Benefici derivanti da una dieta ricca di pesce

Benefici derivanti da una
dieta ricca di pesce
Umberto Scognamiglio
IRCCS Fondazione S. Lucia - Roma
Benefici nutritivi del pesce
CONSIDERAZIONI NUTRIZIONALI
Elevato grado di variabilità tra le specie per tutte le sostanze nutritive ad eccezione delle
proteine
1. Energia. Varia in ragione del contenuto di acqua che a sua volta varia inversamente al
contenuto in grasso
2. Proteine. Di elevato valore biologico e la presenza di minor tessuto connettivo li rende
più digeribili. Il contenuto in aa essenziali è elevato
3. Lipidi. È variabile tra le specie ma anche nella stessa specie. La classificazione per
quanto arbitraria permette di suddividere il pesce in grasso (azzurro) e magro (bianco)
4. Acidi grassi. Non vi è un profilo tipico, variano con la specie e sono influenzati dalla dieta
e dalla temperatura dell’acqua (↑ FAT ↓ °C), tutti contengono LC n-3 PUFA, EPA e DHA.
5. Minerali nel caso delle specie marine, una buona fonte di quali iodio, selenio, calcio,
ferro, zinco
6. Vitamine A , B3, B12, E e D
Pesci
Grassi
Intermedi
Magri
BIANCO
AZZURRO
FSA, 2004
5-20 %
-
1-2 %
Steffen, 1979
>5%
1–5%
<1%
Danish Fish
Assessment, 2003
>8%
2–8%
<2%
Benefici nutritivi del pesce
Benefici nutritivi del pesce
Contenuto di omega-3 nel pesce
100g Alimento
Sgombro
Tonno
Aringhe
Salmone
Merluzzo
Tuorlo d’uovo
Pollo
Fegato di maiale
mg DHA
1400
1200
900
820
200
110
30
30
Fonte: USDA Nutrient Database far Standard Reference
Benefici nutritivi del pesce
Indice
Aterogenicità
Indice
Trombogenicità
Pesce
0,4
0,2
Carni bovine
0,7
>1
Carni suine
0,6
>1
Alimenti
Rueda et al., 1997; 2001
L+4M+P
IA = --------------------------ω3 + ω6 + O + Am
M+P+As
IT = ---------------------------------------------------------------------0.5 O + 0.5 Am + 0.5 (ω-6) + 0.5 (ω-3) + (ω-3/ω-6)
Benefici
nutritivi
del pesce
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Ð Rischio di aritmia
Ð Tendenza alla stenosi coronarica
Ð Livelli Tg
Effetti benefici ω-3
Ï HDL Colesterolo
Ð Livelli pressione arteriosa
Ï Vasodilatazione
Ð Aggregazione piastrinica
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Indice di mortalità per 10.000 abitanti e percentuali di decessi relativi ad individui
nativi della Groenlandia e abitanti in Groenlandia (periodo 1979 – 1983) e relativi alla
popolazione danese (1980): L’ESKIMO
Gruppi di età
EXPERIENCE
15 – 44
Mortalità
45 – 64
% di
decessi
Mortalità
>65
% di
decessi
Mortalità
% di
decessi
Maschi
Groenlandia
0.5
0.7
12.0
6.7
115.7
13.5
Danimarca
1.0
6.5
38.7
32.8
247.3
35.8
Rapporto G/D
0.52
0.11
0.31**
0.20**
0.47
0.38**
Femmine
Groenlandia
0.2
0.7
4.8
3.9
63.9
10.3
Danimarca
0.2
2.3
9.8
14.1
158.9
33.1
Rapporto G/D
0.88
0.30
0.49**
0.28**
0.40**
0.38**
*=p<0.05; **=p<0.001
Bang, H.O., Dyerberg, J., 1980. Lipid metabolism in Greenland Eskimos. Adv. Nutr. Res. 31, 1–32.
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Caratteristiche dello studio
• Meta-analisi con dati aggregati di 13 coorti da 11 studi indipendenti,
• 222 364 partecipanti
• 3.032 decessi CHD
• 11,8 anni in media di follow-up
• 6 coorti dall’USA, 6 dall’Europa e 1 dalla Cina
Assunzione di
pesce
R.R.
