Circuits Martedì 29 Luglio 2008 53 La fusione delle nn Unified communication Wireless e banda larga consentono di unire in una sola rete voce, sms, fax, mail e videoconferenza di Elisa Pavan C omunicare evitando la confusione e l’inefficienza causata di una moltitudine di canali non integrati tra loro, ma anzi scambiando informazioni in modo più efficiente e al tempo stesso aumentando la mobilità dei lavoratori e quindi la produttività, riducendo i costi. È quello che promettono le soluzioni di unified communications, che sfruttano la tecnologia per comunicare attraverso un’unica interfaccia. Oggi le persone, al lavoro ma anche fuori, sono continuamente esposte a diversi mezzi: ricevono telefonate sul telefono fisso, altre su quello mobile, messaggi via mail, via sms o dal fax. Ma spesso le comunicazioni non vengono lette e le chiamate finiscono in casella vocale. Grazie a un sistema di unified communications il lavoratore può invece muoversi con maggiore libertà, impostando la propria disponibilità su uno o più mezzi, integrando telefono fisso e mobile, email o chat, ma anche organizzando videoconferenze, grazie alla tecnologia voip. In una parola «costruire uno human network», come lo ha definito Gianluca Ferrè, business development manager Unified communications di Cisco Italy, «in cui le persone vengono collegate in base alla loro presenza. Il sistema seleziona automaticamente su quale mezzo il lavoratore è contattabile, ovviamente solo se e quando l’utente vuole farsi raggiungere. È possibile trasferire le chiamate da telefono cellulare a fisso premendo semplicemente un tasto e il livello di sicurezza delle comunicazioni ip è maggiore di quello comunemente accettato per le telefonate su rete fissa e mobile». Sul mercato italiano, oggi molte aziende continuano a gestire «applicazioni diverse per i vari mezzi di comunicazione, con un contratto di telefonia mobile e magari un altro di telefonia fissa, un sistema per la gestione dei dati e un altro ancora per le email», come ha affermato Enrico Bonatti, direttore business group information worker di Microsoft, «ma si mostrano ricettive all’adozione di un sistema telefonico voice over ip, perché percepiscono il beneficio immediato della cessazione dei costi per la comunicazione voce». Secondo una ricerca svolta da Microsoft, che lo scorso ottobre ha lanciato la soluzione Office communication server per la Unified communication, oggi il 71% delle imprese comunicazioni Recordati più snella con le videoconferenze Telefonate facili in tutto il mondo e risparmi del 30% per i team Honda Racing di Formula 1 Un call center senza risponditori automatici per Europ Assistance Tante funzioni, un solo strumento conosce il voip e il 32,5% ha già adottato almeno un sistema del genere. D’altra parte molte fanno fatica a cogliere altri vantaggi meno palesi della unified communications, come «la maggiore possibilità di collaborazione fra gli utenti aziendali, la condivisione di documenti in versione dematerializzata, il risparmio sui costi degli spostamenti, evitati con le videoconferenze, e quindi, in ultima analisi, la maggiore produtti- Recordati Giuseppe Lauria, «era quella di mettere in comunicazione il management di livello medio-alto delle diverse sedi, italiane ed estere, in un tempo molto breve. Oggi in tutte le consociate abbiamo almeno Implementando al meglio un sistema di comunicazione integrata il concetto di luogo di lavoro può quindi diventare più flessibile. «Con un sistema interconnesso e basato sulla tecnologia ip», ha spiegato Ferrè, «posso per esempio lavorare da casa un paio d’ore e uscire più tardi per recarmi in ufficio, evitando così il traffico dell’ora di punta. L’azienda ha ovviamente i mezzi per verificare la mia presenza sul network e vedere che io sto effettivamente lavorando». Enrico Bonatti, Microsoft Gianluca Ferrè, Cisco Patrizio Di Carlo, Avaya vità, un fattore reale anche se difficilmente misurabile». Tra le aziende che si sono affidate a Microsoft c’è la farmaceutica Recordati, che ha consociate in Francia, Inghilterra, Germania, Irlanda e Spagna. «La nostra esigenza principale», ha raccontato il chief information officer di un pc con videocamere integrate che creano un network globale per le videoconferenze in voip, utili anche per la condivisione dei documenti