L’ISOLA di PATMOS
RISPOSTA AI DUBIA DEI CARDINALI?
IL SOMMO PONTEFICE RISPONDERÀ
ATTRAVERSO GLI SCISMATICI LEFEBVRIANI ...
La mancanza di diritto, sostituito con la emotività, il sentimentalismo ed il
singolo arbitrio, oltre alla mancanza di senso comune, ed a tratti anche alla
mancanza di comune senso del ridicolo, è la migliore, ma sotto certi aspetti
anche peggiore risposta, che i quattro Cardinali autori dei dubia rischiano
purtroppo di ricevere.
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S.E. Mons.
Ariel S. Levi di Gualdo
Vescovo titolare di Laodicea Combusta
A tutti voi, Lettori di questa giovannea Isola
di Patmos, luogo dell’ultima rivelazione, nella
quale il Beato Apostolo scrisse il Libro dell’
Apocalisse, il mio benedicente saluto di pace
e grazia dal Signore Nostro Gesù Cristo..
Nelle nostre alture dell’Anatolia il clima è
abbastanza mite e tra i quattro sassi delle rovine della mia antica chiesa cattedrale si sta
vivendo una Quaresima ricca di frutti spirituali verso la Pasqua di Risurrezione.
le rovine della chiesa cattedrale di Laodicea
Combusta, Diocesi suffraganea dell'Arcidiocesi
di Antiochia
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© L’Isola di Patmos
Rivista telematica di teologia ecclesiale e di aggiornamento pastorale
Articolo pubblicato il 27 marzo 2017. Autore: S.E. Ariel S. Levi di Gualdo, Vescovo tit. di Laodicea Combusta
Si autorizza per lettura e uso privato la stampa cartacea di questo articolo che se totalmente o parzialmente riportato deve però recare indicata la data di
pubblicazione, il nome di questa rivista telematica e il nome dell’Autore.
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L’ISOLA di PATMOS
Venerdì ho diretto la Via Crucis, alla quale hanno partecipato un nutrito gruppo di pecore di
montagna, a me condotte da Arak, un pastore
turkmeno dell’Asia Centrale che mi è molto devoto
e che oggi protegge dagli archeologi di frodo tedeschi i ruderi della mia chiesa cattedrale bruciata
molti secoli fa, proprio da questo prende nome la
mia sede titolare: Laodicea Combusta, ossia Laodicea la bruciata.
Arak, il pastore tukmeno devotissimo al
Vescovo di Laodicea Combusta con un
gruppo di pecore da lui guidate alla Via
Crucis diretta dal vescovo laodiceo
Terminata la Via Crucis le pecore mi
hanno baciata la mano a una a una ricevendo la mia apostolica benedizione, dopodiché, il pastore turkmeno Arak, le ha
riportate edificate e santificate da questo
pio esercizio presso il loro ovile, mentre
io mi immergevo nella mia apostolica sole pecore devote alla Via Crucis nei pressi delle ro- litudine, tra le rovine visibili della mia
vine della Chiesa di Laodicea Combusta
chiesa, a riflettere su ciò che oggi accade
nell’antica Roma, ridotta sempre più a rovina invisibile.
Durante le mie solinghe meditazioni mi sono venuti a mente quattro miei Fratelli Vescovi, i Padri Cardinali Walter Brandmüller, Leo Burke, Carlo Caffarra e
Joachim Meisner, che ho sempre stimato autentici uomini di Dio, ed ai quali desidero donare questa mia riflessione quaresimale a proposito dei loro Dubia [cf.
QUI].
Desidero anzitutto far notare ai miei quattro Eminenti Fratelli che come Vescovo di Laodicea Combusta mantengo molto vivo un ricordo legato alla prima epoca
apostolica, perché la mia sede titolare è suffraganea dell’antica Arcidiocesi di Antiochia [cf. QUI], dove, come narra il Beato Apostolo Paolo nella Lettera Apostolica
ai Galati [Gal 2,1-2.7-14], egli procedette ad ammonire e riprendere pubblicamente Pietro, di cui non mise mai in dubbio l’autorità, tutt’altro: a massima tutela del© L’Isola di Patmos
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L’ISOLA di PATMOS
la sua stessa autorità apostolica ritenne cosa buona e giusta indicargli l’errore e
l’ambiguità nella quale era caduto.
