Mamma voglio fare - Ricreatorio San Michele

ALTA
UOTA
Centro Giovanile di Cultura e Ricreazione Ricreatorio San Michele
p.04-5Chiara&Giovanni
p.06-7ilTennis&laRadio
p.08-9Carnevalfest’06 p.10-11Crossroads&C.
p.12Calendari&Denari
Sublime o commerciale, lavoro o svago: la nostra musica quotidiana
Mamma voglio fare
il musicista
« Cara Redazione… »
La sintesi di Giuseppe Tonello
Alta Quota compie un anno, in occasione di questo
primo compleanno pubblichiamo alcuni stralci della
lettera che ci ha spedito Matteo Liut, redattore di
Avvenire.
(…) Intorno all’inizio del 1995 appartenevo a un
gruppetto di baldi giovani (all’epoca non avevo ancora 17
anni) decisi a spolverare e riportare a nuovo un tesoro
che il Ricreatorio San Michele aveva smarrito nelle
pieghe della sua memoria.
(…) Rinasceva così il 18 febbraio 1995 “Alta Quota”.
Usciva come supplemento a Voce Isontina, allora diretto
da Lorenzo Boscarol, e veniva impaginato da me su
un tradizionale formato A4. La grafica era variegata,
movimentata, giovanile, alle volte un po’ disordinata o
troppo artistica; i contenuti erano quelli che riuscivamo
a raccogliere dalle associazioni e dai gruppi dell’Rsm.
I finanziamenti quelli delle offerte. I “pezzi” (allora
mi sognavo di chiamarli così) erano scritti da persone
che non avevano in mente di diventare giornalisti. La
periodicità… beh, era un po’ casuale.
Prendere in mano il vostro giornale mi ha riempito
di orgoglio, non perché in qualche modo vi abbia
partecipato, ma per il semplice fatto di aver fatto parte
della storia di questa piccola testata che ora vive da
sola e vola con le proprie ali. Di quel gruppo di giovani
giornalisti in erba, solo io ho seguito la professione in
questo ambito e ora lavoro per un giornale nazionale.
La fortuna (ma forse soprattutto l’aiuto dall’alto) mi ha
portato in una redazione di circa 80 giornalisti e la mia
firma appare (ma, credetemi, non è un grosso vanto) su
un quotidiano che “tira” 150 mila copie al giorno. Ma
vi giuro che il mio maggior orgoglio è quello di aver fatto
parte di quel famoso gruppo che per qualche anno aveva
lavorato per “Alta quota”.
Devo ringraziare voi per avermi fatto riscoprire questo
orgoglio: il vostro giornale è qualcosa di “compiuto”,
qualcosa che all’epoca io solo sognavo. Siete usciti dai
confini della parrocchia e avete coinvolto la città, avete
dato un volto nuovo al giornale e l’avete reso “autorevole”.
(…) Da collega vi auguro di continuare così, di dare
un’anima duratura alla vostra opera e di riuscire a dare
forma, più che alle pagine di un giornale, a un progetto
vero e proprio. Perché solo così, se curerete le “idee”
prima della “tecnica”, riuscirete a dare vita a uno spazio
nuovo, in
cui tutti i vostri lettori saranno
presenze
attive e quindi i vostri primi
sostenitori.
Matteo Liut
Tutta un’altra musica
È
una espressione del genio e della comunicazione
umana documentata fi n dal principio della nostra
storia. Per molti rappresenta la manifestazione di sentimenti positivi, esprime gioia e spesso si lega ai sentimenti più intimi del rapporto fra gli uomini, come
l’innamoramento, la nostalgia, la felicità. Ma è anche
capace di esprimere protesta, denuncia sociale, può essere voce dell’ingiustizia, del sopruso oppure ricerca di
libertà e giustizia. È simbolo di unità nazionale, di onore, è tributo ai grandi gesti, inno religioso, preghiera.
È la musica, con la sua capacità di superare gli ostacoli di lingua, di ceto, di età. Con la sua possibilità di
essere udita, trasmessa e riprodotta anche oltre luoghi
circoscritti, oltre lo sguardo.
Della musica ci piace cogliere l’aspetto nobile e sublime di saper unire gli uomini, dando di per se stessa un
senso allo stare insieme. Di questo aspetto si sono colte
nel tempo le opportunità commerciali ed economiche,
ma vi è l’aspetto sociale che vorremmo sottolineare per
poterne apprezzare il potere positivo.
Insieme ad un profeta del nostro tempo vorremmo dire
che sia anche solo un’utopia, ma sia benedetta se ha il
potere di salvarti. Per le generazioni più giovani è capace di essere a volte l’unico senso e valore. Anche se può
apparire banale ed effi mero sulla sua forza e capacità di
aggregazione abbiamo voluto fare un approfondimento.
Alla ricerca di quali intorno a noi sono i luoghi, le
attese, le opportunità o solo le fatiche di chi la musica la
fa, la ascolta, la vive.
Non è la ricerca di una risposta, piuttosto una curiosità discreta quasi a voler entrare in punta di piedi in
un luogo in cui si sta compiendo un rito. Rivolto a tutti
certo, ma il cui linguaggio per essere colto ha bisogno
della massima allerta dei sensi. Cercheremo così di capire ed interpretare anche e soprattutto le persone che
in questo ambiente si impegnano, quali siano i loro sacrifici, e i possibili sbocchi, alla ricerca anche di chi ce
l’ha fatta o più semplicemente di chi in questo si vuole
solo perdere.
Giuseppe Ancona
Anno 2 numero 6, gennaio-febbraio 2006, periodico bimestrale gratuito
Centro Giovanile di Cultura e Ricreazione Ricreatorio San Michele, via Mercato 1, 33052 Cervignano del Friuli (UD)
• Segreteria telefonica e fax 0431 35233 • e-mail: [email protected] • internet: www.ricreatoriosanmichele.org
• Direttore responsabile: Norman Rusin • Redattori: Alberto Titotto, Luca Toso, Simone Bearzot, Andrea Doncovio, Giuseppe Ancona,
Lorenzo Maricchio, Don Moris Tonso, Costantino Tomasin, Sandro Campisi, Vanni Veronesi, Silvia Lunardo, Claudia Carraro, Andrea Folla,
Sofia Balducci, Giulia Trevisan • Progetto grafico: Maurizio Barut, Cervignano • Impianti e stampa: Graphic 2, Cervignano
• Autorizzazione del Tribunale di Udine: n. 15 del 15 marzo 2005 • Tiratura n. 1.000 copie
n.06 pag.01
p.02-3Lovisoni&son(g)s
Musica
in
cammino
Intervista a Raul Lovisoni:
idee per l’aspirante musicista teso tra
modelli televisivi e passioni artistiche
R
n.06 pag.02
aul Lovisoni, nato a Cremona il 22 aprile 1954, risiede e lavora a
Cervignano del Friuli. Consegue il diploma di Maturità Artistica
e si laurea presso il DAMS di Bologna nella sezione Musica con il
massimo dei voti e lode. Compositore e polistrumentista con studi di
liuto, arpa e musica elettronica, ha sempre amato molto avvicinare
la parola letta e recitata accanto al suono e all’immagine. Fin dal
1973 viene “scoperto” da Franco Battiato. La prima pubblicazione
discografica risale al 1980 per la prestigiosissima etichetta Cramps di
Gianni Sassi. Torna in Friuli e qui inizia il percorso originale di questo
artista che sceglie il mestiere antico di chi scrive e compone per
celebrare eventi e personalità.
Di cosa ti stai occupando in questi anni?
È un’idea nuova, quella degli audio book. Si tratta di
raccontare e musicare quello che racconto. Ci lavoro dal
’99. Prima utilizzavo brevi frammenti, da testi di altri.
Poi ho iniziato a scrivere io le storie delle città. Siamo
vicini all’opera d’arte totale, un’opera a 360°. Finora ho
prodotto venti audio libri.
Che ne pensi dei musicisti – modelli
che si propongono in Tv, alla radio?
È giusto che gli adolescenti abbiano devozione nei
confronti di un artista: al mondo tutti abbiamo dei maestri e degli allievi. Io avevo i Beatles appesi al muro
della camera: le mode e cantanti passano, ma qualcosa
rimane. Gli atteggiamenti sbagliati sono: primo, cercare
di copiare, perché bisogna avere il coraggio di seguire la
propria strada con autonomia e libertà; secondo, essere
incantati dai soldi. Superate queste due cose, fare ciò
che si sente veramente è la sola cosa importante.
Ci sono degli artisti nella musica moderna: penso a
De Andrè, a Roberto Fripp, alla coppia Lennon – McCarthy, a Keith Jarrett. Sono persone al di là delle mode.
Non credo che i cantanti di MTv superino i tre o quattro
anni di vita, sul mercato: ai ragazzi non insegnano che
tutto ciò è frutto di una manovra commerciale. Qualcuno però tira fuori la testa da questa puzza e respira un
po’ di ossigeno con artisti veri.
Si può vivere di musica?
In questo caso bisogna accettare ciò che ti viene offerto. Se uno è un esecutore, non un creatore, deve accettare di fare qualsiasi schifezza: è un rapporto quasi artigianale. Ad esempio i turnisti: non possono discutere se
gli piace o meno ciò che suonano. E nemmeno in un orchestra possono scegliere, i singoli, se suonare Mozart o
Schönberg. Se vuoi rappresentare te stesso nell’arte devi
cercare un mestiere con tanto tempo libero, svincolare
l’arte dall’aspetto economico e mettere tutta la tua abilità
nel ritagliare degli spazi nella vita per dedicarti a questo.
Si nasce artisti o lo si può diventare?
Uno nasce con un impulso: poi non si tratta solo di
genetica. Certo che se pensiamo a Mozart che a cinque
anni ha trascritto un’intera sinfonia…
Ogni arte, in ogni caso, è legata alla disciplina. Le
persone più disciplinate sono le più aride. Ma le creative,
che imparano a diventare disciplinate per uno sforzo di
volontà, sono quelle che possono riuscire. La parola nuova non la dice il secchione, ma il genialoide che ha saputo trasformare il suo fuoco dentro in tenacia, in volontà.
Volontà e impegno sono parole astratte…
Al contrario: darsi ordini e rispettarli è la cosa più
concreta che ci sia. Come andare in montagna: non si
arriva sulla vetta se non si fa fatica.
Un consiglio concreto agli aspiranti musicisti?
Per un mese, ogni giorno, vai a camminare…
Norman Rusin
Gli
apostoli
della
musica
Intervista doppia
G
iuseppe Tonello, 26 anni, è laureando in Scienze della
Comunicazione a Trieste. Chitarrista, Giuseppe compone
musica da alcuni anni e partecipa all’attività di diversi complessi musicali del territorio. E sogna, per il futuro, di continuare la carriera di musicista. Abile disegnatore, ha creato
uno story board per un volume sul calcio della Mondadori.
ietro Toppani, 24 anni, originario di Gorizia, abita a Ruda.
La musica lo ha catturato nel corso dell’infanzia. Prima
al pianoforte, poi al basso elettrico, Pietro si è dedicato allo
studio della musica e ha partecipato a numerosi progetti
musicali del territorio. Sta facendo la pratica come avvocato,
ma spera di poter continuare a suonare in futuro.
in
uota, attualità
P
Come hai iniziato a studiare musica?
G: «Ho cambiato sette maestri di musica qui nel territorio e ho frequentato per un anno l’Accademia di Musica di Milano. Da alcuni anni vado a lezione da maestri
del territorio e di Trieste»
P: «A sei anni ho iniziato a suonare il piano e ho continuato fi no alle medie, quando mi sono trasferito da Gorizia a Ruda. Un insegnante ossessionato dal tecnicismo
mi ha fatto abbandonare e ho cominciato a studiare il
basso elettrico. Sono andato a lezioni private da diversi
maestri della zona e nel ’96 ho fondato il primo gruppo»
Come dev’essere un insegnante di musica?
G: «Un maestro deve trasmettere la passione. Questa è
fondamentale, poi viene tutto il resto»
P: «Quando si è più giovani, c’è bisogno di tempo e
di spazio. Il conservatorio è troppo rigido, non lascia
spazio all’individuo»
Cosa ti ha spinto a suonare?
