Rassegna Stampa - Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia

UFFICIO COMUNICAZIONE/URP
Direttore Dr Sandro Cortese
Rassegna Stampa
05 Giugno 2012
A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP
~
-
p~
ESTRAmO
deliberazione n. -833\CS dc i l 0512012, ha indetto avviso p,b? - e
il
conferirnento dell'incarico di Direnore janitario
e Direttore \-,T-'itrdtivo
dell'Azirnda Sanitaria Provinciaie di Vibo Laltntia.La versione in:t.,;ie c,'I'dvviso
pubblico è consultabile e scaricabile d a sito web dell'AiP di ? 5- ~ a l e n t i a
(www.ajpvv.it) - Albopretorio Online - 5-1 Delibere e Determine Il termine d i 15 giorni per la presentazione delle domande decorre dalla data d i
pubblicazione del suddetto estratto sul presente quotidiano.
La Commr~sioneStraordinaria
Dott.ssa Rosanna Bonadies
Doti. Wncenzo Indolfi
Doti. Marco Serra
-
Comere della Sera Martedi 5 Giugno 2012
--
--
~
@-.
~
.A
,.,
.~.
AVVISO PUBBLICO PER IL CONFERIMENTO DI INCARICO
DI DIRETTORE SANITARIO AZIENDALE E DIRETTORE
AMMINISTRATIVO AZIENDALE DELL'AZIENDA SANITARIA
PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA
ESTRA770
La Commissone Straordinaria dell'ASP di Vibo Valentia, in esecuzione
della deliberazione n. 833\CS del 31/05/2012, ha indetto avviso pubblico per il conferimento dell'incarico di Direttore Sanitario e Direttore
Amministrativo delUAziendaSanitaria Provinciale di Vibo Valentia.
La versione integrale dell'awiso pubblico è consultabile e scaricabile
dal sito web deli'ASP di Vibo Valentia (www.aspvv.it) - Albopretorio
Online - Sez. Deiibere e Determine.
Il termine di 15 giorni per la presentazione delle domande decorre
dalla data di pubblicazione del suddetto estratto sul presente
quotidiano.
La Commissione Straordinaria
Dott.ssa Rosanna Bonadies
Dott.Vincenzo Indolfi
Dott. Marco Serra
LA STAMPA
GIUGNO
l Economia i 25
@"
/
REGIONE CALABRIA
AZIENDA SANITARIA
PROVINCIALE D I
VIBO VALENTIA
Via Da-te Alighieri 8 9 9 0 0 V i b o
Valentia - P a r t IVA 0 2 8 6 0 4 2 0 7 9 3
U.O. GARE E CONTRATTI
AVVISO DI GARA
Procedu-a r e s r z ala, al sens aell art 125
del D Lgs I 1 6 3 2 0 0 6 e del ~ogolamento
Aituat i 3 ci cui alle delibero del Direttore
Generae n" 196 del 13\42006 e n" 994
del 6 3\2006,per l'"ACQUISTO DI MATERIALE
SANITARIO
SPECIALISTICO
PER LUNITA' OPERATIVA DI UROLOGIA
DELLO STABILIMENTO OSPEDALIERO
DI TROPEA - A S P DI VIBO VALENTIA'
Numero Gara 4253333
Codlce CIG 4288297E9E
Importo presunto della fornitura
euro
80 000,OO T e r ~ i r e di presentazione
del1 offerta 22 ~IUGIO
2012 La lettera
- capitolato ed i relativ allegati sono
disponibili sul sito a z e n d ~ emnv a s p w it
IL RESPONSABILE DEL DQOCEDIMENTO
Doii.ssa Maria Grazia VAVALA
AVVISO PUBBLICO PER IL
CONFERIMENTO DI INCARICO
D C ©ASiiSTAOSf*
D iI nUEi nD bC T5 T5A Unfc
oANS I AnsU
AZIENDALE E DIRETTORE
AMMINISTRATIVO
AZIENDALE DELL'AZIENDA
SANITARIA PROVINCIALE DI
VIBO VALENTIA
ESrfl47TO
La Commissione Straordinaria
dell'ASP di Vibo Valentia, in esecuzione della deliberazione n.
833\CS del 31 /05/2012, ha indetto avviso pubblico per il conferimento dell'incarico di Direttore
Sanitario e Direttore Amministrativo dell'Azienda Sanitaria
Provinciale di Vibo Valentia.
La versione integrale dell'avviso
pubblico è consultabile e scaricabile dal sito web dell'ASF di Vibo
Valentia (www.aspvv.it) - Albopretorio Online - Sez. Delìbere e
Determine.
