DELLE DICERIE Similmente a quanto fatto per i due casi precedenti si ha che il valore ∆R è dato dalla relazione: 1 ∆R = 2 S(S − 1) + SR ∆t 2 (1.7) e risulta correttamente: ∆I + ∆S + ∆R = 0. (1.8) Si può ora passare dal modello discreto appena descritto ad un modello continuo utilizzando il limite ∆t → 0. A partire dalle relazioni (1.5)-(1.7), considerando tale limite, si ottengono le equazioni dI = −IS, dt dS 1 = IS − 2 S(S − 1) − SR, dt 2 dR 1 = 2 S(S − 1) + SR, dt 2 (1.9) Sfruttando la relazione: I + S + R = N. (1.10) Tale relazione permette inoltre di riscrivere le equazioni (1.9) come segue: dI = −IS, dt dS = S (2I − (N − 1)) , dt dR = S ((N − 1) − I) . dt (1.11) Un'analisi simile può essere eettuata per il modello MT. Le equazioni cui si giunge in questo caso sono dI = −IS, dt dS = IS − S (S − 1) − SR = S (2I − (N − 1)) , dt dR = S(S − 1) + SR = S ((N − 1) − I) , dt e sono le stesse del modello DK. La ragione è che la transizione (1.12) D−D per il modello DK ha la probabilità di occorrenza che è la metà rispetto a quella CAPITOLO 1. 7 I MODELLI DI DIFFUSIONE DELLE DICERIE del modello MT. Tuttavia la variazione delle sotto-popolazioni di diusori e smorzatori risulta in questo caso doppia rispetto al modello MT. Nell'ottica di considerare successivamente il limite in cui la numerosità della popolazione tende ad innito risulta utile introdurre le frazioni per le tre sotto-popolazioni: i= I , N s= S , N r= R , N (1.13) dove i + s + r = 1. (1.14) Si possono allora riscrivere le equazioni dierenziali (1.11), moltiplicando entrambi i membri per 1 : N2 1 di = −is, N 2 dt 1 ds 1 = −s(1 − − 2i), 2 N dt N 1 dr 1 = s(1 − − i). 2 N dt N A questo punto, rinominato il termine per N →∞ N 2 dt come dt (1.15) e considerando il limite si ottiene: di = −is, dt ds = −s(1 − 2i), dt dr = s(1 − i). dt (1.16) Queste equazioni possono essere risolte introducendo delle condizioni iniziali. Sia il modello proposto da Daley e Kendall che quello proposto da Maki e Thompson prevedono che inizialmente vi sia un solo diusore e che il resto della popolazione sia formata da ignoranti, in modo che a N −1 1 , s0 = e r0 = 0. N N N → ∞ tali frazioni assumono la t=0 i0 = Avendo posto il limite i0 = 1, s0 = 0 e r0 = 0. si abbia (1.17) forma: (1.18) Combinando la prima e la seconda delle (1.16) (notiamo che, per la (1.10), la terza delle (1.16) è ridondante) si ottiene ds 1 − 2i = , di i (1.19) CAPITOLO 1. 8 I MODELLI DI DIFFUSIONE DELLE DICERIE dalla quale è stata eliminata la dipendenza dal tempo. Integrando quest'ultima otteniamo la relazione s = s0 − 2 (i − i0 ) + ln Indicando inne con θ= rispetto a quelli al tempo i . i0 (1.20) i la frazione di ignoranti i0 t = 0 dall'eq (1.20) si ha: al tempo generico s = s0 − 2i0 (θ − 1) + ln θ. t (1.21) Risolvendo tale equazione è possibile, conoscendo le condizioni iniziali, trovare la frazione di diusori in funzione della frazione di ignoranti ad ogni istante. In particolare è interessante conoscere il numero di ignoranti quando il processo di diusione della diceria si sia esaurito, ossia quando s = 0. Tale modello di diusione può essere ad esempio applicato anche nel mondo del marketing o dei media ed in questi campi sarebbe molto utile prevedere quante persone siano raggiunte dalla diceria che in questo caso può essere la presentazione di un nuovo prodotto di consumo oppure una notizia di cronaca. Nell'istante in cui il numero di diusori all'interno della popolazione diventa nullo, l'equazione (1.21) diventa 0 = s0 − 2i0 (θ∞ − 1) + ln θ∞ , dove con θ∞ (1.22) è indicato il rapporto tra la frazione nale e la frazione iniziale di ignoranti (cioè θ(t = ∞)). Sostituendo inne i valori le condizioni iniziali (1.18) si ottiene l'equazione originariamente derivata da Daley e Kendall: θ∞ e2(1−θ∞ ) = 1, (1.23) Tale equazione presenta due soluzioni reali. Di tali soluzioni una (θ∞ non ha interesse pratico: θ∞ = 1 signica i∞ = i0 = 1) (i diusori quindi si sono estinti prima di diondere la notizia). L'altra soluzione invece corrisponde a: θ∞ = 0.203188 La risoluzione graca di tale equazione è mostrata Fig. 1.1. (1.24) CAPITOLO 1. I MODELLI DI DIFFUSIONE DELLE DICERIE 9 y 1.0 0.5 1 2 3 -0.5 -1.0 xe2(1−x) è gracata x = 0.203188 sono le Figura 1.1: Risoluzione graca dell'eq.(1.23). La funzione insieme ad y=1. I punti di intersezione soluzioni dell'equazione. x = 1 ed 4 x Capitolo 2 Simulazioni e soluzione numerica esatta In questo capitolo vengono arontate sia la simulazione Monte Carlo dei modelli DK ed MT descritti nel Capitolo 1, sia la loro risoluzione esatta basta su una procedura numerica iterativa [1]. Verranno quindi confrontati i risultati dei due modelli con la soluzione analitica approssimata discussa nel capitolo precedente. 