Fuori Classe - Liceo Classico "Tacito"

FUORI CLASSE
Numero 1
FUORI CLASSE
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Direttori: prof.ssa Loretta Calabrini, prof.ssa Laura Codini
Consulenza: Simona Maggi
Grafica: prof.ssa Paola Negroni, Daniel Mennella, Edoardo Sensini
Numero 1
SCUOLA
Progetto adolescenza
Art Line
La redazione: Maria Laura Cavallari, Anna Finocchio, Alessia Lucentini,
Leonardo Maggi, Daniel Mennella, Maila Paciosi, Valentina Persichetti,
Irene Pulcianese, Edoardo Sensini, Emma Stoico
Febbraio 2015
M.D.C
I.TACITA VOX.I
Leonardo Maggi
TERNI - “Progetto adolescenza”.
Questo il titolo degli incontri guidati
dalla dottoressa Claudia Crudele ed
ospitati al liceo classico Gaio
Cornelio Tacito di Terni. Venticinque i
docenti provenienti dalle diverse
scuole del territorio che hanno
partecipato a questo corso di
formazione.
Questo ambizioso
progetto è curato ogni anno dal “Lions
Quest International” che da molti anni
è impegnato, attraverso il “Progetto
adolescenza”, nella ricerca di una
strategia educativa che abbia come
strumento la sinergia tra scuola e
famiglia con l'obiettivo di creare un
percorso educativo unitario. Questo
progetto americano è stato introdotto
in forma sperimentale nelle scuole
italiane per cercare
un nuovo
legame tra docente e alunno. Io ho
avuto, come alunno, il privilegio di
poter partecipare all'incontro di
formazione rivolto ai docenti che si è
tenuto al liceo classico. Credo che se
venisse messo in atto nelle scuole può
essere un ottimo modo per gli
insegnanti di conoscere noi alunni e
viceversa. Spesso a tutti noi accade di
trascorrere molto più tempo a scuola
che a casa e quindi i nostri insegnanti
diventano una sorta di secondi genitori.
Il “Progetto adolescenza” può essere
utile soprattutto come scambio di idee e
opinioni alunno-professore. Tutto
questo aiuterebbe anche quei ragazzi
che vivono in casa e fuori situazioni
difficili e complicate. Io credo che
dovremmo fare un test di prova e poi
alla fine del percorso confrontarci per
scambiarci parere ed opinioni, sia
positive che negative. Di fatto il
programma promuove un percorso di
crescita personale, attraverso la
conoscenza di se stessi, del gruppo e
del contesto sociale di appartenenza.
Stimola l'assunzione di impegni a
lungo termine, affina lo spirito critico e
la capacità di compiere scelte sane,
anche in situazioni di “rischio”.
Promuove le competenze di ascolto,
comunicazione e riflessione. Potrebbe
essere, per le insegnanti, senza ombra
di dubbio, un metodo per comprendere
meglio i ragazzi e i problemi
adolescenziali. Alcuni ragazzi del
classico e non solo, che hanno sentito
parlare del “Progetto adolescenza”,
sono positivamente propensi a fare un
test di prova perchè credono che possa
servire a conoscere meglio i compagni,
le debolezze, ad accettare quello che
ognuno di noi è e soprattutto al rispetto
che spesso in alcune circostanze è quasi
completamente assente. Altri ragazzi,
interpellati, preferiscono non parlarne
perchè non hanno elementi necessari
per esprimere un giudizio riguardo al
“Progetto adolescenza”.
Anche quest'anno il
corso di
formazione è stato sponsorizzata e
finanziata dal Lions club Terni Host.
Femminicidio,
un problema che inizia fin
dall’adolescenza
Irene Pulcianese
TERNI - «Ogni giorno in Italia ben 1
ragazzo su 5 picchia la propria
ragazza.»
Questo è il risultato della ricerca
effettuata da Skuola.net, sito
largamente frequentato dai giovani, i
più sensibili nel campo della violenza
sulle donne.
Dato allarmante, che ci fa
comprendere quanto il mondo sia
ancora lontano dall'idea di rispetto nei
confronti del gentil sesso.
Come possiamo tentare di eliminare un
fenomeno come quello del
femminicidio, di tutelare al meglio le
donne all'interno dell'ambito familiare
e lavorativo, se non si educano per
prima i giovani?
Quest'ultimi, infatti, proprio perché
ancora privi di saldi valori, tendono a
commettere maggiori errori e se non
vengono indirizzati per la retta via; in
futuro diventeranno uomini più
violenti, donne più fragili e facilmente
assoggettabili.
Pertanto, come afferma anche la
vicepresidente del Senato, Valeria
Fedeli “La battaglia contro la violenza
alle donne comincia sui banchi di
scuola, con un insegnamento che la
smetta di tramandare luoghi comuni
che inchiodano maschi e femmine a
stereotipi, che ignora quanto l'altra
metà del cielo ha fatto in tutti campi,
dalla storia alle letteratura passando
per l'astronomia”.
Vi siete, infatti, mai chiesti come mai
nella storia e nella letteratura vengono
affrontati personaggi tipicamente
maschili? Virgilio, Carlo Magno,
Federico II , Dante.
