Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report NEFROLOGO IN CORSIA Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report A. Mudoni Mudoni, F. Caccetta, M. Caroppo, F. Musio, A. Accogli, M.D. Zacheo, M.D. Burzo, V. Nuzzo U.O di Nefrologia e Dialisi A.O “Card. G. Panico“ - Tricase (Le) Corrispondenza a: Dott.ssa Anna Mudoni; U.O. Nefrologia e Dialisi A.O “Card. G. Panico“ Via San Pio X,4 73039 Tricase (Le); Mail: [email protected] Abstract La levotiroxina è il farmaco di scelta prescritto in tutto il mondo per il trattamento dell’ipotiroidismo. L’esatto dosaggio giornaliero, la modalità di assunzione e la refrattarietà alla terapia sono tuttóra oggetto di discussione. L’intossicazione da levotiroxina nell’adulto è rara e si presenta con complicazioni severe; al contrario è molto frequente in età pediatrica ed ha un decorso benigno. Riportiamo la storia di una donna di 56 anni, giunta in Pronto Soccorso dopo ingestione di dosi massive di levotiroxina, con importanti disturbi a carico del sistema cardiovascolare e nervoso centrale, grave disidratazione ed insufficienza renale acuta, tanto da rendere necessario il ricovero in Rianimazione. In assenza di un trattamento specifico è stata utilizzata la plasmaferesi con buoni risultati nonostante un severo quadro clinico con importanti complicazioni. Le applicazioni cliniche della plasmaferesi sono in crescente aumento e, riteniamo, possa essere un importante mezzo per il trattamento delle forme acute e severe di tireotossicosi dovute ad intossicazione da Levotiroxina. Parole chiave: insufficienza renale acuta, intossicazione, plasmaferesi Multi-organ failure after massive Levothyroxine ingestion: case report Levothyroxine is the drug of choice prescribed worldwide for the treatment of Hypothyroidism. The exact daily dosage, mode of consumption and refractoriness to therapy are still subject of discussion. The intoxication with levothyroxine is rare and with severe complications in adults; on the contrary, high prevalence and benign course is observed in pediatric age. We report the case of a 56 year-old woman, presented to the emergency department after intentional ingestion of massive levothyroxine overdose , with acute renal failure, severe disturbances of cardiovascular and central nervous system, that required intensive care support. In absence of a specific treatment, plasmapheresis has been used with good results, despite important clinical complications. In fact the clinical applications of plasmapheresis are rapidly increasing in number and scope: the plasmapheresis appears to be a very important tool for the treatment of acute and severe forms of thyrotoxicosis due to l-thyroxine intoxication. Key words: levothyroxine, acute renal failure, intoxication, plasmapheresis G Ital Nefrol 2015; 32 (1) – ISSN 1724-5590 – © 2015 Società Italiana di Nefrologia 1 di 7 Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report Introduzione L’ipotiroidismo rappresenta una patologia di frequente riscontro clinico e la levotiroxina sodica (Ls,) è il farmaco di elezione prescritto nel trattamento a lungo termine. La levotiroxina (Figura 1) è l’isomero levogiro della tiroxina (T4), aminoacido contenente iodio incorporato in una glicoproteina: la tireoglobulina. Il trattamento ormonale con levotiroxina è una terapia “sostitutiva”, in genere ben tollerata e, a dosaggi adeguati, priva di particolari effetti collaterali. Un’attenta regolazione del dosaggio di tale farmaco è il requisito essenziale per la risposta terapeutica in ragione della peculiarità della molecola in termini di concentrazione ematica, profilo farmacocinetico, bioequivalenza e assorbimento [1] [1]. Infatti la dose esatta, la modalità di assunzione e la refrattarietà al trattamento sono ancora oggi oggetto di dibattito e l’esperienza clinica