il tachione il dito di dio teoria unificata dell`universo fisico e mentale

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(The Tachyon on God’s finger)
IL TACHIONE IL DITO DI DIO
TEORIA UNIFICATA
DELL’UNIVERSO FISICO E MENTALE
(compendiata da)
T. O. E.
e
GRAVITA’ QUANTISTICA A LOOP
IL NUOVO ROTOLO
(Daniele:12: 1-13)
di Vincenzo Russo
1
Capitoli e appendici dell’Opera
I CAPITOLI E I TESTI ATTIVI IN DOWNLOAD SONO: IL I, E IL V, LA FEDE, RISPOSTE AI
LETTORI, POESIE E PENSIERI DEL FILOSOFO, E LE DUE SINTESI DELL’OPERA.
GLI ALTRI SCRITTI, SARANNO INVIATI GRATUITAMENTE VIA MAIL, (SOLO A RICHIESTA).
2
Nota tipografica
Il lettore noterà fin dalle prime pagine di lettura, una forma tipografica alquanto insolita, ricca di
sottolineature del testo e di diversi caratteri e notazioni in corsivo e grassetto, ritmati da pause, che
indicano la tonalità oratoria, che si ripropone di tenere l’autore durante eventuali conferenze
o lezioni.
Anche la punteggiatura, più che le regole canoniche, ripropone i ritmi della respirazione,
delle pause e dei toni, che vorrà tenere il conferenziere.
Sarà quindi opportuno chiarire subito, che la presente opera consiste della raccolta di diverse
conferenze o lezioni separate, sulla teoria unificata.
Ciascuna di esse si ripropone di essere una completa chiarificazione dell’intera teoria,
partendo da punti diversi della conoscenza umana.
Si tratta infatti di testi, che dovrebbero essere un pro memoria per l’oratore, per conferire
quasi a braccio le proprie tesi, tenendo i ritmi, le pause e gli spunti da ampliare o sottolineare,
relazionandosi con il proprio uditorio. Dando spazio ad interruzioni, domande e risposte.
Infatti l’autore si rivolge anche da se stesso, alcune domande possibili da parte di ipotetici uditori.
Soprattutto si è voluto giocare di anticipo, con lo stupore dell’ascoltatore o del lettore di fronte alla
semantica e alle idee del tutto nuove, della presente teoria unificata dell’Universo fisico e mentale.
Nel caso invece questi testi dovessero divenire solitarie letture di singoli studiosi, l’autore ha voluto
dare comunque i toni di chi parla colloquiando con altra persona, per renderlo edotto su cose nuove
e mai sentite.
Per questo motivo si sono lasciate le sottolineature del testo da conferenziere, anche nel volume
omnicomprensivo, ritenendole utili, anche per il lettore solitario.
Tutto questo affinché la nuova semantica possa entrare dolcemente in uso in modo maieutico, senza
formare resistenze troppo ostili all’apprendimento di cose nuove.
L’autore
Vincenzo Russo
3
VINCENZO RUSSO
TRATTATO
DI
METAFISICA E FILOSOFIA
NATURALE
I redazione delle intuizioni 1990
I redazione scientifica, 1993
I edizione pubblica, 2007
Attuale redazione in rete, febbraio 2016
Edita in rete a scopo divulgativo, per fini di progresso sociale e morale, di tutte le genti.
(Senza scopo di lucro)
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PIANO DELL’OPERA IN SETTE CAPITOLI
pag.
pag.
pag.
pag.
7
8
9
14
Dedica
Ringraziamenti
Prefazione
Introduzione (si consiglia di non saltarla)
Cap. I
IL NULLA
Pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
Il Finto vuoto
Il Nulla finto
L' Essere simulato
Conclusioni e Prologo
Poemetto da nulla
28
56
99
122
125
Cap. II
pag.
pag.
L'INFINITO
Lo θ, l’insieme vuoto
L' Insieme aperto
Cap. III
pag.
pag.
L'ESSERE
Il vero bene il tutto immobile
L' essere visibile, (L' universo)
Cap. IV
pag.
pag.
IL DIVENIRE
Il Big Bang della Mente
Teologia e geometria del punto
Cap.
pag.
pag.
pag.
V
2
43
99
IL PENSIERO E IL TEMPO
Giudizi sintetici e analitici
Giudizi sineterici ingenui e maturi
Il tempo
Cap. VI
pag.
pag.
LA FISICA
La geometria della teoria unificata
L'inversione dell'estensione
Cap. VII
pag.
pag.
IL BENE E IL MALE
Il bene vero
Il male finto
Appendice I
Appendice II
Appendice III
Appendice IV
Appendice V
Appendice VI
testo inserito
“
“
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“
chiedere il testo via mail
“
“
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testo inserito
“
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“
“
“
“
“
Sintesi della teoria
testo inserito
Sintesi sull’infinito
“
Poesie e pensieri …
“
La fede
“
Risposte ai lettori
“
Manifesto della fede cattolica “
I testi dei volumi non ancora inseriti sulla pagina WEB, possono essere richiesti gratuitamente a: [email protected], che li invierà alla Vs. mail.
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P R E S E N T A Z I O N E DELLA FILOLOGA YULIYA KAMINSKA
Presentare un’ opera attesa da circa tremila anni, quale è la teoria unificata dell’Universo fisico e mentale, è cosa temeraria, da far tremare le
gambe.
L’incarico andrebbe declinato umilmente a persone affermate e di livello mondiale in campo scientifico.
La vera premessa sarebbe dovuta essere, il vaglio della comunità scientifica internazionale.
Come informarla però?
Io sono solo una filologa, per giunta sconosciuta quanto l’autore di questa opera, misteriosamente apparsa dal nulla, che riscopre
autonomamente un antico sapere della Magna Grecia.
Secondo l’autore ciò è stato possibile, per l’aiuto fornito al suo intelletto, dalla meditazione costante e continua sul trascendente.
Vincenzo l’autore, è un mio amico fraterno.
Io sono stata la prima lettrice critica della sua teoria.
Ho quindi desiderato di presentare io questa sua opera, quale prima persona beneficiaria di questa riconquistata conoscenza antica.
Sono diversi gli anni di differenza tra Vincenzo e me.
Vincenzo è però uomo umile, sebbene solenne come un patriarca della bibbia.
Emana la certezza interiore di cui tutti andiamo in cerca.
Facendola però emergere in te stesso e non da sé.
Lui appena, appena, risulta presente, sullo sfondo di dolci conversazioni, come colui che ti porta la buona notizia.
Resta però sempre in un angolo, senza protagonismi.
Il suo metodo discorsivo è una maièutica evangelica travolgente, che dà il senso pieno di quella verità perduta, di cui ci ha parlato
continuamente Benedetto XVI, invitandoci ad abbandonare la via delle opinioni del relativismo assoluto.
