La cantante Tiziana Ghiglioni apre al Miv la rassegna jazz "Fifteen for jazz". Varese, 27 ottobre 2011- di ELENA MAMERIE’ tempo di Jazz a Varese, è tempo di “Fifteen for Jazz”. Una importante rassegna dedicata al genere che verrà ospitata dal Miv Cafè, location del pieno centro varesino. Quindici sarà numero ricorrente di questo festival che avrà inizio questa sera 27 ottobre 2011 e si protrarrà fino a maggio, per ben 15 giovedì con una frequenza di ogni 15 giorni. Ora il giovedì sera di Varese potrà avere un’anima nuova per molti, a partire da questo primo appuntamento con un’artista considerata la “First Lady” del Jazz italiano, Tiziana Ghiglioni accompagnata da Alberto Tacchini. Accanto ai brani appartenenti alla sua lunga (trentennale ormai) carriera, presenterà anche i brani del suo ultimo lavoro “Songs” (Splas(H) Record), scritti dalla cantante e musicati dal bravo Alberto Tacchini. La cantante savonese, amante del free jazz e delle contaminazioni, già dagli esordi cattura l’attenzione di pubblico e critica, tanto da divenire protagonista di molteplici collaborazioni con alcuni tra i più noti jazzisti italiani (Luca Flores, Enrico Pieranunzi, Paolo Fresu, Franco D’Andrea, Gianluigi Trovasi e Enrico Rava) e internazionali (Chet Baker, Steve Lacy, Mal Waldron, Paul Bley e Lee Konitz). Una serata da non perdere che avrà inizio alle ore 19 con apericena e concerto alle ore 21.30, ovviamente a ingresso gratuito. La rassegna continuerà poi con il prossimo appuntamento, il 10 novembre con Gianni Cazzola Trio with Simone Daclon & Roberto Piccolo. Elena Mameri [email protected] Info e prenotazioni: 0332 022149 – Civas: 348 4125877 [email protected] www.mivcafe.it Il Rock'n'Folk Festival di Como da venerdì entra nel vivo. Como, 27 ottobre 2011– Ha inizio oggi il Rock‘n’Folk Festival di Como con una serie di eventi collaterali, manifestazione che durerà fino a domenica 30 ottobre e si terrà presso il Teatro Sociale della città. Un festival ricco di appuntamenti all’insegna della buona musica nostrana e non, dedicata a tutti. Tre giorni dedicati appunto alla musica popolare con concerti ma pure con interessanti convegni a tema. Da segnalare almeno quello di sabato dove si parlerà del valore della musica popolare locale rispetto alla globalizzazione che da sempre contagia anche la musica. Ma eccovi il programma dettagliato: Venerdì 28 ottobre 2011 Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – Istituto Parini – progetto scuole musicali/convegno “Questa non è Musica per vecchi” Dalle ore 17.00 alle ore 19.00 – Libreria Feltrinelli – letture/incontro “Dal Lagh d’Orta al Lagh de Còmm” Dalle ore 21.00 alle ore 23.30 – Teatro Sociale Verdi – Concerto Primo appuntamento Rock’n’Folk Festival. Hevia (Asturie), Lou Dalfin (Occitania), Mancamezzora (Lombardia) Sabato 29 ottobre 2011 Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – Teatro Sociale, Sala Bianca – Convegno “From the roots to the routes: il valore della musica tra locale e globale, tra valorizzazione del territorio e internazionalizzazione” Dalle ore 17.00 alle ore 19.00 – Piazza Verdi – animazione di piazza Progetto di intrattenimento, folklore, musica e spettacolo a cura dell’Associazione Onlus IL SOLE e dell’artista internazionale del Burkina Faso “Tonguim guebré Zakaria”. Dalle ore 21.00 alle ore 23.30 – Teatro Sociale Verdi – Concerto Secondo appuntamento Rock’n’Folk Festival. The Paul McKenna Band (Scozia) nella foto, Peppe Voltarelli (Calabria), Trenincorsa (Lombardia), Crous e Pielo (Prouvènço) Domenica 30 OTTOBRE 2011 Dalle ore 17.00 