evidenzia una notevole complessità nel raggiungimento di una oculata integrazione tra le caratteristiche del farmaco e quelle del paziente. La Ls va somministrata per via orale preferibilmente al mattino, a digiuno. Il suo assorbimento è influenzato da alcuni cibi (caffè, fibre alimentari) oltre che da malattie (celiachia, intolleranze al lattosio, infezioni da Helicobacter pylori) e da farmaci (potrebbe interagire con ipoglicemizzanti e derivati cumarinici; e l’effetto terapeutico potrebbe essere alterato dall’assunzione di colestiramina, solfato ferroso, sucralfato, ferro, calcio carbonato, inibitori di pompa, antiacidi contenente alluminio, antiepilettici, barbiturici, estrogeni e raloxifene). Viene assorbita a livello gastro-intestinale (60-80% della dose totale assunta con un picco massimo tra 30 e 60 minuti), si lega per il 99.97 % ad una proteina plasmatica specifica (Tirosyne Binding Globulin) e alla pre-albumina; solo lo 0.03% è presente in forma libera. Viene metabolizzata nel fegato e nei reni e in seguito a processi di deionizzazione viene parzialmente convertita in triiiodotironina e triiodotironina inversa che rappresenta il metabolita inattivo ed esplica la sua azione con il legame a recettori T3. Viene poi nel fegato coniugata Figura 1. G Ital Nefrol 2015; 32 (1) – ISSN 1724-5590 – © 2015 Società Italiana di Nefrologia 2 di 7 Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report con acido glucuronico e solforico ed escreta con la bile. Subisce, inoltre un ricircolo enteroepatico e circa il 20-40% della dose somministrata viene eliminata con le feci. L’emivita è di 6-7 giorni negli eutiroidei, aumenta fino a 10 giorni nell’ipotiroidismo e diminuisce fino a 3 nell’ipertiroidismo [2] (full text). Case report Descriviamo il caso clinico di una donna di 56 anni, affetta da sindrome depressiva ed ipotiroidismo, in trattamento con Ls (50 mcg/die) da circa tre anni, che ha sviluppato un quadro drammatico di insufficienza multiorgano dopo assunzione volontaria di dosi massive di Ls (2000-2500 mcg in 6-7 giorni). Giungeva in Pronto Soccorso per epigastralgia e vomito da alcuni giorni con progressivo decadimento delle condizioni generali. Veniva ricoverata in Medicina per severa disidratazione, squilibrio elettrolitico, oliguria, ipotensione e stato soporoso e, dopo poche ore, veniva trasferita in Rianimazione per peggioramento dello stato di coscienza. La paziente all'ingresso si presentava in coma (Glasgow coma scale 9), emodinamicamente instabile (PA 80/65 mmHg), tachicardica (Fc 115 b/min), con midriasi fissa ed oligoanurica. Gli esami ematochimici mettevano in evidenza ipertiroidismo: FT3 1.87 pg/ml (v.n.2.5-4.0), FT4 43.6 pg/ml (v.n.5.4-12.40), TSH 0.50 mcU/ml (v.n.0.250-4.200); alterati indici di funzionalità epatica: GOT 9491 U/L (v.n. 1-35), GPT 12718 U/L (v.n 12-40), bilirubina totale 4.2 mg/ dl (v.n. 0.40-1.40), diretta 2.22 mg/dl, attività Protrombinica 34%, ammoniemia 108 mcg/ dl (v.n. 16-60); insufficienza renale: creatinina 4.56 mg/dl, uricemia 10.7 mg/dl, con iposodiemia 125 mEq/L ed ipopotassiemia 2.9 mEq/L; ferritina 3306 ng/ml; D-Dimeri 6893 (v.n.< 450); P.C.R. 8.76 mg/dl. Diuresi 100 cc, urine ipercromiche, proteinuria 300 mg/dl, microematuria. Negativi i test virali per epatite A, B e C, Citomegalovirus, Epstein-Barr virus, autoanticorpi antinucleo, antimitocondrio, antimicrosomi epatici e renali. L’Rx torace metteva in evidenza accentuazione del disegno interstiziale, non lesioni parenchimali, falda di versamento pleurico basale bilaterale (Figura 2). Ecografia addome e TC encefalo negativi. I parametri vitali sono stati monitorati ogni 4 ore e i livelli ormonali, la funzionalità renale ed epatica ogni 24 ore. Iniziata prontamente terapia infusionale e con amine vasoattive (Dopamina 4 ɣ/Kg/min) per stabilizzare il quadro