Vincenzo ti ricorda e riordina con semplicità, in una luce nuova, ciò che tu già sai da sempre.
Un uomo o una donna qualunque, una semplice filologa come me o un gran professionista o scienziato o studioso che sia, non devono
abbandonare o contraddire dolorosamente se stessi e le proprie convinzioni, per aderire alla via della verità.
Quando lo ascolti, nessuna sensazione di competizione con un Vincenzo sapiente, sfiora il tuo ego.
Vincenzo medesimo si autodefinisce un asino, che ti porta dell’oro, che lui dice di aver trovato senza particolari meriti personali.
Veniamo al merito della teoria.
Solo a partire dal 1803, per ipotesi dell’inglese J. Dalton, fu proprio la chimica a determinare l’accettazione faticosa dell’atomo, come realtà di
base degli elementi.
Ricordando ciò voglio sottolineare come nei miei studi, mi è stata sempre presente la centralità della mente del ricercatore eclettico.
Il vero studioso è sempre poco distratto dalla sua specializzazione, per perdere la capacità di una visione di sintesi della conoscenza tutta.
Per nessuno di noi però, gli studi scolastici sono stati mai del tutto soddisfacenti, per completare tutti gli approfondimenti intuiti necessari.
I programmi di studio specialistico sono intensi e le cognizioni da apprendere numerose.
Non c’è mai tempo per rivisitare tutti i concetti primitivi e le idee originarie della scienza, della filosofia e della matematica e neppure per
approfondire la realtà ultima dei loro assiomi e dei loro teoremi.
Vincenzo invece, ti porta agevolmente a rivisitare la via della verità di Talete, Parmenide, Zenone e Pitagora.
Giunge così alla sistemazione sineterica del giudizio scientifico, necessario, immutabile e universale di Socrate, (IL CONCETTO, ovvero il
pensiero sineterico ingenuo), e ti dimostra come, immediatamente dopo il grande ateniese, principalmente ad opera dei sofisti, prevalse
la via delle opinioni.
Con ciò i giudizi sintetici ed analitici non approdarono così al giudizio sineterico maturo.
Da quel momento, confondendo sempre di più il relativismo scientifico coerente, con il relativismo assoluto incoerente, la via
dell’opinione ha prevalso nella visione generale, come se fosse un sapere più elevato in moralità e in modestia presunte.
Il merito di questa finta interpretazione dell’umiltà è stato dato a Socrate stesso.
In realtà la via delle opinioni, ha disseminato errori e congetture errate, anche nell’ambito delle teorie scientifiche coerenti.
Il sentimento umile di Socrate, che diceva solo di sapere di non sapere tutto, è stato travisato in una sua presunta asserzione filosofica di
scetticismo, verso la conoscenza piena.
Da qui è scaturita la vera difficoltà del pensiero accidentale, sintetico ed analitico, che è rimasto indecidibile o incompleto.
Questo è ciò che impedisce la formulazione di una teoria unificata, senza incongruenze interne irrisolvibili.
Io invece, tutto ciò che andava risistemato in un pensiero sineterico maturo, l’ho riscontrato e capito agevolmente, nella teoria di Vincenzo.
Vincenzo lo rende facilmente comprensibile a me e a tutti.
Io non so dire se realmente Vincenzo ha tratto da un contatto spirituale o alieno, il recupero della perduta Via della Verità.
So però, che dai miei colloqui con lui, ho avuto intellegibile risposta a tutte le domande disperate, che ponevo senza risultati ai miei docenti.
I quali insegnanti si dimostrarono sempre smarriti, su quei temi ancora oggi irrisolti, persino dalle migliori menti del mondo.
Vincenzo invece, un umile filosofo, alla maniera dei pensatori antichi della Magna Grecia, non so come, ma l’ho constatato, le risposte le ha,
decidibili e complete.
Figurarsi allora quanto sarà rivelatrice di conoscenza e semantica nuova, questa teoria unificata del tachione, alle menti preparate che esistono in
tutti i campi, nel mondo della scienza e della cultura.
A me questo di Vincenzo è parso veramente il nuovo tomismo,completo e decidibile.
Forse è veramente ispirato da meditazione trascendentale.
Ve lo raccomando con fiducia.
BUONA LETTURA.
YULIYA KAMINSKA
S. MARIA C. V. li 27 Maggio 2010
(p. s. : Un consiglio per la lettura)
NON SALTATE L’INTRODUZIONE
6
Questa teoria è dedicata
ai miei figli
Alessandro, Stefano e Chiara
e a mio nipote Andrea
ed è diretta a tutte le creature umane, che amano e sperano il
meglio per sé e per il loro prossimo.
In essa si afferma, che tutta la conoscenza possibile si realizzerà
nell'intero Universo fisico e mentale, solo quando l'idea stessa
del nulla e dei suoi sinonimi, non verrà più in mente a nessuno.
Tra queste persone, questo libro è indirizzato soprattutto a tutti
coloro che auspicano, che la teoria unificata o teoria del tutto,
possa farci conoscere la natura della Mente.
Ovvero la conoscenza del perché e non solo del come esistiamo.
NEO ELEATICO PITAGORICO
Vincenzo Russo
MAGNA GRECIA
NAPOLI li, 18 Marzo 1993
7
Ringraziamenti
Tutti gli autori hanno sempre la sentita accortezza di ringraziare
colleghi e lettori cavia, che li hanno aiutati nella realizzazione del
loro lavoro.
Io devo però l’ intuizione della presente teoria, solo ai successivi
rimbalzi della mela di Newton.
Questa mela divina, ancora oggi se ne va in giro a colpire in
testa la gente che dorme.
Un giorno, trovandomi solo con mio fratello Carlo, notai in lui
una forte preoccupazione e un grande dolore, per la sorte di
nostro padre Antimo, che era allora affetto da una grave forma di
enfisema polmonare.
(Ora che scrivo sulla rete, nostro Padre non è più tra noi, ma
ancora è con Dio).
Fu in quell’istante, che la vagabonda mela di Newton cadde sul
mio capo addormentato, dandomi il senso del tutto:
“Non esiste possibilità alcuna, quando sopravviene la fine del
nostro corpo fisico, di veder svanire con esso, pure la nostra
conoscenza e la coscienza di noi stessi nel nulla”.
La mente è infatti informazione tachionica, (cioè più veloce
della luce).
Pertanto nel mondo mentale senza volume, nello spazio-tempo a
loop, superata la velocità della luce, tutta la conoscenza e
l’informazione accumulata nella vita visibile ai sensi è unificata
nel super continuo di un solo tratto identitario invisibile,
pensante ed eterno.
Quel luogo è ancor più denso e reale di conoscenza, del super
quark trascendente, formattato nella lunghezza di Planck.