Con questi vivi ricordi che fanno parte della
storia antica di questa terra dove ha sede la
mia diocesi, ho particolarmente pregato per
questi miei fratelli Vescovi, ai quali il Romano
Pontefice può rispondere in vari modi, più o
meno diretti o indiretti. Nel particolare caso di
specie penso si stia accingendo a dar loro una
risposta indiretta, ma non per questo meno
esauriente, risolvendo così in modo definitivo
il problema generato da alcune ambiguità contenute nel documento post-sinodale Amoris
Laetitia.
il pastore turkmeno Arak, assieme alla sua
gentile consorte Shakira, in compagnia delle
pecore che meditano sui commenti alla Via
Crucis del Vescovo di Laodicea combusta
A tutti è nota la storia non poco dolorosa di quella frangia di cattolici scismatici
e per questo tecnicamente e canonicamente eretici, tali sono i seguaci del Vescovo
Marcel Lefebvre. Questo insigne presule ritenne opportuno, a tutela del deposito
della fede cattolica, rifiutare l’ultimo Concilio Ecumenico della Chiesa. Beninteso,
riguardo questo Concilio si potrebbe discutere sia sulle proprietà di certi linguaggi sia su alcune vaghezze o ambiguità. Sempre però chiarendo che un conto è discutere nell’obbedienza della fede, animati dallo scopo che la Chiesa – la sola ed
unica legittimata a farlo – corregga o integri certe espressioni, peraltro di un concilio pastorale; altro conto auto-eleggersi novelli Atanasio di Alessandria e negare
l’autorità della Chiesa. E detto questo è bene far notare, a tutti coloro che nel tempo hanno paragonato Marcel Lefebvre a questo Santo Padre della Chiesa, che il
Vescovo Alessandrino non negò mai l’Autorità della Chiesa, ma la difese
dall’eresia dei vescovi ariani, non combatté certamente contro la Chiesa; egli accusò di eresia i vescovi ariani, non accusò di eresia il Magistero della Chiesa.
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Il grave errore dei lefebvriani e di tutti i loro seguaci, è credere e insegnare che il Concilio Vaticano II, essendo stato pastorale, non è
vincolante. E se questo non bastasse, lo giudicano e indicano pure colmo di eterodossie, affermando da alcuni decenni ch’esso è intriso
di eresie moderniste. In tal modo, i lefebvriani ed i loro seguaci, si ergono per un verso a
giudici della purezza della fede, per altro veril rientro delle pecore nel loro ovile dopo ave- so a unici custodi dell’unica e vera fede. Il tutre participato al pio esercizio della Via Crucis
to dimentichi con superbia a tratti sconfordiretta dal vescovo laodiceo
tante, che la custodia del deposito della fede
non è stata affidata da Cristo Signore a loro, ma alla Chiesa governata dal Successore del Principe degli Apostoli. Ribadisco pertanto che i lefebvriani, allo stato attuale, sono scismatici ed eretici, perché chiunque accusi di eresia l’alto Magistero
della Chiesa, è solo per questo eretico e fuori dalla comunione cattolica.
Il Santo Pontefice Giovanni Paolo II e in seguito il Venerabile Pontefice Benedetto XVI,
furono molto chiari nel precisare che i lefebvriani dovevano accettare il magistero del
Concilio ed i suoi testi senza riserve. In seguito Benedetto XVI fece precisare alla apposita
commissione Ecclesia Dei, che ai lefebvriani
non era richiesto di accettare l'interpretazione del Concilio ― per intendersi il post- l'atto scismatico del Vescovo Marcel Lefebvre:
concilio ― ma i documenti del suo solenne la consacrazione episcopale di quattro vescovi
senza mandato della Santa Sede. Per aprire il
magistero. E con animo misericordioso egli
video cliccare sopra l'immagine
rimise ai quattro Vescovi consacrati da Marcel
Lefebvre senza mandato pontificio la scomunica nella quale erano incorsi, ma
precisando che al momento, questi Vescovi, ed i Sacerdoti da essi consacrati, non
avevano alcun ruolo all’interno della Chiesa Cattolica [cf. QUI]; né potevano averlo, non essendo de facto in comunione con la Chiesa Cattolica.
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L’ISOLA di PATMOS
Stando a quando da settimane viene dichiarato, pare che il Pontefice felicemente
regnante abbia superato il grande scoglio
dell’accettazione del Magistero del Concilio,
forse dichiarando di motu proprio dopo colazione, parlando con un giornalista alla
presenza di un portinaio della Domus Sanctae Marthae, che in ogni caso, i cosiddetti il vescovo scismatico Bernard Fellay in una lunlefebvriani, sono cattolici. E da alcuni mesi si ga intervista nella quale parla dell'accordo senza
sta parlando di istituire per loro una prela- condizioni con la Santa Sede. Per aprire il video
cliccare sopra l'immagine
tura personale col pieno riconoscimento
della Santa Sede, senza che questa pongo loro condizioni di alcun genere, a partire
dalla accettazione senza riserve dell'alto magistero del Concilio Ecumenico Vaticano II.