2.1 La simulazione numerica Per il presente lavoro di tesi abbiamo eettuato delle simulazioni numeriche dei modelli di diusione delle dicerie,utilizzando il programma di manipolazione algebrica Mathematica. Tramite l'utilizzo di Mathematica è stato creato un algoritmo che pescasse all'interno della popolazione due individui a caso (per il modello DK) oppure un diusore ed un individuo qualsiasi (per il modello MT). A seconda della classe a cui appartengono i due individui vengono eseguite le transizioni precedentemente descritte. La principale dierenza col modello analitico è che si passa da variabili continue, che dipendono dal tempo, a variabili discrete che dipendono dal numero di transizioni. Inoltre il numero di individui della popolazione N è nito. Il processo di diusione della diceria continua no a che il numero dei diusori si annulla. A questo punto si calcola il θ nale, ovvero la frazione di ignoranti rimasti rispetto a quelli iniziali. Il codice di Mathematica prodotto per la simulazione è riportato nell'appendice della tesi. La simulazione appena descritta viene ripetuta più volte, in modo da ottenere una distribuzione dei valori di θ. Un particolare eetto che si è osservato nel- la simulazione, in particolare nel modello DK, è stata l'osservazione di alcuni 10 CAPITOLO 2. valori di θ SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA prossimi ad 1. 11 Quello che succede è che i due diusori presenti dopo la prima interazione (nella prima interazione l'unico diusore presente deve necessariamente incontrare un ignorante, facendo sì che anch'esso diventi un diusore) si incontrino immediatamente dopo, nella seconda interazione. In questa maniera i due diusori diventano smorzatori ed il processo di diusione si arresta. Ovviamente la probabilità di questo secondo incontro tende a zero per N → ∞. Tale fenomeno è riscontrabile anche nella simulazione del modello MT, tuttavia è estremamente più raro. In questo caso, infatti, è necessario che i primi due diusori si incontrino almeno due volte di la prima di arrestare il processo di diusione. Nella simulazione tali eventi anomali sono stati esclusi nella stima del valor medio e della deviazione standard di deciso di escludere tutti quei valori di θ θ. In pratica si è che fossero maggiori di simulazione numerica si è utilizzata una popolazione di numero di simulazioni di ciascun modello pari a Nella Fig. (2.1) è riportata la distribuzione di θ 2000 0.8. Per la abitanti ed un 15000. con questi parametri. Occorrenze 500 400 300 200 100 0.16 0.18 0.20 Figura 2.1: Distribuzione del valore di 0.22 θ 0.24 Θ ottenuta dalla simulazione numerica del modello DK Da queste distribuzioni si è ottenuto un valore medio di θ = 0.20325 ± 0.00011, θ pari a: (2.1) CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA 12 nella simulazione del modello DK e θ = 0.20308 ± 0.00010, (2.2) nella simulazione del modello MT, entrambi in accordo con la previsione analitica valida per N →∞ di eq. (1.24). Altrettanto interessante è stato studiare la variazione delle tre sotto-popolazioni durante il processo di diusione della diceria.Tale andamento è descritto dalle eq. (1.16). Essendo i una funzione strettamente decrescente in virtù della prima delle (1.16) ed essendo limitata tra 0 ed 1i necessariamente tenderà , t → ∞, ad un valore i∞ < i0 . In particolare quindi < 1/2,se invece i0 > 1/2 dall'eq. (1.19) si ha che nel limite avrà i∞ se i0 ≤ 1/2 ds di 1 − 2i di ds = · = > 0, dt di dt i dt inizialmente. Poiché s→0 per t → ∞, s (2.3) la frazione di diusori crescerà verso un massimo globale in quell'istante dall'eq. (2.3). Dopodiché i = 1/2, iè decrescerà no a zero, e, poiché decrescente, si avrà nuovamente si s dapprima come risulta strettamente i∞ < 1/2. r mostra un andamento crescente e limitato 1. Esso quindi tenderà (nel limite t → ∞) verso un valore r∞ > 0. Pertanto i∞ sarà limitato anche inferiormente in quanto Per la terza delle (1.16) invece solo da i∞ = 1 − r∞ > 0. (2.4) In denitiva quindi: i è decrescente durante la diusione e tende ad un valore i∞ tale che 1 0 < i∞ < ; 2 s (2.5) cresce no ad un massimo per poi decrescere no a zero se oppure decresce monotonamente no a zero se r cresce, durante r∞ > 1/2. i0 > 1/2 i0 < 1/2; tutto il processo di diusione, no ad un massimo Come si può notare dalla Fig. 2.2, le curve rappresentative delle tre frazioni i , s, r , ottenute da una delle simulazioni numeriche, riproducono con l'anda- mento teorico previsto. CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA 13 Frazione 1.0 0.8 0.6 0.4 0.2 500 1000 1500 2000 2500 Nr. interazioni Ignoranti Diffusori Smorzatori Figura 2.2: Andamento delle frazioni delle sotto-popolazioni di ignoranti, diusori e smorzatori durante il processo di diusione della diceria CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA 14 2.2 Soluzione numerica esatta per N nito Il modello analitico approssimato, discusso nella sezione 1.3 considera il limite in cui il numero N di individui della popolazione tende ad innito e le frazioni rappresentative delle tre sotto-popolazioni variano nel tempo con continuità. di N Daley e Kendall, [1], mostrano tuttavia come per valori niti il modello possa essere di nuovo risolto esattamente, seppure con una procedura numerica. Daley e Kendall derivano inne una legge approssimata per il parametro θ valida nel limite per θDK (N ) = 0.203188 + 0.273843 