come slide in Powerpoint. In questo modo possiamo evitare molte trasferte e risparmiare non solo a livello economico quanto in termini di tempo. Nel corso del 2008 estenderemo la rete e nel giro di un paio di anni contiamo di ultimare l’upgrade di tutto il sistema». Avaya ha seguito nell’implementazione di un sistema di telefonia ip per il team di Formula 1 Honda Racing, che, con team sempre in movimento tra diverse sedi, spendeva molto e continuava a incontrare difficoltà nelle comunicazioni critiche. «Ogni settimana i team compo- sti di ingegneri, esperti di marketing e altri professionisti si rimescolano in base alle esigenze», ha raccontato David France, it director di Honda, «e gli venivano dati numeri di telefono sempre diversi. Se spostavamo un team da una parte all’altra di un parco dove le vetture fanno i test, per esempio, dovevamo assegnargli extension telefoniche diverse, mentre i designer e gli altri impiegati della sede centrale tenevano monitorati i cambiamenti per continuare a raggiungerli in modo efficiente e rapido». Nelle due settimane di dicembre in cui le auto e i team non sono impegnate nelle gare e nei test su pista, Avaya ha testato con la scuderia il nuovo sistema, sviluppato grazie alla partnership con Nokia. Con il nuovo metodo di comunicazione «il responsabile it non deve continuamente perdere tempo a installare linee telefoniche analogiche in ogni location, avendo così più tempo per focalizzarsi su altre questioni più rilevanti. Inoltre», ha proseguito France, «eliminando i costi delle linee, non siamo costretti a pagare tariffe da chiamate internazionali per le chiamate da e verso i siti. Abbiamo registrato i nomi dei dipendenti e ora chi chiama da e verso l’azienda deve semplicemente dire il nome della persona con cui vuole parlare». Con il nuovo metodo Honda oggi risparmia circa il 30% nei costi telefonici, ha aumentato la collaborazione e la produttività tra il personale della sede centrale e i team nei vari campus, e vanta maggiore sicurezza nelle operazioni. I vantaggi derivanti da una comunicazione ottimale in movimento per utenti aziendali comunque «non riguardano solo i (continua a pag. 54) 54 Circuits Green Monkey Martedì 29 Luglio 2008 di Gianroberto Casaleggio nn Banche Atm evoluti, chioschi multimediali e operativi anche dal cellulare UniCredit accelera sulla multicanalità Cala la pubblicità su stampa ma paga l’alleanza col web N el mese di giugno il New York Times (NYT) ha perso il 16,4% dei suoi ricavi pubblicitari. Nel mese precedente la perdita era stata dell’11,9%. Un ulteriore segnale della crisi mondiale della carta stampata. Gannett, la più importante catena di giornali degli Stati Uniti, ha dichiarato una diminuzione del 36% dei profitti nel secondo quarto del 2008 e una caduta del 17% della pubblicità per USA Today. Il quadro generale è ancora più preoccupante. La Newspaper association of America ha infatti rilevato che nel 2007 i ricavi della pubblicità legati alla stampa hanno registrato la maggiore diminuzione dal 1950, con un arretramento del 9,4%. Le società editrici di giornali, come riportato da The New Yorker nell’articolo: «Out of Print. Morte e vita del giornale americano», hanno perso il 42% del valore di mercato negli Stati Uniti durante gli ultimi tre anni. Un rimedio contro il declino dei gruppi editoriali è la crescita continua della pubblicità su Internet. Un apparente paradosso, in quanto Internet è una delle cause, forse la principale, delle difficoltà attuali dei quotidiani. Lo studio annuale della società di ricerca Borrell Associates riporta che nel 2007, per la prima volta, gli annunci pubblicitari a pagamento I futuri ricavi sui siti dei giornali a livello per l’editoria locale hanno superato i verranno due miliardi di dollari, ai quali va aggiunto dall’on-line 1,1 miliardo di dollari e la pubblicità per le inserzioni a sarà sempre livello nazionale per più mirata e un totale di 3,2 miliardi. Secondo la Borrell, grazie adattata al lettore alla pubblicità on-line, la quasi totalità dei siti di testate giornalistiche genera profitti. Il crescente costo della carta e dei trasporti, la diminuzione delle vendite dei giornali e lo spostamento dei ricavi pubblicitari dal giornale all’on-line stanno cambiando le strategie dell’editoria mondiale. Nel rapporto 2007 sul