CHIAMATEMI FRANCESCO
di Daniele Luchetti
(Chiamatemi Francesco) REGIA: Daniele Luchetti. SCENEGGIATURA: Daniele Luchetti, Martin
Salinas. INTERPRETI: Rodrigo De La Serna, Sergio Hernandez, Muriel Santa Ana, José Angel
Egido, Alex Brendmuhl. FOTOGRAFIA: Claudio Collepiccolo, Ivan Casalgrandi (Formato:
Cinemascope/Colore). MUSICA: Artuto Cardelus. PRODUZIONE: TaoDue Film.
DISTRIBUZIONE: Medusa. GENERE: Drammatico. ORIGINE: Italia. ANNO: 2015. DURATA: 98’.
Il Cardinale Bergoglio a Roma, in attesa dell'inizio di lavori
del Conclave. Dopo una sua prima riflessione, si snoda il
flashback che riporta alla Buenos Aires degli anni Sessanta.
L’Argentina si prepara a vivere i i terribili anni della
dittatura militare di Videla e dei generali. Comincia la
ricostruzione di quell’infausto periodo e tutta l’azione si
muove intorno a quei tragici avvenimenti. Bergoglio vive da
Padre Provinciale dei Gesuiti nell’Argentina di quegli anni
difficili e cerca di modificare negli esiti, facendo
opposizione, proteggendo prigionieri, aiutando a nascondere
oppositori politici. Con esplicita lettera di Giovanni Paolo II,
Bergoglio diventa cardinale della capitale, e dopo le
dimissioni di Papa Ratzinger, si prepara al conclave dl 2013
che lo elegge Pontefice... Si torna con la memoria al 1981,
quando usci nelle sale "Da un paese lontano", il film che il polacco Krzysztof Zanussi
aveva realizzato in tempi decisamente rapidi sul connazionale Karol Wojtyla, il quale,
nato nel 1920, era diventato Pontefice di Roma il 16 ottobre 1978. Da allora la storia
ha fatto tante capriole, fino ad arrivare alla scelta di un Pontefice proveniente ancora
da più lontano, dall'altra parte dell'Oceano e del mondo con l’arrivo in Vaticano di
Jorge Bergoglio con il nome di Papa Francesco. E' già entrato nel cuore e nella
mente di tutti questo modo rapido di chiamarlo, di salutarlo e di parlarci, diretta
conseguenza, forse, di quel 'buona sera', così semplice e familiare che il Pontefice
volle rivolgere ai fedeli in Piazza S. Pietro la sera della sua elezione. Era il marzo
del 2013 e quel tono intimista e spoglio sarebbe diventato un modo di fare e
atteggiarsi non più eliminabile. Sono passati appena due anni ed ecco nei cinema
Chiamatemi Francesco, un film su Papa Bergoglio. Nella non facile impresa di
realizzare un film su una figura già tanto carismatica si è cimentato Daniele Luchetti,
regista italiano dal curriculum importante (Il portaborse, 1991; La scuola, 1995; Mio
fratello è figlio unico, 2007; La nostra vita, 2010) fortemente segnato da storie tra
cronaca sociale, denuncia, sentimenti esasperati. Il film ripercorre 50 anni di storia
con pulizia e precisione: dalle vittime dei militari alla generosa dedizione di
Bergoglio per indifesi e ultimi, il quadro è sincero, giusto, coerente. Allo stesso
tempo è segnato da un tono didattico utile per coinvolgere di più il pubblico. E' il
Francesco della gioia e della chiesa aperta a tutti.
* Seppure con qualche limite, il racconto ha il merito di non aver ceduto
rovinosamente alla fin troppo facile retorica. Non era del resto facile schivare i
cliché celebrativi e della mitizzazione della figura del Papa, non raccontarne da
turisti della storia il complesso contesto storico e sociale vissuto e neppure
comprendere le pieghe e i risvolti degli inferni e delle speranze attraversate, che
hanno portato alla maturazione una vocazione al servizio di Dio e del prossimo,
senza scivolare in agiografiche banalizzazioni.