I NOTIZIE DALLA MARIAPOLI PERMANENTE REDAZIONE: LOPPIANO - 50064 INCISA VALDARNO (FI) - ANNO XI - N, 2 MARZO - APRILE 1988 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE GRUPPO IV - BIMESTRALE (70%) Ogni dolore ha acquistato un significato Maria dà anche all'uomo d'oggi una nuova spiegazio­ ne del dolore, problema al quale spesso non si sa dare una risposta. Che significato ha per Maria la sofferenza? Quale il modo migliore per affrontarla? Vi proponiamo, come già nel primo numero di quest'anno, un altro brano del discorso fatto da Chiara Lubich a Roma, in S. Maria Maggiore, il 30 novembre '87, sull'influsso spirituale di Maria sull'uomo d'oggi. O ggi nel mondo - fatta eccezione per una parte minoritaria che è credente, o anche praticante, e soprattutto per un'élite costituita da persone Madonna Ave Cerquetti impegnate nella loro vita cristiana - il dolore è visto con paura, perchè non si capisce e si tende quindi a non considerarlo. Anche lo spettacolo, la TV, la pubblicità, tendono a presentare un'immagine di donato?" Il Figlio di Dio ebbe in quel terribile momento l'impressione che il Padre, che era uno con Lui, lo ab­ bandonasse. E lo strazio che provò nel suo intimo fu benessere e di sicurezza. Soprattutto la morte si vuo­ talmente abissale che non si può spiegare; sperimen­ le ignorare come una realtà inesistente, rivolgendo tava nel suo cuore divino quella separazione da Dio con cura la propria attenzione a tutto ciò che si può che l'uomo s'era procurato col peccato, con tutte le avere al di qua di essa. Tutto ciò che fa patire è visto sue conseguenze. La sua anima era immersa nel buio solo come disgrazia. più nero, nel dubbio più atroce, nell'assenza compie­ Invece il mistero del dolore ha un altro significato. ta di pace. Avvertiva tutto il peso dei nostri peccati Chi ne ha dato una spiegazione con le parole, con la che s'era addossato. Ma nonostante tutto, egli si riab­ propria vita, è stato Gesù. Egli ha sofferto ed è morto. bandonava al Padre con totale fiducia "Padre - disse ­ Certamente il tutto è stato causato dal male, da uomi­ nelle tue mani consegno il mio spirito". ni che lo hanno condannato, flagellato e crocifisso. Maria, polarizzando la nostra attenzione su Gesù Ma egli ha visto sempre nel suo patire, nella sua mor­ crocifisso e abbandonato, vuole aiutare anche noi a te, un altro motivo più profondo. Egli soffriva e moriva trovare ia forza per superare ogni difficoltà. Seppure il per salvare gli uomini. Era quello il prezzo per riunirli a nostro cuore soffrirà per una qualche mancanza di Dio, dato che si erano staccati col peccato, e per riu­ pace, di tranquillità, di sicurezza, ricorderemo quella nirli fra di loro. sofferenza di Gesù. Se avvertiremo l'aridità, il buio, la E dall'ora in cui Gesù è stato in croce, anche il do,­ lore dell'uomo, ogni dolore, ha acquistato un signifi.. confUSione dentro di noi, o se ci attanaglierà il dubbio cato analogo al suo. L'uomo soffre certamente per un andando in fondo ai nostri cuori, gli diremo che vo­ o la pesantezza dei nostri peccati, penseremo a Lui e fattore negativo, come un incidente, o una malattia, o gliamo fare come Lui, accettare il dolore, dirGli il no­ una disavventura. Ma Dio, che è amore anche per lui stro 'sì'. come è stato per Gesù, dà un altro motivo al suo pati­ Se così faremo e continueremo poì a vivere la no­ re. Con esso, l'uomo dà un contributo alla propria sal­ stra vita cristiana, sperimenteremo fra il resto, come vezza, alla propria santificazione e concorre a quella per miracolo, che quando lo si abbraccia il dolore, dei suoi fratelli. (...) Oggi, attraverso il Movimento dei focolari, la specie se spirituale, si tramuta per una divina alchimia in amore. Madonna ci ha additato un dolore particolare di Gesù, E con la sofferenza