emodinamico e correggere lo squilibrio elettrolitico, la paziente veniva sottoposta precocemente a due sedute di plasmaferesi terapeutica (Tabella 1) con riduzione dei valori di funzionalità tiroidea come evidente nella Tabella 2. Persistendo l’oligoanuria la paziente veniva sottoposta a trattamento sostitutivo continuo in CVVHDF in Rianimazione. Durante la degenza, per la comparsa di febbre con emocoltura positiva per Candida veniva sottoposta a terapia con Fluconazolo 400 mg/die per 7 giorni con beneficio. Nei giorni seguenti, in seguito al graduale miglioramento delle condizioni generali con recupero soddisfacente del quadro neurologico, la paziente veniva trasferita in Nefrologia, dove ha continuato trattamento emodialitico in HDF-on line. Dopo otto giorni si assisteva alla ripresa della diuresi con netto miglioramento clinico e laboratoristico e nei giorni successivi alla normalizzazione della funzione epatica e renale come riportato nella Tabella 3. G Ital Nefrol 2015; 32 (1) – ISSN 1724-5590 – © 2015 Società Italiana di Nefrologia 3 di 7 Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report Figura 2. Tabella 1. Report Plasmaferesi Terapeutica Dati paziente Dati procedura Peso 50 Kg Flusso sangue 60 ml/min Hct 32 % Volume plasmatico stimato [0.065 x peso corporeo(Kg) x (1-ematocrito)] 3350 ml PT 24% Volume plasma processato 2300 ml PT INR 2.32 Volume sangue intero processato 4500 ml aPTT ratio 0.99 ACD infuso 398 ml Calcio gluconato 2 fl Sostituzione con plasma fresco 2200 ml Tabella 2. Evoluzione della concentrazione sierica di FT3, FT4 e TSH dopo overdose Valori di riferimento 1°g 2°g 4°g 5°g 6°g 10°g FT3 (2.5-4 pg/ml) 1.87 1.69 1.49 1.49 1.66 1.8 FT4 (5.4-12.40) 43.60 22.40 19.1 8.5 8.5 4.8 TSH (0.250-4200) 0.570 0.200 0.360 0.360 4.300 g= giornata di ricovero FT3 = triiodotironina FT4 = tiroxina G Ital Nefrol 2015; 32 (1) – ISSN 1724-5590 – © 2015 Società Italiana di Nefrologia 4 di 7 Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report Discussione La maggior parte dei casi di sovradosaggio di Ls descritti in letteratura sono riferiti all’età pediatrica ed hanno un decorso benigno [3] (full text). Si presentano, in genere, senza alcuna sintomatologia o con febbre, tachicardia, ipertensione e/o irritabilità. Al contrario, nell’adulto i dati in letteratura sono molto scarsi, l’assunzione è volontaria, a scopo suicida, e i sintomi sono molto più severi. La sintomatologia è varia, in relazione alla dose ingerita, da iniziali segni di ipertiroidismo (insonnia, nervosismo, irritabilità, tremori, incremento della temperatura corporea, ipertensione arteriosa, tachicardia), alla crisi tireotossica conclamata (psicosi, convulsioni, coma, aritmie e insufficienza cardiaca), all’ipertemia maligna, al danno epatico sino alla tempesta tiroidea. La dose tossica non è chiara e, pertanto, è importante il monitoraggio clinico e dei dosaggi ormonali per decidere la strategia terapeutica e valutare la prognosi [4] [4]. Il management dei casi di intossicazione da Ls prevede l’utilizzo di una serie di misure terapeutiche diverse, che, a seconda delle manifestazioni cliniche, comprendono la lavanda gastrica (nelle prime ore dall’ingestione) e l’uso di farmaci (carbone attivo, colestiramina, beta bloccanti, steroidi) riservando le procedure invasive, quali emoperfusione con filtro a carbone e plasmaferesi, ai casi di severa compromissione multiorgano come riportato nella Tabella 4 [5] [6] (full text) [7] [7]. In realtà, pur non essendoci linee guida per la gestione dei casi di intossicazione da Ls nell’adulto [8] [8], in letteratura viene descritto l’utilizzo di farmaci betabloccanti (propanololo 1-2 mg/kg/die) in presenza di tachicardia, steroidi (prednisone 2.8 mg/kg/die) e propiltiouracile (5-7 mg/kg/die), che riducono la conversione di tiroxina a triiodotironina, in