Lì è veramente ciascuno di noi. …..Anche ora!
Io devo quindi ringraziare molto sentitamente, “solo” la Grazia
ispiratrice, che ancora oggi soffia sul suolo della Magna Grecia,
cristianizzata”.
Qui filosofare, immersi tra boschi di castagni e le innumerevoli
bellezze dei paesaggi, è ancora naturale come il respirare.
NAPOLI li, 18 Marzo 1993
Vincenzo Russo
8
PREFAZIONE
IL TACHIONE IL DITO DI DIO
TEORIA UNIFICATA dell’Universo fisico e mentale
Compendiata delle teorie :Standard e M-teoria della T-dualità
THE TACHYON ON GOD’S FINGER
UNIFIED THEORY of the phisycal and mental Universe)
Summarized of the theories:Standard and M-theory of T-duality
Una scala breve, in un edificio a due piani, tra le case per i
dipendenti Alfa Romeo.
Cinque o sei scalini al massimo, la prima porta a lato.
Lì sono nato io a Pomigliano d'Arco in provincia di Napoli.
Allora Pomigliano era prevalentemente un paesino agricolo
dell’entroterra di Napoli . Oggi è centro industriale notevole.
Era il 19 Giugno del 1948 alle ore 11,00, in via Guidoni, 2.
La scala principale continuava per salire ad altri due piani di
sopra che allora a quell'età credo di non aver conosciuto. A lato
dei sei scalini, sotto la prima rampa di accesso al primo piano, si
attraversava il sottoscala e attraverso il portone secondario
interno, si accedeva al cortile retrostante dove sorgevano una fila
di giardinetti privati. Questi erano in fila come box per auto.
Erano recintati con cancelletti e reti leggerissime infiorate di rose
rampicanti.
In quel lontano 1948, quei cancelletti e quei recinti erano quanto
bastava per difendere una piccola proprietà privata, che nessuno
avrebbe mai violato.
L'appartamento era disposto tutto in lungo oltre la porta, ai lati di
un gran corridoio, (da piccolo si vede e poi da grande si ricorda,
tutto di dimensioni enormi).
Lungo il corridoio si aprivano a destra tante stanze inondate di
luce. La luce calda, silenziosa, luminosissima e profumata della
fine degli anni quaranta. La luce che si rifletteva in un colore
azzurrino smeraldo nella vasca da bagno.
Mia madre la riempiva a volte per avere una riserva d' acqua, nel
caso fosse stata sospesa l'erogazione ai rubinetti.
Dicono che l'uomo avverte suoni ed altro di quanto proviene dal
mondo esterno fin dall'interno dell'utero materno. Ovviamente se
ciò è vero anche nel mio subconscio ci sono numerose
impressioni prenatali.
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A livello cosciente la mia memoria parte invece dall' età di tre
anni. Io nasco innanzi a quella vasca da bagno colma d' acqua
color smeraldo, che mi ha incantato e dato gioia di vivere per
delle ore, insieme alla luce che entrava dalla finestra in fondo,
che dava su rampicanti e fiori profumati.
Quella luce e quell'acqua azzurrina, quei rampicanti e quei fiori
profumati, quei leggeri recinti, sono il primo ricordo vivo della
mia esistenza. Avevo solo tre anni, ma oltre alla disposizione
delle stanze, ricordo anche le piccole commissioni che facevo a
mia madre, recandomi con bigliettini e note dai commercianti
vicino casa.
Vi racconto queste cose per presentarmi, ma anche perché gli
scienziati danno un valore particolare alle prime dieci cose che
ciascuno ricorda della propria vita.
Pare che questo abbia relazioni dirette con le sinapsi che si
sviluppano nel cervello e con la formazione della personalità.
Io credo che in quei primi anni d'esistenza, tra queste cose, sono
celate o in certi casi evidenti le mie prime lezioni di filosofia, di
fisica e di geometria.
Un altro vivido ricordo, (allora impressione), della mia vita, è
legato al sottopasso che portava dalla strada al cortile interno.
Un giorno, ero solo nell'androne, mi apprestavo a salire i cinque
sei scalini per entrare in casa, (forse per il solito appuntamento
con la vasca e con la luce). Quando una volpe rossa dal muso
dolce e furbo insieme e dalla grossa coda, entrò all'improvviso
nel portone. Mi guardò un attimo e si fece a sua volta guardare.
Poi rapida, prima che potessi pensare ad altro che: "sei
bellissima". Attraversò velocemente il portone di dietro, superò i
giardinetti e scomparve nei campi retrostanti, lanciandomi un
ultimo sguardo.
Questa fu un’altra lezione di filosofia, fisica, geometria,
letteratura e chi sa di che altro ancora, che ricevetti a livello
inconscio oltre che cerebrale.
Provai sensazioni fuggevoli di velocità, tempo, spazio infinito e
impotenza.
Credo che tornai a casa per trovare certezze in mia madre e credo
anche che ne avrei voluto parlare con mio padre.
Non ricordo invece se la sera lo feci, oppure se in seguito 1' ho
mai fatto.
Queste immagini comunque sono rimaste in me come l' Eden,
per tutta la vita. Di li a poco, in uno stupido incidente, avrei
perduto quasi completamente la luce al mio occhio destro.
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D’allora in poi, il mio occhio sinistro ha dovuto continuare da
solo a darmi un' idea completa, di tutto quanto mi circonda.
Questo libro è nato dal bisogno intenso e profondo ,che ho
sentito la sera del 12 febbraio 1993, all' età di quarantaquattro anni, di narrarvi le mie impressioni sulla vita.
Alcuni dei miei lettori saranno nati prima del 1948, altri dopo, e
questo ha la sua importanza nel giudizio che si faranno delle cose
che dirò.
Pertanto i mezzi di ricerca e dimostrazione dell'essere e delle sue
ragioni da me adottati, saranno sia quelli filosofici, sia quelli
metafisici, sia quelli della fisica.
Ciò servirà per unificare il più possibile il giudizio dei diversi
lettori.
Affronterò i più antichi ed i più moderni quesiti della
conoscenza, così come li può capire qualsiasi uomo del nostro
secolo.
Andremo dunque con forze umili alla ricerca di quella forza
naturale unificata originaria, (la Ragione di tutto, più che la causa
in senso deterministico).
Vale a dire ciò che include l'Universo e l'uomo, (gli effetti di una
causa prima).
Insomma affronteremo i problemi più affascinanti che l'uomo
moderno si trova a meditare irrisolti, ancora oggi.
Tenteremo una teoria unificata che spieghi il perché, sia
dell' Universo materiale inorganico, sia di quello organico, che
dell' intelligenza stessa dell' uomo dotato di coscienza di sé.
Il perché dunque e non solo il percome avvengono i fenomeni.
