Piano di attività_Progetto di ricerca

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Dalla promozione all’educazione:
salute, ben-essere dei minori e life skills
From promotion to education: health, wellbeing and life skills of the children
Progetto per la domanda di NUOVO assegno di ricerca su FFO 2015, Dipartimento di Scienze
dell'Educazione “G.M. Bertin”, Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”, nella materia:
SPS/08 - Sociologia dei Processi culturali e comunicativi
(tutor: Prof. Stefano Martelli)
Sommario
1. L’argomento della ricerca ................................................................................... 2
2. Oggetto, ipotesi, obiettivi della ricerca .............................................................. 4
3. La metodologia della ricerca ............................................................................... 5
Bibliografia di riferimento ...................................................................................... 7
Piano delle attività ......................................................................................................... 9
Abstract........................................................................................................................ 11
Dalla promozione all’educazione: salute, ben-essere dei minori e life skills ....................................
Descrizione breve della ricerca .......................................................................................................
From promotion to education: health, wellbeing and life skills of the children .......................... 11
Brief description of the research ................................................................................................ 11
1
1. L’argomento della ricerca
La promozione della salute, intesa come processo per raggiungere uno stato di benessere
complessivo dell’individuo che include fattori biologici, socio-economici, ambientali, relazionali e
stili di vita, è un obiettivo altamente qualificante delle politiche sociali adottate sia dagli stati
nazionali, sia da regioni o da ambiti territoriali più definiti. Sotto forma di un’applicazione dei diritti
dell’uomo è sancito dalla Carta di Ottawa [1986] e a tutt’oggi costituisce un criterio fondamentale
per accertare l’adozione di politiche orientate al benessere della persona e allo sviluppo del contesto
nella quale essa vive.
In tal senso la salute appare un concetto positivo che enfatizza le risorse personali e sociali,
come mezzo e non un fine, una risorsa la cui promozione non è responsabilità del solo settore
sanitario, interessando anche politiche sociali, culturali ed educative. In una prospettiva di lifelong
learning, il concetto di salute rinvia alla necessaria assunzione di molteplici competenze (spirito
critico, creatività, problem solving..), come pure all’implementazione di fattori protettivi, organici,
sociali, economici e relazionali. Si tratta in altri termini di apprendere ed esercitare “abilità di vita”
– life skills – che permettono all’individuo di acquisire conoscenze adeguate per migliorare il
proprio stato di salute, e così assicurare le pre-condizioni per un maggiore benessere psico-fisico e
socio-relazionale [Simonelli, Simonelli 2010: 126 e segg.; 2014]; si tratta pure di decifrare i segnali
che lo investono sia a livello organico, sia quelli provenienti dal contesto culturale nel quale il
soggetto vive. In tal modo da un concetto di salute statica si passa a un concetto di salute dinamica,
che pone l’accento sulla capacità di vivere pienamente e positivamente le proprie condizioni di
bambino, di giovane, di adulto o di anziano [Donati 1987: 1803] in rapporto all’ambiente che ci
circonda.
In generale la salute e con essa il benessere della popolazione, entro la prospettiva di uno
sviluppo sostenibile, è uno dei principali obiettivi delle politiche sociali a livello sia regionale, sia
dell’Unione europea, in virtù della necessaria maggiore consapevolezza dei benefici derivanti
dall’adozione di stili di vita sani e attivi [Who 2002, 2006]. Tali obiettivi sono infatti al centro delle
numerose proposte di misurazione del noto Indice di Sviluppo Umano (Human Development Index)
delle Nazioni Unite, che da tempo pone attenzione non solo alla crescita economica ed al consumo,
bensì alla persona, con l’obiettivo di allargare la definizione di benessere, includendo tra gli indici
di misurazione più dimensioni, che concorrono alla produzione del benessere stesso1.
In questo vasto campo l’attenzione dei decisori pubblici si sta rivolgendo in particolare al
nesso tra stili di vita della popolazione e consumi alimentari. Nello specifico i minori sono la fascia
di popolazione che più attira l’attenzione, dal momento che un eccesso di peso acquisito in età
infantile o adolescenziale espone il soggetto a rischi per la salute, che potrebbero portarlo a gravi
malattie, con costi elevati e, per di più, in prospettiva diacronica, sempre meno sostenibili per il
sistema sanitario [Oecd 2010].
Da tempo l’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un grido d’allarme sulla rapida
crescita di bambini sovrappeso o, addirittura, obesi: l’Oms denuncia l’ “epidemia di obesità” [Who
2006] che si sta rapidamente diffondendo, sia nei paesi sviluppati, sia in quelli in via di sviluppo.
