UFFICIO COMUNICAZIONE/URP Direttore Dr Sandro Cortese Rassegna Stampa 05 Giugno 2012 A cura dell’Ufficio Comunicazione/URP ~ - p~ ESTRAmO deliberazione n. -833\CS dc i l 0512012, ha indetto avviso p,b? - e il conferirnento dell'incarico di Direnore janitario e Direttore \-,T-'itrdtivo dell'Azirnda Sanitaria Provinciaie di Vibo Laltntia.La versione in:t.,;ie c,'I'dvviso pubblico è consultabile e scaricabile d a sito web dell'AiP di ? 5- ~ a l e n t i a (www.ajpvv.it) - Albopretorio Online - 5-1 Delibere e Determine Il termine d i 15 giorni per la presentazione delle domande decorre dalla data d i pubblicazione del suddetto estratto sul presente quotidiano. La Commr~sioneStraordinaria Dott.ssa Rosanna Bonadies Doti. Wncenzo Indolfi Doti. Marco Serra - Comere della Sera Martedi 5 Giugno 2012 -- -- ~ @-. ~ .A ,., .~. AVVISO PUBBLICO PER IL CONFERIMENTO DI INCARICO DI DIRETTORE SANITARIO AZIENDALE E DIRETTORE AMMINISTRATIVO AZIENDALE DELL'AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ESTRA770 La Commissone Straordinaria dell'ASP di Vibo Valentia, in esecuzione della deliberazione n. 833\CS del 31/05/2012, ha indetto avviso pubblico per il conferimento dell'incarico di Direttore Sanitario e Direttore Amministrativo delUAziendaSanitaria Provinciale di Vibo Valentia. La versione integrale dell'awiso pubblico è consultabile e scaricabile dal sito web deli'ASP di Vibo Valentia (www.aspvv.it) - Albopretorio Online - Sez. Deiibere e Determine. Il termine di 15 giorni per la presentazione delle domande decorre dalla data di pubblicazione del suddetto estratto sul presente quotidiano. La Commissione Straordinaria Dott.ssa Rosanna Bonadies Dott.Vincenzo Indolfi Dott. Marco Serra LA STAMPA GIUGNO l Economia i 25 @" / REGIONE CALABRIA AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE D I VIBO VALENTIA Via Da-te Alighieri 8 9 9 0 0 V i b o Valentia - P a r t IVA 0 2 8 6 0 4 2 0 7 9 3 U.O. GARE E CONTRATTI AVVISO DI GARA Procedu-a r e s r z ala, al sens aell art 125 del D Lgs I 1 6 3 2 0 0 6 e del ~ogolamento Aituat i 3 ci cui alle delibero del Direttore Generae n" 196 del 13\42006 e n" 994 del 6 3\2006,per l'"ACQUISTO DI MATERIALE SANITARIO SPECIALISTICO PER LUNITA' OPERATIVA DI UROLOGIA DELLO STABILIMENTO OSPEDALIERO DI TROPEA - A S P DI VIBO VALENTIA' Numero Gara 4253333 Codlce CIG 4288297E9E Importo presunto della fornitura euro 80 000,OO T e r ~ i r e di presentazione del1 offerta 22 ~IUGIO 2012 La lettera - capitolato ed i relativ allegati sono disponibili sul sito a z e n d ~ emnv a s p w it IL RESPONSABILE DEL DQOCEDIMENTO Doii.ssa Maria Grazia VAVALA AVVISO PUBBLICO PER IL CONFERIMENTO DI INCARICO D C ©ASiiSTAOSf* D iI nUEi nD bC T5 T5A Unfc oANS I AnsU AZIENDALE E DIRETTORE AMMINISTRATIVO AZIENDALE DELL'AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI VIBO VALENTIA ESrfl47TO La Commissione Straordinaria dell'ASP di Vibo Valentia, in esecuzione della deliberazione n. 833\CS del 31 /05/2012, ha indetto avviso pubblico per il conferimento dell'incarico di Direttore Sanitario e Direttore Amministrativo dell'Azienda Sanitaria Provinciale di Vibo Valentia. La versione integrale dell'avviso pubblico è consultabile e scaricabile dal sito web dell'ASF di Vibo Valentia (www.aspvv.it) - Albopretorio Online - Sez. Delìbere e Determine. II termine di 15 giorni per la presentazione delle domande decorre dalla data di pubblicazione del suddetto estratto sul presente quotidiano. LA COMMISSIONE STRAORDINARIA Dott.ssa Rosanna Bonadies Dott.Vincenzo Indolii Dott. Marco Serra ISTITUZIONALE ASP VIBO Pag. 3 Sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. I giudici della Corte d'appello, presidente Donatella Garcea, a latere Alessandro Bravin e Vincenzo Calati hanno proscioltoi medici del reparto di Pneumatologia dell'ospedale "Pugliese Giaccio" accusati di omicidio colposo per la morte di Teresa Arena, 66 anni, avvenuta nel gennaio del 2003 nel nosocomio del capoluogo calabrese. In primo grado i medici erano stati condannati a otto mesi di reclusione