Politica economica e finanziaria (PEF)

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Politica economica e finanziaria
(PEF)
PARTE 1
Appunti presi a lezione
La crescita italiana e politiche utili per migliorare la crescita: la crescita italiana rispetto al PIL è in
questi ultimi anni inferiore a quella dei paesi europei (USA meglio di UE, UE meglio di Italia).
Analisi fatta rispetto al PIL, al PIL x ore lavorate e le ore lavorate. L'Italia ha una produttività molto
bassa questo si vede dal PIL x ore lavorate. La crescita dell'Europa nel lungo periodo in termini di
PIL reale prezzi costanti è aumentato parecchio negli ultimi anni, in Italia invece negli ultimi anni è
sempre sceso cioè aumentato ma sempre di meno.
Le cause per l'Italia?
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Diminuzione della competitività (articolo di tabellini),
Aumento debito pubblico che ha fato sì che in presenza di una recessione non potesse essere
usato lo strumento della politica fiscale della spesa pubblica perché dobbiamo sempre
pagare gli interessi dei titoli che i compratori dei titoli detengono e una grossa fetta del
bilancio dello stato va in interessi,
Invecchiamento della popolazione.
Dopo la seconda guerra mondiale il tasso di crescita era del 6% ed era export-led cioè trainato
dall'esportazione perché c'erano tassi di cambio vantaggiosi tra 81 e 95 domanda estera reale
aumento del 5% ma poi essa cala al 3.8 tra 96 e 2001 e poi diminuisce dell'1 % nel 2002 quindi dal
90 in poi le esportazioni non hanno tirato molto perché noi esportiamo beni a bassa competitività
cioè moda e pochi beni con tecnologia incorporata, esportavamo lavatrici ed elettrodomestici,
automobili, stile ma tecnologie pochissima. Esaotte a Genova esporta macchinari medici ma nei
paesi sottosviluppati, bisogna produrre prodotti con tecnologia avanzata e l'Italia deve investire
nella ricerca. Per alcuni prodotti è aumentata la concorrenza perché ci sono nuovi paesi esportatori
come la Cina grazie alla quale non esportiamo più magliette.
Guardando indice commercio del paese/commercio mondiale = 2 volte il rapporto tra PIL del paese
e PIL mondiale, questo vale per l'Europa, mentre per l'Italia è 1 cioè l'Italia esporta meno che gli
altri paesi europei. I nostri prodotti sono comprati meno all'estero perché comprendono poco
progresso tecnico incorporato e sono facilmente imitabili. Bisogna entrare nell'ottica del prezzo: in
Italia il costo del lavoro comparato a quello di India o Cina è troppo alto quindi gli imprenditori
vanno a insediarsi là, inoltre abbiamo poca ricerca sui prodotti.
Indicatori della potenzialità dell'introduzione dell'innovazione: guarda tabella 1. Sono politiche che
cercano di far migliorare la produttività del paese quindi politiche dell'offerta tipo diffondere uso
internet o scolarizzazione e i giovani italiani bravi se ne vanno.
1998: Investimento in ricerca e sviluppo presa come % del PIL: Italia investe in ricerca e sviluppo
lo 0.5 del PIL, l'UE l'1 e USA 2.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
% brevetti non USA registrati in USA: Giappone 45%, Germania 14%, Canada Francia UK 5 %,
Italia 2%. Il brevetto è un'arma a doppio taglio perché può limitare la crescita perché dà uso
esclusivo però al tempo stesso se riesco a farmi brevettare provo ancora di più a creare brevetti.
In Italia sono anche mancati gli investimenti: nelle imprese italiane la quota dei profitti al netto
delle spese amministrative meno % valore aggiunto è aumentata di 5 punti ma questi 5 punti in più
non si sono tradotti in maggiore investimento, l'investimento è funzione del tasso di interesse ma
anche della possibilità di un guadagno dato da una domanda attesa ma la domanda stava
diminuendo quindi perché investire?
Non investivano anche perché
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il 95% delle imprese italiane ha meno di 10 addetti e sono le grandi imprese che hanno soldi
per investire in ricerca e sviluppo
in generale questo fatto spiega i bassi I in RS
c'è una bassa accumulazione di profitto
permangono in Italia i settori maturi (se si guarda curva di vendita di prodotto nuovo
all'inizio è basso poi aumenta tanto poi si assesta questo come quantità).
Perché non crescono le imprese italiane?
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Perché spesso sono imprese familiari e si cresce quotando l'impresa ma la famiglia non
vuole perdere il controllo societario perché vuole che rimanga sua.
Le grandi imprese sono poche mancano di dinamismo perché sono in mano allo stato infatti
più del 50% del PIL è prodotto dallo stato e se produce lo stato c'è poca concorrenza e
Brunetta prova in modo anche poco simpatici a far aumentare la produttività del settore
pubblico. Bisognerebbe privatizzare per rendere efficiente tipo per distribuzione acqua e
elettricità cosa che si sta facendo in Italia mentre in USA cercano di fare sanità da noi c'è ma
c'è inefficienza.
In Italia ci sono anche problemi del lavoro e dei sindacati: doppio mercato del lavoro sotto
sindacato c'è contratto a tempo indeterminato che protegge e possono essere inefficienti
mentre i precari non sono protetti ed è un problema.
Altro problema è che con l'invecchiamento della popolazione le spese per il mantenimento
dei vecchi pesano sui contributi pensionistici dei pochi che lavorano, in Italia la natalità è la
minore del mondo. Le politiche per la famiglia non sono state fatte: dal 45 ad oggi le
famiglie sono state sempre sole per avere figli anche per malattie e handicap, anche Francia
e Svezia avevano questi problemi ma hanno fatto politiche e ora non hanno natalità così
bassa, questo si fa con aiuti asili nido quindi le mamme possono andare al lavoro e altre
cose, per questo bisogna avere almeno due figli così i due genitori che vanno in pensione
sono sostituiti dai due figli. Poi più la popolazione è vecchia e meno c'è capacità di innovare
perché sono i giovani che hanno idee e innovano. E il fatto che è alto l'onere sui giovani per
mantenere i vecchi fa sì che in Italia ci sia tanto lavoro nero. + popolazione anziana + spesa
pensionistica + debito manca spesa pubblica – politiche per famiglia – figli + popolazione
anziana....
Quota dei profitti al netto degli ammzzortamenti è il rapporto tra profitti e salari e quindi se
aumenta significa che sono calati i salari ma gli investimenti non sono aumentati perché le
imprese sono pessimistiche cioè non avevano fiducia nelle loro esportazioni o comunque
nella loro domanda, se avessero prodotto cose innovative avrebbero potuto pensare alle
esportazioni.
95% sono piccole i due autori la pensano in modo opposto.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
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Spiega il permanere in settori maturi: non è vero perché anche le piccole imprese possono
innovare.
Le grandi imprese in Italia non producono cose innovative.
Le imprese sono poco flessibili nel lavoro: i sindacati stanno perdendo forza perché le
imprese sono piccole e lontane per cui non c'è un luogo unico dove riunirsi che è una cosa
importante. Lavoratori a tempo indeterminato e determinato che sono giovani che non hanno
soldi e quindi non mettono su famiglia non fanno figli la popolazione invecchia e poi è un
gatto che si morde la coda.
Quando una famiglia ha un'azienda ed ha tanti figli uno dei figli prende la fiaccola ma se
uno ha uno o due figli e questi non hanno voglia di occuparsene l'azienda viene venduta o
muore.
Il debito pubblico è la differenza tra la spesa dello stato e le tasse che incassa questo deficit
può essere coperto o emettendo moneta o emettendo dei titoli pubblici e per questi titoli
pubblici lo stato dovrà pagare questi interessi. Se oltre ad avere deficit deve pagare i
contributi di anzianità perché i contributi che arrivano dalle imprese non bastano allora
aumenta ancora e bisogna emettere altri titoli. Siamo entrati nell'UE con la promessa di
avere il 60 % del PIL formato dal debito. In quel momento era il 110 poi siamo arrivati al
100 e con una crisi come quella attuale l'unica soluzione non è quella di aumentare la
moneta perché poi il tasso di interesse non si abbassa oltre un certo limite quindi bisogna
aumentare la spesa pubblica ma se lo stato non può usarlo perché si è bruciato questa
possibilità negli anni 80 allora non potrà fare molto. Il debito pubblico è uno stock, poi c'è
un flusso che è il disavanzo in ogni anno Quindi stock del 60% del PIL e disavanzo del 3%
così sarebbe diminuito del 3% all'anno. Il problema di avere un elevato debito pubblico non
consente di aumentare la spesa pubblica nei momenti di recessione quando serve, non si
possono ridurre le tasse, la spesa pubblica deve andare ai consumi e non agli investimenti
pubblici.
Grafico IS LM: la LM è crescente perché se a parità di interessa aumenta il reddito la
moneta aumenterò quindi parte il tasso di interesse. Se aumenta G la IS si sposta verso
destra quindi aumenta il tasso di interesse e questo spiazza l'investimento privato.
La competitività delle imprese: dipende anche dal costo del lavoro. Il costo del lavoro per
unità di prodotto è uguale a C/Q di prodotti e se dividiamo entrambi per N abbiamo C/N che
è il costo del lavoratore per ora lavorata, a denominatore abbiamo la produttività cioè
prodotto per occupato quindi il costo del lavoro sarà più alto se aumenta il numeratore o
diminuisce il denominatore ovvero la produttività. Il numeratore dipenderà dal livello dei
salari. In Italia un lavoratore lavora meno che in USA. N è le ore lavorate oppure il numero
dei lavoratori.
Quindi abbiamo problemi legati alla bassa innovazione, al tipo di prodotto che vendiamo, le
imprese non si stabiliscono da noi perché abbiamo un sacco di vincoli burocratici
inefficienti, in più al Sud con la camorra non verrà mai un'impresa straniera.
Quali sono le politiche economiche adatte ad una situazione del genere? Sono politiche dal
lato dell'offerta, le politiche dal lato della domanda sono più rapide come aumento della G
oppure politica monetaria. L'invecchiamento della popolazione è una cosa che ne influenza
tante altre quindi bisognerebbe cercare di migliorare questo, fare asili nido premi per chi ha
più bambini fare sì che la donna lavori quando vuole, la popolazione attiva cioè chi è in
grado di lavorare si crea il tasso di partecipazione cioè chi lavora e in Italia questo è il più
basso d'Europa, diminuire i prezzi delle case dare soldi per mantenere gli anziani di cui poi
si occupano le donne, inserire le donne nel mercato del lavoro. Poi l'istruzione abbiamo
università inefficienti quindi creare la voglia di studiare perché siano competitivi gli
studenti.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
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Politiche del lavoro nella slide sono quelle per la formazione del lavoro, politiche
anticorporative sono quelle per la concorrenza, politiche della legalità vuol dire creare
imprese al Sud stando tranquilli, politiche per l'immigrazione quindi noi non facciamo figli
ma forse loro sì e poi fanno lavori che gli italiani non hanno voglia di fare.
Interpretazione di Tabellini: i problemi della crescita dipendono da struttura produttiva verso
settori scarsamente tecnologica ed avendo settori maturi queste produzioni sono imitate da
settori emergenti che faranno a costo minore. Secondo motivo scarsa capacità di innovare.
Altri paesi sono riusciti a ristrutturarsi verso settori più innovativi e fare questo non è
semplice perché bisogna lasciare il mercato libero e incoraggiare verso certi settori e non
mettersi a produrli lui come ha fatto l'Italia mettendo acciaieria in Calabria.
Sotto certe ipotesi lo scambio tra due paesi avviene se c'è vantaggio comparato e lo vediamo
domani.
Ragioni di scambio: importazioni nominali ed esportazioni nominali cioè compresi i prezzi.
Come si può fare il salto di iniziare a produrre cose più tecnologiche? Secondo lui non con
aumento di investimenti in ricerca e sviluppo. Secondo lui c'è bisogno di cervelli e le
imprese sono piccole e non innovano, è dai giovani che viene la capacità di innovare e i
giovani in Italia non hanno spazio. Anche nelle università bisogna creare giovani che siano
capaci di innovare.
Teoria dei vantaggi comparati: serve a spiegare gli scambi e serve a capire perché la
globalizzazione è così criticata.
Un paese si specializzerà nella esportazione di un bene su cui ha un vantaggio comparato. Per
capire serve il concetto di costo opportunità: la quantità di un bene a cui occorre rinunciare per
produrne un altro. Quantità di panini a cui occorre rinunciare per produrre una mela = costo
opportunità = 1.5. E' quello a cui devo rinunciare proprio perché le risorse sono limitate.
Hp di Ricardo:
Lx ci dice la tecnologia utilizzata. Ieri abbiamo illustrato il fatto che l'Italia non esporta abbastanza,
ora stiamo interpretando il fatto attraverso un modello.
Che il prezzo coincida con le ore lavoro = che ci sia solo l'offerta e non anche la domanda che serve
per determinare il prezzo ma non le interessa.
Sembra che al Portogallo non convenga esportare perché ha un vantaggio assoluto in tutti e due i
beni.
La parte da sapere è lo schema con il ragionamento, da più precisamente non è molto importante.
Se pensiamo alla produzione italiana questo modello è statico mentre l'Italia prima produceva
magliette e la lavatrici scambiandole con la Cina col riso adesso la Cina riesce a produrre le
magliette con un vantaggio comparato superiore e fra un po' riuscirà pure a produrre le lavatrici.
le funzioni di produzione si evolvono man mano quindi le cose cambiano e possiamo immaginare
che se produciamo prodotti facilmente imitabili dai paesi che si stanno sviluppando allora non
riusciremo più ad esportare
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Politiche della famiglia in Italia Del Boca:
In Italia non c'è lavoro part-time perché al datore di lavoro non conviene. Nemmeno ai sindacati
conviene che il lavoro part-time venga favorito perché è distaccato dai problemi del lavoro quindi
non porta avanti battaglie per un lavoratore che fa 5 ore e se ne va a casa.
La globalizzazione che è collegata alla perdita di competitività italiano, i movimenti di capitali si
sono notevolmente intensificati quindi parleremo della crisi finanziaria, poi della crisi del '29.
aumento scambi: merci, servizi capitali. Aumento interrelazione: maggiori accordi commerciali,
scambi culturali, migrazione dei popoli. Alle volte per globalizzazione si intendono anche i
problemi relativi alla globalizzazione infatti all'inizio della globalizzazione i lavoratori con scarsa
abilità perdono il proprio lavoro perché arrivano i lavoratori dall'estero quindi si crea un divario dei
redditi in base al tipo di lavoro perché i redditi dei lavori non specializzati si abbassano nettamente
quindi si indicava il problema che la globalizzazione poneva. Poi dal vedere i problemi nei paesi
sviluppati si è passati a vedere i problemi nei paesi sottosviluppati cioè le multinazionali che
sfruttano i paesi sottosviluppati insediano in quei paesi le loro imprese.
Indice del grado di apertura di un paese: esp/PIL oppure (esp + imp)/PIL. Gli USA sono talmente
grandi che sono già globalizzati di loro. La Germania diminuisce nel 50 per grande recessione e
guerra.
Enorme aumento dei movimenti internazionali dei capitali.
