Il noto promoter milanese Claudio Trotta della

La cantante Tiziana Ghiglioni apre al
Miv la rassegna jazz "Fifteen for
jazz".
Varese, 27 ottobre 2011- di ELENA MAMERIE’ tempo di Jazz a Varese, è tempo di
“Fifteen for Jazz”. Una importante
rassegna dedicata al genere che verrà
ospitata dal Miv Cafè, location del
pieno centro varesino. Quindici sarà
numero ricorrente di questo festival
che avrà inizio questa sera 27
ottobre 2011 e si protrarrà fino a
maggio, per ben 15 giovedì con una
frequenza di ogni 15 giorni.
Ora il giovedì sera di Varese potrà avere un’anima nuova per molti, a partire
da questo primo appuntamento con un’artista considerata la “First Lady” del
Jazz italiano, Tiziana Ghiglioni accompagnata da Alberto Tacchini.
Accanto ai brani appartenenti alla sua lunga (trentennale ormai) carriera,
presenterà anche i brani del suo ultimo lavoro “Songs” (Splas(H) Record),
scritti dalla cantante e musicati dal bravo Alberto Tacchini.
La cantante savonese, amante del free jazz e delle contaminazioni, già dagli
esordi cattura l’attenzione di pubblico e critica, tanto da divenire
protagonista di molteplici collaborazioni con alcuni tra i più noti jazzisti
italiani (Luca Flores, Enrico Pieranunzi, Paolo Fresu, Franco D’Andrea,
Gianluigi Trovasi e Enrico Rava) e internazionali (Chet Baker, Steve Lacy,
Mal Waldron, Paul Bley e Lee Konitz).
Una serata da non perdere che avrà inizio alle ore 19 con apericena e
concerto alle ore 21.30, ovviamente a ingresso gratuito.
La rassegna continuerà poi con il prossimo appuntamento, il 10 novembre con
Gianni Cazzola Trio with Simone Daclon & Roberto Piccolo.
Elena Mameri
[email protected]
Info e prenotazioni:
0332 022149 –
Civas: 348 4125877
[email protected]
www.mivcafe.it
Il Rock'n'Folk Festival di Como da
venerdì entra nel vivo.
Como, 27 ottobre 2011– Ha
inizio oggi il Rock‘n’Folk
Festival di Como con una serie
di eventi collaterali,
manifestazione che durerà fino
a domenica 30 ottobre e si
terrà presso il Teatro Sociale
della città.
Un festival ricco di appuntamenti all’insegna della buona musica nostrana e
non, dedicata a tutti. Tre giorni dedicati appunto alla musica popolare con
concerti ma pure con interessanti convegni a tema. Da segnalare almeno quello
di sabato dove si parlerà del valore della musica popolare locale rispetto
alla globalizzazione che da sempre contagia anche la musica.
Ma eccovi il programma dettagliato:
Venerdì 28 ottobre 2011
Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – Istituto Parini – progetto scuole
musicali/convegno
“Questa non è Musica per vecchi”
Dalle ore 17.00 alle ore 19.00 – Libreria Feltrinelli – letture/incontro
“Dal Lagh d’Orta al Lagh de Còmm”
Dalle ore 21.00 alle ore 23.30 – Teatro Sociale Verdi – Concerto
Primo appuntamento Rock’n’Folk Festival.
Hevia (Asturie), Lou Dalfin (Occitania), Mancamezzora (Lombardia)
Sabato 29 ottobre 2011
Dalle ore 10.00 alle ore 12.00 – Teatro Sociale, Sala Bianca – Convegno
“From the roots to the routes: il valore della musica tra locale e globale,
tra valorizzazione del territorio e internazionalizzazione”
Dalle ore 17.00 alle ore 19.00 – Piazza Verdi – animazione di piazza
Progetto di intrattenimento, folklore, musica e spettacolo a cura
dell’Associazione Onlus IL SOLE e dell’artista internazionale del Burkina
Faso “Tonguim guebré Zakaria”.
Dalle ore 21.00 alle ore 23.30 – Teatro Sociale Verdi – Concerto
Secondo appuntamento Rock’n’Folk Festival.