Eppure, nel corso della storia sono
SEGUE A PAGINA 2
Situazione AST: fine dell’acciaieria ternana, un futuro da difendere
Anna Finocchio
TERNI - «E' triste essere
abbandonato dopo un grande
periodo di lavoro», così dice un
operario dell'AST. C'è chi ha visto
tagliarsi acqua e luce, chi ha perso la
casa. Io sono fra questi. Sono
disperato. I signori dai grandi poteri
si preoccupano delle trattative e se
ne fregano delle famiglie, dei cuori e
della sensibilità. Perché se mi
mancano un po' di euro per comprare
il biglietto dell'autobus non mi
importa, ma se mi mancano
cinquanta euro per una visita di mia
figlia mi importa eccome! Mia
moglie piange sul letto, anche lei
disoccupata, stanca di andare a
mangiare alla Caritas e indossare
vestiti non suoi. Sono stanco di
vederla soffrire così, sono stanco di
vedere tutti i sacrifici e tutti i progetti
mandati a rotoli”. Nel nostro paese
la siderurgia sta morendo e con lei
anche un città, la mia città. Proprio
così, perché Terni senza la sua
acciaieria non è nulla. Prima
c h i a m a t a « L a Te r n i » , p o i
ThyssenKrupp per arrivare ad oggi,
ad un'azienda che sta degenerando
verso il fallimento totale. L'azienda
che è sempre stata per le generazioni
passate il cuore e il simbolo della
città. Aumentano i licenziamenti
come la disperazione nelle case
ternane. Un'altra impresa straniera
che, in un periodo di grande crisi,
decide di tagliare i posti di lavoro.
Sembra che il nostro governo
rimanga a guardare, nonostante
questa situazione vada avanti da più
mesi, nonostante i continui esoneri
da parte della multinazionale
tedesca, crescano a dismisura. Un
tempo la nostra acciaieria riusciva
ad esportare i materiali anche
dall'estero. Purtroppo oggi non è più
così perché le altre società sono
autosufficienti e si tende a chiudere
in Europa, o meglio in Italia dove
abbiamo organi passivi e assenti
davanti a determinate situazioni. Si
cerca di guardare anche oltre le
vicende e le circostanze politiche o
ministeriali. Oltre quelle semplici
negoziazioni che non hanno il potere
di giustificare un padre che non
riesce a mandare avanti la propria
famiglia.
Perché in fondo è così che la
vediamo noi giovani a casa, una
tragedia che raccoglie i cuori di tutti
noi.
Noi siamo Terni, noi siamo
l'acciaieria.
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ATTUALITA’
Li chiamano «I malati invisibili»
Storie di malati a cui viene negato il diritto di essere tutelati
Valentina Persichetti
TERNI - C'è una porzione, per fortuna
piccola, di persone che vivono, oltre
alla propria malattia, una situazione di
terribile disagio. Quella di non essere
riconosciuti come reali malati,
semplicemente perché la loro
patologia non è visibile, evidente e
conosciuta.
Vengono chiamati "malati invisibili"
da chi conosce, e "malati immaginari"
da chi crede di avere la verità in pugno
sempre e comunque, pur non sapendo
cosa si cela dietro le assenze dal
lavoro o dalla scuola, visto che tali
patologie possono colpire anche
molto presto.
Per questo, poniamo qualche
domanda ad un'adolescente che si è
trovata ad affrontare tale disagio.
Pensando alla sua personale
esperienza, quando ha deciso di
mostrare e condividere la sua
condizione con gli altri?
Direi che forse all'inizio parlare della
mia malattia mi riusciva davvero
difficile. Mi vergognavo di ammettere
cosa mi stesse accadendo, prima di
tutto con me stessa. Poi, ad un certo
punto, sono stata "costretta" a farlo. A
scuola, quantomeno agli insegnanti,
non potevo dire che le mie continue
assenze fossero solo a motivo di
semplici influenze. è stata dura, ma
alla fine ho capito che non c'è nulla di
cui vergognarsi ad essere malati: non è
una colpa, e non ho fatto del male a
nessuno; anzi, penso che con una
patologia come la mia sia importante
imparare a parlarne e diffondere
notizie: forse, così un giorno le
persone capiranno.
Cosa, di preciso, le hanno
diagnosticato?
Dopo anni di calvario, mi è stata
sospettata una sindrome
fibromialgica connessa ad una
spasmofilia.
Sicuramente, non sono nomi che
si sentono ogni giorno. Può
spiegarci cosa sono queste
patologie e come si è accorta che
qualcosa non andasse?
Fibromialgia deriva dal latino, e
significa letteralmente fibra ovvero
i tessuti fibrosi che vengono colpiti,
e mialgia: dolore muscolare. La
spasmofilia è una sindrome che in
breve porta a spasmi, crampi,
problemi muscolari, fino ad arrivare
ai casi più gravi come il mio, quando
insorgono anche spasmi respiratori
e convulsioni.
Col senno di poi credo di aver
cominciato a star male anni addietro,
ma tutto è precipitato più di un anno
fa. Avevo sempre sofferto di cefalee,
ma d'improvviso i miei mal di testa si
erano intensificati: avevo cominciato
a trovarmi costretta a passare anche
due o tre giorni al buio, stesa, senza
riuscire a fare assolutamente nulla,
persino respirare diventava doloroso.
In alcuni momenti era come se mi
"spegnessi", non stavo seduta dritta,
non articolavo le parole, non capivo,
non sollevavo neanche una penna, e il
mio equilibrio vacillava. Tutto questo
in meno di un mese. Sono corsa a
Roma per fare delle risonanze, ma non
c'era nulla di anomalo. Eppure i
sintomi peggioravano, e i muscoli e la
mia struttura in generale
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rispondevano male, gli spasmi di tutti
i tipi hanno cominciato a non farmi
dormire la notte. Hanno ipotizzato
epilessia, sclerosi multipla, insomma
di tutto, fino a che la malattia non
viene diagnosticata.
Come è cambiata la sua vita in quel
momento? Ha trovato una cura?