Aspetti fiscali: paesi che attirano imprese perché devono pagare molte meno tasse quindi
concorrenza tra stato e stato per aspetto fiscale.
Cause Globalizzazione: diminuzione costi di trasporto e costi di comunicazione (internet) → i call
center sono in India perché parlano bene l'inglese e anche prodotti ad alto contenuto tecnologico
perché ci sono paesi con buone università.
Abolizione dazi: apertura dei confini. Prima non c'era la convertibilità delle monete e anche non si
potevano esportare i capitali. Aree valutarie in Europa e Sud america ce ne sono due.
Circolo virtuoso: il fatto di poter esportare certi beni ad es nei paesi asiatici ha fatto sì che ci sia
stato un aumento della specializzazione (Ricardo). Riduzione dei costi significa riduzione dei prezzi
e quindi aumento dei commerci e poi aumento della specializzazione.
I paesi specializzati dovrebbero specializzarsi nella produzione di servizi (ricerca, brevetti).
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Maggiore concorrenza o oligopolio? Prodotti cinesi che arrivano i prezzi scendono molto (minore
inflazione grazie a globalizzazione) nel breve maggiore concorrenza, poi too big to fail (vengono ad
avere anche più potere degli stati) si impongono.
Aumento efficienza ma anche aumento equità? Settori protetti (cemento o parrucchieri cioè il fatto
che si siano aggiunti altri stati non li tocca, cemento è troppo costoso da trasportare, parrucchiere
non lo vado a cercare lontano), diminuzione delle rendite governo prodi per diminuire i costi ed
essere più competitivi nel mondo.
Krugman: Pvs esportano anche manufatti semplici mentre prima esportavano solo una materia
prima o un bene alimentare,
Critica dei no global: nei pvs i lavoratori sono pagati pochissimo perché non avevano alternative;
questo movimento tende a ridurre il commercio internazionale come fa Tremonti. Contro lo
sfruttamento nei paesi sottosviluppati propone il modello che fa l'esempio USA Messico. Il Messico
ha un vantaggio comparato nel produrre magliette, quindi USA si specializzerà nella produzione di
pc.
Anche i salari dei paesi non sviluppati migliorano. Salari reali = quante magliette ottengo in un'ora
lavoro. Teoricamente nel settore in cui vengono pagati più salari ci saranno più lavoratori quindi poi
i salari scenderanno e si uguaglieranno a quelli del settore in cui vengono pagati salari più bassi. Se
il prezzo si inserisce in quella fascia allora c'è lo scambio e quindi una specializzazione. Dopo lo
scambio i salari reali sono maggiori.
Iniziamo a parlare della crisi finanziaria, delle cause della crisi finanziaria. Origine: bolla
speculativa dei prezzi delle case. Ci sono comunque state diverse crisi recentemente e quindi c'è un
problema nel sistema che bisogna risolvere. Bolla speculativa la prima era stata del tulipano in
Olanda la gente comprava tulipani perché faceva prestigio ma anche perché la gente pensava che
domani il tulipano sarebbe valso di più. In genere un'azione dipende dai profitti attesi tuttavia se la
gente vede che le azioni crescono e magari c'è boom e la gente vuole comprare qualcosa allora la
gente pensa che di comprarsi l'azione così poi la rivende e ci guadagna. Quando faccio un acquisto
così amo il rischio perché ho la fiducia che riuscirò a capire quando la bolla speculativa starà per
scoppiare e venderò l'azione oppure sono persone che non si rendono conto del rischio così alla fine
il valore del bene non è più collegato ai valori fondamentali. Però la gente non compra più per
motivi fondamentali ma per speculare. La bolla sulle case si è formata perché era scoppiata da poco
una bolla nel reparto della new economy (nanotecnologie). Liquidità enorme negli USA c'era
perché c'era stato 11 settembre cioè Greenspan ha inondato il mercato di liquidità, quindi il tasso di
interesse è calato parecchio e così ci sono stati due effetti: 1 le banche erano abituate a guadagnare
bene allora abituate a periodi di grandi profitti di fronte ad un tasso basso iniziano a dare mutui sulle
case, fare un mutuo con un i basso avrebbe raccolto molto successo. Solo che questi mutui sono
stati dati senza garanzie. La garanzia che la banca si prendeva era la casa cioè che la casa avrebbe
aumentato il suo valore che è una cosa rischiosa come abbiamo visto prima. Inoltre abitudine a
rifinanziare il mutuo cioè man mano che la casa prendeva valore su quel valore aggiunto si
facevano fare un altro mutuo. Grafico: è un prezzo relativo quindi correlato all'inflazione → se i
prezzi delle case crescessero esattamente con l'inflazione la linea sarebbe parallela all'asse x. Invece
il mercato delle case segue i cicli economici (boom aumento, recessione diminuzione). Nell'ultima
parte del grafico del ciclo si vede che c'è una recessione (linea rossa) ma i prezzi salgono perché c'è
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
tanta liquidità e quindi fare mutui è convenienti. L'autorità monetaria per far scendere i aumenta il
prezzo dei titoli quindi il i scende (relazione inversa tra i e prezzo dei titoli), agire sulle riserve,
agire sul tasso di sconto tasso overnight (tasso che la bc fa alle banche per i prestiti che queste
chiedono a breve periodo) . Tasso di sconto, EURIBOR, bot cct questi sono i tassi in ordine
crescente.
I mutui sono stati dati senza garanzie (subprime) allora per limitare il rischio hanno tagliato a
pezzetti i mutui a seconda di varie caratteristiche tipo il lavoro di quello che ha preso il mutuo e poi
li hanno rinpacchettati cioè se va male il legno va bene il meccanico ma non hanno pensato che se
la bolla scoppiava allora sarebbe peggiorato tutto. Inoltre alla fine non sapevano più cosa ci fosse
dentro quindi le hanno fatte valutare dalle agenzie di rating che le hanno valutate bene e poi li
hanno venduti a tutto il mondo. Quando c'è stata la crisi allora nessuna sapeva che cosa c'era in
circolazione quindi si sono chiuse le banche e non si facevano più credito perché sapevano che non
si sarebbero potuti fidare. Un problema era la scarsa vigilanza operata in quel periodo dalle banche,
dovrebbero avere una base di riserva legale, in Usa hanno creato società a lato delle banche che
quindi non dovevano avere il vincolo della riserva legale e quindi era un casino (le hanno create
perché gli facevano gola i profitti di prima). Quando c'è pericolo di inflazione la bc diminuisce
l'offerta di moneta e così contrae la produzione facendo salire il tasso di interesse. Dopo il 2004 i
tassi cominciano a salire soprattutto in USA. Un problema grosso dell'Europa è che la bce
determina il tasso però il potere di vigilanza è rimasto nei vari stati, non è un prestatore di ultima
istanza cioè garantisce contro i fallimenti e questo scollamento tra politica e vigilanza genera dei
problemi. Quindi aumentando i tassi la gente non riusciva più a pagarli, coi tassi alti nessuno era più
interessato a fare mutui quindi a comprare case allora la bolla è anche scoppiata. Le banche non si
prestavano più i soldi tra di loro quindi l'attività finanziaria nell'agosto del 2007 si è bloccata. Allora
la banca centrale si è sostituita ai prestiti interbancari.
Le banche italiane si erano disinteressate dei mutui sub prime mentre le altre banche si erano
interessate ai titoli dei mutui subprime e dicevano che le banche italiane era troppo interessate a
trattare coi politici invece che cercare come fare soldi coi titoli, ma intanto questo ci ha protetti.
Quando c'è un crack finanziario le banche falliscono, ci rimettono chi aveva i soldi in queste banche
ci rimettono le imprese che collaboravano con queste banche quindi anche crisi reale.
Tanti dicono che siamo in una situazione di azzardo morale: lo stato nel 2008 ha fatto fallire leaman
brother ma ha salvato altre banche quindi in futuro si dirà posso rischiare intanto mi salverà lo stato,
oppure il concetto del too big to fail cioè se fallisse ci sarebbe un danno enorme perché le banche
sono correate con tantissimi altri soggetti.
Mondo economico molto interconnesso specie per le banche, certo che gli USA hanno lasciato
fallire alcune banche ma molte altre le hanno rilevate, nazionalizzate. Così le banche si sentono
protette allora si possono correre anche maggiori rischi. Allora si sta pensando come rendere i
fallimenti delle banche non convenienti per le banche stesse così rischiano un po' meno. Argentina:
quando investitori internazionali si sono accorti che c'era la possibilità che fallisse allora non hanno
dato più prestiti e sono fallite davvero. Quindi i fallimenti possono accadere sia per grandi problemi
sia per non gravi problemi di liquidità ma se poi c'è la corsa agli sportelli allora fallisce. Dal 2007
ad oggi: nel 2007 le banche non volevano più farsi tra loro prestiti interbancari → quando una
banca ha problemi di liquidità temporaneo allora chiede un prestito interbancario, deposita dei titoli
come garanzia all'altra banca e poi i titoli le vengono resi. I tassi sono molto bassi ma se le banche
non hanno più fiducia e pensano che i titoli che le vengono dati in garanzia sono titoli spazzatura
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
allora il prestito non glielo dà → dal 2007 in avanti le banche non si sono più date prestiti perché
non sapevano cosa ci fosse dentro. In questo momento sono intervenute le banche centrali di vari
paesi. I finanziamenti a brevissimo termine sono detti repo, per questa operazione si pagherà un
interesse che è il costo dell'operazione. L'unica differenza tra operazione di prima e quella in cui c'è
una banca centrale è che emette moneta però non aumenta la massa monetaria quindi non si hanno
effetti sul tasso di interesse perché è troppo breve il periodo. Ancora oggi non si fanno prestiti tra di
loro perché non si fidano e non si sa ancora oggi a quanto ammontino questi titoli. Dopo il periodo
in cui si è cercato di restaurare la liquidità di queste banche si è perso fiducia nel credito quindi la
corsa agli sportelli e la banca ha una riserva legale ma se c'è corsa agli sportelli non è abbastanza. In
USA si è pensato al piano Fondson: creare un fondo con le tasse dei contibuenti con cui ritirare i
titoli spazzatura → sollevazione generale perché quelle banche che stavano fallendo avevano negli
prima guadagnato un sacco di soldi quindi i cittadini non volevano assolutamente rimetterci, proprio
loro che invece erano stati colpiti più di tutti. Il fallimento di Leaman Brother date le sue
connessioni con tutto il mondo finanziario americano ha portato al blocco del sistema bancario
americano (tutti avevano rapporti con LB). Tanto più grande è la banca tanto più si compiono sforzi
per non farla fallire (too big to fail).
Stiggins ha sempre studiato le inefficienze del mercato e dice di non fidarsi del mercato (il contrario
della mano invisibile): la mano invisibile non funziona semplicemente perché non c'è. Asimmetrie
informative anche ha studiato: diversa posizione di una persona che va ad affidarsi ad una banca che
gli propone prodotti di cui non sa nemmeno cosa c'è dentro → asimmetria informativa è causa di
molti problemi.
Too big to fail: Altro autore: questo tipo di crisi finanziarie si sono verificate sono verificate
recentemente solo in stati emergenti → le banche non si fidano più delle banche di quel paese
quindi fallimento. Come è successo questo negli stati uniti? Negli USA l'evoluzione del reddito
degli Usa negli ultimi 30 anni ha avuto un aumento molto forte e lui dice che questo sviluppo è
stato molto trainato dal settore finanziario (1980 deregolamentazione dei mercati per incentivare il
mondo finanziario). Il settore finanziario è diventato grande grazie a queste decisioni politiche e
questo ha dato ai banchieri un enorme peso politico quindi una oligarchia del mondo finanziario.
Molto dipendeva dal fatto che in America avere soldi dà prestigio quindi gli americani dicevano che
se il settore finanziario va bene allora sta dando ricchezza al paese. Secondo lui le banche non
hanno assunto i rischi perché sono stati trasferiti sulle generazioni future. Se impediamo alle banche
di fallire il rischio non va su loro stesse ma si trasferisce su tutti i cittadini. Grande fiducia c'era da
parte dei politici nella capacità delle banche di gestire il rischio → divento così importante che
penso sia giusto che il rischio di fallire lo posso trasferire sul governo così come era successo nei
paesi non sviluppati. Oligarchia nel senso che pochi potenti potevano avere influenza sulle decisioni
del governo. Cosa si può fare di fronte a questa situazione? Fare una regolamentazione molto chiara
sul processo di fallimento, finora si è negoziato il non fallimento di situazione in situazione →
vorrebbe una regolamentazione in cui le banche hanno 30 giorni per decidere se ricapitalizzare dopo
di che il governo... Altra proposta: se le imprese sono troppo grosse dividerle per rompere il potere
di queste oligarchie.
Introdurre una tassa sui movimenti finanziari: l'aveva proposta all'inizio degli anni 70 in cui c'erano
cambi molto flessibili e così per evitare che le banche speculassero su questa cosa si sarebbe potuta
mettere una piccola tassa così si sarebbero limitati i movimenti.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Azzardo morale e politica economica: lo stato abbia detto ai cittadini che aumenterà la massa
monetaria del 3%, il governo pensa perché non sfruttare un po' la situazione e alzarlo del 4% così
aumenta il reddito e diminuisce i e annuncia di farlo aumentare del 3 invece lo fa aumentare del 4.
La curva di Philips: se diminuisce l'inflazione aumenta il tasso di disoccupazione nel breve periodo,
questa curva è stata trovata empiricamente. Nel 68 è arrivato Friedman e ha detto che questa curva
non è giusta perché e bisogna leggere i fogli. Se aumentano i salari reali vale la pena lavorare di più,
ma se aumentano i salari nominali e i prezzi i salari reali rimangono costanti e quindi non c'è stato
un vantaggio. Da A nel grafico se si va a destra vuol dire prendere la prima alternativa, se si va in
alto è la seconda alternativa. Il politico dice che d'ora in poi non salverà più le banche
Come si forma il tasso di cambio, IS-LM. Quali sono i fattori che hanno determinato una
diminuzione del tasso di crescita italiana, quali politiche utili per la ripresa, Abbassamento dei tassi
del 2001 causa scoppio bolla NE e ha influito sulla crisi, perché le banche si rifiutavano di fare
prestiti interbancari nel 2007, perché la Fed non sono intervenute subito (perché esiste il problema
dell'azzardo morale).
