di John Logan AL GIOVANNI DA UDINE IL 19 MARZO

‘Rosso’ di John Logan AL
GIOVANNI DA UDINE IL 19 MARZO
Per la programmazione Cross Over in scena il 19 marzo
al
Teatro Giovanni da Udine : ROSSO
di John Logan
con
Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña e regia, scene e
costumi di Francesco Frongia. La pièce sulla vita di Mark
Rothko – grande artista dell’espressionismo astratto –
tradotta magistralmente in italiano da Matteo Colombo, ha già
raccolto successi mondiali – dal Donmar Warehouse di Londra al
Golden Theater di Brodway, aggiudicandosi 6 Tony Award nel
2010. Le luci sono disegnate da Nando Frigerio. Produzione
Teatro dell’Elfo.La pièce è ispirata alla biografia del
pittore americano Mark Rothko, maestro dell’espressionismo
astratto, che alla fine degli anni Cinquanta ottenne la più
importante commissione della storia dell’arte moderna, una
serie di murali per il ristorante Four Season di New York.
Puntando i riflettori proprio su quel periodo, Rosso mette in
scena lo scontro tra generazioni di artisti: tra Rothko, un
uomo maturo che fa i conti con se stesso, e Ken, giovane
allievo alla ricerca di un “padre”.
Minsk 2011: dalla Bielorussia
con amore (per il teatro)
Frammenti di vite che non possono lasciare indifferente lo
spettatore. Rappresentazione di un paese, la Bielorussia non
così lontana – geograficamente parlando – dall’Italia ma dove
resiste l’ultima dittatura d’Europa, dove parole come libertà
di pensiero, di azione, di stampa sono solo lettere una vicino
all’altra vuote di significato, dove i diritti umani vengono
quotidianamente calpestati, dove le “ovvie” manifestazioni
della vita di un individuo pensare, parlare, amare vengono
silenziosamente soppresse. Questi sono alcuni degli argomenti
toccati dal nuovo spettacolo del Belarus Free Theatre,
presentato ieri sera al Palamostre (nell’ambito della rassegna
Teatro Contatto – Eurovisioni), unica data italiana. E’ “Minsk
2011. A reply to Kathy Acker”. La piece è la risposta al
racconto NYC 1979 dove la scrittrice spiegava i cambiamenti
sociali dell’America attraverso la sessualità. Così i Belarus
prendono spunto dalla Acker per raccontare i mutamenti che
avvengono in Bielorussia e le conseguenze degli stessi sulla
vita intima delle persone. La repressione non riesce però a
far smettere il battito del cuore di uomini e donne che
cercano in tutti i modi di vivere e di esprimersi: la notte
diventa il nuovo giorno dove ci si cerca di abbracciare,
toccare, frequentare locali per gay e lesbiche. Così anche le
cicatrici diventano sexy e “Minsk è la città più sexy del
mondo”. Tutto si svolge, quindi, sotto l’occhio o meglio il
manganello di Lukashenko, colui che è al potere dal 1994
grazie a elezioni “pilotate” e che ha modificato la
costituzione per stare al potere il più a lungo possibile. Gli
attori mettono in scena esperienze di vita vera, provate sulla
propria pelle. C’è chi ha perso il lavoro, chi è sotto
controllo, chi è nella black list come la fondatrice dei
Belarus costretta a vivere a Londra. Perchè tutto ciò che è in
scena è quello che vivono gli abitanti di Minsk e gli attori
per poter fare teatro sono costretti alla clandestinità, a
rappresentare le loro storie nella cantine, negli appartamenti
dando appuntamento agli spettatori grazie al passa parola.
Tutto ciò che non possono dire in patria è però ascoltato
fuori dalla mura domestiche dove possono rappresentare i loro
spettacoli e dare voce a un disagio profondo quanto diffuso.
Grido che è ascoltato nel mondo come ad esempio in Gran
Bretagna da attori quali Tom Stoppard e Jude Law, che si è
unito ai manifestanti in strada contro il regime dittatoriale
e per la liberazione dei prigionieri politici bielorussi. Di
certo rimarrebbe sordo a questi appelli l’ex premier italiano
Berlusconi, capace di dire di Lukashenko che «la sua gente la
ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che
sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e
conosciamo». Il primo incontro ufficiale tra Berlusconi e
l'”amico” Lukashenko avvenne nell’aprile 2009: era dal 1995 un
capo di governo europeo non accoglieva Lukashenko nella sua
capitale.
Maria Teresa Ruotolo
SPETTRI di IBSEN dal 12 al 14
marzo Politeama Rossetti
Una pioggia battente e cupa accompagna la messinscena
di Spettri di Henrik Ibsen che ritorna a dare voce a moderne
inquietudini interiori grazie alla nuova regia di Cristina
Pezzoli. Una pioggia assillante, dunque, avvolge l’algido
spazio scenico ed i personaggi della tragedia che anelano
invece – anche sul piano metafisico – ad un raggio di sole,
come invoca Osvald nella sua ultima, toccante battuta.