1
Tra i documenti più noti e recenti basti ricordare il Rapporto della Commissione Stiglitz-Sen-Fitoussi (2009), punto di
partenza e riflessione anche per successive analisi nazionali e internazionali.
2
Per contrastare questa deriva socio-culturale occorre uno sforzo di immaginazione, in grado di
condurre i ricercatori a scoprire nessi tra fenomeni, finora poco considerati; ciò al fine di
individuare poi i modi migliori per prevenire cattivi stili alimentari e abitudini malsane di vita.
In questa sede si propone lo svolgimento di una ricerca-azione2, ovvero di uno studio
esplorativo sulle cause poco appariscenti, ma reali, della tendenza al sovrappeso o all’obesità
tra i minori e, al tempo stesso, un insieme di azioni, volte a contrastarle e a promuovere uno
stile di vita attivo e sano.
L’ampia letteratura scientifica sulla suddetta «epidemia di obesità» infatti si concentra sullo
studio degli apporti calorici ed energetici del cibo e propone iniziative nelle scuole per illustrarli;
tuttavia gli scarsi risultati che le numerose iniziative di educazione alimentare hanno ottenuto,
nonostante un grande investimento di risorse e di specialisti, evidenzia il fatto che ancor oggi assai
poco si conosce sulle cause latenti di tale “epidemia”. Occorre qui fare uno sforzo di
“immaginazione sociologica”, direbbe Charles Wright Mills [1968], e interrogarsi, ad esempio,
sugli effetti indiretti per la salute dei minori, che derivano dall’esporsi ai grandi eventi sportivi e
alla pubblicità televisiva di alimenti iper-calorici o ricchi di grassi saturi e sale, che è presente in tali
trasmissioni e a cui, per lo spettatore, è impossibile sottrarsi. Ad esempio i marchi dei principali
sponsor della Fifa sono ben visibili sul terreno di gioco e vengono visti mentre la squadra di calcio e
i giocatori preferiti compiono azioni vittoriose; si crea così, in maniera inavvertita, il nesso tra
marchio e campioni sportivi, che spinge all’acquisto di prodotti poco salubri dal punto di vista
alimentare3.
Pertanto, assumere i minori e i loro consumi alimentari, osservati in occasione del loro esporsi
alle partite e alla pubblicità televisiva di Grandi Eventi Sportivi (d’ora in poi Ges), come oggetto e,
al tempo stesso, come beneficiari di una ricerca-azione significa affrontare un terreno
scientificamente poco studiato, su cui negli ultimi decenni si sono registrati più opinioni che fatti
accertati, potendo al contempo essere stimolati a intervenire con iniziative promozionali di corretti
stili alimentari, che favoriscano pratiche motorie e comportamenti attivi nelle famiglie, nelle scuole
e nelle politiche pubbliche per la salute e il movimento della popolazione. Al contempo anche per i
responsabili delle attività sportive è importante acquisire conoscenze, utili a contrastare la
sedentarietà che è connessa all’esposizione allo sport “mediato” [Martelli 2010, 2011].
La traduzione di tali principi in azioni concrete ben si adatta alla metodologia della ricercaazione, modalità scientifica più appropriata per uno studio esplorativo, che miri ad essere altresì
un intervento educativo e comunicativo, i cui risultati potranno contribuire a meglio orientare la
sociologia dello sport e della comunicazione, la sociologia della salute, la sociologia
dell’educazione, l’igiene pubblica ed altre discipline ancora.
2
La ricerca-azione o ricerca intervento è una forma di attività scientifica che mira ad arricchire il circolo tra teoria ed
empiria con l’intervento sociale, ed ha come obiettivo il cambiamento e il coinvolgimento attivo dei soggetti che in
essa partecipano[Corbetta 1999].
3
Tra gli sponsor del recente Mondiale 2014 vi sono stati quattro noti produttori di cibi e bevande, la cui assunzione è
sconsigliabile alla popolazione, e specialmente ai minori, nella prospettiva di una dieta alimentare corretta e di uno stile
di vita sano. Si tratta di CocaCola (Fifa partner), di McDonald’s e di Budderweiser (Fifa world cup sponsors) e di
Garotò (Fifa national supporter), aziende multinazionali o brasiliane specializzate nella produzione di bevande
ipercaloriche od alcooliche, e di cibi conditi con elevati grassi saturi, zuccheri o sali. Cfr. il sito web della Fifa
(Fédération internationale des Associations de football): http://www.fifa.com/worldcup/organisation/partners (visitato il
19.03.2014).