II termine di 15 giorni per la presentazione delle domande decorre dalla data di pubblicazione del suddetto estratto sul
presente quotidiano.
LA COMMISSIONE
STRAORDINARIA
Dott.ssa Rosanna Bonadies
Dott.Vincenzo Indolii
Dott. Marco Serra
ISTITUZIONALE ASP VIBO
Pag. 3
Sentenza di non luogo a
procedere per intervenuta
prescrizione. I giudici della
Corte d'appello, presidente
Donatella Garcea, a latere
Alessandro Bravin e Vincenzo
Calati hanno proscioltoi medici del reparto di Pneumatologia dell'ospedale "Pugliese Giaccio" accusati di omicidio
colposo per la morte di Teresa Arena, 66 anni, avvenuta
nel gennaio del 2003 nel nosocomio del capoluogo calabrese. In primo grado i medici erano stati condannati a otto mesi di reclusione con sentenza emessa il 21 luglio di
due anni fa. Si tratta di Antonio Caracciolo, Francesco De
Francesca, Mirella Domenica
Giampà, Francesco Maiocco,
Luigi MancusOjRaffaele Pasceri, Brano Scarfone, Mario
Sorgenti e Francesco Palermo. Tutti condannati in primo grado, con sospensione
condi zionale della pen a e non
menzione nel casellario giudiziale, tranne Palermo nei
confronti del quale il giudice
aveva decretato il non luogo
a procedere per morte del reo.
Il pm Simona Rossi aveva
chiesto condanne a un anno
ed quattro mesi di reclusione
per ciascuno degli imputati.
Secondo la ricostruzione dei
fatti, il 28 dicembre del 2002
Teresa Arena, originaria di Si-
In primo grado
Il sono slati
Il condannati
II a otto mesi
III ciascuno
•'•••'ìCT^Jtìfì'-sr?*
-Morte sospettct
Prosciolti 1 media
el Pughese-uacao
¥,Tfnì£ì
ili
fìPPlIKfftì
iPTPKfl
fÌYPÌÌfì
demo, venne ricoverata nell'ospedale di Catanzaro per
un «versamento pleurico».
Dopo alcuni giorni di degenzaladonnaèmortaedifamiMari hanno deciso di denunciare alla magistratura i medici che ebbero in cura la don-
fi01È fìlYIlPlfllfì
fìTlSyìììflTìfi
na, sospettando che ci fossero
state delle negligenze. La Procura della Repubblica aveva
aperto un fascicolo iscrivendo i nove medici nel registro
degli indagati. Ieri l'epilogo
della vicenda giudiziaria di secondo grado che si è conclusa
SANITÀ CALABRIA
PfìiTìfìKfì
fll
rMfìPTÌÌfì
con una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Nel collegio
difensivo compaiono i nomi
di Giancarlo Pittelli Enzo Gaìeota, Nicola Cantafora e
Massimo Scuteri.
Crìi ondisi x Hssstin^Ilo
Pag. 4
La buona sanità salva Elia
da una morte quasi certa
O
»
»
»
~l » T| m
1
s,
Ancora un episodio di buona sanità all'ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia
Terme. Una donna è stata infatti salvata
da morte certa grazie alla professionalità
dell'equipe dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme diretta dalla dottoressa Anna Maria Mancini.
Come ha raccontato il marito della donna, il signor Maurizio Pirro, 52 di Genova, che ha scritto al direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso per ringraziare
pubblicamente l'equipe lametina per aver
salvato la vita alla moglie, la donna si è risvegliata dal coma farmacologico a seguito di una broncopolmonite. Il signor
Maurizio e la signora Elia erano partiti in
aereo da Genova per andare a Montepaone dove abitano i genitori della donna.
Dopo l'intero viaggio in aereo trascorso
dormendo, la donna ha cominciato ad
avere febbre altissimafinoa 40 c°, senza
riuscire ad alzarsi dal letto. Il signor Pirro ha così deciso di chiamare la guardia
medica e dopo una giornata convulsa il
medico di famiglia, sentito il respiro sempre più affannoso, l'uomo ha telefonato al
118 ed un'ambulanza ha trasportato la
donna all'ospedale di Soverato. La situazione si è subito configurata in tutta la
sua gravità perché, dopo un accertamento radiografico, è stata diagnosticata una
broncopoìmonite in medio apicale. Essendo l'ospedale di Soverato sprovvisto
di un reparto dirianimazione,il personale del Pronto soccorso si è attivato per
trovare un posto alla donna in un altro
nosocomio ed è stato individuato quello
di Lamezia Terme «sarà la sua salvezza scrive il signor Pirro - dove è giunta in codice rosso, dopo essere stata intubata».
