INSEGNAMENTO DI STORIA MODERNA LEZIONE XXII “UN INSIEME DI MARI” PROF. DANIELE CASANOVA Storia Moderna Lezione XXII Indice 1 Il Mediterraneo bizantino -------------------------------------------------------------------------------- 3 2 Il Mediterraneo islamico --------------------------------------------------------------------------------- 6 3 Il Mediterraneo latino ------------------------------------------------------------------------------------ 8 Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 2 di 10 Storia Moderna Lezione XXII 1 Il Mediterraneo bizantino Il mondo bizantino, la pars Orientis dell‟impero romano, corrispondeva a quell‟insieme di regioni di fede cristiano-ortodossa, di lingua ufficiale e liturgica greca, soggetti all‟amministrazione di Bisanzio, il cui dominio, fortemente ridotto dall‟espansione araba, si estendeva principalmente ai Balcani, all‟Asia Minore e all‟Italia meridionale. Bisanzio considerò il Mediterraneo, così come avevano fatto i romani, un mare interno che doveva contribuire a tenere sotto controllo il vasto impero esteso su tre continenti: Europa, Asia e Africa. Agli albori dell‟anno Mille, il mondo bizantino conobbe una forte ripresa sia dal punto di vista economico e sia dal punto di vista diplomatico e militare; fattori che, tra l‟altro, favorirono una nuova espansione territoriale e determinarono, sotto il lungo regno di Basilio II (976-1025), una nuova rinascita bizantina nel Mediterraneo centro-orientale e nel Mar Nero. Costantinopoli, la più grande città dell‟Impero situata sugli stretti del Bosforo, tra Mediterraneo e Mar Nero, nel punto d‟incontro di antiche, importantissime rotte commerciali, non era soltanto la sede dei vertici dello Stato e della Chiesa, ma rappresentava il centro più fiorente del Mediterraneo ed era allo stesso tempo la sede di un‟intensa attività artistica. Ma, proprio quando il prestigio politico-culturale del mondo bizantino era al culmine apparvero i segni di un rapido declino. Ad accelerare il processo di dissoluzione dell‟impero contribuì una serie di cause. Il processo di feudalizzazione, avviato dopo la morte di Basilio II, portò allo sgretolamento delle strutture economiche, militari e dell‟apparato amministrativo dell‟Impero. Indebolito dalle lotte interne al potere, Bisanzio dovette fronteggiare una serie di attacchi da parte delle popolazioni che premevano alle sue frontiere. L‟irruzione dei turchi Selgiuchidi in Asia Minore culminò con la sconfitta subita dai Bizantini nella battaglia di Manzikert (1071), una vittoria che aprì le porte alle migrazioni turche sino all‟Egeo e spostò gli interessi bizantini verso ovest. L‟attacco alle frontiere settentrionali dei Peceneghi, una tribù di origine turco-tatara, che nel 1090 arrivò fino a Costantinopoli, e il risveglio del nazionalismo di bulgari e serbi nei Balcani tennero costantemente impegnata la diplomazia bizantina. Sul versante occidentale, la minaccia fu portata dai Normanni condotti da Roberto il Guiscardo, che dopo aver espulso i bizantini dal Mezzogiorno d‟Italia (1059) e messo fine al dominio degli Arabi in Sicilia (1072), occuparono Durazzo e lanciarono a più riprese delle spedizioni militari contro Salonicco e Costantinopoli. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 3 di 10 Storia Moderna Lezione XXII L‟imperatore, Alessio I Comneno (1081-1118), per difendere il territorio dall‟attacco dei Normanni, chiese aiuto a Venezia, la città adriatica sorta tra il VI e il VII secolo nel cuore della laguna veneta, che disponeva di una potente flotta militare e aveva assunto il predominio delle rotte mercantili adriatiche. Sconfitti i Normanni per mare nel 1082, i Veneziani ottennero in cambio del sostegno portato a Bisanzio una serie di privilegi commerciali, fiscali e giurisdizionali. Fu loro concesso un diploma imperiale (crisobolla o bolla d‟oro), grazie al quale potevano navigare liberamente in tutto l‟Impero senza restrizioni e senza pagare dazi e tasse. Se da una parte tale accordo sanciva l‟ascesa della potenza commerciale veneziana nel Mediterraneo orientale, dall‟altra inseriva la città lagunare nelle dinamiche politiche dell‟impero bizantino e ben presto il rapporto tra Bisanzio e il Ducato di Venezia si invertì: i Veneziani divennero i difensori di Costantinopoli e i protettori delle coste bizantine. L‟attacco a Bisanzio portato prima