Osvald è il rampollo di una famiglia borghese, quella degli
Alving: la madre, Helene, vedova da molti anni, lo ha sempre
tenuto all’oscuro della vera natura del padre, cinico e
dissoluto, nella speranza di donargli la serenità. Osvald vive
a Parigi, fa il pittore, e ritorna nella città natale per
partecipare all’inaugurazione di un orfanotrofio che la madre
ha fatto erigere alla memoria del marito. Ipocrisia a fin di
bene quella della Signora Alving, meno nobile invece quella
del pastore Manders, subito pronto a mostrare turbamento – ma
solo di facciata – per le rivelazioni di Osvald sulla frivola
vita parigina, e per le sue avances alla giovane cameriera
Regina. Ecco, potrebbe essere lei l’ultimo raggio di luce
nelle tenebre dell’animo di Osvald, conscio di essere vittima
di una malattia – ereditata dal padre – che lo condurrà alla
pazzia: ma la Signora Alving sarà costretta a negargli anche
questa gioia, rivelando alla giovane la sua vera origine, di
essere cioè figlia naturale dello stesso, colpevole, padre di
Osvald…
Stroncato sul nascere il loro sentimento, Regine è
costretta a votarsi a un non roseo destino, mentre a Osvald
non resta che affidare alla madre una dose letale di morfina
con cui la prega di sollevarlo dall’ebetismo, fase terminale
della sua malattia. Ma chissà se la madre potrà mai attuare
quel drammatico desiderio… Follia, colpe irrisolte, incesto e
verità terribili: Ibsen scuote le fondamenta del teatro
borghese e illumina l’interiorità confusa dei suoi personaggi,
capaci contemporaneamente di possedere la statura dei
protagonisti classici e l’inquietudine dei moderni. Per
restituirci uno dei più rivoluzionari drammi ottocenteschi – a
lungo fu proibito nei teatri norvegesi per la sua scabrosità,
mentre ad Edvard Munch ispirò alcuni bozzetti di scena –
Cristina Pezzoli ha lavorato con i bravissimi attori dello
Stabile di Bolzano, molto lodati dalla critica: Patrizia
Milani, che incarnerà una tormentata Helene Alving, Carlo
Simoni che applaudiremo nei panni del pastore, e Fausto
Paravidino – uno dei talenti attoriali e drammaturgici più
interessanti della scena italiana – che darà vita a un Osvald
attuale e lontano dai clichés.
Di: Henrik Ibsen traduzione di: Franco Perrelli elaborazione
drammaturgica di: Letizia Russo Scene: Giacomo Andrico
Costumi:
Rosanna
Monti
video
di:
Mario
Flandoli Regia: Cristina Pezzoli Produzione: Teatro Stabile di
Bolzano
Interpreti: Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain,
Fausto Paravidino, Valentina Brusaferro
Spettri va in scena per il cartellone Prosa dello Stabile
regionale da martedì12 a giovedì 14 marzo: due recite sono
serali (20.30) mentre quella di mercoledì è pomeridiana con
inizio alle 16.
Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili
presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul
sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare
anche il centralino del Teatro allo 040.3593511.
Il Macbeth verdiano trionfa
al Teatro Verdi di Trieste
Dal nostro inviato a Trieste
Recensione – Macbeth è un’opera sfuggente in cui al tragico si
mescolano il grottesco e il brutto, inteso come categoria
estetica, nel creare un ritratto quasi ironico – o meglio una
caricatura – delle miserie umane. Un’opera di eccessi ed
estremi, travolgente nella musica e teatralmente indecifrabile
in ragione dello sconfinato panorama di chiavi di lettura
possibili, dei contorni sfumati che separano la sete di potere
dal male fine a se stesso, il soprannaturale dal delirio
psicotico. Lo sa bene il regista Henning Brockhaus, autore
dello spettacolo in scena al Teatro Verdi di Trieste, con le
scenografie di Josef Svoboda riprese da Benito Leonori.
Un Macbeth che si inserisce nella tradizione, privo di
stravolgimenti ma ricco di idee. Le scene calano la vicenda in
un contesto cupo e decadente, ricettacolo di un’umanità
barbara, svilita e corrotta in cui la brama di potere è solo
uno dei tanti aspetti di un male serpeggiante e irrazionale
che travolge tutti inesorabilmente, dai coniugi Macbeth al
giovane Fleanzio. Pochi elementi in scena, il sapiente uso di
proiezioni e giochi di luce, restituiscono uno spettacolo
suggestivo ed inquietante, giocato sui dettagli piuttosto che
sull’effetto immediato, che non è comunque mancato dove
necessario, come nella scena del brindisi con l’apparizione
del fantasma di Banco. Meno avvincente è parsa la
caratterizzazione psicologica di alcuni personaggi,
soprattutto per Lady Macbeth, risolta, con la complicità del
soprano, a senso unico.
