RICORDI DI DOLORE
Campidiinternamentolocali:
ServiglianodiFermo
(diL.CatanieC.Lanciani)
Ricordidiuninternato(diA.GranataeJ.Rendoni)
Razzistiono? (diR.Brunelli)
Un giorno una nostra compagna ci ha rivelato che il padre di sua nonna era stato
vittima dei nazisti! Che sorpresa scoprire che quell’orrore studiato solo nei libri di
scuola ci era invece così “vicino”. Siamo partiti proprio da lì per il nostro Minifocus
Ricordi di dolore e abbiamo anche voluto indagare su un campo di concentramento
della provincia di Fermo, per finire con un articolo sul razzismo. In fondo il tema è
ancora attuale. Ogni giorno arrivano in Europa extracomunitari e se in TV sentiamo
parlare di muri che qualche Stato erige per bloccarli, è giusto riflettere sul futuro che
noi ragazzi vorremmo invece costruire, più facile e gioioso per tutti. Proprio come in
un’aula scolastica, in cui il vicino di banco o il miglior amico può tranquillamente
essere “diverso” da noi.
Riccardo Brunelli, Lorenzo Catani, Adelaide Granata, Cosimo Lanciani, Jessica Rendoni.
Classe I F-Istituto Tecnico Agrario di Macerata.
CAMPI DI INTERNAMENTO LOCALI: SERVIGLIANO DI FERMO
A cura di L. Catani e C. Lanciani
Prima Guerra mondiale
Nel 1915, quando l'Italia entrò nella Grande Guerra, a Servigliano (Fermo)iniziarono i lavori di
costruzione di un Campo d’internamentoper prigionieri austroungarici. Sorse alla periferia del
paese, lungo la ferrovia: una quarantina di baracche in legno e muratura, circondate da un alto
muro di cinta, fuori del quale si trovavano le casette per l'alloggio delle guardie. Finita la guerra il
Campo fu chiuso.
Seconda Guerra mondiale
Con lo scoppio della Seconda guerra mondiale le baracche ancora esistenti furono riattivate e dal
1941 ospitarono prigionieri di guerra: dapprima circa 2000 greci e quindi dal 1942 circa 2000 tra
inglesi e americani.
Il 14 settembre 1943, pochi giorni dopo l'Armistizio, tutti i prigionieri fuggirono alla notizia
dell'imminente arrivo delle truppe tedesche. Approfittarono della confusione, attraverso un foro
praticato sul muro di cinta e si dispersero nelle campagne circostanti. Tra il 3 e il 5 ottobre il campo
fu poi occupato dai nazi-fascisti, che vi internarono circa 60 ebrei da deportare ad Auschwitz.
Dormitori
Solo all’appello mattutino i prigionieri erano “liberi di muoversi”
Prigionieri ebrei da deportare ad Auschwitz
Militari fascisti e nazisti
Nel 1940 l'Italia entrò nella Seconda Guerra mondiale a fianco dei tedeschi. Il Campo di
internamento di Servigliano (Fermo) fu utilizzato dall’ottobre del 1943 dai nazi-fascisti per gli
ebrei da deportare nei lager.
I prigionieri sostavano qui per un certo periodo e poi venivano mandati ad Auschwitz.
Provenivano per la maggior parte dai rastrellamenti nella provincia di Ascoli Piceno. Il vitto
era scarso e costituito solo da fagioli e piselli marci. Alle volte qualche contadino locale
regalava del pane.
Nel giugno del '44 i tedeschi si dovettero ritirare dalla valle del Tenna. Appena giunti a
Servigliano, poi, gli Alleati anglo-americani chiusero il Campo e rimpatriarono gli internati
ancora rimasti.
Oggi di quel luogo di dolore sopravvivono solo il muro di cinta perimetrale e qualche casetta
esterna delle guardie.
Resti attuali del Campo d’internamento di Servigliano (Fermo): muro perimetrale
Oggi il luogo è diventato “Casa della memoria”
RICORDI DI UN INTERNATO
Q
QuuaallèèllaassttoorriiaaddiiGGiiuusseeppppeeM
Muunnggaarrii
rriigguuaarrddoo aallllaa sseeccoonnddaa gguueerrrraa
m
moonnddiiaallee??
Mi presento: sono Eugenia Mungari,
figlia di Giuseppe Mungari (Crotone
1913‐Sarteano1974). Durante la
seconda guerra mondiale mio padre
è stato deportato nei campi di
internamento. Non ha mai voluto
raccontare molto a proposito di
questa vicenda, perché provava
ancoradolore.
trovato un documento, scritto dal
CorpoMilitare,checontenevanotizie
riguardanti la permanenza di mio
padre in un campo di internamento
tedesco. Lui mi ha raccontato che
all’arrivo gli è stata rivolta una sola
domanda. La sua risposta a
quest’ultima è stata negativa.
Prendendolo come traditore, lo
hanno internato e costretto a
lavorare.
D
m
D
Miiillliiitttaaarrreee
M
CCooorrrpppoooM
ddeeelllC
meeennntttoood
Dooocccuuum
CCCaaarrriiicccaaatttuuurrraaad
M...
M
GG...M
ddiiiG
Appena sono venuta a conoscenza
della deportazione, mi si è stretto il
cuore… Non immaginavo che papà
avesse vissuto un momento così
oscuro e drammatico nella sua vita.