ben portata crescerà in noi quello supremo, quando nel culmine della sua soffe­ l'unione con Dio e aiuteremo gli altri a trovarla o a rin­ renza gridò: "Dio mio, Dio mio, perchè mi hai abban- saldarla. Il editoriale Prima di tutto cristiani bia interrotto gli studi per avere a che Dopo i soliti convenevoli mi dice che è fare con stoviglie, frullatori, pentole e valsa la pena aver lasciato la patria, la fornelli a gas. famiglia e la parrocchia per venire qui. "Per me questo lavoro in cucina - "Desideravo tanto - egli dice - spe­ mi risponde - è stato e continua ad es­ rimentare concretamente cosa vuoi di­ sere una vera avventura. Abituato a re· essere comunità viva, essere chie- passare tutto il mio tempo sui libri, . sa, in una convivenza fraterna tra sa­ dapprima ho avuto un po' di paura nel cerdoti ed ho trovato una libertà che trovarmi tra patate, cipolle e pezzi di prima non avevo. Ora spero di portare carne. Poi col passare dei giorni que­ Fare il prete oggi non sempre è faci­ questo stile di vita anche tra i miei col­ sto servizio alla comunità mi ha aiutato le: tutti viviamo immersi in una socie­ leghi, nella mia diocesi». a uscire dalla dimensione astratta della tà ormai largamente secolarizzata Anche Petri, sacerdote tedesco, è vita éd acquistarne una più concreta. A che spesso non riconosce più al sa­ convinto che l'amore fraterno tra preti volte mi vengono in testa tante idee, cerdote il ruolo di guida spirituale, è l'unica testimonianza che la sua gen­ forse anche buone, ma se non le metto che lo caratterizzava nei tempi pas­ te si aspetta dal clero. "Un amore - ci da parte per organizzare bene il pran­ sati. tiene ad affermarlo - che sia concreto, zo, gli altri non saprebbero proprio co­ Non è più l'epoca in cui si cercano i che si manifesti nei rapporti quotidiani sa farsene. In cucina ho scoperto che maestri - si dice - oggi sono ascol­ in parrocchia e nel presbiterio dioce­ bisogna camminare sempre con le due tati e accolti i testimoni. È l'ora del sano come in qualsiasi altro ambiente gambe: quella della competenza per dialogo - si dice pure - cioè dello di lavoro. Qui cerchiamo di imparare cucinare bene e quella dell'amore per scambio di idee, di valori, di espe­ proprio questo, perchè nessuno di noi coinvolgere i collaboratori in un lavoro rienze di vita, nel rispetto e nella sti­ sceglie gli amici con cui convivere o il gioioso e gratificante. La vita così, ma reciproca; cosicchè dallo scam­ bio ci si ritrovi arricchiti a vicenda. Il sacerdote, dunque, ha davvero po­ co da dire all'uomo d'oggi? Tutt'altro, Una scuola internazionale per sacerdoti ci sembra. Egli che, per rispondere ad lo» è costantemente teso all'evange­ lizzazione, non può non essere, oggi più che mai, uomo del dialogo. E, pro­ prio per essere annunciatore effica­ ce del Vangelo, non può non esserne prima di tutto un testimone col viver­ lo, momento per momento, nei suoi orizzonti quotidiani. I sacerdoti della Scuola sacerdotale al "Vivaio" hanno imbroccato decisa­ mente questa via: in una cittadella ti­ picamente laica, si sono messi alla scuola del Vangelo, cristiani tra i cri­ stiani, e ne è nata una convivenza tra preti nuova e, a sentir loro, anche molto proficua. Certo è che l'espe­ rienza fatta qui non resta senza frut­ to. Tornati nelle loro diocesi, nei se­ minari, nelle facoltà teologiche, por­ teranno in quegli ambienti la carica di vita acquistata, per costruire anche lì comunità vive e unite, «affinchè il mondo creda». • M i trovo a Loppiano, nel salone bandono, oggi è quasi tutto riportato San Benedetto, gremito di tanti alla sua bellezza originale. visitatori che di domenica arri­ vano da ogni parte d'Italia e d'Europa. Ma come funziona questa scuola? Sono andato a visitarla di persona. jugoslavo. Si chiama Joze ed