‘Rosso’ di John Logan AL GIOVANNI DA UDINE IL 19 MARZO Per la programmazione Cross Over in scena il 19 marzo al Teatro Giovanni da Udine : ROSSO di John Logan con Ferdinando Bruni e Alejandro Bruni Ocaña e regia, scene e costumi di Francesco Frongia. La pièce sulla vita di Mark Rothko – grande artista dell’espressionismo astratto – tradotta magistralmente in italiano da Matteo Colombo, ha già raccolto successi mondiali – dal Donmar Warehouse di Londra al Golden Theater di Brodway, aggiudicandosi 6 Tony Award nel 2010. Le luci sono disegnate da Nando Frigerio. Produzione Teatro dell’Elfo.La pièce è ispirata alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell’espressionismo astratto, che alla fine degli anni Cinquanta ottenne la più importante commissione della storia dell’arte moderna, una serie di murali per il ristorante Four Season di New York. Puntando i riflettori proprio su quel periodo, Rosso mette in scena lo scontro tra generazioni di artisti: tra Rothko, un uomo maturo che fa i conti con se stesso, e Ken, giovane allievo alla ricerca di un “padre”. Minsk 2011: dalla Bielorussia con amore (per il teatro) Frammenti di vite che non possono lasciare indifferente lo spettatore. Rappresentazione di un paese, la Bielorussia non così lontana – geograficamente parlando – dall’Italia ma dove resiste l’ultima dittatura d’Europa, dove parole come libertà di pensiero, di azione, di stampa sono solo lettere una vicino all’altra vuote di significato, dove i diritti umani vengono quotidianamente calpestati, dove le “ovvie” manifestazioni della vita di un individuo pensare, parlare, amare vengono silenziosamente soppresse. Questi sono alcuni degli argomenti toccati dal nuovo spettacolo del Belarus Free Theatre, presentato ieri sera al Palamostre (nell’ambito della rassegna Teatro Contatto – Eurovisioni), unica data italiana. E’ “Minsk 2011. A reply to Kathy Acker”. La piece è la risposta al racconto NYC 1979 dove la scrittrice spiegava i cambiamenti sociali dell’America attraverso la sessualità. Così i Belarus prendono spunto dalla Acker per raccontare i mutamenti che avvengono in Bielorussia e le conseguenze degli stessi sulla vita intima delle persone. La repressione non riesce però a far smettere il battito del cuore di uomini e donne che cercano in tutti i modi di vivere e di esprimersi: la notte diventa il nuovo giorno dove ci si cerca di abbracciare, toccare, frequentare locali per gay e lesbiche. Così anche le cicatrici diventano sexy e “Minsk è la città più sexy del mondo”. Tutto si svolge, quindi, sotto l’occhio o meglio il manganello di Lukashenko, colui che è al potere dal 1994 grazie a elezioni “pilotate” e che ha modificato la costituzione per stare al potere il più a lungo possibile. Gli attori mettono in scena esperienze di vita vera, provate sulla propria pelle. C’è chi ha perso il lavoro, chi è sotto controllo, chi è nella black list come la fondatrice dei Belarus costretta a vivere a Londra. Perchè tutto ciò che è in scena è quello che vivono gli abitanti di Minsk e gli attori per poter fare teatro sono costretti alla clandestinità, a rappresentare le loro storie nella cantine, negli appartamenti dando appuntamento agli spettatori grazie al passa parola. Tutto ciò che non possono dire in patria è però ascoltato fuori dalla mura domestiche dove possono rappresentare i loro spettacoli e dare voce a un disagio profondo quanto diffuso. Grido che è ascoltato nel mondo come ad esempio in Gran Bretagna da attori quali Tom Stoppard e Jude Law, che si è unito ai manifestanti in strada contro il regime dittatoriale e per la liberazione dei prigionieri politici bielorussi. Di certo rimarrebbe sordo a questi appelli l’ex premier italiano Berlusconi, capace di dire di Lukashenko che «la sua gente la ama e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni, che sono sotto gli occhi di tutti, che noi apprezziamo e conosciamo». Il primo incontro ufficiale tra Berlusconi e l'”amico” Lukashenko avvenne nell’aprile 2009: era dal 1995 un capo di governo europeo non accoglieva Lukashenko nella sua capitale. Maria Teresa Ruotolo SPETTRI di IBSEN dal 12 al 14 marzo Politeama Rossetti Una pioggia battente e cupa accompagna la messinscena di Spettri di Henrik Ibsen che ritorna a dare voce a moderne inquietudini interiori grazie alla nuova regia di Cristina Pezzoli. Una pioggia