Effetti non lineari Introduzione Nelle lezioni precedenti abbiamo visto i principali effetti propagativi lineari Abbiamo visto che questi effetti dipendono dalla forma temporale o spettrale del segnale, ma non dal suo “livello” Infatti gli effetti della dispersione cromatica e della PMD non cambiano se aumenta la potenza del segnale Generalità Generalità Gli effetti non-lineari sono una classe di effetti propagativi che dipendono dal “livello” del segnale, ed in particolare dalla potenza Instantanea Gli effetti non-lineari sono particolarmente importanti nei sistemi WDM a lunga distanza, dove la potenza di lancio deve essere elevata per contrastare l’accumulo di rumore ASE Nei sistemi singolo -canale gli effetti non-lineari entrano in gioco solo in configurazioni particolari, come i sistemi sottomarini senza amplificazione in linea, dove la potenza di lancio è spesso molto elevata Effetti non lineari Gli effetti non-lineari limitano la massima potenza di lancio per canale che può essere trasportata su di una fibra in un sistema WDM Quanto stringente sia questa limitazione dipende, tra l’altro, da: •lunghezza del collegamento •caratteristiche della fibra •spaziatura fra i canali •numero totale di canali •lunghezza dello span •mappa di dispersione Limitazioni indotte Uno o più degli aspetti citati possono dovere subire limitazioni per evitare di eccitare eccessivamente la non-linearità Ad esempio è possibile che si debba limitare la lunghezza del collegamento il numero di canali etc. Da notare che per gli effetti lineari, come la dispersione, non vi è interazione fra i canali: il progetto del sistema si può fare “canale per canale” Per gli effetti non lineari è necessario invece tenere conto dell’interazione fra i canali. Effetto Kerr Effetto Kerr Il principale effetto non lineare nella fibra ottica è l’effetto Kerr. Da esso derivano numerosi altri effetti che prendono nomi specifici ed hanno caratteristiche peculiari. Di essi ci occuperemo nel dettaglio in seguito. Effetto Kerr L’effetto Kerr consiste nella variazione dell’indice di rifrazione della fibra in funzione della potenza ottica: P( z, t ) n( z , t ) = n0 + n2 Aeff dove n0 è l’indice di rifrazione in linearità, n2 è il coefficiente di indice di rifrazione non lineare e Aeff è l’area efficace del modo guidato Variazione non lineare di n Aeff ha una definizione piuttosto complessa ma corrisponde in pratica all’area trasversale in cui è confinato il modo guidato nella fibra, ovvero l’area del core: Aeff = π r 2 Definiamo la variazione di indice di rifrazione dovuta all’effetto Kerr: Δn = n2 P( z, t ) Aeff In questo modo l’indice di rifrazione può essere scritto come: n = n0 + Δn La costante di propagazione L’indice di rifrazione ha uno stretto legame con la costante di propagazione del campo in fibra: β= 2π λ n e sostituendo ad n l’espressione che tiene conto dell’effetto Kerr: β= 2π λ (n0 + Δn) La costante di propagazione Definendo: Δβ = 2π λ Δn β0 = 2π λ n0 troviamo per β: β = β 0 + Δβ Anche per β dunque vi è un valore costante in linearità ed una variazione Δβ dovuta all’effetto Kerr Il coefficiente di non-linearità γ Concentrandoci su Δβ , e ripercorrendo all’indietro i passaggi fatti finora, abbiamo: Il coefficiente di non-linearità γ Si definisce per praticità il coefficiente di non linearità della fibra γ , misurato in 1/(W·km): I valori tipici di γ sono nel range 1 ÷ 2.5 [W-1 km-1] a seconda del tipo di fibra. La variabilità dipende in massima parte da Aeff che può valere da 55 a 120 μm2, valori corrispondenti a “core” della fibra di 4-6 μm. Formula compatta per Δβ Utilizzando γ si ottiene una semplice formula per la variazione di β in funzione della potenza ottica: Δβ = γ P( z , t ) Nella sua essenza l’effetto Kerr consiste dunque nella variazione locale (ad un certo z) della costante di propagazione del campo, causata dalla potenza ottica transitante in quel punto ed in quel momento Nel seguito vedremo nel dettaglio quali conseguenze derivino da ciò La fase del campo Definendo: è possibile riscrivere il campo come: E ( L) = E (0)e− jϕE ( L ) e −α L La fase del campo Nel caso ideale di assenza di non-linearità (cioè Δβ = 0), la costante di propagazione β coincide con β0 ed è effettivamente costante Avremo che la fase risulta: è possibile riscrivere il campo come: E ( L) = E (0)e − j β0 L e−α L La fase del campo Se invece vi è non-linearità e nella fibra si propaga una potenza ottica P, abbiamo: Possiamo dunque definire: Fase non lineare Con queste definizioni troviamo che anche la fase ha un valore in linearità ed una variazione dovuta all’effetto Kerr: ϕ E ( L) = ϕ0 E + Δϕ E con L L 0 0 