è vice­ giorno una novità e il cuore si dilata per il lavoro che la comunità gli chiede e lo capire il cinese, il belga, l'italiano, ed· fa 'in unità'. Questa era una cosa nuova ognuno impara qualcosa dall'altro». ma accogli l'altro, lo ascolti, poi dici an­ che il tuo pensiero senza imporlo, infi­ ne si decide insieme cosa fare e come farlo. Una volta pensavo che perdere le Prima cristiani, poi preti. parroco nella sua terra. "Ho scoperto­ egli dice- che il modo più convincente . per parlare di Dio agli uomini d'oggi è testimoniare che noi sacerdoti ci vo­ gliamo bene come fratelli». Sono colpi­ to non tanto dalle sue parole, quanto dalla sincerità con cui le ha pronunzia­ te ed ho cercato di avvicinarlo per por­ gli qualche domanda. Vengo a sapere che egli sta passando un periodo di sei mesi alla "Scuola sacerdotale" di Lop­ piano, nel cuore di Incisa Valdarno sul­ le rive del fiume Arno, in un antico e ar­ tistico convento che tre anni fa i padri francescani hanno messo a disposi­ zione, del Movimento dei focolari per la formazione dei sacerdoti alla spirituali­ tà dell'unità. Quando vi giunsero i primi preti lo stabile era in uno stato di ab- Qui convivono sacerdoti e studenti di teologia di una varietà interessante: cappellani e parroci, professori univer­ rali ed assistenti di movimenti e gruppi ecclesiali, tutti provenienti da 20 nazio­ ni differenti dei cinque continenti. Diversamente da quanto mi sarei aspettato li trovo tutti impegnati nei la­ vori più umili: chi in lavanderia, chi in cucina, chi a dipingere porte o pareti, chi in falegnameria e chi fa da murato­ re, da elettricista o da giardiniere. "Noi sacerdoti - mi spiega don Sil­ vano Albisetti, già vicario generale di Lugano in Svizzera - siamo cresciuti in uno stile di vita abbastanza individuali­ sta. E questo oggi non funziona più. ne aiutati dalla spiritualità del Movi­ C'è posto anche per un monaco buddista Stiamo avviandoci verso l'uscita quando incontriamo un giovane tren­ tenne avvolto in un mantello arancione. Penso che sia un ospite un po' origina­ le, ma l'accompagnatore mi spiega che è uno della scuola: un monaco buddi­ sta dello Sri Lanka, un pittore e sculto­ re di fama che ha scelto questo luogo per studiare arte cristiana. Una sua 'personale' nel chiostro di Santa Croce a Firenze nel maggio scorso ha attirato un numero considerevole di visitatori e l'interesse anche del terzo canale della TV. Tanti hanno ammirato le sue opere d'arte, ma anche il suo rapporto con i sacerdoti della scuola, dove egli convi­ ve ormai da un anno e mezzo. Pur riservato e modesto, Uttaranan­ da - questo è il suo nome - mi rac­ conta che quando doveva venire qui era un po' perplesso, avendo un certo concetto del cristianesimo, ma l'acco­ glienza fraterna che ha trovato e che gli ha permesso di poter continuare a vi­ vere la sua vita religiosa, lo ha fatto tro­ Senza barriere vare a suo agio. Oltre alla stanza da Iet­ La presenza di giovani studenti di to e ad un atelier per il suo lavoro, ne ha teologia tra sacerdoti di una certa età avuta un'altra per pregare con in mez­ potrebbe creare non poche difficoltà, zo una bella statua di Budda. Ha potuto ma ROdger, un giovane bavarese che così celebrare con l'aiuto degli altri il sta lavorando nell'orto adiacente alla 'vesàk': la nascita, l'illuminazione e la cucina con un "sombrero" in testa che morte di Budda. Ha cominciato allora a lo difende dal sole, ci spiega: "Le diffe­ condividere la sua vita con gli altri e, renze tra gli anziani e noi ci sono, ma vedendo sacerdoti e seminaristi pronti cerchiamo di capirci perchè mettiamo ad amare fino in fondo senza aspettar­ convivenza si ricompense, ha scoperto qualcosa l'amore fraterno: io mi sento accettato di profondo e di nuovo nel cristianesi­ da loro e loro da