assillante, dunque, avvolge l’algido spazio scenico ed i personaggi della tragedia che anelano invece – anche sul piano metafisico – ad un raggio di sole, come invoca Osvald nella sua ultima, toccante battuta. Osvald è il rampollo di una famiglia borghese, quella degli Alving: la madre, Helene, vedova da molti anni, lo ha sempre tenuto all’oscuro della vera natura del padre, cinico e dissoluto, nella speranza di donargli la serenità. Osvald vive a Parigi, fa il pittore, e ritorna nella città natale per partecipare all’inaugurazione di un orfanotrofio che la madre ha fatto erigere alla memoria del marito. Ipocrisia a fin di bene quella della Signora Alving, meno nobile invece quella del pastore Manders, subito pronto a mostrare turbamento – ma solo di facciata – per le rivelazioni di Osvald sulla frivola vita parigina, e per le sue avances alla giovane cameriera Regina. Ecco, potrebbe essere lei l’ultimo raggio di luce nelle tenebre dell’animo di Osvald, conscio di essere vittima di una malattia – ereditata dal padre – che lo condurrà alla pazzia: ma la Signora Alving sarà costretta a negargli anche questa gioia, rivelando alla giovane la sua vera origine, di essere cioè figlia naturale dello stesso, colpevole, padre di Osvald… Stroncato sul nascere il loro sentimento, Regine è costretta a votarsi a un non roseo destino, mentre a Osvald non resta che affidare alla madre una dose letale di morfina con cui la prega di sollevarlo dall’ebetismo, fase terminale della sua malattia. Ma chissà se la madre potrà mai attuare quel drammatico desiderio… Follia, colpe irrisolte, incesto e verità terribili: Ibsen scuote le fondamenta del teatro borghese e illumina l’interiorità confusa dei suoi personaggi, capaci contemporaneamente di possedere la statura dei protagonisti classici e l’inquietudine dei moderni. Per restituirci uno dei più rivoluzionari drammi ottocenteschi – a lungo fu proibito nei teatri norvegesi per la sua scabrosità, mentre ad Edvard Munch ispirò alcuni bozzetti di scena – Cristina Pezzoli ha lavorato con i bravissimi attori dello Stabile di Bolzano, molto lodati dalla critica: Patrizia Milani, che incarnerà una tormentata Helene Alving, Carlo Simoni che applaudiremo nei panni del pastore, e Fausto Paravidino – uno dei talenti attoriali e drammaturgici più interessanti della scena italiana – che darà vita a un Osvald attuale e lontano dai clichés. Di: Henrik Ibsen traduzione di: Franco Perrelli elaborazione drammaturgica di: Letizia Russo Scene: Giacomo Andrico Costumi: Rosanna Monti video di: Mario Flandoli Regia: Cristina Pezzoli Produzione: Teatro Stabile di Bolzano Interpreti: Patrizia Milani, Carlo Simoni, Alvise Battain, Fausto Paravidino, Valentina Brusaferro Spettri va in scena per il cartellone Prosa dello Stabile regionale da martedì12 a giovedì 14 marzo: due recite sono serali (20.30) mentre quella di mercoledì è pomeridiana con inizio alle 16. Informazioni e biglietti per lo spettacolo sono disponibili presso i consueti punti vendita dello Stabile regionale, sul sito www.ilrossetti.it. Per informazioni si può contattare anche il centralino del Teatro allo 040.3593511. Il Macbeth verdiano trionfa al Teatro Verdi di Trieste Dal nostro inviato a Trieste Recensione – Macbeth è un’opera sfuggente in cui al tragico si mescolano il grottesco e il brutto, inteso come categoria estetica, nel creare un ritratto quasi ironico – o meglio una caricatura – delle miserie umane. Un’opera di eccessi ed estremi, travolgente nella musica e teatralmente indecifrabile in ragione dello sconfinato panorama di chiavi di lettura possibili, dei contorni sfumati che separano la sete di potere dal male fine a se stesso, il soprannaturale dal delirio psicotico. Lo sa bene il regista Henning Brockhaus, autore dello spettacolo in scena al Teatro Verdi di Trieste, con le scenografie di Josef Svoboda riprese da Benito Leonori. Un Macbeth che si inserisce nella tradizione, privo di stravolgimenti ma ricco di idee. Le scene calano la vicenda in un contesto cupo e decadente, ricettacolo di un’umanità barbara, svilita e corrotta in cui la brama di potere è solo uno dei tanti aspetti di un male serpeggiante e irrazionale che travolge tutti inesorabilmente, dai coniugi Macbeth al giovane Fleanzio. Pochi elementi in scena, il sapiente uso di proiezioni e giochi di luce, restituiscono uno