3
2. Oggetto, ipotesi, obiettivi della ricerca
All’interno del quadro sopra delineato il presente progetto di ricerca riguarda la possibilità di
sviluppare percorsi educativi in campo alimentare e dell’attività motoria fra i minori, al fine di
potenziarne il ben-essere attraverso l’apprendimento e il riconoscimento di life skills volte al
benessere di persone in età evolutiva e all’adozione di buone pratiche alimentari e motorie.
Punto di partenza è lo studio sugli effetti dei Ges, in favore dell’adozione di stili di vita attivi
da parte della popolazione. Se infatti la maggior parte dei pochi studi scientifici svolti sui grandi
eventi sportivi sono stati condotti più frequentemente ponendo attenzione al loro impatto economico
(effetti sull’occupazione, sui trasporti, sull’ambiente, sul turismo, ecc.), pochissimi ricercatori
invece si sono occupati anche dell’impatto sulla salute della popolazione, e ancor meno numerosi
sono stati quelli che si sono interrogati sugli effetti della pubblicità di cibi poco sani sull’epidemia
di obesità suddetta [McCartney et Al., 2010: 7, box]. Le prime riflessioni sull’impatto sperato dei
Giochi olimpici sulla salute hanno finora riguardato solo l’edizione svoltasi a Londra nel 2012
[Mahtani et al., 2012; Selvanyagam et al., 2012; Sim 2012].
Nessuna di queste analisi, finora, si è occupata degli effetti della loro “mediazione”, ovvero si
è chiesta se la pubblicità commerciale ha gli effetti attesi sul consumo di bevande e cibi iper-calorici
o comunque poco consigliabili per la salute della popolazione –ad es. i “promo” che Coca-Cola e
McDonald’s, le aziende multinazionali che sono tra i Top Sponsor sia delle Olimpiadi, sia dei
Mondiali di Calcio, abitualmente inseriscono a pagamento nelle trasmissioni televisive dei Giochi
stessi, che così vengono trasformati in «obesity Games» [Malcom, Brownell 2012].
In breve, l’obiettivo del presente progetto di ricerca è il nesso tra l’esposizione dei minori
allo sport “mediato” –in particolare i recenti Mondiali di Calcio, divenuti un «fatto sociale
globale» [Martelli 2010; 2012]–, e i consumi alimentari e gli stili di vita (in)attivi degli stessi. È
evidente che i minori costituiscono il segmento della popolazione più a rischio di tradurre gli
stimoli pubblicitari in scelte potenzialmente nocive per la salute (consumi di cibi ipercalorici, stili di
vita sedentari, ecc.); da qui l’importanza di acquisire conoscenze attendibili, al fine di elaborare
iniziative, volte ad una maggior tutela di questa fascia debole e a rischio. I recenti Mondiali di
Calcio svoltisi in Brasile (12 giugno - 13 luglio 2014) costituiscono il “pre-testo” ed al contempo lo
“strumento” per le successive iniziative di educazione alimentare e motorie nelle scuole.
Il nesso supposto tra l’efficacia della pubblicità di prodotti alimentari non raccomandabili per
la salute, diffusi sia tramite la televisione, sia tramite i new media, e gli stili di vita dei minori verrà
quindi saggiato dalla qui progettata ricerca-azione secondo le seguenti direzioni:
1) dalla sedentarietà del pubblico dello sport “mediato” all’effetto di rinforzo, dato dalla
pubblicità commerciale in Tv ai consumi alimentari non sani e agli stili di vita inattivi;
2) dall’attività fisica e sportiva, all’esposizione selettiva ai media e ai grandi eventi
sportivi, e pure all’attenzione selettiva verso la pubblicità sociale di cibi sani e ai
consumi coerenti con uno stile di vita attivo.
La ricerca-azione qui progettata metterà alla prova la possibilità di controllare empiricamente
questo duplice nesso secondo molteplici percorsi di ricerca, e lo farà attuando al contempo azioni di
due tipi:
a) azioni comunicative, volte a verificare l’efficacia delle iniziative di avvio al movimento
realizzate a Bologna e provincia dalla Uisp –Unione italiana sport per tutti (v. par. 3 oltre);
b) azioni educative, in collaborazione con le Scuole primarie presenti nel suddetto territorio.