me. Vedendo persone mo. alla sitari e rettori di seminario, vicari gene­ base della nostra mature che ricoprono cariche impor­ Dopo un momento di riflessione tanti nella chiesa e che lasciano tutto continua: "II tempo passato qui è stato per venire qui ad imparare con noi a vi­ un periodo di piena soddisfazione nel­ vere 'in presbiterio', mi fa sempre un la mia vita. Mi ha dato luce e speran­ grande bene e mi ha rafforzato la voca­ za. Ho potuto conoscere tante persone zione al sacerdozio. Essi ripetono con e capire molte cose del cristianesimo e la loro vita che prima bisogna essere della figura di Gesù. Quando tornerò cristiani, sapersi rapportare con ogni nel mio paese potrò dire a tutti che c'è uomo come Gesù, e solo poi si può es­ un cristianesimo diverso da quello che sere veramente preti». abbiamo conosciuto durante il periodo proprie idee significasse perdere la Nella conversazione interviene an­ coloniale. Forse allora mancava qual­ propria personalità, ora mi accorgo che Jesus, venezuelano che ha con­ cosa. Qui ho visto il vero cristianesimo. che sto acquistando la mia vera identi­ cluso da poco gli studi di teologia e Penso che questa nostra convivenza è tà in una libertà anche interiore» . che nella sua terra è molto impegnato l'inizio di un cammino verso l'unità. Certamente ci sono differenze tra le Continuando il nostro giro capitia­ nel sociale: "Tutte le barriere cadono mo in cucina. Appena entrato devo fer­ tra gli uomini quando c'è la mutua nostre religioni, ma esse non devono comprensione. lo pensavo che gli eu­ costituire una barriera tale da non po­ In un periodo che può durare da al­ marmi un momento perchè i miei oc­ chiali si appannano col vapore che ropei con la loro teologia speculativa ter vivere e lavorare insieme. Uniti pos­ cuni mesi ad un anno, essi mettono un fuoriesce dalle pentole, poi scorgo vivessero un po' tra le nuvole e qui nel­ siamo risolvere meglio i gravi problemi Wang, un prete cinese ultrasessanten­ la convivenza fraterna con questi amici di questo nostro mondo. E l'unità tra mento dei focolari che è essenzial­ mente comunitaria». po' da parte l'affanno dei lavori pasto­ rali per fare un'esperienza diversa.. Così parlando iniziamo la visita di WIiiiol ..",.. -= ;.;.;.;;. ..n;.;.... qualsiasi cosa tu faccia, diventa ogni Questa volta attira la mia attenzione la testimonianza di un giovane sacerdote Siamo qui per rifare la nostra formazio­ Nelle tre foto: Lavoro, rapporti,... tutto concorre a far del Vivaio un'originale scuola di vita. lavoro che più gli è congeniale, ma cia­ scuno accetta il fratello che gli è dato e per me e mi ha aiutato tantissimo. Pri­ un preciso invito di Gesù: «Andate per tutto il mondo, predicate il Vange­ 2 ra l'armonia e l'ordine dell'ambiente. ne che sta lavando l'insalata e Walter, d'Europa e di altri continenti mi son do­ noi è certamente un grande passo ver­ un giovane sacerdote belga, assisten­ vuto ricredere. Tra noi abbiamo parlato so la pace nel mondo». questo originale convento. Inoltrando­ te universitario, che rimescola i cavol­ con serenità su come si fa teologia in ci lunghi corridoi, incontriamo fiori in una grossa caldaia e infine Fa­ America Latina e su come la si fa in Eu­ Hugh, un irlandese sacerdote da sei bio, brasiliano, studente di teologia, ropa ed abbiamo scoperto che abbia­ anni, con una barba lunga e rossiccia, che è il responsabile del gruppo. mo tante cose da imparare gli uni dagli nei con in mano un aspirapolvere: ègli cu- Chiedo a quest'ultimo come mai ab- Congedandomi penso che qualcosa di nuovo si sta muovendo nel mondo. Giov�mni Arino altri». 5 Esperienze ALCUNI CENTRI DEL MOV IMENTO DEI FOCOLARI IN ITALIA Una grande ricchezza ANCONA Via Fazioli. 