settore dei media, la società Veronis Suhler Stevenson prevede che il volume di ricavi derivanti dalla pubblicità on-line supererà quello della carta stampata negli Stati Uniti nel 2011, raggiungendo i 62 miliardi di dollari contro 60. Il settore con i maggiori volumi pubblicitari rimarrà comunque, anche nel 2011, quello televisivo, che include anche la televisione via cavo e il satellite, con 86 miliardi di dollari. Lo spostamento della pubblicità dai media tradizionali a Internet è un fenomeno comune a tutto il mondo con velocità diverse da paese a paese. Un processo comunque irreversibile. In Europa la pubblicità on-line si sta diffondendo con maggiore rapidità nel Regno Unito e in Svezia, non a caso tra le prime nazioni per la diffusione di Internet. I futuri ricavi per l’editoria verranno dall’on-line e la pubblicità sarà sempre più mirata e profilata sul lettore. Il recente accordo tra il NYT e la società di social network Linkedin è un primo passo verso la profilazione dei contenuti in funzione del lettore. Linkedin è la prima rete sociale del mondo indirizzata ai professionisti con 25 milioni di utenti registrati. L’accordo prevede che nelle pagine dei membri di Linkedin appaiano i titoli di articoli del NYT inerenti al proprio settore di business. Ciccando un titolo si accede all’articolo ed eventualmente lo si può segnalare a uno o più contatti personali di Linkedin. Il NYT nella sua area «Business» riporta tutti gli articoli profilati per la rete sociale e promuove l’iscrizione a Linkedin. Il sito del quotidiano ha 17 milioni di contatti unici al mese, un patrimonio che può mettere a disposizione di Linkedin. La partnership non è la prima tra editori e reti sociali. Lo scorso marzo Linkedin ha siglato un accordo simile con la rivista Business Week per il suo sito www.businessweek. com. L’integrazione tra editoria on-line e reti sociali consente la profilazione del lettore e, di conseguenza, la proposta di contenuti specifici e di pubblicità mirate, con alti tassi di ritorno per gli inserzionisti. di Cristina Cimato R icevere un sms di alert subito dopo il prelievo all’Atm, poter essere contattato dal call center mentre si sta consultando il sito internet, pagare un biglietto aereo on-line senza usare la carta di credito. Sono alcuni dei servizi rivolti alla clientela offerti da UniCredit, che sta puntando molto negli ultimi anni sul modello di multicanalità. Accanto quindi alle agenzie e alla banca on-line, il gruppo mira all’ottimizzazione di una rete di canali tra i quali spiccano gli Atm evoluti, i chioschi, i Pos sul web e il telefono cellulare. «Questa strategia ci permette di approcciare non solo la clientela che si muove agevolmente su internet ma a un bacino di utenza più ampio. I risultati ci stanno confermando l’efficacia dell’approccio: nel 2007 abbiamo registrato un aumento del 10% di nuovi clienti che hanno avuto un primo contatto con la Banca tramite Carlo il sito web», ha spiegato Carlo Giugovaz, Giugovaz responsabile Banca Diretta e Multicanale della Divisione Retail Italia di UniCredit, «l’idea è quella di dare valore aggiunto al cliente attraverso l’interazione e la comunicazione tra i diversi canali e il trasferimento delle informazioni da uno all’altro». Uno dei servizi volti alla riduzione delle frodi è quello che permette di ricevere un sms di avviso ogni qualvolta viene effettuato un prelievo di una certa entità dall’Atm, mentre per facilitare la consultazione del sito, nel caso per esempio dell’apertura di un conto, è attivabile una richiesta di contatto con il call center semplicemente inserendo il proprio numero di telefono. L’operatore richiama il cliente, che può domandare delucidazioni mentre naviga sul sito. Per incentivare gli acquisti on-line, invece, la banca offre la possibilità, attraverso alcune partnership, di effettuare il pagamento senza l’uso della carta di credito ma facendo scalare la cifra dal proprio conto. «Il sistema di pagamento è sicuro perché per effettuarlo è necessario digitare, insieme all’importo da pagare, una parola chiave cosiddetta one time password, che ha validità per un minuto solamente. Per poter accedere a questo servizio è necessario avere un conto on-line, mentre in futuro il conto virtuale potrà appoggiarsi direttamente a una carta prepagata», prosegue Giugovaz. Per