alle ore 19.00 – Libreria Feltrinelli – letture/incontro “Ninne nanne per bambini di ogni età” Ricordiamo che durante tutte le giornate del Festival, dalle ore 10.00 alle ore 19.00 presso Piazza Verdi La Curiera della Musica sarà allestito un infopoint della manifestazione, punto di incontro dove sarà possibile prenotare i concerti. In tutte le giornate dalle ore 16.00 alle ore 18.00 sempre presso Piazza Verdi La Curiera della Musica ci saranno numerose esibizioni di giovani talenti musicali con performance all’avanguardia a cura del Conservatorio di Como (Artisti: Domenico Stranieri, Flavio Minardo, Davide Molteni). Elena Mameri [email protected] Tre famiglie su dieci non arrivano a fine mese: e il peggio deve ancora arrivare. Roma, 25 ottobre 2011 – La percezione che il peggio non sia passato e che la crisi sara’ ancora molto lunga spinge le famiglie a risparmiare, ma sempre meno riescono a farlo. Di qui un “clima di scoramento” e il timore per il futuro. L’immagine emerge dalla tradizionale indagine Acri-Ipsos condotta per la “Giornata mondiale del risparmio” secondo cui sono poco piu’ di un terzo le famiglie che nel 2011 sono riuscite effettivamente a mettere da parte qualcosa: il 35% contro il 36% del 2010. Una percentuale che crolla al 25% al Sud. Ma a crescere sono soprattutto i nuclei in “saldo negativo”, quelli cioe’ che per tirare avanti hanno dovuto mettere mano ai risparmi passati o a indebitarsi: sono il 29% del campione (40% nel Mezzogiorno) contro il 26% del 2010. Sono inoltre il 42%, contro il 36%, dell’anno scorso gli italiani che temono di non riuscire a risparmiare nel 2012 come in passato, mentre solo il 13% spera di risparmiare di piu, il dato piu’ basso mai registrato dall’indagine. CROLLA L’AMORE PER MATTONE, TORNANO DI MODA I BOT La crisi raffredda il tradizionale amore degli italiani per il “mattone”, mentre riaccende quello per i Bot grazie all’aumento dei tassi d’interesse. In generale, nel 2011 e’ tornata ad aumentare (dal 21 al 24%) la percentuale degli intervistati che preferisce investire una piccola parte dei propri risparmi, a discapito di chi sceglie di tenere i soldi in casa o sul conto corrente (64% contro 68% nel 2010). PRECIPITANO CONSUMI, SI SPENDE SOLO PER LE MEDICINE La crisi morde, i consumi crollano: si compra soltanto l’indispensabile, a partire dalle medicine. La riduzione della spesa riguarda anche quelle categorie come elettronica, telefonia e prodotti per la casa che lo scorso anno parevano essere state meno penalizzate dalla crisi. La situazione di crisi continua ad abbattersi soprattutto sul fuori-casa (bar e ristoranti, cinema e teatro, viaggi): rispetto al 2010 un altro 12% di italiani ha ridotto questa tipologia di spese, portando il saldo negativo tra chi le ha aumentate e chi le ha tagliate da 40 a 52 punti percentuali. ITALIANI SFIDUCIATI, UNO SU 2 HA PAURA DEL FUTURO Scoramento e preoccupazione: la crisi preoccupa gli italiani e il 2011 si rivela l’anno peggiore del decennio. Un Paese che “sembra non reagire alla crisi, anzi la aggrava” e dove “si fa molto meno affidamento che in passato sulla ripresa globale“. Un “crudo realismo, scevro di illusioni” prende il posto dell'”attendismo prudente e preoccupato” registrato nel 2010. Nel prossimo futuro non si “intravede nulla di positivo” e, anzi, si “avverte un progressivo peggioramento della situazione”. E’ in questo quadro che il 50% degli italiani si dice pessimista rispetto al futuro, contro un 36% di ottimisti e un 14% di attendisti. IL DOPO-PENSIONE FA PAURA ALL’80% DEGLI ITALIANI Il momento di andare in pensione spaventa gli italiani che temono di non riuscire a mantenere il proprio tenore di vita. l’80% degli intervistati si dice “molto” (41%) o abbastanza (39%) preoccupato per il proprio futuro dopo il pensionamento.(AGI) Lo straordinario "casino" del Danno Compound venerdì aprirà il Gallarate Festival Jazz. GALLARATE, 25 ottobre 2011 – di SARA MAGNOLI – Il Gallarate Jazz Festival sarà aperto venerdì 28 ottobre alle 21.30 al teatro del Popolo da un gruppo di allievi di percussione della scuola di musica Centro Espressione Musicale di Gallarate. Hanno fra i 13 e i 30 anni e sono diretti dal loro insegnante, Massimiliano Varotto, che ne segue la formazione musicale anche individualmente. Si chiamano “Danno Compound” (e fate attenzione, se mettete l’articolo prima del nome, a metterlo al maschile singolare “il”, non al plurale…) e sono già stati apprezzati in diverse occasioni. Nato infatti esclusivamente come progetto didattico, questo ensemble (oggi costituito da Fabio Neposteri, Federico Bianchi, Alessandro Luoni, Francesco Rossetti, Davide Tripicchio, Oliviero Cislaghi, Marta Costacurta e Luca Turri) ha fatto le sue prime esperienze performative nei saggi di fine anno, ma da tempo sviluppa anche progetti più articolati, esibendosi in numerose rassegne. Una musica “cross-over” per sole percussioni, un ritmo coinvolgente, un affiatamento tra loro e con il loro maestro, la capacità di alternare e di fondere i momenti di improvvisazione agli arrangiamenti scritti, hanno recentemente debuttato al teatro dei Filodrammatici di Milano con il progetto “Milano Ictus” di e con Dome Bulfaro per la regia di Enrico Roveris e con Francesco Marelli e Lorenzo Pierobon. E al Gallarate Jazz Festival, oltre ad aprire la serata inaugurale con “Call and Response” e a esibirsi prima del Daniele Malvisi Quartet in una serata dedicata a Miles Davis, saranno anche protagonisti alle 11 di sabato 29 ottobre di “La clessidra e il pendolo rovesciato”, concerto per le scuole. Di tutto questo, ma anche dei progetti futuri, che sono davvero tanti, abbiamo parlato con il loro maestro, Massimiliano Varotto, che li dirige. Che cosa si prova ad aprire un Jazz Festival, tra l’altro in una serata dedicata a Miles Davis, scopritore di grandi talenti? “Cosa si prova? Dovresti guardarci negli occhi durante i 5 minuti che precedono l’entrata sul palco. Siamo in 10 nell’ensemble e l’emozione è contagiosa! Non è la prima volta che suoniamo ad un festival, abbiamo suonato in rassegne e teatri anche prestigiosi e nel tempo avuto l’onore di condividere le serate con il Max De Aloe Quartet, il Trio DulbeccoFioravanti-Ferra e con il Quartetto di Giovanni Falzone ma l’emozione è sempre grande. Guai se venisse meno. Ora attendiamo con gioia questa nuova esperienza e che lo spirito di Miles evocato dallo splendido Daniele Malvisi Quartet sia con tutti noi!” Sarete voi anche i protagonisti della lezione/concerto per le scuole sabato mattina: come si struttura un concerto di questo tipo e qual è la risposta che solitamente avete dagli studenti? “La lezione/concerto per le scuole l’abbiamo strutturata per stimolare i ragazzi allo studio della musica oltre che all’ascolto. Infatti ci saranno dei momenti in cui verranno coinvolti direttamente a suonare con noi. Ma di più non posso dire perché sarà una sorpresa. Sabato mattina per la prima volta sul palco con il Danno Compound ci saranno anche tre bassi elettrici, Giulia Giorgetti e Valentina Guidugli con il loro maestro Augusto Gentili. Suoneremo insieme “The Chicken” di Jaco Pastorius e