con sentenza emessa il 21 luglio di due anni fa. Si tratta di Antonio Caracciolo, Francesco De Francesca, Mirella Domenica Giampà, Francesco Maiocco, Luigi MancusOjRaffaele Pasceri, Brano Scarfone, Mario Sorgenti e Francesco Palermo. Tutti condannati in primo grado, con sospensione condi zionale della pen a e non menzione nel casellario giudiziale, tranne Palermo nei confronti del quale il giudice aveva decretato il non luogo a procedere per morte del reo. Il pm Simona Rossi aveva chiesto condanne a un anno ed quattro mesi di reclusione per ciascuno degli imputati. Secondo la ricostruzione dei fatti, il 28 dicembre del 2002 Teresa Arena, originaria di Si- In primo grado Il sono slati Il condannati II a otto mesi III ciascuno •'•••'ìCT^Jtìfì'-sr?* -Morte sospettct Prosciolti 1 media el Pughese-uacao ¥,Tfnì£ì ili fìPPlIKfftì iPTPKfl fÌYPÌÌfì demo, venne ricoverata nell'ospedale di Catanzaro per un «versamento pleurico». Dopo alcuni giorni di degenzaladonnaèmortaedifamiMari hanno deciso di denunciare alla magistratura i medici che ebbero in cura la don- fi01È fìlYIlPlfllfì fìTlSyìììflTìfi na, sospettando che ci fossero state delle negligenze. La Procura della Repubblica aveva aperto un fascicolo iscrivendo i nove medici nel registro degli indagati. Ieri l'epilogo della vicenda giudiziaria di secondo grado che si è conclusa SANITÀ CALABRIA PfìiTìfìKfì fll rMfìPTÌÌfì con una sentenza di non luogo a procedere per intervenuta prescrizione. Nel collegio difensivo compaiono i nomi di Giancarlo Pittelli Enzo Gaìeota, Nicola Cantafora e Massimo Scuteri. Crìi ondisi x Hssstin^Ilo Pag. 4 La buona sanità salva Elia da una morte quasi certa O » » » ~l » T| m 1 s, Ancora un episodio di buona sanità all'ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme. Una donna è stata infatti salvata da morte certa grazie alla professionalità dell'equipe dell'Unità operativa di Anestesia e Rianimazione dell'ospedale "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme diretta dalla dottoressa Anna Maria Mancini. Come ha raccontato il marito della donna, il signor Maurizio Pirro, 52 di Genova, che ha scritto al direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso per ringraziare pubblicamente l'equipe lametina per aver salvato la vita alla moglie, la donna si è risvegliata dal coma farmacologico a seguito di una broncopolmonite. Il signor Maurizio e la signora Elia erano partiti in aereo da Genova per andare a Montepaone dove abitano i genitori della donna. Dopo l'intero viaggio in aereo trascorso dormendo, la donna ha cominciato ad avere febbre altissimafinoa 40 c°, senza riuscire ad alzarsi dal letto. Il signor Pirro ha così deciso di chiamare la guardia medica e dopo una giornata convulsa il medico di famiglia, sentito il respiro sempre più affannoso, l'uomo ha telefonato al 118 ed un'ambulanza ha trasportato la donna all'ospedale di Soverato. La situazione si è subito configurata in tutta la sua gravità perché, dopo un accertamento radiografico, è stata diagnosticata una broncopoìmonite in medio apicale. Essendo l'ospedale di Soverato sprovvisto di un reparto dirianimazione,il personale del Pronto soccorso si è attivato per trovare un posto alla donna in un altro nosocomio ed è stato individuato quello di Lamezia Terme «sarà la sua salvezza scrive il signor Pirro - dove è giunta in codice rosso, dopo essere stata intubata». «Io mi sono trovato in una situazione di disperazione assoluta - continua Pirro avendone chi aramente percepito la gravità, con l'ulteriore problematica di dover gestite la vicenda ad oltre mille chilometri da casa nostra, ove certamente avremmo trovato un'assistenza medica di ec- * 1 1 1 * cellente livello». La donna, con la massima urgenza, è stata trasferita al centro di Anestesia e Rianimazione, diretto da Anna Maria Mancini. «La mattina del 31 racconta Maurizio Pirro - la dottoressa di turno mi ha informato sulla gravità delle condizioni di mia moglie, in grave pericolo di vita tanto da consigliarmi di far giungere i nostri due figli, che