Come è successa la crisi finanziaria maggiore del '29. La produzione industriale tra il 25 e il 38, il
paese più colpito sono stati gli USA. Il Pil statunitense si è dimezzato nel 29, mentre la GB è quella
che è stata colpita di meno. La crisi è stata nel 29 ma il calo massimo del Pil si ha nel 1932, tra anni
dopo lo scoppio della bolla speculativa sulle azioni del '29. Allora gli effetti della crisi si vedono
successivamente, le aspettative adattive fanno sì che ci sia questo ritardo cioè non si riesce subito a
capire la gravità della situazione. La causa sui libri di storia economica viene messa in relazione col
collasso nel commercio internazionale. Certo che c'è un collasso ma è la crisi che è stata la causa
del crollo del commercio internazionale. Dopo la crisi con l'imposizione di dazi viene la crisi del
commercio internazionale. Quando in un paese c'è scarsità di domanda il paese si difende
chiudendo le importazioni quindi mettendo dazi. Ma questo non aiuta perché anche l'altro paese li
mette e così cade il commercio internazionale ma se c'è una crisi globale non è così che ci si
difende. Grosso dibattito tra economisti di quei tempi se questa recessione è stato causato da una
carenza di domanda di beni oppure dal lato dell'offerta di moneta cioè. Il libro di keynes è stato
scritto in risposta alla crisi. Tasso di disoccupazione 3,2 è molto basso. Settembre ottobre 29
scoppia la bolla speculativa sulle azioni (tutti non si basano per l'acquisto sul suo valore
fondamentale, ma si basano solo sulla speculazione cioè sul fatto che un domani la rivenderanno ad
un valore maggiore). Lo scoppio della bolla speculativa ha dato il primo colpo alla produzione
perché le persone che hanno acquistato azioni l'hanno fatto allo scoperto cioè senza avere soldi e
poi le rivendono ad un prezzo più basso e quindi c'è un abbassamento del consumo (lato reale)
perché questo dipende anche dal capitale accumulato. Quindi il primo effetto della crisi è l'aspetto
reale poi c'è quello finanziario. Le persone che hanno acquistato le azioni l'hanno fatto ritirando i
soldi dalle banche che si sono trovate di fronte ad un sacco di persone che volevano ritirare i propri
soldi, prima per poter pagare i debiti poi per corsa agli sportelli (lato finanziario). Quando c'è una
corsa agli sportelli la banca non ha la possibilità di pagare tutti. Le riserve legali non sono
sufficienti e la banca fallisce. I fallimenti bancari non erano ancora stati da un punto di vista legale
protetti. Disoccupazione sale e Pil scende, cala moltissimo l'investimento perché dipende molto dal
tasso di interesse (se è basso un investitore investe meglio), ma Keynes dice che l'investimento
dipende dagli animal spirits dell'investitore (istinto che l'imprenditore ha verso il futuro, mi
immagino i profitti attesi, nel momento attuale l'imprenditore può riorganizzare l'impresa rende più
efficiente o licenzia se può però aspetta a fare investimenti solo nel momento che l'attività riprende
e poi quando riprende la produzione deve essere velocissimo per non arrivare ultimo). Il pil cade
fino al 33. Il pil si riprende nel 34 così come gli investimenti e il consumo ma l'occupazione non
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
sale, cioè gli imprenditori prima di riassumere ci pensano parecchio probabilmente subito strizzano
i lavoratori che hanno. Gli imprenditori c'è un effetto ritardato sull'occupazione, quando c'è un
boom l'imprenditore non assume subito nuovi lavoratori perché devono essere ben sicuri che il
boom sia stabile prima di assumere nuovi lavoratori quindi una volta licenziati ce ne passa prima
che siano ripresi. La spesa pubblica non si comporta troppo male da quando cominciano a
diffondersi le idee keynesiane (le politiche monetarie quando i è basso non serve perché c'è la
trappola della liquidità perché il tasso più di tanto non scende perché è già vicino allo 0, quindi una
politica fiscale di aumento della G può servire, ovviamente se non si ha un enorme debito pubblico
come l'Italia).
Slide: crolla il mercato azionario quindi scende la ricchezza finanziaria, il consumo è funzione
anche della ricchezza quindi crolla il consumo. Cadono gli investimenti in edilizia perché non
arrivano più immigrati quindi questa delle case è una conseguenza. Si sposta la IS per diminuzione
dei consumi e degli investimenti. Il consumo è in funzione della ricchezza reale, i prezzi rimangono
costanti la ricchezza finanziaria crolla quindi i consumi crollano, fossero crollati i prezzi allora i C
non sarebbero crollati. Conseguenze successive: Fallimenti banche quindi meno prestiti per gli
investitori quindi I più difficile non solo quindi per gli animal spirits. Politica fiscale non è nei primi
anni accomodante (dovrebbe essere anticiclichica invece è prociclica). Il tasso di interesse nominale
è effettivamente sceso (tasso di interesse reale?). La conferma della crisi reale ce l'abbiamo dal fatto
che i è sceso.
Interpretazione monetarista: altri dati monetari → tasso di interesse nominale = tassi di interesse
reale più inflazione, il tasso scende, la M scende (probabilmente è M3 poco liquida), tasso di
inflazione scende nel 31 i prezzi scendono del 10 % alla fine non è che scendano o salgano tanto. La
quantità di moneta in termini reali scende un pochettino rimane più o meno costante. Ipotesi
monetarista: l'M1 cioè il circolante + depositi diminuisce del 25 % tra il 29 e il 33. Contrazione
dell'offerta di moneta; il tasso di disoccupazione sale parecchio. Allora i monetaristi dicono che è
l'LM che si è spostata quindi contrazione del reddito perché non ci sarà più moneta per fini
speculativi quindi il tasso di interesse sale. Con questa interpretazione il i sale in realtà scende, la
moneta in termini reali dovrebbe essere costante.. La prima causa è finanziaria, lo scoppio della
bolla, poi si arriva ad una crisi reale. Lezione imparata dai governi dalla grande depressione: non ha
funzionato la cura della crisi cioè la politica monetaria. Causa finanziaria poi reale, la politica
monetaria non serviva perché i non poteva neanche scendere troppo. IS spostata a sx se la LM stava
ferma allora il reddito sarebbe sceso nel punto A. Alcuni economisti dicono che la causa del perché
non siano riusciti a recuperare dalla recessione è perché i salari non sono stati flessibili cioè non
diminuivano abbastanza. Anche lasciando la stessa Q di moneta ma se prezzi e salari diminuiscono
allora la quantità di moneta in termini reali dovrebbe aumentare, LM si sarebbe spostata a dx e il
tasso sarebbe stato minore quindi si sarebbe tornati all'equilibrio con un reddito come prima. M1 è
circolante più depositi e diminuisce H è solo circolante ed è costante allora i depositi diminuiscono
perché le banche falliscono quindi la gente preferisce tenere i soldi sotto il materasso piuttosto che
in banca, il moltiplicatore dei depositi non ha funzionato quindi il credito è diminuito. Quindi la
politica corretta non era aumentare M ma era aumentare H quindi aumentare il circolante ed
immettere moneta quindi i monetaristi hanno avuto ragione sulla cura quindi aumentare il circolante
in modo da non restringere la liquidità del sistema.
Una deflazione vuol dire che l'inflazione diventa negativa non solo che scende l'inflazione, se i
prezzi stanno diminuendo aspetto a comprare un bene durevole perché voglio comprare ad un
prezzo inferiore che ci sarà un domani visto che i prezzi stanno diminuendo. Quindi l'incertezza
frena i consumi in beni durevoli e investimenti. E bisogna tener conto anche di un altro fattore: un
altro motivo che rafforza la depressione è che gli investitori tengono conto di r e non di i quindi se
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
l'inflazione è negativa allora r è maggiore di i quindi quando c'è deflazione il r è alto quindi gli
investimenti saranno ancora minori perché I va nel senso opposto a i.
Problemi della vigilanza che ci sono stati fino ad ora.
Crisi del '29 abbiamo visto che è stata una crisi reale perché sono arretrati di botto gli investimenti
reali ma anche i monetaristi potrebbero avere ragione perché fallendo le banche non c'è stato più il
moltiplicatore dei depositi. Molto importanti in una crisi del genere sono le aspettative: quando i
consumatori avranno fiducia che le banche sono riprese, quando le imprese avranno fiducia che i
consumi riprenderanno. Gli investimenti non dipendono tanto dal tasso di interesse nominale cioè
reale più inflazione attesa ma dipendono dal tasso di interesse reale. Quindi se i è vicino a 0 e c'è
una deflazione il tasso di interesse reale che è i – inflazione e c'è inflazione negativa allora quel
meno diventa + e il tasso reale sale. Tasso nominale è quello che rendono i BOT. Quando facciamo
IS LM non c'è il prezzo perché abbiamo supposto che siano fissi quindi mettiamo i in ordinata. IS
LM ci dice le quantità e non i prezzi. Se ci mettiamo il tasso di inflazione allora facciamo un
modello lievemente cambiato. Se mi aspetto che il tasso di inflazione scenda perché dovrei
comprare un bene durevole? Lo comprerò dopo ad un prezzo più alto. La domanda di moneta nei
mercati monetari dipende da i non da r. Se il tasso di inflazione scende dato un certo livello di i
allora r sale quindi la LM si sposta verso sinistra. Se c'è una grossa recessione il primo effetto è la
IS che si sposta a sinistra quindi r scende e se c'è una deflazione la LM si sposterà verso sinistra
quindi r via via salirà e Y via via diminuirà man mano che i prezzi scendono sempre di più. Analisi
di Keynes: non aveva senso fare politica monetaria perché il tasso più di tanto non sarebbe sceso e
l'investimento non sarebbe aumentato, secondo lui aveva senso fare una politica della domanda
fiscale così la IS si risposta in su aumenta reddito quindi consumo quindi reddito e il fatto che esista
una propensione al consumo che fa sì che si innesti il moltiplicatore. L'Italia si trova in posizione
migliore perché non ha i problemi dei mutui subprime d'altro lato però visto che calano le
esportazioni perché altri paesi sono stati colpiti di più quindi cala il nostro reddito e il nostro
consumo quindi di fronte a questa recessione non possiamo fare niente perché abbiamo un debito
troppo alto. Interpretazione monetarista: fa luce sulla cura → nella crisi non si ha avuto un effetto
del moltiplicatore dei depositi perché le banche erano fallite quindi l'autorità avrebbe dovuto
aumentare il circolante. Secondo alcuni economisti c'è stato un problema relativo al perdurare per
troppi anni della crisi (tassi di disoccupazione molto alti) e secondo alcuni economisti questo effetti
prolungato della crisi è stato perché i salari erano rigidi e non scendevano verso il basso.
L'inflazione scendeva di più di quanto scendevano i salari.
Per la globalizzazione il problema americano si è diffuso a macchia d'olio. Quale tipo di intervento
si può porre in atto per risolvere le crisi finanziarie soprattutto a livello di cooperazione a livello
internazionale. Scopi: protezione dei consumatori → se c'è monopolio non ho scelta; asimmetrie
informative cioè il consumatore non ha le stesse informazioni dell'intermediario finanziario.
Assicurazione dei depositi →
Possiamo scegliere diversi tipi di regolamentazione finanziaria: bisogna vedere se ha le competenze
sufficienti
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Per costruire IS parte da risparmio e investimento. Quando lo stato fa la contabilità per forza
risparmio uguale ad investimento C+S = C+I alla fine dell'anno quello che non viene venduto lo
mettiamo nell'investimento (scorte di investimento e scorte di beni di consumo). Ciò che è
consumato è uguale a quello comprato perché a secondo membro ci sono anche le scorte oltre a
quello prodotto. Ex post viene sempre uguale, ma date delle scelte a priori fatte dagli investitori e
dai consumatori capire se queste scelte si sono realizzate. Se non modificano le loro scelte allora
boh. C'è equilibrio quando il risparmio ex ante è uguale al risparmio ex post e allo stesso modo
l'investimento ex ante sarà uguale all'investimento ex post. Allora in equilibrio il risparmio ex ante
deve essere uguale all'investimento ex ante. Per costruire la IS partiamo da qui e mettiamo
sull'ordinata il risparmio e l'investimento ex ante e sulle ascisse Y. L'offerta di beni segue la
domanda quindi è più importante la domanda in questo modello è il livello della domanda che
determina l'offerta, gli imprenditori aspettano che parta la domanda per aumentare la produzione →
è un modello di breve periodo. Saper vedere dove è eccesso di offerta e dove l'eccesso di domanda.
Domanda di moneta per fini transativi e domanda di moneta a fini speculativi quindi quanto minore
è i tanto più mi conviene tenere liquidità perché tenere titoli rende poco. Quindi la domanda di
moneta decresce al decrescere del tasso di interesse. E per un basso livello di i la domanda diventa
infinitamente elastica questo è il pezzo famoso della trappola della liquidità. Poi metto la retta
verticale che è l'offerta di circolante della BC, così dal punto di incontro si forma quel tasso di
interesse. Se il reddito cresce la curva si sposta a destra. La gente ha bisogno di più soldi da tenere
in tasca quindi venderà i titoli e il tasso sale. Per vendere i titoli occorre che il prezzo dei titoli sia
minore di quello di prima allora quegli stessi titoli che danno un interesse fisso allora salirà il tasso
di interesse. Se aumenta il reddito quindi aumenta il tasso di interesse.
Dietro alla LM c'è un certo livello dei prezzi che considero considerando M/p e il reddito reale, se il
livello dei prezzi aumenta il livello di equilibrio del tasso di interesse non sarà più quello ma sarà
più elevato.
Il mercato del lavoro: dobbiamo distinguere due parti che formano l'equilibrio cioè i lavoratori
quindi cosa chiedono i lavoratori e gli imprenditori quindi che salario chiedono gli imprenditori. Gli
imprenditori stabiliscono i costi dei beni in funzione del mark-up: ai costi variabili si aggiunge una
certa percentuale e questa percentuale va a remunerare il suo profitto e i costi fissi. Se consideriamo
una economia chiusa i costi variabili che hanno le imprese sono le materie prime, ma soprattutto il
costo del lavoro. Gli altri costi si annullano perché nell'aggregato i costi di un imprenditore sono i
ricavi per un altro. Allora il prezzo sarà W+mW=W(1+m). Questo m il politico può farlo variare
perché se apre il mercato aumenta la concorrenza e m diminuisce. Quindi poi si trova un salario di
equilibrio. Equilibrio nel mercato del lavoro: se siamo in equilibrio p=pe quindi ai prezzi che i
lavoratori si attendono sennò non saremmo in equilibrio. Le politiche dal lato dell'offerta servono
per far variare il reddito e l'occupazione ma sono di lungo periodo. Allora metto più concorrenza tra
le imprese così hanno meno potere e diminuisce il mark up e la disoccupazione diminuisce.
Potremmo essere in disequilibrio su punti della curva che non sono quello di equilibrio e per far
tornare l'equilibrio dobbiamo agire sulla curva di domanda.
Abbiamo visto il mercato del lavoro. Salario reale ordinate e disoccupazione su ascisse funzione
decrescente. Se il salario reale atteso è uguale al salario reale contrattato allora sarà uguale a
1/(1+m) e la disoccupazione sarà uguale alla. Il tasso di disoccupazione naturale non è quello
frizionale ma è quel tasso di disoccupazione che non fa aumentare o scendere il livello dei prezzi
quindi non fa variare l'inflazione. Negli anni 80 90 il tasso naturale in Italia era sul 10% poi si è
abbassato. Se siamo in A cioè più in basso e più a destra ma sempre sulla curva allora gli
imprenditori saranno disposti a pagare di più e la disoccupazione diminuisce, discorso opposto se si
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
è in B. se vogliamo far spostare questa curva dobbiamo fare politiche che diminuiscano il mark-up
quindi per diminuire la disoccupazione la retta deve alzarsi e quindi fare politiche
antimonopolistiche per la concorrenza. Oppure spostare in basso la curva togliendo potere ai
sindacati. Quindi si agisce i sul lato delle imprese o sul lato dei lavoratori. Politiche per rendere più
competitivi i lavoratori allora la WS si abbassa e diminuisce u che è lo scopo anche dei due modi
precedenti. In Italia è molto basso il tasso di partecipazione. Per cui sarebbe importante aumentare
questo perché poi si ripercuote sulle curve indirettamente. Tutte queste politiche sono dette dal lato
dell'offerta.