«Io mi sono trovato in una situazione di
disperazione assoluta - continua Pirro avendone chi aramente percepito la gravità, con l'ulteriore problematica di dover
gestite la vicenda ad oltre mille chilometri da casa nostra, ove certamente avremmo trovato un'assistenza medica di ec-
*
1
1
1
*
cellente livello». La donna, con la massima urgenza, è stata trasferita al centro di
Anestesia e Rianimazione, diretto da Anna Maria Mancini. «La mattina del 31 racconta Maurizio Pirro - la dottoressa di
turno mi ha informato sulla gravità delle
condizioni di mia moglie, in grave pericolo di vita tanto da consigliarmi di far giungere i nostri due figli, che eranorimastia
Genova. Le speranze di vita di mia moglie
erano ridotte. Ma da questo momento
comincia quello che può essere definito
un miracolo».
«Il miracolo di cui parlo - ha evidenziato Pirro - è frutto della professionalità dell'intera equipe medica e degli operatori
dell'ospedale di Lamezia Terme che hanno assistito mia moglie, persone che uniscono alle spiccate doti professionali,
quelle umane, che consentono di rivolgere ai familiari dei pazienti sempre le giuste parole di conforto ed incoraggiamento, di fornire loro tutte quelle spiegazioni
necessarie ad alimentare la speranza, attraverso un linguaggio semplice e diretto
che il personale medico è stato in grado di
dare sempre con grande vicinanza e partecipazione, mai con quella routine e distacco che spesso constatiamo». «Questa
missiva - ha aggiunto il marito della donna - vuole esprimere la mia grande riconoscenza agli operatori dell'ospedale di
Lamezia Terme per aver salvato mia moglie, curata in uno di quei presidi che
spesso assurgono agli onori della cronaca per episodi negativi, spesso ingigantiti attraverso campagne mediatiche non
sempre rispondenti all'esatto svolgersi
dei fatti. Il mio vuole essere un messaggio
opposto, di lode a quei medici ed infermieri di frontiera che agiscono in realtà
difficili, ma che sentono la professione
come un tempo, attraverso un impegno
esemplare, ima professionalità spiccata,
una partecipazione piena e coinvolta alle
sorti degli ammalati ed. ai loro famigliari».
SANITÀ CALABRIA
Pag. 5
Fondi comunitari dirottati su enti che si impegnano ad assumere disoccupati e inoccupati
La Regione crea 261 posti di lavoro
Presentato alla Regione il bando diformazione per operatori socio-sanitari
I destinatari
delle mille ore
di lezioni sono 520
Contro
i corsi
"fantasma"
c'è la video
sorveglianza
diFRANCESCOCIAMPA
CATANZARO - In tempi di crisi
e di risorse ridotte al lumicino,
ecco u n a notizia in controtendenza: la Regione finanzia con
risorse comunitarie u n a miriade di enti di formazione che si
impegnano a garantire l'assunzione a tempo indeterminato di
261 persone sul totale delle 520 tra disoccupati e soggetti che
non h a n n o mai lavorato - ammesse ai corsi per Operatori socio-sanitari (Oss) e desiderose di
u n posto in strutture socio-sanitarie, in quelle socio-assistenziali o nei centri di tipo ospedaliero.
L'iniziativa è stata presentata
ieri a Palazzo Alemanni dall'assessore regionale al Lavoro
Francescantonio Stillitani, insieme al dirigente generale del
Dipartimento Politiche per il lavoro della Regione, Bruno Caivetta. Che sottolinea
il valore di queste
assunzioni: inpratica - spiega - le strutture sono invogliate
a trattenere i tirocinanti per il fatto che
queste hanno l'obbligo di dotarsi di
personale qualificato secondo standard
imposti per legge,
pena il venir meno
dell'accreditamento
con il servizio sanitario regionale.
Proprio l'esigenza di riqualificare il personale è alla base di
u n precedente bando che l'assessorato ha promosso per circa
1.500 operatori socio-sanitari
già occupati ma sprovvisti dei
necessari titoli: in questo caso la
Regione ha messo sul piatto 25
milioni per corsi in parte già
conclusi. Stavolta, invece, si
p u n t a a chi u n lavoro non ce
l'ha. Si guarda a u n settore che
in Calabria - stima Stillitani a
proposito dei privati accreditati
- è rappresentato da oltre 400
strutture.
I corsi sono validi anche nella
sanità pubblica. Ma con u n limite proprio delle Regioni come la
Calabria sottoposte a piano di
rientro dal disavanzo sanitario:
lo stop alle nuove assunzioni,
u n freno rispetto al quale - scandisce Cai vetta - «attendiamo novità dal tavolo interministeriale
Massico» per u n a deroga.