The Paul McKenna Band (Scozia) nella foto, Peppe Voltarelli (Calabria),
Trenincorsa (Lombardia), Crous e Pielo (Prouvènço)
Domenica 30 OTTOBRE 2011
Dalle ore 17.00 alle ore 19.00 – Libreria Feltrinelli – letture/incontro
“Ninne nanne per bambini di ogni età”
Ricordiamo che durante tutte le giornate del Festival, dalle ore 10.00 alle
ore 19.00 presso Piazza Verdi La Curiera della Musica sarà allestito un
infopoint della manifestazione, punto di incontro dove sarà possibile
prenotare i concerti.
In tutte le giornate dalle ore 16.00 alle ore 18.00 sempre presso Piazza
Verdi La Curiera della Musica ci saranno numerose esibizioni di giovani
talenti musicali con performance all’avanguardia a cura del Conservatorio di
Como (Artisti: Domenico Stranieri, Flavio Minardo, Davide Molteni).
Elena Mameri
[email protected]
Tre famiglie su dieci non arrivano a
fine mese: e il peggio deve ancora
arrivare.
Roma, 25 ottobre 2011 – La percezione
che il peggio non sia passato e
che la crisi sara’ ancora molto
lunga spinge le famiglie a
risparmiare, ma sempre meno riescono
a farlo. Di qui un “clima di
scoramento” e il timore per il
futuro. L’immagine emerge dalla
tradizionale indagine Acri-Ipsos
condotta per la “Giornata mondiale
del risparmio” secondo cui sono poco
piu’ di un terzo le famiglie che nel 2011 sono riuscite effettivamente a
mettere da parte qualcosa: il 35% contro il 36% del 2010. Una percentuale che
crolla al 25% al Sud.
Ma a crescere sono soprattutto i nuclei in “saldo negativo”, quelli cioe’
che per tirare avanti hanno dovuto mettere mano ai risparmi passati o a
indebitarsi: sono il 29% del campione (40% nel Mezzogiorno) contro il 26% del
2010. Sono inoltre il 42%, contro il 36%, dell’anno scorso gli italiani che
temono di non riuscire a risparmiare nel 2012 come in passato, mentre solo il
13% spera di risparmiare di piu, il dato piu’ basso mai registrato
dall’indagine.
CROLLA L’AMORE PER MATTONE, TORNANO DI MODA I BOT
La crisi raffredda il tradizionale amore degli italiani per il “mattone”,
mentre riaccende quello per i Bot grazie all’aumento dei tassi d’interesse.
In generale, nel 2011 e’ tornata ad aumentare (dal 21 al 24%) la percentuale
degli intervistati che preferisce investire una piccola parte dei propri
risparmi, a discapito di chi sceglie di tenere i soldi in casa o sul conto
corrente (64% contro 68% nel 2010).
PRECIPITANO CONSUMI, SI SPENDE SOLO PER LE MEDICINE
La crisi morde, i consumi crollano: si compra soltanto l’indispensabile, a
partire dalle medicine. La riduzione della spesa riguarda anche quelle
categorie come elettronica, telefonia e prodotti per la casa che lo scorso
anno parevano essere state meno penalizzate dalla crisi.
La situazione di crisi continua ad abbattersi soprattutto sul fuori-casa (bar
e ristoranti, cinema e teatro, viaggi): rispetto al 2010 un altro 12% di
italiani ha ridotto questa tipologia di spese, portando il saldo negativo tra
chi le ha aumentate e chi le ha tagliate da 40 a 52 punti percentuali.
ITALIANI SFIDUCIATI, UNO SU 2 HA PAURA DEL FUTURO
Scoramento e preoccupazione: la crisi preoccupa gli italiani e il 2011 si
rivela l’anno peggiore del decennio. Un Paese che “sembra non reagire alla
crisi, anzi la aggrava” e dove “si fa molto meno affidamento che in passato
sulla ripresa globale“.
Un “crudo realismo, scevro di illusioni” prende il posto dell'”attendismo
prudente e preoccupato” registrato nel 2010.
Nel prossimo futuro non si “intravede nulla di positivo” e, anzi, si “avverte
un progressivo peggioramento della situazione”.
E’ in questo quadro che il 50% degli italiani si dice pessimista rispetto al
futuro, contro un 36% di ottimisti e un 14% di attendisti.
IL DOPO-PENSIONE FA PAURA ALL’80% DEGLI ITALIANI
Il momento di andare in pensione spaventa gli italiani che temono di non
riuscire a mantenere il proprio tenore di vita.
l’80% degli intervistati si dice “molto” (41%) o abbastanza (39%) preoccupato
per il proprio futuro dopo il pensionamento.(AGI)
Lo straordinario "casino" del Danno
Compound venerdì aprirà il Gallarate
Festival Jazz.
GALLARATE, 25 ottobre 2011 –
di SARA MAGNOLI – Il Gallarate
Jazz Festival sarà aperto
venerdì 28 ottobre alle 21.30
al teatro del Popolo da un
gruppo di allievi di
percussione della scuola di
musica Centro Espressione
Musicale di Gallarate. Hanno
fra i 13 e i 30 anni e sono
diretti dal loro insegnante,
Massimiliano Varotto, che ne
segue la formazione musicale
anche individualmente.
Si chiamano “Danno Compound” (e fate attenzione, se mettete l’articolo prima
del nome, a metterlo al maschile singolare “il”, non al plurale…) e sono già
stati apprezzati in diverse occasioni.
Nato infatti esclusivamente come progetto didattico, questo ensemble (oggi
costituito da Fabio Neposteri, Federico Bianchi, Alessandro Luoni, Francesco
Rossetti, Davide Tripicchio, Oliviero Cislaghi, Marta Costacurta e Luca
Turri) ha fatto le sue prime esperienze performative nei saggi di fine anno,
ma da tempo sviluppa anche progetti più articolati, esibendosi in numerose
rassegne.
Una musica “cross-over” per sole percussioni, un ritmo coinvolgente, un
affiatamento tra loro e con il loro maestro, la capacità di alternare e di
fondere i momenti di improvvisazione agli arrangiamenti scritti, hanno
recentemente debuttato al teatro dei Filodrammatici di Milano con il progetto
“Milano Ictus” di e con Dome Bulfaro per la regia di Enrico Roveris e con
Francesco Marelli e Lorenzo Pierobon.
E al Gallarate Jazz Festival, oltre ad aprire la serata inaugurale con “Call
and Response” e a esibirsi prima del Daniele Malvisi Quartet in una serata
dedicata a Miles Davis, saranno anche protagonisti alle 11 di sabato 29
ottobre di “La clessidra e il pendolo rovesciato”, concerto per le scuole.
Di tutto questo, ma anche dei progetti futuri, che sono davvero tanti,
abbiamo parlato con il loro maestro, Massimiliano Varotto, che li dirige.
Che cosa si prova ad aprire un Jazz Festival, tra l’altro in una serata
dedicata a Miles Davis, scopritore di grandi talenti?
“Cosa si prova? Dovresti guardarci negli occhi durante i 5 minuti che
precedono l’entrata sul palco. Siamo in 10 nell’ensemble e l’emozione è
contagiosa! Non è la prima volta che suoniamo ad un festival, abbiamo suonato
in rassegne e teatri anche prestigiosi e nel tempo avuto l’onore di
condividere le serate con il Max De Aloe Quartet, il Trio DulbeccoFioravanti-Ferra e con il Quartetto di Giovanni Falzone ma l’emozione è
sempre grande. Guai se venisse meno.
Ora attendiamo con gioia questa nuova esperienza e che lo spirito di Miles
evocato dallo splendido Daniele Malvisi Quartet sia con tutti noi!”
Sarete voi anche i protagonisti della lezione/concerto per le scuole sabato
mattina: come si struttura un concerto di questo tipo e qual è la risposta
che solitamente avete dagli studenti?
“La lezione/concerto per le scuole l’abbiamo strutturata per stimolare i
ragazzi allo studio della musica oltre che all’ascolto. Infatti ci saranno
dei momenti in cui verranno coinvolti direttamente a suonare con noi. Ma di
più non posso dire perché sarà una sorpresa.
