Nuove tendenze nel fashion marketing: gli Alternate-Reality Games (ARGs) e il caso EDOC Laudry di Francesco Colantonio Se avete acquistato una t-shirt Edoc Laudry state attenti ad indossarla per le strade della città: qualcuno potrebbe fermarvi ed iniziare ad esaminare attentamente i designi e le trame della maglietta! Sì, perché quella che state indossando non è un semplice capo d’abbigliamento, ma un pezzo di un puzzle ricercato da migliaia di “giocatori”. È questa la strategia di marketing della nuova marca di abbigliamento di Seattle. Nothing to hide: è il claim di EDOC Laudry ed in giustificata incoerenza con esso in ogni prodotto EDOC è “nascosto” un indizio per la soluzione del gioco utilizzato come veicolo promozionale per i prodotti. Si chiamano ARG, Alternate-Reality Game e non è certo la prima volta che un’azienda li utilizzi per la promozione di nuovi prodotti. La originalità dell’azione risiede, invece, nel fatto che questa volta ad utilizzare un ARG è un’impresa operante nel settore della moda. Generalmente gli ARG costituiscono veicoli promozionali per beni diversi da capi d’abbigliamento: vengono utilizzati per prodotti legati al mondo multimediale o al cinema. Esempi di successo ormai noti sono “The Beast” sviluppato per promuovere il film di Spielberg “A.I.” nel 2001 e considerato oggi il capostipite degli ARGs promozionali, “I Love Bees”, lanciato nel 2004 per promuovere il videogioco Halo 2 e “Last call Poker” per il videogioco Gun del 2005. La linea di abbigliamento Edoc Laundry integra l’ARG in magliette, cappelli e accessori. Questi ultimi infatti nascondono parole e simboli che una volta scoperti devono essere utilizzati dai clienti/giocatori per “sbloccare” on-line i complessi elementi di una storia creata ad hoc (una delle cd Fake stories). La storia presente sul sito edoclaudry.com, riguarda la misteriosa morte del manager di una band fittizia chiamata Poor Richard (poorrichardband.com). Cosa si cela dietro la sua morte? Perché la band era così legata al suo manager? Le istruzioni per il gioco sono contenute sulle etichette dei capi. La soluzione sono i capi stessi. Veramente una bella iniziativa che testimonia il dinamismo e la creatività nel marketing della moda. Non importa se alla fine il gioco è “fine a sé stesso”. Anzi sì, importa e come: l’efficacia dello strumento di marketing è proprio questo, che si parli della marca! Certo molti giocatori si limitreranno a giocare on line con gli indizi e le soluzioni postate dai veri clienti di EDOC Laudry e non acquisteranno alcun capo d’abbigliamento, ma le parole di Shane Small, co-fondatore e art director di EDOC Laudry con un’esperienza di 12 anni nel campo della moda, sono più che significative: “My whole thing is, if they’re talking about for the next 30 minutes, I have done more for one T-shirt than I’ve ever done in my whole life” e ancora: “The best you’re usually going to get is, ‘Hey, I like your Tshirt!”. Un bel passo in avanti nel coinvolgimento emozionale del cliente, no? 1 Ma come funzionano gli ARGs? Quali sono le logiche che hanno portato alla loro introduzione nelle strategie di marketing delle aziende più cool del momento? Gli Alternate-Reality Games sono giochi nei quali i partecipanti devono interagire con un mondo alternativo utilizzando i mezzi del mondo reale: telefoni, email, siti web, codici da decifrare, eventi reali. Tutti i giocatori interagiscono tra loro scambiandosi indizi trovati e plausibili soluzioni “postando” ogni evoluzione e scoperta su dei forum on line: la comunità cresce, la voce si diffonde. Le basi teoriche dell’introduzione degli ARGs nel marketing alternativo sono più che evidenti: permission marketing, viral marketing e entertainment marketing difficilmente hanno trovato una combinazione migliore. Il risultato è che la loro efficacia come strumento di promozione è talmente alta che di solito finiscono per costituire un “prodotto” a sé stante. Non c’è che dire, proprio uno strumento efficace al servizio del marketing alternativo. Il loro successo è insito nelle peculiarità del genere: il gioco è gratuito: i pochi esempi di flop fanno riferimento a modalità di ARG pay to play, come ad esempio Majestic di EA; il riferimento al prodotto promosso non è mai invasivo. Anche se la maggior parte dei giocatori è a conoscenza dello scopo pubblicitario dell’ARG, non si sente in alcun modo infastidito da uno strumento che, anzi, lo diverte; l’ARG non invade la privacy e non richiede informazioni personali obbligatorie per giocare. La peculiarità del viral marketing sta nella creazione di una massa critica di utenti, non di informazioni. Bisogna comunque considerare che il giocatore è molto più disposto a lasciare i propri dati personali per un gioco che non per una promozione tradizionale: risolvere l’enigma del gioco a volte richiede l’utilizzo del proprio telefono cellulare, della casella email, magari della conoscenza personale con i personaggi del gioco; la partecipazione agli ARGs è assolutamente volontaria: il giocatore si diverte mentre è immerso nella realtà parallela creata ad hoc per la promozione del prodotto. Con quale attenzione si immergerà nell’universo del nostro prodotto? Indubbiamente la realizzazione di un Alternate-Reality Game richiede un impegno sicuramente maggiore di una promozione tradizionale (si pensi ad eventuali attori personaggi, alla necessaria evoluzione della storia-enigma, alla gestione dei forum on line, ecc.), ma se tutto viene condotto con “passione”, il passaparola è assicurato. Sta squillando un telefono pubblico lì vicino? Rispondi potrebbe essere un indizio! A cura di Francesco Colantonio (www.ateneoimpresa.it) 2