Δϕ E = ∫ Δβ dz = ∫ γ P( z , t )dz Effetti derivati Dunque, l’effetto Kerr consiste essenzialmente in una variazione della fase del campo elettrico dovuta alla potenza ottica trasmessa. Da esso derivano vari effetti particolari: Self-Phase Modulation (SPM) - È una modulazione di fase che la variazione di potenza del singolo canale causa su se stesso Cross-Phase Modulation (XPM) - È una modulazione di fase che la variazione di potenza di un canale esercita si di un altro canale Four-Wave Mixing (FWM) - È un particolare sottoprodotto della modulazione di fase incrociata fra canali, che ha come conseguenza la creazione di nuove righe spettrali Effetti derivati Supponiamo di stare trasmettendo un singolo canale La potenza trasmessa avrà un certo andamento P (z,t) L’andamento in t dipenderà dalla modulazione, mentre l’andamento in z è regolato essenzialmente dall’attenuazione della fibra: P( z , t ) = P(0, t )e −2α z Variazione di fase indotta A questo punto possiamo calcolare la variazione di fase indotta dall’effetto Kerr nel caso di un singolo canale modulato. Sappiamo che: La lunghezza efficace Il fattore in frazione che compare nella formula ha le dimensioni di una lunghezza e viene chiamato lunghezza efficace Leff e −2α L Leff = 1 − 2α Si ha allora ϕ E = γ P(0, t ) Leff La lunghezza efficace La modulazione di ampiezza sul canale crea una automodulazione spuria di fase dovuta alla non-linearità della fibra Nel seguito si scriverà P (t) per P (0,t) ove non vi sia ambiguità ϕ E = γ P(t ) Leff Valore asintotico della lunghezza efficace Prima di proseguire nell’esaminare l’SPM, ci fermiamo a considerare il significato di Leff Innanzitutto, la variazione non-lineare di fase è direttamente proporzionale a Leff Pertanto, l’impatto della non linearità sarà tanto maggiore quanto maggiore è Leff Valore asintotico della lunghezza efficace Prima di proseguire nell’esaminare l’SPM, ci fermiamo a considerare il significato di Leff Innanzitutto, la variazione non-lineare di fase è direttamente proporzionale a Leff Pertanto, l’impatto della non linearità sarà tanto maggiore quanto maggiore è Leff Leff cresce al crescere di L ma ha un valore asintotico 1 Leff ≈ 2α Valore asintotico della lunghezza efficace Commenti sulla lunghezza efficace L’intepretazione del grafico è che nei primi chilometri di fibra la non linearità, proporzionale a Leff , cresce in modo sensibile, circa come L In seguito, non solo cresce di meno, ma per L sufficientemente grande tende a non crescere più La ragione è che Leff tiene conto del fatto che la potenza di segnale si attenua progressivamente a causa delle perdite della fibra, fino a non produrre più alcun effetto non lineare Attenuazione ed effetti non lineari Dal momento che l’effetto Kerr dipende dal livello di potenza ottica nella fibra, l’accumulo di effetti non lineari è maggiore dove la potenza è più elevata, come all’inizio della fibra: Leff ˜ L minore o nullo quando la potenza si è sufficientemente attenuata, per cui la lunghezza efficace “satura” al valore: Leff ˜ 1/(2α) la frequenza istantanea La fase complessiva del campo, ad L chilometri, vale: ϕ E ( L) = ϕ0 E + Δϕ E = ϕ0 E + γ P(t ) Leff La modulazione di fase legata alla modulazione di ampiezza è anche interpretabile come una modulazione di frequenza o chirp La frequenza istantanea di emissione del segnale sarà in generale: f (t ) = f 0 + Δf (t ) dove f0 è la frequenza della sorgente ottica e Δf è la deviazione indotta dall’effetto Kerr Il chirp Per trovare la deviazione di frequenza dovuta all’effetto Kerr, basta derivare la fase rispetto al tempo: γ Leff ∂P(t ) 1 ∂ϕ E (t ) Δf (t ) = − =− 2π ∂t 2π ∂t Da questa formula si vede che la modulazione di ampiezza causa direttamente un chirp che, in generale: allargherà lo spettro del segnale potrà causare, tramite l’interazione con la dispersione, una distorsione dell’impulso esempio La variazione di fase ΔϕΕ segue esattamente la forma dell’impulso in potenza: Impatto SPM Il chirp in prima approssimazione non ha impatto sistemistico, in quanto il fotodiodo di ricezione è insensibile alla fase Il chirp provoca tuttavia un allargamento spettrale e: Una frazione della potenza del canale può interferire con canali adiacenti Parte della potenza può uscire dai limiti del filtro passabanda ottico di ricezione In presenza di dispersione, tuttavia, chirp e dispersione interagiscono producendo distorsione dell’impulso L’effetto finale è simile a quanto visto nel contesto dell’uso di chirp volutamente indotto al trasmettitore come contromisura alla dispersione. esempio La variazione di fase ΔϕΕ segue esattamente la forma dell’impulso in potenza: