ANSA 18-07-2011 ANSA/ LEGALITA':BEHA A TABULARASA,REAGIRE PER UN FUTURO MIGLIORE (ANSA) - REGGIO CALABRIA, 18 LUG – “Allora combatteremo all'ombra”. Sembrava essere un Leonida contemporaneo Oliviero Beha, ospite dell'ottava serata di “Tabularasa - Lo scandalo”, quando, mentre momentaneamente veniva a mancare la luce in parte di Reggio Calabria, scendendo dal palco della “Luna Ribelle - Torre Nervi”, si e' mischiato alla grandissima folla del contest di Strill.it parlando a braccio, al buio e con la sola forza della voce di “un Paese che si salverà solo se i singoli ed alcuni gruppi sapranno agire per trasformare ciò che adesso e' orrendo in un futuro migliore”. Il monologo di Beha sull'Italia scandalosa, di fronte ai direttori di Strill.it Giusva Branca e Raffaele Mortelliti, ha criticato soprattutto il sistema massmediatico e la classe dirigente nazionale “composta da ogm”. “Nel settembre 2010 - ha proseguito Beha - sui giornali Tremonti annunciava la fine dell'emergenza economica. Sono passati dieci mesi e ci stanno solo prendendo per i fondelli. Questo perché, quando e' scoppiato lo scandalo subprime nel 2008, direttori di telegiornali come il Tg1 di Riotta vennero condizionati dall'allora governo Prodi per non riferire nulla della gravità della crisi; dopo avvenne lo stesso con il centrodestra e Minzolini. Loro hanno creato un meccanismo perverso che io definisco 'maggioritario dell'informazione'. Ciò ha portato ad una scissione bipolare tra due blocchi: pro o contro Berlusconi. Ma non si può spartire la realtà in una torta a metà”. “Allora - ha chiesto Beha - di chi ci possiamo fidare? Tra giornalisti e politici chi ha la forza morale e intellettuale di parlare? E di che cosa? La questione non e' girare un interruttore per eliminare Berlusconi. È guastato l'impianto elettrico. Togliendo Berlusconi, il berlusconismo regnerebbe comunque in quanto nato paradossalmente anche prima dell'attuale capo di governo”. L'ospite della serata ha poi menzionato le direttive cronologiche di crescita della mentalità protoberlusconiana: “L'Italia del secondo dopoguerra ebbe una rapidissima trasformazione da Paese essenzialmente agricolo a potenza industriale. Ciò provocò la perdita della semplice cultura popolare, abitudini antiche, consuetudini, la cosiddetta intelligenza del contadino; l'insieme della cultura popolare forniva linfa al Paese il quale raggiungeva in tal modo risultati nel giornalismo, cinema, teatro. E' evidente che, adesso, siamo in netta regressione in quanto manca quel sostrato. E allora se non abbiamo memoria di chi eravamo come possiamo pretendere di capire chi siamo? Perdiamo la nostra identità”. Da qui e' scaturita la prima stoccata alla televisione: “Negli anni '50 essa ci trasformò in dei consumatori elettoralistici, piuttosto che consapevoli cittadini. Poi venne il terrorismo, il periodo della paura, in cui questo sistema sembrava essere messo in crisi. Ma passata la tempesta, il consumismo massmediatico tornò elevato al cubo”. Beha si è in seguito soffermato sull'elevato conflitto d'interessi nella gestione delle finanze pubbliche. “Nel gennaio 2009 - ha detto - l'Antitrust calcolò tale conflitto d'interessi all'83%. Ciò dimostra che una legge in materia non ci sarà mai perché il problema non e' solo Berlusconi, ma un'intera classe dirigente che non può, consciamente, ledere se stessa. Ma fino a quando la gente accetterà tutto questo? Se fossimo più disperati e più colti avremmo già compiuto da un pezzo l'assalto ai forni. Ridare dignità ad una Nazione significa instillare nella mentalità della gente che ‘uno guadagna perché è bravo’ e non il contrario come avviene adesso. Una mentalità mafiosa diffusissima e' il vero cancro; il rimedio e' un nuovo inizio dal basso con gente diversa dai nostri dirigenti attuali”. Uno dei principali punti deboli del nostro sistema democratico, secondo Beha, è chiaramente individuabile “nella divisione dei poteri, quello esecutivo e giudiziario hanno solida presenza, mentre il legislativo pecca di reale consistenza, e' praticamente assente nel bilanciamento dei poteri”. Gli italiani, dunque, devono ripartire “dalle serate di dialogo in strada come 'Tabularasa', dal protagonismo delle donne, dai referendum dello scorso giugno. È necessaria, energicamente, una tensione da referendum perenne; citando Mark Twain: 'Si deve essere sempre pronti a pagare il prezzo del possesso della libertà’”. Arrivando, infine, allo sport ed al calcio, si sono collegate le tematiche analizzate precedentemente con quest'ultima: “Il calcio non funziona perché la sua classe dirigente coincide con quella politica del Paese. Neanche qui esiste meritocrazia, anzi persiste la stessa mafiosità intellettuale. E' un'operazione gravissima che distrugge il ludos civico per i giovani. Perciò affermo con convinzione che questi simpatici dirigenti ogm dovranno andarsene a casa senza distinzioni tra destra e sinistra”. Il contest di Strill.it prosegue stasera ancora alla “Luna Ribelle - Torre Nervi” per un colloquio sui segreti del Vaticano insieme al giornalista Eric Frattini ed allo scrittore portoghese Luis Rocha. (ANSA).