associazione ai betabloccanti nei pazienti con sintomi più severi [9] [9]. De Luis et al. [10] [10], descrivendo un tentativo di suicidio di una donna di 26 anni, sottolineano la potenziale utilità, in termini di beneficio e bassa incidenza di effetti collaterali, della colestiramina (4 grammi ogni 8 ore per os), una resina a scambio anionico che lega le iodotironine e riduce l assorbimento della levotiroxina. Sola et al. [11] hanno illustrato il caso di una giovane donna con massiccia intossicazione accidentale di triiodotironina, 1000 volte la solita dose terapeutica per 8 giorni, associata ad importanti disturbi del sistema cardiovascolare e nervosocentrale, tanto da rendere necessario il ricovero in terapia intensiva. In assenza di untrattamento specifico, la paziente fu Tabella 3. Diuresi ed Indici di funzionalità epatica e renale durante la degenza Giorni di degenza 1°g 2°g 3°g 4°g 5°g 6°g 7°g 8°g 9∞g 10°g 16°g GOT (U/L) 9491 2491 1740 448 212 147 94 101 76 62 40 GPT (U/L) 1271 6682 5517 2168 1505 1393 796 589 407 111 35 112 104 87 127 244 193 181 163 123 54 ɣGT (U/L) Giorni di degenza 1°g 2°g 3°g 4°g 5°g 6°g 7°g 8°g 9°g 10°g 15°g 20°g Azotemia mg/dl 97 133 128 72 84 121 99 100 102 107 67 40 Creatinina mg/dl 3.4 4.56 4.38 2.24 3.64 5.19 5.0 4.8 4.63 3.23 1.7 0.9 Diuresi cc/24 h 200 100 50 400 480 500 500 1100 2000 3000 3500 1800 G Ital Nefrol 2015; 32 (1) – ISSN 1724-5590 – © 2015 Società Italiana di Nefrologia 5 di 7 Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report Tabella 4. Intossicazione da levotiroxina: opzioni di trattamento Trattamento Indicazione e/o azione Effetti collaterali Monitoraggio clinico paziente asintomatico o scarsa sintomatologia Lavanda gastrica o induzione dell'emesi riduce l'assorbimento gastro-intestinale Colestiramina 240 mg/kg/die in 3 dosi casi di recente ingestione disturbi gastro-intestinali (nausea, vomito ecc.) Betabloccanti (propanololo1-2 mg/Kg/die in 2-3 dosi per os) in presenza di tachicardia broncospasmo, bradicardia, ipoglicemia Propiltiouracile (5-7 mg/kg/die diviso ogni 8 h) in associazione alla terapia con beta-bloccanti in pazienti con sintomi severi rash cutaneo, agranulocitosi, dolori ossei Steroidi (prednisone 2.8 mg/Kg/die diviso ogni 6 h) in associazione alla terapia con beta-bloccanti in pazienti con sintomi severi Emoperfusione su carbone severa tireotossicosi con sintomi cardiaci o neurologici (dubbia efficacia) procedura invasiva Plasmaferesi casi estremi di severa tireotossicosi con sintomi cardiaci o neurologici procedura invasiva sottoposta ad emoperfusione; tale trattamento non ha ridotto in modo significativo i livelli ematici di triiodotironina libera. Contrariamente Kreisner e coll [12] hanno enfatizzato l’uso dell’emoperfusione con filtro a carbone come un importante strumento terapeutico nel trattamento delle forme severe ed acute di tireotossicosi dovute ad intossicazione di Ls. Liel et al. [13] hanno descritto l’efficacia nell’eliminazione degli ormoni tiroidei dal circolo utilizzando colestiramina e, successivamente, plasmaferesi in una donna con storia di carcinoma papillare della tiroide e metastasi polmonari in cui erano state somministrate alte dose di iodio radioattivo come procedura di salvataggio disperato. Pur non essendoci in letteratura molte evidenze circa l’uso della plasmaferesi, abbiamo deciso nella nostra paziente questa strategia terapeutica sulla scorta della gravità del quadro clinico, della giovane età della donna e dell’utilizzo sempre più frequente di questa metodica come strumento di disintossicazione in tossicologia clinica (intossicazioni da funghi, da farmaci quali antidepressivi triciclici, verapamil, diltiazem, teofillina e metalli pesanti) [14] [15] [16] (full text) [17] (full text). Conclusioni Il caso clinico descritto focalizza l’attenzione sulla