la realizzazione del modello Multicanale UniCredit ha messo a punto un piano di investimenti di oltre 170 milioni di euro in cinque anni per rendere disponibile alla clientela i servizi di versamento attraverso gli Atm evoluti, mentre per gli interventi sulle banche dell’ex Gruppo Capitalia è stato pianificato un investimento complessivo di 54 milioni di euro. «Un passaggio importante è quello che vedrà la completa migrazione di tutte le Banche ex Capitalia sui sistemi informativi di UniCredit. Il prossimo 18 agosto, per esempio, è prevista l’integrazione di Banca di Roma e in autunno quella del Banco di Sicilia», ha aggiunto Giugovaz. Da quando è iniziato il processo di riconfigurazione dell’intermediazione bancaria, l’operatività di cassa è calata del 25% a favore di Atm e Internet, mentre attraverso i canali evoluti viene effettuato il 74% delle principali transazioni operative e circa il 20% di tutti i mutui viene scelto on-line. «Oggi il 30% dei clienti sfrutta appieno le potenzialità della multicanalità, mentre l’obiettivo è quello di portare questo dato al 50% per arrivare a 5 milioni di clienti, su un totale di 10 milioni in Italia, che usano abitualmente tutti i canali diretti. In questo modo il gruppo si qualificherebbe come uno dei più innovativi a livello internazionale da questo punto di vista». (riproduzione riservata) Unified communication, la fusione delle comunicazioni (segue da pag. 53) dipendenti di un’azienda», ha spiegato Patrizio Di Carlo, Direct sales director Avaya Italia, «ma anche i telelavoratori o coloro che operano a casa del cliente». Tra i progetti seguiti da Cisco ci sono quelli per Unieuro, che usa il servizio internamente per fare briefing quotidiani ai suoi sales store, o quello per la filiale italiana di Europ Assistance. La compagnia di assistenza privata e di assicurazioni nel campo di viaggi, casa e salute, ha l’esigenza di trattare in modo rapido le informazioni: le risposte a un turista che abbia bisogno di urgenti cure mediche o a un viaggiatore con l’auto in avaria devono essere immediate e saperlo indirizzare verso l’operatore più appropriato, il quale a sua volta deve avere automaticamente a disposizione tutti i dati necessari per procedere. Niente risposte automatiche, quindi. Europ Assistance ha introdotto il sistema Cisco Unified Contact Center. «Avevamo un’infra- struttura mista che comprendeva apparati cti Cisco e un centralino di un altro vendor. Ma l’obiettivo che ci eravamo posti, ovvero dotarci di una soluzione che fosse il più possibile completa e integrata, ci ha imposto di uniformare l’infrastruttura», ha raccontato Agostino Fedeli, ingegnere a capo della direzione di tecnologia e sistemi informativi di Europ Assistance. «Abbiamo attivato due installazioni: una presso la sede di Milano e una a Rende, in provincia di Cosenza, dove gli operatori sono completamente integrati dal punto di vista telefonico e applicativo con l’headquarter». Oggi, grazie all’Unified Contact Center, Europ Assistance gestisce una media quotidiana di 15 mila chiamate al giorno inbound e altrettante outbound, per un totale di 10 milioni di telefonate l’anno; di queste, la metà sono evase dalla sede remota senza alcuna differenza per chi chiama. Secondo Cisco per adeguare il proprio sistema alle nuove esigenze di comunicazione le aziende preferisco- no rivolgersi a un operatore in grado di seguirle lungo tutto il percorso di adozione delle tecnologie. «Qualsiasi utente che in casa propria abbia un pc connesso a internet sperimenta quotidianamente le opportunità di comunicare a costi ridotti o nulli, con web 2.0, chat, Skype e social network come Facebook, mentre in azienda continua a usare il telefono fisso, nemmeno connesso al pc. Ci sono quindi molti stimoli per le imprese», ha commentato Ferrè di Cisco. Proprio per aiutare le aziende a ridisegnare i propri processi di comunicazione a giugno Microsoft ha aperto un Competence center, con una sede a Milano e un’altra a Roma. «I clienti vengono invitati presso il centro per un briefing, dove mostriamo i servizi possibili anche grazie ai nostri partner, come Telecom e Nortel. Forniamo loro l’infrastruttura per sperimentare e testare il servizio», ha raccontato Bonatti, «e infine li aiutiamo a disegnare un percorso di adozione». (riproduzione riservata).