spettacolo suggestivo ed inquietante, giocato sui dettagli piuttosto che sull’effetto immediato, che non è comunque mancato dove necessario, come nella scena del brindisi con l’apparizione del fantasma di Banco. Meno avvincente è parsa la caratterizzazione psicologica di alcuni personaggi, soprattutto per Lady Macbeth, risolta, con la complicità del soprano, a senso unico. Sul versante musicale lo spettacolo convinceva completamente. Merito soprattutto di Giampaolo Bisanti che, alla guida di un’ottima orchestra, offriva una lettura vibrante, ricca di senso della narrazione e curatissima nel suono. Il maestro sapeva unire al ritmo teatrale, sempre incalzante, la giusta tinta orchestrale nonché un’eccellente precisione musicale e compattezza. Fabián Veloz era un buon Macbeth, forte di una vocalità preziosa per timbro e volume, ben modulata in un canto chiaroscurato e partecipe. Il baritono ha offerto un personaggio cesellato fin nel minimo particolare, scavato sia musicalmente che nella psicologia, un Macbeth pavido e debole, vittima della propria insicurezza ancor prima che della consorte. Consorte che aveva voce e sembianze del soprano greco Dimitra Theodossiou, cantante dotata di strumento ampio e sonoro, impiegato in un canto impeccabile e preciso, vario nei colori e misurato nel gusto (mentre a volte la recitazione è parsa eccessivamente caricata). Piaceva Paolo Battaglia, Banco intenso e partecipe ma non sempre irreprensibile nel canto. Sicuro e spavaldo Armaldo Kllogjeri, Macduff di bella voce e solida musicalità. Buona la prova di Giacomo Patti, Malcolm, positive tutte le parti minori con particolare menzione per la Dama di Sharon Pierfederici e il medico di Dario Giorgelè. Va reso merito all’ottima prova del coro del teatro triestino, parte fondamentale nell’opera verdiana, protagonista di una prova maiuscola. Paolo Locatelli [email protected] © Riproduzione riservata RAPHAEL GUALAZZI:Martedì 7 maggio – UDINE, Teatro Nuovo Giovanni da Udine Autore, compositore, arrangiatore, produttore, RAPHAEL GUALAZZI, dopo due anni lontano dalle scene, prepara il suo grande ritorno con un nuovo disco e un nuovo tour in partenza, che lo porterà a toccare le principali città italiane della nostra penisola, e che sarà a Udinemartedì 7 maggio, al TEATRO NUOVO GIOVANNI DA UDINE, per l’unica esclusiva data in Friuli Venezia Giulia. HAPPY MISTAKE, questo il titolo del nuovo capitolo della carriera dell’artista, che arriva dopo i fortunati LOVE OUTSIDE THE WINDOWS (2006) e REALITY AND FANTASY (del 2011), tour che ha visto anche la sua ultima applaudita apparizione nella nostra regione, proprio nel luglio 2011 al Grado Festival – Ospiti d’Autore. Il nuovo grande ritorno live di RAPHAEL GUALAZZI è organizzato da Azalea Promotion, in collaborazione con il Comune di Udine e il Teatro Nuovo Giovanni da Udine. La particolarissima musica di Raphael nasce dalla fusione della tecnica ragtime dei primi anni del ‘900 con la liricità del blues, del soul e del jazz nelle loro forme più tradizionali, e si miscela con influenze più recenti e innovative assorbite da artisti quali Jamiroquai e Ben Harper. Il risultato è magico e unico, un marchio di fabbrica inconfondibile, che fa di lui un artista e compositore poliedrico, oltre che un eccellente cantante e pianista. Nel nuovo disco HAPPY MISTAKE, in uscita per Sugar il prossimo 14 febbraio, l’artista urbinate si dimostra riflessivo e nello stesso tempo appassionato, timido ma incontenibile: un vero e proprio “artigiano della musica” con un amore viscerale per il jazz e il blues. Il nuovo lavoro si comporrà di tredici brani ricchi di idee, invenzioni, dettagli che rompono gli schemi e spiazzano l’ascoltatore, tra soul, gospel, country, blues, rock e l’immancabile jazz. Il nuovo viaggio musicale HAPPY MISTAKE TOUR (prodotto da Massimo Levantini per Live Nation), prenderà il via dal Teatro La Fenice di Senigallia il prossimo 6 aprile, per poi toccare Milano, Genova, Trento, Firenze, Roma, Napoli, Lecce, Torino, Verona, Padova, Bologna, Pescara e ovviamente UDINE, il 7 maggio. RAPAHEL GUALAZZI sarà accompagnato sul palco da 9 musicisti, 8 dei quali francesi tra cui 3 coriste, in uno spettacolo dinamico e sfaccettato, che alterna atmosfere suggestive a momenti dall’energia intensa e travolgente sulle linee del blues e del jazz, con incursioni nel gospel e