TITOLO Un cambio di prospettiva per un mondo in transizione LUOGO E DATA 10 luglio 2013 Parlamento europeo, Place du Luxembourg Bruxelles ORGANIZZATORE The Centre for European Policy Studies CEPS RELAZIONE Christian Egenhofer, CEPS, ha introdotto la conferenza sottolineando l’importanza della pubblicazione realizzata dal team di Shell nell’ambito del decision making europeo, in vista della definizione del quadro energetico 2030. A causa della diffusa incertezza dovuta alla crisi economico-finanziaria che si ripercuote sulle negoziazioni in merito al cambiamento climatico, uno studio come quello realizzato assume un’importanza strategica per aiutare gli organi politici nella definizione delle misure da adottare per il futuro periodo di programmazione. Ben van Beurden, Downstream Director e membro del Comitato Esecutivo di Royal Dutch Shell, ha aperto i dibattiti illustrando come lo studio sulle nuove prospettive che potrebbero caratterizzare gli scenari dei futuri “business environment”, in parte riprendono alcuni dei temi emersi dal Libro Verde relativo al quadro per le politiche dell’energia e del clima per il 2030. Van Beurden ha successivamente delineato un set di suggerimenti che ritiene strategici per l’implementazione di una solida e concreta politica energetica di lungo termine: 1. il target per la riduzione delle emissioni di gas serra è critico, ma deve restare un parametro-obiettivo di riferimento, per cui i soggetti economici vanno lasciati nella condizione di poter scegliere il mix ottimale di energia e tecnologie; 2. lo strumento ETS (Emissions Trading System) va rafforzato, in quanto costituisce la maniera più efficiente a livello di costo per ridurre le emissioni e incentivare tecnologie a basso consumo di carbone; 3. il mercato delle rinnovabili deve essere sostenuto con giuste politiche di prezzi e di investimento, anche attraverso un sistema di taglio dei costi fissi per gli investimenti; 4. il meccanismo CCS (carbon capture and storage) è un altro elemento chiave per assicurare una crescita più sostenibile riducendo l’impatto della CO2; 5. il trasporto su strada va indirizzato verso biocombustibili avanzati, l’opzione più concreta per agire in vista della de-carbonizzazione. Jeremy Bentham, Vice Presidente Global Business Environment di Shell International, ha descritto nel dettaglio il risultato della ricerca condotta da Shell, “New Lens Scenarios: A shift in perspective for a world in transition”. Il lavoro evidenzia l’ingresso della nostra società in un’era d’incertezza e di molteplici transizioni: come sottolineato dagli esperti, i cicli economici si sono nel tempo intensificati e si è osservato un aumento dell’instabilità politica e sociale, aggravata in parte dell’insicurezza 1 economica; inoltre, sono presenti significative transizioni demografiche e fenomeni di urbanizzazione senza sosta sia nelle economie emergenti che in quelle meno sviluppate. Tutto ciò ha portato ad un aumento della domanda energetica, con l’emergere di nuovi fonti energetiche, ma con il costante tentativo da parte dei fornitori di combustibili tradizionali di mantenere la loro quota di mercato. Lo studio ha evidenziato la presenza di tecnologie avanzate in materia di risorse energetiche come i gas da argille e i liquid-rich shales (particolarmente sviluppati in America del Nord) e di fonti energetiche rinnovabili, come l’energia solare fotovoltaica, per la quale si è osservato un rapido aumento dell’offerta da parte di una piccola ma ben solida base di fornitori. Il relatore ha asserito che, a seconda del punto di osservazione, si possono avere panoramiche molto differenti sul prossimo futuro: la distribuzione del potere e la disponibilità delle risorse naturali definiranno la situazione politica ed economica per gli anni a venire. I due scenari proposti da Shell non hanno tanto a che fare con elementi previsionali, quanto, piuttosto, si offrono in qualità di “lenti”, attraverso le quali analizzare gli esiti possibili delle questioni cruciali relative all’ambiente economico, politico-sociale ed ambientale. Questi scenari sono stati identificati con il nome di “Mountains” ed “Oceans”, di cui di seguito si presentano le principali caratteristiche: Scenario Mountains: uno sguardo dall’alto. I benefici di una posizione elevata vengono esercitati e protetti e coloro che sono attualmente influenti lavorano alla creazione di stabilità per mantenere il potere e lo status quo: • il vantaggio crea vantaggio: presenza di un’élite d’istituzioni e centri di potere in grado di mantenere il controllo, mortificando il potenziale economico di alcuni settori sociali, ma permettendo a quelli già solidi di sbloccare risorse che richiedono capitale significativo e nuove tecnologie; • rigide strutture di potere: queste istituzioni ostacolano lo sviluppo economico, mentre