Indichiamo sempre con I, S ed R N 1 1 + 1.72675 . N −1 (N − 1)2 (2.6) gli individui nelle tre sotto-popolazioni di ignoranti, diusori e smorzatori (per i quali vale dunque I + S + R = N ). Le successive interazioni tra gli individui possono essere descritte in termini di un random walk che passa attraverso i vari stati (I; S) (omettendo R in quanto ridondante). Nel passare attraverso i diversi stati si vericano le tre transizioni precedentemente descritte, le cui probabilità risultano essere: I −D : P(I,S,R)→(I−1,S+1,R) = D−D : P(I,S,R)→(I,S−2,R+2) = S−D : P(I,S,R)→(I,S−1,R+1) I , N − (S + 1) 1 2 1 2 (S − 1) , N − 12 (S + 1) N −I −S = . N − 12 (S + 1) (2.7) Tali probabilità sono le stesse dell'eq. (1.2) ma correttamente normalizzate ad 1 giacché: 1 1 IS + S (S − 1) + SR = S I + (S − 1) + N − S − I = 2 2 1 = S N − (S + 1) . 2 Indichiamo allora con lo stato (I; S). PIS (2.8) la probabilità che il random walk passi attraverso La distribuzione dei valori {PI0 } è la distribuzione del numero di persone che non apprende la diceria, ossia la distribuzione di estinzione. Per quel che riguarda i valori delle probabilità PIS bisogna anzitutto ricordare N −1 ignoranti N − 2 ignoranti le condizioni iniziali che corrispondono ad un solo diusore ed al tempo iniziale, e dunque necessariamente a 2 diusori ed CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA 15 dopo il primo incontro. I due stati vengono dunque raggiunti con probabilità 1: PN −1,1 = PN −2,2 = 1. Lo stato generico (I; S) (2.9) è raggiungibile dal random walk in tre possibili maniere: attraverso una transizione I −D attraverso una transizione D−D a partire dallo stato (I, S + 2); attraverso una transizione S−D a partire dallo stato (I, S + 1). a partire dallo stato (I + 1, S − 1); La probabilità che il random walk passi attraverso lo stato (I; S) risulta quindi essere la somma delle probabilità di passare attraverso questi tre stati, moltiplicate ognuna per la probabilità della rispettiva transizione: PIS = P(I,S,R)→(I−1,S+1,R) · PI+1,S−1 + P(I,S,R)→(I,S−2,R+2) · PI,S+2 + +P(I,S,R)→(I,S−1,R+1) · PI,S+1 = 1 (S + 1) (I + 1) 2 PI+1,S−1 + PI,S+2 + = 1 1 N + 2 (S − 1 + 1) N − 2 (S + 2 + 1) (N − I − S − 1) + PI,S+1 = N − 21 (S + 1 + 1) = 2 (I + 1) S+1 2 (N − 1 − I − S) PI+1,S−1 + PI,S+2 + PI,S+1 , 2N − S 2N + S − 3 2N − S − 2 (2.10) Allo stesso modo possono essere scritte le relazioni le probabilità degli stati (I, 1) ed (I, 0). Tali stati rappresentano un caso particolare della (2.10), non presentando la transizione I − D: ad entrambi gli stati infatti non si può arrivare attraverso la creazione di nuovi diusori. In maniera analoga a quanto fatto per la transizione generica PIS si trova che le probabilità di questi due stati sono: PI,1 = 2 (N − I − 2) 1 PI,3 + PI,2 , N −2 2N − 3 (2.11) PI,0 = 1 N −I −1 PI,2 + PI,1 . 2N − 3 N −1 CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA PIS Le eq. (2.10)-(2.11) sono valide utilizzando la convenzione che a zero qualora I + S > N. 16 sia uguale L'insieme di queste equazioni risulta non essere risolvibile in forma chiusa. Per N dato esse possono tuttavia essere risolte numericamente seguendo una procedura iterativa. Daley e Kendall, sempre in [1], mostrano come siano valide le relazioni: PI,N −I−1 = 0 e (2.12) 2 (I + 1) PI+1,N −I−1 , (2.13) N +I (2.12) è valida perché lo stato (I; N − I − 1) presenta un solo smorzatoPI,N −I = L'eq. re, condizione impossibile da raggiungere con il modello DK (gli smorzatori vengono sempre prodotti in coppia). La (2.13) invece è diretta conseguenza (I, N − I) non presenta stato (I + 1; N − I − 1). del fatto che lo stato giungibile solo dallo smorzatori ed è pertanto rag- Con tali relazioni è possibile ricostruire tutte le probabilità quelle PI0 PIS , che appartengono alla distribuzione di estinzione. questi viene poi calcolato il valore medio di θ comprese In termini di per diversi valori di N. Nel calcolo si impone la condizione: PI,0 = 0 per I > N − 21 (2.14) allo scopo di eliminare gli eetti spuri descritti in precedenza. La procedura di risoluzione numerica del modello qui descritta è stata riprodotta con un programma di Mathematica. Per diverse popolazioni sono state calcolate tutte le probabilità PIS utilizzando le eq.(2.10)-(2.13). Osservando tali equazioni si può notare che, per conoscere la probabilità dello stato ge- (I; S) è necessario conoscere le probabilità degli stati (I + 1; S − 1), (I; S + 2) ed (I; S + 1), ovvero stati in cui S o è maggiore oppure, nel caso sia minore, è I ad essere maggiore. Per questo motivo l'algoritmo di calcolo delle probabilità calcola i valori PIS a partire dallo stato PN N , abbassando, di volta in volta, il valore di S . Una volta raggiunto lo stato PN 0 si passa alle probabilità PN −1,S ed il processo si ripete no a raggiungere lo stato P00 . Con tale algoritmo vengono calcolate anche le probabilità PI,0 dalle quali si è estratto (una volta fatta la correzione per I > 21) il valore medio. Le nerico popolazioni simulate sono le stesse considerate da Daley e Kendall. Nella tabella 2.2 sono