G: «È difficile trovare una cosa che mi abbia spinto a
suonare. Si tratta di uno stato di cose naturale. Dire che
qualcosa o qualcuno mi ha spinto non sarebbe corretto»
P: «Viene dal cuore. Quando ero piccolissimo ascoltavo Beethoven e ciò mi ha ispirato. Quando una cosa ti fa
stare bene, sentire felice e ti allontana dal supefluo, vuol
dire che quella è una cosa buona»
Vorresti fare il musicista professionista?
G: «Si»
P: «È la mia aspirazione. Ma nella vita non si sa mai,
quindi bisogna tenersi più porte aperte. Per questo sto
facendo anche pratica da avvocato. Spero comunque di
riuscire a suonare»
Che requisiti deve avere una persona per fare il musicista?
G: «Non ho i mezzi per dirlo. Io, in ogni caso, mi sono
affidato alla passione e alla costanza. Suonare non è
detto che escluda la possibilità di fare altro. Sarebbe
bello completare il lavoro di musicista con altre occupazioni per essere più completo come persona»
P: «L’importante è crederci. Se devi arrabbiarti per
ogni cosa che non va nel mondo della musica dovresti
smettere di suonare subito. Quando vedi dei presunti artisti in Tv ti cadono le braccia. La musica per la maggiore
è commerciale e non trasmette un vero messaggio. La
musica ha una dimensione spirituale e bisogna dividere
quella commerciale da quella vera. La mia intenzione è
di creare il Rock Spirituale, una dimensione della musica più alta che dica qualcosa sull’essere. La musica è
presente in ogni momento della nostra vita, ma quella
che si sente in giro è in parte corrotta»
Quanto tempo e quante energie
occorrono per comporre un brano?
G: «È difficile quantificare: si tratta di un lavoro costante. L’importante è porsi un obiettivo»
P: «Il tempo scorre velocissimo mentre crei. Quando
le idee vengono fuori, c’è sinergia ed è bello vedere come
s’interagisce»
Norman Rusin
La Musika
dei Dying
supera i confini
della politica
M
atteo Portelli è un eccellente chitarrista. Assieme ad alcuni amici,
ha dato vita alcuni anni fa ad un gruppo metal, i Dying. Da allora si esibisce
nei luoghi più disparati. Tra questi, anche i centri sociali.
Matteo, come descriveresti la realtà dei centri sociali?
A vederli non fanno una grande impressione: solitamente sono edifici vecchi, dimessi ed inutilizzati che
vengono occupati in maniera più o meno lecita. La manutenzione è pressoché inesistente, spesso manca il riscaldamento e i servizi sono ridotti al minimo: luce ed
elettricità.
Chi gestisce e frequenta i centri sociali?
I centri sociali sono solitamente gestiti da chi li ha
“occupati”. Le persone che li frequentano sono giovani
e adulti fi no a trenta o trentacinque anni, raramente di
età superiore. Molti di costoro passano nei centri sociali
la maggior parte della loro vita: in effetti, i principali
centri sociali della zona, che si trovano a San Giorgio,
Udine, Gorizia, Capodistria, si sono attrezzati e sono di-
ultimo articolo a pag. 7
Luca Amatruda:
“Io scelgo la musica”
Intervista al trombonista della banda mandamentale cervignanese
L
uca Amatruda, (nella foto) classe 1985. Musicista al primo anno di
Conservatorio, ha al suo attivo 9 anni nella Banda di Cervignano.
Allora Luca, quando, come
e perché hai cominciato a suonare?
Caspita quante domande… Devo dire che, fi n da piccolo, ho avuto modo di vedere e sentire mio fratello
maggiore che suonava la chitarra acustica: mi piaceva
ascoltarlo ed è stato anche grazie a lui che mi sono avvicinato alla musica. Così, un bel giorno dico ai miei:
“Voglio suonare”.
Risposta?
Positiva direi: nel ’97 è stata proprio mia madre a
propormi di entrare nella Banda di Cervignano, cosa
che non mi sarebbe mai passata per la testa, lo ammetto;
voleva che imparassi a suonare sul serio uno strumento.
Fu così che, a tredici anni, entrai nella Banda…
… e scegliesti di suonare il trombone! Scusa se te lo dico,
ma non è proprio il classico strumento che uno s’immagina…
Tranquillo, quest’osservazione me l’hanno fatta in
mille… La faccenda è più complessa: quando sono entrato nella Banda ho incontrato per primo il maestro
– e ora amico – Mauro Puntin, insegnante di tromba e
trombone. Dico allora “vabbè, proviamo la tromba”. Fatto sta che non mi piaceva molto come strumento, senza
contare che io ero ancora alle prime armi; decido quindi
di passare al fl icorno baritono…
Eh?
Flicorno baritono: per gli amici “bombardino”!
Ah, adesso ho capito…
È uno strumento a fiato e pistoni. Comunque è stata
una parentesi breve: già nel 2000 approdai defi nitivamente al trombone. Nello stesso anno ho anche suonato
per la prima volta a una manifestazione della Banda: il
Concerto di Natale al “Pasolini”.
Qual è il rapporto dei Cervignanesi con la loro Banda?
Il pubblico degli afficionados è senza dubbio quello
più anziano: i giovani, a meno che il repertorio non sia
moderno, non ci seguono molto. Ultimamente abbiamo
inserito nel nostro repertorio, accanto alle tradizionali marce o ai pezzi di musica classica (Verdi, Radetzky,
etc…), anche alcuni brani di Bublè, e poi Summertime e
tanto altro: chissà, magari con i nuovi pezzi dei Blues
Brothers faremo più audience…
Ma passiamo al Conservatorio: dicci tutto!
Sono entrato a settembre al Conservatorio “Tartini”
di Trieste, corso jazz: i primi tempi ho adoperato solo
il basso elettrico, l’altro strumento che suono ormai da
anni, ma ultimamente l’insegnante mi ha fatto portare
anche il mio trombone.
Come si svolge una lezione di Conservatorio?
Il maestro, Glauco Venier – è un jazzista famoso in
Italia, sai! – ci fa preparare dei brani anni ’30 – ’40;
studiamo armonia e melodia, dobbiamo memorizzare i
pezzi e infi ne saperli eseguire perfettamente …e senza
spartito! Questo perché, nel Jazz, è fondamentale l’improvvisazione, che però viene dopo un duro lavoro di
tanti anni. Comunque alla fi ne dell’anno accademico c’è
il saggio: se vuoi venire a sentirmi…
Occasioni per sentirti prima?
A parte la Banda, io suono con Federico Smith, Francesco De Luisa e Marco Cocolin abbastanza spesso: facciamo pezzi Jazz, naturalmente, e “fusion”.
Fusion: per gli amici…
È un’evoluzione del Jazz. Poi suono pure con una Big
Band a Marano Lagunare, però molto più d’estate che
d’inverno. Per Big Band s’intende un gruppo formato da
un basso, una batteria, un piano, una chitarra, 4 tromboni, 4 trombe, 5 sax e il cantante.
Il famoso sogno nel cassetto?
Girare il mondo con gente davvero brava e diventare
anch’io, non dico un mostro, ma uno di una certa bravura, insomma…
Vanni Veronesi
n.06 pag.03
La passione secondo
Davide Garbin
L
4 Chiacchiere con l’estroso chitarrista della bassa
o giuro: non mi sono mai divertito tanto nel fare un’intervista come con Davide Garbin.
Già, perché con Davide il divertimento è cominciato ancora qualche giorno prima dell’intervista, quando, dovendo contattarlo per metterci d’accordo, mi sono imbattuto… nella sua
segreteria telefonica: « Risponde Davide Garbin, maestro di vita… Ricevo solo nelle notti di
luna piena…» e altre spiritosaggini che mi hanno fatto sbellicare e hanno convinto me, acerrimo nemico delle segreterie telefoniche, a lasciargli un messaggio. Se potessi, cari lettori,
vi darei il suo numero, così potreste farvi un sacco di risate, ma, sapete com’è, la privacy…
uota, attualità
filiale di
Cervignano
del Friuli
Mostra in una bacheca diversi biglietti
di concerti a cui ha partecipato:
Dunque, qui ci sono Mark Knopfer, i Dream Theater,
Robert Plant, i Led Zeppelin, De Gregori – visto cinque
volte – i Pink Floyd… E poi i Pearl Jam, Elio e le Storie
Tese – ben sei o sette volte –, la PFM cinque volte, i Deep
Purple… Fortunatamente in Friuli e nel Nord Italia c’è
molta possibilità di ascoltare grande musica: a dispetto
di quanto potresti pensare, il posto più lontano in cui
sono andato per assistere a un concerto è stato Roma.
Ma non hai mai pensato di puntare anche tu in alto?
Mai e poi mai. Ripeto, non mi ritengo un bravo chitarrista: avrei dovuto impegnarmi di più a 15 – 16 anni,
intraprendendo un certo tipo di percorso che non avevo comunque intenzione di seguire. Solo se pensi di far
carriera e successo ti impegni a fondo: io l’ho sempre
presa come una passione e tale è ancor oggi. Per questo
riconosco tutti i miei difetti nel suonare la chitarra, anche se una cosa ci tengo a dirla: non sopporto coloro che,
solo per aver alle spalle studi più approfonditi o esperienze più importanti, si permettono di giudicare me e le
mie idee in campo musicale.
Per esempio?
Io ho una concezione della musica che, giusta o sbagliata che sia, è la mia punto e basta. Detesto il tecnicismo fi ne a se stesso e il virtuosismo esagerato, poiché
non mi danno emozioni: la pura composizione senza un
bel testo è cosa vuota, inutile. La musica deve rapirti con
schiettezza, senza rinunciare alla tecnica che certamente è necessaria, ma non sufficiente. Non mi vergogno a
dire che suono a livello amatoriale, che per una serata in
un locale guadagno al massimo 40 euro (e una muta di
corde per la chitarra me ne costa 30 …), che suono spesso per i bambini: ho imparato moltissimo da ragazzini
di otto anni…
Vanni Veronesi
in
venuti “polifunzionali”: ad esempio, a Udine il centro è
stato dotato di una cucina, una sala ricreativa con tavoli
da ping-pong e calcetti balilla, una stanza per lo “scambio di idee” e molto altro ancora.
Che effetto fa suonare in un centro sociale?
L’ambiente è un po’ rozzo e sporco, a dire la verità.
Abbiamo il necessario per suonare, ma non veniamo pagati come avviene nei locali: solitamente ci viene offerta
la cena ed un rimborso spese per il trasporto. In fi n dei
conti, ci viene però offerto un palcoscenico sul quale
esibirci. I generi musicali più in voga sono il metal e
il punk-hardcore, ma lo spettro è davvero molto vario,
spaziando dal rock alla musica etnica.
Il centro sociale è solitamente associato ad una precisa
ideologia. Voi come vi rapportate con questo?
A noi fondamentalmente interessa suonare e basta,
un concerto costituisce un’occasione. Anche nel mio
gruppo alcuni elementi sono contrari a suonare, per motivazioni politiche o ideologiche. E’ anche vero il contrario: l’appartenenza politica è un’importante fattore di
aggregazione per alcuni gruppi, che trovano nel centro
sociale un “habitat” perfetto.
Simone Bearzot
In redazione ti hanno definito “musicista per
passione”: ti riconosci in questa formula?
Certamente. Suono da tanti anni la chitarra pur non
ritenendomi un bravo chitarrista, anzi… Eppure non
posso fare a meno di suonare.
Com’è nata questa tua passione?
A 15 anni partecipai a un campo dell’A.C. in cui vidi
tanti ragazzi suonare la chitarra. Fu una rivelazione:
tornato a casa, dissi ai miei che volevo suonare. Bada
che nella mia famiglia non c’è nessun musicista o grande appassionato di musica: non ho subito, come capita
spesso, tare ereditarie… Iniziai quindi per caso, ma ora
non smetterei mai: amo troppo la mia chitarra, realizzata – ci tengo a dirlo – da quel grandissimo liutaio che è
Francesco Cocolin, qui a Cervignano.