Purtroppo
non
ho
molte
informazioni sul passato, ma ho
SSeeccoonnddoolleeiiqquuaallèèiillm
moottiivvooppeerrccuuiiii
nnaazziissttiilloohhaannnnooppeerrsseegguuiittaattoo??
A mio parere ciò è accaduto perché,
dopo l’armistizio dell’8 Settembre
1943, i nazisti hanno considerato gli
italianinonfascisticometraditorieli
hannopresiinostaggio.
Q
Quuaallèèllaassuuaaooppiinniioonneerriigguuaarrddooaallllaa
m
meennttaalliittàànnaazziissttaa??
Io, come molti altri, penso che quel
modo di ragionare sia spregevole,
disumano, ma la verità è che non si
può dare addirittura una definizione
aquellocheinazistihannofattooa
quelloche,pervarimotivi,nonsono
riuscitiaterminare.
Q
Quuaannddoo ssuuoo ppaaddrree èè ssttaattoo ccaattttuurraattoo
ppeerreesssseerreem
maannddaattooiinnuunnccaam
mppooddii
iinntteerrnnaam
meennttoo??
dimenticare una guerra e una
detenzioneforzata…nonsipuò!
D
Dooppoo qquuaannttoo ssuuoo ppaaddrree hhaa ppoottuuttoo
rriiccoom
miinncciiaarreeuunnaavviittaaiinnccuuiillaalliibbeerrttàà
nnoonnffoosssseenneeggaattaa??IInnbbaasseeaaccoossaa??
Haricominciatolasuavitadopodue
lunghi e dolorosi anni, grazie alla
liberazionedapartedeiRussi.
Papà stava tornando dalla missione
militare in Grecia, ma è stato
catturatopoichéiltrenodestinatoin
Italiahacambiatodirezione,essendo
stato dirottato verso la Germania, in
uno dei tanti campi di internamento
nelqualetuttiipasseggerisonostati
rinchiusi.
O
O
miiillliiitttaaarrreee
m
Onnnooorrriiifffiiiccceeennnzzzaaam
M
M
M...
M
GG...M
ddiiiG
Meeedddaaagggllliiieeeaaalllvvvaaalllooorrreeed
IInn ppaarrttiiccoollaarree,, qquuaallee eevveennttoo llee èè
rriim
maassttooppiiùùiim
mpprreessssoonneellllaam
meem
moorriiaa
ttrraa qquueellllii cchhee GGiiuusseeppppee M
Muunnggaarrii hhaa
rraaccccoonnttaattoo??
Papà non ha avuto un momento
particolaredaricordare,perchéogni
giorno, ora, minuto e secondo non
dovevano, secondo lui, essere
dimenticati; non si possono
Q
Quuaallèèll’’iinnsseeggnnaam
meennttoopprriinncciippaalleecchhee
lluuiihhaaaaccqquuiissiittoo??CC’’èèssttaattooaallm
meennoouunn
llaattoo ppoossiittiivvoo nneellllaa ssuuaa ddoolloorroossaa
vviicceennddaa??
L’insegnamentodiquestaesperienza
è stato imparare a non “buttare” la
vita dopo delle brutte avversità, ma
continuare, resistere, secondo ciò
cheessadàeoffre.
AdelaideGranataeJessicaRendoni
RAZZISTI O NO? Il razzismo, oltre a scatenare l’odio tra persone con caratteristiche
somatiche differenti, accentua gli istinti xenofobi in generale e rende
intolleranti nei confronti della “diversità”, di qualsiasi tipo. Come
l’appartenenza a diversi ceti sociali, condizioni economiche, fedi politiche,
religioni, culture.
È incredibile come si possa provare dell'odio per un'altra razza, soprattutto
quando si può contare su un cervello ben funzionante! La scienza ha
stabilito infatti che tra un nero e un bianco, ad esempio, non esistono vere
e profonde differenze.
Probabilmente, la mancanza di abitudine a convivere con gente di altre
razze gioca brutti scherzi, ma il futuro sembra per fortuna riservarci una
società sempre più cosmopolita.
Dovremo quindi abituarci a considerare il colore della pelle delle persone
con la medesima naturalezza con cui ne osserviamo quello dei capelli.
Alcuni adulti, invece, vedono male un bambino di colore nella stessa
classe del loro figlio; non molti genitori sono disposti ad accettare un
matrimonio misto ecc.
In altri casi, però, non è il razzismo inteso nel senso puro del termine (cioè
odio incondizionato verso una razza) a non favorire un matrimonio misto,
quanto invece il timore che una simile unione possa incontrare infinite
difficoltà in una società ancora retrograda.
L'Italia afferma di essere un paese antirazzista, ma allora perché
permangono difficoltà per gli extracomunitari, specie in merito
all’integrazione sociale?
In realtà gli italiani, per l'86 per cento, sono di gran lunga il popolo
europeo che vede con maggior sfavore i Rom, ad esempio.
E’ fondamentale dunque che sin da piccoli, nelle scuole, i ragazzi imparino
a convivere con l’ “altro”, accogliendolo e conoscendolo, per un
arricchimento culturale ed umano vicendevole.
Motivazioni del
razzismo:
-differenza fra tratti
somatici;
-presunta superiorità nei
confronti di altre civiltà;
-paura del “diverso”.
Motivazioni contro il
razzismo:
-non ci sono differenze
psicologiche;
-pari dignità e diritto di
esistenza tra le civiltà;
-bellezza delle differenze .
Articolo di Riccardo Brunelli