Prefazione e Premessa - Gli investimenti delle mafie

Prefazione
Il rapporto “Gli investimenti delle mafie” giunge a coronamento di un ambizioso progetto di studio sugli
investimenti della criminalità organizzata nell’economia globalizzata, ideato e finanziato dal “Programma
Operativo Nazionale Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza 2007-2013”, Programma
cofinanziato dall’Unione Europea e gestito dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza,
destinato a Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, avente lo scopo di diffondere le migliori condizioni di
sicurezza, giustizia e legalità in quei territori penalizzati dalla presenza pervasiva della criminalità e così
sostenerli in un virtuoso processo di crescita economica e sociale.
Vaste aree del Meridione d’Italia, infatti, sono frenate nello sviluppo dalla negativa influenza esercitata dal
dispiegarsi di fenomeni delinquenziali organizzati, che condizionano sia i cittadini, sia le imprese, impedendo
il conseguimento di una migliore qualità della vita e rallentando la crescita delle attività produttive legali.
Il crimine organizzato di matrice mafiosa mette oggi in campo vere e proprie holding finanziarie per riciclare
le ingenti ricchezze illecitamente accumulate. Tali strutture, attraverso modalità operative calibrate alle
realtà economico-sociali da aggredire, si infiltrano nell’economia legale e, inquinando il “libero mercato”,
soffocano il tessuto produttivo sano. E tale abietta strategia non è sperimentata soltanto in quei territori
del Sud, ma è anche esportata nelle aree più ricche del Paese e all’estero, approfittando delle opportunità
offerte dalla globalizzazione dei mercati.
Le riflessioni su questi temi hanno persuaso la struttura di gestione del “PON Sicurezza” che gli interventi
finanziari comunitari non possono che essere inseriti in una strategia di azione globale. Occorre perseguire,
perciò, un obiettivo di sicurezza intesa in senso ampio, non limitato alla prevenzione e alla repressione
dei reati – attività di diretta responsabilità della magistratura e delle forze di polizia – ma esteso alla
creazione delle condizioni più propizie allo sviluppo economico, all’occupazione e al benessere collettivo,
coinvolgendo in tale impegno anche le amministrazioni locali e tutte le espressioni della società civile,
così da incidere sul rapporto di reciproca interrelazione tra diffusione della criminalità e mancato sviluppo
economico-sociale.
Nel solco di tale strategia s’inserisce uno dei punti di forza del “PON Sicurezza”: il finanziamento di progetti
indirizzati a sostenere il reimpiego a fini sociali dei beni confiscati alla criminalità organizzata e al loro
reinserimento nel circuito produttivo legale.
In tale ambito si colloca il progetto di studio affidato a Transcrime, avente l’obiettivo di analizzare le strategie
d’investimento delle organizzazioni criminali e definire le “best practices” di riutilizzo dei beni confiscati.
Questo rapporto, infatti, muove dall’analisi delle informazioni e dei dati riguardanti i beni confiscati alle
organizzazioni criminali eseguita sistematicamente e con metodo scientifico, allo scopo di studiare
l’andamento e la localizzazione degli investimenti delle organizzazioni, quale indice della loro capacità di
inquinare i territori e le realtà sociali: quadro conoscitivo indispensabile non solo in un’ottica repressiva, ma
anche per attivare le più opportune iniziative positive per ridurre i rischi d’infiltrazione nell’economia delle
organizzazioni mafiose.
Alessandro Marangoni
Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie
Autorità di gestione del “PON Sicurezza”
Premessa
Questo rapporto costituisce il prodotto della Linea 1 (Analisi degli investimenti delle organizzazioni criminali nell’economia legale) relativo al servizio titolato “I beni sequestrati e confiscati alle organizzazioni criminali nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza: dalle strategie di investimento della criminalità all’impiego
di fondi comunitari nel riutilizzo dei beni già destinati”.
L’obiettivo di questo rapporto è quello di analizzare gli investimenti delle mafie nell’economia legale. Per
realizzarlo è stato necessario capire dove operano le mafie italiane, quanto ricavano dalla gestione delle
attività illegali e quali sono le modalità di investimento preferite nell’economia legale. Le analisi condotte
sono servite a sviluppare un modello di vulnerabilità capace di identificare in modo sistematico i settori più
vulnerabili agli investimenti mafiosi.
Il rapporto si articola dunque su cinque temi che contribuiscono a migliorare la conoscenza esistente nel
settore:
• Il primo tema. Dove operano le mafie in Italia;
• Il secondo tema. Quanto ricavano le mafie dalle loro attività illegali in Italia;
• Il terzo tema. Come e dove le mafie investono i propri ricavi in Italia;
• Il quarto tema. Le mafie italiane all’estero: presenza e casi di investimento;
• Il quinto tema. Come è possibile identificare in modo sistematico i settori più vulnerabili agli investimenti mafiosi.
Questo rapporto presenta un’analisi dettagliata sulle mafie e sui loro investimenti, con particolare riguardo
alla situazione italiana dove esistono dati più precisi che hanno permesso di analizzare a fondo il settore.
Per quanto riguarda gli investimenti fuori dai confini nazionali, invece, la frammentazione delle informazioni esistenti ha permesso una ricostruzione meno dettagliata che è riuscita comunque a fornire informazioni
sulla presenza delle mafie italiane all’estero e su alcuni casi di investimento nell’economia legale.
Il servizio è stato aggiudicato all’Università Cattolica-Centro Transcrime, a seguito di gara europea a procedura aperta e finanziato nell’ambito
del PON Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza - 2007-2013, Obiettivo operativo 3.2 dal Ministero dell’Interno (Dipartimento della
Pubblica Sicurezza). Il contratto (n. 29247) è stato stipulato in data 22 dicembre 2011. La data ufficiale di inizio attività è quella del 28 marzo 2012.
La durata del servizio è di 13 mesi. Il progetto infatti continuerà con una Linea 2 che si concentra sull’analisi del modello di impiego dei fondi
comunitari nel riutilizzo dei beni confiscati alle organizzazioni criminali.
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