La mia vita è cambiata
completamente. Finalmente il mio
nemico aveva un nome... non mi
sembrava vero.
Eppure, ad oggi, non ho ancora
trovato una cura. Dopo aver girato
tutto il centro Italia, ho in programma
di recarmi a Verona, dove c'è l'unico
centro italiano per la cura della
fibromialgia e della sindrome da
stanchezza cronica.
Quale pensa sia la difficoltà
scaturita dalla sua malattia più
pesante da sostenere?
Me lo sono chiesta spesso.
Ora, che i dolori sono peggiorati ed
ho parecchi giorni in cui le mie
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gambe si bloccano e non posso
andare a scuola, frequentare gli amici
, ho capito quanto sia vera la citazione
di un medico che dice "La
fibromialgia non toglie un'ora alla
vita, ma avvelena ogni ora della vita".
Non solo per i problemi che crea, ma
anche per l'indifferenza e spesso
anche la malignità delle persone.
Ho imparato che è normale, con la
mia malattia, essere abituati a sentirsi
ridere dietro se zoppico, o al fatto che
le persone non capiscano cosa
davvero tu passi semplicemente
perché non hai nulla di visibile - se
non gli spasmi Sto cercando di imparare a capire
che, però, se la gente è meschina è
ben più malata di me. Ho deciso di
rivolgermi ad un medico per aiutarmi
a sopportare le parole -che fanno
molto più male dei muscoli- delle
persone, e sto cercando anche di
capire che non è colpa mia se non
riesco a concentrarmi a sufficienza
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per mantenere la mia media
scolastica
sempre alta.
Mi sono iscritta ad un gruppo di
persone con la mia stessa patologia, e
ci spalleggiamo a vicenda quando
nessuno ci capisce.
Mi sento in colpa quando le persone
pensano che io "non abbia voglia" di
fare le cose, ed anche a costringere la
mia famiglia a portarmi da un
ospedale all'altro per cercare di
trovare una cura.
Con quale messaggio vorrebbe
salutare i lettori?
Vorrei semplicemente che chi è
intorno a noi la smetta di farci sentire
diversi, o addirittura falsi. Vorrei che
le persone aprissero i loro occhi e la
loro mente, perché sentirci capiti ci
aiuta già davvero tanto.
Non chiedo a nessuno di lottare al
posto mio, ma almeno di non
intralciare la mia battaglia, di non
appesantirmi.
Segue da pagina 1
Femminicidio, un problema che inizia fin
dall’adolescenza
Irene Pulcianese
esistite un'infinità di figure femminili che dovrebbero esser
ricordate, per citarne alcune: Margaret Thatcher, Eleanor
Roosevelt, Rita Levi Montalcini, Marie Curie.
Perché ,quindi, non iniziare a conoscerle?
Proprio noi giovani, nati in un'epoca dove i cambiamenti e le
diversità rappresentano il cardine della società ,dobbiamo
impegnarci a debellare tale “razzismo” di genere. Infatti,
come affermava il filosofo greco Anassagora” la diversità è
la radice di ogni conoscenza”
Di conseguenza, sarebbe fondamentale intraprendere
all'interno delle scuole e delle università, progetti in questo
campo.
A tal proposito, l'anno scorso alcune scuole del nostro paese
hanno preso parte al progetto “Tacchetti Rossi. Scena di uno
stupro.” Spettacolo teatrale che ha riscosso grande successo
anche grazie al supporto di Laura Masielli, regista,
sceneggiatrice e autrice .Grazie ad un percorso durato 3
mesi, quindi, i ragazzi partecipanti hanno avuto l'occasione
di approfondire l'argomento sul tema del femminicidio e di
attuare un percorso di crescita che gli ha permesso di
eliminare pregiudizi e stereotipi in tale ambito. Chissà se in
futuro anche noi potremo perseguire tale progetto?
Voi che ne pensate?
1- Continua
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ATTUALITA’
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ATTUALITA’
La rinascita di una vita appesa ad un filo
Edoardo Sensini
TERNI - Spesso si sente parlare
di lunghe liste di attesa per
sottoporsi ad un trapianto. C'è
chi ce l'ha fatta e guarda al
mondo con occhi diversi
Che tipo di trapianto ha
subito e a quando risale?
Il 23 Luglio 2014 ho subito un
trapianto di cuore.
Il trapianto era l'ultima
speranza che aveva?
Sì. Nel 2002 mi è stata
diagnosticata una displasia
aritmogena al ventricolo destro, una
malattia grave e progressiva che con
il passare del tempo avrebbe portato
ad un arresto cardiaco. Ho portato
per anni un pace maker impiantato
nella cassa toracica per tutelare i
battiti anomali, ma negli ultimi anni
la situazione è degenerata : dai
medici sono stata giudicata in “end
stage” ossia “fase finale”.
Per quanto tempo ha dovuto
aspettare il nuovo organo?
Per quasi due mesi, nei quali sono
stata ricoverata in fin di vita in
terapia intensiva attaccata a due
macchine, con le quali continuavo a
vivere.
Quali pensieri l'hanno aiutata
durante questo periodo d'attesa?
Mi ha aiutato la fede in Dio, che mi
ha dato la forza per resistere e la
convinzione di potercela fare.
Come è cambiata la sua vita dopo il
trapianto?
Sono rinata e vedo la vita in modo
completamente diverso,
svegliandomi ogni giorno con tanta
felicità. Nella vita diamo per scontate
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Doping, quando la chimica supera il fisico
Maila Paciosi
tante cose non capendo la loro vera
importanza e la bellezza di quelle
più semplici. Dal 1990 sono iscritta
all' AIDO perché sensibilizzata
dalla malattia di una persona a me
vicina e non avrei mai pensato che
un domani mi sarei trovata dall'altra
parte ossia da quella di una persona
malata, la cui unica speranza era
quella di ricevere un organo sano.
