UNA CATENA di gelide montagne alte come il

Nasa, l'euforia quando New Horizons
"telefona" a casa
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UNA CATENA di gelide montagne alte come il Monviso. Un canyon profondo quasi come la Fossa delle
Marianne. Una luna a forma di patata, tutta ricoperta di ghiaccio. Sono questi gli straordinari
panorami ripresi dalla sonda New Horizons durante l'incontro ravvicinato con Plutone del 14 luglio. Le
nuove immagini, rese pubbliche nella conferenza stampa NASA sono fra le prime ad essere arrivate a Terra
dalla sonda, subito dopo la "chiamata a casa" di martedì notte, con cui New Horizons faceva sapere che
l'incontro ravvicinato era andato come previsto. Ma queste immagini sono solamente l'anteprima di un
"reportage di viaggio" decisamente più ricco, che man mano riceveremo da New Horizons. E possiamo
scommettere che da queste e dalle future "cartoline spaziali" impareremo molto non solo su Plutone e sui
suoi satelliti, ma su tutto il Sistema Solare.
Un reportage a tappe. E' vero che l'appetito vien mangiando, ma in questo caso dovremo imparare ad
aspettare, perché le nuove immagini di New Horizons si faranno attendere. La sonda trasmette a Terra con
una banda estremamente ridotta, ad una velocità di trasferimento molto inferiore a quella di un modem
che si usavano anni fa. Per trasferire un'immagine da 1024x1024 pixel, ad esempio, ci vuole circa un'ora.
Ciò significa che per poter trasferire tutte le immagini raccolte durante il flyby ci vorranno circa 16 mesi.
Cosa abbiamo imparato finora. L'immagine ravvicinata di Plutone è stata scattata un'ora e mezza prima del
massimo avvicinamento, quando la sonda si trovava a 770 mila chilometri di distanza dal pianeta nano, e
mostra dettagli grandi pochi chilometri. Questa foto da sola è una miniera di informazioni del tutto nuove,
a partire dalle montagne alte 3500 metri all'equatore di Plutone. Queste gelide montagne sono
giovanissime, anche se si parla pur sempre di tempi scala astronomici, o meglio geologici. In questo caso, le
montagne viste su Plutone si sarebbero formate cento milioni di anni fa, secondo gli esperti della NASA, e
potrebbero essere ancora in formazione. Inoltre, la regione equatoriale ripresa dalla New Horizons
potrebbe quindi essere una zona ancora geologicamente attiva. Da cosa si deduce che si tratta di montagne
giovani? Principalmente l'assenza di crateri. Se si trattasse di una regione più antica, come il resto del
pianeta, anche questa regione montuosa sarebbe stata colpita ripetutamente da meteoriti e altri detriti
spaziali. Si tratta senza dubbio di una delle regioni più giovani di tutto il sistema solare. Sebbene il resto
della superficie di Plutone sia ricoperta da metano e azoto, le montagne devono esser fatte da un materiale
più duro, probabilmente un misto di acqua e rocce. Infatti, alle bassissime temperature di Plutone (-220 °C),
questo mix è così resistente da comportarsi come le rocce.
Geologia a sorpresa. Ma una delle cose che ha subito incuriosito gli scienziati è il processo che ha generato
queste catene montuosa. Nei satelliti ghiacciati di altri pianeti, come ad esempio il satellite Europa intorno
a Giove, l'attrazione gravitazionale reciproca e l'effetto mareale deforma e scalda l'interno dei satelliti. Per
Plutone questo fenomeno non può essere così importante. "Ciò potrebbe costringerti a ripensare che cosa
alimenta l'attività geologica sui mondi ghiacciati", ha commentato John Spencer della Southwestern
University di Boulder, in Colorado.
New Horizons non ha guardato solo Plutone, ma anche il suo satellite principale, Caronte. Nelle
nuove immagini rilasciate si vede una grande regione scura, che ha subito attirato l'attenzione degli
scienziati. Secondo le prime ipotesi, potrebbe trattarsi di un enorme canyon profondo circa 9 mila
metri. Si tratta senza dubbio di una struttura da record, se consideriamo che il Grand Canyon è
profondo circa 1800 metri. Nel Sistema Solare conosciamo già un super Canyon: è la Valles
Marineris, che si snoda sulla superficie di Marte per 4000 chilometri ed è profonda 10 mila metri.
Le immagini di Caronte che arriveranno nei prossimi mesi aiuteranno anche a capire meglio la
struttura di questa enorme struttura geologica.
Verso Plutone, e oltre. L'incontro con Plutone è stato un grandissimo successo, e nei prossimi mesi
continueremo a ricevere altri preziosissimi dati, ed è probabile che entro la fine dell'anno e l'inizio
dell'anno prossimo arriveranno le scoperte più importanti. Nel frattempo, che ne sarà della New
Horizons? Dopo aver passato Plutone, la sonda sta continuando a sfrecciare a circa 50 mila
chilometri all'ora verso l'esterno del Sistema Solare, inoltrandosi sempre di più nella fascia di
Kuiper, la regione del Sistema Solare esterno che si estende fino a una distanza pari a 50 volte la
distanza Terra-Sole. Grazie al telescopio spaziale Hubble, il team di New Horizons ha già
identificato tre possibili corpi celesti nella fascia di Kuiper. Se la NASA concederà i fondi per
estendere la missione, il prossimo incontro ravvicinato potrebbe avvenire nel 2019.
Successivamente potrebbe essere previsto un ulteriore incontro ravvicinato con un altro oggetto
della fascia di Kuiper. Se guardiamo ancora oltre, è naturale che la sonda seguirà lo stesso destino
delle due sonde Pioneer e delle due Voyager. Si immergerà così nel profondo dello spazio
interstellare, in un angolo remoto di spazio dove il Sole è soltanto una fra le tante stelline visibili in
cielo
da repubblica.it