Per Stillitani il valore dell'iniziativa c'è tutto: «E'unbando innovativo - avverte - perché obbliga gli enti di formazione a garantire l'occupazione». In pratica ogni ente deve assicurare u n
tetto occupazionale di almeno il
30 per cento dei corsisti, altrimenti scatta il taglio al finanziamento (un totale di 5 milioni e
200 mila euro) in proporzione al
grado di inadempienza.
Per stimolare gli enti si è pensato a u n meccanismo di premialità per chi supera la percentuale del 30 per cento. Il meccanismo - spiega Stillitani - «ha
funzionato», perché nella maggior parte dei casi la soglia minima di garanzia è andata oltre
la quota 50 per cento.
In definitiva - continua l'assessore - «l'ente di formazione
diventa soggetto
attivo sul territo-
SANITÀ CALABRIA
rio nell'incontro
tra domanda e offerta di lavoro». In
più, «ogni persona assunta porterà in dote u n finanziamento aggiuntivo», incentivi (alle strutture) pari al 50 per
cento del costo del salario nel
primo anno di lavoro o pari al 75
per cento dello stesso costo se il
lavoratore è u n disabile.
Infine, la videosorveglianza
messa in campo su piattaforma
informatica dalla Regione per
allontanare il pericolo dei "corsi-fantasma". Questi controlli
hanno creato non poche resistenze. Ma poi - dice Calvetta «quasi tutti li
hanno accettati»
perché
rappresentano «un messaggio forte che
dovevamo dare»
nel segno della
trasparenza.
I numeri del
progetto.
Sono
520 i destinatari dei corsi di formazione. Mille le ore a disposizione dei corsisti, che possono
aderire alla manifestazione di
interesse solo se maggiorenni e
se in possesso del diploma di
scuola media inferiore. Numerose le agenzie formative selezionate. Per Cosenza 150 corsisti e gli enti di formazione Sviluppo Calabria, Scuola Sud Europa, Form Service, Informati,
Chiron, Targhet, Cisef, Centro
Ass. Tecnica. Per Catanzaro
120 destinatari e gli enti Formaconsult, Dedalo Ats Defoss, Esiforni e Fondazione Don Francesco Caporale. A Crotone 85 partecipanti e le agenzie Centro
Formazione Pitagora, Targhet,
Crotone Sviluppo, Social Welfare, Mc3 Sintajx. A Reggio Calabria 120 corsisti e gli enti Byte
Sud, Locri Format, Vita Sì, Nuove Idee e Work & Progress. A Vibo invece scende in campo l'Anap per la formazione di 45 aspiranti Oss.
Pag. 7
La protesta del padre di Nicolas
Malasanità, medico
condannato
diventa primario
La protesta di Umbaca
Umbaca scrive
alla Regione
«Revocate
l'incarico
di Baccellieri»
di PASQUALE VIOLI
LOCRI - «Si sta violando
ogni regola, lo Stato ha
perso di vista il senso della legalità».
Francesco Umbaca fa
sentire ancora la sua voce
e lo fa attraverso u n a lettera di protesta che succede alla nomina di Pasquale Baccellieri a primario
del reparto di Ostetricia e
Ginecologia dell'Ospedale di Locri. «Lo hanno condannato ad u n anno di
carcere - dice Umbaca per malasanità, e per tutta risposta la Regione lo
ha promosso da primario
dell'Ospedale di Melito a
quello di Locri» .
Il padre del
piccolo Nicolas è scosso e
annuncia anche gesti clamorosi. Il disappunto dell'uomo
di
Bianco,
che
solo qualche
settimana fa si
era detto abbandonato
dalle istituzioni, è palese.
Lui che per
sette anni ha
lottato
per
avere giustizia adesso subisce
uno
smacco
che
non può rendere onore allo
stato di salute
del figlio.
Nicolas è u n
bambino tetraplegico che
dalla nascita
ha mantenuto
le sole funzioni vegetative a
causa di u n errore medico
che il Tribunale di Reggio
Calabria ha attribuito,
con u n a condanna, proprio al neo primario di Locri Pasquale Baccellieri.
Il medico, la mattina in
cui doveva nascere il piccolo e sfortunato Nicolas,
avrebbe dovuto essere
presente presso il reparto
e, invece, ha preferito allontanarsi per, come dichiarato da lui stesso nel
corso dell'interrogatorio,
fare u n a cortesia ad u n a
parente. Baccellieri sarebbe poi, rientrato solo
alle 16 in ospedale, mentre la mamma di Nicolas
era in reparto dalle 8.00, e
anziché effettuare u n taglio cesareo d'urgenza,
ha somministrato "incautamente" ossitocina (in
dosi massicce) ed ha effet-
SANITÀ CALABRIA
tuato u n a manovra manuale, cosìdetta di Kristeller, spingendo violentemente sulla pancia della mamma di Nicolas il
quale non poteva in nessun modo nascere perché
era troppo grande, pesava più di 4 chili.