Ora capisco l'importanza della
sensibilità umana e che la donazione
degli organi dovrebbe essere un atto
doveroso da parte di tutti, un estremo
atto di civiltà e di amore per sé e per
gli altri. Penso al donatore con
infinita riconoscenza e rispetto
perché mi ha concesso una nuova
possibilità di vita che affronto con
gioia e che difendo e proteggo come
il dono più prezioso.
Ci sono cose, nella vita, che si
risolvono solo con l'amore di chi ci
sta accanto, con la solidarietà e con
la civiltà. Malattie incurabili, ad
esempio; malattie per le quali la
scienza non ha trovato un rimedio
efficace. Organi vitali malati e
danneggiati. L'unico rimedio
efficace da più di 50 anni si chiama
trapianto : in breve, l'organo
malato viene sostituito da un
organo sano, proveniente da un
donatore clinicamente morto.
Questa, perciò, è l'unica
speranza di vita per migliaia di
pazienti malati in tutto il
mondo,l'unica ancora
di
salvezza. Dal 2010 ad oggi,
oltre 300.000 persone date per
spacciate sono rinate grazie al
trapianto, tra cui migliaia di italiani.
Tra le varie associazioni che
promuovono la donazione degli
organi, la più famosa in Italia è l'
AIDO, con sede principale a Roma,
ma con sedi dislocate in tutto il
paese. Fare del bene è
semplicissimo, bisogna solo
iscriversi ed ottenere un tesserino
speciale che certifica la propria
volontà di donare organi, tessuti o
cellule sane ai più bisognosi dopo la
morte. L'iscrizione è completamente
gratuita, come le cure e l'intervento
stesso, perché la bontà umana non ha
prezzo. Qui non si parla di merce, ma
di amore e di vita.
BOX
Info Sede di Terni c/o AVIS
Via Ludovico Aminale, 30 05100
Tel: 0744 400118
Angelo Facchin (Presidente)
333 9101181
Paola Alpini (Vice presidente)
328 3283276
TERNI - Il 74.8% degli sportivi
ricorre a sostanze dopanti per
migliorare il proprio rendimento.
Questi i dati divulgati dal Ministero
della Salute lo scorso settembre.
Percentuale
allarmante se si
aggiunge poi che il 35,9% di questi è
di età superiore ai 39 anni.
Gli sport in cui vengono registrati un
gran numero di casi sono ciclismo,
body building, kickboxing, rugby e
sport su ghiaccio.
I controlli sempre più frequenti hanno
evidenziato che
c'è stato un
incremento del 50% di atleti risultati
positivi al doping.
Tuttavia, negli sport sopra citati i
controlli vengono effettuati più
frequentemente e spesso a sorpresa.
Dallo studio del ministero è emerso
che le sostanze più utilizzate dagli
atleti risultati positivi sono gli
anabolizzanti, in primis il
testosterone, seguiti da ormoni, thc e
cannabis.
C'è chi azzarda l'ipotesi di legalizzare
l'uso di alcune di queste sostanze ; è
troppo
il divario tra gli atleti
cosiddetti dopati e quelli che
concorrono senza alcun aiuto chimico.
Gli effetti a cui da luogo il doping a
lungo termine possono essere molti e
devastanti .
Uno dei casi - esempio più lampanti è
sicuramente quello di Heidi Krieger.
Questa giovane atleta tedesca, nata nel
1966 a Berlino, a quattordici anni era
già affermata nel lancio del peso e del
disco. Sottoposta dalla società
sportiva d'appartenenza ad un uso
continuo e prolungato di steroidi, ha
ben presto cominciato a sviluppare
tratti mascolini e mutazioni fisiche.
Oggi, se desideraste sentir parlare di
lei, dovreste chiedere di Andreas e non
più di Heidi, perché il suo corpo era
cambiato a tal punto che nel 1997,
dopo aver detto addio allo sport nel
1991, ha affrontato un intervento per
il cambio di sesso.
In un'intervista risalente al 2009,
l'atleta ha affermato che è tanto il suo
“disgusto” verso quello che gli è stato
fatto da non riuscire più nemmeno a
guardare una gara d'atletica.
Afferma con sicurezza: “ io so cosa sta
succedendo lì dentro e non sopporterei
di assistere ad uno spettacolo del
genere. Per me tutti i primati battuti
sono frutto del doping”.
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POLITICA
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PROGETTI SCOLASTICI
Lo sapete come si elegge
il presidente della Repubblica?
Maila Paciosi
TERNI - Il 31 gennaio 2015, con 665
voti al quarto scrutinio, Sergio
Mattarella è stato eletto dodicesimo
Presidente della Repubblica Italiana.
Nato a Palermo il 23 luglio del 1941, è
il quarto figlio di Bernardo Mattarella,
politico democristiano più volte
ministro tra gli anni cinquanta e
sessanta, e fratello minore di Piersanti
Mattarella, che nel 1980 fu assassinato
da Cosa Nostra mentre era presidente
della Regione Sicilia. Si diplomò al
liceo classico e nel 1964 ottenne la
laurea in giurisprudenza presso
l'università La Sapienza di Roma.