nel soul, ma anche nel rock e nel country. I biglietti per il concerto (prezzi a partire da 20 Euro più diritto di prevendita) sono in vendita nei punti autorizzati Azalea Promotion, nelle biglietterie del Teatro Nuovo Giovanni da Udine e sul circuito online www.ticketone.it. PER INFORMAZIONI SUL CONCERTO DEL 7 MAGGIO 2013 A UDINE: Azalea Promotion tel. +39 0431 510393 – www.azalea.it – [email protected] Teatro Nuovo Giovanni da Udine tel. +39 0432 248418 – www.teatroudine.it – [email protected] CON LE ZEBRETTE AL FRIULI NON SI PASSA: UDINESE ROMA 1-1!!!!!!!! Roma smuove la classifica con un solo punto e spera ancora per la Champions. L’ Udinese non perde e resta ancora in tema Europa. Grande squadra la Roma, ma splendida Udinese nonostante l’inesperienza, come lo stesso Guidolin ha commentato a fine partita. La partita inizia con i due capitani eterni cannonieri, che invece sono rimasti a secco. Non solo ma entrambi hanno lasciato il campo prima della fine della partita.Roma a 44 punti, Udinese a 41. Occasione persa per entrambe. La Roma si è presentata con la coppia d’attacco Totti-Lamela ed una formazione inedita con Perrotta titolare sin dall’inizio. L’Udinese rispondeva con un modulo simile con all’attaco la coppia Di Natale-Muriel . E’ al 21′ che la Roma va in vantaggio con un gol di Lamela è Florenzi che di testa si fa parare il tiro da Brkic dopo un cross di Totti: pallone che rimbalza sulla traversa e viene spinto in porta da Lamela. Si deve attendere il 17′ del secondo tempo per assistere al pareggio dell’Udinese a segno Muriel: Maicosuel serve Muriel nello spazio che con un bel dribbling inganna prima Burdisso e poi Torosidis, il tiro di destro beffa Stekelenburg, pallone sotto le gambe. Poi al 27′ espuls0 Heurtaux per un fallo duro su Florenzi che accentua di molto la gravità del fallo inducendo l’arbitro in un rosso diretto, che si poteva evitare; e al 31′ l’ammonizione per Torosidis per una sospetta simulazione in area di rigore chiudono la partita tra mille polemiche. Dopo quattro minuti di recupero decretati dall’arbitro Guida il fischio di chiusura 1-1 tra Udinese e Roma. Partita non esaltante dal punto di vista tecnico, bloccata e dai ritmi abbastanza lenti. La Roma dopo il gol di Lamela si accontenta di controllare abbastanza agevolmente nel primo tempo, nella ripresa il pareggio di Muriel, grazie anche a Stekelenburg che poteva fare meglio sul gol, riaprono le attesa dell’Udinese che gioca in dieci per l’espulsione di Heurtaux mentre rimane inutile il forcing finale dei giallorossi in superiorità numerica nella seconda parte della ripresa che non approfittano del regalo arbitrale. Mettiamoci anche il tempo con una pioggia minuta ma fastidiosa che ha bagnato i tifosi durante tutta la partita e usciamo dal campo con un punto strameritato per l’Udinese e un punto arrabattato per la Roma che restano comunque entrambe legate ancora alla speranza di dimare aggangiate all’Europa. MERITATA VITTORIA ALMENO IN CAMPO CULINARIO PER L’UDINESE NEL “CAMPIONATO ITALIANO DEL GUSTO” La decima partita del “Campionato italiano del gusto”, format turistico ideato dall’Agenzia Turismo Friuli Venezia Giulia, che ha visto lo chef Giacomo Buzzi del ristorante “Lo storione” di Prata di Pordenone (PN) battere lo chef romano Angelo Onofri del ristorante “Ai spaghettari” di Roma. Il “Magatello di vitello con sclùpit, asparagi, pomodorini e scaglie di Travesio” vince infatti la partita del gusto aggiudicandosi 316 punti contro i 303 assegnati ai “Rigatoni alla Matriciana”.All’evento ha preso parte come presidente della giuria il giornalista Gioacchino Bonsignore che ha registrato, nella cucina dello Stadio Friuli, una puntata della rubrica Gusto di Canale 5 illustrando ai telespettatori la ricetta del Friuli Venezia Giulia. Nell’immagine, da sinistra: Angelo Onofri (chef del ristorante Ai spaghettari) e Giacomo Buzzi (chef del ristorante Lo storione). Enrico Liotti [email protected] ® RIPRODUZIONE RISERVATA ULTIMO GIORNO DOMANI (sabato 9 marzo) PER YOUNG A UDINE FIERE Il Salone YOUNG, dedicato ai giovani e alle loro scelte future dopo la scuola secondaria e durante il percorso universitario, sta per arrivare al traguardo finale della 7^ edizione riconfermando il successo e il fermento che questo evento riscuote negli anni intercettando l’interesse di circa 2.500 studenti della