10 - tI. (071)201401 - F.F. Via Tagliamento 19. t f (071) 32285 - F.M. Il luminoso sole e la calda brezza del mare forse contribuiscono all'apertura e alla straordinaria semplicità delle persone del nord-est brasiliano. Ma sotto questo caldo umido crescono, nella periferia delle grandi città le "favelas", quartieri poverissimi fatti soprattutto di baracche, dove spesso manca tutto. Proprio in una di queste fa­ velas è nata Maria Leoni/de - Leò, come l'hanno sempre chiamata in casa - prota­ gonista di questa esperienza. AREZZO Via Malpighi 54. tf. (0575) 380220 - F.F. BARI Via Bottalico 44. tf. (080) 221982 - F.F. Via Melo 15/3. tf. (080) 212493 - F.M. BOLOGNA Via Baracca 2, tf. (051) 388551 - F.F. Via San Donato 156, tf. (051) 503493 - F.M. BRESCIA Via Diaz 9. tf. (030) 291011 - F. F. Via L. Gambara 3, tf. (030) 290005 - F.M. CAGLIARI Via dei Visconti, 52 - tf. (070)496894 F.F. - Via Fracastoro 12. tf. (070) 308363 - F.M. " a nostra non era povertà, ma L miseria. Quando avevo cinque CATANIA V ia C icc ag lione 9, tf. (095) 436235 - F.F. Via Mineo 11. tI. (095) 441292 - F.M. anni il papà se n'è andato via FIRENZE Via V. Emanuele, 213 - (055)499684 - F.F. di casa. La mamma, per andare a cer­ Via Cino da Pistoia 13. tI. (055) 588560 - F.M. Centro I nternazionale Studenti "G. La Pira" Via de' Pescioni 3. tf. (055) 219749 - F.M. car lavoro, doveva lasciare me e le mie sorelline con una zia anziana. Non ave­ FOGGIA Via Ruggero Bonghi 22. tf. (0881) 47254 - F.F. Via Molfetta 42. tI. (0881) 87339 - F.M. vamo quasi niente da mangiare e, forse proprio per le estreme condizioni in cui GENOVA Corso A rm ellini, 10/4, tf. (010) 877935 - F.F. Via al Campo di S. Chiara 16/A, tf. (010) 383431 - F.M. si viveva, poco tempo dopo è morta la sorellina più piccola. GROTTAFERRATA Via Quattrucci 156. tf. (06) 9465326 - F.M. Incominciando ad andare a scuola mi sono resa conto della differenza MARINO C.so Vittoria Colonna 78 - Pal. A in!. 11 tI. (06) 9385417 - F.F. che c'era tra me e le mie compagne: lo­ ro avevano l'uniforme scolastica, il ma­ MILANO Via Faruffini 16. tf. (02) 4984375 - F.F. Via Pastorelli 19. tf. (02) 8358267 - F.M. teriale necessario e perSino la meren­ da. lo no. Col tempo è andato crescen­ MONTEVARCHI (AR) Via Fonte Moschetta 54, tI. (055) 984601 do sempre più in me il senso di inferio­ NAPOLI Via B. Caracciolo 34, tf. (081) 347178 Salita S. Antonio ai Monti 13/10, tI. (081) 342078 F.M. rità, per cui cercavo di imitare le altre nel modo di vestire, nel leggere certe riviste, nel divertirmi scambiando la Via Palladio 26, tf. (049) 618477 - F.F. Via Ss. Trinità 1, tf. (049)600382 - F.M. nuavo ad andare a Messa la domenica, a frequentare la parrocchia, certamen­ fatto ad uno di questi miei fratelli più pic­ te Dio c'entrava poco con la mia vita. Mi coli, l'avete fatto a me» (Mt. 25,40), speri­ accorgevo di non essere coerente, ma mentavo una gioia immensa. mi ero stancata di sentir parlare di Poi ho voluto unirmi ad altri del Mo­ amore. Quale amore se attorno a me vimento per portare il nostro aiuto in vedevo solo sfruttamento? Ero ormai una delle favelas più povere della città. certa che non ci sarebbe stato un futu­ E, scopando la terra battuta che faceva da pavimento di una baracca, o pulen­ Un giorno ho partecipato ad un in­ do i barattoli usati come pentole, o cer­ contro del Movimento dei focolari. Su­ cando acqua per lavare i bambini, mi bito ho avvertito che c'era qualcosa di sentivo la persona più ricca del mondo. diverso tra quelle persone; il loro sor­ Lì ho scoperto che non eravamo tanto riso mi sembrava sincero. Mi ha im­ noi a' dare, ma che piuttosto riceveva­ pressionato come tra loro non ci fosse­ mo. Sapevo che tornando a casa non ro differenze. Non sapevo distinguere, avrei trovato gran che da mangiare; ero infatti, chi era povero o ricco, chi me­ povera come loro, ma avevo una gran­ dico o operaio. Inoltre mi sono subito de ricchezza: potevo ",mare. sentita amata senza che mi chiedesse­ Con le gen, le giovani del Movimen­ ro niente in cambio e mi trattavano co­ to, mettevamo in comune i nostri beni. me se fossi importante, uguale a tutti lo spesso non avevo niente da dare, gli altri. Questo loro amore mi ha fatto ma potevo dire quali erano le necessità scoprire Dio, Dio come Padre, che mi mie e delle mie sorelle. E quante volte amava e provvedeva a tutto, così ho sono arrivati per noi vestiti e i più belli, voluto anch'io corrispondere al suo c il denaro per pagare l'autobus, o i li­ amore mettendomi ad amare. bri. Capivo sempre meglio quelle paro­ Ho incominciato a casa, con la le di Gesù: "Non vi affannate per la vo­ mamma, cercando di esserle vicina, di stra vita, di quel che mangerete o di aiutarla nelle faccende; non potevo più quel che berrete; né per il vostro cor­ trattaìis. come prima, ora volevo rispetta­ po, di che vestirete... il Padre vostro ce­ re la sua digì1!tà. Quando riuscivo a vive­ leste sa che abbisognate di tutte que­ re quello che Gesù dice: "Quanto avete ste cose» (Mt. 6,25-32). 6 F.F. - PADOVA notte per il giorno... Anche se conti­ ro per me. F.M. - PALERMO Via Rapisardi 60, tf. (091) 266585 - F.F. Via Sammartino 22. tf. (091) 331730 - F M . . PARMA Via Pergolesi 2, ti. (0521) 47269 - F.F. Via Stalingrado 8, ti. (0521) 45551 - F.M. PERUGIA Via Sacchetti 23, tf. (075)34087 - F.F. Via Bonciario 8 - 1 - tf. (075)62094 - F.M. PESCARA Via S. Eufemia Maiella 8, tf. (085) 381280 - F.F. Via Milite Ignoto 24/9, tf. (085) 31787 - F.M. REGGIO CALABRIA Via Emilio èuzzocrea 16, tf. (0965)27587 - F.F. Via Annunziata 13. tf. (0965) 97167 - F.M. ROMA Via Marcello Il 26/10 - 4' ti. (06) 6383194 - F.F. Via V. Mazzola F 20-Sc. A. - tf. (06) 5030075 - F.F. V ia M. Dionigi 16/8, tf. (06) 3619574 F.M. - TORINO P.za Peyron 7, ti. (011) 7497793 - F.F. Via R. Sineo 12/8. ti. (011) 837440 - F. M . TRENTO Via Vicenza 10, tf. (0461) 933567 F.F. Via Grazioli 4317, tf. (0461) 23827 F.M. - - TREVISO Viale Repubblica 1 03/E, tf. (0422) 430049 Via Cervellini 1/A, tf. (0422) 540272 F.M. - F.F. - TRIESTE Via Matteotti 39, tf. (040) 390104 - F.F. Via A. Madonizza 6, tf. (040) 744151 F.M. - LOPPIANO - ufficio recezione tel. (055) 8335169 feriali ore 15,30 - 18,30 F.F. - Focolare Femminile F.M. - Focolare Maschile Direzione, Amministrazione, �edazione in LOPPIANO - ti. (055) 8335094-8335169 50064 INCISA VALDARNO (FI) direttore responsabile Guglielmo Boselli Aut. Trib. Firenze n. 2622 del 9.12.1977 c.c.p. n. 21038500 intestato a Loppiano - Incisa Valdarno Recezione della Mariapoli - tf. (055) 8335169 Stampa Baldesi - Firenze Flash Un momento di "Mille strade di luce", l'attuale opera classic-rock del Gen Verde. Un susseguirsi di quadri che scorre lungo il filo conduttore di una giornata dell'umanità contemporanea. GEN VERDE: "bilancio '87" « Le vele di mille aquiloni, da tempo piegate in soffitta, han voglia di prendere il volo.» Così finisce la poesia che G. ha dedicato al Gen Verde; li ha scritti di notte questi versi, dopo aver visto "Mille strade di luce", quando non riusciva a prendere sonno perché il cuore traboccava di gioia. ... La metafora può esprimere, in un certo senso, ciò che ha suscitato in tanti l'im­ patto con l'esperienza-spettacolo del . Gen Verde. Sfogliando infatti le lettere che quotidia­ namente arrivano al complesso o le im­ pressioni scritte "a caldo" dalla gente pri- Parole di vita 1988 (da gennaio a dicembre) Gennaio «L'amore perfetto scaccia il timore» (1 Gv 4, 18) Febbraio «Quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto» (Mt 6, 6) ma di lasciare il teatro, si trova subito un comune denominatore: una ritrovata spe­ ranza e voglia di vivere, la scoperta di non essere