Solo dopo aver effettuato queste dannosissime
manovre, ormai troppo
tardi decise di trasferire
la partoriente in sala operatoria per il cesareo, ma
ormai in danno era fatto.
Tutto questo è raccontato nella lettera di Franco Umbaca, che dice di
non credere che si sia potuto arrivare a tanto. «E'
per causa di questo medico - dice il padre di Nicolas
- e delle sue manovre che è stata
provocata
un'asfissia al
neonato, asfissia che al medico è costata u n a
condanna ad
u n anno di reclusione, al suo
collega 8 mesi,
a Nicolas la vita
intera e alla sua
famiglia il diritto ad u n a esistenza
serena».
Ma non basta, infatti secondo quanto
starebbe emergendo nelle vicenda processuale, di cui
uno stralcio è
ancora in corso, Baccellieri
sarebbe incorso anche nel
reato di falso in
atto pubblico
aggravato poiché, al fine di
nascondere le
proprie
re-
Pag. 8
sponsabilità in merito alle lesioni subite da Nicolas, avrebbe manomesso
la cartella clinica relativa
a quel parto. «Mi appello
alla direzione generale scrive Umbaca - che probabilmente al momento
della nomina non aveva
contezza dei procedimen-
tipenaliche vedono imputato Baccellieri, perché
provveda alla revoca della
nomina, soprattutto in
considerazione del fatto
che il contratto al precedente primario sembra
non essere stato rinnovato proprio per presunti
casi di malasanità. E mi
SANITÀ CALABRIA
rivolgo allo stesso Baccellieri affinchè si comporti
da galantuomo e rinunci
ad u n incarico che tra le
altre cose lo vedrebbe incrociare per le corsie del
reparto mia moglie, la
madre di Nicolas».
Pag. 9
Una signora colpita da una grave forma di broncopolmonite si risveglia dal coma farmacologico
Quando la sanità funziona
77 marito di della donna di Genova ha scritto al direttore generale dell'Asp
La paziente
trasferita
da Soverato
a Lamezia
IL marito di una donna, Maurizio
Pirro, 52 anni di Genova, ha scritto
al direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso per ringraziare pubblicamente l'equipe lametina di anestesia e rianimazione del "Giovanni
Paolo II°". La donna infatti si è risvegliata dal coma farmacologico a seguito di unabroncopolmonite.
Il signor Maurizio e la signora
Elia eranopartiti in aereo da Genova
per andare aMontepaone dove abitanoigenitorideUadonna.Dopol'intero viaggio in aereo trascorso dormendo, la
donna ha cominciato
ad avere febbre altissima fino a 40 c°, senza
riuscire ad alzarsi dal
letto. Il signor Pirro ha
così deciso di chiamare
la guardia medica e dopo una giornata convulsa il medico di famiglia, sentito il respiro
sempre più affannoso,
l'uomo ha telefonato al 118 ed
un'ambulanza ha trasportato la
donna all'ospedale di Soverato.
La situazione si è subito configurata in tutta la sua gravità perché,
dopo un accertamento radiografico,
èstata diagnosticata unabroncopolmonite inmedioapicale. Essendol'ospedale di Soverato sprovvisto di un
reparto di rianimazione, il personale del Pronto soccorso si è attivato
pertrovareunpostoalladonnainun
altronosocomioedèstato individuato quello di Lamezia Terme. «Io mi
sono trovato in una situazione di disperazione assoluta - scrive il signor
Pirro nella lettera inviata al direttore generale dell'Asp - avendone chiaramente percepito la gravità, con
l'ulteriore problematica di dover gestite la vicenda ad oltre mille chilometri da casanostra, ovecertamente
avremmo trovato un'assistenza medica di eccellente livello». La donna,
con la massima urgenza, è stata trasferita al centro di anestesia e rianimazione. «La mattina del 31 - racconta Maurizio Pirro - la dottoressa
di turnomi ha informatosulla gravità delle condizioni di mia moglie, in
grave pericolo di vita tanto da consigliarmi di far giungere i nostri due
figli, che erano rimasti a Genova. Le
speranze di vita di mia moglie erano
ridotte al lumicino, era in ventilazione assistita al 100%, in sepsi, con i
polmoni pieni di muco, i globuli
bianchi a livelli minimi: avevo perso
le speranze, non mi rimaneva altro
che appellarmi alla fede di cristiano
e pregare. Ma da questo momento
SANITÀ CALABRIA
comincia quello che può essere definito un miracolo. Gli sforzi dei sanitari sono encomiabili, gli esami e gli
interventi sono puntuali. Gli antibiotici sono mirati e, dopo 3 operazioni di filtraggio del sangue, mia
moglie migliora lievemente fino ad
arrivare al risveglio dal corna farmacologico».