eranorimastia Genova. Le speranze di vita di mia moglie erano ridotte. Ma da questo momento comincia quello che può essere definito un miracolo». «Il miracolo di cui parlo - ha evidenziato Pirro - è frutto della professionalità dell'intera equipe medica e degli operatori dell'ospedale di Lamezia Terme che hanno assistito mia moglie, persone che uniscono alle spiccate doti professionali, quelle umane, che consentono di rivolgere ai familiari dei pazienti sempre le giuste parole di conforto ed incoraggiamento, di fornire loro tutte quelle spiegazioni necessarie ad alimentare la speranza, attraverso un linguaggio semplice e diretto che il personale medico è stato in grado di dare sempre con grande vicinanza e partecipazione, mai con quella routine e distacco che spesso constatiamo». «Questa missiva - ha aggiunto il marito della donna - vuole esprimere la mia grande riconoscenza agli operatori dell'ospedale di Lamezia Terme per aver salvato mia moglie, curata in uno di quei presidi che spesso assurgono agli onori della cronaca per episodi negativi, spesso ingigantiti attraverso campagne mediatiche non sempre rispondenti all'esatto svolgersi dei fatti. Il mio vuole essere un messaggio opposto, di lode a quei medici ed infermieri di frontiera che agiscono in realtà difficili, ma che sentono la professione come un tempo, attraverso un impegno esemplare, ima professionalità spiccata, una partecipazione piena e coinvolta alle sorti degli ammalati ed. ai loro famigliari». SANITÀ CALABRIA Pag. 5 Fondi comunitari dirottati su enti che si impegnano ad assumere disoccupati e inoccupati La Regione crea 261 posti di lavoro Presentato alla Regione il bando diformazione per operatori socio-sanitari I destinatari delle mille ore di lezioni sono 520 Contro i corsi "fantasma" c'è la video sorveglianza diFRANCESCOCIAMPA CATANZARO - In tempi di crisi e di risorse ridotte al lumicino, ecco u n a notizia in controtendenza: la Regione finanzia con risorse comunitarie u n a miriade di enti di formazione che si impegnano a garantire l'assunzione a tempo indeterminato di 261 persone sul totale delle 520 tra disoccupati e soggetti che non h a n n o mai lavorato - ammesse ai corsi per Operatori socio-sanitari (Oss) e desiderose di u n posto in strutture socio-sanitarie, in quelle socio-assistenziali o nei centri di tipo ospedaliero. L'iniziativa è stata presentata ieri a Palazzo Alemanni dall'assessore regionale al Lavoro Francescantonio Stillitani, insieme al dirigente generale del Dipartimento Politiche per il lavoro della Regione, Bruno Caivetta. Che sottolinea il valore di queste assunzioni: inpratica - spiega - le strutture sono invogliate a trattenere i tirocinanti per il fatto che queste hanno l'obbligo di dotarsi di personale qualificato secondo standard imposti per legge, pena il venir meno dell'accreditamento con il servizio sanitario regionale. Proprio l'esigenza di riqualificare il personale è alla base di u n precedente bando che l'assessorato ha promosso per circa 1.500 operatori socio-sanitari già occupati ma sprovvisti dei necessari titoli: in questo caso la Regione ha messo sul piatto 25 milioni per corsi in parte già conclusi. Stavolta, invece, si p u n t a a chi u n lavoro non ce l'ha. Si guarda a u n settore che in Calabria - stima Stillitani a proposito dei privati accreditati - è rappresentato da oltre 400 strutture. I corsi sono validi anche nella sanità pubblica. Ma con u n limite proprio delle Regioni come la Calabria sottoposte a piano di rientro dal disavanzo sanitario: lo stop alle nuove assunzioni, u n freno rispetto al quale - scandisce Cai vetta - «attendiamo novità dal tavolo interministeriale Massico» per u n a deroga. Per Stillitani il valore dell'iniziativa c'è tutto: «E'unbando innovativo - avverte - perché obbliga gli enti di formazione a garantire l'occupazione». In pratica ogni ente deve assicurare u n tetto occupazionale di almeno il 30 per cento dei corsisti, altrimenti scatta il taglio al finanziamento (un totale di 5 milioni e 200 mila