soli, fiducia negli altri, certezza di poter ricominciare. Scrive uno studente: «Avete risvegliato in me il désiderio di vi­ vere, di aiutare gli altri, mi avete dato la forza di cominciare una nuova vita». E una impiegata: «Lo spettacolo era un invito a riflettere sulla quotidianità, a ricercare dentro di noi quella parte migliore che a volte rimane nascosta o soffocata da pro­ blemi o avversità; ha suscitato in me amo­ re e voglia di gioire». E anfora, un giorna­ lista di altra ideologia: «E un lirico mes­ saggio di fede, ma può parlare anche ad un laico». Ognuno si é sentito interpellato da que­ sto antico e sempre nuovo messaggio del Vangelo proposto dal Gen Verde, un Van­ gelo calato nei mille avvenimenti di ogni giorno; e ognuno ne ha tirato le conse­ guenze per la sua vita, come quella signo­ ra separata dal marito che, dopo anni, ha fatto il primo passo per riconciliarsi con lui, ricomponendo la famiglia. E potremmo continuare... Sono migliaia (70. 000 per la precisione) le persone che il Gen Verde ha incontrato nel 1987. Un anno che ha al suo attivo 53 spettacoli in Francia, Olanda, Svizzera e Italia. Oltre ai numerosi incontri con la gente in varie cit­ tà, i workshops con i giovani, una nuova MC "È bello lodarti". Fra gli spettacoli, si differenziano dagli altri per il contesto quello di Montecatini, inserito nel pro­ gramma del Convegno dei Centri di aiuto alla vita; e lo spettacolo del 27 novembre a Bologna per la serata inaugurale del Convegno del CEFA su cooperazione e sviluppo, che ha visto la presenza di stu­ diosi, diplomatici e universitari prove­ nienti dall'Europa e dall'Africa. Un anno vario e intensOI dunque! Ma nel bilancio '87 per il Gen Verde ciò che più "pesa" sono quei rapporti costruiti città per città, con ogni tipo di persone: giova­ ni, mamme, bambini, operai, persone ma­ gari di altre religioni o opinioni. Un dialo­ go che continua tuttora e accresce in tutti una certezza: l'unità non é un'utopia! Marzo «In verita, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rima­ ne solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12, 24) Aprile «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra di Dio» (Col 3, 1) Maggio «Non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità» (1 Gv 3, 18) Giugno «Egli è morto per tutti, perchè quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2 Cor 5, 15) Luglio «Quando sono debole, è allora che sono forte» (2 Cor 12, 10) Agosto «Siate benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonanduìli a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo» (Et 4, 32) Settembre «Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere?» (Gc 2, 14) Ottobre «Non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia compatire le nostre infer­ mità, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa, a somiglianza di noi, esclu­ so il peccato» (Eb 4, 15) Novembre «II cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mc 13, 31) Dicembre Per l'unità Anche quest'anno la settimana dal 18 al 25 gennaio - settimana dedicata alla pre­ ghiera per l'unità dei cristiani - é stata particolarmente importante per la Maria­ poli di Loppiano. La settimana di preghiera per l'unità é in­ fatti una ricorrenza sempre molto sentita dagli abitanti della cittadella che annove­ ra, sia fra i suoi membri che fra i visitatori, numerosi appartenenti ad altre denomi­ nazioni cristiane. In tutti é forte l'ansia per l'ecumenismo, che é uno degli scopi del Movimento dei, focolari che, impegnato su questo fronte ormai da oltre un venten­ nio, sta portando avanti in diversi paesi iniziative particolarmente importanti, quali cittadelle ecumeniche, scuole ecu­ meniche, ecc. Anche quest'anno, perciò, si sono tenute tre serate dove, oltre a pregare tutti uniti perché si realizzi