Sul versante musicale lo spettacolo convinceva completamente.
Merito soprattutto di Giampaolo Bisanti che, alla guida di
un’ottima orchestra, offriva una lettura vibrante, ricca di
senso della narrazione e curatissima nel suono. Il maestro
sapeva unire al ritmo teatrale, sempre incalzante, la giusta
tinta orchestrale nonché un’eccellente precisione musicale e
compattezza.
Fabián Veloz era un buon Macbeth, forte di una vocalità
preziosa per timbro e volume, ben modulata in un canto
chiaroscurato e partecipe. Il baritono ha offerto un
personaggio cesellato fin nel minimo particolare, scavato sia
musicalmente che nella psicologia, un Macbeth pavido e debole,
vittima della propria insicurezza ancor prima che della
consorte. Consorte che aveva voce e sembianze del soprano
greco Dimitra Theodossiou, cantante dotata di strumento ampio
e sonoro, impiegato in un canto impeccabile e preciso, vario
nei colori e misurato nel gusto (mentre a volte la recitazione
è parsa eccessivamente caricata). Piaceva Paolo Battaglia,
Banco intenso e partecipe ma non sempre irreprensibile nel
canto. Sicuro e spavaldo Armaldo Kllogjeri, Macduff di bella
voce e solida musicalità. Buona la prova di Giacomo Patti,
Malcolm, positive tutte le parti minori con particolare
menzione per la Dama di Sharon Pierfederici e il medico di
Dario Giorgelè.
Va reso merito all’ottima prova del coro del teatro triestino,
parte fondamentale nell’opera verdiana, protagonista di una
prova maiuscola.
Paolo Locatelli
[email protected]
© Riproduzione riservata
RAPHAEL GUALAZZI:Martedì 7
maggio – UDINE, Teatro Nuovo
Giovanni da Udine
Autore, compositore, arrangiatore, produttore, RAPHAEL GUALAZZI, dopo due anni lontano
dalle scene, prepara il suo grande ritorno con un nuovo disco e un nuovo tour in
partenza, che lo porterà a toccare le principali città italiane della nostra penisola,
e che sarà a Udinemartedì 7 maggio, al TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE, per l’unica
esclusiva data in Friuli Venezia Giulia. HAPPY MISTAKE, questo il titolo del nuovo
capitolo della carriera dell’artista, che arriva dopo i fortunati LOVE OUTSIDE THE
WINDOWS (2006) e REALITY AND FANTASY (del 2011), tour che ha visto anche la sua ultima
applaudita apparizione nella nostra regione, proprio nel luglio 2011 al Grado Festival
– Ospiti d’Autore. Il nuovo grande ritorno live di RAPHAEL GUALAZZI è organizzato da
Azalea Promotion, in collaborazione con il Comune di Udine e il Teatro Nuovo Giovanni
da Udine. La particolarissima musica di Raphael nasce dalla fusione della tecnica ragtime dei primi anni del ‘900 con la liricità del blues, del soul e del jazz nelle loro
forme più tradizionali, e si miscela con influenze più recenti e innovative assorbite
da artisti quali Jamiroquai e Ben Harper. Il risultato è magico e unico, un marchio di
fabbrica inconfondibile, che fa di lui un artista e compositore poliedrico, oltre che
un eccellente cantante e pianista. Nel nuovo disco HAPPY MISTAKE, in uscita per Sugar
il prossimo 14 febbraio, l’artista urbinate si dimostra riflessivo e nello stesso
tempo appassionato, timido ma incontenibile: un vero e proprio “artigiano della
musica” con un amore viscerale per il jazz e il blues. Il nuovo lavoro si comporrà di
tredici brani ricchi di idee, invenzioni, dettagli che rompono gli schemi e spiazzano
l’ascoltatore, tra soul, gospel, country, blues, rock e l’immancabile jazz. Il nuovo
viaggio musicale HAPPY MISTAKE TOUR (prodotto da Massimo Levantini per Live Nation),
prenderà il via dal Teatro La Fenice di Senigallia il prossimo 6 aprile, per poi
toccare Milano, Genova, Trento, Firenze, Roma, Napoli, Lecce, Torino, Verona, Padova,
Bologna, Pescara e ovviamente UDINE, il 7 maggio. RAPAHEL GUALAZZI sarà accompagnato
sul palco da 9 musicisti, 8 dei quali francesi tra cui 3 coriste, in uno spettacolo
dinamico e sfaccettato, che alterna atmosfere suggestive a momenti dall’energia
intensa e travolgente sulle linee del blues e del jazz, con incursioni nel gospel e
nel soul, ma anche nel rock e nel country.
