Effetto moralizzante della reincarnazione Il giornale “Le Figaro” del 5 aprile del 1868, lo stesso che due giorni prima aveva pubblicato questa definizione di immortalità - Racconto di infermieri per tranquillizzare i loro assistiti, conteneva il seguente articolo : Il compositore E…… crede fermamente alla migrazione delle anime. Egli racconta volentieri di essere stato nei secoli passati, uno schiavo greco, poi attore e compositore italiano di fama, ma geloso che avversava le recite dei colleghi. Ne sono punito duramente oggi, (aggiunge con filosofia), tocca a me, adesso essere sacrificato agli altri e vedermi sbarrare la strada!! Questo modo di consolarsi ne vale un altro!!! Quest’idea è veramente Spiritista, perché non solo afferma la pluralità delle esistenze (reincarnazione), bensì, anche quella dell’espiazione del passato, secondo la legge del taglione…. Nelle esistenze successive in accordo alla massima: Si è puniti sempre nello stesso senso nel quale si è peccato. Questo compositore si spiega così le sue tribolazioni e se ne consola pensando di averle meritate. Di conseguenza, per non meritarsene altre, è, nel suo interesse cercare di migliorarsi. E’ non è meglio questo, che farsi saltare le cervella o il suicidio, cosa a cui condurrebbe il pensiero del nulla? Questa convinzione è dunque una potente causa per di più naturale motivo di moralizzazione. E’ perfettamente adatta ai tempi e alle miserie che bisogna sopportare, e che non riuscendo a spiegarsele, si attribuiscono alla fatalità o all’ingiustizia divina. E’ comprensibile da tutti, dal bambino all’adulto analfabeta, perché non è, ne astratta ne metafisica o sovrannaturale, non c’è persona che non comprenda che si può aver già vissuto, e che se si è già vissuto si può vivere ancora. Dato che non è il corpo che potrà tornare a vivere, questa è l’ammissione più chiara dell’esistenza dell’anima, della sua individualità e della sua immortalità. Gli sforzi di tutti coloro che si occupano seriamente del miglioramento delle masse, devono dunque tendere a diffondere quest’idea, d’altronde essa può essere per costoro una leva assai più potente delle concezioni di diavoli e inferno, delle quali oggigiorno tutti deridono. Poiché essa è di attualità, e fiorisce per ogni dove, e dato che la sua logica la rende facilmente accettabile, è naturale che apra agli Spiritisti una porta per la propagazione della dottrina. E’ opportuno perciò, restare ben aderenti e fedeli a questa idea, da tutti rispettata e accettata dai più seri pensatori, e si riuscirà a fare molti più proseliti per questa via che con le manifestazioni fisiche. Dato che ora è questa la corda sensibile, è ad essa che bisogna legarsi, quando avrà vibrato, il resto verrà da sé. Si deve parlarne a quanti si spaventano della sola parola Spiritismo, discutendo della pluralità delle esistenze e dei numerosi scrittori che hanno preconizzato questa idea, soprattutto agli afflitti è bene parlare della presenza attorno a noi degli esseri cari che si sono perduti. Allora si avrà comprensione, e in futuro queste persone si accorgeranno con sorpresa di essere Spiritisti. Revue Spirite 1868 pag. 307