Questo vorrà dire sospendere almeno un poco l'affascinante ma
enorme ricerca scientifica, come la sentono gli adulti, per
riprendere i mille perché dei bambini.
Tutti ricordano e conoscono il libro dei perché, scritto da tutti i
bambini del mondo, i quali rivolgono alle loro madri ed ai loro
padri paurose domande fino ai sei, sette anni di età.
Perché esiste 1' Universo? Perché non esisteva prima?
Perché esiste l'autocoscienza? Perché le creature viventi hanno
origine dall' Universo materiale? Perché esiste la luce? Perché
esiste la materia? Perché c'è qualcosa anziché niente?
Io svolgerò questi temi come se fossero trattati per la prima volta
al mondo. Non terrò molto conto del sapere già noto, né userò un
linguaggio tecnico e complesso come sono costrette a fare le
discipline estremamente sviluppate dei nostri giorni.
Questo eviterà di leggere circondati da enormi pile di altri libri e
dizionari scientifici.
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In definitiva ogni cosa ed ogni concetto potrebbero essere detti in
altro modo meno ermetico, con altre parole comuni, e così io mi
sforzerò di fare.
Non userò il modo di esprimersi di dotti che parlano di altri
pensatori.
Nessun pensatore originale ha infatti bisogno di usare termini
complicati, neppure se vuole trattare un problema ontologico,
(della conoscenza), purché decida di ricominciare da capo, come
se lui fosse il primo pensatore della storia.
Questa teoria sarà accessibile a qualsiasi liceale o persona che
conosca il significato della teoria degli insieme e dei transfiniti,
costruibili e non costruibili.
Il pensiero sineterico sarà illustrato al vol. V di questo stesso
trattato e potrà essere letto anche prima, da quei lettori che non
hanno fatto studi filosofici e di analisi del linguaggio, fino a tale
grado di approfondimento.
Pochi cenni dello scrivente metteranno il lettore comune di fronte
alla chiara consapevolezza che quanto stanno leggendo, risponde
ad una loro personale domanda.
Forse gli argomenti risulteranno espressi in modo più lungo,
qualche volta.
Ricordiamoci però, che nessuno diceva a Talete quante parole
usare all’origine della filosofia, e nessuno sapeva ancora, che si
trattava di monismo materialista.
Un mondo veloce a me non interessa, perché è contrario
all’ipotesi di questo libro.
Io vi porterò invece in un mondo dove c’è tutto il tempo che
volete.
Nella mia esposizione lascerò che i concetti rimangano fluidi e
significativi, vivaci ed intensi, nella mia e nella vostra mente.
Come le intuizioni e le impressioni naturali, che si affacciano
spontanee e rivelatrici alla mente umana, di tanto in tanto, nella
vita di ognuno di noi.
Esse saranno così libere di associarsi con prontezza a nuove
impressioni che si affolleranno in voi.
Insomma vi porterò in una filosofia del pensare, libera dal peso
dei pregiudizi e del linguaggio e dei contenuti della tecnologia.
Vi mostrerò che Einstein aveva ragione, nel dire che anche in
campo scientifico siamo vittime dei pregiudizi, che ci formiamo
prima dei sedici anni di età.
Liberi da essi i concetti sono superiori alla stessa matematica,
perché vi presiedono e non vi conseguono.
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Pertanto è in essi che si deve distinguere per primo il vero dal
falso, ma pure il bene dal male.
Questa idea io ritengo valida soprattutto dopo aver letto quanto
dice il fisico e matematico Stephen Hawking nel suo libro "dal
Bing Bang ai buchi neri".
Qui di seguito riporto le sue frasi essenziali: "fino ad oggi la
maggior parte degli scienziati sono stati troppo occupati nello
sviluppo di nuove teorie che descrivono come sia l'universo per
porsi la domanda, perché?...Nel settecento i filosofi
consideravano di propria competenza 1' intero sapere umano,
compresa la scienza… Quale caduta dalla grande tradizione
della filosofia da Aristotele a Kant!... Se riuscissimo a trovare la
risposta a questa domanda, decreteremmo il trionfo definitivo
della ragione umana giacché allora conosceremmo la Mente di
Dio”.
Hawking occupa oggi la cattedra lucasiana di matematica a
Cambrigde, (la stessa che fu di Newton).
Hawking chiede in definitiva che tutti gli uomini diano un
contributo in termini generali filosofici, alla soluzione dei
quesiti ancora irrisolti, per la condivisione del sapere.
Questo libro è nato dal suo invito stimolante a noi tutti.
La genialità di Hawking, a me è parsa chiara, sta nel fatto che la
sua richiesta contiene già la risposta
Questo è certo perché Egli si rivolge alla mente collettiva.
Così appellandosi a tutte le menti, con geniale intuizione ha già
creato le premesse del successo.
La Mente universale è una e già contiene la teoria unificata.
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INTRODUZIONE
IL TACHIONE IL DITO DI DIO
TEORIA UNIFICATA dell’Universo fisico e mentale
Compendiata delle teorie: Standard, M-teoria della T-dualità e
gravità a loop
TACHYON THE FINGER OF GOD
UNIFIED THEORY of the phisycal and mental Universe)
Summary of theories: Standard, M-theory T-duality and
gravity loop
Dal 1990 al 1996 ho pensato alle ragioni dell'Essere e alle origini
dell'universo, ogni giorno della mia vita.
Questa teoria unificata dell'universo fisico e mentale è il frutto di
tale meditazione.
Il risultato a mio giudizio è sorprendentemente valido.
Il pensiero, ovvero il giudizio scientifico, risulta non accidentale,
non sintetico, non analitico, ma sineterico. (* nota in calce)
In pratica nella teoria del Tachione sono chiarite le differenze tra
fisica relativistica e quantistica, tra antinomie e paradossi e sono
risolti i problemi ultimi della matematica, che diviene ora
decidibile e completa.
La critica filosofica e l'analisi del linguaggio non hanno più
appigli e contraddizioni, (antinomie), per demolire la costruzione
del pensiero coerente.
Sono unificate, persino la teoria STANDARD, la M-teoria
della T-dualità e la gravità quantistica a loop. L’Universo
fisico e quello mentale sono racchiusi in un unico pensiero,
completo e decidibile. Si sciolgono i paradossi, si
abbandonano le congetture e le antinomie dell’impensabile.
Poche equazioni descrivono già ora, come esiste il mondo.
Ora siamo destinati a conoscere anche il perché esiste il mondo.
Vediamo dunque come sono nate le intuizioni che mi hanno
portato a formulare una teoria del tutto completa e
decidibile.
Nota per il lettore
Giudizio sineterico significa, che la Mente, che è l’IO pensante sempre identico a sé medesimo, formula giudizi
relativi, ovvero sintetici ed analitici, che sono FINTI giudizi diversi, solo nel periodo osservato. Nell’origine della
conoscenza però, tutti i giudizi sono posti nell’unico Sé, (nella propria Mente sono unificati).