Sabato mattina per la prima volta sul palco con il Danno Compound ci saranno
anche tre bassi elettrici, Giulia Giorgetti e Valentina Guidugli con il loro
maestro Augusto Gentili. Suoneremo insieme “The Chicken” di Jaco Pastorius
e un brano di Augusto Gentili dal titolo “Ritratto di un Ritratto”, tutti e
due riarrangiati per tre bassi elettrici ed ensemble di percussioni. Poi alla
fine ci sarà spazio per rispondere alle domande dei ragazzi, anche perché di
solito sono sempre molto attenti e partecipi e le domande che fanno sono
pertinenti. Vorrei aggiungere che l’iniziativa promossa dal Gallarate Jazz
Festival di riservare un concerto ai ragazzi delle scuole è veramente
pregevole. La musica è viva e la si può incontrare. Faccia a faccia.
Quali i prossimi progetti del Danno Compound?
“I progetti che abbiamo per il futuro sono i concerti, la promozione dello
spettacolo teatrale “Milano Ictus” in collaborazione con il poeta e performer
Dome Bulfaro, che MilleGru ha editato con libro e video dello spettacolo che
abbiamo registrato al Teatro Filodrammatici di Milano nell’ottobre del 2010,
e poi da novembre inizieremo a registrare il nostro primo disco con tanti
ospiti. Nel frattempo prove e studio…”
Ma questa volta che lo svelate perché vi chiamate così?
“Va bene. Ci chiamiamo Danno Compound perché nel 2000 in Zambia, più
precisamente a Kafue Town, stavo hgyegb chyeghid, quando ad un certo punto
bhdfjuiyfchsv e allora dissi hjyuwdudgd gjjkhhd bhhhsowoqowoq e lui disse
Danno Compound!
Ecco svelato il mistero”.
Sara Magnoli
[email protected]
Andy Timmons Band in concerto al Land
of Live di Legnano.
Legnano, 25 ottobre 2011-All’interno delle
serate Special Night Live il Land of Live
di Legnano mercoledì presenta l’attesissimo
live di Andy Timmons Band con Mike Daane al
basso e Rob Avsharian alla batteria (inizio
ore 21.30, ingresso 18 euro). Timmons è
uno tra i chitarristi fondamentali dei
nostri giorni torna, dopo la sua prima
presenza di marzo 2010, al Land of Live di
Legnano, per una delle sue poche date
italiane.
Recentemente inserito tra i 20 migliori chitarristi al mondo, Andy Timmons è
in Italia per celebrare l’uscita del nuovo CD “Andy Timmons Plays
Sgt.Pepper”. Durante la serata verranno presentate canzoni del nuovo CD, così
come vecchi successi della band.
Sulle migliori riviste di settore si dice di lui che è “un chitarrista che
viene dalla galassia” capace di spaziare dal jazz, all’heavy metal al blues.
È per questo che la performance di mercoledì sera a Legnano, si preannuncia
imperdibile per i puristi delle sei corde e della ricercatezza sonora, ma
anche per i curiosi alla continua ricerca di un “ascolto” fuori dal comune.
BIOGRAFIA:
Andy Timmons nasce a Evansville, Indiana il 26 Luglio 1963. Il chitarrista
americano, comincia la sua carriera nella sua città natale dove inizia a
suonare all`età di 13 anni con la sua prima band , Taylor Bay, strabiliando
per le sue doti innate di musicista.
Si fa notare dal grande pubblico nei Danger Danger, gruppo di hard rock/Glam
Metal, band con la quale produsse tre album. Apre poi i concerti dei Kiss e
Alice Cooper nei loro rispettivi tour mondiali, vendendo milioni di dischi; è
stato primo in classifica per due volte su MTV. Nella sua discografia
troviamo sette dischi solisti che variano dallo strumentale al cantato e
persino un tributo a Beatles/Elvis Costello. Ha partecipato come session
player al cd del leggendario batterista Simon Phillips, con il quale ha
lavorato sul disco “Another Lifetime” del 1997, al cd di Olivia Newton-John
(c`è da dire che Andy è stato inoltre direttore artistico e chitarrista nel
suo tour americano), a due cd con Kip Winger acclamati a livello
internazionale; ha registrato anche con Paula Abdul e Paul Stanley e ha
composto inoltre dei Jingles televisivi.