Più in generale, so che ascolti tantissima musica.
Vero! Modestia a parte, posso dire di avere una grande conoscenza musicale: la adoro in tutti i suoi generi,
pur avendo le mie preferenze, ovviamente…
Spara!
Parlando di chitarristi, pur considerando personaggi
come Petrucci e Satriani dei mostri di bravura tecnica
irraggiungibile, direi quasi chimerica, i miei preferiti
sono Mark Knopfer e David Gilmour dei Pink Floyd…li
adoro! Gilmour ha un tocco sublime; sapessi suonare
solo un decimo rispetto a come sa suonare lui… Parlando invece di album, metterei al primo posto “Animals”.
Al secondo posto il doppio cd live di De Andrè assieme
alla PFM. Eccezionale! Al terzo posto il geniale “Graceland” di Paul Simon, purtroppo poco noto. In totale ho
quattrocento cd, tutti sistemati in ordine alfabetico!
Ma è vero che sei stato a più di sessanta grandi concerti?
Ebbene sì! Senza contare i concerti di amici o gruppi
locali. Ma aspetta che ti faccio vedere una cosa…
n.06 pag.04
Voce Chiara al
microfono nazionale
Intervista alla cervignanese
Chiara Lorenzutti, Dj di Radio 101
D
a quanto tempo lavori a radio 101?
Lavoro a R101 (oggi si chiama così, ma è nata nel
1975, era la storica Radio Milano International, la prima
vera radio privata italiana) dal luglio del 2002.
Come hai iniziato la tua carriera radiofonica?
Come tanti colleghi ho cominciato per caso, a dire il vero
anche un pò “in ritardo” rispetto alla media...la primissima
esperienza è stata quella a Radio Voce (che non so se esiste
ancora..), radio della Diocesi di Gorizia, dove ho vinto la
paura del microfono ma sono rimasta pochi mesi soltanto.
Sono seguiti alcuni anni di silenzio nel corso dei quali
ho studiato, poi l’esperienza nel 1999, prima a radio Fantasy e poi per alcuni anni in quella che una volta era radio
Baccano, qui a Cervignano.
Devo molto a chi ha avuto fiducia in me e mi ha concesso la possibilità di “provare” ad imparare a fare radio!!!
In seguito ho partecipato ad un concorso che ho scoperto per caso sfogliando un giornale...ed ecco che improvvisamente mi si sono aperte le porte di un network
(Radio 101 One-o-One)!
Sinceramente non avrei mai immaginato di poter lavorare un giorno in una emittente nazionale, ma tentare è
sempre importante!
Parlaci un pò del programma che conduci...
Da sei mesi il palinsesto è cambiato, in seguito ai mutamenti ai vertici della radio dopo l’acquisto di R101 da
parte di Mondadori.
Lavoro tutte le sere, dalle 22 alle 24 con Lucia Schillaci
(sapete che è stata una delle prime Vj ai tempi di TMC2???)
Il programma è di intrattenimento, una sorta di chiacchierata tra amiche che tocca argomenti vari...viaggi, passioni, esperienze di vita, amori, amicizie, avventure..il tutto
accompagnato da buona musica (degli anni 80, 90 e di oggi…
questo è il nostro slogan di stazione) da interventi di ascoltatori, ospiti, amici e personaggi del mondo dello spettacolo.
A proposito… da qualche settimana, il mercoledì, Lory
Del Santo è nostra ospite…
Il target di riferimento, nostro come di tutta R101, è quello degli ascoltatori di un’età compresa tra i 25 ed i 45 anni.
Ti confesso che mi diverto molto..la radio di sera ha un
fascino tutto particolare!
Prima di condurre le Stereotipe cosa facevi nella tua vita?
Lavoro in radio da diversi anni ormai, ho occupato diverse fasce orarie, pensa che ho condotto addirittura alcuni programmi sportivi – proprio io che odio il calcio…..poi
un po’ di pubblicità (solo con la voce ovviamente)….e poi
conduco una sorta di “doppia vita” nel senso che in questi
anni mi sono finalmente laureata in giurisprudenza e lavoro in uno studio legale che si occupa anche di musica.
Cosa suggeriresti ad un giovane che volesse seguire la
tua strada (cioè dj/speaker radio)?
E’ una strada un po’ in salita purtroppo…io consiglierei
di fare molta pratica in una radio locale, se necessario togliersi eventuali inflessioni dialettali eccessive con un corso
di dizione (anche se la purezza asettica non va più così di
moda come in passato…) e poi tentare la sorte in un’emittente più grande. Ci sono ottime radio a diffusione locale!
Com’è il tuo legame con Cervignano ora che vivi a Milano?
A Cervignano torno spesso e volentieri. Ci si vive molto bene, la qualità della vita è decisamente buona e non
costa così tanto come nelle grandi città!
Poi ci sono cresciuta….ho i miei affetti che ho cercato
di non trascurare in questi anni.
Milano mi piace molto, contrariamente a quel che si
dice non è così grigia e fredda come sembra, anzi!
A proposito.. Hai mai sentito Radio Presenza?
Non di recente purtroppo, ma so che stano accadendo
cose interessanti, tenetemi aggiornata!
Cosa ti piacerebbe cambiare di Cervignano?
Penso che Cervignano in questi ultimi anni sia cresciuta e migliorata molto.
Trovo che ci siano tante iniziative interessanti ed aggreganti, ma forse ancora qualcosa per i ragazzi (e non) che
magari desiderano uscire la sera e ascoltare e ballare un po’
di buona musica la si potrebbe immaginare e organizzare….
Salutaci come saluti i tuoi radioascoltatori!
Oddio….sai che ogni sera saluto in modo diverso???
E’ stato un piacere poter essere “ospitata” su questo bel
giornale!!!
A risentirci, se vi va……
Luca Toso
Che… don Giovanni!
disponibilità, semplicità e amore: così il monsignore conquista i fedeli
N
i più
uotati
ella nostra carrellata di personaggi che caratterizzano Cervignano non poteva mancare la figura di don Giovanni Trevisan. Nato nel 1919 in una casa nei pressi della chiesetta di San Girolamo, don Giovanni è, infatti, un vero e proprio
esempio di cervignanese doc. Praticamente tutti lo conoscono e non si esagera affermando che siano almeno un migliaio i
nostri concittadini che da lui sono stati battezzati, comunicati o sposati. D’altronde il suo sacerdozio dura ormai da 62 anni
e anche se, come è logico, ha cambiato più volte parrocchia (è stato anche cappellano a Romans e Grado, poi parroco a
Fogliano, Saciletto, Muscoli e San Martino), il suo legame con la nostra città non è mai scemato. Insomma, siamo di fronte
ad un vero e proprio totem della vita religiosa (ma anche di una memoria storica cittadina) oltre che ad un esempio di come
si possa invecchiare mantenendo nell’animo sempre la stessa serenità. Scambiando quattro chiacchiere con don Giovanni,
infatti, si capisce subito quanto sia ancora pieno di buone intenzioni verso il prossimo e di amore verso i giovani.
Qual è stato in passato il suo rapporto con i giovani?
Ho lavorato molto con loro in passato. Insieme abbiamo fatto teatro, gite e organizzato diverse manifestazioni e attività. A Grado, ad esempio, ero stato incaricato di
seguire solo il ricreatorio femminile ma poi il mio parroco vedendo che anche gli altri giovani mi cercavano
e mi seguivano mi affidò il compito di occuparmi anche
di loro. Fu un’esperienza bellissima.
Adesso le cose sono cambiate?
Come è normale che sia adesso i ragazzi tendono a
seguire maggiormente i preti più giovani. Credo non ci
sia nulla di male e quindi dico che va bene così. Ad ogni
modo mi piace ancora scambiare qualche parola con loro
e spesso trovo molta disponibilità nei ragazzi.
Sono cambiati parecchio però?
In effetti ho riscontrato qualche difficoltà nel rapporto con gli adolescenti. Molti non hanno rispetto nei
confronti degli anziani e magari ti ridono alle spalle. Ci
rimango molto male. Mi addolora anche il fatto che ci
siano molti di loro che compiono atti di teppismo come
l’imbrattare i muri della città con scritte volgari.
Crede che una parte di questa
responsabilità sia dei genitori?
Posso solo dire che i genitori devono stare molto vicino ai ragazzi. Devono ascoltarli, stare assieme a loro e
cercare di dargli un’educazione.
Cervignano, invece, com’è cambiata
da quando lei era bambino?
Ovviamente ci sono stati tanti cambiamenti. E’ indubbiamente migliorata sul piano della convivenza, perchè ci sono molti meno conflitti che in passato. Si vive
in pace e c’è un rispetto reciproco delle idee.
C’è stato anche qualche peggioramento?
Vedo che molti adulti si sono allontanati dalla Chiesa.
Hanno tanti interessi dallo sport alle gite domenicali e
hanno cambiato stile di vita. Ad ogni modo è bello che
tutti vadano d’accordo, mi fa sentire bene.
Ci sono però alcuni problemi di
convivenza con chi viene da fuori?
Vedo che chi viene dall’Italia meridionale ha meno
difficoltà di inserimento rispetto agli stranieri perchè
parla la nostra lingua. Personalmente cerco di stare vicino anche agli altri, conosco qualche parola di sloveno,
spagnolo e francese e con queste tento di instaurare un
rapporto. Alle volte basta un piccolo sforzo per poter
strappare un sorriso.
Ci può fare
qualche esempio?
Recentemente
ho sposato un cervignanese che ha
preso una moglie sudamericana. Durante
l’omelia ho recitato una
piccola poesia in spagnolo
e la sposa si è commossa. Credo
che questo sia un modo per farle capire
che questa è una comunità che la vuole accogliere. Un
altro esempio mi è capitato con delle signore polacche.
Parlavano poco italiano e allora io ho chiesto loro di
insegnarmi qualche parola della loro lingua. Immediatamente mi hanno sorriso.
C’è qualche personaggio del passato che lei ricorda con
particolare piacere?
Direi che ci sono monsignor Giacomo Cian e la signora Supansig. Il primo è stato colui che mi ha avviato
al seminario, la seconda era una donna davvero buona.
Aiutava sempre gli altri e passava notti intere in chiesa
a pregare per la conversione e per la pace nel mondo.
Costantino Tomasin
S
A
tutta…
neve
Iniziative, corsi e obiettivi dello Sci Club cervignanese
ciatori provetti, altri alle prime armi e ancora un po’ insicuri, principianti assoluti, piccoli e grandi, tutti
riuniti dall’amore per la montagna e dalla voglia di stare in compagnia. Questi sono i soci dello Sci Club Cervignano che, nato nel 1969 per l’iniziativa di una decina d’appassionati, propone ogni anno numerose attività.
Costumi
da studio
Andiamo con ordine. Innanzitutto c’è bisogno di prepararsi fi sicamente per arrivare sulle piste ben allenati e
poter sciare in sicurezza. Lo Sci Club organizza un corso
di ginnastica presciistica e di mantenimento tenuto dal
professor Ugo De Franzoni, con lezioni il martedì e il venerdì presso la palestra di via Turisella da ottobre ad aprile.
Passando alla pratica, ovviamente dalla palestra alle
piste, ogni anno vengono organizzati corsi di sci per
bambini e adulti, principianti o avanzati, con la novità
di questa stagione delle lezioni di snowboard e sci di
fondo. Lo Sci Club mette inoltre a disposizione dei soci
attrezzature d’ultima generazione e caschi per i più piccoli. I corsi si svolgono in cinque domeniche, nell’ultima delle quali si tiene la gara sociale e quella dei dolci,
entrambi momenti d’aggregazione, di divertimento, di
sana e tranquilla “competizione”.
Quest’anno la meta delle gite sociali è Tarvisio. Una
scelta, come spiega il presidente Dino Venturini, dettata
dalla volontà di accontentare tutti, sciatori e non. Tarvisio, infatti, a differenza di Kanzel, meta del gruppo fi no
l’anno scorso, offre alternative anche a chi non scia.