provincia di Udine e di Gorizia. Del ruolo e del positivo riscontro registrato da YOUNG sia nella componente degli incontri (Salotti Imprese e Salotti Professioni) sia nella sezione espositiva, sono soddisfatti, oltre a Udine e Gorizia Fiere, anche gli altri organizzatori e collaboratori della manifestazione: determinante e fondamentale, infatti, è stato anche in questo caso il gioco di squadra con l’Ufficio Scolastico Regionale-Miur per il coinvolgimento e la sensibilizzazione di insegnanti e studenti, con la Fondazione Crup particolarmente attenta a investire sui giovani e sul loro futuro, con la Regione e con le Camere di Commercio di Udine e di Gorizia fortemente impegnate sul fronte degli incontri con cui i giovani hanno potuto (e succederà anche domani, sabato 9 marzo) dialogare e confrontarsi con gli imprenditori. Nella squadra di YOUNG non poteva mancare l’Università di Udine che nella predisposizione degli incontri/salotti con le Professioni ha saputo soddisfare la curiosità dei ragazzi mettendoli a tu per tu con avvocati, ingegneri, architetti, medici, psicologi, giornalisti, ingegneri, infermieri, fisioterapisti, agronomi… Domani (sabato) la formula propositiva e informativa di YOUNG si replica nelle varie sale e negli stand espositivi con una variante di interesse per quanto riguarda i Salotti Impresa promossi dalla Cciaa di Udine con l’Azienda Ricerca & Formazione. Nel primo e nel secondo turno di questi incontri informali e finalizzati a rispondere in maniera diretta e concreta agli interessi e agli interrogativi dei giovani, gli studenti avranno l’opportunità di incontrare, ascoltare e fare domande ad un pool di imprenditori che rappresentano le varie categorie: in sala congressi, coordinati da Stefano Padoan, saranno infatti presenti e pronti al dialogo-confronto i rappresentanti del Gruppo Giovani Imprenditori della Cciaa di Udine con Enrico Bellini della Cna, Tommaso Passoni dell’API, Matteo Di Giusto di Confindustria, Alberto Dreossi di Confartigianato, Gabriele De Mauro di Confcooperative e Cristian Specogna della Coldiretti. La compresenza delle categorie consentirà di spaziare su più settori dalla web information all’arredamento al settore vitivinicolo. Il terzo e ultimo turno dei salotti Impresa (dalle 11.15 alle 12.15) vedrà invece impegnata, oltre ad Alberto Dreossi, CEO e fondatore della società Ahun attiva nel settore informatico e software, anche Elisabetta Parise, dinamica imprenditrice di Confartigianato Udine e promotrice del progetto MANI, acronimo di Mestieri Artigianali per Nuovi Imprenditori. Negli stand di YOUNG 2013 i giovani possono ricevere informazioni e interfacciarsi con istituzioni ed enti pubblici, con l’Università di Udine e di Trieste, con le Forze dell’Ordine, con le Associazioni di Categoria che fanno capo alle Camere di Commercio di Udine e di Gorizia e con gli Istituti di istruzione superiore e post-laurea. Nello stand della Camera di Commercio di Gorizia, oltre alle informazioni che servono all’aspirante imprenditore nel suo percorso durante il quale trasformare un’idea in realtà, i giovani possono cimentarsi con test di autovalutazione delle proprie capacità imprenditoriali quali la propensione al rischi, concentrazione e creatività. ENDOMETRIOSI: IX Settimana Europea della Consapevolezza Tavolo informativo A.P.E L’endometriosi lavora in silenzio. E’ subdola e invalidante. Spesso non si sa di averla. Occorrono molti anni prima di una diagnosi certa e intanto, chi ne è colpita, si sente sola, smarrita, con l’autostima sottozero e i rapporti sociali, la vita di coppia e il lavoro messi a dura prova. Questa malattia cronica e dolorosa affligge in Italia oltre 3 milioni di donne in età fertile e nel mondo circa 150 milioni. L’endometriosi sconvolge la vita, provoca sofferenza e paura. Sofferenza perché può occludere le tube, creare aderenze, distorcere gli organi riproduttivi; provocare dolori forti durante il ciclo e l’ovulazione, dolori durante o dopo i rapporti sessuali, dolore pelvico cronico, cistiti ricorrenti, perdite intermestruali, colon irritabile. Paura, perché forse non si potranno avere più figli. Da anni l’A.P.E.