dei Fiorè e dei Giay – devono essere ricordate

La musica e il Teatro Regio
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dei Fiorè e dei Giay – devono essere ricordate: Celoniati, Rasetti, Prover, Pucci, Besozzi, Le Messier, Spotorno, Miroglio, Suardi, Ghignone, Concone, Cervini, Secchi, Anglois, Molino, Ghebart, Casella, Vinatieri, i cui destini furono in massima parte legati all’attività svolta per
la Cappella regia, coprendo un arco di tempo che con gli ultimi rappresentanti invase anche il terreno del Regno d’Italia14.
Il primo dei grandi maestri torinesi è, in ordine di tempo, Giovanni
Battista Somis, un coetaneo di Andrea Stefano Fiorè (era nato il giorno di Natale del 1686). Non aveva ancora compiuto il decimo anno di
età quando venne nominato «musico suonatore della banda dei violini»
di Vittorio Amedeo II. Nel 1703 fu inviato a Roma con Fiorè, a spese
del duca, per perfezionarsi con Arcangelo Corelli. Dell’attività esplicata durante il soggiorno romano non s’è trovata traccia, ma è significativo che a distanza di vent’anni dalla fine di quell’esperienza il musicista
abbia voluto dedicare l’opera IV (1726) al cardinale Pietro Ottoboni in
ricordo delle «gentilezze» da questi elargitegli in quell’importante fase
della sua vita. Rientrato a Torino allo scadere del 1706, Somis riprese
il proprio posto nel complesso di corte, conseguendo per primo nel 1715
la nomina a capo dei violini soprani e nel 1739 quella di capo dell’orchestra. «Aiutante di camera» del principe di Carignano Vittorio Amedeo dal 1709 alla morte, avvenuta a Torino il 14 agosto 1763, Somis ebbe contatti con l’ambiente parigino, al seguito del principe colà trasferitosi nel 1720, esibendosi anche al Concert Spirituel (1733), la massima
istituzione concertistica fondata nel 1725 e attiva sino allo scoppio della Rivoluzione.
Alla scuola di Somis si formarono alcuni dei più grandi violinisti e
compositori dell’epoca: Pietro Miroglio (ca. 1715 - ca. 1762-64), che intorno al 1730 si trasferì a Parigi, al servizio del principe di Carignano
insieme col fratellino Giovanni Battista (ca. 1725 - ca. 1785), che doveva poi affermarsi anche come compositore di talento; Giuseppe Canavasso (1714-76), che dal 1735 circa fu attivo a Parigi; Carlo Chiabrano (1723-?), operante a Parigi e a Londra; Giovanni Pietro Ghignone (1702-74), che fu a Parigi «roy des violons» (e cioè capo della
corporazione degli strumentisti) dal 1741 al 1773; Felice Giardini e Gaetano Pugnani di cui diremo; i francesi Jean-Marie Leclair (1697-1764)
e Louis-Gabriel Guillemain (1705-70); il ginevrino Gaspard Fritz (17161783).
14
Per un quadro complessivo della Cappella regia condotto sino ad abbracciare l’epoca del suo
definitivo scioglimento si veda – come seguito degli studi già citati di M.-Th. Bouquet – r. moffa, Storia della Regia Cappella di Torino dal 1775 al 1870, Centro Studi Piemontesi, Torino 1990
(collana «Il Gridelino», 10).