Tutto concluso in cinque domeniche? Ovviamente no,
perché lo Sci Club organizza gite per tutte le stagioni,
da quelle invernali, come l’uscita sul monte Civetta, a
quelle primaverili, come quelle a Gardaland o a Mirabilandia, tutte con un unico scopo: consolidare il gruppo, unire i soci, creare quello spirito che permette anno
dopo anno, e nonostante le difficoltà e gli impegni, di
continuare ad essere pieni d’iniziative e proposte, come
quella, ad esempio, del Trofeo Interscolastico che unisce
i comuni di Cervignano, Aquileia e Fiumicello e che è
stato istituito in memoria di Ernesto Piani, amante dello
sport e promotore di numerose manifestazioni sportive
nel nostro comune.
Silvia Lunardo
Lingua, musica e danze friulane
al centro degli interessi del
Gruppo Folklorico Cervignanese
D
Un carnevale
senza coriandolo
da Smørrenbrød a Stroganoff
tutte le ricette del momento
Aperitivo: Sweet Strawberry
(analcolico, per 2 persone)
½ litro di succo di fragola,
½ litro di succo di arancia,
1 litro di Sprite
Far cuocere la pasta. Rosolare la pancetta e il prosciutto,
precedentemente tagliati in burro e/o olio. Unire i funghi. Aggiungere il pomodoro e cuocere a fuoco vivo e unire la panna.
Saltare i rigatoni, unire il parmigiano e servire caldo.
Secondo: filetto Stroganoff. Dosi per 4 persone
150 grammi di cetriolini sott’aceto, 20 centilitri di brodo,
Antipasto: Smørrenbrød
150 grammi di farina, 750 grammi di fi letto di manzo, 250
(dosi per 18 pezzi).
grammi di funghi trifolati, 50 grammi di olio e/o burro, 20
Tempo 10/15 minuti
6 fette di pancarrè bianco, 6 fette di pane nero, 6 fette di grammi di panna, sale paprika e prezzemolo quanto basta, 10
pane casereccio, 150 grammi di prosciutto cotto, 150 grammi grammi (facoltativi) di senape.
Tagliare a bastoncini il manzo, tagliare a striscioline i funghi
di pollo, 150 grammi di roastbeef, 200 grammi di formaggio
molle, 2 carote, 1 cipolla media, 1 scatola di tonno (150 gram- e i cetriolini. In una padella far sciogliere il burro e/o l’olio, unire
mi), 25 grammi di capperi sott’aceto, 25 grammi di cetrioli la carne, salarla e cuocere brevemente. Disporre la carne ai bordi
sott’aceto, 1 limone, 1 vasetto di maionese, 1 vasetto di sena- e al centro formare una salsa con il brodo, funghi, cetrioli, panna, senape, paprika e prezzemolo. Unire il tutto e servire caldo.
pe, 1 mazzetto di ravanelli, 150 grammi di burro.
Dopo il secondo, sarebbe opportuno bere un sorbetto, un
Tagliare il pane nero e quello casereccio in modo da ottenere
12 quadrati della stessa misura del pancarrè. Spalmare legger- buon vino bianco dolce o uno spumante, che continueranno
mente col burro i pezzi di pane. Cuocere il pollo con il burro, ad essere bevuti con il dessert.
farlo raffreddare, tagliarlo la metà a strisce e sminuzzare il
Dessert: pesca con panna. Dosi per 4 persone. Tempo 10 minuti.
resto. Tagliare anche il prosciutto ed il roastbeef a strisce. Ta4 centilitri di Apricot Brandy, 100 grammi di burro, 1 limogliare le carote a strisce. Tagliare le cipolle a rondelle, lasciarle
sotto l’acqua corrente per dieci minuti circa, sgocciolarle. Usa- ne, 300 centilitri di panna da pasticceria, 4 pesche sciroppate
re tutti questi ingredienti a piacimento per creare delle tartine. a metà, 100 grammi di zucchero, 25 centilitri di succo d’arancia, 6 centilitri di limone, scorze d’arance quanto basta.
Montare la panna. In una padella far caramellare lo zucPrimo: rigatoni profumati. Tempo 15 minuti
50 grammi di burro e/o olio, 150 grammi di funghi trifo- chero, unire il burro, aggiungere le scorze e amalgamare aiulati, 100 grammi di pancetta affumicata, 15 centilitri di pan- tandosi con metà limone. Unire i succhi. Cuocere a fuoco vivo
na, 50 grammi di parmigiano, 250 grammi di pomodori pelati, e aggiungere l’Apricot Brandy, poi le pesche. Lasciar cuocere
100 grammi di prosciutto crudo, 350 grammi di rigatoni, sale per qualche minuto. Servire in piatti lisci con della panna e un
cucchiaio di salsa.
quanto basta.
20 euro a persona.
Marco Gerin
Bar Gelateria
Cervignano, piazza Indipendenza 18/2, tel 0431 34217 • www.ildolcefreddo.com
uotassociazioni
L’attività del gruppo non è esclusivamente volta all’educazione al movimento(non si tratta solo di una
na
scuola di danza), ma vuole introdurre i ragazzi alla conoscenza delle loro radici, attingendo al patrimonio culturale di una civiltà profondamente fondata sull’amore
ore
per la propria terra e i suoi valori più tradizionali, colleegati alla famiglia, al lavoro agricolo e artigianale.
Il “Gruppo Folklorico Cervignanese”, affi liato alla
Federazione Italiana Tradizioni Popolari (F.I.T.P.), nel
marzo del 1990 ha iniziato la sua attività raggiungendo
in pochissimo tempo una discreta posizione di prestigio
nell’ambito regionale, nazionale e internazionale.
Le attività che si svolgono regolarmente due volte alla
settimana in via Garibaldi sono rivolte a giovani appartenenti ad una fascia di età che va dagli otto ai trent’anni.
La quota richiesta alle famiglie per la partecipazione
a questa associazione è volta esclusivamente a colmare
l’aspetto assicurativo dei singoli partecipanti. Uno degli
aspetti basilari e singolari del gruppo, infatti, è l’autofi nanziamento effettuato tramite i proventi dell’annuale
lotteria che lo stesso gruppo organizza.
Grande impegno viene rivolto al tema dell’interculturalità e della conoscenza di altri costumi. Il gruppo, in questi anni, si è esibito in prestigiosi festival
nazionali in Sicilia, Puglia, Lazio, Sardegna, Toscana,
Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, e internazionali
in Ungheria e in Repubblica Ceca, a Praga, per il festival internazionale del folklore. Nel 1998 sono stati
protagonisti de “La domenica del villaggio” per Rete 4.
L’attuale presidenza del gruppo è affidata alla signora
Renata Soravito, mentre i corsi sono guidati dall’insegnante Milena Zorzin.
Claudia Carraro
n.06 pag.05
a qualche anno ha iniziato ad affermarsi sempre
più il desiderio di consolidare le radici della cultura friulana, dando grande rilievo alla diffusione di
quella che viene definita una vera e propria lingua.
Nelle scuole elementari si è iniziato l’insegnamento
del friulano, che vede dietro a sé un forte bagaglio
culturale. Il Gruppo Folklorico Cervignanese ha voluto farsi promotore di questo attraverso approfondite ricerche di balli e canti, ormai caduti nell’oblio, e
adottando costumi risalenti alla fine del 1800, quando Cervignano era ancora sotto il dominio asburgico..
La musica fa crescere un popolo 4 coloratissimi
SabatInRicre
L
a nostra cultura è abbastanza infelice e mediocre perché promette tutto, subito e senza fatica. Anche per
fare musica sono necessari tanti anni di lavoro e l’uomo oggi tende ad abbandonare un percorso che si
presenta troppo lungo per seguire percorsi facili e brevissimi: necessariamente illusioni!
P
untuali anche per questo nuovo anno ritornano
nel
nostro Ricreatorio San Michele i “Sabati in
Un mio amico, molti anni fa, mi disse che la vita è contraddizioni, gli odori diversi ti legano l’anima e la vita
Ricre”, un intero pomeriggio di canti, balli, giochi e
molto misteriosa, bellissima e allo stesso tempo inospitale per sempre: non potrai più dimenticarli!
Ma per poter vivere “bene” la musica, perché diventi attività per tutti i bambini e ragazzi della comunità.
come un deserto: puoi incontrare, addentrandoti in esso,
alta
uria
n.06 pag.06
le meraviglie più sorprendenti e la morte più drammatica.
L’uomo “normale” non se ne accorge più di tanto; lui
cammina lungo i bordi del deserto, cerca in tutti i modi
di non rischiare nulla, anche a prezzo di non conoscere e
di non amare nulla.
Ma c’è qualcuno che cerca di entrare in questo mistero
della vita:
Tra questi sono senz’altro riconoscibili i poeti e i pensatori che con la ricerca e con la poesia, s’addentrano
nel grande mistero dell’essere. Sono persone diverse dalle
“solite”, ma diventano facilmente “maestri” e punti di riferimento per ogni altro uomo che cerchi di sapere dove si
trova e cosa dovrebbe fare per vivere bene.
Altri tentano di entrare nel deserto con l’arte; veramente tutte le arti sono veicoli attrezzati per entrare in queste
profondità inusuali. Fra tutte, quella che riesce a raggiungere terre più lontane, è la musica. Non si può nascondere
il rischio che si corre nell’ addentrarsi troppo nel deserto,
ma è affascinante e risveglia nell’uomo le attese e i desideri più profondi e veri. Una persona che si lascia travolgere dall’arte, non può più essere se stessa, non potrà più
gustare la sua banale normalità e stare tranquillo.
E’ come il “mal d’Africa” che colpisce tutti coloro che
visitano questo Paese. I suoi colori, i suoi ritmi di vita, le
crescita umana e non alienazione, c’è bisogno di una dimensione, che oggi è quasi completamente dimenticata: è
la comunità. Come tutte le cose grandi, si possono vivere
solo “riconoscendosi” con altre persone su quel valore.
C’è bisogno di dire a qualcuno “Senti che bello!” e scaldarsi reciprocamente il cuore. Se ciò non avviene e l’artista rimane solo, imputridisce tutto, si esce dal consorzio
umano, si diventa pazzi, presuntuosi, arroganti, spregiatori degli altri uomini.
La musica va fatta assieme. E’ per questo che è necessario che chi sa suonare uno strumento si metta in una
orchestra o in una banda per costruire insieme un “riconoscimento”
tra diverse persone per
confrontare le ricchezze
della sensibilità e, nella comunicazione del
bello e del bene, riscaldarsi il cuore al mistero profondo della vita.
don Silvano
Christian & Arbitro show
la nuova trasmissione del sabato mattina
di Radio Presenza tutta da ascoltare!
Il
palinsesto 2005 – 2006 della radio parrocchiale cervignanese registra,
oltre ai programmi già noti, una new entry: ideata e condotto dalla
coppia Christian Franetovich – Stefano Menolascina,
“Christian & Arbitro show” è una trasmissione concepita non solo per i giovani, ma anche per il pubblico d’età
più avanzata, con l’obiettivo dunque di essere un servizio
alla portata di tutti. Il nostro scopo è quello di affrontare, con la maggiore serietà possibile, in ciascuna puntata
gli argomenti che toccano più da vicino la comunità di
Cervignano. L’inizio della serie ha avuto una data d’eccezione: il 22 ottobre 2005, con testimonianze e commenti
relativi alla visita pastorale dell’Arcivescovo di Gorizia,
monsignor Dino De Antoni. Successivamente abbiamo discusso, man mano che se ne presentava l’occasione, altre
tematiche, con l’aiuto di esperti ed ospiti, passando dalle
testimonianze dei giovani cervignanesi alla GMG di Colonia, a quelle inerenti la fiera di San Martino, fino all’influenza aviaria. In occasione del Natale, inoltre, abbiamo
realizzato uno special sulle origini della festività natalizia
e dei suoi simboli: l’albero di Natale e il presepe.
Tra uno stacco iniziale e l’altro, mixato da Stefano,
spazio poi alla cronaca: questo l’intento della rassegna
stampa che, con un pizzico d’ilarità, ci permette di commentare le notizie tratte dai maggiori quotidiani locali.
Volete la prova? Semplice: sintonizzatevi sui 99 Mhz ogni
sabato mattina dalle 10 alle 11:30, con la possibilità di
intervenire in diretta telefonando allo 0431/34985.