(Associazione Progetto Endometriosi, (www.apeonlus.com) – un gruppo di donne affette da endometriosi che si basa sul reciproco sostegno, conforto e aiuto – è impegnata in un’importante campagna di sensibilizzazione. Durante la IX Settimana Europea della Consapevolezza dell’Endometriosi, istituita dalla EEA (European Endometriosis Alliance) nel 2005 come Awareness Week per accendere i riflettori sulla malattia, che si ripete ogni anno in concomitanza della festa della donna, il Gruppo A.PE. Onlus di Udine ha organizzato un tavolo informativo il 9marzo. Dalle ore 14.00 alle ore 19.00 di sabato 9 marzo, Deborah, Elena, Paola e le altre volontarie dell’ A.P.E. Onlus saranno presso il Centro Commerciale Friuli in Via Nazionale 127 a Tavagnacco (Ud), per fornire informazioni e a creare consapevolezza in merito a questa malattia. L’unico modo per combattere l’endometriosi è informare e prevenire. Informare le giovani donne che non è normale soffrire durante il ciclo, che non è normale fare l’amore e avere dolore nel retto o sotto la pancia, che non è normale avere sempre la cistite o il colon irritabile. Insieme si può uscire dal silenzio e avere una vita migliore. A.P.E. ONLUS è un’associazione senza scopo di lucro che nasce nell’ottobre del 2005 su iniziativa di un gruppo di donne, con esperienza di endometriosi vissuta sulla propria pelle o con storie di volontariato attivo in altre realtà. La presidente è Marisa Di Mizio. L’obiettivo principale di A.P.E. Onlus è quello di diramare notizie e informazioni sulla malattia così diffusa, ma così poco conosciuta. Attraverso il racconto di esperienze e testimonianze si vuole porre una crescente attenzione verso una patologia di cui gli stessi specialisti sovente sottovalutano le diverse implicazioni. Creare una rete di collegamento con altre associazioni per ottenere diritti e riconoscimento da parte delle strutture pubbliche e della legislazione per campagne di sensibilizzazione tra le donne, in consultori e presso i medici di base. Info: 329 3449704 – [email protected], www.apeonlus.com Binasco incanta il Giovanni da Udine con il classico di “Romeo e Giulietta”. Una tragedia immortale tinteggiata da sfumature scure e funeree si trasforma incredibilmente in un dramma popolare, in una vera e propria opera pop, a tratti carnevalesca, quasi goliardica, decisamente comica: ritorna in scena, a cura della straordinaria direzione di Valerio Binasco, la celeberrima opera shakespeariana di Romeo e Giulietta, il capolavoro dell’amore impossibile e irrealizzato di due giovani incantati e sognatori, figli dell’odio implacabile di due famiglie rivali, che nel tempo ha continuato a incantare le platee di tutto il mondo. Un’eccezionale produzione scenica realizzata dal Teatro Eliseo, in collaborazione con Gloriababbi Teatro e la Compagnia Gank, è stata proposta ieri al Giovanni da Udine per il cartellone della Prosa nella prima delle quattro giornate dedicate alla replica di uno spettacolo che, reduce da plurime risposte positive da parte della critica e vincitore del premio Ubu 2011 per la miglior regia, è riuscita a stupire il pubblico con un taglio che per certi versi si avvicina al neorealistico. Si tratta di una creazione che rivela la sua irruenta carica del ludico e dell’inaspettato: essa sperimenta un’originalissima rilettura in chiave contemporanea, sia per quanto riguarda la rielaborazione dei testi, sia per quanto concerne l’atmosfera, riattualizzata, e della quale si rende necessaria un’identificazione per lo spettatore che, oltre a cogliere le tematiche universali dell’amore, della morte, dell’odio, della vendetta, non può che apprezzare la sottile, ma piena, e manifesta anche in questa operazione creativa, struttura poetica che permea tutte le scene e i dialoghi, intessuti perfettamente all’interno di una trama, sostanzialmente rispettosa dell’originale, e ricca di quella forza vitale che non può che rilevare il suo carattere umano. Il merito di questo adattamento sta proprio nell’essere riuscito a rendere accessibile ad un pubblico eterogeneo, ma soprattutto contemporaneo, abituato quindi ad una velocità che spesso conduce alla noia se costretto il suo pensiero a ritmi che non siano sostenuti, un capolavoro che per la sua natura fortemente drammatica, e la sua ambientazione in un passato troppo spesso liquidato e archiviato, non viene apprezzato totalmente perché troppo lontano da un vivere quotidiano e realmente sentito. Una scenografia immobile, in cui la dinamicità e il movimento tragico sono determinati soltanto dai personaggi