quell'unità che Gesù ha chiesto al Padre prima di morire, attraver­ so alcune conversazioni si é cercato di avere una conoscenza più approfondita dell'ecumenismo. È in preparazione la biografia di Lionello Bonfanti, uno dei primi costruttori della mariapoli di Loppiano, scomparso un anno fa. «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia al­ trettanto» (Le 3, 11) 3 I ar a I marzo 1988 "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se in­ vece muore, produce molto frutto"· "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce (Gv 12,24) alla fine, l'impressione di essere abbandonato an­ che dal Padre. molto frutto" . "Se il chicco di grano caduto in terra non Ci troviamo a Gerusalemme nell'ultima setti­ mana dell'attività pubblica di Gesù, quindi alla �i­ muore, rimane solo; se, invece muore, produce molto frutto". gilia della sua passione e morte. Come al solito, egli è circondato dalla folla. Ci sono anche dei Ma ciò che colpisce maggiormente in queste greci: si tratta di stranieri di cultura greca simpa­ parole di Gesù è il suo modo di vedere le cose. Per tizzanti del giudaismo, che si trovano a Gerusa­ lui la morte prelude alla vita, la perdita al guada­ lemme per le feste pasquali. Essi chiedono di po­ gno. E ciò è chiaro anche nella Parola di vita che ter vedere Gesù. La loro non è una vana curiosità, stiamo commentando. Pur prevedendo chiara­ ma è il desiderio sincero di conoscerlo e di sapere mente ciò che lo attendeva, vede già i frutti, che come fare per diventare suoi discepoli. sarebbero scaturiti dal suo annientamento: la sua La risposta di Gesù a prima vista è sconcer­ risurrezione, il dono dello Spirito Santo che egli ci tante. Sembra non tener conto della loro doman- avrebbe ottenuto, le meraviglie della grazia che . da. Ma, se guardiamo bene, vi risponde invece in sarebbero state operate nei cuori, la gloria che pieno. Egli dice di essere come un chicco di gra­ sarebbe derivata al Padre per il ritorno di tanti figli no, che è contento di morire per portare frutto. lontani. Con queste parole rivela l'aspetto più intimo della sua persona ed il senso della sua missione. Nello "Se il chicco di grano caduto in terra non stesso tempo indica anche la strada per diventare muore, rimane solo; se invece muore, produce suoi discepoli. molto frutto". Come vivere allora, secondo questa Parola, "Se il chicco di grano caduto in terra non durante il prossimo mese? Dobbiamo sforzarci di muore, rimane solo; se invece muore, produce morire a noi stessi, mettendo in pratica i coman­ molto frutto". damenti di Dio, e porteremo molto frutto. Ma soprattutto dobbiamo metterci in animo di Queste parole ci dicono che Gesù sapeva affrontare, nel modo più giusto, le prove che po­ molto bene quello che lo attendeva. L'immagine tranno sopravvenire: essere certi che le difficoltà del chicco di grano, che, cadendo in terra, vien,) e le sofferenze non sono mai fine a se stesse. Die­ macerato dagli umori del suolo, fino a perdere la tro di esse si nasconde il disegno del Padre, che è possibilità di una sua identificazione, esprime sempre un disegno d'amore. Per cui la tenebra ha molto bene quell'annientamento totale, a cui egli come sbocco la pienezza della luce; l'annienta­ sarebbe andato incontro nella sua passione im­ mento e la morte hanno come fine la risurrezione minente. e la pienezza della vita. Questo annientamento, più ancora che di do­ Sì, se, assieme a Gesù, sapremo accettare be­ lori fisici come le percosse, i flagelli, la crocifissio­ ne le prove, anche noi vedremo scaturire da esse ne, sarebbe stato fatto di dolori spirituali profon­ frutti incalcolabili per noi e per i nostri fratelli. dissimi: defezioni, tradimenti, sconforto, ango­ scia, senso di fallimento della sua missione e poi, 4 Chiara lubich