"Il miracolo di cui parlo - ha evidenziato Pirro - è frutto della professionalità dell'intera equipe medica e
degli operatori dell'ospedale di Lamezia Terme che hanno assistito
mia moglie, persone che uniscono
allespiccatedotiprofessionali, quelle umane, checonsentonodi rivolgere ai familiari dei pazienti sempre le
giuste parole di conforto ed incoraggiamento, difornireloro tutte quelle
spiegazioni necessarie ad alimentare la speranza, attraverso un linguaggio semplice e direttoche ilpersonale medico è stato in grado di dare sempre con grande vicinanza e
partecipazione, mai con quella routine e distacco che spesso constatiamo. Questa missiva - ha aggiunto il
maritodelladonna-vuoleesprimere
lamia grande riconoscenza agli operatori dell'ospedale di Lamezia per
aver salvato mia moglie, curata in
uno di quei presidi che spesso assurgono agli onori della cronaca per
episodi negativi. Voglio inoltre
estendere il mio ringraziamento - ha
concluso - ai componenti del reparto
di Broncopneumologia del dottor
MassimoCalderazzo.
Pag. 10
PAOLO CORNAGLIA FERRARIS
^R?
C'È DEL BUONO IN SANITÀ
MA C'È ANCHE DEL MARCIO
P^
É m
^
1 ministro della Salute Renato Balduzzi ha detto al videoforum diRepubblica Tvche «entro l'autunno avremo
firmato il Patto per la salute con le Regioni, sarà conclusa
la revisione dei ticket sanitari e partiranno gli ambulatori
aperti 24 ore compresi sabato e domenica ... La sanità pubblica è uno dei vanti del paese, è una sanità che va incontro a
chi ha meno possibilità». Condividiamo con lui l'orgoglio di
un servizio fatto da dipendenti generosi e competenti, ma esistono falle nel sistema. La più grò ssa riguarda la disonestà: alcuni lavorano solo 2 o 3 ore, chiacchierano senza lavorare, si
fanno timbrare il cartellino per andar via prima o arrivare in
ritardo, sottraggono materiale, animano riunioni sindacali
inutili, usano i ricoveri per la libera professione, tollerano la
corruzione o la praticano. Al licenziamento del dipendente
pubblico ipotizzato dallaministra Fornero, è meglio che i sindacati non rispondano con battute scandalizzate, ma col
massimo impegno per rispondere ai bisogni dei malati.
cam ici. pigiam i@gmail. com
3 RIPRODUZIONE RISERVATA
MEDICINA & FARMACOLOGIA
MEDICINA&FARMACOLOGIA
Pag. 11
CLAMOROSA SENTENZA CI VI
«LA MADRE ABBANDONATA A SE STESSA»
Bimbo nasce paralizzato
due milioni di risarcimento
I medici sbagliarono diagnosi, Evangelico condannato
GRAZIANO CETARA
DUE MILIONI e duecentomila
euro non potranno restituire la
scintilla della felicità agli occhi di
una madre tradita nel momento
più bello di una vita, quello della
gravidanza. Ma i giudici sono chiamati a tradurre in cifre persino i
drammi più strazianti anche quando il danno subito non ha prezzo.
Ed è questo il conto record che il
tribunale civile di Genova ha presentato all'Ospedale Evangelico
per un bimbo, Davide, nato con la
croce di una tetraparesi senza
scampo, perché costretto a un parto naturale quando l'unica salvezza per lui sarebbe stata un cesareo
d'urgenza. E quindi lasciato ad attendere la luce in carenza d'ossigeno. Una condizione che equivale
alla condanna a un'esistenza sulla
sedia a rotelle.
La madre, Laura, residente con il
marito Roberto a Marassi, aveva
atteso la gioia di un figlio senza alcuna preoccupazione per quasi
tutta la durata della gravidanza.
Per il tribunale, sono stati i medici
dell'Evangelico, che avevano il
compito di assisterla, a trasformare gli attimi finali in un incubo.
Ignorando le difficoltà di quelbimbo che non cresceva abbastanza
nel grembo materno; e i segnali
dell'ecografia che pure avevano
lanciato un primo allarme quando
si era ancora in tempo per agire.