I biglietti per il concerto (prezzi a partire da 20 Euro più
diritto di prevendita) sono in vendita nei punti autorizzati
Azalea Promotion, nelle biglietterie del Teatro Nuovo Giovanni
da Udine e sul circuito online www.ticketone.it.
PER INFORMAZIONI SUL CONCERTO DEL 7 MAGGIO 2013 A UDINE:
Azalea Promotion tel. +39 0431 510393 – www.azalea.it –
[email protected] Teatro Nuovo Giovanni da Udine tel. +39 0432 248418 –
www.teatroudine.it – [email protected]
CON LE ZEBRETTE AL FRIULI NON
SI
PASSA:
UDINESE
ROMA
1-1!!!!!!!!
Roma smuove la classifica con un solo punto e spera ancora per
la Champions. L’ Udinese non perde e resta ancora in tema
Europa. Grande squadra la Roma, ma splendida Udinese
nonostante l’inesperienza, come lo stesso Guidolin ha
commentato a fine partita. La partita inizia con i due
capitani eterni cannonieri, che invece sono rimasti a secco.
Non solo ma entrambi hanno lasciato il campo prima della fine
della partita.Roma a 44 punti, Udinese a 41. Occasione persa
per entrambe. La Roma si è presentata con la coppia d’attacco
Totti-Lamela ed una formazione inedita con Perrotta titolare
sin dall’inizio. L’Udinese rispondeva con un modulo simile con
all’attaco la coppia Di Natale-Muriel . E’ al 21′ che la Roma
va in vantaggio con un gol di Lamela è Florenzi che di testa
si fa parare il tiro da Brkic dopo un cross di Totti: pallone
che rimbalza sulla traversa e viene spinto in porta da Lamela.
Si deve attendere il 17′ del secondo tempo per assistere al
pareggio dell’Udinese a segno Muriel: Maicosuel serve Muriel
nello spazio che con un bel dribbling inganna prima Burdisso e
poi Torosidis, il tiro di destro beffa Stekelenburg, pallone
sotto le gambe. Poi al 27′ espuls0 Heurtaux per un fallo duro
su Florenzi
che accentua di molto la gravità del fallo
inducendo l’arbitro in un rosso diretto, che si poteva
evitare; e al 31′
l’ammonizione per Torosidis per una
sospetta simulazione in area di rigore chiudono la partita
tra mille polemiche.
Dopo quattro minuti di recupero
decretati dall’arbitro Guida il fischio di chiusura 1-1 tra
Udinese e Roma. Partita non esaltante dal punto di vista
tecnico, bloccata e dai ritmi abbastanza lenti. La Roma dopo
il gol di
Lamela si accontenta di controllare abbastanza
agevolmente nel primo tempo, nella ripresa il pareggio di
Muriel, grazie anche a Stekelenburg che poteva fare meglio sul
gol, riaprono le attesa dell’Udinese che gioca in dieci per
l’espulsione di Heurtaux
mentre rimane inutile il forcing
finale dei giallorossi in superiorità numerica nella seconda
parte della ripresa che non approfittano del regalo arbitrale.
Mettiamoci anche il tempo con una pioggia minuta ma fastidiosa
che ha bagnato i tifosi durante tutta la partita e usciamo dal
campo con un punto strameritato per l’Udinese e un punto
arrabattato per la Roma che restano comunque entrambe legate
ancora alla speranza di dimare aggangiate all’Europa.
MERITATA VITTORIA ALMENO IN CAMPO CULINARIO PER
L’UDINESE NEL “CAMPIONATO ITALIANO DEL GUSTO”
La decima partita del “Campionato italiano del gusto”,
format turistico ideato dall’Agenzia Turismo Friuli Venezia
Giulia, che ha visto lo chef Giacomo Buzzi del ristorante “Lo
storione” di Prata di Pordenone (PN) battere lo chef romano
Angelo Onofri del ristorante “Ai spaghettari” di Roma.
Il “Magatello di vitello con sclùpit, asparagi, pomodorini e
scaglie di Travesio” vince infatti la partita del
gusto aggiudicandosi 316 punti contro i 303 assegnati ai
“Rigatoni alla Matriciana”.All’evento ha preso parte come presidente della
giuria il giornalista Gioacchino Bonsignore che ha registrato, nella cucina dello
Stadio Friuli, una puntata della rubrica Gusto di Canale 5 illustrando ai
telespettatori la ricetta del Friuli Venezia Giulia. Nell’immagine, da sinistra:
Angelo Onofri (chef del ristorante Ai spaghettari) e Giacomo Buzzi (chef del
ristorante Lo storione).