Christian Franetovich
Sono questi alcuni incontri di animazione che già da
un po’ di anni vengono proposti dagli animatori di Estate
Insieme per riunire tutti i bambini e ragazzi nel cortile del
ricreatorio e far trascorre loro un pomeriggio di allegria
e divertimento, diventando così una vera ed importante
proposta educativa di crescita. Inoltre, anche quest’anno
i “Sabati in Ricre” hanno già avuto un’anteprima con la
festa svoltasi nel pomeriggio del 4 dicembre dal titolo:
“Un dono da costruire”. Si è trattato di un incontro di animazione sempre nel nostro ricreatorio, che ha coinvolto
un centinaio di bambini e ragazzi impegnati in alcune
attività aspettando l’arrivo di San Nicolò.
Ma veniamo allora ai “Sabati in Ricre” di questo anno:
il primo, sabato 28 gennaio dove alcuni burattini faranno da intrattenimento ai bambini e ragazzi. Il secondo è
per il pomeriggio di martedì 28 febbraio con la Festa di
Carnevale animata anche dalla musica e dalle simpatiche
canzoni di Francesco Contadini; mascherarsi sarà naturalmente d’obbligo. Il mese di marzo ci vedrà riuniti sabato 25 per un grande gioco da fare tutti quanti assieme,
piccoli e grandi. L’appuntamento successivo sarà sabato
29 aprile per una biciclettata nella campagna attorno alla
nostra città. L’ultimo incontro infine sarà sabato 27 maggio dove stiamo pensando ad un’uscita nel Bosco Romagno.
Un calendario dunque ricco di appuntamenti per i nostri
bambini e ragazzi cui vale davvero la pena di partecipare.
Il ringraziamento va naturalmente agli animatori di Estate
Insieme, giovani della nostra comunità che gratuitamente
si mettono a servizio del nostro ricreatorio, della nostra
comunità, per il bene di tutti i bambini e ragazzi. Il sorriso e la gioia di questi ultimi è la ricompensa più grande
che loro hanno. Ma un grazie anche a tutti coloro che ci
sostengono, al Ricreatorio, alle mamme, a tutte le famiglie
che pongono in noi la loro fiducia. Grazie e… bambini e
ragazzi, vi aspettiamo numerosi!!!
don Moris
Radio
Presenza
•
99Mhz
Per telefonare in diretta: 0431 34986
Tutte le sere dalle 20.45 alle 22.30:
Lunedì, “I cugini di campagna”,
con Gabriele Scolaro, Paolo Cepellotti e Gennaro Mavuotolo
Martedì, “Attenti a quei due”, con Simone Bearzot e Stefano Tomat
Mercoledì, “I fantastici 4”,
con Sebastiano Damiano, Stefano Sabato, Domenico Falco, Davide Mazzuchin
Giovedì, “Ora rock”, con Federico Forcieri, Gabriele Minniti, Virgilio Padrone
Venerdì, “Eventualmente varie”, con Luca Toso e Marc Puntel
Il sabato mattina dalle 10 alle 11.30:
“Christian e Arbitro show”, con Christian Franetovich e Stefano Menolascina
In occasione della gare casalinghe del campionato di serie C2 di basket della Credifriuli:
“DirettAbc”, conduce in studio Mattia Del Piccolo.
Radiocronaca di Simone Bearzot e Salvo Barbera.
Seguendo il motto “Portare Cervignano nelle case dei cervignanesi”, Radio Presenza
trasmetterà in diretta i principali eventi della città: se il consiglio comunale, condotto
da Federico Forcieri, è ormai divenuto una “tradizione”, l’offerta 2006 sarà ancora più
ricca. Un primo antipasto si potrà gustarlo nel mese di febbraio, con le dirette degli incontri di Crossroads e lo Speciale Carnevalfest, in occasione della sfilata di domenica 26.
Sforzi importanti per un obiettivo ambizioso:
trasformare Radio Presenza nella voce dell’intera comunità.
TennisSimo
Simone Appio e la racchetta: un doppio internazionale
F
in dalla tenera età Simone Appio si è dedicato a questa disciplina con passione ed entusiasmo, fino a
farne una vera e propria professione. Simone, 25 anni, è istruttore presso il Tennis Club di Cervignano e
da poco ha fondato una sua scuola vicino a Codroipo…
Quando hai cominciato ha praticare questo sport?
Circa all’età di 3/4 anni ho iniziato a imparare i fondamentali di questa disciplina nei campetti del Tennis
Club di Cervignano. Successivamente, verso i 14/15 anni,
ha preso avvio la mi carriera da professionista, entrando
nella nazionale e andando a giocare a Milano in serie A,
dove l’attività si è protratta fino all’anno scorso.
Immagino che hai avuto modo
di confrontarti con diverse realtà sportive…
Ho avuto modo di girare i vari continenti attraverso
il Messico, il Brasile, la Florida a Miami, Cuba, Australia, Egitto… mentre nel corso dell’esperienza milanese ho
conosciuto molti atleti di primo livello, anch’essi provenienti da altre parti d’Italia. Ho anche ottenuto diversi
risultati a livelli di Tornei Open A, vincendo inoltre per
quattro anni di fila la Coppa Italia.
Attualmente il tuo lavoro è quello di istruttore di Tennis?
Sì, proseguendo comunque a fare il professionista, recentemente ho dato vita ad una mia accademia a Codroipo, dove ho la possibilità di allenare diversi atleti
di alto livello; la scuola è imperniata sul divertimento e
sull’insegnamento tecnico della disciplina.
Quindi sei totalmente immerso in questo sport
sia come atleta che come allenatore..
Esattamente! Alla mattina inizio le lezioni alle 9 fino
ad ora di pranzo, succesivamente riprendo nel pomeriggio per poi proseguire fino anche alle 10 di sera; quando
sono assente per tornei o gare, delego il mio lavoro ad
altri validi maestri.
Come gestisci la tua professione con il tempo libero?
Avendo molti amici nei dintorni, frequento i locali
della zona, oppure esco con gente dell’ambito tennistico
e non fuori dalla regione. Tuttavia, tramite il torneo di
Bundesliga (A1) che faccio in Austria e Germania, ho
occasione di uscire con persone del luogo anche per ampliare le mie conoscenze e la lingua.
Quali sono le qualità da possedere per poter arrivare ad
alti livelli in questa disciplina?
Principalmente passione, che acquisita negli anni
può portare ad un cambiamento mentale, culturale e fisico della persona, aggiunto ad un pizzico di talento e
di lavoro giornaliero costante e perseverante. Il Tennis
ha un’assimilazione molto più costruita rispetto ad altre
sport, si può dire che ha dei tempi di innesto più lunghi
per poter emergere, ed è significativo che quest’attività
sia praticato anche da disabili, a tutti i livelli: pensa che
il campione mondiale è un italiano…
Cosa ci puoi dire del rapporto
lavoro-guadagno in questo sport?
Parlando di alti livelli, i guadagni che si possono ottenere sono equiparabili a quelli del calcio: la differenza è
che nel tennis la retribuzione non segue una logica di un
compenso a stagione, bensì è data dalle varie vittorie che
si possono ottenere con le otto giornate di Coppa Italia, oppure dai diversi tornei settimanali di massima categoria…
L’interesse della gente, in particolare dei giovani, sta
aumentando nei confronti del Tennis?
Sicuramente la risposta della gente è positiva: da due
anni le scuole tennistiche hanno fondato una federazione improntata ad entrare direttamente negli asili e nelle
scuole, così da favorire la conoscenza di tale disciplina
cercando un coinvolgimento basato prima di tutto sul
divertimento; inoltre abbiamo avuto un aumento del
30/40% delle iscrizioni ai corsi base, segno che i giovani
sono consapevoli di poter portare avanti questa attività
fino anche alla terza età!
Il tutto è contornato da diverse feste organizzate dal
club dove abbiamo modo di condividere dei momenti di
socializzazione che aiutano sempre ad aumentare l’interesse per questo sport.
Sandro Campisi
continua da pag. 2 e 3
Musica By Night
note dolenti per i gruppi
live nei pub della bassa
Le radici del diamante
Com’è nato il baseball a Cervignano
Il
baseball è presente nel tessuto cervignanese dal 1972 quando alcuni giovani abituali frequentatori del
Ricreatorio San Michele cominciarono ad avere i primi approcci con il gioco del baseball. Questi primi
appassionati, negli anni, hanno creato una realtà sportiva/educativa tale da essere considerata dagli addetti
ai lavori una fra le realtà regionali di baseball più promettenti. Innovativa la dottrina del presidente Tito
Ricciarelli che dal 1990 segue la fascia d’età dai 4 ai 12 anni dove il bambino si avvicina allo sport con
l’aspettativa di giocare e divertirsi.
« Questa dottrina mette i diritti degli atleti in primo
piano nello sviluppo sportivo dei bambini, bisogna sempre – dice Ricciarelli - rispettare i tempi di crescita del
ragazzo, il suo diritto di giocare e fare sport, il diritto di
divertirsi in un ambiente sano e sicuro, il diritto di partecipare agli allenamenti organizzati in modo da soddisfare
le esigenze dell’età, religiose, scolastiche e familiari, il diritto di non essere per forza un campione.
È una dottrina difficile da mettere in atto - continua
Ricciarelli – perché, per seguire questi principi gli allenatori/educatori devono avere delle caratteristiche particolari dove l’ambizione del risultato deve essere messa in
secondo piano per gli obbiettivi educativi che la nostra
associazione vuole raggiungere.
Sappiamo di andare contro corrente, normalmente vincere fa piacere a tutti, anche ai genitori, ma questa via
porta inevitabilmente alla selezione che credo sia estremamente dannosa: in questa fascia d’età il ragazzo si avvicina allo sport per giocare e divertirsi, non per condividere
Agenzia Principale
di Cervignano del Friuli
Luigi Candotto e Carlo Costantini Scala S.r.l.
P.zza Libertà 7, tel . 0431 32828, fax 0431 33601
e-mail: [email protected]
la gioia dei suoi compagni di gioco che hanno vinto una
partita .
Capisco anche che è molto difficile decidere di perdere
una partita per inserire quei ragazzi meno preparati o appena arrivati che fremono in panchina, ma resto dell’idea
che la vera sconfitta è disattendere la legittima esigenza
del ragazzo di giocare e divertirsi. A lui non interessa se
gioca bene o male, al bambino interessa solo giocare.
Per carità, questo non significa che la nostra società sia
perdente, nella nostra associazione il numero di giovani
che raggiunge la formazione seniores è molto più alta di
qualsiasi altra società conosciuta.
I nostri ragazzi, vengono chiamati nelle rappresentative regionali e alle selezioni nazionali. Abbiamo vinto
campionati e ci siamo classificati ad alti livelli nelle finali
nazionali a cui abbiamo partecipato. »
Luca Toso
uotasport
a presenza nel proprio locale di una band a suonare non influisce più come in passato”. Le parole di
Andrea Tria, gestore del Blu Pavone a Torviscosa, fotografano al meglio la situazione che il mondo musicale
“trapiantato” nei locali sta vivendo. Le cause, a detta di
chi questi problemi deve affrontarli giorno dopo giorno,
sono molte: “Io ho una mia teoria personale - illustra
Andrea - da quando c’è la patente a punti, la gente tende
a uscire un po’ di meno, solitamente scegliendo tra il
venerdì e il sabato. La vera differenza la fanno i ragazzi,
che prima si fermavano di più e mentre bevevano ascoltavano anche il gruppo suonare. Ora c’è più prudenza, i
giovani prendono un solo giro di birra o di qualche altra
bevanda e poi si spostano in un altro locale”.
La congiuntura economica non particolarmente favorevole ha colpito anche i bar e i pub e così la situazione
è mutata rispetto a qualche anno fa. “Il lavoro è calato,
c’è meno gente che frequenta i locali e quindi noi gestori
non possiamo permetterci di chiamare gruppi musicali particolarmente costosi” continua Andrea. “Ci sono
anche band di ragazzi che suonano gratuitamente, o in
cambio di qualcosa da mangiare o da bere. Loro sono
l’ideale, magari ce ne fossero di più di gruppi così”.
Al Blu Pavone gli appuntamenti musicali si sono ridotti: due al mese. “Al mercoledì c’è musica latina, poi
negli appuntamenti clou chiamo gruppi che suonano
musica conosciuta, soprattutto cover rock o musica anni
’60. E’ chiaro che privilegio le band che hanno un seguito sicuro”. Il pubblico che assiste è solitamente vario:
“Non vengono solo i giovani, ma anche gente adulta da
Torviscosa, Bagnaria Arsa, San Giorgio”.
E per le altre serate? “Faccio partire il karaoke: non
rende tantissimo, ma almeno riesco a gestirlo da solo col
computer portatile”.
Simone Bearzot & Christian Franetovich
n.06 pag.07
“L
Scacco
matto
Un gioco, una tradizione,
S
una disciplina sono sbarcati
al Liceo Einstein e hanno
attratto studenti e insegnanti
n.06 pag.08
pero che i ragazzi del gruppo degli Scacchi del
Liceo A. Einstein non si ricordino di Alta Quota
solo come di qualcosa che ruba tempo alla ricreazione, visto che sono stati intervistati proprio in questo
momento “sacro” della giornata scolastica…
TeatralMente
Stimola, affascina, coinvolge: gli studenti del liceo Einstein
raccontano il laboratorio teatrale
D
a diversi anni ormai, il Liceo Scientifico “Einstein” organizza, come attività extrascolastica, il Laboratorio Teatrale. A questa attività partecipano una decina di ragazze che frequentano l’istituto, dirette ed
aiutate dalla professoressa Alessandra Tortul, la responsabile del corso.
Fare teatro è una forma d’arte, che permette di esprimersi e di essere a contatto con il pubblico. Il teatro è
forma di espressione e di lavoro corale, ed è su queste basi
che è stata “costruita” questa attività. Per sapere qualcosa
di più e per capire come è stato organizzato questo Laboratorio, abbiamo intervistato la professoressa, alla quale
abbiamo chiesto alcune informazioni e curiosità.
Professoressa, come è organizzato
questo Laboratorio Teatrale?
“Prima di tutto viene scelto un testo sul quale poi si lavorerà. Fatto questo, nei pomeriggi in cui ci si ritrova, lo
si legge e si cominciano a studiare i vari personaggi che
poi saranno interpretati dalle ragazze. Successivamente lo
si rielabora, adattandolo alle nostre necessità”.
Come è nata la sua passione per il teatro?
“E’ nata quando ero ragazza: recitavo, in forma sempre
e comunque amatoriale, al “Piccolo teatro città di Grado”.
Non sono mai stata professionista, sono un’autodidatta e
non ho scuole di recitazione alle spalle: solo una grande
passione, che mi porta spesso a teatro”.
Secondo lei, perché è importante fare del teatro a scuola?
“Il teatro è linguaggio della parola, del movimento, della
musica, del costume, del colore, della scenografia. E’ un
modo di esprimersi a trecentosessanta gradi. È bello, utile
e nello stesso tempo importante farlo a scuola perché, chi
recita, può scoprire dentro di se un’inclinazione che non
sapeva di avere. Si scopre inoltre il gusto di andare a teatro. Porto spesso a teatro i ragazzi: è un modo piacevole
per passare il tempo”.
La prima a risponderci è Deborah: “Mi piace fare teatro
perché trovo stimolante e divertente il fatto di potermi mettere nei panni di personalità anche tanto diverse dalla mia.
Ritengo che debba essere introdotto nelle scuole perché è
un mezzo di crescita interiore, un modo per socializzare”.
…Francesca, invece, esalta il teatro come forma di divertimento: “Il teatro permette di esprimersi e di essere a
contatto con la gente: capisci se li fai piangere, ridere, se
lo spettacolo è stato apprezzato o meno, percepisci tutte
le sensazioni che prova il pubblico. Il fatto di promuovere
certe attività a scuola è un bene, perché permette a chi
non ne è appassionato di conoscere una nuova forma di
intrattenimento pura, vera, coinvolgente e diversa dai soliti divertimenti quotidiani. Dietro la semplicità dell’ esecuzione si nasconde lavoro, impegno e fantasia, sia di chi
interpreta, sia di chi dirige”.
…e infine Monica, che da risalto alle emozioni che il
teatro le fa provare: “Adoro recitare perché mi ha sempre
dato grandi emozioni e soddisfazioni: l’ attesa prima dell’
inizio, i riflettori, il palcoscenico, il contatto col pubblico..
Mi piace essere una delle artefici di tutto, mi piace anche
il fatto di creare ambienti e situazioni facendole poi vivere.
Credo che il teatro sia importante (a scuola nel mio caso),
perché è un modo per socializzare, per esprimerti, per conoscere, per divertirti… Secondo me più giovani dovrebbero avvicinarsi a quello splendido mondo che è il teatro”.
Hai ragione Monica, più giovani si dovrebbero avvicinare …è un modo per aprirsi, per staccarsi dalla realtà,
ci si mette in discussione, ci si confronta con gli altri. Il
Oltre alla professoressa, abbiamo posto due interrogati- teatro ha in se stesso delle enormi potenzialità educative,
vi ad alcune ragazze che partecipano all’ attività.
è momento di riflessione e di cultura.
Non ci resta che dire …brava prof! Brave ragazze! ChisPerché ti piace fare teatro?
sà cosa starete preparando per la fine dell’anno scolastiPerché è importante per te farlo a scuola?
co… siamo tutti in attesa di goderci il vostro spettacolo: in
bocca al lupo per il proseguimento!
Alberto Titotto
In mezzo a un po’ di trambusto, ho
avuto una chiacchierata con il professor Castellan, responsabile della
squadra di scacchi del liceo. Mi ha
raccontato che quest’esperienza è
iniziata nel 2001 (questo è, quindi,
il quinto anno) e il numero di partecipanti è, oggi, tra i 18 e i 22 studenti, di tutte le classi della scuola.
Credo di non essere l’unica a stupirmi di fronte a una passione così intensa e concreta nei confronti di questo sport, così inusuale,
soprattutto tra i giovani… Vengo però subito giustamente corretta, in quanto questa lontananza dal gioco degli
scacchi è un pensiero frutto della nostra cultura. Il professore spiega, infatti, che quello che da noi è considerato uno sport “non alla portata di tutti”, o comunque da
intellettuali o magari noioso, in alcuni Stati è addirittura materia scolastica.
Per quanto riguarda i ragazzi, invece, risate e battute
suggeriscono un buon affiatamento, che si collega a un
indispensabile spirito di squadra. Gli studenti si incontrano almeno una volta a settimana insieme anche al
loro professore, durante il pomeriggio, quindi nel tempo
libero, per allenarsi. È un risultato notevole, perché non
è facile trovare un nucleo di aggregazione che coinvolga
spontaneamente un gruppo di quest’età, che risulta in
questo caso entusiasta e interessata.
Ottimi i risultati raggiunti: non citando tutti i tornei
interni al liceo che sono stati organizzati nel corso degli anni, senza togliere niente alle altre partecipazioni
e medaglie di altre squadre (ad esempio nell’ambito di
tornei provinciali e regionali), ciò che viene ricordato
con più orgoglio è la partecipazione dell’anno scorso al
campionato nazionale della squadra femminile del liceo
che in Sardegna, si è conquistata la medaglia d’argento.
Sofia Balducci
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a cura di Andrea Folla: [email protected]
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TEATRO SALA AURORA
Cervignano del Friuli (UD)
Sabato 18 Febbraio ore 20.30
Stagione Teatrale 2005
“Spettacolo sostitutivo annullamento concerto”
commedia brillante presentata dalla
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Ma quanto vale questo carnevale?
Carnevalfest
2006
Cervignano in maschera
E
anche quest’anno ci siamo: è arrivato Carnevale.
A dire il vero i negozi e i supermercati ci hanno
offerto la vista di maschere, trombette, coriandoli,
stelle filanti e vestiti vari già dai primi di gennaio, se
non prima, ma solo ora siamo entrati a pieno titolo in questo particolare periodo che si concluderà il
Mercoledì delle Ceneri. Cervignano non sta certo a
guardare; l’edizione 2006 di “Carnevalfest” si presenta interessante, come ci spiega uno degli organizzatori, Riccardo Rigonat:
« La sfilata è prevista per domenica 26 febbraio, sempre che il tempo sia bello, altrimenti verrà rinviata alla
domenica successiva. Raccomando a tutti di venire, perché quest’anno avremo carri da tutta la Bassa e anche
dalla provincia di Trieste (e stiamo lavorando per ottenere anche delle sponsorizzazioni per ogni singolo carro!):
il ritrovo è fissato per le 14:30 nel piazzale del Mesol,
da dove partiranno la Banda e tutti i protagonisti della
sfilata che attraverseranno poi via Mercato, via Roma e
Piazza Indipendenza. Appuntamento per le premiazioni
in sala “Aurora” verso le 17:30: una giuria competente
premierà il carro più bello, il gruppo più numeroso, la
maschera più “piccola”, ovvero il più giovane fra i partecipanti alla sfilata, e ovviamente il vestito più bello, a
cui andrà la maschera d’argento. A seguire, immancabile,
un gustoso rinfresco a base di crostoli preparati dall’asilo parrocchiale e, infine, intrattenimento con la musica
del cervignanese Francesco Contadini, che sarà presente
anche per tutto il pomeriggio del martedì grasso, quando
noi del ricreatorio faremo animazione per tutti i bambini.
Non mancate! »
Vanni Veronesi
S
apete come si diceva “maschera” in latino? Si diceva, pensate un po’, “persona“. E “attore” in greco?
“Hypokrités“, e davvero non ci vuole molto per capire che da questo termine, in origine di significato neutro, derivi il nostro “ipocrita”! Cos’è dunque il Carnevale se non il periodo in cui ci si maschera diventando
un’altra persona? Il momento in cui, all’interno del proprio vestito da sfilata, si recita una parte che spesso
non corrisponde al proprio carattere? Per questi e altri motivi, molti lo detestano: filosofeggiano sull’inutilità
e la volgarità delle carnevalate e delle mascherate, odiano le trombe di Menelick e si lamentano dei fiumi
di coriandoli sparsi per le strade. Tanti altri, invece, gioiscono al suo arrivo: finalmente un po’ di evasione,
dicono, e se è vero che “a Carnevale ogni scherzo vale”, magari dietro la maschera posso sbeffeggiare il
Direttore… In mezzo, e per fortuna fuori da questi schemi, ci sono i bambini, che vivono il periodo come una
festa. Il dovere di cronaca ci spinge ovviamente a riportare tutte le opinioni che abbiamo raccolto nel nostro
sondaggio fra i cervignanesi, ai quali abbiamo posto queste domande:
n.06 pag.09
Il sondaggio
• Come vivi il Carnevale e che cosa significa per te?
• Qual è, secondo te, la maschera più bella e quale invece quella più alla moda in questo periodo?
• Ti vestirai per la sfilata? Se sì, da cosa?
Per esigenze di spazio non riportiamo le singole opinioni raccolte,
tuttavia possiamo sintetizzarle per fasce d’età: ecco i risultati.
BAMBINI
Sono loro i più entusiasti, neanche a dirlo, dell’arrivo
del Carnevale. Perché? Le risposte sono le più classiche:
perché si mangiano crostoli e frittelle, si ricevono in
regalo dolcetti vari e, naturalmente, ci si veste. Il travestimento resta ancora, fra i bimbi, un momento di gioia:
fra le tante maschere che troveremo per le vie di Cervignano, però, anche quest’anno, da quanto risulta dal
sondaggio, trionferanno Zorro per i maschietti e le fatine per le femminucce; ma anche le fate si aggiornano, ed
ecco allora comparire le Winx (si scriverà così? Scusate
l’ignoranza, ma io sono rimasto alle Tartarughe Ninja…),
maghette del terzo millennio protagoniste di un cartone
animato di successo. Permettetemi però di assegnare la
mia preferenza alla maschera propostami da una simpaticissima bimba, di nome Martina, che si vuole vestire…
da gatto, facendo sorridere la madre: « Non sarà molto
semplice, ma ci proviamo! »
ADOLESCENTI E GIOVANI
Arriva l’adolescenza e cambia il modo di sentire e vivere il Carnevale: meno travestimenti, più scherzi! Se ci
facciamo caso, sono soprattutto gli adolescenti a imbrattarsi vicendevolmente di quella schiuma bianca non particolarmente profumata. Non dimentichiamo però tutti
quelli che invece operano, assieme ai loro “colleghi” più
grandi, all’interno dei gruppi del Ricreatorio come animatori e protagonisti di carri allegorici: a Cervignano, fra
le varie associazioni, la schiera è particolarmente folta.