4
La tesi da cui muove il presente progetto di ricerca, infatti, è che esista un nesso tra la
pubblicità di prodotti alimentari, i quali hanno uno scarso effetto sulla prestazione sportiva o,
addirittura, ne hanno uno negativo, e la fruizione dei Ges. In particolare l’ipotesi di ricerca sostiene
che, al crescere dell’esposizione ai grandi eventi sportivi “mediati”, specie alla televisione, aumenta
l’acquisto di alimenti prodotti dalle grandi aziende multinazionali, i quali sono ininfluenti nella
prestazione sportiva o, addirittura, sono alla lunga dannosi per la salute; tali aziende (Coca-Cola,
McDonald, Red Bull, ecc.) però riescono ad associare il proprio marchio all’alone positivo proprio
di tali grandi eventi sportivi perché ne sono pure gli sponsor principali, e quindi riescono a
promuoverli presso ampie fasce di pubblico.
A tal fine si vogliono riunire fonti diverse di dati:
 le conoscenze disponibili in Italia sull’attività motoria e sportiva praticate dai minori
(bambini e adolescenti);
 le conoscenze disponibili sull’esposizione dei minori ai media (tradizionali e social
media) in occasione dei Ges svoltisi nell’anno 2014 (Campionati mondiali di calcio in
particolare)
 le conoscenze sugli effetti della pubblicità commerciale inserita nelle trasmissioni di
tali grandi eventi;
 le azioni positive –interventi nelle scuole di Bologna e provincia, in accordo con le
direzioni scolastiche e relativi docenti, l’Ausl, la Uisp e altri enti di promozione
sportiva-- al fine di orientare le life skills di giovani consumatori–spettatori di sport
“mediato” verso scelte corrette in campo alimentare e verso stili di vita sani.
In quest’ottica l’obiettivo della qui progettata ricerca-azione è raccogliere dati e fatti, e
contemporaneamente individuare e promuovere iniziative capaci di contrastare l’influsso della
pubblicità veicolata dallo sport “mediato” e così pure diffondere best practices di movimento e
modelli educativi ispirati a una vita attiva e in salute.
3. La metodologia della ricerca
La suddetta ipotesi di ricerca, che avanza congetture sui nessi esistenti tra l’esposizione allo
sport “mediato” e divenuto un fatto sociale globale [Martelli 2010; 2012], e le scelte di consumo
alimentare e gli stili di vita della popolazione italiana, verrà controllata con dati di tipo quantitativo
[a, c] e qualitativo [b, d] nel seguente modo:
a) Verrà studiato il rapporto fra sport e attività fisica e salute tramite analisi di sfondo delle
informazioni (dati e indicatori) raccolti nel contesto italiano e internazionale, con specifica
attenzione al segmento della popolazione dei minori;
b) Sulla base delle osservazioni naturalistiche e del monitoraggio dei comportamenti di
fruizione di minori e dei giovani che hanno assistito alle partite dei Mondiali 2014 (giugnoluglio 2014), proiettate su maxi schermo in alcuni luoghi pubblici del territorio bolognese,
sono state raccolti da SportComLab dati qualitativi mediante tecniche di visual sociology, al
fine di testare il nesso ipotizzato tra l’osservazione della pubblicità di marchi produttori di
alimenti ipercalorici e ipernutritivi, e l’acquisto e consumo di tali prodotti durante la
fruizione di partite dei Mondiali.
5
Tali dati (indicatori visuali e interviste semi-direttive al pubblico di minori e/o giovani
presenti alla partite della Nazionale italiana nel girone eliminatorio) costituiranno la base per
la costruzione di un visual essay (saggio visuale) che fungerà da stimolo di indagine tra i
minori frequentanti classi di scuole primarie per la successiva raccolta di dati quantitativi
(punto c) e dati qualitativi (punto d);
c) Al fine di accertare quale ricordo della pubblicità di cibi ipercalorici è rimasta e quali
comportamenti di consumo da allora sono stati eventualmente adottati (o anche
abbandonati) verranno raccolti dati quantitativi tra gli alunni di alcune scuole primarie
del territorio bolognese che aderiscono al progetto Samba “Educare prima” (promosso
dalla Ausl Bologna e dalla Uisp, Comitato regionale Emilia-Romagna), al fine di verificare
l’efficacia degli interventi educativi effettuati per diffondere una corretta alimentazione e
pratiche motorie coerenti con uno stile di vita sano.