IC
1 volta settimana
0,85
95% CI, 0,79 a 1,01
2-4 settimana
0,77
95% CI, 0,66-0,89
≥ 5 settimana
0,62
95% CI, 0,46-0,82
He, K. et al. Circulation 2004;109:2705-2711
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Pooled estimate of RR and 95% CI of CHD mortality rates for fish consumption 1/week vs <1/month
He, K. et al. Circulation 2004;109:2705-2711
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Dose-response relation of RR of CHD mortality in relation to fish consumption
Rispetto a quelli che non
hanno mai consumato
pesce o mangiato pesce
meno di una volta al mese,
gli individui con un elevato
introito di pesce hanno
mostrato un rischio
inferiore di mortalità per
CHD.
Ogni 20 g/d aumento di
assunzione di pesce era
legato a un 7% più basso
rischio di mortalità per CHD
He, K. et al. Circulation 2004;109:2705-2711
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
• Meta-analisi con dati aggregati di 19 studi osservazionali
• 14 coorti e 5 caso controllo
• 228.864 partecipanti
• 3.032 decessi CHD
• 14 anni in media di follow-up
• 6 coorti dall’USA, 6 dall’Europa e 1 dalla Cina
La meta-analisi ha dimostrato che il consumo di pesce rispetto ad un basso o nessun
consumo di pesce è risultato associato con un rischio relativo di 0,83 per CHD fatale e
0,86 per il totale dei CHD, rispettivamente.
Whelton SP, et al. Am J Cardiol 2004;
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
PESCE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI
Confrontando diversi tipi di pesce,
un minor rischio appare fortemente
correlato all'assunzione di pesce
grasso (salmone, aringhe, sardine),
piuttosto che pesce magro (pesce
gatto, merluzzo, halibut).
Stroke
PESCE E ICTUS
Linee Guida Italiane per la prevenzione e il trattamento dell'ictus cerebrale
Lo studio delle relazioni esistenti tra consumo di pesce ed ictus cerebrale è giustificato
fondamentalmente dal ruolo che tale tipo di alimento ha come fonte dietetica di acidi
grassi n-3 a catena lunga (EPA e DHA). I numerosi studi di coorte che si sono occupati
dei rapporti fra consumo di pesce e ictus sono stati oggetto di recente di rassegne
strutturate e di analisi statistica combinata.
Una metanalisi e uno studio delle relazioni apporti-effetto suggeriscono un’azione
protettiva del consumo di pesce nei confronti dell'ictus (come numero totale di
eventi e come ictus ischemico).
Gruppo Nutrizione: Rotilio G, et al. SPREAD ed, 2003, 2005, 2007;
Le raccomandazioni nutrizionali per
la prevenzione dell’ictus
Sono indicati i seguenti obiettivi nutrizionali specifici per la popolazione
generale:
è indicato mantenere un peso corporeo salutare (IMC= 18.5-24,9). l’obiettivo
può essere raggiunto aumentando gradualmente il livello di attività fisica,
controllando l’apporto di grassi e dolciumi, aumentando il consumo di frutta e
verdura. (Grado D)
è indicato ridurre l’apporto di sale nella dieta a non oltre i 6 grammi di sale (2,4
g di sodio) al giorno. L’obiettivo può essere raggiunto evitando cibi ad elevato
contenuto di sale, limitandone l’uso nella preparazione degli alimenti e non
aggiungendo sale a tavola. (Grado D)
è indicato ridurre il consumo di grassi e condimenti di origine animale,
sostituendoli con quelli di origine vegetale (in particolare olio extravergine di
oliva). (Grado D)
è indicato consumare pesce almeno 2 volte la settimana (complessivamente almeno 400 g),
g quale fonte acidi grassi poliinsaturi della serie
ω-3, preferibilmente pesce azzurro, salmone, pesce spada, tonno
fresco, sgombro, trota.
trota (Grado C)
Gruppo Nutrizione: Rotilio G, et al. SPREAD ed, 2003, 2005, 2007;
PESCE E ICTUS
Squares indicate the adjusted RR in each study
He, K. et al. Stroke 2004;35:1538-1542
Meta-analisi dati di 8 studi
prospettici
• 200.575 participanti
• 3491 eventi di stroke
• follow-up media di 12,8 anni
Individui che avano un alto
consumo di pesce rispetto a
soggetti che non consumavano mai
o mangiavano pesce meno di 1
volta la mese, presentavano un
minor rischio di stroke.
La riduzione del rischio di stroke fu
statisticamente significativa per un
consumo di pesce di 1 volta la
settimana (RR, 0.87; 95% CI, 0.770.98).
Effetti benefici sul rischio di stroke
aumentavano all’aumentare del
consumo di pesce.