Con ciò le distinte costruzioni assiomatiche dei giudizi sintetici ed analitici sono ciascuna coerente, (COME UN
FINTO POSSIBILE ESISTERE DIVERSO E CONTRARIO), ma solo nel proprio sistema assiomatico. Non sono
quindi, (ciascuna di esse costruzioni matematiche), realtà veramente UNIVERSALI, NECESSARIE E
IMMUTABILI, ovvero né realmente contrarie tra loro, né realmente poste fuori dall’unificazione.
Letteralmente: SINETERICO = L’IDENTICO con i diversi, (immaginari e finti).
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Un giorno ho pensato, che i miei figli non mi avevano chiesto di
nascere.
Bisognava chiedersi quindi, se gli avevo fatto un bene o un
danno dandogli la vita.
La domanda in me fu articolata così:
la vita è un bene o un rischio? E’ un dono, oppure un atto
d’imposizione? La vita, ovvero il pensiero che sembra essere
tempo che scorre nella mente, è la conoscenza stessa, che si
accumula in memoria? La memoria di Sé dove risiede?
Successivamente, come dico nella pagina di questo libro detta
dei ringraziamenti, intuii che mio padre non avrebbe cessato di
esistere con la fine del suo corpo visibile, perché il pensiero non
ha alcuna generazione possibile dalla carne, dalla materia.
Piuttosto è il pensiero, che immagina la carne in se con
l’osservazione.
Dopo aver intuito quindi, che la morte non cancella la
conoscenza della persona, mi chiesi:
Cosa è la materia dunque? Come è fatta? Quale è la sua
sostanza? Come avviene il processo della sua conoscenza?
Tutto questo mi chiedevo per amore dei miei figli.
In che situazione li avevo posti dandogli la Vita?
In fondo la vita è un affare dal quale nessuno esce vivo.
Scoprii poi, che la materia, così come viene osservata negli
esperimenti quantistici, non è costruibile come sostanza reale
fisica, perché la sua struttura non è logica ma è contraddittoria.
E’ infatti complementare, dualistica ed estesa nello spazio tempo.
Quindi è concepibile solo come una sostanza immaginaria,
quantizzata matematicamente e geometricamente in pieni e vuoti,
che sarebbero inconciliabili in un modello reale.
Pertanto la materia è necessariamente un modello virtuale e non è
un ente fisico.
E questa fu la prima buona notizia:
anche ora, che sembriamo fatti di carne, in realtà siamo spiriti
che pensano, cioè che vivono.
C’erano dunque ottime certezze di non svanire affatto nel nulla al
momento di lasciare la connessione con i nostri corpi apparenti.
In realtà anche ora siamo inclusi in un programma cibernetico,
che ci fornisce dei sensi materiali simulati virtualmente.
Detto ciò possiamo comprendere dalla fisica, che se prendiamo
per vera la posizione istantanea di un corpo presunto in moto su
di una traiettoria, cadiamo nella contraddizione se esso è
realmente in moto oppure è realmente fermo, in quel dato istante.
15
Si può concludere quindi, che in un solo istante d’osservazione o
è reale il tempo e immaginario lo spazio, oppure al contrario è
reale lo spazio ed immaginario il tempo?
In realtà NO!
C’è da capire molto di più.
E’ sempre immaginario il complementare unicum di spazio
tempo, che è indivisibile in spazio e tempo assoluti e divisi.
È reale infatti, solo l’istante di presa di conoscenza nella
mente dell’osservatore.
Altrimenti nasce una contraddizione tra la fisica relativistica
dello spazio-tempo indissolubile e complementare e la
distinzione di realtà istantanea e separata tra spazio e tempo, che
ora ripropone la fisica quantistica, quasi alla maniera della fisica
classica di Galilei e Newton.
Infatti il principio d’indeterminatezza di Heisenberg conferma,
che quanto più si vuole tentare di essere precisi nel determinare
la velocità del movimento di una particella nello spazio, tanto
maggiore è l’indeterminatezza riscontrata nel voler
contemporaneamente identificare la posizione istantanea di detta
particella presunta in moto.
La conseguente interpretazione corretta di questa
contraddizione tra il metodo matematico, che consente di predire
le condizioni del moto fisico presunto reale e la vera consistenza
virtuale della natura della materia, deve essere dunque, che la
materia ed il moto sono un’apparenza matematica ai sensi.
Costruita con idee espresse in teorema immaginari ma
coerenti.
Quindi i fenomeni fisici sono reali solo nella Mente, come
costruzioni matematiche di moto e spazio-tempo ipotetici.
Il mondo visibile è fatto di teorema matematici invisibili.
Gli oggetti e gli elementi fisici sono solo dei teorema virtuali,
basati su assioma di moto istantaneo.
Sono un moto immaginario, che è quantizzato su traiettorie di
spazio continuo.
La velocità è così spazio-tempo immaginario, che consente ai
sensi di percepire un’apparenza complementare, di finta esistenza
materiale.
Nell’intermittenza quantistica di punti di energia nello spazio
tempo di finto vuoto, avviene nel cervello la visione sensibile
della realtà astratta della Mente, di quel moto immaginario
pensato nel crono topo della lavagna mentale.
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Gli assioma del concetto di moto e di velocità di moto, così
fissati come intuizioni di concetti primitivi indimostrabili, sono
però coerenti solo nel loro proprio sistema assiomatico.
Si svelano poi come immaginarie costruzioni della mente
matematica, negli esperimenti quantistici delle particelle
puntiformi fondamentali.
In altre parole, la materia piena e lo spazio-tempo vuoto,
l’estensione materiale e quella dei campi d’energia, (ovvero le
dimensioni), sono tutte illusioni dei sensi matematizzati.
Gli enti costruibili e pensabili con teorema immaginari non si
estendono realmente, ma restano concetti astratti, tutti compattati
in un solo punto mentale di software senza volume.
In effetti niente può esistere veramente esteso, (davanti,dopo e
lungo il Sè), fuori dalla mente, poiché nulla è pensabile fuori
dall’Essere, il quale può pensare solo, di, a, da, in, con, su, per,
tra, fra, il proprio Sé.
L’Esistere come ente immaginario inerte e incosciente di sé, (la
materia apparente), e il vivere e il pensare come persona
cosciente di Sé, sono idee egualmente possibili, ma solo in un
luogo mentale, dove sono concentrati tutti i valori pensabili, fisici
o astratti.
Da ciò nasce la vita mentale e la coscienza di Sé,
dall’unificazione del Sé, dell’Io e del super Io morale.