che si muovono sulla scena, rappresenta uno scorcio veronese, uno spazio aperto che si apre dinnanzi alle mura delle abitazioni dei Capuleti e dei Montecchi in cui palmizi luminosi, parrucche, tacchi, cappelli, vesti luccicanti, alcolici, ci fanno pensare più agli anni zero piuttosto che ad un’ambientazione medievale. La scelta di Binasco è evidente e non può che meravigliare e divertire allo stesso tempo: un tentativo di innestare l’elemento satiresco nella tragedia attraverso allusioni sessuali, battute della dimensione più triviale dell’uomo, spesso espressioni sboccate, svelano in realtà una modalità di avvicinamento allo spettatore che in realtà fa pensare, nel caso in cui non ci si voglia appellare al dotto riferimento della riproposizione del dramma satiresco classico, a come l’attenzione dell’oggi verta sulla disgregazione del senso del poetico e del sublime catartico. Da segnalare lo straordinario cast di attori di primissimo livello, tra cui le performance di Filippo Dini (Padre Lorenzo), di Andrea Di Casa (Mercuzio), di Milva Marigliano (balia di Giulietta) superano le aspettative, se si considerano i ruoli secondari che ricoprono. Deniz Ozdogan (Giulietta) riporta una freschezza e un’ingenuità assoluta alla figura della giovane innamorata che a tratti rischia però di apparire (volutamente?) sciocca e poco lucida. Un’opera riscoperta che vale la pena di riconsiderare godendo questoa nuova esperienza teatrale piena di contemporaneità. Ingrid Leschiutta Presentato oggi “Imparare a vivere la strada”, il primo manuale sull’educazione alla mobilità “Imparare a vivere la strada. Portfolio della mobilità sicura e sostenibile”. Questo il titolo della pubblicazione di centosessanta pagine, stampata in tremila copie e con un DVD che contiene materiale didattico e filmati su percorsi di peer education di 35 istituti scolastici regionali coinvolti dal progetto di sicurezza stradale SicuraMENTE, che nei prossimi mesi sarà distribuita a tutte le scuole del Friuli Venezia Giulia, in particolare al corpo docente, per raggiungere poi l’utenza complessiva delle scuole del primo ciclo (94.242 studenti: 17.955 infanzia, 48.915 primaria, 30.132 medie). Presentata nella sede di FVG Strade a Udine alla presenza del Presidente della SpA regionale Giorgio Santuz, dell’Assessore regionale alle infrastrutture, mobilità, pianificazione territoriale e lavori pubblici Riccardo Riccardi e del Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Daniela Beltrame, l’iniziativa fa parte di SicuraMENTE: un progetto di sicurezza ed educazione stradale inter istituzionale senza precedenti di durata triennale, che coinvolge Regione Friuli Venezia Giulia, Ufficio scolastico Regionale, Fvg Strade, Università di Udine e Trieste, Ass e Polizia stradale, all’interno del quale da due anni ormai si stanno realizzando numerose attività in tutte le scuole di ogni ordine e grado della regione, oltre che nei confronti di altri target di utenti della strada come ultrasessantenni, autotrasportatori e neopatentati. Il volume, curato dall’insegnante coordinatore di SicuraMENTE Laura Tamburini e dalla prof.ssa dell’Università degli Studi di Trieste Loredana Czerwinsky Domenis, ha tra le caratteristiche principali quello della trasversalità disciplinare che include l’educazione ambientale e alla cittadinanza attiva, la psicologia del traffico, la percezione e la didattica della fisica, diverse attività sperimentali e laboratoriali associate alle efficaci metodologie didattiche della peer education e del tutoring. Una raccolta delle best practices realizzate nelle scuole regionali del primo ciclo, nell’ambito di “SicuraMENTE”, dalle quali emerge come tematiche e approcci diversi possano intrecciarsi proficuamente con l’educazione stradale e costituire così un utile veicolo per consapevolizzare comportamenti e abitudini corrette nel traffico. Nel testo viene data indirettamente voce anche agli studenti delle scuole superiori facendo riferimento ai molti elaborati (cortometraggi, cartoon, canzoni, racconti brevi, diari, giochi di società, siti, poster, spot, ecc.) da loro progettati e realizzati per un concorso regionale in cui erano invitati a predisporre del materiale informativo e di sensibilizzazione per una ipotetica campagna promozionale incentrata sulla mobilità sicura da proporre a coetanei o ragazzi più