la fede senza le opere è morta
“Infatti come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta.”
Giacomo 2,26 (vedi Gc 2,14-26)
Ben ritrovati. Riprendiamo il nostro cammino della cellula e desideriamo accoglierla come un
dono di Dio: è un dono di Dio non perché dobbiamo fare una attività, o perché diventa un
impegno da fare come il corso di inglese o l’andare in palestra, che so che mi fa bene anche se
richiede lo sforzo di uscire di casa. La cellula è un dono di Dio perché ci sono dei fratelli, che
condividono la fede.
La fede è un dono importantissimo di Dio, l’Anno della fede ce lo riporta continuamente alla
mente, ma da sola non può bastare, come l’incontro di cellula da solo non può bastare: non è
possibile viverlo come un bell’incontro di preghiera e di amicizia senza che poi ci porti a
impegnarci attivamente.
In cellula ognuno deve fare la propria parte: io preparo per voi questo insegnamento.
Anche voi dovete mettere il vostro apporto nella cellula, perché la cellula richiede l’apporto di
ciascuno: chi sa cantare, chi sa suonare, chi sa organizzare, chi sa fare un dolcetto, chi sa
accogliere bene le persone, chi telefona a tutti prima della cellula, quello che passa a prendere
l’amico, quello che si offre per fare il leader o per fare il coleader: quando dobbiamo trovare il
coleader della cellula ecco che scappano via tutti: sembra una interrogazione: tutti che si
abbassano sotto il banco, che non vogliono prendersi un impegno. Ma nella chiesa bisogna
servire gli altri, la chiesa è servizio, Gesù ce lo ha detto: io sono venuto in mezzo a voi come
colui che serve, e così dobbiamo imparare da Gesù (imparate da me). Questo servizio è quello
che ci fa grandi, che ci edifica interiormente, che ci fa diventare persone che fanno del bene,
che producono un frutto grande verso gli altri. La cellula è la cosa più semplice, più piccola,
più concreta. Non ci viene richiesto di tenere chissà che corsi, chissà che insegnamenti, chissà
che cose… ma semplicemente di essere attivi, entusiasti, un membro non passivo, non una
sanguisuga, non qualcuno che si attacca lì e usufruisce del lavoro degli altri, ma si mette in
prima persona. Questo vuol dire vivere la chiesa. E per ultimo la cellula ci fa anche crescere
nella conoscenza della fede: l’insegnamento dura 10 minuti, poco, però almeno in una
settimana per 10 minuti noi sentiamo l’insegnamento che di settimana in settimana ci fa
crescere nella nostra conoscenza di Gesù e dei grandi temi della storia della salvezza, che tutti
noi diamo per scontato, ma tutti noi abbiamo fatto un catechismo un po’ così così, e forse vale
la pena riscoprire i tesori della nostra fede da adulti, approfondire, non grandi cose, ma un
piccolo punto, che poi diventa commento da parte vostra, domande, approfondimento; si
ritorna a casa con qualcosa in più, e questo alimenta la mia preghiera personale, altrimenti
sono sempre le stesse cose che dico a Dio, ci alimenta nella conoscenza della Bibbia, alimenta
nel modo di vivere la nostra fede. La dottrina cristiana non sono delle idee, ma qualche cosa
che ci fa innamorare sempre di più del Signore. Ricominciamo allora con grande slancio la
nostra cellula: è un dono che Dio ci fa: possiamo prenderlo oppure possiamo dire che non
abbiamo tempo, non abbiamo voglia, abbiamo dei problemi interiori, abbiamo delle difficoltà,
ma il Signore il dono ce lo offre: tocca a noi dire di sì a Lui.
1) Per quale motivo personalmente vado in cellula?
2) Cosa mi aspetto dai fratelli di cellula e cosa posso dare loro?
3) Dove posso vivere il mio servizio al prossimo che è richiesto dalla mia fede?