In un paese aumenta la domanda e quindi la produzione quindi gli imprenditori non assumono
subito i lavoratori ma facciamo finta che aumenti subito l'occupazione. Se L rimane costante quindi
nessuno di nuovo entra nel mercato del lavoro allora la disoccupazione diminuisce. Allora gli
imprenditori per il modello del mark-up allora aumentano i prezzi.
Modello Fleming: fa capire che se siamo in un'economia con cambi fissi cioè l'autorità del paese si
impegna a mantenere costante il proprio tasso di cambio allora perde lo strumento monetario che
deve essere usato per mantenere costantre il cambio in un regime a cambi fissi è solo la politica
fiscale che funziona, invece in un regime a cambi flessibili quindi che variano in base all'offerta e
domanda di una certa valuta allora in questo caso la politica monetaria può essere utilizzata invece
si perde lo strumento fiscale. E' un modello alla Keynes cioè l'offerta si adegua alla domanda. Ho
una IS che ha anche importazioni ed esportazioni ed ho anche una LM e fisso subito quel livello del
tasso di interesse che è ugale a quello internazionale perche così non si muovono i capitali e ho il
cambio fisso vedremo che la LM deve per forza posizionarsi qui quindi la LM comunque dipende
dal livello di moneta nel paese. Supponiamo politica monetaria estensiva quindi immette moneta la
LM si sposta a destra quindi la produzione aumenta il tasso scende così diventa minore del tasso
internazionale e i capitali escono e automaticamente la quantità di moneta si riduce e quindi poi la
LM si sposta a sinistra e torna indietro nel lungo periodo così il tasso torna uguale a quello
internazionale. Se invece l'autorità usa la politica fiscale quindi aumenta la spesa pubblica allora la
IS va a destra a e aumentano i tassi e la produzione ma allora i diventa maggiore di i internazionale
e la LM va a destra perché aumenta la quantità di moneta e si torna ad un livello maggiore di Y e
i=i internazionale. Il livello della moneta dipende dal livello del tasso di interesse internazionale.
Non lo facciamo nei tassi di cambio flessibili perché è troppo lungo ma qui invece è il tasso che
dipende dal livello della moneta e così il divario tra tassi può essere mantenuto.
Ora ci riferiamo ad una economia monetaria internazionale cioè quello che fa un paese nei confronti
del mondo per tenere cambi fissi o variabili. Cosa vuol dire cambio fisso? Fisso rispetto ad un'altra
valuta e quindi ci vuole un accordo tra due paesi. Un tempo si prendeva l'oro come valuta di
riferimento. Se andavi lì con 35 dollari allora dovevano darti un'oncia d'oro.
Appunti martina su tassi di cambio.
1870-1913 gold standard in questo periodo era la GB il primo del mondo molte colonie e scambi,
1920-1929 gold standard poi crisi del 29 e quindi crolla il sistema gold standard quindi nel 29 per
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
evitare il contagio hanno chiuso le importazioni per difendere la produzione nazionale e più un
economia è aperta e più facilmente si trasmette la crisi, 1944 Woods ha cercato di rimettere in moto
gli scambi internazionali perché aumentano la specializzazione del paese e nel complesso il mondo
ci guadagna (Ricardo). Specializzando la produzione aumenta la produzione mondiale. Così si crea
il sistema del gold exchange standard cioè gli N-1 paesi tengono come riserve sia oro che dollari, e
l'ennesimo paese mantiene il suo cambio agganciato all'oro. Il vantaggio è che non dovrebbe portare
problemi di asimmetria, man mano che aumenta il reddito reale si dovrebbe emettere moneta. I
paesi poi hanno iniziato a chiedere oro in cambio di dollari ma avevano emesso troppi dollari allora
si perde la parità con l'oro.
Quali sono gli obiettivi di politica economica in una economia aperta? 1- occupazione cioè pieno
impiego. 2- stabilità dei prezzi inflazione a livello basso e costante obiettivo della banca europea 3livello ottimo del conto corrente. Qual'è il livello ottimo della bilancia del conto corrente? Che è
l'ultimo di questi obiettivi. In un modello a cambi fissi la politica monetaria deve essere usata per
tenere fissi questi cambi. Ottimo significa che le importazioni devono essere uguali alle
esportazioni? Cioè nel lungo periodo non può essere sempre in avanzo o sempre in disavanzo. Però
nel breve medio periodo supponiamo di essere un paese in disavanzo di conto corrente quindi
importazioni maggiori delle esportazioni quindi in pratica sta prendendo a prestito soldi dall'estero
perché bisogna sempre pensare che c'è un flusso di beni e un flusso finanziario. Se un paese ha
occasioni di investimento molto redditizie è corretto che il resto del mondo vada ad investire in
questo paese. Questi investimenti in futuro renderanno e quindi in futuro riuscirà a pagare questo
debito verso l'estero. Il problema è quando in un paese si sbaglia la politica economica e allora si
crea un consumo troppo elevato quindi importazione di beni e deficit della bilancia commerciale
come è il caso degli USA. Quindi per capire il livello ottimo bisogna andare a vedere i singoli casi
come i tre esempi precedenti (me ne manca uno). Ci possono essere dei casi in cui questo avanzo o
disavanzo è eccessivo e pericoloso. Tipo consumi troppo eccessivi allora come ripagherà il debito
che sta accumulando, oppure il rientro da una situazione di deficit può essere imposto dagli altri
paesi (Argentina), anche avere un avanzo continuo (Cina) vuol dire che quel paese sta accumulando
risorse all'estero e quando i dollari americani si svaluteranno allora potrà essere pericoloso, inoltre
quando uno ha un avanzo eccessivo significa che sto facendo investimenti all'estero boh. Se un
paese è troppo in avanzo come Germania in anni 80 poi gli altri paesi attivano politiche
protezionistiche nei confronti di questo paese. Quindi bisogna considerare i rischi di avere un
grosso continuo avanzo o disavanzo.
Torniamo al regime di gold standard: altro meccanismo di riequilibrio che riguarda le partite
correnti cioè le esportazioni e le importazioni ed è basato sui prezzi. Se una notte i 4/5 della moneta
inglese sparisce o è distrutta i prezzi automaticamente devono scendere per permettere gli scambi
compreso il prezzo del lavoro quindi i salari, se scendono questi prezzi i beni della gran bretagna
diventano molto più competitivi di quelli esteri, quindi entra un flusso di moneta in gran bretagna
finché non si torna al livello precedente (considerazione di Hume). Questo meccanismo quinid si
basa sui prezzi e non tanto sui tassi di interesse di cui abbiamo parlato ieri.
Un ultima considerazione: accordo di Bretton-Woods gold exchange standard allora i paesi sono
incoraggiati a tenere riserve in oro e in dollari e è solo l'ennesimo paese che deve tenere agganciata
la propria valuta all'oro. Quindi tenere agganciata la moneta degli usa all'oro è un vincolo per la
politica monetaria degli stati uniti. Supponiamo che gli usa aumentino la moneta, aumentano i
prezzi dei beni negli usa, e quindi aumenta anche il prezzo dell'oro, aumentando il prezzo dell'oro si
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
rischia di non poter più mantenere quel rapporto di scambio tra dollaro e oro che ora 35 dollari per
oncia di oro. L'altro vincolo è quello che effettivamente è successo: aumento di moneta in usa,
aumenta il reddito, aumentano le importazioni usa e i dollari escono, aumentano le riserve delle
altre banche centrali, siccome in questo sistema gli usa si sono obbligati a trasformare i dollari in
oro qualora qualcuno lo richiedesse allora ad un certo punto facendo gli usa continuamente questa
politica espansiva potevano non essere più in grado di trasformare i dollari in oro. Perché si è
arrivati in questa situazione nel 73? man mano che aumenta il reddito nei paesi aumenteranno anche
le loro riserve valutarie quindi se nel tempo i redditi aumentano sono aumentate anche le riserve
valutarie, queste riserve preferivano tenerle in dollari piuttosto che in oro perché il dollaro rendeva
qualcosa cioè con i titoli americani ti danno una cedola e quindi è meglio che tenerle in oro. Le
banche centrali usa capiscono che se gli chiedono convertibilità non riescono a scambiarli. È un
problema anche di fiducia: finché i paesi si fidavano dell'Argentina andavano tutti ad investire lì
perché se ti fidi che ti pagheranno allora li investi, se perdi la fiducia e tutti ritirano i soldi allora le
banche falliscono. Per evitare il problema delle riserve in dollari sarebbe bastato alzare il prezzo
dell'oro, tuttavia questo avrebbe portato a flussi inflazionistici quindi non fu fatto.
Slide: la situazione creata col BW dopo il 45 gli usa che spendevano di più (consumano più di
quanto potrebbero) e gli altri stati accettano questa situazione perché esportano negli usa.
L'economica dopo la seconda guerra mondiale in europa era distrutta così col piano marshall ci
hanno dato i soldi così potevano anche gli usa esportare e l'italia è riuscita a crescere
economicamente grazie alle esportazioni. Questa situazione di avanzo e disavanzo si è ripetuta per
il Giappone e per il rapporti Cina Usa. Se il dollaro si svaluta la Cina che ha accumulato dollari non
è contenta che il dollaro si svaluti. Si crea un equilibrio tra questi due paesi che è un po' malato
perché salta non appena i paesi non hanno più fiducia nel dollaro. Alcuni nel 2004 dicevano che si
era ricreata la situazione del BW nei confronti di dollari e Cina. (dopo la seconda guerra mondiale
serviva una moneta forte di cui la gente si fidasse per farci gli scambi commerciali se vai in un altro
paese e porti dollari tutti li avrebbero accettati). La Cina tiene questi dollari in riserve non li mette
in circolazione quindi il cambio non si aggiusta. Ad un forte deficit commerciale si accompagna
sempre un forte dificit pubblico (doppio disavanzo pericoloso). La gente si aspettava una caduta del
dollari quindi aumento esportazioni, aumento prezzi interni salari e quindi spirale inflazionistica (ha
tirato fuori anche il mark-up). Il nuovo BW è che il centro sono gli stati uniti i mercati emergenti
sono asiatici e vogliono dollari come riserve perché questi rendono e la Cina non vuole cambiare il
suo tasso di cambio così le esportazioni cinesi vanno in tutto il mondo ma se il dollaro si svaluta
allora le esportazioni cinesi vengono bloccate. Einchengreen: questa situazione non può reggere
perché è una situazione da cartello (dei paesi si uniscono per perseguire un interesse comune) negli
anni 60 i paesi avevano questo interesse collettivo di mantenere la loro valuta sottovalutata rispetto
al dollaro ma c'è sempre il rischio che qualcuno rompa questo cartello: è interesse dei singoli paesi
cambiare la loro valuta in dollari prima che lo facciano gli altri se c'è rischio di inconvertibilità (la
Francia ha rotto il cartello). Negli anni 2000 la situazione di cartello è quella dei paesi asiatici e
sudamericani ma è una situazione diversa perché da un lato ci sono paesi a maggioranza islamica
quindi hanno voglia di mettere in difficoltà gli Usa. Inoltre i paesi emergenti sono molto diversi
politicamente ed economicamente per quello che riguarda il tipo di beni che esportano. Un motivo
ulteriore è: se lo yuan è a buon mercato vengono fatti molti investimenti in imprese in Cina da parte
di europei e americani (mettono le loro imprese in Cina). Se uno fa investimenti dai cinesi alla
lunga i cinesi possono non gradire questo. Un altro motivo per cui la situazione di ora è diversa da
quella di prima è che oggi ci sono tante monete che possono essere usate come riserva (euro).
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Articolo De Cecco: vantaggi cambi fissi → chi esporta e importa ha più certezza quindi non deve
fare assicurazioni perché il sa il prezzo quale sia, se ci sono cambi variabili ci sono grandi occasioni
di speculazioni.
Col sistema dei cambi flessibili è aumentato il volume del mercato finanziario perché sono
aumentate le possibilità di speculare.
Produzione, tassi di interesse, tassi di cambio.
Affinché ci sia equilibrio nel mercato dei beni la produzione deve essere uguale alla domanda di
beni nazionali. Il tasso di reale è utilizzato perché alle imprese interessano gli investimenti in virtù
dei beni e non degli Euro.
Aumento del tasso riduzione investimenti riduzione domanda e poi c'è il moltiplicatore.
Secondo la parità scoperta del tasso di interesse, il tasso di interesse nazionale dev'essere uguale al
tasso di interesse estero meno il tasso di deprezzamento atteso della moneta estera.
Nel caso di restrizione monetaria negli USA il tasso di interesse aumenta quindi i titoli statunitensi
diventano più convenienti allora gli investitori vorranno vendere euro per ottenere dollari per
acquistare titoli statunitensi, la vendita di euro per dollari genera un apprezzamento del dollaro.
Un aumento del tasso di interesse provoca due effetti:
1_ effetto diretto sull'investimento
2_ effetto attraverso il tassi di cambio. Un aumento del tasso di interesse genera un apprezzamento
un aumento del tasso di interesse riduce la produzione direttamente e indirettamente, attraverso il
tasso di cambio (un aumento del tasso d'interesse genera un apprezzamento)
supponiamo che la spesa pubblica diminuisca quindi la IS si sposta verso sinistra il tasso di
interesse diminuisce e il tasso di cambio diminuisce.
Dato il tasso di interesse estero e il tasso di cambio futuro atteso, il tasso di interesse di equilibrio
determina il tasso di cambio di equilibrio.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
In politica monetaria restrittiva il tasso di cambio aumenta e il tasso di cambio si apprezza perché
c'è la parità dei tassi di interesse.
Regimi dei tassi di cambio:
flessibili → il tasso di cambio può fluttuare
fissi → il tasso di cambio rimane invariato in termini di valuta estera
parità mobile del tasso di cambio → il tasso di deprezzamento viene predeterminato nei confronti di
una valuta estera (perché sappiamo già che in futuro la valuta si deprezzerà)
bande di oscillazione → i tassi di cambio bilaterali possono fluttuare entro determinate bande di
oscillazione (SME è un esempio)
in un sistema di cambi fissi la banca centrale rinuncia alla politica monetaria mentre la politica
fiscale è ancora più efficace
PARTE 2
Il problema del currency standard: USA aumenta la quantità di moneta, il tasso di interesse USA
diminuisce, venduti dollari e acquistati marchi (i estero> i USA), tensioni sul cambio allora due
possibilità →
1. rivalutazione (i cambi sono fissi quindi si dice rivalutazione e non apprezzamento)
2. BC tedesca compra dollari e vende marchi (mette marchi in circolazione ed espande la sua
moneta anche se in quel momento non aveva un particolare interesse ad espandere la sua
moneta).
Gold exchange standard: perché l'aggancio all'oro pone un vincolo alla politica degli USA? Se
aumenta la moneta, i prezzi dei beni aumentano nel medio periodo, aumenta il prezzo dell'oro,
quindi non possono più tenere agganciato a quel prezzo dell'oro dovrebbero modificare quel prezzo.