riportati i dati ottenuti per il presente lavoro, in perfetto accordo con quelli ottenuti da Daley e Kendall. Per quel che riguarda il t, utilizzando i valori N = 192, 384 e 768 θ(N ) = 0.203188 + 0.273849 si è ottenuto un valore di: 1 1 + 1.72251 . N −1 (N − 1)2 (2.15) CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA N θDK θ 96 0.206275 0.206275 192 0.204669 0.204669 384 0.203915 0.203915 767 0.203548 0.203548 Tabella 2.1: Confronto tra i valori θ(N ) 17 ottenuti da Daley e Kendall e i dati per questo lavoro. Entrambi i set sono ottenuti a partire dalla distribuzione d'estinzione. In buon accordo con il risultato di Daley e Kendall. Il valore di θ(N ) otte- nuto con tale equazione dierisce da quello ottenuto con l'eq. (2.6) per un −7 valore dell'ordine di 10 , considerando una popolazione di 200 individui. Lo studio della dipendenza da N del modello è stata anche eettuato me- diante la simulazione Monte Carlo. Per ogni valore di popolazione sono state eettuate un elevato numero di simulazioni, in modo da rendere molto preciso (con incertezza al di sotto del 2 permille) la stima di θ ottenuta. Nella tabel- la 2.2 sono riportati i risultati ottenuti eettuando, per tutte le popolazioni, 20000 simulazioni. Tabella 2.2: Valori di N θDK θ 200 0.20460 0.20434(29) 300 0.20412 0.20414(23) 400 0.20388 0.20403(20) 600 0.20365 0.20364(17) 800 0.20353 0.20360(14) 1000 0.20346 0.20345(13) 1200 0.20342 0.20341(12) 1400 0.20338 0.20346(11) θ in funzione di N ottenuti utilizzando l'eq. (2.6) (seconda colonna) e dalla simulazione numerica (terza colonna). Le cifre in parentesi rappresentano le relative incertezze. Nella Fig. 2.3 è invece riportato un graco di confronto. Dal graco si può notare il buon accordo tra il t proposto da Daley e Kendall, eq. (2.6) ed i dati ottenuti dalle simulazioni. Sempre in [1], Daley e Kendall forniscono una formula empirica per calcolare la deviazione standard della distribuzione di θ in funzione di N, valida nel CAPITOLO 2. 18 SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA Θ 0.2055 0.2050 0.2045 0.2040 0.2035 0.2030 0.2025 1 0.000 0.001 0.002 Figura 2.3: Variazione di θ 0.003 in funzione di N. 0.004 0.005 N Graco ottenuto con 20000 simulazioni su diverse popolazioni. limite N grande: 2 σDK (N ) = 0.310681 1.232700 19.57339 + + . N −1 (N − 1)2 (N − 1)3 (2.16) Tale equazione si ottiene a partire dalla stessa distribuzione di estinzione utilizzata per calcolare PI0 θDK (N ) ed anche tale equazione è stata vericata con il programma di Matemathica, ottenendo i risultati riportati nella tabella 2.2. Come si può notare, otteniamo una discrepanza nel caso del valore di N 2 σDK σ2 96 0.326715 0.316112 192 0.317672 0.317672 384 0.314033 0.314033 767 0.312322 0.312322 Tabella 2.3: Confronto tra la varianza σ 2 (N ) σ per ottenuta da Daley e Kendall (seconda colonna) e i dati simulati (terza colonna). N = 96, discrepanza attribuita presumibilmente ad un errore tipograco. CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA Un t dei dati simulati fornisce il valore della deviazione standard σ 2 (N ) = σ(N ): 0.31068 1.23325 19.5085 + + , N −1 (N − 1)2 (N − 1)3 N σDK σ 200 0.03993 0.03983 300 0.03246 0.03204 400 0.02804 0.02787 600 0.02285 0.02287 800 0.01977 0.01975 1000 0.01767 0.01761 1200 0.01612 0.01618 1400 0.01492 0.01492 19 (2.17) Tabella 2.4: Valori della deviazione standard della distribuzione di θ otte- nuti risolvendo l'eq. (2.16) (seconda colonna) e dalle simulazioni MC (terza colonna). Utilizzando una popolazione di 200 individui tale equazione dierisce dal10−6 . Nella tabella 2.2 e nella Fig. 2.4 si confrontano le l'eq. (2.16) di circa deviazioni standard ottenute dalla simulazione Monte Carlo con quelle ottenute tramite la relazione (2.16). Osservando tali dati si può desumere come i risultati ottenuti con il metodo di risoluzione numerica del modello e con la simulazione Monte Carlo siano in ottimo accordo tra loro. 2.3 La dipendenza dalle condizioni iniziali Pearce e Belen in un noto lavoro [3] studiano la dipendenza di θ dalle condi- zioni iniziali nel modello della diusione delle dicerie, in particolare dal valore iniziale della frazione di ignoranti, i0 . Il risultato cui si giunge, tramite dif- ferenziazione dell'equazione (1.22), è che θ(i0 ) è una funzione decrescente, ossia tanto maggiore è la frazione di ignoranti, tanto minore è la percentuale di questi che non viene a conoscenza della diceria. Considerando l'assenza iniziale di smorzatori (r0 = 0) in modo che i0 +s0 = 1, l'eq. (1.22), assume la forma: 1 − i0 − 2i0 (θ∞ − 1) + ln θ∞ = 0 e dierenziando ambo i membri rispetto a i0 si ottiene (2.18) CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA 20 Σ 0.040 0.035 0.030 0.025 0.020 0.015 1 0.001 0.002 0.003 0.004 0.005 N ΣSimulati ΣDK Figura 2.4: Confronto tra le deviazioni standard della distribuzione di θ ot- tenute dalle simulazioni e quelle calcolate con il metodo proposto da Daley e Kendall. 