I questionari relativi a questa fase saranno somministrati previa la visione del visual essay
di cui al punto b), ovvero previa attivazione del ricordo del Ges e delle immagini, segni e
simboli che lo hanno veicolato mediaticamente (i brand pubblicitari);
d) Al fine di accertare quale ricordo della pubblicità di cibi ipercalorici è rimasta e quali
comportamenti di consumo da allora sono stati eventualmente adottati (o anche
abbandonati) verranno raccolti dati qualitativi tra adulti (i genitori dei minori delle
scuole di cui al punto c.) al fine di controllare l’efficacia degli interventi educativi effettuati
per diffondere una corretta alimentazione e pratiche motorie coerenti con uno stile di vita
sano.
I focus group relativi a questa fase saranno somministrati previa la visione del visual essay
di cui al punto b), ovvero previa attivazione del ricordo del Ges e delle immagini, segni e
simboli che lo hanno veicolato mediaticamente (i brand pubblicitari);
In tal modo verrà studiato l’influsso dell'esposizione ai grandi eventi mediati e le scelte
alimentari degli spettatori dello sport “mediato” su coorti d’età specifiche, quali minori e adulti,
mirando ad accertare qual è l’influsso della pubblicità televisiva trasmessa durante i programmi
sportivi e la ricaduta sugli stili di vita delle famiglie italiane.
4. Risultati attesi
In base agli obiettivi esposti, ci si attende che la ricerca-azione qui progettata raccolga dati
quanti/qualitativi in grado di:
1. Testare empiricamente se esista o meno un nesso tra la pubblicità di alimenti iper-calorici e
rischiosi per la salute della popolazione, specie per quella dei minori –pubblicità che viene
trasmessa da tv e new media in occasione di Ges–, i consumi alimentari dei minori e delle
loro famiglie, e gli stili di vita (sani e motoriamente attivi vs. rischiosi e sedentari).
2. Cominciare ad elaborare una teoria della video-socializzazione nel campo della salute della
popolazione, in grado di ricondurre ad unità comportamenti finora studiati separatamente –
quali i consumi alimentari di cibi rischiosi per la salute, gli stili di vita della popolazione,
l’esposizione ai media e alla pubblicità, i grandi eventi sportivi e le pratiche motorie della
popolazione. Queste cinque aree tematiche finora sono state oggetto di studi specifici (più
sviluppati, a dire il vero, nelle prime tre aree), ma che finora non sono state osservate come
un processo circolare.
6
Ci si attende in breve che questa ricerca-azione costituisca l’occasione per cominciare a
meglio definire ipotesi, concetti e strumenti di ricerca validi e affidabili in riferimento a fenomeni
sociali finora poco considerati in maniera unitaria, e che tale progresso conoscitivo possa aiutare a
individuare e a promuovere best practice per la salute e il ben-essere dei minori.
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8
Piano delle attività
Le iniziative di ricerca previste al para. 3, sopra, mireranno a raccogliere dati al fine di accertare
la fondatezza empirica della suddetta ipotesi di ricerca, che avanza previsioni sui nessi esistenti
tra l’esposizione allo sport “mediato” e i comportamenti alimentari.
Pertanto esse saranno realizzate nel primo anno con previsto sviluppo del Progetto a un 2° anno,
nel modo seguente.
Per il 1° anno (luglio 2015 – giugno 2016)
Sulla base della letteratura scientifica su salute e benessere sopra elencata, e pure integrata con
le più recenti novità biblio/emerografiche, saranno raccolte informazioni e dati circa le strategie
globali su alimentazione, attività motoria e salute, al fine di poter esplorare gli stili di vita attivi
della popolazione, tra esposizione ai Ges e partecipazione alle attività motorie e sportive.
Tecnica di ricerca sociale impiegata: Si elaborerà una griglia d’intervista e su tale base
verranno svolte almeno 300 questionari a minori delle scuole primarie del territorio bolognese.
Prodotto finale: rapporto di ricerca, depositato presso il Dipartimento di Scienze
dell'Educazione "G.M. Bertin". Un estratto verrà presentato per la pubblicazione presso una
rivista di fascia A, in Italia o all’estero, ovvero confluirà in un libro, che sarà proposto alla
pubblicazione presso una collana editoriale di qualità (con dual blind review e a distribuzione
nazionale)..
in previsione della possibile PROROGA per un 2° anno (2016-2017)
Verrà studiato il rapporto più ampio fra sport e ben-essere attraverso un’analisi teoricointerpretativa della più recente letteratura esistente sull’argomento e mediante una analisi di
secondo livello delle informazioni (dati e indicatori) raccolti a livello italiano e internazionale.