Perché si può creare il currency standard anche in presenza di cambi flessibili? Dal 73 cambi
flessibili ma molti paesi tengono il loro cambio agganciato all'oro come la Cina, gli USA importano
molto dalla Cina e quindi hanno bilancia dei pagamenti sbilanciata, questo porterebbe ad una
svalutazione del dollaro, ma all'inizio non si è deprezzato, i dollari della BC cinese non va nei
redditi dei cinesi ma teneva i dollari in riserve valutarie per non far variare il cambio perché se lo
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
avesse messo in circolazione lo yuan si sarebbe apprezzato quindi all'inizio il cambio è rimasto
costante e i cinesi hanno comprato molti titoli di stato americani.
La Norvegia è un esportatore di petrolio, il suo cambio è agganciato al dollaro, il prezzo del petrolio
è sceso.
I cambi sono flessibili, il prezzo del petrolio scende, il petrolio è un bene con bassa elasticità al
prezzo (tanto è usato per le centrali di energia quindi serve per la produzione di tutti i beni del
paese) quindi se un paese esporta petrolio e la domanda è rigida allora non è vero che aumenta la
quantità di petrolio domandato quindi nel breve la Norvegia avrà meno entrate per il petrolio.
Usiamo il modello IS-LM se diminuiscono le esportazioni, la IS si sposta a sinistra, il tasso di
interesse diventa minore di quello internazionale, quindi escono capitali dal paese quindi diminuisce
la moneta e la LM si sposta a sinistra. Se in A c'era piena occupazione in C abbiamo una
sottoccupazione del paese, per uscire dalla recessione il paese può aumentare la spesa pubblica così
la IS si sposta a destra quindi la diminuzione delle esportazioni viene sostituita da un aumento di
spesa pubblica. Le esportazioni diminuiscono perché essendo il petrolio rigido la variazione del
prezzo non fa aumentare la quantità venduta quindi p*q di ieri dava un certo valore delle
esportazioni, ora q è come prima ma il prezzo è sceso quindi il valore delle esportazioni è
diminuito.
Si può usare la curva AS-AD per studiare le variazioni dei prezzi. Partiamo da una situazione di
equilibrio con un certo prezzo e un certo Y, supponiamo che si faccia una politica (aumento spesa
pubblica o moneta a seconda che si sia in cambi fissi o variabili) tale per cui la AD si sposta a destra
(per lo stesso prezzo vengono domandati più beni), man mano che la domanda aggregata aumenta i
prezzi aumentano. La AS è crescente perché gli imprenditori per convincere i lavoratori ad entrare
nel mercato del lavoro devono promettere salari nominali maggiori e quindi devono anche
aumentare i prezzi per il principio del mark-up. I lavoratori entrano nel marcato pensando che il
prezzo rimanga uguale al p precedente, quando si accorgono che i prezzi sono aumentati allora si
accorgono che il loro salario reale è rimasto immutato. Allora per restare nel mercato del lavoro
chiedono salari maggiori e la curva AS si sposta verso sinistra. Il nuovo punto di equilibrio ci fa
vedere che i salari sono ancora aumentati e qualche lavoratore sarà uscito dal mercato del lavoro.
Tutto questo si fermerà quando il prezzo atteso dei lavoratori sarà uguale a quello che si forma. IN
CAMBI FISSI: Se prezzo aumenta e il prezzo interno è maggiore del prezzo internazionale allora il
tasso di cambio reale si deprezza quindi si perde competitività quindi le esportazioni diminuiscono e
la AD si sposta a sinistra così nel medio periodo si torna alla situazione iniziale. IN CAMBI
FLESSIBILI: se i prezzi interni sono maggiori di quelli esteri allora si può deprezzare il cambio
come ha fatto spesso la lira, i prezzi aumentano la moneta si deprezzava così i beni rimanevano
competitivi sui mercati internazionali ma poi si crea un circolo vizioso perché il deprezzamento
causa una diminuzione delle importazioni ma visto che le esportazioni tirano allora gli imprenditori
producono di più ed importano anche di più ma importare costa di più quindi per gli imprenditori
importare costava di più così aumentano i costi delle imprese quindi col mark up aumentano i prezzi
e i salari di conseguenza quindi così dopo poco i prezzi erano di nuovo maggiori di quelli
internazionali. (guardare i grafici M).
Svezia nel 1982: si trovava in questa situazione → bilancio in deficit, disoccupazione stava
aumentando, la bilancia commerciale era in deficit, la corona era sopravvalutata. La politica
18
Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
adottata dalla Svezia fu una diminuzione della spesa pubblica e una svalutazione. Così nel 1986
avevano già ottenuto questi risultati: deficit diminuito, bilancia commerciale in pareggio,
investimento interno aumentato del 40%, disoccupazione diminuita. Se la corona è sopravvalutata si
produce sia un deficit commerciale sia delle attese di svalutazione che sono pericolose perché
spesso si realizzano (con pochi soldi vendono tanto di quella moneta perché cercano di speculare
sulla probabile svalutazione allo scoperto tu tieni i soldi in un paese perché il tasso di interesse è
maggiore di quello internazionale). Così si ha anche un deficit pubblico perché deve pagare un tasso
di interesse più alto di quello internazionale (gli interessi sul debito pubblico rientrano nel deficit
pubblico). La divergenza dei tassi di interesse è dovuta alle attese di svalutazione. Man mano che la
corona viene svalutata aumenta la domanda. Guardare appunti M perché non ho capito. Gli
investimenti dipendono dagli animal spirit credere che il governo avrà una politica seria e stabile,
delle leggi che non cambiano e delle persone che non imbrogliano questo fa andare gli imprenditori
ad investire in Svezia.
Le aspettative:
capitolo XIV edizione intera Blanchard.



Consumatore: acquisto automobile. Come sarà reddito in futuro? → sia che pagherà a rate
sia che non pagherà a rate. Ci sarà una recessione domani? Il mio posto di lavoro è sicuro?
Non valuterà l'acquisto di un bene durevole solo sulla base del reddito corrente ma anche dei
redditi attesi, le prospettive di rettido future
imprenditore: deve decidere se investire; osserva aumento vendite, è temporaneo o
permanente? → se temporaneo non devo modificare la mia capacità produttiva, se
permanente sì. Così come se devo fare un investimento per calcolarlo faccio il valore attuale
delle rendite future di quell'investimento.
Dirigente fondo pensioni: scelta di portafoglio. Osserva espansione mercato azionario,
aumenterà ancora? → perché il prezzo delle azioni sta aumentando anche se le aspettative
non sono buone ancora? Perché le BC degli stati hanno emesso liquidità e i titoli rendono
molto poco quindi la liquidità devo investirla da qualche parte e allora compro azioni quindi
probabilmente si sta creando un'altra bolla.
Ne segue che:
molte decisioni economiche non dipendono soltanto da quanto accade oggi, ma anche dalle
aspettative sul futuro
Il capitolo XIV del Blanchard parla di questo:




tassi di interesse nominali e reali
valore presente scontato atteso
tassi interesse nominali e reali nel modello IS-LM
crescita della moneta, inflazione, tassi di interesse nominali e reali
1. r = i + p
compriamo un bene tipo un chilo di pane, oggi lo pago p euro, se li prendo a prestito domani
li devo rendere a p*(1+i). Non prendiamo il valore del pane in termini nominali ma
dobbiamo restituirlo in relazione agli altri beni. 10 euro lo devo dividere per dieci euro per
19
Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
avere 1 e poi io so che è una seggiola. In futuro la seggiola varrà 10 euro diviso il suo prezzo
atteso al tempo t+1. Quindi tornando all'esempio del pane: 1 kg di pane oggi lasciamo
perdere. Il tasso di inflazione è (p t+1 atteso – p t) / p t → (p t+1 atteso / p t) -1. Copiare le
formule dalla Marti dei passaggi per arrivare da una cosa ad un altra. Alla fine viene che il
tasso di interesse nominale ha un addendo in più di quello che siamo abituati a scrivere ma
quell'addendo che è un prodotto di due fattori aventi valori molto piccoli ( 2 / 6 %) è
trascurabile perché assume valori infinitesimali.
Guardare grafico che confronta tasso di interesse reale e tasso di interesse reale. Il tasso di
interesse nominale negli USA decresce, il tasso di interesse reale segue l'andamento di
quello nominale che però scende molto per via dell'inflazione che sale molto, invece il trend
del reale è costante. La differenza tra reale e nominale è dovuta all'inflazione. All'inizio
degli anni 80 l'inflazione era alta e per farla diminuire hanno fatto una stretta monetaria così
sono aumentati i tassi di interesse. Tanti obiettivi tanti strumenti: se oltre a diminuire
l'inflazione vogliamo anche tenere il reddito costante allora dobbiamo fare stretta monetaria
e anche magari diminuire le tasse.
2. Valore presente scontato atteso di una sequenza di pagamenti è il valore oggi di tale
sequenza attesa (non sappiamo esattamente i pagamenti quando e di quanto saranno) di
pagamenti.
Calcolo del valore presente scontato atteso:
supponiamo che il tasso di interesse nominale a un anno sia it. Prendere a prestito un euro
oggi vuol dire pagare (1+it) domani.
Quanti euro vale oggi un euro l'anno prossimo? 1/ (1+it) valore presente scontato atteso di
un euro l'anno prossimo.
Se prestiamo un euro per due anni otterremo (1+it) * (1+it) fra due anni.
Un euro fra due anni che valore ha ora? 1 / (1+it) * (1+it)
se suppongo che il valore del tasso di interesse cambierà allora sarà 1 / (1+it) * (1+it+1)
da qui la formula generale: il valore presente scontato di una serie di pagamenti, $z, è dato
da: ogni pagamento è moltiplicato per il suo fattore di sconto. Ma io non conosco i tassi di
interesse futuri e anche posso non conoscere i pagamenti futuri. Allora il primo addendo è
noto perché me lo fanno subito, ma per tutti gli altri addendi metto tutti i valori attesi sia la
somma che mi daranno è attesa sia i tassi di interesse attesi. Il valore attuale dipende:


positivamente, dalle aspettative sui pagamenti futuri.
Negativamente, dai tassi di interesse, presenti e attesi.
Aspettative razionali: c'è stato un momento in cui si pensava che l'homo economicus fosse
molto razionale e riuscisse a prevedere i modelli e quindi sapere con certezza che cosa
sarebbe successo in futuro ad esempio se so le curve di domanda e offerta e ora c'è un
momento di eccesso di offerta allora so in futuro che prezzo si andrà a determinare. Di fatto
non è così.
20
Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Il libro fa poi degli esempi che non sono particolarmente rilevanti.
3. Usare una formula o l'altra cioè se usare nella formula il tasso di interesse nominale o reale
dipende dallo scopo che ho. Nella grande depressione era importante vedere il tasso di
interesse reale perché l'inflazione era negativa quindi il tasso di interesse reale aumentava
quindi il tasso di interesse reale non era conveniente.
IS Y = C (Y-T) + I (Y,r) + G
LM M/P = YL (i)
nella LM devo considerare il tasso di interesse nominale perché alla base ci sta la scelta tra
detenere moneta e detenere titoli, nella IS invece no.
IS Y = C (Y-T)+ I (Y, i-p) + G
guardare grafico che fa Blanchard per la IS-LM per arrivare dal tasso nominale al tasso
reale: nelle ordinate mette il tasso di interesse nominale e poi nel i di equilibrio detrae
l'inflazione.
Effetto Fischer: partiamo da una situazione in cui l'inflazione è nulla. Se poi il reddito sarà
del 3 % allora anche il tasso di aumento della moneta deve aumentare anche questa del 3%
ma poi anche del 4-5. all'inizio scendono sia il tasso di interesse reale sia il nominale, poi il
tasso reale torna al livello di prima mentre il tasso nominale sale fino al punto in cui è
uguale al valore iniziale più l'aumento della crescita monetaria.
Grafico di inflazione e tasso nominale: il tasso di interesse nominale varia al variare
dell'inflazione quindi il tasso di interesse reale è abbastanza costante, le variazioni del tasso
nominale dipende molto dall'inflazione.
Perché all'inizio c'è una discesa del tasso di interesse e poi aumenta? (spiegazione effetto
Fischer. Per spiegare questo ci serve il modello IS-LM. Vedere appunti Marti. L'inflazione
attesa è sempre costante se non si arriva da un periodo di inflazione. Ora che c'è depressione
nessuno si aspetta l'inflazione, arriverà ma non ora quindi l'inflazione attesa è costante.
1. fino a che l'inflazione rimane costante, l'andamento di i è circa uguale all'andamento di r.
vero fino a che l'inflazione attesa è uguale all'inflazione effettiva
2. se l'inflazione nominale > inflazione nominale attesa allora il costo reale effettivo di
prendere a prestito è < del tasso di interesse reale effettivo.
Prima degli anni 70 l'inflazione italiana era bassa poi negli anni 70 lotte sindacali soprattutto
nella FIAT così depressione e seguito da aumento della produzione senza aumento dei salari
cioè hanno fatto lavorare di più i lavoratori, hanno sfruttato i terroni che salivano facendoli
dormire in fabbrica. Poi all'inizio degli anni 70 i lavoratori si sono incazzati così lotte
sindacali degli anni 70 dopo le quali c'è stato aumento del petrolio, le nazioni che
producevano petrolio hanno fatto cartello e hanno aumentato di botto il prezzo del petrolio
nel 73 e nel 79. in quegli anni l'inflazione è balzata perché shock petrolifero che fa
aumentare il livello dei prezzi poi aumenti salariali con scala mobile (aumento salari pari ad
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
aumento prezzi). Così inflazione molto elevata. In Germania non è successo così: l'obiettivo
della BC tedesca era non far salire i prezzi perché aveva già sperimentato o shock
dell'inflazione qualche anno prima così voleva fortemente evitarlo. Come si fa a tenere bassa
l'inflazione? La politica monetaria deve essere accomodante così agli aumenti di reddito
segue aumento di moneta e va tutto bene. In Italia non è stato fatto perché c'era il terrorismo
e una politica dura sarebbe stato uno scontro. In quegli anni un imprenditore come Feltrinelli
lo hanno trovato morto sotto un pilone ed hanno detto che era stato uno di destra ad
ucciderlo perché lui era di sinistra (anni di piombo). Negli anni 70 le persone non
particolarmente ricche investivano i loro risparmi in BOT, il tasso di inflazione era basso e
quindi non c'era l'idea che il valore reale dei BOT potesse essere molto basso, quindi
l'inflazione attesa era bassa mentre l'inflazione effettiva era alta allora in termini reali i soldi
investiti in BOT che non erano agganciati all'inflazione (o al tasso di interesse nominale
visto che reale è nominale + inflazione), non solo fruttano poco perché il tasso di interesse
nominale sale perché l'inflazione è alta ma anche quando il capitale viene restituito in
termini reali ci si trova ad avere molto meno di quello che era stato messo lì. Poi gli italiani
hanno capito che conveniva mettere da parte i soldi quindi consumano meno in modo da
mantenere inalterata la ricchezza finanziaria.
