Récital Patricia Petibon | Opéra de Lyon

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Persinsala Teatro
Fabrizio Migliorati
novembre 27, 2016
L’Opéra di Lione accoglie la presentazione dell’ultimo album di
Patricia Petibon, La belle excentrique. Pubblicato nel 2014
per la prestigiosa etichetta Deutsche Grammophon, il disco è
stato presentato in una versione aggiornata e più ricca rispetto
all’incisione originale. Un pomeriggio allegro ed intenso accolto con grande
calore dal numeroso pubblico accorso all’Opéra.
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Patricia Petibon è oramai una stella della lirica internazionale. Allieva di
Rachel Yakar e scoperta da William Christie, il soprano francese
padroneggia un repertorio che va dal barocco francese fino alla musica
contemporanea. Il recital proposto alla l’Opéra di Lione, magistralmente
accompagnata al pianoforte da Susan Manoff, è un concentrato di
eleganza e di raffinata comicità, dove la grande tradizione della mélodie
française si giustappone ai ritmi e alle profondità sanguigne spagnole, fino
a divertissements instaurati con il pubblico.
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Si inizia con A Chloris, un estratto dalle Vingt mélodies, deuxième
recueil del venezuelano, naturalizzato francese, Reynaldo Hahn. La voce
celestiale della Petibon accarezza le linee vocali del testo, lavorando in
maniera certosina la propria voce, proponendo antichi sentori gregoriani
insieme a raffinatezze barocche. Segue Quand je fuis pris au Pavillon,
dello stesso Hahn, dove l’aspetto vocale si dimostra maggiormente ritmato
ed eminentemente francese nella forma.
Con Désespoir agréable di Erik Satie si cambia tono, e Susan Manoff
imprime un segno malinconico al recital, appena abbozzato, che assume
un rilievo maggiore con lo Spleen di Gabriel Fauré, dove la poesia di
Verlaine, e tutto il suo peso, vengono trasportati in musica, suscitando
sensazioni similari e profondamente differenti.
Les berceux di Fauré è un sogno ondivago, dove lo strumento della
Petibon pennella un universo onirico di rara bellezza, mentre il piano
sostiene questa creazione ex nihilo. Una sensazione simile è apprezzabile
nel Je te veux di Erik Satie, nel quale, tra delicatezze e melodie classiche,
il soprano inizia un giocoso dialogo con il pubblico fatto di ammiccamenti e
lanci di oggetti (decisamente e volutamente) kitsch. Gioco che continua
con due estratti dalla Chanson du Monsieur bleu di Manuel Rosenthal,
Fido, fido e L’Eléphant du jardin des plantes.
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1/3
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Persinsala Teatro
Fabrizio Migliorati
novembre 27, 2016
Prima di passare all’entracte, ecco un intenso omaggio a François Poulenc.
Le voyage à Paris di mostra una spensieratezza splendidamente
parigina che si contrappone alla successiva Hier, melanconica e triste. Ma
l’eleganza francese, mescolata all’ebrezza giovanile delle serate parigine
ritorna in Les gars qui vont à la fête, prima di magnificarsi in Les
chemins de l’amour, dove la voce danza e vive veramente l’amore,
mentre il piano di Susan Manoff agisce nell’essenzialità più elegante
possibile.
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Dopo la meritatissima pausa, la seconda parte del recital propone un
radicale cambio di forza e di atmosfera. Ecco che la Spagna irrompe in
scena con un A vida di Henri Collet dove la linea vocale è quasi continua,
ininterrotta, tale che forma un filo continuo delicato in grado di giungere
alle delicatezze più intime per poi esplodere in drammatiche aperture.
L’avventura spagnola continua con El vito di Fernando Obrados, l’intensa
e popolare Asturiana di Manuel De Falla, Cantares op.19/3 di Joaquin
Turina, vero e proprio festival di colorature e creazioni di lande vocali
senza confini e La delaïssado di Joseph Canteloube.
Il ritorno alla paese transalpino avviene con tre divertissements di Erik
Satie, Sur un vaisseau, La statue de bronze e Daphénéo, dove
l’opera buffa viene spinta fino alla comicità più semplice con un piglio
clownesco. Quello che potremmo definite come “interludio comico” non
sembra però terminare, anzi, si intensifica con i quattro pezzi de La
bonne cuisine di Leonard Bernstein. Composti a partire da quattro ricette
della manuale di cucina di Emile Dumont, questi pezzi vengono interpretati
in modo performativa dal soprano e dalla pianista, unendo l’altissimo
livello artistico con una comicità fisica inattesa.
Il pomeriggio lirico lionese termina con il preludio Andante con moto e
poco rubato di George Gershwin vicino alle sonorità jazz ma rallentato a
tal punto che il piano diviene talmente discreto da accarezzare il limitare
della sonorità.
Il ritorno sulla scena di Patricia Petibon chiude il recital con
un’appassionata interpretazione di Granada di Augustin Lara, grande
classico del repertorio del recital.
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2/3
Persinsala Teatro
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Fabrizio Migliorati
novembre 27, 2016
Il soprano e la pianista concedono un bis, augurando la buonanotte al
pubblico (anche se erano solamente le 17.30) con una ninna nanna di
Xavier Montsalvatge, Canción de cuna para dormir a un negrito.
Scelta destabilizzante ed estremamente azzeccata.
Le soprano Patricia Petibon, accompagnée au piano par Susan Manoff, a émerveillé le public lyonnais de
l’Opéra proposant des airs du grand patrimoine de la mélodie française, agrémentés d’une promenade
dans la musique espagnole et de la géniale folie de Leonard Bernstein
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Lo spettacolo è andato in scena:
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L’Opéra de Lyon presenta
Recital Patricia Petibon
La belle excentrique
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Opéra de Lyon
Place de la Comédie – Lione
Domenica 27 novembre ore 16.00 (rappresentazione unica)
Patricia Petibon, soprano
Susan Manoff, piano
durata 1 ora e 30 minuti
produzione Opéra de Lyon in collaborazione con la serie Les Grandes Voix
www.opera-lyon.com
https://teatro.persinsala.it
3/3
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