Ovvero per aprirsi alla coscienza della vita e alla facoltà di
elaborare conoscenza di Sé e di altro d’immaginario dal proprio
Sé, occorre che tutti i valori pensabili stiano insieme e si
riconoscano e si diano valore d’insieme completo e decidibile,
come Persona e non come cosa o corpo esteso.
Ciò avviene come una conoscenza acquisibile, secondo teorema
che significano sensazioni emotive VERE e sensazioni emotive
presunte fisiche, ma in realtà immaginarie. Le quali ultime non
giungono ad essere costruibili realmente come materia, ma
restano anch’esse, solo pensieri e sentimenti.
Questi sentimenti sono soltanto creduti sensazioni fisiche, ma in
realtà sono emozioni nell’IO, (es.:caldo, freddo = dolore o
piacere mentale, ovvero bene o male).
Meditando quindi attentamente gli esperimenti della fisica
quantistica e le risultanze dei ragionamenti logici del pensiero
Sineterico, si scopre che l’estensione, l’impenetrabilità dei corpi
solidi e la trasparenza dello spazio-tempo vuoto, sono pensieri
coerenti finti ma non falsi.
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Finto non è dunque un sinonimo di falso.
Pertanto la realtà completa e decidibile consta di Vero e
Finto e non di Vero e falso.
Il quale Vero si divide in finti diversi, uno positivo e l’altro
negativo, + e -, (un modello apparente con sistema binario).
Con i numeri positivi e negativi, ovvero con i contrari e
diversi finti, è fatto il mondo immaginario virtuale materiale.
Il falso invece non esiste e non fa parte della realtà.
Infatti come un impensabile assurdo, che la mente sana
rifiuta, il falso non consiste di nulla, non è!
La conoscenza dell’Essere per se stesso, nel proprio IO è:
-giudizio sinetericoVero, maturo, (conoscenza verso i propri
pensieri astratti),
-giudizio sineterico immaginario, Finto,ingenuo, (conoscenza
verso i propri pensieri, visibili ai sensi).
-giudizio sineterico Falso, assurdo e impraticabile, (non
costruibile neanche in atto virtuale, perché non è coerente e
costruibile, nemmeno in teorema matematici immaginari).
Le congetture false sono quindi anche dimostrazioni per assurdo
che i concetti paradossali, quantizzati, complementari,
indeterminabili e finti, (sineterici ingenui), sono modello della
materia Finta. I quali modelli se esaminati con la teoria sineterica
giusta, portano alla scoperta dei concetti Veri e fondamentali,
(sineterici maturi).
I pensieri immaginari di estensione fisica e spaziale non sono
dunque falsi, ma neanche Veri.
Sono pensieri coerenti ma finti ed immaginari, costruiti
matematizzando in modo cerebrale i sensi ed i fenomeni
apparenti.
Se fossero presi per veri diverrebbero assurdi, perché da
complementari e immaginari, diverrebbero contraddittorie e
illogiche congetture di teorie sbagliate, ovvero dimostrazioni per
assurdo, comprese male e chiamate erroneamente paradossi.
I paradossi sono invece contrarietà risolvibili tra diversi finti e
non sono antinomie irrisolvibili tra diversi veri entrambi
ritenuti reali. Due contraddizioni entrambe vere si annichilano.
La materia e lo spazio-tempo quantizzati e la loro presunta
estensione fisica possono esistere dunque, ma solo come pensiero
intermittente immaginario, davanti, dopo e lungo, la lavagna
mentale puntiforme e reale.
Il pensiero reale continua a rimanere continuo in un solo punto
geometrico mentale, di, a, da, in, con, su, per, tra, fra, il proprio
Sé, che è indivisibile in parti quantizzate reali.
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Pertanto quelli della relatività non sono paradossi ma
dimostrazioni per assurdo delle realtà della fisica quantistica.
Così si scopre che le due teorie non vanno conciliate, ma
capite nel loro diverso ruolo di Essere reale ed essere
immaginario.
Come è nata però questa confusione nella conoscenza?
Purtroppo, quando un poco alla volta la filosofia ha lasciato la
via della verità di Parmenide, di Zenone e di Pitagora,
approdando alla via delle opinioni dei sofisti, trascurando il
giudizio logico di Socrate, (IL CONCETTO sineterico
ingenuo).
Le cosiddette antinomie, (ovvero le congetture irrisolvibili tra i
contrari FALSI e impensabili come reali), sono state confuse
sempre di più con i semplici paradossi risolvibili della
matematica, che si svolgono tra contrari solo finti.
Spiegando: i paradossi sono risolvibili e unificabili, proprio
perché sono costruiti come sistemi di numeri immaginari e
diversi finti, senza pretendere di essere veri contrari, (antinomie).
Esistono infatti varie matematiche e varie geometrie tutte
possibili ma solo se poste in sistema assiomatici diversi, che non
sono realmente contrari in nessun universo comune.
Gli universi multipli pensati come reali sono infatti una
congettura o dimostrazione per assurdo, dell’unico universo
mentale possibile, che include in se decidibili e completi tutti i
teorema immaginari, senza porre tra loro alcun raffronto
veramente in atto, in una reale corrispondenza biunivoca.
I transfiniti di Cantor non sono dunque realmente in atto, eppure
sono la sostanza immaginaria e intermittente DELLA MATERIA,
che non è affatto discreta ma transfinita, esattamente come la
diagonale del quadrato e il diametro del cerchio.
La materia assorbe ed emette continuamente finti quanti discreti,
che sono in realtà transfiniti irrazionali algebrici,(frattali).
I contrari finti infatti non si annichilano realmente nel nulla
assoluto inesistente, ma rimangono tutti inclusi e decidibili come
diversi finti nel vuoto finto.
Infatti la materia e l’antimateria non si annichilano nel nulla
assoluto ma nella luce originaria di entrambi.
Questi errori di pensiero furono però importati dalla filosofia alla
matematica e da questa alla fisica e alla scienza in generale.
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Gli antichi invece avevano già capito con Parmenide e con
Zenone, che l’ESSERE, l’esistenza ed il conoscere il proprio
Sé e i presunti altri multipli di sé, sono solo un vivere
mentale, (oggi da ricomprendere con la fisica quantistica).
Altresì con Pitagora compresero, che il mondo materiale è
solo un’apparenza di finto altro di sé, (oggi da ricomprendere
come illusione dei sensi, con la fisica relativistica).
Successivamente però con i sofisti si perse il senso dei giudizi
sineterici ingenui, (il CONCETTO di Socrate), e non si approdò
al pensiero dei giudizi sineterici maturi della presente teoria.
Anzi, addirittura si capovolse l’idea di cosa è reale e di cosa è
immaginario tra materia e pensiero.
Si dette sempre di più per reale e persino per eterna la materia, e
per insorgente da essa il pensiero.
Si ritenne persino, che entrambe le due contrarie nature del
pensiero e della materia potessero essere coeterne.