euro) in proporzione al grado di inadempienza. Per stimolare gli enti si è pensato a u n meccanismo di premialità per chi supera la percentuale del 30 per cento. Il meccanismo - spiega Stillitani - «ha funzionato», perché nella maggior parte dei casi la soglia minima di garanzia è andata oltre la quota 50 per cento. In definitiva - continua l'assessore - «l'ente di formazione diventa soggetto attivo sul territo- SANITÀ CALABRIA rio nell'incontro tra domanda e offerta di lavoro». In più, «ogni persona assunta porterà in dote u n finanziamento aggiuntivo», incentivi (alle strutture) pari al 50 per cento del costo del salario nel primo anno di lavoro o pari al 75 per cento dello stesso costo se il lavoratore è u n disabile. Infine, la videosorveglianza messa in campo su piattaforma informatica dalla Regione per allontanare il pericolo dei "corsi-fantasma". Questi controlli hanno creato non poche resistenze. Ma poi - dice Calvetta «quasi tutti li hanno accettati» perché rappresentano «un messaggio forte che dovevamo dare» nel segno della trasparenza. I numeri del progetto. Sono 520 i destinatari dei corsi di formazione. Mille le ore a disposizione dei corsisti, che possono aderire alla manifestazione di interesse solo se maggiorenni e se in possesso del diploma di scuola media inferiore. Numerose le agenzie formative selezionate. Per Cosenza 150 corsisti e gli enti di formazione Sviluppo Calabria, Scuola Sud Europa, Form Service, Informati, Chiron, Targhet, Cisef, Centro Ass. Tecnica. Per Catanzaro 120 destinatari e gli enti Formaconsult, Dedalo Ats Defoss, Esiforni e Fondazione Don Francesco Caporale. A Crotone 85 partecipanti e le agenzie Centro Formazione Pitagora, Targhet, Crotone Sviluppo, Social Welfare, Mc3 Sintajx. A Reggio Calabria 120 corsisti e gli enti Byte Sud, Locri Format, Vita Sì, Nuove Idee e Work & Progress. A Vibo invece scende in campo l'Anap per la formazione di 45 aspiranti Oss. Pag. 7 La protesta del padre di Nicolas Malasanità, medico condannato diventa primario La protesta di Umbaca Umbaca scrive alla Regione «Revocate l'incarico di Baccellieri» di PASQUALE VIOLI LOCRI - «Si sta violando ogni regola, lo Stato ha perso di vista il senso della legalità». Francesco Umbaca fa sentire ancora la sua voce e lo fa attraverso u n a lettera di protesta che succede alla nomina di Pasquale Baccellieri a primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'Ospedale di Locri. «Lo hanno condannato ad u n anno di carcere - dice Umbaca per malasanità, e per tutta risposta la Regione lo ha promosso da primario dell'Ospedale di Melito a quello di Locri» . Il padre del piccolo Nicolas è scosso e annuncia anche gesti clamorosi. Il disappunto dell'uomo di Bianco, che solo qualche settimana fa si era detto abbandonato dalle istituzioni, è palese. Lui che per sette anni ha lottato per avere giustizia adesso subisce uno smacco che non può rendere onore allo stato di salute del figlio. Nicolas è u n bambino tetraplegico che dalla nascita ha mantenuto le sole funzioni vegetative a causa di u n errore medico che il Tribunale di Reggio Calabria ha attribuito, con u n a condanna, proprio al neo primario di Locri Pasquale Baccellieri. Il medico, la mattina in cui doveva nascere il piccolo e sfortunato Nicolas, avrebbe dovuto essere presente presso il reparto e, invece, ha preferito allontanarsi per, come dichiarato da lui stesso nel corso dell'interrogatorio, fare u n a cortesia ad u n a parente. Baccellieri sarebbe poi, rientrato solo alle 16 in ospedale, mentre la mamma di Nicolas era in reparto dalle 8.00, e anziché effettuare u n taglio cesareo d'urgenza, ha somministrato "incautamente" ossitocina (in dosi massicce) ed ha effet- SANITÀ CALABRIA tuato u n a manovra manuale, cosìdetta di Kristeller, spingendo violentemente sulla pancia della mamma di Nicolas il quale non poteva in nessun modo nascere perché era troppo grande, pesava più di 4 chili. Solo dopo aver effettuato queste dannosissime manovre, ormai troppo tardi decise di trasferire la partoriente