Una volta la Chiesa aveva un diritto proprio codificato. Fin da quando s'è deciso di eliminare questo fastidioso odore di legalismo, sostituito in parte dall’odore
delle pecore, in parte da una misericordia tutta da chiarire, posto che l’una e l’altra
cosa non possono dare vita né ad un diritto fai-da-te, né ad un diritto secondocome-mi-batte-il-cuoricino.
Il Superiore Generale della Fraternità di San Pio X, il vescovo Bernard Fellay,
ha più volte ripetuto in varie interviste ufficiali che ormai, l’accordo con Roma, è in
pratica quasi fatto e che adesso «manca solo il timbro» [vedere video-intervista
QUI]. Ebbene è doveroso far notare ― casomai il timbro arrivasse sul serio ―, che
questo Vescovo non è eretico ipso facto in quanto scismatico, ma lo è perché segue
e trasmette le mai smentite teorie del Vescovo Marcel Lefebvre che ha sempre accusato il Concilio di derive liberali, illuministiche ed indifferentistiche, insomma:
un autentico ricettacolo di modernismo. E qui ricordiamo che il modernismo, fu definito dal Santo Pontefice Pio X come la madre di tutte le eresie attraverso la sua
Enciclica Pascendi Dominici Gregis. È questo che rende eretico il Vescovo Marcel Lefebvre, il Vescovo Bernard Fellay, ed i loro sacerdoti che, così formati e ordinati,
accusando imperterriti la Chiesa di eresia, sono e restato eretici, quindi sacerdoti
validi ma illeciti, al momento senza alcun ruolo all’interno della Chiesa Cattolica.
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Pare quindi che i lefebvriani, dichiarati
motu proprio cattolici un bel mattino dopo
colazione alla presenza del portinaio della
Domus Sanctae Marthae, sarà concessa una
prelatura, ed in tal modo legittimati dalla
Santa Sede a negare il Magistero della Chiesa, perché a prescindere da esso, sono cola Messa Kika ["convivenza"], quella ideata da Kiko
Arguello e Carmen Hernandez in palese spregio
al Sacrificio Eucaristico vivo e santo della Santa
Messa cattolica, con allestimento del tavolo ristorante con pane e copponi di vino, dai quali poi i
neocatecumenali riceveranno l'Eucaristia seduti
sulle sedie. Potete vedere il rito kikiano di offertorio cliccando sul video
munque cattolici (!?)..
Il Regnante Pontefice, forse mira a mettere assieme, come in una minestra di verdure che assume un unico nome – in questo
caso il nome di Chiesa Cattolica anziché di
minestrone – ogni genere di ortaggio, inclusi i finocchi, ingredienti determinanti a qualsiasi genere di brodo ecclesiastico vegetale. E
con ciò è presto detto: tra poco ci ritroveremo
in una Chiesa nella quale dovranno convivere
sotto lo stesso tetto: da una parte gli scalmanati di Kiko Arguello e di Carmen Hernandez
che celebrano imperterriti la metodica profanazione dell’ Eucaristia con le loro celebrazioni sui generis, dall’altra i non meno scalmanati lefebvriani pronti a mettere in discussione la transustanziazione delle specie eucaristiche per un involontario errore formale
del celebrante.
Da una parte i kikiani che ballano al suono
dei bonghi attorno alla mensa allestita il sabato sera in qualche salone per fare Eucaristia
allegra, dall’altra i canti gregoriani dei lefebvriani con le mani giunte all’unisono. E dentro la stessa minestra racchiusa nell'unico
una Messa Kika presieduta presso il centro
della Domus Galileae (Israele) da Sua Beatitudine il Patriarca Fouad Boutros Ibrahim
Twal che spezza una pagnotta eucaristica, segue poi la fractio panis mentre Kiko Arguello,
fautore con la sua sodale Carmen Hernadez
di simili abomini, canta. di fronte a queste
immagini, la domanda è semplice: chi tratta
così l'Eucaristia, crede veramente alla presenza reale di Cristo nelle sacre specie eucaristiche? Per aprire il video cliccare sopra
l'immagine.
