6 aprile 2017
Il mare Adriatico è in buona salute
Foto di repertorio
Niente mucillagini e inquinamento secondo i dati raccolti ed
elaborati da Daphne
Un mare Adriatico in buona salute. È questa la sintesi dei risultati dell’
attività di monitoraggio tra Goro e Cattolica, condotta dalla struttura
oceanografica Daphne di Arpae Emilia-Romagna nel 2016 e presentata oggi a
Cesenatico.
Non sono stati registrati casi di inquinamento e non sono state rinvenute
mucillagini. Assente anche la microalga Ostreopsis ovata, che può
causare disturbi alle vie respiratorie e stati febbrili e che è presente nel periodo
estivo lungo tutte le coste italiane, fatta eccezione per le regioni del nord
Adriatico (Veneto ed Emilia-Romagna).
Da segnalare invece, oltre alle meduse nel periodo estivo, la presenza
eccezionaledella specie di ctenofori Mnemiopsis leidyi , conosciuto anche
come "noce di mare" ,lungo tutta la fascia costiera, fino a 10 km al largo: si
tratta di organismi gelatinosi simili alle meduse, non urticanti e innocue per
l’uomo, che si nutrono di larve e uova di pesce, creando indirettamente danni
al settore della pesca. I fenomeni eutrofici sono stati prevalentemente
localizzati nella zona settentrionale della costa.
La situazione positiva è stata condizionata sia da frequenti mareggiate, che
hanno favorito il rimescolamento lungo la colonna d’acqua, sia dai ridotti
apporti dai fiumi del bacino padano, che hanno influenzato prevalentemente la
parte settentrionale della costa. I dati sono stati presentati dalla responsabile
della Struttura oceanografica Daphne di Arpae, Carla Rita Ferrari.
“L’Adriatico è in buona salute- ha commentato l’assessore regionale
all’ambiente Paola Gazzolo-. I dati confermano un miglioramento della qualità
delle acque della costa emiliano-romagnola, grazie alla continua attività di
monitoraggio svolta da Arpae abbiamo le conoscenze per poter definire i piani
di salvaguardia e di ulteriore miglioramento della qualità delle acque”.
“Al quadro positivo del 2016- ha dichiarato la responsabile di Daphne Carla
Rita Ferrari- hanno contribuito gli scarsi apporti di acqua dolce dai bacini
costieri e le frequenti mareggiate. Si conferma che l'area di mare dell'EmiliaRomagna è molto sensibile all'andamento delle condizioni meteorologiche e
alle pressioni antropiche derivanti dai fiumi che sfociano in mare. La presenza
eccezionale di Mnemiopsis leidyi, viene tenuta sotto controllo, per i potenziali
problemi che potrebbe creare all’ecosistema marino”.
“L’impegno di Arpae per il mare- afferma il direttore generale di Arpae,
Giuseppe Bortone- è costante: dal monitoraggio della motonave Daphne
sullo stato delle acque ai controlli delle acque di balneazione, dagli studi e
progetti sull’erosione costiera agli impatti del cambiamento climatico
sull’Adriatico”.
Nel 2016 sono state recuperate lungo la costa emiliano-romagnola 370
tartarughe morte spiaggiate e 67 tartarughe vive, attirate dalla ricchezza di
cibo e dai fondali bassi. Gli animali vivi sono stati curati e successivamente
liberati dalla Fondazione Cetacea Onlus di Riccione.
Lo stato del mare nel 2016
Un fenomeno nuovo è la presenza di Mnemiopsis leidyi. Sono stati avvistati a
settembre lungo le coste dell’Emilia-Romagna e nelle acque di transizione
(Sacca di Goro, Valli di Comacchio, foci di fiumi).
L’organismo è originario delle coste atlantiche del continente americano, ma
negli anni '80 è stato introdotto nel Mar Nero tramite acque di zavorra di
petroliere. Qui ha trovato un ambiente favorevole al suo sviluppo, soprattutto
grazie all’abbondanza di cibo e alla scarsità di competitori e predatori e iniziato
a produrre grandi aggregazioni che, alimentandosi soprattutto di uova e larve
di pesce, nel giro di pochi anni hanno decimato i già traballanti (a causa della
sovrapesca) stock ittici del Mar Nero. La grande tolleranza di questa specie ai
diversi fattori ambientali, lo rende capace di adattarsi alle condizioni del
Mediterraneo, compromettendo gli stock ittici sia attraverso una competizione
per le risorse, sia a causa della dieta costituita prevalentemente da uova e
larve di pesce.
Tutto questo fa sì che Mnemiopsis leidyi sia in grado di modificare fortemente
interi ecosistemi e ridurre drasticamente l’ittiofauna delle aree che riesce a
colonizzare. Per questo si tratta di un fenomeno che deve essere tenuto sotto
controllo: già da tempo è un “sorvegliato speciale”, le cui segnalazioni sono
molto importanti e certamente si tratta di un animale con cui, purtroppo,
avremo molto a che fare in futuro.
Fenomeni eutrofici
Ad eccezione di un significativo evento eutrofico che ha interessato l’area dalla
costa fino al largo a fine marzo, nei restanti periodi i fenomeni di
eutrofizzazione si sono verificati nell’area settentrionale della costa,
direttamente investita dagli apporti del bacino padano, per poi diminuire
proseguendo verso sud.
Fenomeni ipossici/anossici delle acque di fondo
Lo sviluppo di fenomeni eutrofici e la concomitanza di condizioni di mare
calmo, con innalzamento delle temperature delle acque, hanno favorito la
formazione di aree ipossiche/anossiche (carenza/assenza di ossigeno
disciolto) negli strati di fondo.
Condizioni che si sono manifestate in maniera discontinua tra luglio, agosto e
settembre. Le aree ipossiche/anossiche si sono formate prevalentemente nella
parte settentrionale della costa, area sensibile ai fenomeni eutrofici, e in
seguito allo spostamento delle masse d’acqua da nord verso sud hanno
coinvolto anche le restanti aree, e in alcuni casi anche fino a oltre i 20 km al
largo.
La carenza di ossigeno crea condizioni non idonee alla vita degli organismi
che vivono a stretto contatto dei fondali causando stati di sofferenza,
migrazione degli organismi più mobili e moria di quelli sessili (fissi).
Il verificarsi di fenomeni di anossia crea problemi anche alle attività di pesca
in quanto i pesci modificano i loro areali di distribuzione allontanandosi dalle
aree che presentano condizioni sfavorevoli alla loro vita.
Nel 2016 non si sono registrati spiaggiamenti di pesce e organismi di fondo.
Meduse: significativa la presenza di meduse nel 2016. Segnalata in giugno la
presenza di Aurelia aurita o Medusa quadrifoglio e Rhizostoma pulmo (deve il
proprio nome specifico alle ritmiche contrazioni dell'ombrella che richiamano
alla memoria l'atto respiratorio, non urticante, presente sulla nostra costa fino
a settembre; le dimensioni sono degne di nota, potendo raggiungere i 50-60
cm di diametro e i 10 kg di peso, che ne fanno la più grande medusa del
Mediterraneo). In luglio, presenza della cubo medusa Carybdea marsupialis,
(specie urticante, corpo a forma di cubo lunghi tentacoli), in agosto e
settembre di Cotyloriza tubercolata (non urticante, corpo di grosse
dimensioni).
Collegamento sorgente: http://www.ravenna24ore.it/news/ravenna/0075873-mare-adriatico-ebuona-salute