le economie emergenti cadono nella trappola del “medio reddito”; • riduzione della domanda energetica dovuta a questo rallentamento economico; • grande successo dei gas di scisto e dei Coal Bed Methane, i quali diventano una delle maggiori risorse del sistema di approvvigionamento energetico; • riduzione dell’emissione di gas serra e aumento della temperatura globale dovuta allo sviluppo di queste nuove fonti energetiche e alla presenza di incentivi diretti a favorire le tecnologie per la “cattura e sequestro del carbonio” (CSS technologies). Scenario Oceans: una vista dell’orizzonte. Con onde crescenti, forti correnti e un volatile rimescolio di attori ed eventi, dettato da un irregolare accomodarsi d’interessi contrastanti, questo scenario si caratterizza per intermittenti bilanciamenti di forze competitive economiche e politiche: • interessi competitivi e crescente potere economico sono tuttavia uniti ad una diffusa tendenza al compromesso. Questo consente l’avvio di stabili riforme economiche che permettono lo sviluppo delle nazioni emergenti, aumentando così la produttività di una gamma più ampia di attività economiche e sociali; • forte coesione sociale e periodo proficuo di riforme. Aumentano le prospettive di miglioramento del welfare e della qualità della vita; • il crescente benessere economico causa pressioni relativamente all’approvvigionamento di cibo, acqua, energia ed altre risorse che diventano focolaio di nuove tensioni politicosociali; 2 • iniziale crescita della produzione di petrolio e di altri combustibili fossili. Questi, tuttavia, una volta diventati troppo costosi, lasceranno il posto allo sviluppo di nuove fonti energetiche e tecnologiche, come l’energia solare, mentre lo sviluppo del gas naturale non raggiungerà le aspettative di diffusione a causa di frameworks politici inadeguati. Volendo mettere a confronto le due visuali, notiamo che il consumo energetico è simile (si pensa a un +80% entro il 2050); altrettanto in parallelo si assiste a un’accelerazione dell’offerta e moderazione della domanda (causa aumento dei prezzi). La tempistica degli effetti, tuttavia, è diversa: c’è uno scarto di 25 anni tra la realizzazione degli obiettivi degli “Oceans” rispetto a quelli delle “Mountains”. Il relatore ha concluso l’intervento, constatando come, in entrambi i casi, sia fondamentale che le politiche, le tecnologie e i mercati lavorino sinergicamente per dare luogo a un sistema efficiente. Philip Lowe, Direttore-Generale, DG Energia, Commissione Europea, ha riportato l’attenzione sul tremendo livello d’incertezza, determinato da crisi economica e finanziaria, che rende oggi il comparto energetico campo ideale per il management del rischio, diversamente dal passato, quando i ritorni erano sicuri. Risulta infatti sempre più difficile poter realizzare un mercato unico per la commercializzazione del gas naturale a livello globale, a causa dell’elevata frammentazione del mercato, specialmente nel settore distributivo. Nonostante ciò un cambiamento strutturale è prioritario: Lowe ha infatti fatto riferimento alle proposte di riforma emerse dalla consultazione pubblica, confluita nel Libro Verde “Un quadro per le politiche dell’energia e del clima all’orizzonte 2030”. Il quadro mira a definire una prospettiva a lungo termine relativamente all’ambito della riduzione delle emissioni di gas serra, delle energie rinnovabili e del risparmio energetico. In particolare, come ricordato dal relatore, le emissioni di gas serra dovranno essere ridotte del 40% entro il 2030, in linea con l’obiettivo concordato a livello internazionale di limitare il riscaldamento globale a 2 °C: per realizzare questo progetto sarà indispensabile riformare il sistema di scambio delle quote di emissione (EU ETS), prevedendo un innalzamento dell’attuale prezzo del carbonio, affiancato da ulteriori eventuali misure nazionali come la tassazione di combustibili ad alta intensità di carbonio nei settori ETS. Inoltre, come precisato dallo stesso Libro Verde, è necessario aumentare la quota di energie rinnovabili, sviluppare infrastrutture migliori e più eco-sostenibili e l’ammodernare il sistema energetico: queste misure richiedono sicuramente investimenti significativi che l’Unione Europea dovrà sostenere con i necessari strumenti finanziari. Lo stesso rischio d’investimento dovrà essere equamente ripartito tra consumatori e produttori: bisogna quindi monitorare la situazione affinché la parte di costi più ingenti non ricadano esclusivamente sui consumatori. Peter Liese, MEP-PPE Commissione ENVI (Ambiente, sanità pubblica e sicurezza nazionale), si è detto piuttosto soddisfatto delle votazioni della settimana precedente sul backloading, il provvedimento d'emergenza per salvare l'ETS dall’eccessivo ribasso dei prezzi del carbonio, dovuti all'eccesso di permessi