Giocare con gli occhi
28 October 2016
Stimoliamo vista e cervello dei nostri bambini con le illusioni
ottiche.
Per comprendere ci vuole fantasia
Le illusioni ottiche sono scherzi che il cervello gioca ai nostri occhi. Qualcosa che appare
diverso da quello che è in realtà. “L’ho visto con i miei occhi!” — si dice — e invece anche gli
occhi possono essere ingannati in modo sorprendente e, come vedremo qui, divertente.
Piccola premessa
Le illusioni ottiche vengono in genere divise in tre categorie:
1. Illusioni ottiche tout-court, come il miraggio, per esempio, un fenomeno naturale
atmosferico per cui oggetti lontani appaiono come se si riflettessero su uno specchio
d’acqua, oppure ingranditi e sospesi a mezz’aria.
2. Illusioni percettive, immagini illusorie dovute al fatto che abbiamo due occhi.
3. Illusioni cognitive, dovute al cervello, che ricorda una cosa, mentre gli occhi ne vedono
un’altra.
La maggior parte dei trucchi dei “maghi” di professione e dei prestidigitatori, che tanto
affascinano i nostri bambini (e non solo loro), si basa su un’illusione ottica, che si genera per
esempio sfruttando il movimento: a volte non vediamo il movimento, a volte crediamo di
vederlo, e invece non c’è.
Sei sicuro di avere cinque dita?
Sì, perché con questo semplice trucco potremmo pensare di avere almeno un dito in più.
Come? Tendete il braccio diritto davanti a voi e alzate il solo dito indice, poi guardate un
oggetto ad almeno un paio di metri di distanza, facendo coincidere oggetto e dito.
Puntate lo sguardo sull’oggetto e si creerà un altro dito.
Poi focalizzate lo sguardo sul dito: gli oggetti saranno diventati due.
Che cosa è successo? Semplice! Avete visto l’oggetto e il dito con i due occhi
separatamente.
Prova a tenere il dito fermo
Alzate l’indice della mano destra dinanzi a voi e chiudete un occhio.
A questo punto spostate il dito in modo da allinearlo a un oggetto qualsiasi e tenetelo il più
fermo possibile.
Ora aprite l’occhio chiuso e chiudete quello aperto.
Vi sembrerà che il dito abbia fatto un salto.
Provate adesso a richiudere l’occhio aperto e a riaprire quello chiuso.
Il dito ha fatto un altro salto, questa volta all’indietro.
Perché? Tra un occhio e l’altro ci sono circa 10 centimetri e ciascuno vede un’immagine
leggermente diversa. È il cervello, in realtà, a unirle e da questo deriva la capacità di valutare la
distanza tra gli oggetti.
L’acqua che spezza la matita
Prendete un bicchiere trasparente e riempitelo d’acqua fino a metà.
Poi immergete verticalmente la matita con la punta nell’acqua.
Portate gli occhi all’altezza del bicchiere: la matita sembrerà divisa in due!
La superficie convessa del bicchiere e l’acqua hanno “piegato” i raggi di luce e
l’immagine della parte di matita immersa nell’acqua è risultata spezzata.
Uguali ma non troppo
Occorrono qui due fogli di carta, uno bianco, uno colorato (più scuro è, meglio è).
All’interno del foglio bianco disegnate un quadrato di circa 8 cm di lato, sovrapponete i fogli e
ritagliate il quadrato in entrambi.
Poi metteteli davanti a voi su un tavolo.
Uno dei due vi sembrerà più grande.
I colori, infatti, danno sensazioni “illusorie” perché alcuni sono “dominanti” rispetto ad
altri. Quando i nostri occhi vedono colori diversi uno sull’altro, il bianco e gli altri colori chiari
vengono “divorati” da quelli più scuri!
E per finire, sperimentate la profondità!
Chiudete un occhio e portatevi le mani davanti agli occhi a un metro circa di distanza. Chiudete
il pugno tendendo solo l’indice di entrambe le mani, l’uno in direzione dell’altro, ma senza che
si tocchino.
Con un movimento rapido, portate a contatto le punte, poi provate con due dita diverse.
Scoprirete che non è facile congiungerle, quando guardate con un occhio solo.
Ciascuno dei nostri occhi vede le cose in modo leggermente diverso e questa differenza dà il
senso della profondità, grazie alla quale possiamo valutare quanto sia grosso o distante un
oggetto.
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