Autore di varie jam-session con vari artisti, ha suonato anche con alcuni dei
suoi “guitar-heroes” della sei corde, quali Joe Satriani e Steve Vai
(musicisti con i quali è stato in tour con il G3), Eric Johnson, Steve Morse,
Ted Nugent e Ace Frehley, e ancora Mike Stern e Pierre Bensusan. Il suo più
celebre brano è l`emozionante ballata “Cry for You”. Negli ultimi anni è
stato inserito da una rivista rock giapponese trai migliori 20 chitarristi
del mondo. Le sue esibizioni live sono uniche e riescono a mettere in luce il
carisma artistico di questo straordinario “guitar hero”.
Manifestazione NO TAV: si è chiusa
senza incidenti una giornata alla
quale hanno partecipato15mila
persone.
Val di Susa, 23 ottobre 2011– Si è
conclusa poco fa l’assemblea dalla
baita presidiata dai NO TAV e dagli
oltre 15 mila manifestanti. Il
tutto si è svolto in maniera
pacifica, deludendo magari anche
le “speranze” di qualcuno ( tra
cui alcuni giornalisti e politici…)
che dopo i fatti di Roma del 15
ottobre hanno denigrato il
movimento che si è sempre detto
pacifico. Movimento che oggi di
nuovo ha compiuto una grandiosa
azione di disobbedienza pacifica, attuando gli unici tagli giusti da fare:
quelli alla TAV, quelli alle reti, illegali, che circondano il non-cantiere
diventata ormai zona militarizzata e mantenuta con i soldi pubblici (9.000
euro al giorno).
“Obiettivi raggiunti. Credo che possiamo dirci più che soddisfatti. La
manifestazione ha raggiunto gli obiettivi”: dice Alberto Perino, uno dei
leader No Tav, all’assemblea dei manifestanti in corso alla baita della
Maddalena, in Val di Susa. L’assemblea ha accolto il suo discorso con un
applauso. “E’ andato tutto bene – ha ancora detto Perino – chi voleva che
finisse male non ci è riuscito”. Perino ha proposto a tutti di rientrare a
Giaglione (“Fra un’ora e mezzo farà buio”) e non ha ricevuto obiezioni. La
baita continuerà ad essere presidiata da un gruppo di No Tav. I manifestanti
hanno iniziato la discesa verso Giaglione.
V.S.
Sarà il violoncellista Paolo Damiani
a chiudere il Gallarate Jazz
Festival: l'intervista.
GALLARATE, 23 ottobre 2011 – di SARA MAGNOLI – La nona edizione del
Gallarate Jazz Festival sotto la direzione artistica di Max De Aloe si apre
al teatro del Popolo venerdì prossimo, 28 ottobre.
Con un programma eccezionale,
che ha tra gli ospiti, nella
serata conclusiva di domenica
30 alle 21.30, Paolo Damiani,
in violoncello solo, con
“Memorie future”.
Compositore, direttore artistico e d’orchestra, contrabbassista e
violoncellista, oltre che didatta, ha studiato composizione e strumento con
personaggi quali Giorgio Gaslini, Fernando Grillo, Bruno Tommaso, Lucio
Buccarella, Giorgio Pani, Giuseppe Selmi, Frances Marie Uitti.
Direttore del dipartimento di jazz al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e
insignito nel 2008 dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di
Cavaliere per i suoi meriti artistici, è stato nominato nel 1999 – ed è
rimasto fino al 2002 -direttore artistico e musicale della prestigiosa
Orchestra Nazionale Francese di Jazz, primo artista straniero ad aver vinto
il relativo concorso.
Ideatore del festival internazionale di jazz di Roccella Jonica, nonché del
coordinamento di festival jazz L.I.R.A. che comprende i più innovativi
festival italiani di jazz, ha collaborato con alcuni dei più prestigiosi
musicisti del mondo, tra cui Pat Metheny, Kenny Wheeler, Albert Mangelsdorff,
Billy Higgins, Charlie Mariano, Antony Braxton, Cecil Taylor, Gianluigi
Trovesi, Trilok Gurtu, Miroslav Vitous, Barre Phillips, Tony Oxley, John
Surman, Enrico Rava, Anouar Brahem, Marc Ducret, Louis Sclavis, François
Jeanneau, Giancarlo Schiaffini, Paolo Fresu, Pino Minafra e Giorgio Gaslini
con il quale ha debuttato professionalmente nel 1976.
Dal 1978 dirige proprie formazioni con cui ha partecipato ai più importanti
festival del mondo, suonando tra l’altro a Parigi, Londra, Madrid, Lisbona,
Berlino, Varsavia, New Dehli, Chicago, Montreal, Toronto, Vancouver,
Istanbul, Rabat, Colonia, Francoforte, Siviglia, Porto, Le Mans, Grenoble,
Zurigo, oltre che nelle più importanti rassegne italiane.
Ha scritto inoltre musica per molti gruppi di danza e di teatro e da sempre
si occupa di ricerca musicale alla scoperta di nuovi linguaggi.
Si esibisce anche con attori o scrittori, da Lella Costa ad Arnoldo Foà, da
David Riondino ad Angela Finocchiaro a Stefano Benni con il quale ha creato
diversi lavori e, insieme all’editore Vincenzo Sicchio ha inventato la
collana di audiolibri allegata alla Repubblica e all’Espresso (giugno 2006),
di cui ha curato la regia musicale coinvolgendo diversi artisti.
Un ospite d’eccellenza e di grande disponibilità, che ha subito accolto la
nostra richiesta di rispondere a qualche domanda.
Il suo spettacolo al Gallarate Jazz Festival si intitola “Memorie future” e
sembra richiamare, almeno nel titolo, una specie di bilancio della vita
professionale e umana. Qual è allora il suo bilancio?
“Io non parlerei di bilancio: Memorie future è stato anche il titolo del
festival di Roccella Jonica di due anni fa. Era il trentesimo anno e si è
voluto fare un bilancio, ma di memorie proiettate nel futuro, nei progetti.
Memorie intese non in senso nostalgico, ma come nostre radici per proiettarci
in cose future. E in quel senso c’è ancora molto da esplorare. In particolare
la dimensione del “solo” è interessante, perché è un viaggio nel proprio
inconscio. Se si esplora insieme, c’è sempre una dimensione con altri, c’è
un’empatia. Il “solo” è l’estrema nudità dell’artista davanti al pubblico. E
non puoi bluffare”.
La sua carriera è un fiorire di collaborazioni anche con artisti che non sono
musicisti. Come si intersecano e di arricchiscono tra di loro arti diverse?
La “contaminazione” per te è maestra di vita?
“A me piacciono molto operazioni di questo tipo, trovo che la musica possa
avere una direzione diversa, più imprevedibile. Quando faccio qualcosa con
artisti come per esempio Benni, Lella Costa, Riondino, solo per citarne
alcuni, lo spettacolo è sulle parole: la musica diventa una parte del tutto.
L’attore recita e tu puoi fare meno cose che in un concerto, quindi la musica
assume una dimensione imprevista, a volte basta un solo suono, o anche un
silenzio. Questa è una cosa che mi porta un po’ fuori dal jazz, che, quando
si tratta di alcune cose un po’ stantie, mi annoia. Anche la mia scelta
ultimamente di esibirmi con il violoncello più che con il contrabbasso va in
questo senso. Il jazz a volte in Italia è un po’ stereotipato. Credo che la
musica jazz dovrebbe muoversi anche in altre direzioni, non rinunciare a
creare qualcosa di originale”.
Lei può vantare incontri artistici con personaggi del calibro di Pat Metheny.
Kenny Wheeler e altri big conosciuti anche dal grande pubblico. Com’è
lavorare con loro?