Per coloro che mangiavano pesce
5 volte o più a settimana, il rischio
di stroke fu meno del 31% (RR,
0.69; 95% CI, 0.54-0.88).
PESCE E ICTUS
Risk of Stroke According to Fish Consumption by Period of Follow-up*
Mozaffarian, D. et al. Arch Intern Med 2005;165:200-206.
Copyright restrictions may apply.
PESCE E ICTUS
Progetto “NUTRISTROKE”
in pz con ictus ischemico normonutriti o con MN di
grado lieve supplementazione con:
Acidi grassi ω3
Antiossidanti
500 mg/die
vit. E 300mg/die; vit. C 300mg/die; β-carotene 20 mg/die ; polifenoli 250 mg/die
entrambi
in aggiunta a dieta ricca in omega-3, antiossidanti
IMC a T0
IMC
<20
20-21.9
22-24.9
≥25
%
5.6
9.9
23.9
60.6
(kg/m2)
albumina
•
Miglioramento dello stato nutrizionale
a 6 mesi per il 96% dei pz
•
Non influenza su recupero funzionale
a breve termine,
•
Ma trend verso una riduzione della
mortalità al follow-up nei pz che
avevano assunto ω3
Stato nutrizionale
Range
riferimento g/dl
T0
T6
>3,5
51,6 %
96,7%
Normale
3,5-2,8
45,2 %
3,3 %
Malnutrizione lieve
2,7-2,1
3,2 %
0%
Malnutrizione
moderata
<2,1
0%
0%
Malnutrizione grave
Garbagnati et al. Cerebrovasc Dis, 2009
PESCE E ATEROSCLEROSI
L’infiammazione gioca un ruolo
importante sia nell'avvio che nella
progressione dell'aterosclerosi
Dati sperimentali e studi epidemiologici
hanno fornito alcune prove del fatto
che gli ω-3 svolgono effetti benefici
sulla funzione endoteliale e sulla
riduzione dell'infiammazione.
Uno studio di intervento della durata
di 18 mesi su un campione di 171
uomini di età compresa tra 65-75 anni:
un aumento moderato di ω-3 dalla
dieta riduce i livelli dei markers
infiammatori
He K. Prog Cardiovasc Dis 2009;
PESCE E DISLIPIDEMIE
I primi studi che hanno dimostrato benefici cardiovascolari da una dieta ricca in ω-3
sono stati condotti su Eschimesi della Groenlandia.
Eschimesi della Groenlandia che consumavano 700 mg/die di colesterolo da cibi
molto grassi, presentavano livelli plasmatici significativamente più bassi di
lipoproteine plasmatiche a bassa densità (LDL)
LDL e molto bassi di lipoproteine a
densità (VLDL)
VLDL rispetto agli Eschimesi trapiantati in Danimarca che consumano diete
occidentali europee.
(Bang e Dyerberg, 1980)
PESCE E DISLIPIDEMIE
studio cross over
9758 uomini età 50-59 aa
Francia e Irlanda
senza CHD
L'effetto principale degli n-3 sui lipidi è associato con la loro capacità di ridurre la
concentrazione dei trigliceridi plasmatici.
Dallongeville J, et al. Circulation 2003;
PESCE E DISLIPIDEMIE
63 soggetti sovrappeso ed ipertesi
16 settimane intervento
Gr. Dieta ipocalorica
Gr Pasto giornaliero pesce +
dieta normocalorica
Gr. Dieta ipocalorica + pesce
Gr Controllo dieta normocalorica
Gr. Dieta + pesce, comparato con
il Gr Controllo ha mostrato il maggior
decremento di lipidi:
Tg Ð 38% (P < 0.001)
HDL2 colesterolo Ï 24% (P = 0.04)
Trevor A Mori, et al. Am J Clin Nutr 1999;
PESCE E IPERTENSIONE
International Study Macro e Micronutrients and
Blood Pressure (INTERMAP)
Uno studio epidemiologico internazionale
• 4680 uomini e donne
• età 40–59 anni
• 17 gruppi di popolazione in China, Japan, UK
e USA, hanno mostrato una relazione inversa
tra una dieta ricca in omega -3 e pressione
arteriosa
Ueshima H., et al. Hypertension 2007;
PESCE, GRAVIDANZA E SVILUPPO FETALE
Il consumo di pesce di donne in
gravidanza e in allattamento determina
la concentrazione di DHA nel sangue e
nel latte materno
PESCE, GRAVIDANZA E SVILUPPO FETALE
• durante l'ultimo trimestre
di gravidanza e nei primi
mesi post-natale.