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Articolo pubblicato il 27 marzo 2017. Autore: S.E. Ariel S. Levi di Gualdo, Vescovo tit. di Laodicea Combusta
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pentolone, i lefebvriani daranno a sacrosanta ragione degli eretici ai kikiani, mentre i kikiani daranno
degli olezzanti naftalina pre-conciliare ai lefebvriani,
ma senza aver però dal canto loro alcuna ragione,
perché ...
... perché è indubitabile, oltre che lodevole, che i lefebvriani celebrino con sacra devozione la Santa
il vescovo scismatico Bernard Fellay du- Messa intesa come Sacrificio Eucaristico, non come
rante una sacra celebrazione. Resta indufesta degli amici attorno alla mensa. Anzi, a meritato
bitabile che i lefebvriani siano delle autenonore dei lefebvriani, posso aggiungere che seguitiche cattedre di sacra liturgia, animati
non certo da mero formalismo ma da au- tando di questo passo, nel giro di dieci anni, per avetentica e lodevole pietà eucaristica. Per
re memoria di come una volta era la Messa cattolica,
aprire il video cliccare sopra l'immagine.
bisognerà andare necessariamente ad assistere alle
celebrazioni fatte dai Sacerdoti della Fraternità Sacerdotale di San Pio X, mentre
nei luoghi di culto della nuova Chiesa misericordiosa aperta a tutto e tutti, specie a
tutto ciò che non è cattolico, avverrà ogni genere di abominio, dalle Eucaristie kikiane alle celebrazioni interconfessionali con gli eretici scismatici luterani e anglicani.
Se ai lefebvriani, per come sono e la pensano, sarà concessa una prelatura personale, quindi il
massimo riconoscimento canonico da parte della
Santa Sede, il tutto sarà una risposta indiretta ma
chiara ai miei quattro Fratelli Vescovi, che seguendo la più antica tradizione apostolica hanno
rivolto dei quesiti in forma di dubia, ai quali potrebbe far seguito quella fraterna correzione che
il Beato Apostolo Paolo rivolse al Beato Apostolo
Pietro qua ad Antiochia.
la celebrazione della Santa Messa fatta da
un sacerdote della Fraternità Sacerdotale
di San Pio X. Per aprire il video cliccare
sopra l’immagine.
Nulla di questo sarà però necessario, ve ne spiego il motivo: legittimando a
questo modo e in questi termini i Lefebvriani, qualsiasi singolo Vescovo e qualsiasi Presbìtero sarà libero di accettare o di rigettare in modo del tutto legittimo le
parti del Magistero della Chiesa che non gli piacciono.
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Articolo pubblicato il 27 marzo 2017. Autore: S.E. Ariel S. Levi di Gualdo, Vescovo tit. di Laodicea Combusta
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È presto detto: il problema dei dubia, in tal senso decadrà dinanzi ad una risposta data implicitamente. Se
infatti i lefebvriani, che non accettano un intero concilio
della Chiesa, sono cattolici e possono avere un loro ruolo ed un loro status giuridico all’interno della Chiesa, che
cosa volete che sia, a loro confronto, rifiutare una semplice esortazione post-sinodale che aleggia in alcuni
punti di ambiguità?
celebrazione della Messa kika, solita
tavola imbandita, copponi di vino,
frazione delle pagnotte di pane spesso senza alcuna attenzione ai frammenti eucaristici ... e tutti gli annessi
e connessi del "rito particolare" dei
Neocatecumenali ideato a Kiko e
Carmen, inclusa Comunione ricevuta
a sedere ai propri posti. ecc ... Per aprire il video cliccare sopra l'immagine.
Da diversi decenni è oggetto di discussione – benché
non dovrebbe esserlo – ciò che sancisce il Beato Paolo VI
nella sua enciclica Humanae Vitae. Ma anche in questo caso il problema è risolto, perché in fondo si tratta solo di
una singola enciclica che contiene delle discipline morali
ben precise, che alcuni potranno accettare, altri invece rifiutare. Dov’è il problema? In fondo, la Humane Vitae, contiene solo delle discipline morali vincolanti, non sancisce
mica un dogma di fede! Ma soprattutto, quale autorità ecclesiastica potrebbe mai
più richiamare Vescovi, Presbìteri o singoli teologi? Perché anche in questo caso la
risposta sarebbe tanto semplice quanto coerente: avete legittimato e dato uno status giuridico ai lefebvriani che rigettano per intero l’ultimo concilio della Chiesa, a
quale titolo richiamate noi, che invece non accettiamo solo alcuni documenti che
non ci piacciono, senza mettere assolutamente in discussione alcun dogma della
fede, a partire dalla infallibilità del magistero solenne della Chiesa?