1 − 2θ∞ − 2i0 da cui 1 ∂θ∞ ∂θ∞ + = 0, ∂i0 θ∞ ∂i0 dθ∞ 2θ∞ (1 − θ∞ ) =− < 0, di0 1 − 2i0 θ∞ Il secondo membro dell'eq. (2.20) è minore di zero in quanto (2.19) (2.20) i0 θ∞ = i∞ 0 < i∞ < 1/2. D'altronde deve essere necessariamente < i0 (i è una funzione decrescente). Dunque θ è una funzione strettamente decrescente in i0 . Ne segue anche che la funzione θ∞ (i0 ) ha un massimo in i0 = 0 ed un minimo per i0 = 1, ovvero ai limiti dell'intervallo preso in esame. L' eq. (2.18) mostra che θ∞ (i0 ) ha un minimo per i0 = 1 pari a θ∞ (1) = 0.203188, come previsto nel modello DK, ed un massimo per i0 = 0 dove θ∞ (0) = 1/e ≈ 0.367879, infatti sostituendo i0 = 0 che sappiamo essere anche θ∞ < 1, in quanto i∞ nell' eq. (2.18) si ottiene: 1 + ln θ∞ = 0, (2.21) CAPITOLO 2. e quindi SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA θ∞ (0) = 21 1 . e Per vericare tali risultati si è deciso di simulare il processo di diusione della diceria partendo da dierenti valori di i0 nell'intervallo (0, 1). I para- metri delle simulazioni sono riportati nella tabella 2.5. Si è quindi variato il i0 a step di 0.1. La simulazione è stata ripetuta 700 volte per ogni valore di i0 , in modo di avere una distribuzione sucientemente accurata dei valori di θ con l'incertezza al di sotto del 4%. Per quei valori di i0 in cui le valore di uttuazioni (e quindi la deviazione standard) risultavano troppo elevate si è deciso di aumentare il numero di individui all'interno della popolazione. Ad esempio nel caso di i0 = 0.1 si è deciso di aumentare la popolazione di 300 unità. Particolari accorgimenti sono stati presi inne per i valori di estremi dell'intervallo (i0 ≈0 e i0 ≈ 1). La condizione i0 = 1 i0 agli indica infatti una popolazione composta interamente da ignoranti e la totale assenza di diffusori. Mancando i diusori non sarebbe possibile diondere la notizia. Allo stesso modo la condizione i0 = 0 prevede la totale assenza degli ignoranti, caso in cui il modello perde di senso. Non potendo eettuare, per ovvi motivi, la simulazione con questi valori si è deciso di avvicinarsi comunque a tali casi limite scegliendo il valore i0 prossimo ad 1 ed il valore i0 = 0.002 prossimo a 0. = 0.998 Per quest'ultimo valore si è preferito inoltre incrementare signicativamente il numero di abitanti. Questo perché si è notato come, a parità di simulazioni e popolazione, la de- ≈ 0 fosse all'incirca un'ordine di grandezza inferiore i0 ≈ 1 (utilizzando una popolazione di 500 individui per 700 simulazioni si è ottenuto un σ = 0.018, venti volte maggiore rispetto al valore tipico, pari a circa 0.0009). Tali uttuazioni elevate sono viazione standard per i0 rispetto a quella ottenuta per dovute all'esiguo numero di ignoranti all'interno della popolazione, ed al basso numero di individui all'interno della popolazione. Una frazione di ignoranti all'interno di una popolazione di 500 alla presenza di un solo ignorante. Il che signica che i valori 0 oppure 1, 0.002 abitanti infatti corrisponde θ può assumere solo con una notevole uttuazione rispetto a quelle mostrate per altri valori di i0 . Aumentando quindi il numero di abitanti si aumenta di conseguenza il numero di ignoranti e si abbassano le uttuazioni del valore di θ. A rigore sarebbe inappropriato variare il numero di abitanti all'interno della popolazione perché, come mostrato in precedenza, il valore di che dal numero di abitanti, N. θ dipende an- Tuttavia tali eetti sono del tutto trascurabili rispetto agli eetti delle uttuazioni appena descritti. Un ulteriore accorgimento nella simulazione per i0 ≈ 0 è consistito nell'au- mento del numero di simulazioni allo scopo di rendere più precisi i dati ottenuti dalla simulazione. CAPITOLO 2. Tabella 2.5: SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA i0 N Ns 0.998 500 700 0.2044(9) 0.9 500 700 0.2220(11) 0.8 500 700 0.2432(12) 0.7 500 700 0.2645(13) 0.6 500 700 0.2854(14) 0.5 500 700 0.3057(14) 0.4 500 700 0.3165(16) 0.3 500 700 0.3329(17) 0.2 500 700 0.3466(20) 0.1 800 700 0.3576(21) 0.002 6500 3000 0.3718(25) popolazione simulata θ θ Risultati delle simulazioni eettuate con diversi valore della frazione iniziale di ignoranti valore di 22 N, i0 . Vengono riportati riportati, oltre ad il numero di simulazioni Ns i0 la ed il corrispondente ottenuto. La simulazione è stata eettuata partendo da una popolazione composta da 500 unità. Tale valore di popolazione è stato scelto in quanto, utilizzando questa popolazione, si aveva la garanzia che il programma fosse abbastanza veloce nell'eettuare simulazioni. Allo stesso tempo, utilizzando popolazio- N interviene sulla quarta cifra dello 0.3%. I risultati ottenuti dalla ne, l'incertezza data dalla dipendenza da signicativa, con un errore dell'ordine simulazione sono riportati nella tabella 2.5. Nella Fig. 2.5 i dati ottenuti sono stati riportati insieme alla curva teorica, ottenuta risolvendo numericamente con Mathematica l'eq. (2.18). Come si evince dalla gura c'è un buon accordo tra i dati ottenuti dalla simulazione e la determinazione di [3]: le simulazioni al computer risultano compatibili con la curva teorica in tutta la lunghezza dell'intervallo. CAPITOLO 2. SIMULAZIONI E SOLUZIONE