Intraprese la carriera accademica
presso l'Università di Palermo. In
seguito all'assassinio del fratello, fu
spinto nel 1982 dal neo segretario
della Democrazia Cristiana De Mita a
entrare nella politica attiva. Celebre è
la foto scattata da Letizia Battaglia in
cui Sergio Mattarella tiene tra le
braccia il fratello morente dopo
l'agguato, e che rappresenta il
passaggio di un'eredità politica. Alle
elezioni politiche del 1983 fu eletto
alla Camera dei Deputati. Nei
successivi governi democristiani ha
ricoperto gli incarichi di Ministro
della Pubblica Istruzione e Ministro
per i Rapporti col Parlamento. A
seguito delle inchieste su tangentopoli
in cui furono spazzati via i partiti
tradizionali, fu uno dei fondatori nel
1994 del Partito Popolare. Nel 2006 fu
candidato nella lista dell'Ulivo e
venne eletto deputato per la settima
volta. Nel 2007 fu tra gli estensori del
manifesto fondativo del Partito
Democratico. In questo periodo ha
ricoperto gli incarichi di
Vicepresidente del Consiglio dei
Ministri e Ministro della Difesa sotto i
governi D' Alema. L'ultimo incarico
che ha ricoperto prima dell'elezione a
Presidente della Repubblica è quello
di Giudice Costituzionale. Una delle
sue principali azioni politiche è stata la
riforma del sistema elettorale della
FUORI CLASSE
I ragazzi
del quinto A
e il prodotto
filmico
Maria Laura Cavallari
Camera e del Senato, denominata
Mattarellum, che, recependo l'esito
del referendum del 1993, introduceva
una preponderante componente
maggioritaria.
Ma come è stato eletto? Secondo gli
articoli 83-91 della Costituzione
italiana il residente della Repubblica
viene eletto dal Parlamento in seduta
comune integrato da tre delegati per
regione, ad eccezione della Valle
d'Aosta che ne ha uno solo. L'elezione
ha luogo a scrutinio segreto a
maggioranza di due terzi
dell'assemblea, ma dopo il terzo
scrutinio diviene sufficiente la
maggioranza assoluta, ovvero metà
più uno. Può essere eletto presidente
della Repubblica ogni cittadino che
abbia superato cinquanta anni d'età e
goda dei diritti civili e politici. La
carica dura sette anni. La sede per la
votazione è quella della Camera dei
deputati. Il presidente entra in carica
dopo aver prestato giuramento al
Parlamento al quale si rivolge tramite
un messaggio presidenziale. L'ufficio
di presidente della Repubblica è
incompatibile con qualsiasi altra
carica. Quali sono i poteri? Ha
compiti che riguardano la formazione
e il funzionamento degli altri organi
costituzionali, la funzione legislativa,
la funzione amministrativa e la
funzione giurisdizionale. Può
sciogliere le Camere indicendo nuove
elezioni nel termine di settanta giorni,
ma non negli ultimi sei mesi di
mandato. Nomina il governo e un
terzo della corte costituzionale. Per
quanto riguarda la funzione
giurisdizionale ha il potere di
concedere la grazia e commutare le
pene e su delega delle camere concede
l'amnistia e l'indulto.
TERNI - Quest'anno per la quinta
ginnasiale del corso Arte e Musica
( l i c e o C l a s s i c o d i Te r n i ) ,
caratterizzato da un'impronta
fortemente multidisciplinare, è
prevista la stesura di un soggetto
originale e la realizzazione di un
prodotto filmico incentrato
sull'importanza della cultura museale
e finalizzato a promuoverne la
consapevolezza e la fruizione da parte
dell'utenza giovanile.
Il progetto nel suo complesso mira
all'accrescimento qualitativo del
gusto estetico dei ragazzi nell'ottica di
una didattica museale che riveste
un'importanza strategica nella
formazione delle giovani generazioni:
conoscere e apprezzare il patrimonio
contribuisce infatti a sviluppare nei
cittadini la coscienza dell'importanza
dell'impegno civico nella tutela dei
beni culturali, facilita il
riconoscimento del valore e
dell'importanza delle diversità
aiutandoli conseguentemente nel
consolidamento della propria identità
culturale.
Molti esperti del settore parlano a
questo riguardo di educazione «dai
beni culturali» – (Mattozzi, 2001) –
la quale non può prescindere
dall'utilizzare quale strumento
formativo non soltanto le collezioni
museali, ma tutto il complesso
dell'intero patrimonio culturale da cui
i musei stessi hanno spesso origine.
Nella convinzione che sempre con
maggior attenzione si debbano
rinsaldare i rapporti tra musei e
territorio, l'interesse degli studiosi e
degli operatori è indirizzato a
elaborare e a sperimentare interventi
ed azioni tesi a soddisfare le finalità
educative insite nel museo e nel
territorio stessi.
Partendo da queste considerazioni il
nostro progetto mira a promuovere la
principale struttura museale della
città, denominata Caos (Centro arti
opificio Siri), nel suo vincolo
inscindibile con la storia ed anche con
l'archeologia industriale di Terni,
essendo inserita in una antica fabbrica
dismessa.
Il valore educativo di musei e
patrimonio consiste nella loro innata
capacità di generare una molteplicità
di processi formativi degli individui,
nonché di stimolare una vasta gamma
di forme di apprendimento. Ma non
meno importante è la considerazione
per la quale l'educazione al patrimonio
arriva a coinvolgere la sfera emotiva:
il tema della memoria, ricorrente nei
beni culturali, presuppone
l'attivazione di una serie di
meccanismi di apprendimento in cui
l'aspetto cognitivo si coniuga con
l ' a s p e t t o a ff e t t i v o - e m o t i v o e
l'immaginazione, determinando così
forme di apprendimento complesse
che mettono in gioco l'interazione
delle intelligenze.