Sbagliando tutto quello che era
possibile sbagliare, a quanto pare,
nella sequenza di controlli ed esami di routine cui si sottopone una
donna incinta dal momento in cui
l'avventura ha inizio e, in particolare, nell'ultimo trimestre, quello
finale.
La storia è arrivata a sentenza
nei giorm scorsi ma risale a dodici
anni fa. È quanto succede a chi
chiede giustizia. Una condanna
anche se si ha ragione. Perché il
tempo passa ma gli anni sono più
lunghi, quando bisogna far fronte
alle difficoltà di un figlio nato con
una invalidità del 100 per cento. E
quando si attende che un giudice
riconoscala responsabilità di chi lo
ha ridotto così, fin dal primo attimo di vita.
Ad affiancare la famiglia di Davide nella causa contro l'ospedale di
Castelletto, è stato l'avvocato Alessandro Sormani. Ad accogliere in
pieno le sue richieste è stato il giudice Roberto Bonino con una sentenza a tratti durissima, nella quale la decisione di proseguire per il
parto naturale viene definita «un
insulto» al quale fu sottoposto il
piccolo Davide. Al centro del processo durato anni c'è una gravidanza come tante. Ognuna ha una
storia a se, sebbene i protocolli medici impongano visite ed esami clinici di routine proprio per individuare per tempo eventuali problemi specifici.
E nel caso di Davide il problema
erasortoagiugno,all'iniziodell'ultimo trimestre di gestazione. Il feto, riassumendo le conclusioni
della perizia del tribunale, cresceva a ritmo lento rispetto al normale. Anche questo può succedere. Il
problema è capirne i motivi e prendere la decisione più opportuna in
maniera tempestiva. Per i periti la
situazione imponeva di trattare il
casocomeuna gravidanza a rischio
e di sottoporre il bimbo a un monitoraggio costante e approfondito.
Questo non fu fatto, dice il giudice.
Di più. Gli errori commessi dai
medici, secondo gli esperti a cui si
sono rivolti i genitori di Davide, furono sei. Una serie interminabile
di scelte sbagliate «diagnostiche e
terapeutiche», in meno di un mese
dal 15 giugno alili luglio del 2000.
La donna fu in sostanza «abbandonata a se stessa» dopo le difficoltà di crescita del feto riscontrate
nell'ultima ecografia di controllo.
«L'imprudenza nella valutazione
critica del ritardo di crescita» scrive il giudice nella sentenza non consentì di inquadrare correttamente la gravidanza impedendo
«la conseguente predisposizione
di un programma di controlli» successivi. Questo avrebbe consentito
di programmare il parto in modo
diverso e soprattutto di optare per
il cesareo.
La difesa dell'Evangelico, che
ora attende di «esaminare le motivazioni del provvedimento del giudice ancora non comunicato» prima di decidere se presentare ricorso in appello, era stata categorica:
si trattò di un parto pre termine hanno sostenuto in sintesi i consulenti dell'ospedale - e la sofferenza
fetale era cominciata in un momento precedente al travaglio e allo stesso parto.
Il giudice ha spazzato via ogni
dubbio: «Un più corretto approccio
diagnostico-terapeutico
avrebbe evitato con elevata probabilità la sofferenza cerebrale prenatale e le complicanze» che hanno condotto il piccolo alla tetraparesi.
I medici, che non sono stati chiamati a risarcire un euro, per la cronaca non lavorano più all'ospedale
Evangelico. E a pagare la famiglia
di Davide sarà Carige Assicurazioni, sempre che in un eventuale appello la storia si riapra. E così anche il dolore dei due genitori traditi.
[email protected]
L'INSULTO
AL PICCOLO
GIURISPRUDENZA
GIURISPRUDENZA
Pag. 12
I sanitari avrebbero
dovuto optare
per il cesareo invece
di sottoporre
il feto all'insulto
della contrazione
uterina
APPROCCIO
SBAGLIATO
Un più corretto
approccio avrebbe
molto probabilmente
evitato le gravi
conseguenze
ROBERTO BONINO
giudice del tribunale civile di Genova
GIURISPRUDENZA
GIURISPRUDENZA
Pag. 13
15*
1 * j.
I kk(X\j\Sj I M I v I I l w O 1<X
1
* 1? u.
i l i o o 1^1 ori ì ^^ 1 ^*ì T£^TT/"\
S
Si l i
^\/ii iMi uri i i i i i l i i l i
zumila. ì Gotit32i3ii
di MICHELA ALLEGRI
ROMA - Aveva vent'anni, Monica Trapella, quando ha dovuto ricevere una trasfusione all'ospedale di Torino. Dopo più di dieci
anni, nel '96, ha scoperto per caso di aver
contratto l'epatite C proprio in seguito a
quella trasfusione. E ora che è presidente
dell'associazione Insieme a tutela del malato, dopo tante guerre legali, ha deciso di
intraprendere una nuova battaglia presentando un esposto alla procura di Roma.