Lasciando così spazio alla congettura illogica e inconciliabile, di
due realtà veramente opposte ed esistenti entrambe. Non si
spiega la mancata annichilazione nel nulla, di ogni realtà
contraria ad un’ altra.
Infatti materia ed antimateria danno luce e non il nulla.
Questo pensiero apparentemente democratico e permissivo è così
distruttivo delle ragioni logiche del pensiero sano, perché due
contrari veri non si annichilerebbero in luce originaria ma nel
nulla assoluto, senza peraltro poter capire come avrebbero potuto
esistere e generarsi entrambe, anche un solo istante insieme.
In realtà nel nulla non nasce e non ritorna nulla, per il semplice
motivo che il nulla non è nemmeno un pensiero costruibile.
Così sragionando fu però distrutto il monismo mentale della
natura unica ed unificata dell’Essere cosciente, e nacque
l’inspiegabile dualismo tra materia e spirito, che fino ad oggi
rende non costruibile una scienza completa e decidibile, non
trovando la sostanza unica e comune della conoscenza Vera e di
quella immaginaria Finta, (leggi sostanza invisibile e sostanza
visibile). In aggiunta è pure prevalso il monismo materialista.
Con ciò emerge continuamente come terzo incomodo, proprio ciò
che è falso e impensabile e che viene erroneamente chiamato
paradossale. I paradossi sono invece le contraddizioni finte tra
contrari o diversi finti ovvero i teorema matematici risolvibili.
Le congetture e le dimostrazioni per assurdo scambiate o
denominate erroneamente paradossi, pur essendo antinomie, non
saranno invece mai risolvibili.
20
Se esistessero sia il pensiero che la materia, come contrari
veri anche per un solo istante, ci sarebbe poi
L’ANNICHILAZIONE nel nulla eterno.
In altre parole non esistono buchi neri e multi universi e altre
dimensioni vere, così come non esistono i viaggi nel tempo.
Le contrarietà infatti possono essere solo ipotesi assiomatiche
immaginarie tra diversi finti ed in tal caso sono paradossi
risolvibili. Ovvero la natura e la sostanza dell’essere reale
mentale resta unificata con la natura dei propri pensieri
immaginari,(questa è la teoria unificata del monismo scientifico
mentale).
Se invece congetturiamo contraddizioni vere tra contrari
presunti “veri”, (in realtà assurde e impensabili), dobbiamo
ricomprendere, che queste per gli antichi filosofi erano
antinomie, che distruggevano la conoscenza se prese per vere.
Altrimenti le congetture false erano immediatamente capite come
dimostrazioni di rincalzo per assurdo.
Faccio qui alcuni esempi concreti per chiarire le idee:
L’aumento della concentrazione della massa di una stella o di un
qualsiasi corpo, può realmente tendere e accumularsi all’infinito
fino a costituire un presunto assurdo buco nero?
In teoria oggi ciò viene erroneamente ritenuto possibile da alcuni
matematici, ma può realizzarsi realmente tale addensamento di
materia e gravità, espresso con un numero infinito e non
discreto?
In realtà la natura conosce solo valori materiali espressi in
numeri discreti. La non comprimibilità infinita dei corpi, è
particolarmente evidente nei liquidi e nei gas, che diventano
plasma degenere per ulteriore compressione.
Oltre certi limiti dunque, anche un semplice impianto idraulico
esplode ed altrettanto fa una stella super nova.
Nasce per così dire un’ antigravità di rimbalzo o reazione alla
compressione, che è la velocità di fuga rinnovata nelle
incomprimibili lunghezze di Planck.
Perché allora si prende per buona la possibilità errata di una
matematica assurda, che pretende di sommare quantità infinite di
gravità, fino ad ipotizzare buchi neri?
Non vi bastano le stelle di neutroni e le super nove?
In realtà le stelle esplodono in super nova, oppure la materia si
addensa in plasma degenere e le stelle di neutroni accelerano la
loro velocità di rotazione.
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In parole povere l’energia gravitale in eccesso trova una sua
via alla dissipazione, in antigravità o velocità di fuga o di
accelerazione di rotazione.
Infatti i fautori dell’ulteriore addensamento delle stelle di
neutroni, fino alla formazione dei buchi neri, per evitare o
risolvere forzatamente queste antinomie delle singolarità da loro
postulate, tentano poi di trasformarle successivamente in
paradossi, inventandosi vertici arrotondati in fondo ai buchi neri
e la loro conseguente evaporazione tardiva e lenta, in tempi
inimmaginabili. Cioè eliminano ad hoc l’infinito, senza avere
acquisita nessuna nuova e vera conoscenza sui tempi reali.
Ciò significa che devono inventarsi una forma tardiva di
dissipazione ad hoc, dopo aver postulato la bufala matematica e
non fisica, della super concentrazione gravitale infinita.
Questa matematica sbagliata, che porta fuori strada la fisica è
così costretta a correggere le iniziali congetture filosofiche errate
ed assurde, con ulteriori congetture ad hoc.
Questi matematici scambiano le dimostrazioni per assurdo delle
realtà note, per fantasmagoriche situazioni estreme e ancora una
volta le definiscono paradossi, pensando che questi saranno
compresi e risolti in futuro, con mezzi di calcolo più potenti.
Invece anche in questi casi sono state pensate solo delle
antinomie come quella della contemporanea esistenza presunta di
contrari impensabili, perché entrambi reali come il bene e il
male, l’essere e il nulla, (numero discreto-numero infinito).
In questo caso, il nulla falso viene presunto come contrario reale
dell’Essere Vero o anche l’infinito viene presunto come se fosse
realmente in atto, cioè viene ipotizzato, con grave errore, come
se fosse il contrario vero del numero discreto.
In realtà esiste solo Il BENE VERO la Mente Universale.
Questa Mente Universale, necessaria ed immutabile, simula in
giudizi immaginari, per un tempo sperimentale educativo, le
menti secondarie o sottostazioni umane, che sono costruite con il
finto male e con il suo diverso immaginario che è il finto bene.
Ovvero l’Universo visibile è fatto con il finto pieno e il finto
vuoto, il finto numero positivo ed il finto numero negativo, e
così via con tutti gli altri contrari pensabili come coerenti, ma
non costruibili come reali, (caldo-freddo,dolce-amaro, ecc., ecc.).
Tutto ciò però è solo dentro di noi. Noi non ci accorgiamo, come
facevano gli antichi, che confondendo le antinomie con i
paradossi, cadiamo in contraddizioni irrisolvibili, fatte con
congetture assurde e impossibili da costruire e risolvere in modo
decidibile e completo.
22
In realtà anche la matematica coerente, sintetica o analitica, non
rappresenta la realtà vera e la natura dell’Essere Vero, (la mente
avente giudizio sineterico), ma solo la costruzione paradossale
dei suoi pensieri immaginari, costruiti con contrari finti.