3. Il tasso di interesse reale varia molto meno del tasso di interesse nominale.
Vero. Guardare il grafico che rappresenta il tasso nominale e il tasso reale e si vede che il
nominale scende costantemente mentre il reale è circa costante. Questo si verifica per effetto
dell'inflazione che fa variare molto di nominale.
4. Reale = nominale / Prezzi.
Falso. Dare poi spiegazione del come si trova la formula.
5. Nel medio periodo il tasso di interesse reale non è influenzato dal tasso di crescita M.
equazione di Fisher.
6. L'effetto di Fisher afferma che, nel medio periodo, il tasso di interesse nominale non è
influenzato dall'aumento della moneta.
Falso perché è esattamente il contrario di quello che abbiamo detto prima. Nel grafico di
Fisher si ha che l'inflazione attesa è 0 quindi la moneta aumenta esattamente di quanto
aumenta il reddito reale. Supponiamo shock monetario aumento M, nel modello IS-LM se
aumenta la moneta la LM si sposta a destra questo fa diminuire il tasso di interesse. Perché
aumentando la moneta il tasso di interesse diminuisce? Aumentano i prezzi dei titoli quindi
scende il tasso di interesse. Per convincere la gente a comprare i titoli deve promettere un
prezzo maggiore così la gente compra i titoli e vista la relazione inversa tra prezzo e tassi i
tassi scendono. Poi c'è che la discesa del tasso di interesse fa aumentare l'investimento.
Quindi in un primo momento c'è una discesa del tasso di interesse nominale e se l'inflazione
attesa è zero il tasso reale dovrebbe scendere esattamente di quanto scende i. Ora
analizziamo il modello AS-AD: penso perché nel breve periodo abbiamo visto cosa succede
con il modello IS-LM, ora vogliamo vedere cosa succede dopo. L'aumento dell'offerta di
moneta porta un aumento del reddito. Quindi l'aumento della domanda che abbiamo visto
nella IS-LM è seguito da un aumento immediato dell'offerta. Ma se supponiamo che gli
imprenditori abbiamo dei costi crescenti per aumentare la capacità produttiva allora la AD si
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
sposta a destra e man mano che cresce la domanda di beni cresce anche la domanda di
lavoro da parte degli imprenditori così i lavoratori chiedono dei salari reale maggiori quindi
aumento dei costi che significa aumento dei prezzi. Per questo la Y non aumenta tanto
quanto aumenta nel modello IS-LM e i prezzi non restano costanti. Invece per questa cosa
che succede i prezzi aumentano e Y aumenta meno. Quando gli imprenditori cominciano a
rivedere in alto i propri prezzi i inizia ad aumentare. Nel punto in cui si va nel AS-AD non è
un punto stabile perché i prezzi sono aumentati e i salari reali reali sono diminuiti quindi i
lavoratori aumentano le aspettative sull'inflazione. Quindi la AS si sposterà finché
l'inflazione attesa è uguale a quella effettiva e cioè nel punto D che è in corrispondenza del
Yn. Il tasso di interesse nominale quindi sale fino a quando il tasso di interesse nominale è
salito di tanto quanto è salito il tasso di inflazione e così la LM si risposta verso sinistra fino
al punto di prima nella IS. Quindi i va in alto fino a coprire l'aumento dell'inflazione mentre
il tasso reale torna al livello di prima.
7. Il valore oggi di un pagamento nominale sicuro non può essere maggiore del pagamento
nominale stesso.
Vero. Perché il pagamento futuro deve essere attualizzato secondo un tasso di interesse
nominale che non può essere minore di zero.
8. È possibile che i sia negativo? Perché?
Se io presto dei soldi posso prestarli gratuitamente ma che sia negativo direi proprio di no.
Se presto dei soldi vuol dire che rinuncio a qualcosa oggi per avere qualcosa domani.
9. È possibile che il tasso di interesse reale sia negativo?
Vero.
10. Quali sono gli effetti di un tasso di interesse reale negativo su chi dà e su chi prende a
prestito?
Chi dà: chi dà a prestito ci perde perché alla fine del periodo ha meno in termini reali di
quello che aveva all'inizio. Chi prende: pagherà una somma in termini reali minore di quello
che aveva ottenuto all'inizio. Quindi il debitore ci guadagna e il principale debitore in Italia
è lo Stato e sarà lui a guadagnarci quindi.
11. Per calcolare il valore presente scontato atteso in quali casi vorreste pagamenti reali e tassi
reali e pagamenti nominali e tassi nominali?
I pagamenti possono essere in termini reali o nominali e il tasso di sconto può essere in
termini reali o nominali.
Stimare il valore presente scontato atteso dei profitti dell'investimento di un nuovo
macchinario → reale perché il macchinario produce beni.
Stimare il valore attuale di un titolo di stato a 20 anni → nominale.
12. Se siamo in America latina dove inflazione attesa è 40% preferiamo usare la formula esatta.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
13. Oggi volete risparmiare 2.000 $ per il momento in cui andrete in pensione, fra 40 anni.
Potete scegliere tra 2 piani:


non pagare imposte oggi, mettere il denaro in un conto che non frutta interessi e pagare
imposte del 25% dell'ammontare totale ritirato al momento del pensionamento.
Pagare imposte oggi pari al 20% dell'ammontare investito oggi, mettere il resto su un conto
fruttifero e non pagare imposte al momento del ritiro.
14. Qual'è il valore presunto scontato atteso se il tasso di interesse nominale è è il 1% o i è il
10%.
15. quale piano scegliereste?
Ancora una cosa sull'effetto Fisher: negli anni '80 in America succedeva questo → aumentava la
moneta (c'era inflazione) e immediatamente il tasso di interesse nominale si alzava anziché
abbassarsi. La moneta si alza il prezzo dei titoli a reddito fisso aumenta e il saggio di interesse
nominale si abbassa. Questo non succede, perché? Perché la gente aveva capito che sarebbe
successo come l'effetto Fisher. Per che motivo andava direttamente sulla linea rossa dell'inflazione?
Immaginiamo di avere dei titoli, se li vendo subito mi rendono di più → subito il prezzo dovrebbe
alzarsi quindi dovrei aspettare a venderli. Ma se so che poi il prezzo si abbasserà mi conviene
venderli subito e poi riacquistarli quando il prezzo è basso. Supponiamo che il tasso di interesse non
si alzi subito: subito scende perché l'autorità monetaria compra titoli e per convincerla a farseli dare
offre un prezzo maggiore quindi il tasso si abbasso. Titolo del valore nominale di 1000 che ogni
anno rende come interesse 60 cioè mi staccano una cedola da 60. Allora lo stato comprerà i titoli a
1200 ma la cedola che si stacca è sempre 60 quindi il tasso di interesse è 1200/60 quindi è sceso, se
il prezzo scendesse accadrebbe il contrario. Se io so che in futuro il tasso di interesse nominale
crescerà allora mi conviene vendere ora e comprare quando il tasso starà per crescere e il prezzo dei
titoli sarà basso. Se tutti vendono titoli il tasso di interesse sale subito.
Oggi parliamo di come gli economisti hanno modellizzato le aspettative, se fanno un modello
econometrico esistono dei dati presi dal passato per formulare le aspettative, se è un modello teorico
invece non si prendono dati dalla realtà si mettono delle ipotesi e si fa il modello. In passato c'erano
aspettative basate su valori passati: se il tasso di interesse in passato si è abbassato penso che si
potrà abbassare ancora questo è sbagliato perché come abbiamo visto prima la gente aveva previsto
la situazione futura ed aveva agito di conseguenza. Queste aspettative si chiamano aspettative
adattive: estrapolo il comportamento passato cioè tengo conto solo del comportamento del passato
→ rivedo la previsione passata tenendo conto dell'errore di previsione compiuto. Pte è il prezzo che
mi aspetto all'inizio per tutto il tempo t (un anno, un mese), pet-1 è la previsione che ho fatto
all'inizio del periodo passato. Questa differenza la pongo uguale alla previsione meno quello che si
è verificato per un certo lambda compreso tra 0 e 1 e che è l'errore, se lambda è 1 allora non ho fatto
errore dire. Poi si sviluppa l'equazione e si ottiene che la mia aspettativa è ponderata e qualcos'altro.
Poi si ricava un'altra formula di pet-1 che si sostituisce alla formula sopra (M passaggi matematici e
formule). Se poi faccio la formula per tutti i periodi successivi allora ho una formula che tiene conto
di tutte le previsioni che ho fatto in passato e di tutti gli errori che ho commesso. Poiché lambda è
compreso tra 0 e 1 le aspettative più lontane nel tempo vanno a valori piccoli. Sono pesi decrescenti
in progressione geometrica i vari 1-lambda. Pte è dunque pari ad una media ponderata dei prezzi
effettivi passati, con pesi decrescenti in progressione geometrica. Quali sono le caratteristiche di
queste aspettative adattive? Formalizzate intorno agli anni 60,
1. nessuna nuova notizia può modificare il valore dell'aspettativa (sto facendo un investimento
e mi sono fatto i calcoli in base a calcoli fatti sul passato, e viene scoperto un giacimento
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
petrolifero e io per il prezzo della energie calerà molto e io non posso mettere questa
informazione nel modello).
2. Gli errori di previsione conducono a revisioni PARZIALI delle aspettative; dunque lungo
cammino verso l'equilibrio. Solamente in stato stazionario, quando la variabile non cambia
più, solo allora non vi saranno errori. Ma lo stato stazionario non esiste. (forse la migliore
previsione è quella che tiene conto solo dei dati immediatamente precedenti)
Gli economisti successivi dicono che si deve prevedere anche quello che succederà in futuro non
solo considerare il passato. In media io anticipo il valore futuro che assumerà una variabile. In
media = non faccio mai degli errori sistematici, prevedo sempre un prezzo inferiore a quello futuro
o sempre superiore a quello futuro (supponiamo di avere un fucile che spari ad un bersaglio, un
certo fucile spara sistematicamente a sinistra o sempre a destra di un bersaglio), invece così se
facciamo un errore è un errore casuale cioè può essere in eccesso o in difetto. Aspettativa razionale
di una variabile esclude che gli agenti possano commettere errori sistematici di previsione. In media
gli errori che compio sono uguali a zero cioè sbaglio un po' da una parte e un po' dall'altra.
OFFERTA AGGREGATA A LA LUCAS:
come ha formulato la sua curva di offerta aggregata. Perché ha formulato questo modello? Voleva
capire perché in un mondo in cui sono aspettative razionali cioè gli errori che fanno sono casuali
esistono degli spostamenti dal valore della produzione naturale visto che è quello a cui si giungerà?
Quindi perché esiste il ciclo? Perché ogni tanto il prodotto aumenta più del prodotto naturale e
perché ogni tanto ci sono recessioni? Y segnato è il livello naturale della produzione più il divario
tra prezzo effettivo e prezzo atteso. Se prezzi effettivi sono maggiori di quelli attesi avremo un
prodotto superiore, se il contrario saremo in recessione. Hp del modello: concorrenza perfetta,
prezzi flessibili (perché spesso si dice nei modelli che il salario è rigido e non scende invece lui
toglie questa ipotesi troppo lontana dalla realtà). Il mondo è come se fosse fatto di isole (tanti
mercati locali in cui produco e vendo il prodotto) e io conosco solo il prezzo che si forma nel mio
mercato e non conosco il livello aggregato dei prezzi (nel mondo). In concorrenza perfetta è il
mercato che forma il prezzo non il singolo produttore. Se vede variare il prezzo del proprio prodotto
lui vede nel suo piccolo mercato il prezzo che aumenta, varierà la produzione o no? Sì se è solo il
prezzo del suo prodotto che aumenta mentre il prezzo degli altri beni non aumenta, se però fosse
una variazione di tutti i prezzi dei beni allora non gli converrebbe aumentare la produzione. Allora
dice che i cicli dipendono da confusione che gli imprenditori fanno tra variazioni assolute di prezzo
e variazioni relative (in America latina inflazione alta quindi non modifica la propria offerta). Le
scelte degli agenti saranno basate sul confronto tra prezzo corrente sul mercato locale e il prezzo
atteso per il livello generale dei prezzi. Cosa possiamo concludere? Che solo le variazioni inattese
hanno effetti reale, le variazioni attese no perché sono già incorporate nel modello. In pratica se non
so da cosa dipende l'aumento dei prezzi allora in parte io aumenterò la mia produzione.
Alcuni economisti hanno detto che la politica economica è inefficace: se gli agenti sono in grado di
prevedere le conseguenze di un aumento di moneta e sanno che nel medio breve ci sarà un aumento
del saggio nominale allora anticipano il livello finale dell'interesse. Quindi la politica monetario in
questo caso non aveva alcuna efficacia perché il tasso di interesse non sarebbe sceso e quindi non si
avrebbe avuto un effetto positivo sul reddito tramite l'investimento. Si basavano su aspettative
razionali il ragionamento di prima quindi quelle razionali non sono positive. Solo schocks inattesi
hanno effetti reali, solo politiche economiche inattese avranno effetti reali. Ma che senso ha fare
una politica di schock inattesi? Poi subito la gente lo incorporerebbe e quindi posso fare schock
inatteso una volta, due volte poi la gente lo sa. Quindi si ha un divario tra il livello di reddito
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
naturale e quello effettivo quindi esiste il ciclo solo se il prezzo effettivo è diverso da quello atteso e
quindi se la politica monetaria è inattesa.
Formazione del prezzo dei titoli: prima parte della 15 edizione 2006, 14 del 2009.
struttura dei tassi di interesse, relazione tra titoli a breve, a lunga, azioni.
C'è una struttura non un solo tasso di interesse. Dal tasso di sconto (overnight = se manca della
liquidità alle banche la chiedono alla banca centrale a un tasso chiamato tasso di sconto, poi tasso
interbancario con cui si prestano i soldi tra loro le banche, tasso delle obbligazioni di stato). Questi
titoli emessi sul mercato differiscono per vari motivi:
1. rischio di insolvenza (emessi da enti più o meno sicuri)
2. maturità (periodo di tempo durante il quale l'ente che emette il titolo promette di effettuare i
vari pagamenti
Analizzeremo titoli di Stato e obbligazioni (società).
Nell'analisi considereremo costante il rischio di insolvenza (che si chiama rating, ci sono società che
valutano il rischio delle obbligazioni AAA, AA+, AA... C), e valuteremo titoli con diversa maturità.
Maggiore è il rischio di insolvenza, minore è il rating, maggiore è il tasso di interesse. Infatti si
chiama premio al rischio la differenza di interesse dovuta a questo rating. Si chiamano titoli
spazzatura (trash) i titoli ad alto rischio. Titoli di puro sconto = quelli che mi danno un unico
pagamento, non mi danno ogni anno qualcosa ma mi danno soltanto la somma finale che
comprenderà l'interesse che periodo per periodo mi è maturato. Valore facciale = pagamento alla
scadenza. Titoli con cedole = quelli che hanno diversi pagamenti più il rimborso finale. Ci sono
quindi due tassi. Tasso alla cedola = cedola / valore facciale. Rendimento corrente = cedola / prezzo
titolo (a seconda dell'evoluzione del tasso di interesse può essere diverso dal valore facciale. es.
valore facciale 100.000, prezzo 80.000, cedola 4.000, tasso alla cedola 4%, rendimento corrente
5%. altre definizioni: misura corretta del tasso di interesse di un titolo = rendimento alla scadenza o
rendimento (circa il tasso di interesse medio pagato dal titolo nella sua vita). I tassi possono essere a
breve (<1), a medio (1<t<10), a lungo (> 10). indicizzazione = CCT che indicizzano rispetto al
tasso di interesse dei precedenti 6 mesi, ci sono anche titoli francese indicizzati rispetto
all'inflazione.