dalle popolazioni turche e poi dai Normanni modificò i rapporti tra mondo bizantino e mondo latino. Sino a quel momento, le ragioni dell‟ostilità tra le due aree avevano sostanzialmente riguardato problemi di natura religiosa. Da una parte la Curia romana, pretendeva il riconoscimento del suo primato sull‟ecumene cristiano, dall„altra la Chiesa ortodossa, attraverso l‟autorità del patriarca di Costantinopoli, si manteneva fedele ad una tradizione che negava la superiorità di un„autorità spirituale sulle altre. La situazione, com‟è noto, precipitò a metà dell‟XI secolo, quando, in seguito ad una serie di controversie, nel 1054 si arrivò alla scomunica reciproca dei due capi spirituali (Scisma d‟Oriente). La divisione tra le due Chiese, segnata grosso modo dalla linea di demarcazione che percorre l‟Adriatico, con i cristiani ortodossi ad est e i cattolici ad ovest, che ancora oggi divide la Chiesa ortodossa e quella cattolica, ai contemporanei non apparve un avvenimento traumatico, ma sembrava uno dei tanti episodi scismatici vissuti nella già lunga ormai storia della fede cristiana. In realtà, la rivalità toccava direttamente problemi di ordine politico: entravano in quel momento in gioco la conversione e il controllo dei nuovi popoli pagani dell‟Europa centrale e orientale, come nel caso della chiesa bulgara e russa o della conversione dei popoli slavi, che si traduceva nell‟ampliamento dell‟influenza politica, se non del dominio diretto, dell‟uno o dell‟altro universo. Furono gli avvenimenti che accaddero dopo la prima Crociata che determinarono l‟inizio del declino di Bisanzio, trasformando l‟Impero, di fatto, ad una potenza regionale. L‟aiuto richiesto all‟Occidente cristiano da Alessio I Commeno, questa volta in seguito all‟avanzata in Asia Minore dei turchi Selgiuchidi, fu all‟origine della Crociata predicata da Urbano II a Clermont nel 1095, il Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 4 di 10 Storia Moderna Lezione XXII cui obiettivo iniziale era di reclutare mercenari in soccorso di Bisanzio. Lanciata e animata dalla Chiesa romana, la Crociata fu realizzata da oltre 100.000 baroni, cavalieri e avventurieri prevalentemente franchi, normanni e fiamminghi, e fu sostenuta dalle marinerie delle città italiane, che avrebbero dovuto trasportare le truppe, le armi e assicurare i rifornimenti ai crociati. Dopo aver attraversato la valle del Danubio e i Balcani, la folla di guerrieri armati e pellegrini, detti cruce signati, dal simbolo che aveva loro assegnato il papa sulle casacche, anziché dirigersi verso Bisanzio e unirsi alle truppe imperiali, invase l‟Anatolia e la Siria, s‟impadronì di Antiochia e di altre importanti città e nel 1099 assediò e conquistò la città di Gerusalemme, massacrandone gli abitanti. Sui territori occupati i crociati, ormai in rotta con Bisanzio che vedeva installarsi i suoi avversari cristiani nelle zone più ricche dell‟impero, iniziarono una feroce persecuzione contro gli Ebrei e crearono una serie di piccoli stati feudali disseminati lungo le coste egiziane e siriane di cui il maggiore fu il regno di Gerusalemme affidato a Goffredo di Buglione, duca della Bassa Lorena (una regione situata nella Francia nordorientale). L‟evento, in cui si espresse, in certo senso, il ritrovato vigore militare e commerciale dell‟Occidente dopo i lunghi secoli della decadenza post-classica, consentì al mondo latino di mantenere per un lungo periodo una presenza sulle coste del Mediterraneo orientale, da Gerusalemme ad Edessa, nell‟attuale Turchia meridionale. In questo modo i mercanti europei per lo più italiani, riuscirono a stabilirsi nei maggiori porti e in alcune città all‟interno del Levante, dove impiantarono proprie colonie che godevano di esenzioni fiscali e doganali. Governate da un proprio rappresentante, il balio o balivo, le comunità occidentali erano formate per lo più da un quartiere con un mercato, una chiesa e un magazzino per le merci (fondaco). In particolare Veneziani, Genovesi e Pisani, impiantatisi subito dopo la spedizione crociata nelle importanti piazze di Alessandretta, Antiochia, Tiro e Giaffa, ne approfittarono per controllare il lucroso commercio dei prodotti orientali e ben presto compresero l‟importanza dei centri musulmani. Dalle coste levantine i mercanti italiani ben presto si spinsero nelle regioni interne fino ad arrivare a Trabiz, dove affluivano le carovane arabe che portavano le merci indiane e cinesi, avviando così una serie di durature relazioni tra mondo cristiano e musulmano che sopravvissero anche dopo la scomparsa delle roccheforti crociate in Oriente, l‟ultima delle quali, Acri, fu conquistata dai Mamelucchi nel 1291. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 5 di 10 Storia Moderna Lezione XXII 2 Il Mediterraneo islamico Il mondo islamico agli albori del Mille non costituiva uno spazio politicamente unitario. È bene precisare che l‟universo musulmano, unificato dalla comune cultura religiosa espressa in lingua araba e dai legami plasmati sui commerci, sulle migrazioni e sui pellegrinaggi fu molto articolato e non fu mai interamente un mondo mediterraneo, anche se su di esso gravitò per lungo tempo. Se da una parte l‟Islam comprendeva quel vasto insieme di territori euro-afro-asiatici, che a partire dal VII secolo erano stati conquistati dagli arabi musulmani, dall‟altra includeva popolazioni che si distinsero soprattutto per la loro abilità guerriera come le tribù turcomanne, popolazioni nomadi provenienti dalle terre aride e fredde della steppa euroasiatica, la regione che si estende dal Mar Nero alla Cina. Volendo schematizzare possiamo dividere il mondo islamico subito dopo il Mille, in tre vaste regioni, ognuna sotto la dominazione di una o più dinastie. La prima, quella che meno gravitava fisicamente sul Mediterraneo, si estendeva dalla Persia all‟Indo e ruotava attorno a Baghdad, prestigiosa capitale dell‟Impero Abbaside (750-1258), situata nel cuore della regione del Khorasan (Iran orientale), ampio distretto agricolo e sede di una vasta rete di commerci che arrivava sino in India. Quest‟area fu conquistata dai Selgiuchidi, una popolazione turca convertita all‟Islam sunnita, la cui espansione verso occidente, come si è visto, minacciò le posizioni bizantine in Asia Minore e favorì un continuo afflusso di nuove popolazioni provenienti dalle steppe asiatiche e dalla regione del Mar Caspio, da cui emersero nella penisola anatolica una serie di emirati locali. La seconda area, gravitante propriamente sul Mediterraneo, comprendeva l‟Egitto, la Siria, la Palestina, l‟Arabia occidentale e la Sicilia, sino a quando, quest‟ultima, non fu conquistata dai Normanni. Il suo centro si trovava al Cairo, città fondata dai Fatimidi nel 969, nel cuore di un sistema commerciale che, grazie al porto di Alessandria, univa i traffici orientali con quelli occidentali. Sino al 1171 in questo vasto spazio continuarono a regnare i Fatimidi, a cui subentrò Yusuf ibn Ayubb (1138-1193), noto in occidente col nome di Saladino (Salah ad Din), un capo militare sunnita di origine curda, educato alla corte dei Selgiuchidi in Siria. Fondatore della dinastia degli Ayyubidi (1171-1252), Saladino, proclamatosi emiro, unificò l‟Egitto e la Siria e nel 1187, in seguito alla vittoria riportata sui Franchi nella battaglia di Hattin in Galilea, riconquistò la città di Gerusalemme in mano ai Crociati, riducendo i domini latini solo a qualche possedimento costiero. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 6 di 10 Storia Moderna Lezione XXII La terza area, infine, comprendeva il Maghreb e la parte musulmana della Spagna, nota col nome di al-Andalus. In quest‟area non vi era un centro predominante, bensì diversi centri urbani importanti: Cordova e Granada nella penisola iberica, Fes, Tlemcen e Tunisi nel nord Africa, città dalle quali si potevano controllare le rotte dei traffici commerciali tra l‟Africa e le diverse parti del Mediterraneo. In seguito alla fine del califfato omayyade di Cordova (750-1031) la parte della penisola iberica ancora sotto il dominio musulmano fu divisa in una quantità di piccoli emirati, governati da capi di diverse etnie. Questa frammentazione rese possibile ai regni cristiani confinati dopo l‟invasione araba (711) al solo nord della Spagna di cominciare ad espandersi verso sud. La loro offensiva fu controllata dalla comparsa di due nuove dinastie islamiche: prima gli Almoravidi (1036-1147) e poi gli Almohadi (1121-1269), estesero il loro dominio su Marocco, Algeria, sulla regione dell‟Andalusia in Spagna e in Tunisia, quest‟ultima affidata nel 1207 al governatorato di un rappresentante della dinastia Hafside. L‟affievolirsi del predominio islamico nel Mediterraneo tra l‟XI e il XII secolo portò alla crescente supremazia nei traffici marittimi da parte delle diverse nazioni dei mercanti occidentali. L‟espansione latina si realizzò non solo a spese del mondo bizantino, ma anche di quello islamico. In tale contesto sono da inquadrare gli attacchi cristiani portati all‟Islam mediterraneo, dapprima nei suoi domini europei, Spagna, Portogallo e Sicilia e poi in Oriente, su territori che un tempo appartenevano all‟universo cristiano. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 7 di 10 Storia Moderna Lezione XXII 3 Il Mediterraneo latino Il mondo latino, intorno al Mille, comprendeva quell‟insieme di territori e società, all‟incirca i paesi che si affacciano sul Mediterraneo occidentale, che s‟identificavano con la cristianità latina medievale. Alla fine del X secolo l‟area, in rapporto al grado di civilizzazione raggiunto sia dal mondo islamico e sia da quello bizantino, appariva poco evoluta. Tuttavia, a partire dall‟XI secolo e fino ai primi decenni del XIV, grazie alla crescita demografica, alla formazione di un surplus produttivo, determinato dall‟incremento delle terre coltivate e dall‟utilizzo di nuove tecniche agricole, e ai progressi nel settore mercantile, tecnologico e militare, per l‟Occidente iniziò una nuova fase di espansione politica, militare e di progressiva crescita economica. La popolazione più o meno triplicò, di conseguenza, molte regioni prevalentemente boscose furono coltivate per la prima volta e ciò determinò alla fine del Trecento un raddoppio dell‟aree messe stabilmente a coltura rispetto all‟XI secolo. Il cosiddetto risveglio dell’Occidente, si realizzò in maniera diversificata e fu determinato anche dalla riorganizzazione della Chiesa cattolica. Fu, infatti, dopo la metà dell‟XI secolo che la Curia romana si pose a capo di un generale rinnovamento della cristianità latina che andò anche a toccare visibilmente le strutture feudali e l‟autorità imperiale quali si erano costituite a partire dall‟età carolingia. La riforma gregoriana, dal nome del papa Gregorio VII (1073-1085), uno degli artefici del cambiamento, stabilì la superiorità assoluta del pontefice su ogni altra autorità terrena, sancì l‟obbligo di celibato per i sacerdoti, proibì la simonia (la vendita delle cariche ecclesiastiche), e, al contempo, attuò una generale riforma del diritto canonico. In pratica tali misure diedero all‟Occidente cristiano una solidità alle proprie strutture ecclesiastiche, una nuova direzione spirituale e uno slancio sociale che risultarono determinanti per l‟espansione latina nel Mediterraneo ai danni del mondo bizantino e musulmano. Per quanto riguarda la geografia politica del mondo latino agli inizi dell„XI secolo, la situazione può essere così riassunta. La penisola iberica, alle prese con la Reconquista, cioè la lotta intrapresa dai regni cristiani per espellere i musulmani dalla Spagna, era divisa tra vari principati cristiani: nella parte nordoccidentale si era formato il regno di Leòn, da cui si staccò agli inizi del XII secolo la contea del Portogallo; nella parte nord-orientale quello di Navarra; a ridosso dei Pirenei, il regno di Aragona Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 8 di 10 Storia Moderna Lezione XXII che nel 1137 si unì alla Contea di Barcellona, infine, nella parte centrale il regno di Castiglia che alla fine del Duecento formò un tutt„uno col regno di Leòn. La Francia, dopo la dissoluzione dell‟impero carolingio e sino all‟affermazione dei Capetingi, era sostanzialmente divisa in due zone il cui confine passava all‟incirca all‟altezza della città di Poiters. In particolare, la parte nord-occidentale si organizzò attorno al ducato di Aquitania, la più vasta estensione di tutto il regno, ma, per la sua posizione strategica e per la fioritura di una civiltà cittadina che può essere paragonata soltanto a quella dell‟Italia e della Francia meridionale, rivestiva una certa rilevanza anche la contea di Fiandra, più o meno l‟attuale Belgio settentrionale, collocata alla foce di grandi fiumi (Loira, Senna e Reno). Accanto a queste formazioni ebbe grande importanza anche il ducato di Normandia, dove sin dalla sua nascita (910) era stata creata una rigida gerarchia di potere che andava dal duca ai signori locali, tutti però stretti da un vincolo di fedeltà. Tra l‟altro, il loro sistema feudale prevedeva l‟ereditarietà dei titoli e