• Il cervello e la retina del
feto non sintetizza LC n-3
PUFA, perciò il trasferimento
placentare e di
approvvigionamento tramite
latte materno o alimenti
per lattanti sono di
fondamentale importanza
(Clandinin et al., 1989, 1999;
Martinez, 1992),
1992 considerando
che la produzione da parte
del fegato fetale può essere
insufficiente (Rodriguez et al.,
1998).
PESCE, GRAVIDANZA E SVILUPPO FETALE
In una ricerca su12.000 donne
Danesi:
• Peso della placenta
• Circonferenza della testa
• Peso alla nascita
Aumenta con l’aumentare
del consumo di pesce
settimanale
Burdge, 1998; Olson, 1990
PESCE, GRAVIDANZA E SVILUPPO FETALE
44.824 donne del Danish National Birth
Cohort (1996-2002).
Ha valutato l’associazioni tra il consumo
di pesce in gravidanza e peso,
lunghezza e circonferenza cranica di
neonati a termine.
Questi risultati indicano che il
consumo di pesce grasso, un
percorso noto di esposizione agli
inquinanti organici persistenti,
potrebbe essere associato ad una
ridotta crescita fetale.
HalldorssonTh. I., et al. Am J Epidemiol 2007;
PESCE, GRAVIDANZA E SVILUPPO FETALE
ALSPAC study
• 11 875 donne UK
• food frequency questionnaire stimare
il consumo di pesce
• 32 settimana di gestazione
• Valutazione sviluppo cerebrale,
capacità cognitive e comportamentali
su bambini dai 6 mesi a 8 aa
Sono stati registrati effetti benefici
sullo sviluppo del bambino per
consumi di pesci > 340 g/sett
Una maggiore assunzione materna di
omega-3 è stata associato a un minor rischio
di QI verbale
Il che suggerisce che i consigli di
limitare il consumo di pesce potrebbe
effettivamente essere dannoso.
I risultati mostrano che i rischi per la
perdita di sostanze nutritive sono
superiori ai rischi da esposizione a
inquinanti in traccia nelle 340 g di
pesce settimanale.
Lancet 2007; 369: 578–85
PESCE E DECLINO COGNITIVO
Con l'invecchiamento,
invecchiamento e soprattutto
tra i pazienti con malattia di
Alzheimer (AD), i livelli di DHA nel
cervello tendono a diminuire il che
suggerisce che una abbassamento
del livelli di DHA dalla dieta
potrebbe contribuire al
deterioramento della memoria e di
altre funzioni cognitive.
DHA possiede tre proprietà neuroprotettive che potrebbero contribuire a proteggere
le persone anziane che sono a rischio di sviluppare demenza:
1. Ï migliora il flusso ematico cerebrale
2. Ð riduce l'infiammazione
3. Ð attenua la formazione e l’aggregazione di placche amiloidi.
Fotuhi M., et al. Nat Clln Pract Neurol 2009;
PESCE E DECLINO COGNITIVO
L'analisi multivariata mostra la regressione lineare del declino cognitivo dopo 5 anni in
210 uomini anziani in relazione al consumo di pesce.
La figura mostra la variazione media nel funzionamento cognitivo tra il 1990 e il 1995,
corretto per età, istruzione, consumo di alcol, abitudine al fumo, attività fisica, l'energia
assunta, con un valore basale del funzionamento cognitivo.
I consumatori di pesce; ■, non consumers pesce. * Significativamente diversi da declino
cognitivo in 51 non consumers pesce, P 0,01
van Gelder BM, et al. Am J Clin Nutr 2007;85:1142–7.
PESCE E DECLINO COGNITIVO
Uno studio prospettico che ha coinvolto
• 899 uomini e donne
• non affetti da demenza all'inizio dello studio, età media di 76,0 anni
• seguiti per una media di 9,1 anni per lo sviluppo di tutte le cause di
demenza e malattia di Alzheimer.
Soggetti con concentrazione plasmatica alta di DHA (quelli con un consumo
medio di 3 porzioni di pesce alla settimana)
settimana avevano una riduzione del 47% di
rischio di sviluppare tutte le cause demenza
Framingham Heart Study
Schaefer EJ, et al. Arch Neurol. 2006;
PESCE E APPARATO VISIVO
Il DHA rappresenta il componente
essenziale e strutturale delle cellule
nervose e dei lipidi retinici,
costituendo circa il 60% degli acidi
grassi contenuti nei segmenti
esterni dei coni e dei bastoncelli
PESCE E APPARATO VISIVO
La degenerazione maculare legata
all'età (AMD) è una patologia
multifattoriale che colpisce la zona
centrale della retina, detta macula. È
ad andamento progressivo e può
portare alla perdita completa ed
irreversibile della visione centrale
Una meta-analisi di dati aggregati provenienti da 9 studi su un campione
totale di 88 974 hanno dimostrato che un elevato apporto dietetico di ω-3 è
stato associato con il 38% di riduzione del rischio degenerazione maculare
legata all’età (AMD) .