NUMERICA ESATTA Θ 0.40 0.35 0.30 0.25 0.20 0.2 0.4 Figura 2.5: Variazione di 0.6 θ 0.8 in funzione di i0 . i 1.0 0 23 Capitolo 3 Variazioni sul modello In questo capitolo vengono descritte alcune variazioni al modello originale. Verranno in particolare studiati due modelli: il primo varia la probabilità di diusione della diceria, il secondo varia la probabilità di diventare smorzatore. Il principale eetto che accomuna queste variazioni è il fatto che l'incontro tra gli individui non indica necessariamente un tipo di transizione: ad esempio un incontro tra due diusori non è detto che implichi la transizione (I; S; R) → (I, S −2; R +2). Le probabilità di transizione andranno calcolate volta per volta, a seconda della variazione che si prende in considerazione. Daley e Kendall [1] studiano un modello in cui variano simultaneamente la probabilità di diondere la diceria e di diventare smorzatore. Tuttavia questo modello non fornisce altre informazioni utili a quanto già detto studiando i modelli separati. 3.1 Variazione della probabilità di diusione Si può pensare di modicare il modello DK (o alternativamente il modello MT) in modo che venga variata la probabilità di diusione della diceria. Ossia, quando un diusore incontra un altro individuo può diondere la diceria con una certa probabilità p. Entrambi i modelli originali invece hanno come condizione che un diusore, incontrando un interlocutore, propaghi sicuramente la diceria e pertanto si ha p = 1. Le probabilità delle transizioni che si hanno per questo specico modello risultano essere: P(I,S,R)→(I−1,S+1,R) ∝ pIS, 1 P(I,S,R)→(I,S−2,R+2) ∝ 1 − (1 − p)2 S(S − 1), 2 P(I,S,R)→(I,S−1,R+1) ∝ pSR, 24 (3.1) (3.2) (3.3) CAPITOLO 3. 25 VARIAZIONI SUL MODELLO le probabilità di queste transizioni sono dovute al fatto che un incontro tra un ignorante ed un diusore produce la transizione (I; S; R) → (I + 1, S − 1; R) con probabilità pIS , un incontro tra due diusori può produrre una transizione (I; S; R) → (I, S−2; R+2). Poiché entrambi i diusori non trasmettono la diceria con probabilità (1−p), la probabilità che la diceria non venga 2 trasmessa è (1 − p) . Dunque la probabilità complementare, ossia che 2 la diceria venga trasmessa, è 1 − (1 − p) , un incontro tra un ignorante ed un diusore produce la transizione (I; S; R) → (I, S − 1; R + 1) con probabilità pSR. Dalle probabilità di transizione, procedendo come discusso nel Capitolo 1 per il modello originale, si ottengono le seguenti equazioni dierenziali: dI = −pIS, dt (3.4) 1 dS = pIS − 2p (2 − p) S(S − 1) − pSR = −pS (N − (2 − p) − 2I + (p − 1)S) , dt 2 (3.5) Moltiplicando ambo i membri delle due equazioni per limite N →∞ 1/N 2 e passando al si ottengono le equazioni: di = −pis, dt (3.6) ds = −ps (1 − 2i + (p − 1)s) . dt (3.7) Si noti che sostituendo p=1 si ottengono nuovamente le equazioni del mo- dello originale. Operando come già fatto in precedenza si ha: i s ds = − 2 + (p − 1) , di 1 i (3.8) risolvendo l'equazione dierenziale, con la condizione al contorno si ha: i(1−p) (p − 2) −2i (p − 1) + p + . p (p − 1) p (p − 1) opportunamente per i0 quando s = 0 si ottiene s= Dividendo θ(1−p) (p − 2) −2θ (p − 1) + p + = 0. p (p − 1) p (p − 1) s(1) = 0, (3.9) quindi: (3.10) CAPITOLO 3. 26 VARIAZIONI SUL MODELLO Tramite il programma Mathematica si è inoltre simulato il processo diusione in cui è stata variata la probabilità di diusione, utilizzando diversi valori di p da 0.1 a 0.99. Per i diversi valori sono stati eettuati di una popolazione di tabella 3.1. 1000 1000 simulazioni abitanti ed i dati ottenuti sono riportati nella La Fig. 3.1 invece confronta i dati simulati con la curva anali- p θp 0.1 0.27870(65) 0.2 0.27202(66) 0.3 0.26471(64) 0.4 0.25845(64) 0.5 0.25032(63) 0.6 0.24247(60) 0.7 0.23381(59) 0.8 0.22488(58) 0.9 0.21498(58) 0.99 0.20468(55) Tabella 3.1: Dati ottenuti dalle simulazioni con riportato il valore della probabilità p, p < 1. nella prima colonna è nella seconda il valore di θ e la relativa incertezza tica, ottenuta risolvendo l'eq.(3.10) con p che varia tra 0 e 1 e i dati simulati con il metodo Monte Carlo. Dai dati ottenuti si nota come le simulazioni e la curva analitica siano compatibili. In particolare quello che si osserva è la diminuzione del valore di θ all'aumento di p, il che signica che, per far sì che la diceria raggiunga più persone, bisogna fare in modo che il diusore sia in grado di diondere sicuramente la diceria. Tale soluzione, nella vita reale, può risultare utile nella scelta dei diusori, siano essi un media come la televisione, internet o i quotidiani. CAPITOLO 3. 