in sala operatoria per il cesareo, ma ormai in danno era fatto. Tutto questo è raccontato nella lettera di Franco Umbaca, che dice di non credere che si sia potuto arrivare a tanto. «E' per causa di questo medico - dice il padre di Nicolas - e delle sue manovre che è stata provocata un'asfissia al neonato, asfissia che al medico è costata u n a condanna ad u n anno di reclusione, al suo collega 8 mesi, a Nicolas la vita intera e alla sua famiglia il diritto ad u n a esistenza serena». Ma non basta, infatti secondo quanto starebbe emergendo nelle vicenda processuale, di cui uno stralcio è ancora in corso, Baccellieri sarebbe incorso anche nel reato di falso in atto pubblico aggravato poiché, al fine di nascondere le proprie re- Pag. 8 sponsabilità in merito alle lesioni subite da Nicolas, avrebbe manomesso la cartella clinica relativa a quel parto. «Mi appello alla direzione generale scrive Umbaca - che probabilmente al momento della nomina non aveva contezza dei procedimen- tipenaliche vedono imputato Baccellieri, perché provveda alla revoca della nomina, soprattutto in considerazione del fatto che il contratto al precedente primario sembra non essere stato rinnovato proprio per presunti casi di malasanità. E mi SANITÀ CALABRIA rivolgo allo stesso Baccellieri affinchè si comporti da galantuomo e rinunci ad u n incarico che tra le altre cose lo vedrebbe incrociare per le corsie del reparto mia moglie, la madre di Nicolas». Pag. 9 Una signora colpita da una grave forma di broncopolmonite si risveglia dal coma farmacologico Quando la sanità funziona 77 marito di della donna di Genova ha scritto al direttore generale dell'Asp La paziente trasferita da Soverato a Lamezia IL marito di una donna, Maurizio Pirro, 52 anni di Genova, ha scritto al direttore generale dell'Asp Gerardo Mancuso per ringraziare pubblicamente l'equipe lametina di anestesia e rianimazione del "Giovanni Paolo II°". La donna infatti si è risvegliata dal coma farmacologico a seguito di unabroncopolmonite. Il signor Maurizio e la signora Elia eranopartiti in aereo da Genova per andare aMontepaone dove abitanoigenitorideUadonna.Dopol'intero viaggio in aereo trascorso dormendo, la donna ha cominciato ad avere febbre altissima fino a 40 c°, senza riuscire ad alzarsi dal letto. Il signor Pirro ha così deciso di chiamare la guardia medica e dopo una giornata convulsa il medico di famiglia, sentito il respiro sempre più affannoso, l'uomo ha telefonato al 118 ed un'ambulanza ha trasportato la donna all'ospedale di Soverato. La situazione si è subito configurata in tutta la sua gravità perché, dopo un accertamento radiografico, èstata diagnosticata unabroncopolmonite inmedioapicale. Essendol'ospedale di Soverato sprovvisto di un reparto di rianimazione, il personale del Pronto soccorso si è attivato pertrovareunpostoalladonnainun altronosocomioedèstato individuato quello di Lamezia Terme. «Io mi sono trovato in una situazione di disperazione assoluta - scrive il signor Pirro nella lettera inviata al direttore generale dell'Asp - avendone chiaramente percepito la gravità, con l'ulteriore problematica di dover gestite la vicenda ad oltre mille chilometri da casanostra, ovecertamente avremmo trovato un'assistenza medica di eccellente livello». La donna, con la massima urgenza, è stata trasferita al centro di anestesia e rianimazione. «La mattina del 31 - racconta Maurizio Pirro - la dottoressa di turnomi ha informatosulla gravità delle condizioni di mia moglie, in grave pericolo di vita tanto da consigliarmi di far giungere i nostri due figli, che erano rimasti a Genova. Le speranze di vita di mia moglie erano ridotte al lumicino, era in ventilazione assistita al 100%, in sepsi, con i polmoni pieni di muco, i globuli bianchi a livelli minimi: avevo perso le speranze, non mi rimaneva altro che appellarmi alla fede di cristiano e pregare. Ma da questo momento SANITÀ CALABRIA comincia quello che può essere definito un miracolo. Gli sforzi dei sanitari sono encomiabili, gli esami e gli interventi