dei benefici connessi solo ai primogeniti, perciò i figli cadetti, spesso, dovevano avventurarsi in nuove imprese militari per conquistarsi il proprio spazio di ricchezze e potere. Così accadde per Guglielmo il Conquistatore, che guidò una spedizione di cavalieri in Inghilterra, e per i fratelli della famiglia Altavilla che s‟insediarono nel Mezzogiorno d‟Italia. Se i Normanni furono tra i maggiori artefici del dinamismo europeo fondato sulla forza militare, sullo spirito di conquista e di avventura, le città italiane, invece, si posero all‟avanguardia di quel movimento che unì per oltre quattro secoli i porti italiani ai centri industriali europei e ai mercati orientali. La presenza di numerose e popolose città disseminate nell‟arco del Mediterraneo islamico e bizantino, molte delle quali collegate alle antiche vie carovaniere, favorì il decollo delle città marinare italiane. Grazie alla loro posizione geografica e all‟intensificazione degli scambi tra le due sponde, alcune di esse divennero importanti centri marittimi e commerciali. In particolare, la collocazione di Amalfi, Venezia, Pisa e Genova, nell‟orbita bizantina, permise loro di avere una certa libertà di movimento in tutto il Levante e ciò accrebbe notevolmente i loro commerci soprattutto dopo l‟insediamento di empori e scali marittimi prima a Costantinopoli, dove disponevano di attivissime colonie e poi in seguito alla prima Crociata in Siria e in Palestina. Fu grazie all‟intraprendenza delle città marinare italiane che il Mediterraneo, a partire dall‟XI secolo, si riappropriò della sua antica funzione di crocevia tra Oriente e Occidente e si riaffermò come luogo centrale degli scambi tra le tre grandi civiltà del Vecchio Mondo. “La grande pianura liquida” ridiventò un immenso spazio economico, aperto alle attività commerciali a media e a lunga distanza, che misero in stretta comunicazione il mondo islamico con quello cristiano. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 9 di 10 Storia Moderna Lezione XXII Ma ciò che determinò la definitiva supremazia delle città italiane nel Mediterraneo, in particolare di Venezia e di Genova, e allo stesso tempo decretò quell‟insanabile rottura tra mondo latino e bizantino furono gli avvenimenti accaduti in seguito alla quarta Crociata. Bandita da Innocenzo III nel 1202 con il duplice obiettivo di recuperare Gerusalemme ai cristiani e ricondurre la Chiesa d‟Oriente sotto la sovranità pontificia, crociati e veneziani, invece, nel 1204 si trovarono padroni di Costantinopoli. La città fu completamente saccheggiata, razziata e devastata dai conquistatori e la Chiesa greca fu assoggettata a quella romana. Un ramo della dinastia dei Commeni riparò a Trebisonda sulla costa sud orientale del Mar Nero. Bisanzio ebbe un imperatore latino, Baldovino di Fiandra ed un veneziano come patriarca della Chiesa ortodossa, da questo momento almeno formalmente unita a Roma. Le cronache del tempo definirono l‟avvenimento un “cataclisma cosmico”. La chiesa di Santa Sofia fu sconsacrata, le suore violentate e i monaci venduti come schiavi. Nella spartizione dell‟Impero che ne seguì i Veneziani si aggiudicarono gran parte delle isole nell‟arcipelago Egeo, il Negroponte compresi gli importanti scali di Modone e Corone, l‟isola di Creta (Candia) e diversi scali commerciali sulle coste del Mar Nero. Organizzati intorno al piccolo regno di Nicea, la città anatolica ad est del Mar di Marmara sede dei famosi concili paleocristiani, i bizantini riconquistarono Costantinopoli solo nel 1261, questa volta con l‟aiuto dei Genovesi, che godettero dei privilegi in passato concessi a Venezia. L‟autorità imperiale fu restaurata sotto la nuova dinastia dei Paleologi, ma si estendeva su un‟area geografica che abbracciava solo una piccola parte dei territori posseduti in passato e senza l‟autorevolezza e il prestigio di un tempo. L‟impero bizantino, circondato dagli emirati turchi in Anatolia e dai regni cristiani nei Balcani, tra cui quello della Valacchia, della Moldovia a nord del Danubio, e quello Serbo che si estendeva dall‟Adriatico al Mar Nero, si configurava a questo punto come un “impero degli Stretti“: al di qua del Bosforo, la Tracia, alcune isole dell‟Egeo, la penisola Calcidica e quella di Gallipoli; al di là una parte dell‟Anatolia occidentale. Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633) 10 di 10