Questa volta a nome di tutta l'associazione
e denunciando una situazione agghiacciante: in Italia ci sono più di 120mila persone
infettate come lei (da
Hiv o Hcv), e più di
4mila decedute. Nei
giorni scorsi il procuraDopo la battaglia
tore aggiunto Leonardo Frisani ha avviato
di una donna
una nuova indagine,
senza reato o indagati,
che si è ammalata
dedicata al cosiddetto
«sangue infetto» .
per wm trasfusione
Su questi fatti a Roma sono in corso verifiche ormai da mesi:
un'inchiesta parallela era già stata aperta e
portata avanti dai pm Alberto Galanti e
Alberto Pioletti, che stanno indagando su
contagi ripetuti per decenni, a partire dagli
anni '70. Ma in molti casi le ipotesi di reato,
omicidio colposo e lesioni, risulterebbero
prescritte. «Il problema è proprio la prescrizione - ha spiegato la signora Trapella - io
sono nata sana e mi sono ammalata per
colpa di una trasfusione. E' una cosa che ti
sconvolge la vita, perché molti di noi non ce
la fanno a lavorare, non ce la fanno quasi a
vivere». Nell'ambito di questo primo fascicolo, gli inquirenti hanno richiesto una
consulenza medico-legale per stabilire se
c'è nesso di causalità tra decessi o contagi, e
trasfusioni. Saranno i carabinieri del Nas a
svolgere gli accertamenti.
Nell'esposto si ricorda anche l'inchiesta
sul plasma contaminato dei primi anni '90:
nessuno è stato ancora condannato «nonostante sulla base dei documenti e degli
accertamenti si sia scoperto che sono coinvolti esponenti politici, dirigenti e funzionari ministeriali e case farmaceutiche».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
;:;-;".^ 'Ndrangheta e mafia bulgara r .
C-M^ la piovra della droga in Europa ;., :-
'•"'-•••: • /
'^E^S'^'v^
GIURISPRUDENZA
GIURISPRUDENZA
Pag. 14
Università. La proposta del ministro Profumo
Ammissione a medicina
con graduatorie congiunte
Manuela Perrone
ROMA
Quattordici graduatorie
congiunte a livello territoriale
per gli aspiranti medici: è questa
la novità proposta per il prossimo anno accademico dal ministro dell'Università, Francesco
Profumo, in una circolare inviata
il 1° giugno ai rettori. Obiettivo:
superare le graduatorie di ateneo per l'ammissione ai corsi di
laurea in medicina, «soprattutto alfine di rimuovere le eventuali disparità nelle procedure di accesso che legano la programmazione nazionale alla selezione locale». In altre parole, favorire gli
studenti più meritevoli cancellando in qualche caso il rimorso
per non aver scelto tra due atenei
vicini quello che avrebbe consen-
tito l'ingresso anche con un punteggio minore. Le differenze tra i
punteggi minimi utili per l'ammissione sono infatti elevatissime: si va dal 37,69 di Sassari, calcolato dal 2003 al 2011, al 46,55 di
Padova. Tutte le Università del
Sud si piazzano sotto Ì40.
Già lo scorso anno era stata effettuata con successo una sperimentazione in questo senso aTrieste e Udine e alla Sapienza di Roma. Ogni studente ha partecipato alla prova per il corso di interesse ma è stato inserito nella graduatoria congiunta. Da qui l'intenzione di estendere ilmeccanismo a tutti i 36 atenei interessati,
in funzione della numerosità dei
posti e della vicinanza delle sedi
aggregate, «nella consapevolezza che la gradualità del percorso
richiede la massima attenzione»
e «tenendo conto delle sollecitazioni in tal senso della Conferenza deipresididimedicinaedeilavori dei tavoli ministeriali». Tra
gli atenei che viaggeranno insieme ci sono Milano, Milano Bicocca, Varese "Insubria" e Vercelli
"Avogadro". La scommessa dovrebbe essere ratificata nei decreti attesi a breve sulla ripartizionedeiquasiumilapostineivari atenei e sulle modalità delle
prove. Che potrebbero riservare
altre sorprese, come l'aggiunta
dell'inglese alle materie dei quiz.
C'FiiH-OuLmoiltKhtRvAI-
O
APPROFONDIMENTO ONLINE
La circolare e la tabella delle aggregazioni
www.ilsole24ore.com/norme
SEGNALAZIONI
SEGNALAZIONI
Pag. 15