I musei possono promuovere nuovi
approcci didattici e comunicativi
sperimentali in grado di stimolare,
intrattenere e sfidare il visitatore ed in
questo contesto si inserisce l'idea del
nostro percorso educativo di progetto:
promuovere una conoscenza che parta
dalla ragione ma arrivi al cuore
attraverso le emozioni, esemplificata
dall'esperienza della visita al museo
della memoria di Ustica , dove siamo
entrati in contatto con una realtà a noi
estranea come elemento di
conoscenza ma nella quale ci siamo
invece calati attraverso l'emozioni
forti che il materiale esposto e le
metodiche di comunicazione dei
contenuti hanno saputo trasmetterci.
Ne è risultata dunque un' esperienza
di vita, sia pure mediata, nella quale ci
siamo sentiti coivolti in uno dei più
misteriosi e cupi drammi della nostra
Nazione.
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PROGETTI SCOLASTICI
LETTERE
Goldoni visto ed interpretato dal II A
Emma Stoico
TERNI - Il Pof (Piano dell'Offerta
Formativa) del corso AM prevede,
ogni anno, due settimane di modulo,
affrontate dai ragazzi in orario
scolastico o extrascolastico.
Generalmente, durante la prima
parte del modulo, le classi
analizzano dal punto di vista teorico
le varie arti visive, dal cinema al
teatro; durante la seconda settimana,
invece, mettono in pratica le
conoscenze acquisite per elaborare
prodotti, quali cortometraggi e
rappresentazioni teatrali.
Proprio così ha proceduto il II AM
nella settimana che andava dal 26 al
31 gennaio 2015. L'argomento
proposto alla classe è stata la
Trilogia della villeggiatura di Carlo
Goldoni, in particolare Le smanie
della villeggiatura (commedia
scritta e messa in scena nel 1761, che
sottolinea e critica i vizi della
borghesia che cerca di imitare la
nobiltà in tutti i suoi lussi, senza però
avere i mezzi per poterlo fare). Prima
di procedere con la lettura in classe,
precedentemente assegnata per le
vacanze di Natale, gli alunni hanno
dovuto anticipare lo studio di
Goldoni e della sua riforma teatrale argomento che sarebbe stato
affrontato più avanti nel corso
dell'anno scolastico - per poter
comprendere l’opera.
Contemporaneamente alla lettura
dell'intera commedia, durante la
quale noi ragazzi ci siamo spartiti i
ruoli, è stata proposta la visione della
trilogia ad opera di Toni Servillo,
svoltasi di lunedì, mercoledì e
venerdì. Proprio di mercoledì,
abbiamo assegnato definitivamente
le parti, dividendo tra diversi di noi
quelle del protagonista e dei
personaggi principali. Così, dunque,
ci sono tre Giacinta, tre Vittoria, due
Brigida e due Leonardo: una persona
per ogni atto. Per quasi tutta la
settimana, abbiamo lavorato
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Il liceo classico
non è una
«prigione»
Alessia Lucentini
autonomamente, mentre, nell'ultima
giornata di modulo, è arrivata in
"soccorso" Luisa Borini, ex alunna del
Liceo Classico, laureata in Lettere e
laureanda al DAMS, la quale ci ha
aiutato nel ridimensionamento del
testo, tagliando alcune scene e
togliendo alcune battute. Questa
preparazione teorica porterà alla
realizzazione di una piccola
rappresentazione teatrale che si terrà,
verso la fine dell'anno scolastico,
proprio qui nel nostro Liceo, sperando
in una sua buona riuscita e in una
vostra grande presenza!
TERNI - “Il Classico? Ti sei forse
bevuto il cervello?”
Queste le parole di stupore dei miei
amici
appena sono venuti a
conoscenza della mia decisione di
intraprendere un percorso di studi in
questa scuola. Inizialmente, devo
ammettere che ho dovuto compiere
non pochi sacrifici per riuscire ad
ottenere i risultati sperati, ma ora posso
ritenermi più che soddisfatta sia per
quanto riguarda le conoscenze
acquisite che i rapporti interpersonali.
Vorrei, infatti, sfatare il mito che il
Classico è il liceo dei “figli di papà” o
dei cosidetti “snob”. I ragazzi e le
ragazze che lo frequentano sono tutti
cordiali e disponibili e a mio parere si
respira all'interno dell'istituto un'aria
amichevole e gioiosa. All'interno della
classe sono riuscita a coltivare solide
amicizie e i docenti si sono sempre
dimostrati disponibili e altamente
qualificati. Se quindi mi chiedessero di
rispondere alla domanda “Sceglieresti
nuovamente il liceo classico Tacito?”
La mia risposta sarebbe sicuramente
affermativa, anzi aggiungerei che
questa è la scuola dei sogni per
chiunque voglia ricevere un elevato
bagaglio culturale e voglia vivere in
serenità con l'ambiente scolastico.
Sormontate il muro degli stereotipi in
cui il Classico è visto come una
prigione e per dimostrarlo sceglietelo
anche voi, posso assicurarvi che non ve
ne pentirete.
FUORI CLASSE
Numero 1
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MUSICA
Il Maestro Francesco Corrias
e l’amore per la musica
Alessia Lucentini e Maila Paciosi
TERNI – La musica nasce dal
profondo. Un amore improvviso che
cattura e rapisce. Soltanto chi suona e
chi è coinvolto può capire questo
profondo legame. Il Maestro
Francesco Corrias spiega la sua grande
passione per la musica.
Come è nata la sua passione per la
musica?
“Non lo so, è un mistero. I miei
genitori avevano molti dischi e mi
facevano ascoltare buona musica. Ho
iniziato con i loro 45 giri anni
Sessanta, poi con i 32 giri di musica
classica. Frequentavo già a quattrocinque anni il teatro che per me era
un'esperienza significativa, un
momento formativo affascinante”.