un brano di Augusto Gentili dal titolo “Ritratto di un Ritratto”, tutti e due riarrangiati per tre bassi elettrici ed ensemble di percussioni. Poi alla fine ci sarà spazio per rispondere alle domande dei ragazzi, anche perché di solito sono sempre molto attenti e partecipi e le domande che fanno sono pertinenti. Vorrei aggiungere che l’iniziativa promossa dal Gallarate Jazz Festival di riservare un concerto ai ragazzi delle scuole è veramente pregevole. La musica è viva e la si può incontrare. Faccia a faccia. Quali i prossimi progetti del Danno Compound? “I progetti che abbiamo per il futuro sono i concerti, la promozione dello spettacolo teatrale “Milano Ictus” in collaborazione con il poeta e performer Dome Bulfaro, che MilleGru ha editato con libro e video dello spettacolo che abbiamo registrato al Teatro Filodrammatici di Milano nell’ottobre del 2010, e poi da novembre inizieremo a registrare il nostro primo disco con tanti ospiti. Nel frattempo prove e studio…” Ma questa volta che lo svelate perché vi chiamate così? “Va bene. Ci chiamiamo Danno Compound perché nel 2000 in Zambia, più precisamente a Kafue Town, stavo hgyegb chyeghid, quando ad un certo punto bhdfjuiyfchsv e allora dissi hjyuwdudgd gjjkhhd bhhhsowoqowoq e lui disse Danno Compound! Ecco svelato il mistero”. Sara Magnoli [email protected] Andy Timmons Band in concerto al Land of Live di Legnano. Legnano, 25 ottobre 2011-All’interno delle serate Special Night Live il Land of Live di Legnano mercoledì presenta l’attesissimo live di Andy Timmons Band con Mike Daane al basso e Rob Avsharian alla batteria (inizio ore 21.30, ingresso 18 euro). Timmons è uno tra i chitarristi fondamentali dei nostri giorni torna, dopo la sua prima presenza di marzo 2010, al Land of Live di Legnano, per una delle sue poche date italiane. Recentemente inserito tra i 20 migliori chitarristi al mondo, Andy Timmons è in Italia per celebrare l’uscita del nuovo CD “Andy Timmons Plays Sgt.Pepper”. Durante la serata verranno presentate canzoni del nuovo CD, così come vecchi successi della band. Sulle migliori riviste di settore si dice di lui che è “un chitarrista che viene dalla galassia” capace di spaziare dal jazz, all’heavy metal al blues. È per questo che la performance di mercoledì sera a Legnano, si preannuncia imperdibile per i puristi delle sei corde e della ricercatezza sonora, ma anche per i curiosi alla continua ricerca di un “ascolto” fuori dal comune. BIOGRAFIA: Andy Timmons nasce a Evansville, Indiana il 26 Luglio 1963. Il chitarrista americano, comincia la sua carriera nella sua città natale dove inizia a suonare all`età di 13 anni con la sua prima band , Taylor Bay, strabiliando per le sue doti innate di musicista. Si fa notare dal grande pubblico nei Danger Danger, gruppo di hard rock/Glam Metal, band con la quale produsse tre album. Apre poi i concerti dei Kiss e Alice Cooper nei loro rispettivi tour mondiali, vendendo milioni di dischi; è stato primo in classifica per due volte su MTV. Nella sua discografia troviamo sette dischi solisti che variano dallo strumentale al cantato e persino un tributo a Beatles/Elvis Costello. Ha partecipato come session player al cd del leggendario batterista Simon Phillips, con il quale ha lavorato sul disco “Another Lifetime” del 1997, al cd di Olivia Newton-John (c`è da dire che Andy è stato inoltre direttore artistico e chitarrista nel suo tour americano), a due cd con Kip Winger acclamati a livello internazionale; ha registrato anche con Paula Abdul e Paul Stanley e ha composto inoltre dei Jingles televisivi. Autore