In particolare verrà saggiato il punto di vista dei coloro che, nel ruolo di insegnanti e/o
educatori, più facilmente possono orientare le life skills dei minori/giovani consumatori e
spettatori di sport “mediato” verso scelte corrette in campo alimentare e verso stili di vita sani.
Saranno raccolte informazione e testimonianze di buone pratiche coinvolgendo genitori;
educatori e/o insegnanti delle scuole primarie; operatori pubblici del settore sanitario e dirigenti
di associazioni sportive che collaborano sul territorio di riferimento alle politiche educative di
sana alimentazione e movimento.
Tecniche di ricerca sociale impiegate: Si elaborerà una griglia d’intervista per lo svolgimento di
almeno 5 focus group a genitori delle scuole primarie della provincia di Bologna; inoltre verrà
predisposta la griglia di intervista per almeno 8-10 colloqui in profondità con testimoni
qualificati del settore sanitario e di associazioni sportive del territorio bolognese.
Prodotto finale: rapporto di ricerca, depositato presso il Dipartimento di Scienze
dell'Educazione "G.M. Bertin". Un estratto verrà presentato per la pubblicazione presso una
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rivista di fascia A, in Italia o all’estero, ovvero confluirà in un libro, che sarà proposto alla
pubblicazione presso una collana editoriale di qualità (con dual blind review e a distribuzione
nazionale)..
Trasversalmente e parallelamente al percorso di ricerca e formazione qui tratteggiato il
Candidato dovrà, per sviluppare al meglio la sua linea di indagine, essere coinvolto anche nelle
seguenti attività formative:
 partecipare sia come uditore, sia come relatore ad una serie di seminari e convegni
compatibili tematicamente alla sua attività di indagine;
 impegnarsi ad un confronto tematico con docenti italiani e stranieri che hanno
recentemente sviluppato riflessioni inerenti le tematiche oggetto del piano formativo;
 svolgere e predisporre durante gli anni di titolarità dell’assegno, alcune relazioni scritte
inerenti i contenuti che sono posti ad oggetto del piano di ricerca e formazione.
Questo al fine di:
 verificare e sostenere l’andamento del percorso formativo;
 aumentare i possibili stimoli ed osservazioni in merito al suo progetto, anche da fonti
esterne al centro di ricerca in cui il candidato svolgerà la sua attività, lo SportComLab Laboratorio di Comunicazione sportiva dell’“Alma Mater”;
 individuare e sviluppare il più chiaramente possibile le rilevanze teoriche e
metodologiche emerse dall’attività di ricerca-azione svolta.
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Abstract
From promotion to education: health, wellbeing and life skills of the children
Brief description of the research
This project is an action-research about the little visible causes of overweight trend among
children and, at the same time, on the possibility to realize a set of actions to counter and to promote
an active lifestyle and healthy. The goal of the project is to ascertain the existence of a link between
the exposure of children to the sport "mediated", the junk food consumption and their inactive
lifestyles. So this action-research will collect data (quantitative and qualitative) in order to
corroborate the hypothesis on the relationships among commercial advertising, media exposure at
great sporting events (i.e. the Football European Cup 2016) and obesity. The project would help
teachers and schools to develop educational programs in the field of food consumption, and
exercise and sport among children, through learning and recognition of life skills. [982 crt.]
Dalla promozione all’educazione: salute, ben-essere dei minori e life skills
Descrizione breve della ricerca
Questo progetto intende svolgere una ricerca-azione sulle cause poco appariscenti della tendenza al
sovrappeso tra i minori e, al tempo stesso, vuole attuare un insieme di iniziative, volte a contrastare
tale tendenza e a promuovere tra i minori uno stile di vita attivo e sano.
L’obiettivo del progetto riguarda il nesso tra l’esposizione dei minori allo sport “mediato”, i
consumi alimentari e gli stili di vita (in)attivi degli stessi. In questa prospettiva verranno raccolti
dati (quantitativi e qualitativi) atti a corroborare l’ipotesi formulata sul nesso tra pubblicità
commerciale ed esposizione ai media in occasione dei grandi Eventi sportivi 2016 (in particolare gli
Europei di Calcio UEFA). Scopo del progetto è lo sviluppo di percorsi educativi nelle scuole e con
la collaborazione degli insegnanti e delle famiglie, atti a promuovere l’attività motoria fra i minori,
attraverso l’apprendimento e il riconoscimento di life skills. . [956 crt.]
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