Esiste una curva che si chiama curva dei rendimenti e che ci dice la struttura dei vari tassi di
interesse cioè che relazione c'è tra il rendimento di un titolo e la sua maturità. Questa curva si
muove nel tempo e ora spieghiamo perché si muove e cosa possiamo capire leggendola. Ordinate i
rendimenti, ascisse la scadenza. Nel gennaio 93 i tassi erano quelli, quindi è effettiva perché in quel
momento si aveva quella situazione, il rendimento del titolo si modifica a seconda dell'evoluzione
del prezzo del titolo (se tutti richiedono un titoli il tasso di interesse scende). Infatti la curva dei
rendimenti nel 95 era molto diversa da quella del 93. nel 95 c'è curva molto più piatta. Cerchiamo di
capire da cosa dipende il rendimento del titolo e cosa possiamo ricavare da una certa curva dei
rendimenti fatta in un certo modo o in un altro. Evidentemente dipende dalle aspettative delle
persone. NB: nelle curve dei rendimenti reali la differenza di rendimento include anche il premio
del rischio (a 30 anni il rischio è molto più alto perché chissà cosa può succedere da qui a 30 anni).
1. prezzo dei titoli come valore attuale: titolo annuale con valore facciale di 100 dopo un anno.
Qual'è il prezzo attuale del titolo (p1t)?; oppure ho un titolo biennale che paga 100 dopo due
26
Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
anni (p2t). Supponiamo che i1t sia il tasso di interesse nominale a un anno, iet+1 il tasso di
interesse nominale atteso in t+1. Quindi uno ce l'ho, l'altro lo stimo. Se calcolo il valore
attuale di questi due titoli. Il prezzo del primo titolo è 100 / 1+i1t. Il prezzo del secondo
titolo è 100 / (1+i1t)*(1+iet+1). Il secondo titolo avrà quindi un valore inferiore al primo.
Un altro modo per calcolare i prezzi dei titoli:
2. prezzo dei titoli come arbitraggio: sono quelle che rendono volatile mercato finanziario.
Faccio l'operazione inversa → oggi compro un titolo che vale 1 e al tempo t+1 varrà …
quello biennale è un più complesso: comunque è il valore che il titolo biennale ha dopo un
anno. Se il prezzo del titolo è pari a p2t se spendo un euro quanto posso comprarne di questo
titolo? 1 / il suo prezzo. Se lo vendo dopo un anno cosa ci ricavo? Ricavo il prezzo atteso di
un titolo annuale per l'anno t+1. A questo punto faccio l'operazione di arbitraggio cioè
confronto quello annuale e quello biennale
la curva dei rendimenti sale per via del rischio ma poi dipende anche tanto dalle aspettative perché
con la formula del tasso medio collego maturità e tassi di interesse e nella formula ci sono tutte le
aspettative quindi dipende dalle aspettative. Può anche essere inclinata negativamente.
Nel gennaio 93 la curva era ripida perché la gente nel 93 è in una situazione tale che si aspetta una
stretta monetaria da parte della Fed. Nel 95 la curva si è alzata però si è anche appiattita. Allora i
mercati avevano previsto giusto nel 93? un po' sì perché il tasso passa dal 3 al 5 % nei titoli a un
anno però si aspettano anche che la stretta non continui in futuro quindi si aspettano che il tasso
rimarrà costante. Quindi possiamo vedere cosa si aspettano i mercati e se i mercati avevano previsto
giusto. (appunti M ultima parte sulle curve IS-LM).
19 novembre 2009 previsioni OCSE
Il debito
pubblico salira' di 10 punti percentuali quest'anno al 115% del pil e nel 2011 arrivera' al
120% del pil. E' quanto prevede l'Ocse nel capitolo sull'Italia del suo ultimo Outlook economico.
Il rapporto deficit pil si attestera' al 5,5% nel 2009, al 5,4% nel 2010 e al 5,1% nel 2011. "A causa
dell'alto debito pubblico - si legge nel rapporto - l'Italia non ha introdotto stimoli si larga scala.
PMI Economia/Economia/Italia
Fmi: in Italia deficit/pil al 5,6% nel 2009 e 2010
(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Istanbul, 01 ott –
I conti pubblici italiani registreranno un rapporto deficit/pil del 5,6% nel 2009 e nel 2010. Sono
queste le stime aggiornate dell'Fmi contenute nel 'Weo' diffuso a Istanbul. Il dato e' stato riveduto al
rialzo per quest'anno (da 5,4% nel 'Weo' di aprile) e migliorato per il 2010 (da 5,9%). Il rapporto
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
debito/pil sara' pari al 115,8% quest'anno (115,3% in aprile) e al 120,1% nel 2010 (121,1%). Il dato
italiano sul deficit/pil e' inferiore a quello relativo alla media dell'Eurozona (6,2% nel 2009 e
6,6% nel 2010). Il dato italiano sul rapporto deficit/pil quest'anno e nel 2010 (dal 2,7% del
2008) esce bene da confronto internazionale: meglio dell'Italia, a livello di conti pubblici, fa la
Germania con 4,2% nel 2009 e 4,6% nel 2010 (-0,1% nel 2008), mentre il costo della crisi
spinge verso l'alto il dato della Francia (7% nel 2009 e 7,1% nel 2010 dopo 3,4% nel 2008),
della Gran Bretagna (11,6% e 13,2% dopo 5,1%), del Giappone (10,5% e 10,2% dopo 5,8%) e
degli Stati Uniti (12,5% e 10% dopo 5,9%). Per tutte le economie avanzate, in pratica i Paesi del
G7, i piu' colpiti dalla crisi finanziaria, il rapporto defici/pil balza quest'anno al 10,1% dal 4,6% del
2008, per poi scendere al 9% nel 2010.
Nel Rapporto, l'Fmi sottolinea, tuttavia, che "malgrado deficit pubblici gia' ampi e debito in
aumento in molti Paesi, i piani di sostegno congiunturale devono essere mantenuti fino a che la
ripresa non ha basi solide e, anzi, potrebbero dover essere ampliati o prolungati oltre i termini
previsti se dovessero concretizzarsi i rischi che ancora permangono". Allo stesso tempo, i Governi
devono anche impegnarsi a tagliare in modo sostanziale i deficit nel medio termine e devono
iniziare ad affrontare questo nodo gia' ora, anticipando le riforme necessarie per porre le finanze
pubbliche su basi piu' sostenibili. Il Fondo sottolinea che alcuni Paesi, come l'Italia e il
Giappone, hanno sostenuto livelli molto elevati di debito per un certo periodo di tempo.
Fortunatamente, continua il Rapporto, nessuno dei due Paesi e' stato tra i piu' colpiti dalla
crisi finanziaria, riuscendo cosi' ad evitare pesanti oneri. Nondimeno, l'Italia ha accusato un
forte aumento dei premi di rischio sul debito pubblico durante la crisi e, per questo, ha dovuto
rinunciare a piani di sostegno congiunturale di una certa ampiezza, mentre il Giappone si e'
salvato grazie al fatto che il suo debito pubblico e' in mano soprattutto a istituzioni pubbliche
nazionali. In un orizzonte piu' ampio, le pressioni sulla struttura di spesa e sul debito delle
economie avanzate "aumentera'" e, ricorda il Fondo, "i mercati hanno la tendenza ad adeguarsi
rapidamente a punti di vulnerabilita' che si sviluppano, invece, lentamente". nel frattempo, il costo
di un debito molto piu' elevato rispetto al passato per le economie avanzate "e' il minor spazio di
manovra per misure anticicliche e di sostegno finanziario nel caso di una nuova crisi".
Statistiche Eurostat rapporto deficit/PIL
Dal 1997 al 2008
-2,7; -2,8; -1,7; -0,8; -3,1; -2,9; -3,5; -3,5; -4,3; -3,3; -1,5; -2,7
Cause delle ampie fluttuazioni dei prezzi delle azioni:
(i punti di svolta possono dipendere da situazioni macro quindi crisi di fiducia oppure per bolle
speculative)
1. largamente imprevedibili (enorme fiducia nell'efficienza (il prezzo delle azioni contiene in
sé tutte le informazioni disponibili, in questo modo rimane solo una parte dipendente dal
caso) del mercato, se i mercati sono efficienti non c'è nessun motivo per l'autorità di
intervenire, bisogna lasciar fare al mercato, chiaramente così non è stato, il mercato doveva
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
prevedere anche la crisi finanziaria e farvi fronte, c'erano informazioni sui titoli nel mercato
che i soggetti non conoscevano
2. possiamo interpretare in parte (e spesso ex post) la reazione a news o a interventi di politica
economica. La reazione è diversa a seconda che la domanda sia:


ATTESA: allora il suo effetto è già stato incorporato nei prezzi; e non vi saranno variazioni
INATTESA: reazioni
ES. : intervento di politica monetaria inatteso (hp: i=r perché p=0). Aumenta M → diminuisce i,
quindi doppio effetto1- aumenta Q 2- aumento I → aumento Y → aumenta D → aumenta Q
altro ES: aumento esogeno inatteso della spesa nei consumi. Aumenta C → aumenta Y → aumenta
i → diminuisce Q. ma anche aumenta D → diminuisce Q. il risultato dipende dall'inclinazione della
LM: quanto più è rigida (cioè tanto maggiore è il legame tra M e Y), tanto maggiore sarà l'aumento
di i, tanto più prevarrà il primo effetto.
Ma allora da cosa dipende questa elasticità maggiore o minore della LM? Digressione della LM →
teoria quantitativa della moneta. MV=PY. Non esiste relazione tra M e i. in questo caso la LM sarà
perfettamente verticale. Importanza della politica monetaria e inefficienza della politica fiscale
(aumenta IS → aumenta i). lo si vede anche linearizzando la LM.
Marcati finanziari efficienti?
Negli ultimi trent'anni si pensava di sì. Mercato definito efficiente se i prezzi riflettono tutta
l'informazione disponibile. Deve accadere:
1. raccolgono tutta l'informazione disponibile
2. la elaborano correttamente (conoscono il modello e il modello interpretativo è unico)
non si compiono errori sistematici di previsione=le aspettative sono razionali.
Corollario: se un mercato è efficiente è improbabile battere sistematicamente il mercato. Cioè
compio errori in eccesso o in difetto con la stessa probabilità quindi non riesco a speculare cosa che
non accade nella realtà, quindi la speculazione non è destabilizzante e si torna sempre al punto di
equilibrio.
Altra interpretazione: mercato composto da gruppi di soggetti economici con diversi fini (non
massimizzare l'utile ma prendere utile e fermarsi lì, altri che vogliono massimizzare l'utile ecc.).
Ricerca in corso.
Evidenza empirica: c'è reazione alle news. Quali probabili mercati efficienti? Come si possono
fermare queste bolle speculative che sono altamente destabilizzanti e che sono le persone che
entrano all'ultimo nel mercato che ci perdono cioè la gente comune.
LE BOLLE SPECULATIVE: qualche definizione → arbitraggio= sfruttare le occasioni di
divergenza dei tassi di rendimento di titoli simili, a parità di rischio.
VALORE FONDAMENTALE DI UNA AZIONE: l'azione dà diritto a riscuotere una serie infinita
di dividendi nel futuro. Dunque:
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
VF: valore attuale della sommatoria dei dividendi futuri scontati ai saggi di interesse attesi nei vari
periodi.
Se c'è una bolla speculativa significa che c'è una divergenza tra il prezzo e il suo valore
fondamentale.
Esempio limite: consideriamo una società che non dia mai dividendi quindi il suo valore
fondamentale è pari a zero. Eppure il prezzo di questa azione può salire nel tempo. Perché? Io posso
essere disposto a pagare una somma positiva quando mi aspetto che il prezzo a cui posso vendere
quell'azione in futuro sia più alto di quello di oggi. La gente può pensare che questa società non dia
dividendi ma abbia degli utili molto grandi. Eccetera.
Consideriamo ora un caso più generale: dividendo è maggiore di zero e sia pagato tra un anno.
Chiamiamo q il prezzo di questa azione. Vogliamo individuare il prezzo dell'azione con
un'operazione di arbitraggio cioè voglio decidere si comprare un titolo che mi corrisponde un certo
interesse o questa azione. Ho un'obbligazione che mi rende il 3%
quando è che prevale la bolla? Quando c'è un clima ottimistico che mi fa pensare che io ci
guadagnerò in conto capitale. In quel momento il valore fondamentale sarà maggiore del prezzo
dell'azione. E poi scoppia la bolla.
SONO DA FARE CAPITOLI 13-14-15 E QUELLO CHE SI CHIAMA POLITICA FISCALE.
Il bilancio della pubblica amministrazione è dato dalle entrate (T) – spesa pubblica (G) – interessi
sul debito (iB) → bisognerebbe usare il tasso di interesse reale in realtà. Le tasse possono essere
costituite da imposte dirette o da imposte indirette. Inizio anni 70 T era costituita da imposte
indirette (ripartizione più spalmata su tutti i cittadini, indipendentemente dal loro reddito). Dopo il
70 la quota principale di T è costituita da imposte dirette (IRPEF, modello unico) → il peso delle
imposte è funzione del reddito dei cittadini. Per quanto riguarda G: la maggior parte della spesa
dello Stato è costituita da spese fisse: stipendi per pubblica amministrazione, per insegnanti,
professori, sanità. NEL 95 il PIL per più della metà era costituito dalla spesa pubblica, interessi
passivi il 21% del 53%, il resto è G (spesa pubblica= spesa + investimenti) sono il 35% di 53%, TR
(trasferimenti= pensioni, contributi alla produzione) sono 43% del 53%. Nel 2007 gli interessi sono
il 5% del PIL invece del 10% ma questo solo perché i tassi di interesse sono diminuiti. Deficit =
125,505, deficit primario (escluso gli interessi) è -72,627 quindi se non ci fossero gli interessi
saremmo in attivo. FISCAL TRED: le entrate della pa cioè le tasse e le imposte sono intese in tassi
nominali → le imposte sono a scaglioni cioè i redditi maggiori pagano di più. Se l'imposta tassa il
valore nominale e il valore nominale cresce nel tempo perché c'è inflazione le imposte aumentano
non tanto perché è aumentato il reddito reale ma perché è aumentato il reddito nominale quindi così
le entrate dello stato aumentano. C'è un aumento delle entrate che deriva dall'aumento
dell'inflazione invece che dall'aumento del reddito. È molto importante fare questa distinzione fra
deficit e deficit primario. Dal 51 al 73 vanno di pari passo, nel 73 crisi petrolifera il finanziamento
del deficit può avvenire con moneta (la BC emette moneta) oppure tramite emissione dei titoli
pubblici che la gente compra. Con la crisi petrolifera emette molta moneta e si indebita molto e
quindi gli interessi si alzano. Andare in deficit quindi emettere dei titoli pubblici che saranno
rimborsati in futuro significa spostare la spesa attuale sui cittadini futuri cioè chiedo a prestito oggi
ma quando dovrò rimborsare questi titoli dovrò chiedere di più ai cittadini per pagare questi titoli.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Nei periodi di guerra il debito si alza molto e si giustifica dicendo che è meglio anche per le
generazioni future fare questo così non avranno Hitler in casa.
