Non temere, quel che è nato in lui viene dallo

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Letture Liturgiche Anno A
Biblioteca Diocesana Cuneo
18 dicembre 2016
IV Domenica di Avvento
“Non temere, quel che è nato in lui viene dallo Spirito Santo”
Nel contesto attuale dove la cultura sta
facendo crescere l’idea che la nascita da
un padre ed una madre è cosa superata
(presto ci penseranno i programmi
informatici a produrre vita da provette),
diventa buona notizia l’annuncio che
quello che è generato nel grembo di una
donna non è solo carne, ma viene dallo
Spirito. Ovviamente gli sbandieratori delle
nuove frontiere del gender sono contenti
di riconoscere che è proprio dallo spirito,
cioè dalle scelte di ognuno, stabilire chi e
come ognuno decide di essere; non
dipende più da coloro dai quali si nasce
(retaggio di medievali caste sociali), né da
Nazaret, Chiesa di s. Giuseppe, nella cripta sottostante un piccolo dipinto
raffigura s. Giuseppe con Gesù fanciullo
come è formato il nostro corpo (maschio o
femmina, colore, forza, aspetto fisico …),
ma finalmente è solo lo spirito di ognuno
unico arbitro di se stesso.
Giuseppe aveva davanti a sé il retaggio pesante della cultura religiosa-legalistica, in base alla quale avrebbe
dovuto denunciare la sua promessa sposa di una gravidanza al di fuori della legge, con la conseguenza di
doverla lapidare, scagliando egli stesso la prima pietra! E questo è proprio uno degli esempi classici della
mancanza di libertà, uno dei cavalli di battaglia delle attuali campagne di liberazione da ogni pregiudizio
bigotto o di legalismo disumano!
Giuseppe, come già aveva fatto Maria, accetta di fidarsi che la vita del figlio che Maria ha concepito nel
grembo sia dono dello Spirito; ovviamente non del suo spirito, cioè dei suoi sospetti sul tradimento di
Maria, o di calcoli delle incognite a cui poteva esporsi! Riconosce la vita appena concepita come dono
secondo antiche promesse, raccolte da secoli nelle sacre Scritture (altro elemento inaudito per le nuove
lobby libertarie, contro i condizionamenti oscurantisti delle tradizioni religiose). E Giuseppe supera le sue
paure e si fida del sogno in cui gli si annuncia il dono e la responsabilità di collaborare ad una vita che
condizionerà la sua, ma che darà senso a molti che rinnoveranno, come lui, il segno più semplice e
vivificante: “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa”.
Colletta: O Dio, Padre buono, tu hai rilevato la gratuità e la potenza del tuo amore, - il Padre
buono si qualifica per la gratuità e la forza del suo amore che fa fiorire la vita da cose piccole e umili;
scegliendo il grembo purissimo della Vergine Maria per rivestire di carne mortale il Verbo della
vita: - così ci ha donato il suo Figlio, verbo di vita, cioè progetto di amore per tutta l’umanità, attraverso
la via ordinaria della nascita di ogni mortale;
concedi anche a noi di accoglierlo e generarlo nello spirito con l'ascolto della tua parola,
nell'obbedienza della fede. – rendendoci capaci di assimilare e donare lo stesso amore del Figlio
attraverso l’ascolto della sua Parola e l’obbedienza fiduciosa a lui.
Is 7, 10-14 Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio.
In quei giorni, il Signore parlò ad Acaz: «Chiedi per te un segno dal Signore, tuo Dio, dal profondo degli
inferi oppure dall’alto». Ma Àcaz rispose: «Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore». Allora Isaìa
disse: «Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta stancare gli uomini, perché ora vogliate stancare anche il
mio Dio? Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che
chiamerà Emmanuele».
Letture Liturgiche Anno A
Biblioteca Diocesana Cuneo
“Nato da Davide secondo la carne, Figlio di Dio secondo lo Spirito Santo”
Rm 1, 1-7
1
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio che egli aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture 3e che riguarda il
Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne, 4costituito Figlio di Dio con potenza,
secondo lo Spirito di santità, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore;
5
per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della
fede in tutte le genti, a gloria del suo nome, 6e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù
Cristo -, 7a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace
da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
2
L’inizio della lettera di Paolo ai Romani contiene già in sintesi il Vangelo di Dio, l’annuncio della “buona
notizia”, che è Gesù Cristo nostro Signore. E Gesù è la buona notizia perché ha manifestato la potenza di
Dio nella sua risurrezione dai morti; quindi è la realizzazione delle promesse che Dio aveva fatto per
mezzo dei profeti nelle sacre Scritture.
Questo si è realizzato in Gesù per le radici della sua esistenza, che racchiudono due nature: egli è “nato
dal seme di Davide secondo la carne”, e nel cammino della sua vita ha manifestato di essere “costituito
Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di santità”. Questo egli ha realizzato facendosi uno di noi
nell’obbedienza fiduciosa al Padre, in modo che il Padre ha potuto guidarlo al dono di sé fino alla fine, con
un amore fiducioso tale da permettere allo Spirito di realizzare la sua forza di vita nella risurrezione.