27 VARIAZIONI SUL MODELLO Θ 0.28 0.26 0.24 0.22 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 1.0 p Figura 3.1: Graco di confronto tra i dati simulati e l'equazione (3.10) risolta per p ∈ (0, 1) È inne utile valutare la variazione delle tre sotto-popolazioni durante il processo di diusione della diceria. Qualitativamente, variare la probabilità di diondere la diceria allunga i tempi di diusione, perché non tutte le volte che un diusore incontra un altro individuo dionderà la notizia. La Fig. 3.2 mette a confronto il processo di diusione per p = 1, per p = 0.5 p = 0.1. Dai graci si può vedere come eettivamente il processo per p = 0.1 sia signicativamente più lungo rispetto a quello per p = 1 (per tale valore, con N = 1000 si hanno all'incirca 2000 interazioni totali, mentre per p = 0.1 si ha un numero di interazioni dell'ordine di 100 000). Interessante è anche l'eetto che si osserva ai margini del graco. Per p = 0.1 infatti si e per osserva un eetto plateau sia all'inizio del processo sia alla ne. La variazione di probabilità sembra quindi avere un eetto deterrente alla diusione della diceria all'inizio mentre alla ne del processo la bassa probabilità impedisce agli ultimi diusori di diventare smorzatori. Il graco per p = 0.5 inne presenta comportamenti intermedi tra i due estremi: per quel che riguarda il numero di interazioni esso è dell'ordine di in meno rispetto a p = 0.1. 10 000, un ordine di grandezza Rimane inoltre presente l'eetto plateau seppure in maniera meno marcata rispetto a quello che si vede per p = 0.1. CAPITOLO 3. 28 VARIAZIONI SUL MODELLO p=1 Frazione 1.0 0.8 0.6 Ignoranti 0.4 Diffusori 0.2 Smorzatori 500 1000 1500 Nr. interazioni Figura 3.2: Confronto tra il processo di diusione per p = 0.5 e p = 0.1. p = 1 e quello per CAPITOLO 3. 29 VARIAZIONI SUL MODELLO 3.2 Variazione sulla probabilità di diventare uno smorzatore Un'altra possibilità consiste nel variare la probabilità di diventare uno smorzatore, indicata con pari ad 1. α. Nel modello originario tale probabilità è stata posta In questo modello le probabilità di transizione sono: P(I,S,R)→(I−1,S+1,R) ∝ IS, α2 P(I,S,R)→(I,S−2,R+2) ∝ S(S − 1), 2 1 P(I,S,R)→(I,S−1,R+1) ∝ αSR + 2α (1 − α) S(S − 1), 2 (3.11) (3.12) (3.13) infatti nell'incontro tra due diusori si possono avere due casi: Transizione (I, S, R) → (I, S − 2, R + 2) (I, S, R) → (I, S − 1, R + 1) Probabilità α2 S(S − 1) 2 2α (1 − α) 21 S(S − 1) mentre nell'incontro tra uno smorzatore e un diusore la transizione (I, S, R) → (I, S − 1, R + 1) avviene con probabilità αSR. Sommando le probabilità ottenute si ottengono le probabilità di transizione. Le equazioni dierenziali che approssimano il modello sono: dI dt = −IS, (3.14) dS = IS − αSR − αS(S − 1) = −S (α (N − 1) − (α + 1) I) . dt Si noti che, ponendo α=1 si riottengono le eq. (1.11) del modello originale. A questo punto si può passare alle frazioni N → ∞, i, s, r ed utilizzando il limite come già fatto per il modello originale, si ottiene di = −is, dt (3.15) ds = −s (α − (α + 1) i) dt e dunque l'equazione che regola tale processo è: ds α = − (α + 1). di i (3.16) CAPITOLO 3. 30 VARIAZIONI SUL MODELLO Risolvendo l'equazione (3.16) si ha: s − s0 = α ln i − (α + 1) (i − i0 ) , i0 (3.17) e, nel momento in cui si estingue il processo di diusione, ossia per s=0: s0 = ln θα + i0 (α + 1) (1 − θ) . Inne, ricordando le condizioni iniziali (s0 (3.18) → 0, i0 → 1) si ha: ln θα + (α + 1) (1 − θ) = 0, la cui risoluzione dipende dal valore di (3.19) α. Allo scopo di eettuare la simulazione numerica del modello, abbiamo modicato il programma di simulazione mediante l'introduzione della probabilità α che il diusore diventi uno smorzatore a seguito dell'incontro con un altro smorzatore o un diusore. Partendo da una popolazione di lore della probabilità α, 1000 1000 individui ed eettuando, per ogni va- simulazioni si sono ottenuti i risultati riportati nella tabella 3.2. La Fig. 3.3 confronta i dati ottenuti dalle simulazioni al computer con la α θα 0.1 0.0000140(37) 0.2 0.002582(53) 0.3 0.01424(14) 0.4 0.03449(22) 0.5 0.05962(29) 0.6 0.08843(35) 0.7 0.11762(45) 0.8 0.14629(49) 0.9 0.17543(51) 0.99 0.19939(58) Tabella 3.2: Dati ottenuti dalle simulazioni. Nella prima colonna è riportato il valore della probabilità α, nella seconda il valore di θ e la relativa incertezza risoluzione dell'equazione (3.19) per tutti quei valori di tervallo (0, 1). α compresi nell'in- La risoluzione è stata ottenuta numericamente, mediante il programma Mathematica. Come si evince dal graco i dati simulati seguono con buona fedeltà tale curva. In particolare quello che si osserva è che al CAPITOLO 3. 31 VARIAZIONI SUL MODELLO Θ 0.20 0.15 0.10 0.05 0.00 0.0 0.2 0.4 0.6 0.8 Α 1.0 Figura 3.3: Graco di confronto tra i dati simulati e l'equazione (3.19) risolta per α ∈ (0, 1) diminuire di α la frazione di ignoranti che si osserva alla ne del processo di diusione tende a zero. Applicare tale modello alla vita di tutti i giorni quindi signica che se si vuole fare in modo che la diceria venga diusa a tutte le persone che compongono la popolazione, si deve fare in modo che i diusori della notizia non perdano interesse nel diondere la diceria. Tale soluzione, sebbene scontata nel quotidiano, viene confermata anche da questo modello. È interessante anche confrontare le modalità di diusione nel caso in cui α = 1, come nel modello originale, con quelle in cui il valore di basso, ad esempio α = 0.1. α è molto La Fig. 3.4 confronta, per l'appunto, i processi di diusione di questi due valori