Enrico Liotti
[email protected]
®
RIPRODUZIONE RISERVATA
ULTIMO GIORNO DOMANI (sabato
9 marzo) PER YOUNG A UDINE
FIERE
Il Salone YOUNG, dedicato ai giovani e alle loro scelte future
dopo la scuola secondaria e durante il percorso universitario,
sta per arrivare al traguardo finale della 7^ edizione
riconfermando il successo e il fermento che questo evento
riscuote negli anni intercettando l’interesse di circa 2.500
studenti della provincia di Udine e di Gorizia. Del ruolo e
del positivo riscontro registrato da YOUNG sia nella
componente degli incontri (Salotti Imprese e Salotti
Professioni) sia nella sezione espositiva, sono soddisfatti,
oltre a Udine e Gorizia Fiere, anche gli altri organizzatori e
collaboratori della manifestazione: determinante e
fondamentale, infatti, è stato anche in questo caso il gioco
di squadra con l’Ufficio Scolastico Regionale-Miur per il
coinvolgimento e la sensibilizzazione di insegnanti e
studenti, con la Fondazione Crup particolarmente attenta a
investire sui giovani e sul loro futuro, con la Regione e con
le Camere di Commercio di Udine e di Gorizia fortemente
impegnate sul fronte degli incontri con cui i giovani hanno
potuto (e succederà anche domani, sabato 9 marzo) dialogare e
confrontarsi con gli imprenditori. Nella squadra di YOUNG non
poteva mancare l’Università di Udine che nella predisposizione
degli incontri/salotti con le Professioni ha saputo soddisfare
la curiosità dei ragazzi mettendoli a tu per tu con avvocati,
ingegneri, architetti, medici, psicologi, giornalisti,
ingegneri, infermieri, fisioterapisti, agronomi… Domani
(sabato) la formula propositiva e informativa di YOUNG si
replica nelle varie sale e negli stand espositivi con una
variante di interesse per quanto riguarda i Salotti Impresa
promossi dalla Cciaa di Udine con l’Azienda Ricerca &
Formazione. Nel primo e nel secondo turno di questi incontri
informali e finalizzati a rispondere in maniera diretta e
concreta agli interessi e agli interrogativi dei giovani, gli
studenti avranno l’opportunità di incontrare, ascoltare e fare
domande ad un pool di imprenditori che rappresentano le varie
categorie: in sala congressi, coordinati da Stefano Padoan,
saranno infatti presenti e pronti al dialogo-confronto i
rappresentanti del Gruppo Giovani Imprenditori della Cciaa di
Udine con Enrico Bellini della Cna, Tommaso Passoni dell’API,
Matteo Di Giusto di Confindustria, Alberto Dreossi di
Confartigianato, Gabriele De Mauro di Confcooperative e
Cristian Specogna della Coldiretti. La compresenza delle
categorie consentirà di spaziare su più settori dalla web
information all’arredamento al settore vitivinicolo. Il terzo
e ultimo turno dei salotti Impresa (dalle 11.15 alle 12.15)
vedrà invece impegnata, oltre ad Alberto Dreossi, CEO e
fondatore della società Ahun attiva nel settore informatico e
software, anche Elisabetta Parise, dinamica imprenditrice di
Confartigianato Udine e promotrice del progetto MANI, acronimo
di Mestieri Artigianali per Nuovi Imprenditori. Negli stand di
YOUNG 2013 i giovani possono ricevere informazioni e
interfacciarsi con istituzioni ed enti pubblici, con
l’Università di Udine e di Trieste, con le Forze dell’Ordine,
con le Associazioni di Categoria che fanno capo alle Camere di
Commercio di Udine e di Gorizia e con gli Istituti di
istruzione superiore e post-laurea. Nello stand della Camera
di Commercio di Gorizia, oltre alle informazioni che servono
all’aspirante imprenditore nel suo percorso durante il quale
trasformare un’idea in realtà, i giovani possono cimentarsi
con test di autovalutazione delle proprie capacità
imprenditoriali quali la propensione al rischi, concentrazione
e creatività.
ENDOMETRIOSI: IX Settimana
Europea della Consapevolezza
Tavolo informativo A.P.E
L’endometriosi lavora in silenzio. E’ subdola e invalidante.
Spesso non si sa di averla. Occorrono molti anni prima di una
diagnosi certa e intanto, chi ne è colpita, si sente sola,
smarrita, con l’autostima sottozero e i rapporti sociali, la
vita di coppia e il lavoro messi a dura prova.
Questa malattia cronica e dolorosa affligge in Italia oltre 3
milioni di donne in età fertile e nel mondo circa 150 milioni.
L’endometriosi sconvolge la vita, provoca sofferenza e paura.
