FUSIO (FÜS)
DAL 1258 FINO AD OGGI
Alla fine del mondo o all’inizio?
Fusio (nel dialetto locale Füs) è un villaggio di
montagna nel Canton Ticino. Situato ad un’altezza
di quasi 1300 m.è l’ultimo villaggio della Val Lavizzara, una valle laterale della Vallamaggia. Tra le vette
principali della regione spiccano Pizzo Campo
Tencia (3072 m) e Pizzo Cristallina (2912 m).
In mancanza di un valico di montagna è possibile
raggiungere Fusio solo arrivando da sud attraverso
la Vallemaggia, per esempio da Locarno – sul Lago
Maggiore (193 m) – il centro cittadino più vicino, ci
si impiega ca. un’ora. Tuttavia non appena si dirige
lo sguardo verso nord o est, oltre le montagne,
sulla vicina Valle Leventina, i confini tra vicino e
lontano svaniscono: la distanza a linea d’aria tra
Fusio e il paese di Ambrì, ai piedi del massiccio del
San Gottardo, misura solo 8 km.
Hotel Fusio, 2017
Mentre Locarno, considerata la località più calda
della Svizzera, gode di un mite clima mediterraneo,
a Fusio domina invece un piacevole clima montano.
A livello naturalistico regna l’eterogeneità: si passa
da una vegetazione mediterranea, come gli alberi di
limoni sul Lago Maggiore ad una tipica vegetazione
alpina come il ghiacciaio del Basodino (3272 m)
– questi elementi contrastanti costituiscono una
caratteristica del paesaggio montano ticinese.
La maggioranza dei ca. 30 abitanti fissi di Fusio
non parla, nel quotidiano, la lingua ufficiale italiana
ma un dialetto ticinese che fa parte della lingua
lombarda. Le parlate regionali si riscontrano anche
nella cartina svizzera dove ritroviamo nomi esotici
di montagne e piccole località come Schüisgian,
Schiadüü, Croazzöö, Ri di Foiòi, Pioèe e Madom da
Sgióf. A Fusio e nei paesini circostanti solo poche
persone capiscono il tedesco e lo parlano solo se
necessario.
P. 01 / 02
FUSIO (FÜS)
DAL 1258 FINO AD OGGI
Tempi movimentati a Fusio
La prima menzione documentata riguardante
Fusio risale al 1258. Accanto all’alpicoltura e all’allevamento, a Fusio, si praticava la coltivazione di
cereali e canapa; l’estrazione di marmo e pietra
ollare rendeva possibile aumentare gli introiti e i
mulini ad acqua, le peste (o gualchiere: servivano
a pestare la canapa) e le segherie facilitavano il lavoro.
La grande produzione di formaggio portò ad un
aumento del commercio e dei contatti non solo giù
a valle ma anche oltre i passi montani a Bedretto
e alla Valle Leventina. Così nel periodo di massimo
splendore tra il 16o e 17o secolo si contavano
quindi ca. 500 abitanti.
Anche nel 20o secolo ha continuato a perdurare
il calo demografico, questa volta però a causa dello
spostamento verso i centri urbani. Tuttavia da un
po’ di tempo alcuni segnali positivi fanno sperare
nel futuro del villaggio: l’APAV, Associazione per la
protezione del patrimonio artistico e architettonico di Valle Maggia, fondata nel 1975, si occupa del
restauro, tra l’altro, di cascine alpestri (gli alpi di
Fusio) in rovina, torbe (costruzioni per conservare
i cereali) e mulini e li rende accessibili. Vecchi
rustici vengono trasformati in abitazioni o case di
vacanze, l’Hotel è stato completamente riattato
e i nuovi sentieri escursionistici e alpini come la Via
Alta Vallemaggia o il Sentiero Lavizzara attirano
ulteriori visitatori.
La lavorazione della pietra ollare ebbe grande
importanza fino al 19o secolo, essa veniva tornita per
fabbricare oggetti di uso comune e stufe di pietra
ollare. Ancora oggi sullo stemma patriziale di Fusio
compare un recipiente in pietra ollare (il laveggio),
questo bene culturale ha contaminato persino la
toponomastica: il nome stesso della Val Lavizzara
deriva evidentemente da lavez = laveggio.
Il numero degli abitanti scese a 250 fino al 1800
e a 200 fino al 1900 anche se Fusio non fu fortemente
interessato dall’emigrazione oltreoceano come
altri comuni della regione. Contemporaneamente si
diffusero le conquiste del mondo moderno: nel 1871
fu costruita una strada carreggiabile che conduceva
a Fusio e permetteva l’arrivo dei primi turisti e
dei prodotti industriali, seguirono la rete telegrafica
e il sevizio postale, nel 1913 Fusio ricevette il primo
collegamento telefonico e nel 1920 cominciò l’era
dell’elettricità – in questo periodo il numero degli
abitanti ammontava a 140. La cesura maggiore Fusio
l’ha vissuta negli anni 1950–55 quando venne
realizzata la diga del lago di Sambuco, alta 130 m,
proprio nelle sue vicinanze. Ciò ha comportato
la perdita di territorio adibito a pascolo nella Valle
del Sambuco e quindi del luogo di permanenza
di molti lavoratori, ma nel contempo ha migliorato
le vie di collegamento stradale nella valle.
Hotel Fusio, 2017
P. 02 / 02