L’assunzione di pesce almeno 2 volte a settimana è stato associato a
riduzione del rischio delle maculopatie sia precoci (OR 0,76) che tardive (OR
0,67).
Chong, E. W-T. et al. 2008;126:826-833.
PESCE E RACCOMANDAZIONI
QUALE PESCE E QUANTO?
Le Società Internazionali raccomandano tra le regole
alimentari che contribuiscono a prevenire le malattie
cardiovascolari ed alcuni tumori il consumo di pesce almeno 2
volte a settimana proprio per l’apporto di queste molecole.
Gebauer SK, et al. Am J Clin Nutr 2006;
PESCE E RACCOMANDAZIONI
LARN
Categoria
WHO Guidelines
È consigliato il consumo
regolare di pesce: 1-2
porzioni alla settimana in
quanto protettivo contro le
malattia cardiovascolari e
l’ictus ischemico. La
porzione dovrebbe fornire
un equivalente di 200-500
mg di EPA e DHA
Età
w6
(anni)
%
energia
Lattanti
0,5 - 1
Bambini
w3
g/die
%
energia
g/die
4,5
4
0,2-0,5
0,5
1-3
3
4
0,5
0,7
4-6
2
4
0,5
1
7 - 10
2
4
0,5
1
11 - 14
2
5
0,5
1
15 - 17
2
6
0,5
1,5
18
2
6
0,5
1,5
11 - 14
2
4
0,5
1
15 - 17
2
5
0,5
1
ò 18
2
4,5
0,5
1
Gestanti
2
5
0,5
1
Nutrici
2
5,5
0,5
1
Maschi
Femmine
PESCE E RACCOMANDAZIONI
PESCE E RACCOMANDAZIONI
Composizione acidi grassi
Pesce 100g
Lipidi (g)
ω-3 (g)
Anguilla*
28,9
7,3
Aringa
16,7
2,6
Salmone
12
3,0
Sgombro
11,1
2,5
Tonno
8
3,2
Cefalo
6,8
2,1
Spigola*
6,8
2,6
Sardina
5
1,0
4,1
1,1
3
1,2
Acciuga
2,6
1,0
Sogliola
1,4
0,8
Merluzzo
0,3
0,1
Trota iridea*
Trota
Per quanto riguarda il valore
nutrizionale spesso si crede
che sia più elevato nelle
specie ritenute “pregiate”
(merluzzi,
sogliole,
etc..)
mentre spesso si sottovaluta
la ricchezza in nutrienti delle
specie dei nostri mari come
sardine,
sgombri,
tonno
ricchi di Omega3, ferro,
fosforo, selenio.
I prodotti di acquacoltura,
acquacoltura un
po’ più grassi della specie
selvatica, a torto ritenuti più
poveri in Omega 3 sono
invece ricchi di queste
molecole.
* allevamento
www.inran.it
CONCLUSIONI
Le numerose evidenze dei benefici prodotti da una dieta ricca in pesce hanno
indotto anche i Paesi più cauti a sostenerne il consumo ad almeno due volte la
settimana.
I benefici sono da imputare ad alcuni nutrienti quali gli ac. grassi della serie ω3 di cui il pesce è una preziosa e privilegiata fonte.
Tutte le fasce di età hanno la necessità di assumere tale nutriente dai primi
periodi della vita sino all’età senile
Per una maggiore chiarezza è doveroso che ricerche future affrontino alcune
criticità ricorrenti nella letteratura:
Studi sugli effetti benefici legati al consumo di pesce sono per lo più carenti sul
tipo di pesce o di LC n-3 PUFA e, di conseguenza, raramente consentono un
valutazione della dose-risposta relativa alla quantità di LC n-3 PUFA sulla
salute.
La qualità metodologica degli studi che utilizzano olio di pesce o integratori è
generalmente migliore rispetto agli studi con apporto dietetico di pesce
In un gran numero degli studi, i contaminanti nei pesci non sono stati
analizzati.
GRAZIE PER
L’ATTENZIONE