Sofferenza perché può occludere le tube, creare aderenze,
distorcere gli organi riproduttivi; provocare dolori forti
durante il ciclo e l’ovulazione, dolori durante o dopo i
rapporti sessuali, dolore pelvico cronico, cistiti ricorrenti,
perdite intermestruali, colon irritabile. Paura, perché forse
non si potranno avere più figli. Da anni l’A.P.E.(Associazione
Progetto Endometriosi, (www.apeonlus.com) – un gruppo di donne
affette da endometriosi che si basa sul reciproco sostegno,
conforto e aiuto – è impegnata in un’importante campagna di
sensibilizzazione.
Durante la IX Settimana Europea della Consapevolezza
dell’Endometriosi, istituita dalla EEA (European Endometriosis
Alliance) nel 2005 come Awareness Week per accendere i
riflettori sulla malattia, che si ripete ogni anno in
concomitanza della festa della donna, il Gruppo A.PE. Onlus di
Udine ha organizzato un tavolo informativo il 9marzo.
Dalle ore 14.00 alle ore 19.00 di sabato 9 marzo, Deborah,
Elena, Paola e le altre volontarie dell’ A.P.E. Onlus saranno
presso il Centro Commerciale Friuli in Via Nazionale 127 a
Tavagnacco (Ud),
per fornire informazioni e a creare
consapevolezza in merito a questa malattia.
L’unico
modo
per
combattere
l’endometriosi
è informare e prevenire. Informare le giovani donne che non è
normale soffrire durante il ciclo, che non è normale fare
l’amore e avere dolore nel retto o sotto la pancia, che non è
normale avere sempre la cistite o il colon irritabile. Insieme
si può uscire dal silenzio e avere una vita migliore.
A.P.E. ONLUS è un’associazione senza scopo di lucro che nasce
nell’ottobre del 2005 su iniziativa di un gruppo di donne, con
esperienza di endometriosi vissuta sulla propria pelle o con
storie di volontariato attivo in altre realtà. La presidente è
Marisa Di Mizio. L’obiettivo principale di A.P.E. Onlus è
quello di diramare notizie e informazioni sulla malattia così
diffusa, ma così poco conosciuta. Attraverso il racconto di
esperienze e testimonianze si vuole porre una crescente
attenzione verso una patologia di cui gli stessi specialisti
sovente sottovalutano le diverse implicazioni. Creare una rete
di collegamento con altre associazioni per ottenere diritti e
riconoscimento da parte delle strutture pubbliche e della
legislazione per campagne di sensibilizzazione tra le donne,
in consultori e presso i medici di base.
Info: 329 3449704 – [email protected], www.apeonlus.com
Binasco incanta il Giovanni
da Udine con il classico di
“Romeo e Giulietta”.
Una tragedia immortale tinteggiata da sfumature scure e
funeree si trasforma incredibilmente in un dramma popolare, in
una vera e propria opera pop, a tratti carnevalesca, quasi
goliardica, decisamente comica: ritorna in scena, a cura della
straordinaria direzione di Valerio Binasco, la celeberrima
opera shakespeariana di Romeo e Giulietta, il capolavoro
dell’amore impossibile e irrealizzato di due giovani incantati
e sognatori, figli dell’odio implacabile di due famiglie
rivali, che nel tempo ha continuato a incantare le platee di
tutto il mondo.
Un’eccezionale produzione scenica realizzata dal Teatro
Eliseo, in collaborazione con Gloriababbi Teatro e la
Compagnia Gank, è stata proposta ieri al Giovanni da Udine per
il cartellone della Prosa nella prima delle quattro giornate
dedicate alla replica di uno spettacolo che, reduce da plurime
risposte positive da parte della critica e vincitore del
premio Ubu 2011 per la miglior regia, è riuscita a stupire il
pubblico con un taglio che per certi versi si avvicina al
neorealistico. Si tratta di una creazione che rivela la sua
irruenta carica del ludico e dell’inaspettato: essa sperimenta
un’originalissima rilettura in chiave contemporanea, sia per
quanto riguarda la rielaborazione dei testi, sia per quanto
concerne l’atmosfera, riattualizzata, e della quale si rende
necessaria un’identificazione per lo spettatore che, oltre a
cogliere le tematiche universali dell’amore, della morte,
dell’odio, della vendetta, non può che apprezzare la sottile,
ma piena, e manifesta anche in questa operazione creativa,
struttura poetica che permea tutte le scene e i dialoghi,
intessuti perfettamente all’interno di una trama,
sostanzialmente rispettosa dell’originale, e ricca di quella
forza vitale che non può che rilevare il suo carattere umano.