Dai 18 anni in su, le posizioni si fanno più radicali: da
una parte i pro mascherata, ancora entusiasti nel vestirsi, dall’altra gli avversari irriducibili di sfi late e carnevalate varie (« Roba, alla nostra età, di cattivo gusto » mi
dice un ragazzo, di cui non do nemmeno le iniziali per
non scatenare una caccia all’uomo da parte degli accesi sostenitori dell’ala avversaria…), senza possibilità di
incontro bipartisan, come in Parlamento… Troviamo poi
una posizione intermedia: quella di chi, in sintesi, sottolinea la piacevolezza e la simpatia del Carnevale, purché
non siano loro a vestirsi, cosa che non farebbero mai per,
ANZIANI
così dicono, “vergogna”, ed è proprio questa l’opinione
È proprio vero che i nonni hanno sempre qualcosa
prevalente fra i giovani. « Però vedere i carri allegorici è da insegnarci; sentite cosa ha risposto una simpatica
sempre divertente, e ammiro chi spende il proprio tempo nonna di 80 anni: « Il Carnevale? Mi piace ancora. Tanti
per realizzarli » commenta M.
anni fa mi vestivo anch’io, anche dopo sposata: un anno,
mi ricordo, sono andata con una mia amica in giro per il
paese
vestita da uomo, con tanto di valigetta, giacca e cra#O
vatta.
Ah, che bello: ci divertivamo con poco quella volta…
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casa
venivano delle simpatiche signore a festeggiare
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il Carnevale; si apriva la porta a chiunque, mica come
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oggi che si ha paura, e si beveva assieme un bicchiere di
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Marsala. Oggi ovviamente seguo soltanto le sfilate… ».
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Vanni Veronesi
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ADULTI
D’accordo, il Carnevale appartiene soprattutto ai piccoli, ma i pareri degli adulti si rivelano ancora più interessanti, curiosi, vivaci. È un argomento che, sulle prime,
spiazza un po’ i “grandi”: mi sono divertito ad osservare
quel guizzo di stupore nel momento in cui, dopo aver
detto che stavo svolgendo un sondaggio per Alta Quota,
ho posto la domanda fatidica « Come vive e che cosa
significa per lei il Carnevale? ». Magari si aspettavano
domande di politica o di carattere sociale, chissà: fatto
sta che molti mi hanno sorriso sulle prime… Comunque,
hanno risposto tutti di buon grado e in modo perfi no
appassionato; la stragrande maggioranza di loro ricorda
con un velo di nostalgia e al contempo imbarazzo gli
anni dell’infanzia in cui anche loro si mascheravano: «
Da piccola facevo sempre festa a Carnevale – mi spiega N.
C. – e ho continuato a vestirmi fino a cinque anni fa. Poi
mia madre, stufa di darsi da fare per gli abiti, mi ha detto:
“Ora basta!”. Da allora non lo sento molto, non mi appartiene più… ». Maschera preferita? « Colombina, sicuramente!
» No, ma io intendevo… « Ah, in generale… Beh, amavo
vestirmi da principessina! » Risposta fra le più classiche, senza dubbio; A. A. opta invece per i vestiti sgargianti e coloratissimi: « Da brasiliana » mi dice. Bello…
Di tutt’altro tenore la risposta di Flavio: « Il Carnevale? Mi piaceva, ora invece m’inquieta se viene fatto dagli
adulti! Da bambini è una bella occasione per immaginare
di essere qualcuno o qualcosa e per scatenare la fantasia;
ricordo che ero felicissimo nel mio vestito di Arlecchino,
fatto in casa con rattoppi di pigiama. Fatto dai grandi, invece, mi provoca un senso di ridicolo preoccupante: significa rubare una festa che appartiene ai piccoli, mi sembra
una forzatura! A meno che non ci si vesta come a Venezia,
con quelle splendide maschere artistiche… »
Dal canto suo, un commerciante osserva come il Carnevale « sembra appiattirsi sempre di più e ridursi a un
secondo Hallowen; dov’è finita la creatività e la semplicità di un tempo? »
n.06 pag.10
Valorizziamo l’abilità
M
Intervista a Stefano Florit, responsabile del Campp di Cervignano
ancano pochi minuti alle 10, l’orario concordato per l’intervista. Suono al citofono e, mentre una delle
operatrici, sorridente, m’invita ad entrare, cerco di formarmi un’immagine dell’ambiente che mi troverò di fronte. Percorro i pochi passi che separano il cancello e la porta d’ingresso del CAMPP.
alte
ualità
È martedì mattina, c’è un sole luminoso, ma fa molto
freddo, ed il primo pensiero che cattura la mia attenzione è che il centro sembra in perfetta sintonia con questa
giornata. La struttura è ampia, ma si sviluppa su un unico piano, l’esterno è tinto di giallo e completamente circondato da prato. Niente è fuori posto, non ci sono note
stonate, elementi stridenti, sembra tutto ovattato, calmo,
sereno. L’operatrice che mi ha accolto all’entrata mi dice
di attendere un attimo in un atrio luminoso, pulito, accogliente. Alla mia sinistra ci sono poltroncine, un piccolo
divano, un tavolino, mentre alla mia destra una porta a
vetri da su una stanza molto grande in cui intravedo alcuni ragazzi…e tutto intorno pesci tropicali che sguazzano
in un mare azzurrissimo! E’ uno splendido murales, dipinto su una parete circolare che lo fa sembrare un vero
acquario, e, per chi entra, è come un’esplosione di vita!
Non è solo bello da vedere, è anche emblematico della
realtà del CAMPP, di quello che è il centro. Perché qui le
persone ospitate VIVONO nel senso più ampio del termine, come mi spiegherà più tardi il responsabile del centro,
Stefano Florit. Passano pochi istanti e i ragazzi che sono
nella stanza accanto si accorgono della mia presenza. Un
paio di loro si avvicinano. Io sorrido mentre mi scrutano
tenendosi a distanza. Ma è un attimo, poi anche il loro
viso si apre in un sorriso. Mi tendono la mano, si presentano, chiedono il mio nome. Nel frattempo arriva Stefano
e loro non esitano ad accompagnarci nel suo ufficio. Ci
sediamo uno di fronte all’altra ad una scrivania completamente ricoperta di libri, cartelle, documenti e tutto il materiale che serve a gestire un centro come questo. Intanto
i ragazzi tornano alle loro attività (su energico invito di
Stefano, perché si sarebbero fermati volentieri con noi!)
…e qui finiscono le sensazioni e comincia l’intervista.
Tutti i ragazzi arrivano tra le 8.30 e le 9.00, trasportati da un servizio di pulmino appaltato dal CAMPP. Poi
cominciano le nostre giornate, tutte diverse tra loro e caratterizzate da grande libertà: ogni educatore può decidere,
ad esempio, di uscire con il suo gruppo, anziché stare in
classe. Generalmente, comunque, ogni mattina è divisa in
due parti: ad una prima ora di attività nelle stanze segue
la pausa merenda (tu stamattina sei arrivata proprio in
questa fase cui i ragazzi tengono molto!). Poi riprendiamo
l’attività fino a mezzogiorno e un quarto. A quest’ora i ragazzi cominciano a prepararsi per il pranzo occupandosi,
a turno, delle attività di menage: sono i ragazzi, infatti, a
preparare e sparecchiare i tavoli sia per la merenda che
per il pranzo.
Questo è quello che avviene di solito, ma, se il territorio offre proposte cui i nostri ragazzi possono partecipare,
stravolgiamo facilmente la routine! Ad esempio, il lunedì un gruppo frequenta la piscina di Monfalcone, oppure,
quando ci sono spettacoli adatti ai ragazzi, andiamo tutti
al Pasolini. È anche abbastanza frequente che sia il teatro
a venire qui al centro: abbiamo spazi molto confortevoli
e grandi che possono ospitare diverse persone, per cui è
possibile allestire uno spettacolo. In queste occasioni tutti
i centri della Bassa si riuniscono da noi. Anche il giovedì
è una giornata particolare perché andiamo al mercato:
ci organizziamo uscendo due insegnanti per volta con i
propri ragazzi, in modo da non costituire un unico grande
gruppo, ma disperderci, perché vogliamo essere inseriti
nella comunità.
Come vi organizzate per fare partecipare
i ragazzi alle varie attività?
Durante la mattinata i ragazzi lavorano divisi nelle varie stanze in gruppi costituiti da non più di 4 o 5 persone,
seguiti da un educatore. Per la divisione dei gruppi ci
Cosa fanno i ragazzi che frequentano il CAMPP?
basiamo chiaramente sull’età, ma anche sulle affinità e le
Ci rivolgiamo ad un target d’età molto eterogeneo: si va simpatie: infatti, diamo molta importanza alle relazioni
dai 14 fino ai 65 anni. Fino a quando non verrà creato un che i ragazzi instaurano e ai loro sentimenti.
servizio che si rivolga specificamente ad utenti un po’ più
E i pomeriggi?
anziani, con esigenze chiaramente diverse rispetto ai più
Li riserviamo alle attività motorie, la musica, il ballo, i
giovani, è anche necessario diversificare le attività.
giochi di società e le attività espressive, per cui in questa
Ai nostri ragazzi proponiamo lavori di gruppo in cui parte della giornata, i ragazzi lavorano riuniti in un unico
ci concentriamo sulle classiche attività di mantenimento grande gruppo. Abbiamo anche un piccolo laboratorio che
delle abilità acquisite da chi ha fatto i cicli della scuola si potrebbe definire “pre-professionale”: lo utilizziamo per
elementare (lettura, scrittura, matematica, uso del com- fare attività pratiche, soprattutto legate alla lavorazione
puter). Ciò che però caratterizza la didattica del centro è del legno, ma abbiamo fatto anche mosaico e lavori con
lo sforzo costante di proporre attività che consentano di l’argilla. Sono gli stessi educatori a seguire i ragazzi in
inserire queste abilità di tipo scolastico all’interno della questi progetti, ma, inizialmente, per imparare, ci affirealtà dove i ragazzi vivono: per questo non lavoriamo su diamo all’insegnamento di uno specialista, a volte veri
schede ma, ad esempio, scegliamo di svolgere un compito e propri artisti. I prodotti realizzati sono davvero belli e
di cucina. I ragazzi si ritrovano, così, a dover decidere una hanno trovato posto in varie mostre: ad esempio, insieme
ricetta e, successivamente, a scriverla: in questo modo en- agli altri CSRE della Bassa, siamo stati presenti con uno
tra in campo l’abilità di scrittura col computer. Per com- stand ad IDEANATALE a Udine.
prare i prodotti necessari a realizzare la ricetta, bisogna
Chi sono gli educatori che seguono i ragazzi?
fare una lista. Infine, ci inseriamo nell’ambiente sociale
Dei 14 operatori su cui possiamo contare, 7 sono eduandando al supermercato, dove i ragazzi devono anche catori del centro e 7 provengono dalla cooperativa sociale
pagare e, quindi, conoscere il valore dei soldi.
Universis. In questo modo rispettiamo il rapporto 1 a 2
Come si articola una giornata tipo qui al centro?
tra educatori ed assistiti stabilito dalla regione.