Perché il violino e la viola?
“La scelta dello strumento è alquanto
misteriosa. Ad un certo punto ci sono
strumenti che mi sono stati stretti,
sentivo comunque il bisogno di fare
altro dopo le prime esperienze in
orchestra. Il mio cammino è
proseguito da una parte con la
composizione e dall'altra con il
diploma decennale al conservatorio.
Contemporaneamente ho fatto
direzioni di coro e mi sono laureto alla
facoltà di lettere in storia della musica.
In parallelo ero un concertista e un
critico musicale”.
Come contribuì al progetto della
sezione AM?
“Ho partecipato al concorso che
richiedeva un docente laureato al
conservatorio poiché la preside voleva
che a insegnare musica fossero dei
musicisti che trasmettessero
professionalità attraverso esperienze
dirette nel mondo della musica. La mia
vita infatti si svolge sia
nell'insegnamento sia nel concertismo.
L'obiettivo dell'AM è quello di
considerare l'arte e la musica come i
prodotti più alti della nostra
civiltà,questo è il senso della classicità
e della musica all'interno dell'istituto.
L'esperienza del coro giovanile è per
me irrinunciabile”.
Cosa prova mentre suona?
“Non ho una risposta precisa. La
musica fluisce in un tempo che è
diverso dal tempo reale,il tempo di un
brano musicale è uno squarcio
atemporale in mezzo allo scorrere del
tempo che è condizionato
dall'andamento del brano,è un
momento irripetibile. In realtà la
musica non esiste finché nessuno la
esegue. Se io ho di fronte un foglio di
carta,il foglio non trasmette
musica,c'è bisogno della
partecipazione o dell'esecuzione di
qualcuno per far suonare un pezzo di
carta. A questo punto il rapporto che si
crea tra me direttore e i coristi è unico e
alla pari,è bellissimo perché
esprimiamo tutti allo stesso livello
quello che la musica ci comunica. Il
pubblico passa in secondo piano, ma
sono comunque attento che abbia un
prodotto d'arte”.
La musica le sta mai stretta? C'è un
momento in cui qualcosa non la
soddisfa?
“L'attenzione alla perfezione è
continua e si scontra con
l'imperfezione del mondo nel quale
viviamo. Dipende dal contesto e dalle
strutture, la musica spesso resta in
sottofondo e non ci entra nel cuore. Il
nostro è un mondo paradossalmente
pieno di suoni, ma non pieno di
musica”.
FUORI CLASSE
Numero 1
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FUORI CLASSE
Numero 1
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SCUOLA
BUONE LETTURE
Un uomo per la liberta’
Al Certamen Taciteum in gara i migliori latinisti
Irene Pulcianese
TERNI - Don Pino sorride. Un sorriso
strano,quieto,come emerso dal
profondo del mare quando la
superficie è in tempesta. Mi ricordo
ancora la prima lezione con lui. Si era
presentato con una scatola di cartone.
L'aveva messa al centro dell'aula e
aveva chiesto cosa ci fosse dentro.
Nessuno aveva azzeccato la risposta.
Poi era saltato sulla scatola e l'aveva
sfondata. "Non c'è niente. Ci sono io
che sono un rompiscatole”. Ed era
vero. Uno che rompe le scatole in cui ti
nascondi, le scatole in cui ti
ingabbiano, le scatole dei luoghi
comuni, le scatole delle parole vuote,
le scatole che separano un uomo da un
altro uomo.
Questa una delle tante perle di
saggezza scelta con meticolosa cura
dal giovane e moderno scrittore
Alessandro D'Avenia. Quest'ultimo,
ancora una volta è riuscito con il suo
libro “Ciò che Inferno non è” a
catturare e a cogliere nel profondo
l'animo di ogni adolescente,
scoprendo le sue paure, i suoi dubbi, e
le sue speranze.
Il protagonista, infatti, un giovane
diciassettenne, ritiene di conoscere il
mondo e l'amore attraverso le letture
di Petrarca e Leopardi .In realtà, nel
corso della narrazione subirà un
percorso di trasformazione e
comprenderà come la vita reale, in una
Palermo del fine '900, sia irta di
ostacoli e di strade a senso unico.
Strade, che una volta scelte devono
essere percorse e non sempre
conducono verso il bene.
Strade, dove chi comanda possiede
nomi come il “Cacciatore”,”u'
Turco”,”Madre Natura”.Uomini,
senza scrupoli che portano nel cuore la
ferocia di un termine potente come le
bombe che seminano, ”mafia”.
Queste vie, tuttavia, sono anche
abitate da persone oneste, che non
vogliono veder morire
la loro
Palermo, l'antica “Balermus “tanto
amata da Federico II.
Per i suoi vicoli corrono Francesco,
Maria, Dario, Serena tutti bambini che
vogliono, devono avere diritto alla
libertà.
Per fortuna, il male non esiste senza il
bene, ed è qui che entra in gioco un
uomo, un professore, un prete.
E' proprio quest'ultimo, che con forza
e tenacia cambierà la storia e la vita di
quei bambini della Brancaccio
degradata e violenta del XX secolo. In
particolare, aiuterà
il giovane
protagonista a comprendere il reale
significato delle parole quali “amore”,
”libertà”, ”coraggio” che si possono
comprendere solo quando si vive
all'inferno.
Ed è grazie a lui che oggi, forse, la
mafia possiede meno potere. Il
motivo? Lo scoprirete leggendo ,ma vi
avverto, di Don Pino, ne esiste solo
uno.
Chi ha ucciso
Nola Kellergan?