Il merito di questo adattamento sta proprio nell’essere
riuscito a rendere accessibile ad un pubblico eterogeneo, ma
soprattutto contemporaneo, abituato quindi ad una velocità che
spesso conduce alla noia se costretto il suo pensiero a ritmi
che non siano sostenuti, un capolavoro che per la sua natura
fortemente drammatica, e la sua ambientazione in un passato
troppo spesso liquidato e archiviato, non viene apprezzato
totalmente perché troppo lontano da un vivere quotidiano e
realmente sentito.
Una scenografia immobile, in cui la dinamicità e il movimento
tragico sono determinati soltanto dai personaggi che si
muovono sulla scena, rappresenta uno scorcio veronese, uno
spazio aperto che si apre dinnanzi alle mura delle abitazioni
dei Capuleti e dei Montecchi in cui palmizi luminosi,
parrucche, tacchi, cappelli, vesti luccicanti, alcolici, ci
fanno pensare più agli anni zero piuttosto che ad
un’ambientazione medievale. La scelta di Binasco è evidente e
non può che meravigliare e divertire allo stesso tempo: un
tentativo di innestare l’elemento satiresco nella tragedia
attraverso allusioni sessuali, battute della dimensione più
triviale dell’uomo, spesso espressioni sboccate, svelano in
realtà una modalità di avvicinamento allo spettatore che in
realtà fa pensare, nel caso in cui non ci si voglia appellare
al dotto riferimento della riproposizione del dramma satiresco
classico, a come l’attenzione dell’oggi verta sulla
disgregazione del senso del poetico e del sublime catartico.
Da segnalare lo straordinario cast di attori di primissimo
livello, tra cui le performance di Filippo Dini (Padre
Lorenzo), di Andrea Di Casa (Mercuzio), di Milva Marigliano
(balia di Giulietta) superano le aspettative, se si
considerano i ruoli secondari che ricoprono. Deniz Ozdogan
(Giulietta) riporta una freschezza e un’ingenuità assoluta
alla figura della giovane innamorata che a tratti rischia però
di apparire (volutamente?) sciocca e poco lucida. Un’opera
riscoperta che vale la pena di riconsiderare godendo questoa
nuova esperienza teatrale piena di contemporaneità.
Ingrid Leschiutta
Presentato oggi “Imparare a
vivere la strada”, il primo
manuale sull’educazione alla
mobilità
“Imparare a vivere la strada. Portfolio della mobilità sicura
e sostenibile”. Questo il titolo della pubblicazione di
centosessanta pagine, stampata in tremila copie e con un DVD
che contiene materiale didattico e filmati su percorsi di peer
education di 35 istituti scolastici regionali coinvolti dal
progetto di sicurezza stradale SicuraMENTE, che nei prossimi
mesi sarà distribuita a tutte le scuole del Friuli Venezia
Giulia, in particolare al corpo docente, per raggiungere poi
l’utenza complessiva delle scuole del primo ciclo (94.242
studenti: 17.955 infanzia, 48.915 primaria, 30.132 medie).
Presentata nella sede di FVG Strade a Udine alla presenza del
Presidente della SpA regionale Giorgio Santuz, dell’Assessore
regionale alle infrastrutture, mobilità, pianificazione
territoriale e lavori pubblici Riccardo Riccardi e del
Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Daniela
Beltrame, l’iniziativa fa parte di SicuraMENTE: un progetto di
sicurezza ed educazione stradale inter istituzionale senza
precedenti di durata triennale, che coinvolge Regione Friuli
Venezia Giulia, Ufficio scolastico Regionale, Fvg Strade,
Università di Udine e Trieste, Ass e Polizia stradale,
all’interno del quale da due anni ormai si stanno realizzando
numerose attività in tutte le scuole di ogni ordine e grado
della regione, oltre che nei confronti di altri target di
utenti della strada come ultrasessantenni, autotrasportatori e
neopatentati. Il volume, curato dall’insegnante coordinatore
di SicuraMENTE Laura Tamburini e dalla prof.ssa
dell’Università degli Studi di Trieste Loredana Czerwinsky
Domenis, ha tra le caratteristiche principali quello della
trasversalità disciplinare che include l’educazione ambientale
e alla cittadinanza attiva, la psicologia del traffico, la
percezione e la didattica della fisica, diverse attività
sperimentali e laboratoriali associate alle efficaci
metodologie didattiche della peer education e del tutoring.
Una raccolta delle best practices realizzate nelle scuole
regionali del primo ciclo, nell’ambito di “SicuraMENTE”, dalle
quali emerge come tematiche e approcci diversi possano
intrecciarsi proficuamente con l’educazione stradale e
costituire così un utile veicolo per consapevolizzare
comportamenti e abitudini corrette nel traffico. Nel testo
viene data indirettamente voce anche agli studenti delle
scuole superiori facendo riferimento ai molti elaborati
(cortometraggi, cartoon, canzoni, racconti brevi, diari,
giochi di società, siti, poster, spot, ecc.) da loro
progettati e realizzati per un concorso regionale in cui erano
invitati a predisporre del materiale informativo e di
sensibilizzazione per una ipotetica campagna promozionale
incentrata sulla mobilità sicura da proporre a coetanei o
ragazzi più giovani. L’analisi di tali produzioni, molto
eterogene, creative, fresche e spontanee permette di cogliere
la loro reale percezione di rischio e sicurezza sulla strada,
non filtrata attraverso le indicazioni spesso stereotipate
degli adulti.