severità delle complicanze da intossicazione da Ls nell’adulto e sulla necessità di una gestione multidisciplinare rimarcando il ruolo centrale dell’applicazione clinica della plasmaferesi [18] [18], il cui utilizzo razionale nei casi di severa tireotossicosi deriva dall’evidenza di un alto legame con le proteine plasmatiche ed un basso volume di distribuzione della Ls. Quindi la plasmaferesi è ragionevolmente la migliore opzione disponibile rispetto all’emodialisi o all’emoperfusione. Bibliografia [1] Centanni M Thyroxine treatment: absorption, malabsorption, and novel therapeutic approaches. Endocrine 2013 Feb;43(1):8-9 G Ital Nefrol 2015; 32 (1) – ISSN 1724-5590 – © 2015 Società Italiana di Nefrologia [2] Shilo L, Kovatz S, Hadari R et al. Massive thyroid hormone overdose: kinetics, clinical manifestations and management. The 6 di 7 Insufficienza multiorgano da massiva ingestione volontaria di Levotiroxina: case report Israel Medical Association journal : IMAJ 2002 Apr;4(4):298-9 (full text) official journal of the American Thyroid Association 2002 Jul;12(7):637-40 [3] Majlesi N, Greller HA, McGuigan MA et al. Thyroid storm after pediatric levothyroxine ingestion. Pediatrics 2010 Aug;126(2):e470-3 (full text) [12] Kreisner E, Lutzky M, Gross JL et al. Charcoal hemoperfusion in the treatment of levothyroxine intoxication. Thyroid : official journal of the American Thyroid Association 2010 Feb;20(2):209-12 [4] Binimelis J, Bassas L, Marruecos L et al. Massive thyroxine intoxication: evaluation of plasma extraction. Intensive care medicine 1987;13(1):33-8 [13] Liel Y, Weksler N Plasmapheresis rapidly eliminates thyroid hormones from the circulation, but does not affect the speed of TSH recovery following prolonged suppression. Hormone research 2003;60(5):252-4 [5] Acevedo Alcaraz, M D. Albaladejo Oton, JA Noguera Velasco, P Martinez Hernandez Intento de suicide por consume de levotiroxina Quimica Clinica 2007;26(5) 229-230 (PDF) [6] Ho J, Jackson R, Johnson D et al. Massive levothyroxine ingestion in a pediatric patient: case report and discussion. CJEM 2011 May;13(3):165-8 (full text) [7] A M Ruiz, AS Meseguer, PM Hernandez e IT Zapada Intoxicacion por ingesta de levotiroxina. Rev Lab Clin 2010; 3(3):136-138 [8] Matthews SJ Acute thyroxine overdosage: two cases of parasuicide. The Ulster medical journal 1993 Oct;62(2):170-3 [9] Lehrner LM, Weir MR Acute ingestions of thyroid hormones. Pediatrics 1984 Mar;73(3):313-7 [10] de Luis DA, Dueñas A, Martin J et al. Light symptoms following a high-dose intentional L-thyroxine ingestion treated with cholestyramine. Hormone research 2002;57(1-2):61-3 [11] Solá E, Gómez-Balaguer M, Morillas C et al. Massive triiodothyronine intoxication: efficacy of hemoperfusion? Thyroid : G Ital Nefrol 2015; 32 (1) – ISSN 1724-5590 – © 2015 Società Italiana di Nefrologia [14] Mancini E, Santoro A [Plasmapheresis in intensive care]. Giornale italiano di nefrologia : organo ufficiale della Societa italiana di nefrologia 2012 Jan-Feb;29 Suppl 54:S91-102 [15] van Huekelom S, Kinderen LH, der Vingerhoeds PJ et al. Plasmapheresis in L-thyroxine intoxication. Veterinary and human toxicology 1979;21 Suppl:7 [16] Nenov VD, Marinov P, Sabeva J et al. Current applications of plasmapheresis in clinical toxicology. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association - European Renal Association 2003 Jul;18 Suppl 5:v56-8 (full text) [17] Sakata S, Komaki T, Kojima N et al. The effect of double filtration plasmapheresis on thyroid hormone economy and thyroid function. Japanese journal of medicine 1986 Aug;25(3):246-9 (full text) [18] Horn K, Brehm G, Habermann J et al. [Successful treatment of thyroid storm by continuous plasmapheresis with a blood-cell separator (author's transl)]. Klinische Wochenschrift 1976 Oct 15;54(20):983-6 7 di 7