Maila Paciosi
TERNI - Se siete alla ricerca di un libro
capace di trascinarvi fino all'ultima pagina
con la forza di un fiume in piena, "La verità
sul caso Harry Quebert" é ciò che fa per
voi. Ambientato nella cittadina fittizia di
Aurora, questo giallo di Joel Dicker é un
susseguirsi di scene e flashback che
tengono il lettore col fiato sospeso per tutta
la durata della narrazione, nonostante le
varie
carenze letterarie causate
dall'inesperienza dell'autore. Protagonista
della narrazione è il giovane scrittore
Marcus Goldman che, vivendo un periodo
di blocco e rischiando di finire sul lastrico,
contatta il suo vecchio professore, il
famoso Harry Quebert, in cerca di aiuto.
Harry lo invita a passare un periodo nella
sua tranquilla casa di Aurora, nel New
Hampshire, e lì qualcosa d'inaspettato
sconvolge la vita d'entrambi: il professore
viene accusato d'aver ucciso, nel lontano
1975, la giovane Nola Kellergan, il cui
cadavere viene accidentalmente rinvenuto
nel suo giardino, sotterrato insieme ad una
copia del suo libro più famoso, e con la
quale aveva una relazione. Convinto
dell'innocenza dell'amico, Marcus inizia
una sua personale indagine cercando, dopo
oltre trent'anni, di dare una spiegazione a
quella strana morte, per poter scagionare
Harry. Circa ottocento pagine che volano
come se fossero appena duecento e che il
lettore una volta terminato, rimpiangerà
perché, come dice Harry Quebert “ un bel
libro, Marcus, è un libro che dispiace aver
finito”.
TERNI – Ultimi ritocchi al liceo
classico “Gaio Cornelio Tacito” per la
XX edizione del Certamen Taciteum,
concorso riservato agli studenti
dell'ultimo anno dei licei. Dal 19 al 21
marzo saranno accolti a Terni
“giovani latinisti”, provenienti da
varie regioni italiane,
che si
cimenteranno nella traduzione di un
brano di Tacito scelto dal professore
Piergiorgio Parroni, docente emerito
di filologia classica all'università “La
Sapienza” di Roma.
La
manifestazione inizierà
il
19
pomeriggio con l'accoglienza dei
partecipanti e il loro trasferimento al
palazzo Primavera, dove, dopo la
presentazione della professoressa
Maria Rita Chiassai, dirigente
scolastico del liceo classico di Terni, e
il saluto delle Autorità, si terrà una
conferenza sull'opera e la figura di
Tacito.
Il professore
Umberto
Roberto, docente di Storia romana
all'università Europea di Roma,
tratterà il seguente argomento : "La
libertas dei Germani: riflessioni su
Tacito, Germania 37
e la sua
fortuna". La gara di traduzione si
terrà nei locali del liceo durante la
mattina del 20. La commissione,
presieduta dal professore Piergiorgio
Parroni, proclamerà i vincitori, che
verranno premiati ufficialmente
sabato 21
alle
10 a Palazzo
Primavera, dopo la rappresentazione
teatrale dell'opera "Le nuvole" di
Aristofane, a cura del laboratorio
teatrale del liceo classico Tacito. Si è
già concluso il Piccolo Certamen,
sezione riservata agli alunni delle
classi intermedie: la commissione
nazionale del Certamen, dopo aver
scelto testi di storici latini di difficoltà
adeguata alle classi partecipanti, li ha
inviati alle 58 scuole che hanno
aderito al concorso, disseminate
sull'intero territorio nazionale;le
singole scuole partecipanti hanno
gestito
la prova, costituita dalla
traduzione del brano proposto, seguita
da breve commento storico-letterario.
I nomi dei vincitori di ciascuna scuola
partecipante sono stati comunicati alla
commissione nazionale, che
provvederà ad inviare l'attestato di
merito. Nell'ambito
delle varie
iniziative promosse dal Certamen
Taciteum, si è svolta anche la Sezione
Ricerche che ha visto quest'anno varie
scuole del territorio nazionale
impegnate nella produzione di un
saggio breve sul tema: La guerra e la
pace nell'immaginario dei poeti e/o
degli storici latini, tra moti dello
spirito, istanze del potere e urgenze
della storia”. La commissione
esaminatrice, relativa a tale sezione del
concorso, presieduta dal professore
Giorgio Bonamente, docente presso la
facoltà di
lettere e filosofia
dell'Università di Perugia, ha
individuato come vincitore il saggio
elaborato dalla classe III F del liceo
scientifico-linguistico statale ”
Principe Umberto I di Savoia” della
città di Catania. La mattina del 20,
mentre i candidati saranno impegnati
nella prova del Grande Certamen, i
docenti accompagnatori visiteranno il
museo storico della Fabbrica d'Armi
di Terni; nel pomeriggio, docenti
accompagnatori e candidati
effettueranno un itinerario artisticoarcheologio nella città di Terni, guidati
dalla professoressa Paola Mostarda e
dalla professoressa Claudia Andreani,
docenti del liceo classico di Terni.
La sera del 20 marzo,dopo un
simpatico incontro conviviale, si terrà,
nella chiesa di San Cristoforo di Terni,
un concerto del coro del liceo classico
di Terni, diretto dal professore
Corrias. Tutto ciò si svolgerà
nell'ambito delle finalità indicate dal
regolamento del Certamen che è nato
per “onorare la memoria di Tacito e, al
tempo stesso, rivitalizzare lo studio
del Latino, lingua in sé conclusa, ma
non esaurita nella sua funzione di
portatrice e rivelatrice delle radici
linguistiche di ampia parte della
cultura europea occidentale”.