di varie jam-session con vari artisti, ha suonato anche con alcuni dei suoi “guitar-heroes” della sei corde, quali Joe Satriani e Steve Vai (musicisti con i quali è stato in tour con il G3), Eric Johnson, Steve Morse, Ted Nugent e Ace Frehley, e ancora Mike Stern e Pierre Bensusan. Il suo più celebre brano è l`emozionante ballata “Cry for You”. Negli ultimi anni è stato inserito da una rivista rock giapponese trai migliori 20 chitarristi del mondo. Le sue esibizioni live sono uniche e riescono a mettere in luce il carisma artistico di questo straordinario “guitar hero”. Manifestazione NO TAV: si è chiusa senza incidenti una giornata alla quale hanno partecipato15mila persone. Val di Susa, 23 ottobre 2011– Si è conclusa poco fa l’assemblea dalla baita presidiata dai NO TAV e dagli oltre 15 mila manifestanti. Il tutto si è svolto in maniera pacifica, deludendo magari anche le “speranze” di qualcuno ( tra cui alcuni giornalisti e politici…) che dopo i fatti di Roma del 15 ottobre hanno denigrato il movimento che si è sempre detto pacifico. Movimento che oggi di nuovo ha compiuto una grandiosa azione di disobbedienza pacifica, attuando gli unici tagli giusti da fare: quelli alla TAV, quelli alle reti, illegali, che circondano il non-cantiere diventata ormai zona militarizzata e mantenuta con i soldi pubblici (9.000 euro al giorno). “Obiettivi raggiunti. Credo che possiamo dirci più che soddisfatti. La manifestazione ha raggiunto gli obiettivi”: dice Alberto Perino, uno dei leader No Tav, all’assemblea dei manifestanti in corso alla baita della Maddalena, in Val di Susa. L’assemblea ha accolto il suo discorso con un applauso. “E’ andato tutto bene – ha ancora detto Perino – chi voleva che finisse male non ci è riuscito”. Perino ha proposto a tutti di rientrare a Giaglione (“Fra un’ora e mezzo farà buio”) e non ha ricevuto obiezioni. La baita continuerà ad essere presidiata da un gruppo di No Tav. I manifestanti hanno iniziato la discesa verso Giaglione. V.S. Sarà il violoncellista Paolo Damiani a chiudere il Gallarate Jazz Festival: l'intervista. GALLARATE, 23 ottobre 2011 – di SARA MAGNOLI – La nona edizione del Gallarate Jazz Festival sotto la direzione artistica di Max De Aloe si apre al teatro del Popolo venerdì prossimo, 28 ottobre. Con un programma eccezionale, che ha tra gli ospiti, nella serata conclusiva di domenica 30 alle 21.30, Paolo Damiani, in violoncello solo, con “Memorie future”. Compositore, direttore artistico e d’orchestra, contrabbassista e violoncellista, oltre che didatta, ha studiato composizione e strumento con personaggi quali Giorgio Gaslini, Fernando Grillo, Bruno Tommaso, Lucio Buccarella, Giorgio Pani, Giuseppe Selmi, Frances Marie Uitti. Direttore del dipartimento di jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e insignito nel 2008 dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di Cavaliere per i suoi meriti artistici, è stato nominato nel 1999 – ed è rimasto fino al 2002 -direttore artistico e musicale della prestigiosa Orchestra Nazionale Francese di Jazz, primo artista straniero ad aver vinto il relativo concorso. Ideatore del festival internazionale di jazz di Roccella Jonica, nonché del coordinamento di festival jazz L.I.R.A. che comprende i più innovativi festival italiani di jazz, ha collaborato con alcuni dei più prestigiosi musicisti del mondo, tra cui Pat Metheny, Kenny Wheeler, Albert Mangelsdorff, Billy Higgins, Charlie Mariano, Antony Braxton, Cecil Taylor, Gianluigi Trovesi, Trilok Gurtu, Miroslav Vitous, Barre Phillips, Tony Oxley, John