Il Nobel e l`allievo tra shuttle e Big bang

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INCONTRI
9
24 agosto
La cosmologia al Meeting con George Smoot e Marco Bersanelli
Il Nobel e l’allievo
tra shuttle e Big bang
Osservare la prima luce: il solo
pensiero dà le vertigini. È guardare
l’esito della parola di Dio che ha detto: Fiat lux, è vedere i primi istanti
dell’universo. È tornare indietro di 14
miliardi di anni e scoprire i bagliori
che nessuna mente umana ha mai immaginato. Gorge Fitzgerald Smoot ieri sera ha raccontato i suoi studi per
scoprire la luce fossile, in pratica l’universo neonato, nell’incontro dal titolo “Nelle pieghe del tempo: osservare la prima luce”.
George Fitzgerald Smoot è nato il
20 febbraio 1945 a Yukon in Florida.
Ha studiato prima matematica per poi
spostarsi al Massachusetts Institute of
Technology dove ha ottenuto due lauree, in matematica e in fisica nel 1966.
È un astrofisico e cosmologo, professore di fisica all’University of California, Berkeley. Ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 2006 in condivisione con John C. Mather. Nelle sue
ricerche ha prima studiato le particelle
subatomiche e quindi si è dato agli
studi del cosmo: dall’infinitamente
piccolo all’infinitamente grande. Per
Smoot il passaggio è stato naturale
perché ogni scoperta non è una produ-
zione del pensiero umano, ma è “qualcosa in cui ci si imbatte”. Smoot ha
collaborato con il giornalista del “San
Francisco Chronicle”, Keay Davidson, alla scrittura del libro “Wrinkles
in Time” (tradotto e pubblicato in Italia con il titolo “Le pieghe del tempo”). Le scoperte di Smoot e dei suoi
collaboratori hanno rafforzato la teoria
del Big Bang.
“La matematica è l’alfabeto con il
quale Dio ha scritto l’universo”, George Smoot inizia con questa frase di
Galileo la presentazione, aiutandosi
con belle fotografie, grafici e ricostruzioni. E con qualche battuta per abbassare la tensione della platea.
Nella ricerca della luce primordiale, della luce fossile, l’enorme ostacolo è l’illuminazione della Terra, le luci delle città, e l’atmosfera che la devia e la riflette. Per superare questi
impedimenti gli scienziati hanno scalato alte montagne (una foto ritrae
Smoot e il moderatore dell’incontro
Marco Bersanelli durante una spedizione sulle montagne rocciose), sono
andati al Polo Sud, si sono serviti di
George Smoot e Marco Bersanelli: il Meeting li ha fatti reincontrare
palloni aerostatici (uno è finito nelle
foreste del Brasile ed è stato restituito
a pezzi e malconcio), del telescopio
spaziale Hubble, portato in orbita anni fa con uno Shuttle, e di due satelliti che hanno dato i risultati migliori,
come è logico.
Un primo risultato di queste ricerche è la scoperta che nella nostra galassia ci sono un miliardo di stelle e
dietro ogni stella che vediamo si nasconde una galassia. Ma da dove vengono? Da un universo che dal Big
Bang iniziale si sta espandendo.
Palatucci, il salvatore degli ebrei
Oggi alle 15.40 in sala A2 sarà presentato il libro
di Angelo Picariello “Capuozzo, accontenta questo ragazzo”. La vita di Giovanni Palatucci (Ed.
San Paolo srl).
Il libro racconta la storia del questore reggente
di Fiume Giovanni Palatucci che salvò migliaia
di ebrei dalla deportazione. Il 9 ottobre 2002, all’apertura del processo di beatificazione, il Cardinale Camillo Ruini ha detto: “La storia gli ha
reso giustizia, consegnando la purezza dei suoi ideali e le sue gesta non comuni alla memoria di
quanti credono in un futuro migliore e lottano
per questo”.
Nel corso dell’incontro sono previsti contributi
filmati con il giornalista Toni Capuozzo e con
Giuseppe Veneroso, finanziere in pensione, testimone di ben cinquemila salvataggi effettuati attraverso l’esibizione alla frontiera di falsi lasciapassare emessi dalla questura di Fiume. Partecipano all’incontro: l’autore; Antonio Pezzano,
Questore di Rimini. Modera: Alessandro Banfi,
vicedirettore di “Matrix”.
Ma come raccogliere questa luce
primordiale infinitamente piccola?
Smoot con i suoi collaboratori costruisce diversi strumenti: usa perfino la
parte a calice dei tromboni che acquista in un negozio di strumenti musicali! Lavorando in Antartide e sulle cime più alte, disegna una prima mappa
della volta del cielo che poi perfeziona con le immagini del satellite Cobe
e in seguito con un satellite di seconda
generazione, il Wmap, che invia immagini in una risoluzione più elevata.
Sul pubblico del grande salone per
un momento cala un silenzio irreale
per poi scoppiare in un applauso:
Smoot mostra un filmato di come doveva essere l’universo con miliardi di
galassie illuminate, un effetto speciale
da Star Trek, se il paragone non fosse
irriverente, perché quel filmato è la
sintesi di decenni di studi rigorosi e
puntigliosi.
“Il lavoro non è esaurito”, conclude
lo scienziato e molte speranze sono riposte nel progetto Planck che utilizzerà anche un nuovo satellite che sarà
messo in orbita il prossimo anno dall’Esa, l’Ente spaziale europeo.
Arcangelo Berra
Mark
L’ a m b i e n t e c h e m e r i t i
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B o n i f i c h e Te r r e n i - G e s t i o n i R i f i u t i I n d u s t r i a l i
Alla scoperta della luce primordiale dal Polo Sud alle vette montuose
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