“Dipende dalle persone. Per esempio con Pat Metheny sei anni fa ho vissuto
per una settimana l’esperienza di un festival in Sardegna ed è una persona
straordinaria. Prima di conoscerlo non sapevo quanto si sarebbe messo in
gioco e la cosa mi faceva anche un po’ paura: poi ho trovato una persona che
non solo provava più di tutti, un perfezionista incredibile, al punto che a
noi capitava anche di andare al mare e sentivamo lui che provava in albergo.
E inoltre è una gran bella persona. Per me è stata una bellissima esperienza,
anche vedere la sua disponibilità. Anche, per fare un altro esempio, con
Wheeler c’è un rapporto di stima e amicizia. Poi è capitato comunque di
incontrare anche personaggi meno disponibili, che portano le loro
impostazioni e che faticano anche a comunicare con gli altri. Ripeto: dipende
dalle persone”.
Il Gallarate Jazz Festival ispira quest’anno le sue serate a tre grandissimi
della musica e del jazz, Miles Davis, Sonny Rollins e Chet Baker. C’è ancora
secondo lei traccia delle loro opera nel jazz e nella musica contemporanea?
“Di Miles Davis sicuramente: si tratta di un musicista che fatico a definire
solo artista jazz. Ha inventato molte cose diverse nella sua vita, è andato
verso il jazz rock, la musica elettrica,… È sempre stato molto avanti e i
suoi brani sono ancora terra di ricerca. Sonny Rollins è un virtuoso, Chat
Baker un grande musicista. Anche se fra i tre, quello a cui mi sento molto
vicino resta Davis”.
Il Gallarate Jazz Festival si svolgerà dal 28 al 30 ottobre al teatro del
Popolo, con inizio concerti alle 21.30. Il “solo” di Paolo Damiani è in
programma domenica 30.
L’ingresso a ciascuna serata è di 6 euro: prevendite e informazioni al Centro
Espressione Musicale di via Pasubio ([email protected],
www.centroespressionemusicale.com).
Sara Magnoli
[email protected]
Debutto dei varesini Frozen Farmer
per la Ghost records: Ep in uscita a
novembre.
Varese, 23 ottobre 2011–
C’erano una volta i Midwest.
Uscivano per Homesleep e
fecero due dischi. Belli. Ed
intrisi di una passione
americana da farti pensare che
la griffe rappresentava il
loro vero luogo d’origine. Che
invece è Varese, come quello
dei Frozen Farmer, di cui, i
Midwest, formano due quinti.
Il legame, oltre alla presenza
di Francesco Scalise e Paolo
Grassi, è la visceralità folk
in cui l’EP d’esordio – che
verrà pubblicato da Ghost Records l’11 novembre – permette di immergersi.
Canzoni, perchè questo sono, dove la tradizione americana viene sviscerata
senza alcuna referenzialità gratuita: atteggiamenti da pianure sconfinate,
con trame- siano sfumate da scarti blues o bagnate da evocazioni alt countrytanto immediate quanto consapevoli nella descrizione. Non solo, quindi,
rivisitazione di sonorità amate. Piuttosto ricerca di forme attuali per una
musica sempre viva. Così, sin dall’incipit di una Pain Or Sorrow, reiterata e
commovente in un incrocio incessante fra parole e suoni, si entra in una
dimensione profonda- per emotività- e concreta- per esposizione. Raccontata
anche attraverso una delicatezza di fondo, destinata a cancellare qualsiasi
possibile sfoggio barocco, pur essendo sempre circondata da una ricchezza
strumentale stratificata.
Un nuovo inizio. Affascinante come la storia passata.
Biografia:
I Frozen Farmer sono un gruppo folk rock varesino nato nel 2009.
La band è composta da Francesco Scalise (voce, banjo) Luca Gambacorta (voce,
chitarra, mandolino) Carlo Rizzi (basso) Paolo Grassi (percussioni) e
Giordano Rizzato (batteria).
Francesco Scalise e Paolo Grassi sono ex componenti dei Midwest, una band con
due LP all’attivo, pubblicati da Homesleep Records, “Town & Country” (2002) e
“Whatever You Bring We Sing” (2004)
Le canzoni dei Frozen Farmer raccontano storie di vita personale ed
esperienze passate, gran parte delle quali sono state vissute durante il
periodo trascorso da Francesco negli States.