Anche noi siamo chiamati a ripercorrere la stessa esperienza per mezzo dell’obbedienza allo stesso Padre
nella fede in Gesù. E questo è possibile grazie al ministero, al servizio apostolico di Paolo, continuato ora
nella Chiesa, che annuncia il vangelo di Dio. Con l’ascolto attivo del Vangelo la nostra vita si lascia
rinnovare dallo Spirito; cioè fino a segnare il destino della nostra carne fragile con la potenza dello Spirito
che prepara anche noi alla speranza della risurrezione.
1
Paolo, servo di Cristo Gesù, apostolo per chiamata, scelto per annunciare il vangelo di Dio - 2che egli
aveva promesso per mezzo dei suoi profeti nelle sacre Scritture
Paolo, si presenta in riferimento stretto con Gesù, come suo servo, per poter giustificare il
coraggio della buona notizia che porta; e d’altra parte si collega a quanto già prima di lui, da
secoli, era andato manifestandosi nelle sacre Scritture.
3
e che riguarda il Figlio suo, in virtù della risurrezione dei morti, Gesù Cristo nostro Signore;
La formula cristologica, che è diventata basilare per la fede dei credenti nel Cristo: “nato dal
seme di Davide secondo la carne,” e “4costituito Figlio di Dio con potenza, secondo lo Spirito di
santità”; il segno di questa realtà umana e divina di Gesù si è manifestato nella sua risurrezione
dai morti.
5
per mezzo di lui abbiamo ricevuto la grazia di essere apostoli, per suscitare l'obbedienza della fede in
tutte le genti, a gloria del suo nome,
Quello che si è attuato in Gesù, cioè nato da carne e costituito Figlio secondo lo Spirito, si può
attuare in chi, accogliendo questa notizia come progetto su ogni vita umana, si fida e si fa
obbediente alla Parola, come via con cui lo Spirito trasforma anche l’esistenza di ognuno nello
stile di Gesù, rendendolo Figlio e fratello.
6
e tra queste siete anche voi, chiamati da Gesù Cristo -, 7a tutti quelli che sono a Roma, amati da Dio e
santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo!
Questa chiamata ad essere Figli è valida per tutti, anche per quelli che vivono a Roma (la nuova
Babilonia, regno di satana, in opposizione a Gerusalemme, su sui poggiava l’ombra di Dio); anche
essi sono “amati da Dio” e quindi “santi”, cioè animati dallo Spirito (che non rende “sacri”, cioè
destinato ad una divinità per esser offerto e distrutto; ma “santo”, cioè vivificato da un patto
“sancito” dalla divinità che lo lega a sé come bene stabile, lo rende giusto, limpido anche per gli
altri).
Letture Liturgiche Anno A
Biblioteca Diocesana Cuneo
Giuseppe: accogliere e farsi carico
Mt 1, 18-24
“Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima
che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. ” (Mt. 1, 18)
Uno degli aspetti più sconvolgenti e più delicati di Gesù fu la sua origine eccezionale, come dono
di Dio a Maria.
* Abbiamo banalizzato il mistero dell’origine della vita, per cui non diamo più valore a questo
dono straordinario di Gesù, figlio di Dio...
“Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di
ripudiarla in segreto.” (Mt. 1, 19)
La legge giudaica prevede perfin la lapidazione per una denuncia del genere. Giuseppe vive
questa lacerazione tra l’affetto alla sposa e la giustizia, nella discrezione sofferta e delicata.
* Chiedi allo Spirito Santo di saper mettere insieme: amicizia, giustizia e delicatezza di scelte
coerenti e rispettose.
“Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del
Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua
sposa.” (Mt. 1, 20)
Eccezionale il dono, ed eccezionale il modo con cui Dio ridona la pace interiore a Giuseppe: non
temere.
* Le situazioni difficili vissute nella discrezione offrono a Dio la possibilità di parlare al cuore e
dare serenità e forza.
“Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e
tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».”(Mt. 1, 21)
Giuseppe è coinvolto con una collaborazione di fiducia che tocca anche la futura missione del
Bambino.
* Dio aiuta, non a fuggire, ma a collaborare: sembra che più c’è umiltà in noi, più Egli si fida!
“Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del
profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di
Emmanuele», che significa “Dio con noi”.” (Mt. 1, 22-23)
Il progetto di Dio è preparato dalla sua Parola profetica... che illumina e sostiene certi passaggi
più duri.
* Quando le situazioni sembrano più confuse... dò fiducia alla Parola di Dio ? !
“Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e
prese con sé la sua sposa.Giuseppe, suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di
licenziarla in segreto.” (Mt. 1, 24)
Dalla sofferenza nasce un legame ed un’accoglienza ancora più solida.
Giuseppe si fida della Parola ed accoglie la sua sposa, disponibile a servire la Vita.
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