I pensieri immaginari sono costruiti con contrari diversi finti,
ovvero con paradossi matematici.
Questi finti contrari non si elidono infatti reciprocamente nel
nulla vero, ma solo nel vuoto finto del finto numero zero, che è
posto tra numeri positivi e negativi immaginari.
Lo zero assoluto non esiste, l’infinito in atto non esiste, il nulla
assoluto non esiste, il numero discreto, (completo), non esiste.
Tutti questi paradossi matematici sono solo transfiniti continui,
che quantizzano la loro comprensione mentale, e passando
attraverso una scalare minor densità, si adducono in transfiniti
numerabili, nella conoscenza cerebrale dei sensi matematizzati.
Ora qui, resta da chiarire ancora un punto.
La conoscenza, che l’uomo acquisisce e comprende nei modi qui
descritti, è già esistente nella Mente Universo.
Questa li ha codificati in qubit astratti e invisibili, che si
presentano poi all’attenzione dei sensi, come bit immaginari,
visibili e materiali.
Ovvero nodi d’idee a loop a-dimensionate e senza volume nella
lavagna mentale, ospitano idee disegnate di super quark, visibili
ai sensi.
Le menti umane sono quindi dei sottoprogrammi inclusi nella
Mente Universale e non sono esse a produrre l’informazione, ma
semplicemente la possono comprendere e fare propria.
La mente umana non è creatrice d’informazione ma la riceve
dall’Universo cibernetico in modo per Lei intellegibile.
Concludendo ora questa introduzione stabiliamo, che la
comprensione della teoria unificata e la demolizione di tutti i
ragionamenti non sineterici, subentrati nella storia della
conoscenza ontologica ed epistemologica dell’Essere reale e
nella cattiva comprensione dell’essere apparente. Vanno ora
rimossi per grado, perché altrimenti risulterà molto ostico al
lettore, orientarsi secondo la nuova semantica del Tachione.
Pertanto consiglio il lettore ben intenzionato e non ostile per
principi ideologici traviati, di leggere i capitoli dell’opera
secondo l’ordine fissato nel piano dell’opera. Se si vuole
anticipare qualche parte, io consiglio di leggere il cap. V.
23
Mi auguro altresì che il lettore non abbia omesso di leggere
questa introduzione generale.
NAPOLI li, 18 Marzo 1993
BUONA LETTURA DA
Il neo eleatico pitagorico
Vincenzo RUSSO
(Segue qui di seguito, una mia proposta di ricerca, trasmessa al CERN di Ginevra).
24
COMMENTO AGLI ULTIMI ESPERIMENTI DEL CERN DI GINEVRA.
Esiste realmente il bosone di Higgs?
E’ ETERNA LA MATERIA, OPPURE LO E’ IL PENSIERO CHE LA OSSERVA?
LA MATERIA DELL’UNIVERSO E’ SOLO UN PENSIERO?
Ciò che è stato osservato al CERN di Ginevra, consiste di un plasma di teorema geometrici e
matematici, espressi in numeri cardinali, (quantizzati). Ovvero al CERN si misura energia
luminosa istantanea e non massa reale, (quantità di moto). Questi numeri cardinali a loro volta
sono costituiti da un gas di numeri ordinali, (continui). In pratica la polvere di Cantor
INVISIBILE ”diviene“ frattali tridimensionali VISIBILI. Pertanto a proposito, della presunta
autosufficienza della materia, affermata dopo gli ultimi esperimenti del CERN di GINEVRA,
(presunta nascita dell’Universo dal nulla che fluttuerebbe). Siamo semplicemente alle solite tesi
ideologiche materialistiche.
Non si tiene conto che l'energia applicata nell'esperimento del CERN è già esistente nell'universo.
Quindi la materia non è affatto autosufficiente nella sua generazione dal vuoto.
Rimane vero semplicemente: che nulla si crea e nulla si distrugge.
Praticamente il finto vuoto o finto nulla, che genera il Big Bang, non è affatto vuoto.
Rimane insoluto infatti, quali sono le ragioni dell'esistenza improvvisa dell'energia in quel
tempo? Perché c'è l'energia invece che il nulla?
Ovvero perché c’è il vuoto finto e indeterminato di Heisenberg, invece del nulla assoluto?
Per approfondire questi temi CON TUTTI GLI UOMINI e non solo con gli scienziati specialisti, ho
realizzato il sito: “il Tachione il dito di Dio”. Nella pagina: http://www.webalice.it/iltachione;
si può leggere gratuitamente in rete, la teoria unificata dell'universo fisico e mentale, secondo il
pensiero sineterico maturo.
La tesi fondamentale della teoria del Tachione afferma, che la gravità non è una qualità della
materia, ma dello sforzo o reazione della formazione geometrica del vuoto nella Mente.
Ovvero è una reazione astratta e contraria all'ipotesi d’estensione angolare del pensiero a
partire da un punto mentale d’osservazione. E’ la reazione alla quantità di moto del software,
che si espande nell’hardware. Ovvero la luce mentale veloce, che viene decelerata nel cervello.
Il punto mentale è a-dimensionato e a-temporale, (la memoria del software).
Pertanto le successive dimensioni spaziali, sono immaginate “estese” nei concetti diversi a partire
dal punto mentale originario, verso la retta, il piano e i volumi tridimensionali. Determinando
REAZIONE ANGOLARE GRAVITALE, all'ipotesi immaginaria dello spazio-tempo, presunto
come se fosse realmente vuoto. Lo sforzo residuo del vuoto rappresenta dunque, la reazione
all’estensione immaginaria dei concetti dell’osservatore pensatore, ipotizzati come se fossero
fuori dal Sé. Da ciò non esiste una particella real, quale s’ipotizza come bosone di Higgs, ma solo
una decelerazione della velocità tachionica del pensiero continuo, in pensiero quantizzato.
In pratica la velocità del moto della luce tachionica decelera, determinando massa inerziale e
gravitale della luce, (energia potenziale confinata localmente), per cosi dire ferma, nella
misurazione istantanea. Questa è la massa, solo luce mentale frenata nel cervello. Ovvero
luce orbitata e confinata localmente, in puntiformi sorgenti d’informazione nell’intermittenza
quantistica. Poiché però nessun giudizio può esistere veramente fuori dalla Mente, le ragioni
invisibili delle apparenze fisiche, dimostrano di essere costruzioni immaginarie di teorema
matematici. In altre parole, nel momento osservato la materia è solo un pensiero, formulato
con simulazioni matematiche delle idee della teoria.
Non esistono dunque reali fenomeni fisici, ma solo rappresentazioni cerebrali
dell'osservatore, ovvero astrazioni matematiche, ” viste “ dai sensi sulla lavagna mentale.
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