sono puntuali. Gli antibiotici sono mirati e, dopo 3 operazioni di filtraggio del sangue, mia moglie migliora lievemente fino ad arrivare al risveglio dal corna farmacologico». "Il miracolo di cui parlo - ha evidenziato Pirro - è frutto della professionalità dell'intera equipe medica e degli operatori dell'ospedale di Lamezia Terme che hanno assistito mia moglie, persone che uniscono allespiccatedotiprofessionali, quelle umane, checonsentonodi rivolgere ai familiari dei pazienti sempre le giuste parole di conforto ed incoraggiamento, difornireloro tutte quelle spiegazioni necessarie ad alimentare la speranza, attraverso un linguaggio semplice e direttoche ilpersonale medico è stato in grado di dare sempre con grande vicinanza e partecipazione, mai con quella routine e distacco che spesso constatiamo. Questa missiva - ha aggiunto il maritodelladonna-vuoleesprimere lamia grande riconoscenza agli operatori dell'ospedale di Lamezia per aver salvato mia moglie, curata in uno di quei presidi che spesso assurgono agli onori della cronaca per episodi negativi. Voglio inoltre estendere il mio ringraziamento - ha concluso - ai componenti del reparto di Broncopneumologia del dottor MassimoCalderazzo. Pag. 10 PAOLO CORNAGLIA FERRARIS ^R? C'È DEL BUONO IN SANITÀ MA C'È ANCHE DEL MARCIO P^ É m ^ 1 ministro della Salute Renato Balduzzi ha detto al videoforum diRepubblica Tvche «entro l'autunno avremo firmato il Patto per la salute con le Regioni, sarà conclusa la revisione dei ticket sanitari e partiranno gli ambulatori aperti 24 ore compresi sabato e domenica ... La sanità pubblica è uno dei vanti del paese, è una sanità che va incontro a chi ha meno possibilità». Condividiamo con lui l'orgoglio di un servizio fatto da dipendenti generosi e competenti, ma esistono falle nel sistema. La più grò ssa riguarda la disonestà: alcuni lavorano solo 2 o 3 ore, chiacchierano senza lavorare, si fanno timbrare il cartellino per andar via prima o arrivare in ritardo, sottraggono materiale, animano riunioni sindacali inutili, usano i ricoveri per la libera professione, tollerano la corruzione o la praticano. Al licenziamento del dipendente pubblico ipotizzato dallaministra Fornero, è meglio che i sindacati non rispondano con battute scandalizzate, ma col massimo impegno per rispondere ai bisogni dei malati. cam ici. pigiam i@gmail. com 3 RIPRODUZIONE RISERVATA MEDICINA & FARMACOLOGIA MEDICINA&FARMACOLOGIA Pag. 11 CLAMOROSA SENTENZA CI VI «LA MADRE ABBANDONATA A SE STESSA» Bimbo nasce paralizzato due milioni di risarcimento I medici sbagliarono diagnosi, Evangelico condannato GRAZIANO CETARA DUE MILIONI e duecentomila euro non potranno restituire la scintilla della felicità agli occhi di una madre tradita nel momento più bello di una vita, quello della gravidanza. Ma i giudici sono chiamati a tradurre in cifre persino i drammi più strazianti anche quando il danno subito non ha prezzo. Ed è questo il conto record che il tribunale civile di Genova ha presentato all'Ospedale Evangelico per un bimbo, Davide, nato con la croce di una tetraparesi senza scampo, perché costretto a un parto naturale quando l'unica salvezza per lui sarebbe stata un cesareo d'urgenza. E quindi lasciato ad attendere la luce in carenza d'ossigeno. Una condizione che equivale alla condanna a un'esistenza sulla sedia a rotelle. La madre, Laura, residente con il marito Roberto a Marassi, aveva atteso la gioia di un figlio senza alcuna preoccupazione per quasi tutta la durata della gravidanza. Per il tribunale, sono stati i medici dell'Evangelico, che avevano il compito di assisterla, a trasformare gli attimi finali in un incubo. Ignorando le difficoltà di quelbimbo che non cresceva abbastanza nel grembo materno; e i segnali dell'ecografia che pure avevano lanciato un primo allarme quando si era ancora in tempo per agire. Sbagliando tutto quello che era possibile sbagliare, a quanto pare, nella sequenza di controlli ed esami di routine cui si sottopone una donna incinta dal momento in cui l'avventura ha inizio