Nuove Idee
di Banin Federico
Parrucchiere uomo e donna
Cervignano, via Dante 10, tel 0431 34452
I nostri educatori seguono periodicamente corsi di aggiornamento, in cui, oltre a formarsi per quanto riguarda
le attività pratiche, ci si interroga anche sui sentimenti
di questi ragazzi. Sono gli stessi che proviamo noi? Come
reagiscono al dolore? Come elaborano il lutto? Ad esempio, un evento come la morte di un genitore, seppur non
compreso inizialmente, genera in un secondo momento un
certo grado di sofferenza. Capire fino a che punto arrivano
questi sentimenti, così come la presa di coscienza degli
amori e degli affetti è un nostro impegno costante.
L’intervista è fi nita, ma prima di congedarci Stefano
mi permette di dare concretezza alle sue parole facendomi entrare nelle varie stanze. I servizi, il laboratorio, la
palestra che, grazie ad una parete removibile, all’occorrenza si trasforma in un’ampia sala per gli spettacoli teatrali: “Questo centro –mi fa notare- risponde molto bene
alle esigenze dei nostri ragazzi, perchè è uno dei pochi in
regione creati ad hoc, senza barriere architettoniche e con
grandi spazi di manovra”. Ci stiamo avvicinando ai pesci
tropicali quando Stefano mi fa notare due stanze chiuse:
“Abbiamo alcuni casi veramente gravi, in stato quasi vegetativo, che stiamo curando con la musicoterapia: hanno
mostrato reazioni ai suoni e ai silenzi assolutamente inaspettate, che ci hanno permesso di scoprire in loro una consapevolezza di cui neanche i genitori si erano mai accorti”.
Siamo ormai arrivati all’uscita, intorno a noi diversi
ragazzi: un paio di loro ci hanno accompagnato mentre visitavamo il centro, altri ci hanno raggiunto adesso.
Stefano li osserva e mi dice: “Tutti loro hanno ritardi
medi o gravi, quindi problematiche serie, ma è difficile
distinguerli in base alla gravità: per noi sono veramente tutti uguali”. Penso ai due che mi hanno avvicinata
quando sono entrata e alla ragazza che mi sta tenendo
per mano in questo momento. E non mi viene in mente il
loro handicap, ma quello che hanno dimostrato di possedere: una capacità straordinaria di instaurare legami
con immediatezza e sincerità. Il dono di creare subito
un contatto con chi hanno di fronte: mi guardano, mi
prendono per mano, chiedono come mi chiamo e all’improvviso non siamo più estranei.
Marina Biancotto
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Etica e
globalizzazione
all’incrocio
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Ricreatorio San
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Ritorna Crossroads: Pacs, religioni, Occidente
e Medioriente sul palco della Sala Aurora
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“Mascherata del 1935”
(Fotografia pubblicata per gentile concessione
di « Fotoservizi Gennaro » di Luciano Trombin
Cervignano, via Garibaldi 2)
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n.06 pag.11
Incoraggiato dalla partecipazione di un discreto numero di giovani,
il gruppo si propone per il 2006 l’organizzazione di un nuovo ciclo di
incontri dal titolo “Sfide etiche della globalizzazione”.
Come nella precedente edizione verranno contrapposti personaggi di
diversi orientamenti politici e di diverse religioni che dovranno essere
disponibili a rispondere alle domande del pubblico.
E’ infatti intenzione degli organizzatori valorizzare la diversità come
una ricchezza e sostenere quanti intendono esprimere la loro opinione
facendo nascere un dibattito che coinvolga quanto più possibile i presenti.
Destinatari dell’iniziativa sono i giovani e, comunque, tutti coloro che
intendono approfondire temi di grande attualità che non sempre sono
facilmente comprensibili.
Gli incontri in preparazione riguarderanno i PACS, le religioni
monoteiste a confronto, il dialogo fra Occidente e Islam, le risposte della
politica alla globalizzazione.
Luisa Contin
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s
cros
MERCATO 1
ato nel 2004 nell’ambito del ricreatorio San Michele dopo l’esperienza del
concorso sul tema “Io… tu,simili… diversi”, il gruppo “Crossroads” ha esordito
nel 2005 con l’organizzazione di alcuni incontri aventi come oggetto l’etica nello
sport (“Un calcio allo sport”con la partecipazione di Luciano Spalletti, Michele Mian
e Paolo Vidoz), nella politica (“Giovani e politica: matrimonio impossibile?” con i
politici regionali Isidoro Gottardo e Roberto Antonaz) e culminati con l’autorevole
contributo del cardinale Ersilio Tonini sul tema della fecondazione assistita.
ALAURORA VIA
IULI TEATRO S
N
n.06 pag.1
Premiati dai sondaggi tutti i partecipanti al Calendario di AQ, raccolti 1795,96 euro
S
arà aprile il mese più bello del 2006? Secondo voi lettori si! Il riferimento, ovviamente ironico, riguarda
il sondaggio che ha voluto premiare la foto più bella del
calendario AQ per il nuovo anno. Con un vero e proprio
assalto telematico al sito internet del Ricreatorio San
Michele, 435 votanti hanno voluto esprimere la propria
preferenza sulle immagini che accompagneranno i prossimi 365 giorni nelle case dei cervignanesi. La vittoria,
come anticipato, se la sono aggiudicata Martina e Massimo, alias “Leggiadri et forzuti”, che con 74 voti hanno
battuto nell’ordine Carmelo e Christian (“Caldi et Freddi”
58 voti) e Maria, Federico e mamma Lucia (“Giovani et
anziani”, 57 voti).
Ma il “fenomeno” calendario non può essere archiviato con un mero bilancio numerico o fotografico. Appare
infatti doveroso, prima di voltare defi nitivamente pagina, quantomeno accennare agli sforzi, organizzativi
e realizzativi, che hanno sotteso l’evento. Perché di un
evento stiamo indubbiamente parlando. Il coinvolgimento attivo di politici, sacerdoti, forze dell’ordine, commercianti, artigiani, medici, sportivi, nonché di giovani e
adulti di Cervignano, è il sintomo più evidente che il
desiderio di sentirsi comunità non rappresenta un sogno
irrealizzabile. Certo, per raggiungerlo bisogna scendere
a compromessi, (“La scattiamo in pescheria?”, “No, in
macelleria”, “Okay, dal fruttivendolo!”...), rinunciare ad
un po’ del proprio tempo (“Muoviamoci con le foto, che
mi attendono dei rappresentanti in salumeria!”...), nonché assecondare le richieste altrui (e del fotografo in
particolare: “Dovresti metterti in equilibrio sul bilanciere, stare rilassata e fare una figura tipica della danza”... Nient’altro?!..).
Per completare l’opera, però, servono le idee. Ma anche la passione e la determinazione di chi in esse crede:
convincendo i protagonisti, incalzandoli per realizzare
le foto, trascorrendo intere serate a fascicolare calendari,
restando ore al freddo sulla strada per venderli al pubblico. Il tutto con un solo scopo: donare qualcosa a chi
è meno fortunato.
E così, alla fi ne, ripensando alle diverse persone coinvolte, ci si accorge che dallo spunto di una piccola redazione, un numero impensabile di cervignanesi si è mosso
attivamente per fornire il proprio aiuto, la propria disponibilità. Non è vero, quindi, che la comunità è immobile, distratta, disinteressata. Un piccolo fuoco arde con
vigore, con l’unico desiderio di essere alimentato. Ecco
perché, nonostante le fatiche e, a volte, i momenti di scoramento, con passione immutata ci rimettiamo al lavoro con la grande ambizione di continuare a “far legna”.
C
C
ome di consuetudine per il gruppo Corima, il mese di
gennaio è rivolto alla sensibilizzazione e promozione
dei Sostegni a Distanza .
Il Sostegno a Distanza è un atto di solidarietà che consiste nell’impegno morale a inviare un contributo economico stabile e continuativo, rivolto a minori, adulti, famiglie, comunità ben identificate, in condizioni di necessità
e in ogni parte del mondo, per offrire la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita nell’ambiente sociale
e culturale in cui vivono.
In concomitanza quindi con la Giornata Nazionale dei
Sostegni a Distanza, il 22 gennaio, il gruppo Corima presso la propria sede (dinanzi al bar del Ricreatorio in via
Mercato, 1) era a disposizione per ulteriori chiarimenti
verso chiunque era interessato a questa forma di solidarietà, oltre a promuovere la vendita della Rosa di Jericho,
una pianta proveniente dalla Palestina, simbolo di pace,
felicità, amore, lunga vita e fortuna, …una pianta:
che vive per sempre!
Un caro saluto per un sereno
e felice anno 2006 di pace e giustizia.
Il Gruppo CORIMA
[email protected]
Commercio equo e solidale: Luca Negro 333 7282767
Sostegni a distanza: Anna Fonzar 349 7738745
Andrea Doncovio
RSM: festa del socio
hiuso il 2005 con settecento soci, duecento in più rispetto al 2004, il Ricreatorio San Michele inaugura il
nuovo anno associativo con la tradizionale “Festa del socio”.
Nell’occasione, domenica 5 febbraio, tutti i soci potranno rinnovare le proprie adesioni. L’iniziativa, alla
sua quinta edizione, partirà con la celebrazione della
messa in duomo alle 9:30. Durante il rito sarà consegnato il ricavato delle vendite del calendario Alta Quota
2006. Seguirà una conferenza sul mondo Equo e Soli-
Sostegni a distanza…
dale nella sala don Bosco, organizzata dal gruppo missionario Corima. Al termine, tutti a tavola con il pranzo
offerto gratuitamente ai soci, ma aperto anche ai non
tesserati con un costo di 12 euro.
2005: tesserati a quota 700
(circa 200 in più rispetto all’ anno precedente)
quota associative: adulti euro 7.50
giovani (fino 18 anni) 6.00
I nostri boschi sono una ricchezza.
Prendiamoci cura di loro.
« Alta Quota », stampata su carta
riciclata ecologica, è amica dell’ambiente.
Sostienila con un versamento al conto corrente
n. 1724/1 causale « Alta Quota » presso la banca
Credifriuli di Cervignano in piazza Indipendenza
ri
uotiamo
Aprile con slancio
INFORMAZIONE PUBBLICITARIA
« Tutto ciò che è rivolto al futuro
nasce da un pensiero innovativo »
Il sogno della casa futuristica comincia a diventare realtà.
Sorgono le prime case ecologiche accessibili a tutti, che sono economicamente più vantaggiose rispetto a una casa convenzionale.
L’alta tecnologia, la sapienza millenaria acquisita dai popoli nel costruire
abitazioni a tutte le latitudini e una
formula conveniente di produzione
di energia elettrica “pulita”, rilanciano un’idea che sembrava quasi destinata a finire nel cassetto ed invece
riaccende gli entusiasmi.
Il risultato è una casa amica dell’ambiente e della salute di chi ci abita,
capace di assicurare benessere senza
spreco di energia e di soldi.
Il consumo limitato di elettricità e
combustibile rende questo edificio
alla portata di tutte le tasche, le bollette di elettricità e riscaldamento si
riducono del 40-50% rispetto ad una casa tradizionale.
La casa del futuro ecologica è ancora più attuabile, visti i recenti incentivi
sul risparmio energetico e le nuove normative sui temi dell’isolamento
termico ed acustico.
Grazie all’utilizzo dei blocchi in calcestruzzo cellulare autoclavato della
ITALGASBETON, si può regolare l’umidità ed ottenere un sano microclima
con una temperatura calda d’inverno e fresca d’estate in quanto il trasferimento della temperatura dall’esterno all’interno avviene lentamente.
Il calcestruzzo cellulare a base calce evita infatti i forti sbalzi termici estivi che si avvertono nella abitazione costruita tradizionalmente.
Ricordiamo a tal proposito l’obbligo
nel 2006 della classificazione degli immobili secondo i parametri di
Kyoto che assicureranno alle case
una qualità superiore.
Per evitare la dispersione di calore
e proteggere la casa dal rumore i
muri perimetrali e le tramezze divisorie vengono costruite con blocchi
ITALGASBETON di diverso spessore.
SIAMO PRESENTI A “INNOVACTION”
dal 9 al 11 febbraio 2006
FIERA DI UDINE
pad. 4 / stand 7-8
Per ulteriori informazioni rivolgersi a:
Via Aquileia s.s. 351, 34070 Villesse (GO) - Italy
Tel. +39 0481 918064, Fax +39 0481 918766