sul mercato. Inoltre ha salutato positivamente l’ulteriore supporto proveniente dal mondo scientifico che, in maniera unanime, ha ribadito l’imperativo di ridurre le emissioni per evitare drammatiche conseguenze sulle prossime generazioni: sia la comunità scientifica che il Parlamento sostengono infatti la necessità di rendere obbligatori gli obiettivi di riduzione delle emissioni, senza più lasciarli sul piano meramente opzionale. Tuttavia a questo proposito, al di là di una componente costruttiva del settore industriale, 3 permane ancora una forte attività di lobbying che ostacola i provvedimenti normativi. Per quanto riguarda il target sulla riduzione delle emissioni di gas serra per il 2020, è stata avanzata la proposta di aumentarlo dal 20 al 30%, mentre un giusto compromesso potrebbe coincidere con il mediano 25%. Liese ha inoltre ricordato la situazione ai tavoli internazionali di negoziazione sulle emissioni: gli USA hanno dichiarato che non agiranno fino a che la Cina non prenda provvedimenti in direzione di una riduzione delle emissioni. Tuttavia al fine di risolvere questa situazione di empasse, l’Unione Europea dovrebbe prendere una chiara iniziativa, presentando delle proposte concrete ai partner globali. Secondo l’Onorevole, nel caso in cui un accordo non si trovasse, sarebbe addirittura più ragionevole abolire il Regolamento internazionale, piuttosto che continuare in una situazione di stasi, suscettibile di peggiorare sempre di più le condizioni ambientali. A conclusione del suo intervento, il relatore ha ricordato il tema del nucleare: a suo avviso bisogna sostenere una linea intransigente al riguardo, attualmente condivisa da numerosi Stati membri, tra cui l’Italia, storicamente avversa al suo utilizzo. Žygimantas Vaičiūnas, Consulente presso il Ministro per l’Energia della Lituania, si è fatto portavoce della prospettiva della Presidenza lituana e ha fornito un quadro della situazione baltica. Secondo il panelist, i due scenari di New Lens presentano contemporaneamente vantaggi e svantaggi: sarebbe quindi auspicabile trarre i migliori insegnamenti da entrambi e realizzare una soluzione intermedia. Al contrario, è necessario evitare un’errata applicazione dei due scenari, ossia la creazione due tipi di situazioni negative: 1. “Mountains in the Oceans”, in cui si osserva una preponderanza di parametri-obiettivo, piuttosto che di misure concrete per realizzarli; 2. “Oceans on the Mountains”, in cui non sono presenti sufficienti sussidi per i lo sviluppo di Sistemi di Energie Rinnovabili (RES). Il prezzo del carbone e la competizione su mercato globale sono i fattori critici degli sviluppi in gioco. Vanno di pari passo l’evoluzione tecnologica e il dispiegarsi dei cicli economici: in questo quadro, i nostri impegni non devono risultare limitanti per il nostro adeguamento ai cambiamenti nel futuro. L’imprevedibilità dell’ambiente è un fattore che incide in modo preponderante. Venendo alla regione baltica, lo strumento Baltic Energy Market Interconnection Plan (BEMIP) è finalizzato a risolvere la questione delle “isole energetiche”: non esistono, entro queste, interconnessioni per la distribuzione del gas e non vi è alcun mercato. Per migliorare questa situazione sarà quindi necessario realizzare, per mezzo di strumenti di supporto a livello regionale, un sistema di connessioni alternative con il sistema energetico europeo che risulti efficace e poco dispendioso in termini di costi strutturali. Jason Anderson, World Wildlife Foundation, ha chiarito che il ruolo dei decision makers non è solo quello d’una passiva reazione all’annunciarsi di cataclismi, quanto piuttosto d’indirizzare bisogni futuri e presenti, creando attivamente gli scenari. La sensibilizzazione della popolazione globale sui temi ambientali è attualmente molto sviluppata, soprattutto per quanto riguarda la necessità di una crescita intelligente e sostenibile e gli interventi per combattere il cambiamento climatico. Nel prossimo futuro, secondo il relatore, è necessario diffondere tra la cittadinanza la convinzione che gli interventi da intraprendere non possano essere ulteriormente posticipati, ma al contrario si debba procedere con obiettivi più ambiziosi. 4 Per questo incoraggia l’Unione Europea a puntare a ridurre del 90% le emissioni, ponendo l’accento sulle emissioni domestiche, non potendo più ragionare in termini di compensazioni internazionali. E’ inoltre importante creare dei settori economici attraenti (la cosiddetta Green Economy) in grado di creare nuovi posti di lavoro e ridurre lo shock dei prezzi. LINK: http://www.shell.com/global/future-energy/scenarios/new-lens-scenarios.html Eseguito da: Danila D’Addazio e Silvia Andriolo UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510490 Fax +32 2 5510499 e-mail: [email protected]; [email protected] 5