e, in particolare, nell'ultimo trimestre, quello finale. La storia è arrivata a sentenza nei giorm scorsi ma risale a dodici anni fa. È quanto succede a chi chiede giustizia. Una condanna anche se si ha ragione. Perché il tempo passa ma gli anni sono più lunghi, quando bisogna far fronte alle difficoltà di un figlio nato con una invalidità del 100 per cento. E quando si attende che un giudice riconoscala responsabilità di chi lo ha ridotto così, fin dal primo attimo di vita. Ad affiancare la famiglia di Davide nella causa contro l'ospedale di Castelletto, è stato l'avvocato Alessandro Sormani. Ad accogliere in pieno le sue richieste è stato il giudice Roberto Bonino con una sentenza a tratti durissima, nella quale la decisione di proseguire per il parto naturale viene definita «un insulto» al quale fu sottoposto il piccolo Davide. Al centro del processo durato anni c'è una gravidanza come tante. Ognuna ha una storia a se, sebbene i protocolli medici impongano visite ed esami clinici di routine proprio per individuare per tempo eventuali problemi specifici. E nel caso di Davide il problema erasortoagiugno,all'iniziodell'ultimo trimestre di gestazione. Il feto, riassumendo le conclusioni della perizia del tribunale, cresceva a ritmo lento rispetto al normale. Anche questo può succedere. Il problema è capirne i motivi e prendere la decisione più opportuna in maniera tempestiva. Per i periti la situazione imponeva di trattare il casocomeuna gravidanza a rischio e di sottoporre il bimbo a un monitoraggio costante e approfondito. Questo non fu fatto, dice il giudice. Di più. Gli errori commessi dai medici, secondo gli esperti a cui si sono rivolti i genitori di Davide, furono sei. Una serie interminabile di scelte sbagliate «diagnostiche e terapeutiche», in meno di un mese dal 15 giugno alili luglio del 2000. La donna fu in sostanza «abbandonata a se stessa» dopo le difficoltà di crescita del feto riscontrate nell'ultima ecografia di controllo. «L'imprudenza nella valutazione critica del ritardo di crescita» scrive il giudice nella sentenza non consentì di inquadrare correttamente la gravidanza impedendo «la conseguente predisposizione di un programma di controlli» successivi. Questo avrebbe consentito di programmare il parto in modo diverso e soprattutto di optare per il cesareo. La difesa dell'Evangelico, che ora attende di «esaminare le motivazioni del provvedimento del giudice ancora non comunicato» prima di decidere se presentare ricorso in appello, era stata categorica: si trattò di un parto pre termine hanno sostenuto in sintesi i consulenti dell'ospedale - e la sofferenza fetale era cominciata in un momento precedente al travaglio e allo stesso parto. Il giudice ha spazzato via ogni dubbio: «Un più corretto approccio diagnostico-terapeutico avrebbe evitato con elevata probabilità la sofferenza cerebrale prenatale e le complicanze» che hanno condotto il piccolo alla tetraparesi. I medici, che non sono stati chiamati a risarcire un euro, per la cronaca non lavorano più all'ospedale Evangelico. E a pagare la famiglia di Davide sarà Carige Assicurazioni, sempre che in un eventuale appello la storia si riapra. E così anche il dolore dei due genitori traditi. [email protected] L'INSULTO AL PICCOLO GIURISPRUDENZA GIURISPRUDENZA Pag. 12 I sanitari avrebbero dovuto optare per il cesareo invece di sottoporre il feto all'insulto della contrazione uterina APPROCCIO SBAGLIATO Un più corretto approccio avrebbe molto probabilmente evitato le gravi conseguenze ROBERTO BONINO giudice del tribunale civile di Genova GIURISPRUDENZA GIURISPRUDENZA Pag. 13 15* 1 * j. I kk(X\j\Sj I M I v I I l w O 1<X 1 * 1? u. i l i o o 1^1 ori ì ^^ 1 ^*ì T£^TT/"\ S Si l i ^\/ii iMi uri i i i i i l i i l i zumila. ì Gotit32i3ii di MICHELA ALLEGRI ROMA - Aveva vent'anni, Monica Trapella, quando ha dovuto ricevere una trasfusione all'ospedale di Torino. Dopo più di dieci anni, nel '96, ha scoperto per caso di aver contratto l'epatite C proprio in seguito a quella trasfusione. E ora che è