giovani. L’analisi di tali produzioni, molto eterogene, creative, fresche e spontanee permette di cogliere la loro reale percezione di rischio e sicurezza sulla strada, non filtrata attraverso le indicazioni spesso stereotipate degli adulti. In relazione alle diverse problematiche affrontate i destinatari del volume potranno essere anche altri oltre agli insegnanti, ai dirigenti scolastici e agli studenti di scuole del primo ciclo; in particolare studenti universitari, operatori del settore pedagogico, operatori pubblici come polizie locali, amministratori e istruttori di scuole guida, e operatori del settore sanitario sono tutti “pubblici di riferimento” interessati.“Questa pubblicazione – spiega il Presidente di FVG Strade Giorgio Santuz – costituisce un importante strumento didattico per l’intero mondo scolastico, e non solo, attraverso un approccio innovativo e qualitativo all’educazione stradale, come tutto il progetto SicuraMENTE, che da due anni ormai entra nelle scuole mediante tre insegnanti dedicati e contemporaneamente ricerca e programma azioni formative. La diffusione di queste pratiche raccolte nel volume consentirà, anche dopo il completamento delle azioni progettuali previste, di continuare a supportare l’azione dei docenti del Friuli Venezia Giulia nel campo della sempre più necessaria educazione ad una mobilità sicura e sostenibile dal punto di vista ambientale, socio-culturale ed economico”. “Non si tratta di introdurre l’educazione stradale nella scuola, ove già compare con numerose esperienze, spesso valide, portate avanti però a livello puntuale e differenziato da numerosi attori, tra i quali il ruolo dell’insegnante risulta a volte marginale, a volte contingente – ha affermato il Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale Daniela Beltrame. Si tratta piuttosto di armonizzare e coordinare le diverse esperienze, restituendo al docente il ruolo formativo centrale che gli compete attraverso l’inserimento di tematiche di educazione stradale nelle diverse discipline, di acquisire e diffondere in un numero sempre più vasto di scuole le migliori pratiche e risorse e di dare continuità didattica alla tematica superando l’episodicità cui la condanna l’intervento esclusivo di personale esterno alla scuola”. “Strada Facendo”: un gioco sulla sicurezza stradale realizzato dai ragazzi arriva in tutte le scuole del FVG Si chiama “Strada Facendo” ed è un gioco sulla sicurezza stradale ideato da un gruppo di ragazzi della classe quarta del Liceo G.A. Pujati di Sacile che hanno partecipato, vincendo il primo premio nella sezione “arti figurative”, al Concordo di Idee SicuraMENTE del 2011. Questa esperienza, inserita anche nel volume “Imparare a vivere la strada. Portfolio della mobilità sicura e sostenibile” ben rappresenta lo spirito del progetto SicuraMENTE, che da oltre due anni ormai promuove e organizza azioni di sensibilizzazione ed educazione stradale in particolare con il metodo della “peer education”: educazione e formazione ai bambini fatta dai ragazzi più grandi. Per questo il tavolo di coordinamento del progetto SicuraMENTE, composto da Regione FVG, FVG Strade SpA, Ufficio Scolastico Regionale e Aziende per i Servizi Sanitari, ha deciso di realizzare con funzioni didattico educative alcuni materiali che hanno partecipato al concorso per le scuole superiori da utilizzare per l’insegnamento ai bambini più piccoli. Tra questi il gioco “Strada Facendo” che è stato replicato in tremila copie e sarà distribuito in tutte le scuole e centri di aggregazione giovanile del Friuli Venezia Giulia. Il Concorso di idee SicuraMENTE, che ha finora coinvolto circa 8000 studenti delle classi II e IV degli istituti superiori di tutte quattro le province della regione, prevede quattro sezioni per poter partecipare: letteraria, figurativa, musica e spettacolo e scientifica. I lavori sono giudicati da una commissione di esperti e sono premiati i primi tre elaborati per ogni sezione con 2.000 euro al primo classificato, 1.500 euro al secondo classificato e 1.000 euro al terzo classificato. Visto il successo riscontrato ogni anno sono coinvolti almeno 15 istituti superiori ai quali è dedicato un calendario di appuntamenti formativi, propedeutico al concorso, con esperti dell’Ufficio Scolastico regionale, della Polstrada e delle sei Aziende per i Servizi Sanitari regionali.