Un problema che lo stato dovrebbe porsi quando va in deficit è dovrebbe aumentare la spesa
pubblica o diminuire le imposte? Si è notato che quando si aumenta G l'aumento è molto difficile da
far tornare indietro, cioè crea delle aspettative (pensioni più alte, trasferimenti maggiori) che poi è
molto complicato ridurre, al contrario se si riducono le imposte è poi facile aumentarle. Quindi
seguendo questo ragionamento sarebbe meglio abbassare le imposte. Però se siamo in un periodo di
crisi e abbasso le imposte non è detto che si traduca in acquisti maggiori perché magari risparmia.
Lo stato nei momenti di crisi vuole sostituirsi alla spesa privata. Aumentare la G o diminuire T
hanno effetti diversi sulle varie voci del PIL e sul tasso di interesse quindi ha delle conseguenze sul
reddito futuro. Aumento di G sposta IS in alto quindi aumento tassi di interesse quindi si spiazza
l'investimento privato. Questo può essere un bene ma anche un male. Abbassare le imposte
dovrebbe avere più effetto su un aumento del consumo.
Beni pubblici= beni il cui utilizzo da parte di una persona non limita l'utilizzo da parte di altre
persone (un parco, un faro...). La pa non ricerca l'utile. Se i beni pubblici fossero prodotti da privati
la loro produzione sarebbe inferiore a quella ottimale. Nella produzione del bene pubblico c'è
sempre il problema del free rider cioè usa questo servizio senza pagare e senza poter scoprire chi lo
usa senza pagarlo. D'altro lato la gestione pubblica di un bene pubblico potrebbe essere meno
efficiente di quella privata. Anche la gestione privata ha comunque i suoi limiti: la qualità del
prodotto offerto potrebbe diminuire avvicinandosi alla fine della concessione (se distribuisse acqua
non si preoccuperebbe della qualità dell'acqua). Debito pubblico= insieme dei titoli emessi dallo
stato per coprire il disavanzo di bilancio (comprende anche la quota di interessi sui titoli emessi in
passato). Attenzione: T,G,B sono flussi cioè ogni anno bisogna pagare queste cose, B è uno stock
perché bisogna pagare i titoli emessi in precedenza. Bt-1 quindi all'inizio dell'anno t è lo stock di
debito pubblico esistente alla fine dell'anno t-1 o all'inizio dell'anno t. vediamo l'andamento del
debito quindi del valore dei titoli del passato. Sale subito molto e arriva al 120% poi sale per la
guerra poi scende e poi risale. Dopo la seconda guerra il debito si abbassa molto perché nessuno
voleva comprare i titoli di stato perché non si fidavano della solidità dello stato cioè era a rischio
default. Poi sale negli anni 70 per le crisi petrolifere e brigate rosse che sono come una guerra. Poisi
ha divorzio tra tesoro e banca centrale cioè il tesoro non può più chiedere di emettere moneta alla
banca centrale.
Lo stato funziona come uno stabilizzatore automatico: funzionamento anticiclico. Nel momento di
crisi aumenta un po' G perché aumentano i trasferimenti per cassa integrazione per licenziamenti
ma soprattutto diminuisce T perché diminuisce il reddito nominale e le entrate dello stato si
abbassano. Secondo i Keynesiani questi stabilizzatori automatici spiegano la maggiore stabilità
delle economie degli anni 50.
è importante capire se un deficit è causato da politiche economiche espansive oppure da una
recessione. Nel 1975 dopo aumento prezzi petrooliferi la maggior parte dei paesi eurpei vanno in
deficit, siamo in presenza di una recessione non di una politica espansiva.
Altro esempio che non ho copiato.
DISAVANZO CORRETTO PER IL CICLO
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
è giusto perseguire la regola del pareggio del bilancio in ogni periodo? Se ogni anni cerchiamo il
pareggio nel bilancio quel disavanzo che si produce per effetto della recessione cioè per il ciclo e
noi alziamo le tasse per far andare comunque in pareggio il bilancio si crea una recessione ancora
più forte.
Partendo anche da un pareggio a livello di reddito naturale o di piena occupazione in recessione si
crea automaticamente il deficit. Quindi se in una recessione dovessimo ridurre la G avremmo una
recessione ancora più forte. Per questo il bilancio pubblico è uno stabilizzatore automatico
dell'economia.
In conclusione: il disavanzo e l'avanzo di bilancio in sé dice poco se non è confrontato col ciclo.
Vediamo un grafico che aiuta a capire bene l'effetto del ciclo. Sulle ascisse il livello del redditto e
sulle ordinate il bilancio pubblico. Se supponiamo che la retta delle ascisse sia il pareggio di
bilancio. Supponiamo di considerare la linea nera quella centrale → a livello di reddito naturale
siamo in pareggio, se il reddito aumenta il bilancio migliora invece se diminuisce il bilancio
peggiora quindi il deficit che si ha in A e l'avanzo che si ha in B sono dovuti semplicemente agli
effetti degli stabilizzatori automatici del reddito. Se potessimo ogni volta riportare i punti
eliminando gli effetti del ciclo ci ritroveremo nel pareggio. Se considero la curva di bilancio II o III
sto facendo delle politiche economiche. La II in C hanno fatto una stretta fiscale = diminuito la
spesa pubblica o aumentato la tassazione. La cosa opposta accade nella linea III in cui a livello di
pieno impiego siamo già in disavanzo, la politica è stata questa volta espansiva. L'avanzo che
abbiamo in D' è per effetto di questo. Se ci spostiamo a destra del reddito naturale l'inflazione
aumenta (il livello naturale è quello per cui l'inflazione né aumenta né diminuisce). Nel breve
abbiamo una politica espansiva o restrittiva, ma nel lungo torneremo ad una situazione di pareggio
di bilancio. Nel grafico dopo vediamo che subito abbiamo un avanzo rispetto al ciclo quindi siamo
con valori positivi, dopo invece andiamo sotto e quindi c'è deficit. Il punto è che se il deficit è
dovuto alla recessione non ci dobbiamo troppo preoccupare.
Discutiamo la proposizione di Barrow-Ricardo:
di cosa si tratta: quando lo stato fa un deficit quindi emette dei titoli, non moneta, titoli per ripagare
questo suo buco e i titoli vengono comprati dai cittadini, questi titoli che si trovano nei portafogli
dei cittadini sono ricchezza netta? Oppure i cittadini sanno che in futuro lo stato dovrà aumentare le
tasse per eliminare il disavanzo? E quindi in futuro i cittadini saranno più poveri, quella povertà in
futuro si compenserà coi titoli di oggi quindi quei titoli in tasca non sono una ricchezza netta.
Esempio: a parità di G, riduce le tasse per 1 miliardo e si finanzia coi titoli, allo stesso tempo c'è un
annuncio che l'anno prossimo aumenterà la tassazione per poter rimborsare questo debito. Se il caso
fosse questo la gente potrebbe fare due cose ma una è più importante. I cittadini aumentano il
risparmio di tanto quanto è necessario l'anno prossimo per pagare l'aumento di tassazione. Il
risparmio privato aumenta di tanto quanto diminuisce il risparmio pubblico → l'aumento di G o
meglio la riduzione di T non ha effetti sulla produzione.
Vediamo formalmente cosa accade con le formule: e tutto questo non l'ho scritto.
Quali critiche sono state mosse a questa proposizione?
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Il modello si basa su ipotesi molto specifiche → non mette le imposte: le imposte invece provocano
delle distorsioni nell'economia cioè la produzione può scendere o aumentare a seconda che metto
più o meno imposte (questa critica non troppo importante).
La cosa importante è che l'orizzonte temporale dei consumatori è uguale a quello del governo: se si
alta il deficit il peso del debito pubblico può ricadere su persone che non sono ancora nate. Il
governo non è una persona. Può essere che i cittadini di questa generazione non abbiamo intenzione
di risparmiare a favore delle generazioni future.
Inoltre il governo non annuncia certo quando emette dei titoli che aumenterà le tasse per ripagare
titoli e la gente non ci pensa.
Qual'è l'evidenza empirica? Si guarda un grafico con risparmio pubblico e risparmio privato e non si
vede una corrispondenza tra le due variabili.
Oltre alla legge finanziaria esiste il DPEF, che viene discusso sei mesi prima. Questo ha un
obiettivo più a lungo termine cioè dice la posizione del governo nel medio periodo e ogni giugno
viene fatta per i successivi 4 anni. La legge finanziaria contiene le cifre precise e viene rivista più
volte all'anno, ogni tanto esce il tesoretto → esce quando nella finanziaria si fanno previsioni
pessimistiche e quando si rivede il tutto si trova che ci sono dei soldi in più. Nel 2008 innovazione:
il nucleo della manovra finanziaria si sposta dalla LF alla manovra finanziaria, anticipata e discussa
in estate, quando si discute il DPEF. L'obiettivo del deficit: fabbisogno primario (G-T) + spesa per
interessi / PIL e finanzia il debito attraverso l'emissione di titoli di stato.
Per fare la LF si parte dal bilancio consuntivo che non è esatto perché è una previsione poi si fanno
le previsioni di crescita del PIL. Si vede che nei primi 6 mesi del 2005 il rapporto deficit pil= 5% da
qui si analizza l'andamento tendenziale (dovrebbe essere 4-4,5%) ma l'obiettivo concordato con
l'unione europea doveva essere il 4,3 % → si calcola il deficit senza la manovra e si vede qual'è la
differenza tra entrate e uscite e si trovano i mezzi per coprire questa differenza. Il nuovo rapporto si
calcola non lo so.
Nei due anni in cui il deficit scende è perché è un momento positivo per il ciclo come avevamo
visto ieri.
FINANZIAMENTO DEL DEFICIT:
può avvenire con titoli o con moneta. Iniziamo con finanziamento con titoli:
come avviene? Stato chiede prestiti ai cittadini su cui pagano interessi: emette titoli, ritira moneta e
questa moneta è spesa per finanziare il deficit.
La quantità di moneta rimane invariata, la cosa che aumenta sono i titoli pubblici nelle mani dei
cittadini cioè aumenta il debito pubblico. Attenzione: il deficit è un FLUSSO, il debito è uno
STOCK cioè man mano che lo stato immette titoli nuovi senza ritirare quelli vecchi questo stock
aumenta. Valore totale titoli emessi dalle AP e detenuti dai cittadini). Se il debito è finanziato solo
con titoli (e non con moneta) allora il deficit di un anno è pari alla variazione del debito dello stesso
anno. G-T+rBt-1. t-1 è lo stock alla fine del periodo t-1 o all'inizio del periodo t. il deficit andrebbe
scritto in termini reali quindi tenendo conto dell'inflazione. Facendo così il debito dal 82 al 92 è
raddoppiato invece che quadruplicato. Quadruplicato viene se è calcolato con valori nominali. Per
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
calcolarlo in valori nominali si calcola con G – T + iB. Però è giusto tener conto dei valori reali e
non nominali. Quale sarà la differenza tra reale e nominale? È il tasso di inflazione moltiplicato per
lo stock di moneta. Cioè uguale a tasso di inflazione*debito pubblico.
L’inflazione e il calcolo del disavanzo di bilancio
Le misure ufficiali del disavanzo di bilancio sono costruite (omettendo gli indici temporali) come la somma
degli interessi nominali, iB, più la spesa pubblica in beni e servizi, G, meno le imposte al netto dei
trasferimenti, T:
misura ufficiale del disavanzo = iB + G – T
Questa è una misura della variazione del debito nominale. Se è positiva, il governo sta spendendo più di
quanto incassa, e deve pertanto emettere nuovo debito. Se è negativa, il governo rimborsa parte del
debito esistente.
Ma questa misura non va bene per misurare la variazione del debito reale, cioè la variazione di quanto il
governo dovrà ripagare in termini di beni, anziché di moneta.
Per capirne la ragione, supponiamo che la misura ufficiale del disavanzo sia uguale a zero: il governo non
emette né rimborsa titoli del debito pubblico. Supponiamo che l’inflazione sia positiva e uguale al 10%. In
questo caso, alla fine dell’anno, il valore reale del debito sarà diminuito del 10%. Quindi, se definiamo –
come dovremmo – il disavanzo come la variazione del valore reale del debito, il governo di fatto registra
un avanzo di bilancio uguale al 10% del valore iniziale del debito.
In generale: se B è il debito e π l’inflazione, la misura ufficiale del disavanzo sovrastima la misura
corretta di un ammontare pari a πB. La misura corretta del disavanzo infatti è uguale a:
cioè al 10% del valore iniziale del debito.
In generale: se B è il debito e π l’inflazione, la misura ufficiale del disavanzo sovrastima la misura
corretta di un ammontare pari a πB. La misura corretta del disavanzo infatti è uguale a:
misura corretta del disavanzo = iB + G – T –πB = (i –π)B + G – T = rB + G – T
dove r = i –π è il tasso di interesse reale¹. La misura corretta del disavanzo è quindi uguale agli interessi
reali più la spesa pubblica meno le imposte al netto dei trasferimenti, cioè la misura che abbiamo usato
nel testo.
La differenza tra la misura ufficiale e quella corretta è uguale a πB. Questo significa che quanto maggiore
è il tasso di inflazione (π) o il livello del debito (B), tanto più imprecisa sarà la misura ufficiale del
disavanzo. Nei paesi in cui l’inflazione e il debito sono entrambi molto elevati, la misura ufficiale potrebbe
indicare un disavanzo molto grande, anche in presenza di un debito reale decrescente. Per questo motivo
dovremmo sempre tener conto dell’inflazione ogni qual volta deriviamo conclusioni sull’andamento della
politica fiscale.
La figura 1 mostra la misura ufficiale e la misura corretta per l’inflazione del disavanzo degli Stati Uniti
dal 1968. La misura ufficiale mostra un disavanzo in tutti gli anni dal 1970 al 1997. La misura corretta,
invece, mostra un’alternanza di avanzi e disavanzi fino alla fine degli anni Settanta. Tuttavia, entrambe le
misure mostrano il forte peggioramento avvenuto dopo il 1980, il miglioramento durante gli anni Novanta
e come è deteriorato ulteriormente a partire dal 2000.
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Appunti di Alessio Brunelli – facoltà di economia - Genova
Da oggi negli Stati Uniti, l’inflazione si aggira attorno al 2% all’anno, il rapporto debito/PIL pari a circa il
40% e la differenza tra le due misure è circa uguale a 2% per 40%, cioè a un valore di circa 0,8% del
PIL. In altre parole, un disavanzo ufficiale pari 2% del PIL corrisponde un deficit reale pari a (2%0,8%)=1,2% del Pil.
¹ Si noti che qui r è il tasso di interesse nominale meno l’inflazione effettiva: dovrebbe quindi essere chiamato «tasso
di interesse reale effettivo» per distinguerlo dal «tasso di interesse reale» che abbiamo definito nel capitolo 6 come il
tasso di interesse nominale meno l’inflazione attesa.
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