presidente dell'associazione Insieme a tutela del malato, dopo tante guerre legali, ha deciso di intraprendere una nuova battaglia presentando un esposto alla procura di Roma. Questa volta a nome di tutta l'associazione e denunciando una situazione agghiacciante: in Italia ci sono più di 120mila persone infettate come lei (da Hiv o Hcv), e più di 4mila decedute. Nei giorni scorsi il procuraDopo la battaglia tore aggiunto Leonardo Frisani ha avviato di una donna una nuova indagine, senza reato o indagati, che si è ammalata dedicata al cosiddetto «sangue infetto» . per wm trasfusione Su questi fatti a Roma sono in corso verifiche ormai da mesi: un'inchiesta parallela era già stata aperta e portata avanti dai pm Alberto Galanti e Alberto Pioletti, che stanno indagando su contagi ripetuti per decenni, a partire dagli anni '70. Ma in molti casi le ipotesi di reato, omicidio colposo e lesioni, risulterebbero prescritte. «Il problema è proprio la prescrizione - ha spiegato la signora Trapella - io sono nata sana e mi sono ammalata per colpa di una trasfusione. E' una cosa che ti sconvolge la vita, perché molti di noi non ce la fanno a lavorare, non ce la fanno quasi a vivere». Nell'ambito di questo primo fascicolo, gli inquirenti hanno richiesto una consulenza medico-legale per stabilire se c'è nesso di causalità tra decessi o contagi, e trasfusioni. Saranno i carabinieri del Nas a svolgere gli accertamenti. Nell'esposto si ricorda anche l'inchiesta sul plasma contaminato dei primi anni '90: nessuno è stato ancora condannato «nonostante sulla base dei documenti e degli accertamenti si sia scoperto che sono coinvolti esponenti politici, dirigenti e funzionari ministeriali e case farmaceutiche». © RIPRODUZIONE RISERVATA ;:;-;".^ 'Ndrangheta e mafia bulgara r . C-M^ la piovra della droga in Europa ;., :- '•"'-•••: • / '^E^S'^'v^ GIURISPRUDENZA GIURISPRUDENZA Pag. 14 Università. La proposta del ministro Profumo Ammissione a medicina con graduatorie congiunte Manuela Perrone ROMA Quattordici graduatorie congiunte a livello territoriale per gli aspiranti medici: è questa la novità proposta per il prossimo anno accademico dal ministro dell'Università, Francesco Profumo, in una circolare inviata il 1° giugno ai rettori. Obiettivo: superare le graduatorie di ateneo per l'ammissione ai corsi di laurea in medicina, «soprattutto alfine di rimuovere le eventuali disparità nelle procedure di accesso che legano la programmazione nazionale alla selezione locale». In altre parole, favorire gli studenti più meritevoli cancellando in qualche caso il rimorso per non aver scelto tra due atenei vicini quello che avrebbe consen- tito l'ingresso anche con un punteggio minore. Le differenze tra i punteggi minimi utili per l'ammissione sono infatti elevatissime: si va dal 37,69 di Sassari, calcolato dal 2003 al 2011, al 46,55 di Padova. Tutte le Università del Sud si piazzano sotto Ì40. Già lo scorso anno era stata effettuata con successo una sperimentazione in questo senso aTrieste e Udine e alla Sapienza di Roma. Ogni studente ha partecipato alla prova per il corso di interesse ma è stato inserito nella graduatoria congiunta. Da qui l'intenzione di estendere ilmeccanismo a tutti i 36 atenei interessati, in funzione della numerosità dei posti e della vicinanza delle sedi aggregate, «nella consapevolezza che la gradualità del percorso richiede la massima attenzione» e «tenendo conto delle sollecitazioni in tal senso della Conferenza deipresididimedicinaedeilavori dei tavoli ministeriali». Tra gli atenei che viaggeranno insieme ci sono Milano, Milano Bicocca, Varese "Insubria" e Vercelli "Avogadro". La scommessa dovrebbe essere ratificata nei decreti attesi a breve sulla ripartizionedeiquasiumilapostineivari atenei e sulle modalità delle prove. Che potrebbero riservare altre sorprese, come l'aggiunta dell'inglese alle materie dei quiz. C'FiiH-OuLmoiltKhtRvAI- O APPROFONDIMENTO ONLINE La circolare e la tabella delle aggregazioni www.ilsole24ore.com/norme SEGNALAZIONI SEGNALAZIONI Pag. 15