Surman, Enrico Rava, Anouar Brahem, Marc Ducret, Louis Sclavis, François Jeanneau, Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Pino Minafra e Giorgio Gaslini con il quale ha debuttato professionalmente nel 1976. Dal 1978 dirige proprie formazioni con cui ha partecipato ai più importanti festival del mondo, suonando tra l’altro a Parigi, Londra, Madrid, Lisbona, Berlino, Varsavia, New Dehli, Chicago, Montreal, Toronto, Vancouver, Istanbul, Rabat, Colonia, Francoforte, Siviglia, Porto, Le Mans, Grenoble, Zurigo, oltre che nelle più importanti rassegne italiane. Ha scritto inoltre musica per molti gruppi di danza e di teatro e da sempre si occupa di ricerca musicale alla scoperta di nuovi linguaggi. Si esibisce anche con attori o scrittori, da Lella Costa ad Arnoldo Foà, da David Riondino ad Angela Finocchiaro a Stefano Benni con il quale ha creato diversi lavori e, insieme all’editore Vincenzo Sicchio ha inventato la collana di audiolibri allegata alla Repubblica e all’Espresso (giugno 2006), di cui ha curato la regia musicale coinvolgendo diversi artisti. Un ospite d’eccellenza e di grande disponibilità, che ha subito accolto la nostra richiesta di rispondere a qualche domanda. Il suo spettacolo al Gallarate Jazz Festival si intitola “Memorie future” e sembra richiamare, almeno nel titolo, una specie di bilancio della vita professionale e umana. Qual è allora il suo bilancio? “Io non parlerei di bilancio: Memorie future è stato anche il titolo del festival di Roccella Jonica di due anni fa. Era il trentesimo anno e si è voluto fare un bilancio, ma di memorie proiettate nel futuro, nei progetti. Memorie intese non in senso nostalgico, ma come nostre radici per proiettarci in cose future. E in quel senso c’è ancora molto da esplorare. In particolare la dimensione del “solo” è interessante, perché è un viaggio nel proprio inconscio. Se si esplora insieme, c’è sempre una dimensione con altri, c’è un’empatia. Il “solo” è l’estrema nudità dell’artista davanti al pubblico. E non puoi bluffare”. La sua carriera è un fiorire di collaborazioni anche con artisti che non sono musicisti. Come si intersecano e di arricchiscono tra di loro arti diverse? La “contaminazione” per te è maestra di vita? “A me piacciono molto operazioni di questo tipo, trovo che la musica possa avere una direzione diversa, più imprevedibile. Quando faccio qualcosa con artisti come per esempio Benni, Lella Costa, Riondino, solo per citarne alcuni, lo spettacolo è sulle parole: la musica diventa una parte del tutto. L’attore recita e tu puoi fare meno cose che in un concerto, quindi la musica assume una dimensione imprevista, a volte basta un solo suono, o anche un silenzio. Questa è una cosa che mi porta un po’ fuori dal jazz, che, quando si tratta di alcune cose un po’ stantie, mi annoia. Anche la mia scelta ultimamente di esibirmi con il violoncello più che con il contrabbasso va in questo senso. Il jazz a volte in Italia è un po’ stereotipato. Credo che la musica jazz dovrebbe muoversi anche in altre direzioni, non rinunciare a creare qualcosa di originale”. Lei può vantare incontri artistici con personaggi del calibro di Pat Metheny. Kenny Wheeler e altri big conosciuti anche dal grande pubblico. Com’è lavorare con loro? “Dipende dalle persone. Per esempio con Pat Metheny sei anni fa ho vissuto per una settimana l’esperienza di un festival in Sardegna ed è una persona straordinaria. Prima di conoscerlo non sapevo quanto si sarebbe messo in gioco e la cosa mi faceva anche un po’ paura: poi ho trovato una persona che non solo