di α. Quello che si può constatare è che, per α bassi, la frazione di ignoranti decresce molto più repentinamente. Non solo, la frazione nale risulta più bassa rispetto al caso originale, per confronto inne è stato inserito anche il graco per α = 0.5, comportamento intermedio rispetto ai due sopra elencati. α = 1. Come che presenta un CAPITOLO 3. Figura 3.4: α = 0.1. VARIAZIONI SUL MODELLO Confronto tra il processo di diusione per Per tutti gli α è stata utilizzata un popolazione 32 α = 1, α = 0.5 e N di 1000 abitanti. Conclusioni Il lavoro presentato in questa tesi ha riguardato lo studio di diversi modelli di diusione delle dicerie. A partire dai modelli DK e MT, basati sulla suddivisione di una certa popolazione nelle categorie di ignoranti, diusori e smorzatori della diceria e sulle interazioni che intercorrono tra di essi, si è considerato dapprima una soluzione analitica approssimata, valida nel limite di popolazione tendente all'innito con transizioni che avvengono in maniera continua. Si è osservato come il numero di ignoranti alla ne del processo di diusione è pari a circa il 20% del numero iniziale di ignoranti. Si è poi studiata la soluzione numerica esatta del modello, con il quale è possibile osservare la dipendenza del numero nale di ignoranti dal numero di individui della popolazione. In questo modello le interazioni tra gli individui vengono descritte in termini di un random walk. Il processo di diusione della diceria passa attraverso gli stati del random walk con una certa probabilità, calcolate numericamente. Tali probabilità, in particolare, forniscono le distribuzioni delle diverse popolazioni e la loro dipendenza dal numero di individui della popolazione. Sia alla risoluzione analitica approssimata che alla simulazione numerica esatta sono state aancate delle simulazioni Monte Carlo: tali simulazioni costituiscono un terzo metodo di studio del processo di diusione. Successivamente si è studiata la dipendenza della frazione nale di ignoranti dalla frazione iniziale degli stessi, utilizzando le equazioni proposte da Belen e Pearce in [3]. Un particolare eetto che si è notato è che diminuendo la frazione iniziale si osserva un aumento del rapporto tra la frazione nale e quella iniziale di ignoranti. Nell'ultimo capitolo sono state studiate due possibili variazioni del modello. Nella prima veniva modicata la probabilità di diusione della diceria. Con tale modello si è osservato che, per basse probabilità, si crea un particolare eetto plateau all'inizio e alla ne del processo di diusione. Nel secondo modello invece è stata variata la probabilità di diventare smorzatori. Con questo si è osservato, per valori di probabilità bassi, un calo molto più repentino del numero di ignoranti rispetto al modello originale, oltre che ad 33 CAPITOLO 3. VARIAZIONI SUL MODELLO 34 una frazione nale di ignoranti molto più basso. Tali eetti sono dovuti alla maggior presenza di diusori attivi all'interno della popolazione rispetto al modello originale. Appendice A codice di Mathematica 35 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 36 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 37 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 38 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 39 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 40 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 41 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 42 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 43 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 44 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 45 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 46 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 47 APPENDICE A. CODICE DI MATHEMATICA 48 Ringraziamenti Desidero ringraziare in primo luogo il prof. V. Lubicz per il sostegno ed i consigli utili che mi ha dato nello scrivere la tesi. Mi hanno aiutato davvero tanto. Grazie tante poi ad Andrea, Matteo, Marco (grazie per le correzioni!), Ivano, Ilaria e gli altri ragazzi della Sala Calcolo, compagni d'avventura su cui ho potuto contare molto durante l'arco di questi mesi, confrontandomi A con loro, chiedendo delucidazioni su L TEX o semplicemente garantendomi tante risate. Se sorridere allunga la vita sto a posto per i prossimi cento anni. Grazie a Claudia, non fosse per lei sarei stato travolto dalle mie ansie, un giorno, prometto, mi sdebiterò. Un ringraziamento particolare va poi al prof. S. Fiorelli ed alla prof.ssa M. Nannurelli. Se ho scelto di studiare sica è soprattutto grazie a loro. Ultimi, ma non certo in ordine di importanza, i miei genitori e mio fratello. Potrei scrivere migliaia di motivi per ringraziarli, so già che non sarebbe abbastanza. 49 Bibliograa [1] D.J. Daley, D.G. Kendall, Stochastic rumours, J. Inst. Math. Appl. 1 (1965), 42-55 [2] D.P Maki, M. Thompson, Mathematical models and applications, Prentice-Hall, Englewood Clis (1973) [3] S. Belen, C.E.M. Pearce, Rumous with general initial conditions, The ANZIAM Journal 45 (2004), 393-400 50