In relazione alle diverse problematiche
affrontate i destinatari del volume potranno essere anche
altri oltre agli insegnanti, ai dirigenti scolastici e agli
studenti di scuole del primo ciclo; in particolare studenti
universitari, operatori del settore pedagogico, operatori
pubblici come polizie locali, amministratori e istruttori di
scuole guida, e operatori del settore sanitario sono tutti
“pubblici di riferimento” interessati.“Questa pubblicazione –
spiega il Presidente di FVG Strade Giorgio Santuz –
costituisce un importante strumento didattico per l’intero
mondo scolastico, e non solo, attraverso un approccio
innovativo e qualitativo all’educazione stradale, come tutto
il progetto SicuraMENTE, che da due anni ormai entra nelle
scuole mediante tre insegnanti dedicati e contemporaneamente
ricerca e programma azioni formative. La diffusione di queste
pratiche raccolte nel volume consentirà, anche dopo il
completamento delle azioni progettuali previste,
di
continuare a supportare
l’azione dei docenti
del Friuli
Venezia Giulia nel campo della sempre più necessaria
educazione ad una mobilità sicura e sostenibile dal punto di
vista ambientale, socio-culturale ed economico”.
“Non si
tratta di introdurre l’educazione stradale nella scuola, ove
già compare con numerose esperienze, spesso valide, portate
avanti però a livello puntuale e differenziato da numerosi
attori, tra i quali il ruolo dell’insegnante risulta a volte
marginale, a volte contingente – ha affermato il Direttore
Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Daniela Beltrame.
Si tratta piuttosto di armonizzare e coordinare le diverse
esperienze, restituendo al docente il ruolo formativo centrale
che gli compete attraverso l’inserimento di tematiche di
educazione stradale nelle diverse discipline, di acquisire e
diffondere in un numero sempre più vasto di scuole le migliori
pratiche e risorse e di dare continuità didattica alla
tematica superando l’episodicità cui la condanna l’intervento
esclusivo di personale esterno alla scuola”.
“Strada Facendo”: un gioco sulla
sicurezza stradale realizzato dai
ragazzi arriva in tutte le scuole
del FVG
Si chiama “Strada Facendo” ed è un gioco sulla sicurezza
stradale ideato da un gruppo di ragazzi della classe quarta
del Liceo G.A. Pujati di Sacile che hanno partecipato,
vincendo il primo premio nella sezione “arti figurative”, al
Concordo di Idee SicuraMENTE del 2011. Questa esperienza,
inserita anche nel volume “Imparare a vivere la strada.
Portfolio della mobilità sicura e sostenibile” ben rappresenta
lo spirito del progetto SicuraMENTE, che da oltre due anni
ormai promuove e organizza azioni di sensibilizzazione ed
educazione stradale in particolare con il metodo della “peer
education”: educazione e formazione ai bambini fatta dai
ragazzi più grandi. Per questo il tavolo di coordinamento del
progetto SicuraMENTE, composto da Regione FVG, FVG Strade SpA,
Ufficio Scolastico Regionale e Aziende per i Servizi Sanitari,
ha deciso di realizzare con funzioni didattico educative
alcuni materiali che hanno partecipato al concorso per le
scuole superiori da utilizzare per l’insegnamento ai bambini
più piccoli. Tra questi il gioco “Strada Facendo” che è stato
replicato in tremila copie e sarà distribuito in tutte le
scuole e centri di aggregazione giovanile del Friuli Venezia
Giulia.
Il Concorso di idee SicuraMENTE, che ha finora
coinvolto circa 8000 studenti
delle classi II e IV degli
istituti superiori di tutte quattro le province della regione,
prevede quattro sezioni per poter partecipare: letteraria,
figurativa, musica e spettacolo e scientifica. I lavori sono
giudicati da una commissione di esperti e sono premiati i
primi tre elaborati per ogni sezione con 2.000 euro al primo
classificato, 1.500 euro al secondo classificato e 1.000 euro
al terzo classificato. Visto il successo riscontrato ogni anno
sono coinvolti almeno 15 istituti superiori ai quali è
dedicato un calendario di appuntamenti formativi, propedeutico
al concorso, con esperti dell’Ufficio Scolastico regionale,
della Polstrada e delle sei Aziende per i Servizi Sanitari
regionali.