Pertanto, miei diletti Fratelli Vescovi e Padri Cardinali, attendete assieme a
me, che da queste alture dell’Anatolia prego per voi, che il Romano Pontefice metta
veramente questo annunciato timbro mancante ai lefebvriani. A quel punto ogni
dubbio cadrà, ed ogni risposta diretta da parte di Sua Santità non sarà più necessaria. E chiunque lo reputi in coscienza opportuno, potrà rigettare in toto o in parte
la Amoris Laetitia, assieme a quell’enciclica che pare scritta per la gioia della sinistra ecologista, la Laudato si’, senza che alcuna Autorità Ecclesiastica, a partire
dall’Autorità Suprema della Chiesa, possa dir niente a chi rifiuta solo qualche documento, dopo che sarà stata data piena legittimazione e status giuridico a chi rifiuta e giudica invece eterodosso e inficiato di eresie moderniste un intero concilio
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Articolo pubblicato il 27 marzo 2017. Autore: S.E. Ariel S. Levi di Gualdo, Vescovo tit. di Laodicea Combusta
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della Chiesa, ed invita da decenni a considerarlo tale,
vale a dire: un concilio solo pastorale e privo di autorità che contiene al proprio interno gravissimi errori.
L’inosservanza del diritto, sostituito con la emotività, il sentimentalismo ed il singolo arbitrio, oltre alla
mancanza di senso comune, ed a tratti anche alla
mancanza di comune senso del ridicolo, è la migliore
e sotto certi aspetti anche la peggiore risposta, che
voi rischiate purtroppo di ricevere.
il vescovo scismatico Bernard Fellay distribuisce la Santa Comunione ai fedeli
durante una sacra celebrazione. Per aprire il video cliccare sopra l'immagine.
In conclusione una precisazione, perché
anche se certe cose si tende a darle per scontate, è bene —specie di questi tempi —, non
dare mai nulla per conoscenza comune scontata. Per questo preciso che la definizione di
scismatico e per logica conseguenza eretico
data al Vescovo Bernard Fellay, lungi dall'essere una mancanza di rispetto nei suoi riguardi, è una affermazione che rientra nel
Messa kika, Preghiera Eucaristica.
lessico delle ordinarie dispute sia teologiche
Per aprire il video cliccare sopra l'immagine.
sia canoniche. Ciò che invece mai sarà imputato da queste colonne a questo Vescovo ed ai suoi Sacerdoti della Fraternità Sacerdotale di San Pio X, è di essere uomini senza fede. Perché costoro, oltre ad essere dotati di fede, sono anche dotati di autentica, profonda e lodevole pietà sacerdotale, come del resto lo era il Vescovo Marcel Lefebvre, che fu anzitutto modello di umane virtù e modello di Vescovo missionario.
Non possiamo invece dire altrettanto nei riguardi di chi tratta la Santissima
Eucaristia nel modo in cui documentano i filmati inseriti tra i testi di questo articolo. A maggior ragione si ribadisce quanto già detto in precedenza: seguitando di
questo passo, nel giro massimo di dieci anni, per avere memoria di come una volta era la Messa cattolica, bisognerà andare di necessità ad assistere alle celebrazioni fatte dai Sacerdoti della Fraternità Sacerdotale di San Pio X, mentre nei luo© L’Isola di Patmos
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ghi di culto della nuova Chiesa misericordiosa aperta a tutto ed a tutti, specie a tutto ciò che non è cattolico, avverrà ogni genere di liturgica abominazione.
dalle rovine della Chiesa cattedrale di Laodicea Combusta
27 marzo 2017
Nel nostri cuori sacerdotali, resta indelebile il ricordo della Santa Messa celebrata dai
Santi, che per tutta la vita hanno amata, servita e ubbidita la Chiesa ...
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San Pio da Pietrelcina, celebrazione della Santa Messa.
Per aprire il video cliccare sopra l'immagine.
... invece, su questo, stendiamo un velo veramente pietoso.
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danze tribali della liturgia pasquale kika. Per aprire
il video cliccare sopra l'immagine.
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Articolo pubblicato il 27 marzo 2017. Autore: S.E. Ariel S. Levi di Gualdo, Vescovo tit. di Laodicea Combusta
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