provava più di tutti, un perfezionista incredibile, al punto che a noi capitava anche di andare al mare e sentivamo lui che provava in albergo. E inoltre è una gran bella persona. Per me è stata una bellissima esperienza, anche vedere la sua disponibilità. Anche, per fare un altro esempio, con Wheeler c’è un rapporto di stima e amicizia. Poi è capitato comunque di incontrare anche personaggi meno disponibili, che portano le loro impostazioni e che faticano anche a comunicare con gli altri. Ripeto: dipende dalle persone”. Il Gallarate Jazz Festival ispira quest’anno le sue serate a tre grandissimi della musica e del jazz, Miles Davis, Sonny Rollins e Chet Baker. C’è ancora secondo lei traccia delle loro opera nel jazz e nella musica contemporanea? “Di Miles Davis sicuramente: si tratta di un musicista che fatico a definire solo artista jazz. Ha inventato molte cose diverse nella sua vita, è andato verso il jazz rock, la musica elettrica,… È sempre stato molto avanti e i suoi brani sono ancora terra di ricerca. Sonny Rollins è un virtuoso, Chat Baker un grande musicista. Anche se fra i tre, quello a cui mi sento molto vicino resta Davis”. Il Gallarate Jazz Festival si svolgerà dal 28 al 30 ottobre al teatro del Popolo, con inizio concerti alle 21.30. Il “solo” di Paolo Damiani è in programma domenica 30. L’ingresso a ciascuna serata è di 6 euro: prevendite e informazioni al Centro Espressione Musicale di via Pasubio ([email protected], www.centroespressionemusicale.com). Sara Magnoli [email protected] Debutto dei varesini Frozen Farmer per la Ghost records: Ep in uscita a novembre. Varese, 23 ottobre 2011– C’erano una volta i Midwest. Uscivano per Homesleep e fecero due dischi. Belli. Ed intrisi di una passione americana da farti pensare che la griffe rappresentava il loro vero luogo d’origine. Che invece è Varese, come quello dei Frozen Farmer, di cui, i Midwest, formano due quinti. Il legame, oltre alla presenza di Francesco Scalise e Paolo Grassi, è la visceralità folk in cui l’EP d’esordio – che verrà pubblicato da Ghost Records l’11 novembre – permette di immergersi. Canzoni, perchè questo sono, dove la tradizione americana viene sviscerata senza alcuna referenzialità gratuita: atteggiamenti da pianure sconfinate, con trame- siano sfumate da scarti blues o bagnate da evocazioni alt countrytanto immediate quanto consapevoli nella descrizione. Non solo, quindi, rivisitazione di sonorità amate. Piuttosto ricerca di forme attuali per una musica sempre viva. Così, sin dall’incipit di una Pain Or Sorrow, reiterata e commovente in un incrocio incessante fra parole e suoni, si entra in una dimensione profonda- per emotività- e concreta- per esposizione. Raccontata anche attraverso una delicatezza di fondo, destinata a cancellare qualsiasi possibile sfoggio barocco, pur essendo sempre circondata da una ricchezza strumentale stratificata. Un nuovo inizio. Affascinante come la storia passata. Biografia: I Frozen Farmer sono un gruppo folk rock varesino nato nel 2009. La band è composta da Francesco Scalise (voce, banjo) Luca Gambacorta (voce, chitarra, mandolino) Carlo Rizzi (basso) Paolo Grassi (percussioni) e Giordano Rizzato (batteria). Francesco Scalise e Paolo Grassi sono ex componenti dei Midwest, una band con due LP all’attivo, pubblicati da Homesleep Records, “Town & Country” (2002) e “Whatever You Bring We Sing” (2004) Le canzoni dei Frozen Farmer raccontano storie di vita personale ed esperienze passate, gran parte delle quali sono state vissute durante il periodo trascorso da Francesco negli States.