Laboratorio Montessori ISSN 1974-8787 Trattazione teorica e indicazioni operative Questioni generali di antropologia culturale di Sabrina Scarpetta § Presentazione dell’U.D. Questa unità didattica si può proporre ad una quinta classe del liceo sociopsicopedagogico come utile approfondimento in ordine allo svolgimento del programma di filosofia. Nella classe terminale del liceo, infatti, semprechè il profilo della programmazione didattica, i tempi rimenenti nel secondo quadrimestre, il livello di apprendimento del gruppo classe e il desiderio di approfondire talune tematiche da parte del docente con e per gli appettiti cultura li degli alunni lo consentano, si possono introdurre, a seguito della trattazione sull’esistenzia lismo, alcune questioni generali relative alle scienze umane del XX secolo, prima di affrontare lo studio di Freud, coscienti che anche il movimento psicanalitico è una di quelle teorie accomunate dall’espressione scienze umane, come la psicologia, la linguistca, la sociologia, la filosofia del diritto, l’economia, le quali però nell’insegnamento della disciplina della filosofia, ove potessero trovare spazio, verrebbero accennate ed esposte solo sotto l’aspetto della loro rilevanza filosofica. Si possono dunque inserire alcune considerazioni sulla antropologia culturale al minimo per far comprendere ai ragazzi come si sia venuto elaborando il concetto di cultura, salvo poi a voler ampliare l’aspetto antropologico riprendendolo nell’ambito dello strutturalismo con le strutture elementari della parentela di Levi-Strauss (ma sono necessari i prerequisiti della conoscenza del funzionalismo di Radcliffe-Brown e di Malinowski). Nell’ambito d’indagine della antropologia culturale, il concetto etno-antropologico di cultura è il risultato del superamento di un atteggiamento mentale, definito etnocentrismo; le micro-unità didattiche, o singole lezioni, si snoderanno sui concetti basilari di esclusivismo culturale, pluralità e relatività delle culture, e sulle opportune connessioni interdisciplinari. Questa unità didattica può essere scandita in via ipotetica secondo le seguenti modalità operative: Sommario: a) Statuto epistemologico dell’antropologia. L’antropologia culturale. b) Il concetto di cultura. Entocentrismo ed esclusivismo culturale. Pluralità e relatività delle culture. Cultura osservante e cultura osservata. c) Connessioni interdisciplinari tra le scienze umane. d) Livelli sociali e livelli culturali. Motivazione: mettere in condizione gli alunni di conseguire, a livello teorico e concettuale, una adeguata conoscenza di base della disciplina nei suoi caratteri più rilevanti. A tale scopo, il docente cercherà di stimolare negli alunni la motivazione ad apprendere sollecitando opportunamente la loro curiositas, anche in sede di verifica dei prerequisiti. Finalità: Tale percorso servirà a fare acquisire agli alunni delle competenze in ordine alla disciplina che permetteranno loro di affinare le capacità critiche e valutative di alcuni fenomeni cultu rali; tale valutazione critica trasformerà le loro conoscenze in competenze. Obiettivi generali: gli alunni saranno in grado di possedere una adeguata padronanza dei contenuti della materia non solo a livello teorico ma anche proiettata in contesti reali. Obiettivi specifici: 1) Individuazione dell’oggetto dell’argomento. 2) Collocazione nel contesto spazio-temporale. 3) Conoscenza ed esposizione dei contenuti portanti. 4) Connessioni intradisciplinari. 5) Connessioni interdisciplinari e trasversali. 6) Valutazione critica e dimensione extratestuale dell’evento filosofico. Prerequisiti: Gli alunni devono essere in possesso delle conoscenze delle linee di sviluppo delle ultime correnti filosofiche del XIX secolo. Verifica dei prerequisiti: Discussione aperta con gli alunni mirata a focalizzare il sostrato storico-filosofico da cui nascono e si sviluppano le scienze umane. Contenuti: L’antropologia come scienza autonoma. L’ambito della antropologia culturale. Il concetto di cultura. Inculturazione e acculturazione. Verifiche e strumenti di valutazione: Potranno essere somministrate agli alunni delle griglie di test a risposta multipla che verte ranno sulla giusta definizione di qualche nozione cardine introdotta in classe; preferibile co munque, data la natura dell’argomento, consentire agli alunni di esprimersi oralmente in maniera argomentativa, oppure di affrontare tematiche trasversali su alcune piste suggerite dal docente, questa volta anche in foma scritta. Utilissime ancorchè funzionali alla preparazione per affrontare il nuovo esame di Stato le esercitazioni sul saggio breve o sulle risposte brevi (le famose dieci righe). Valutazione: Si valuterà la partecipazione, l’interesse dimostrato e alcuni aspetti dell’area socio-affettiva dell’alunno. Per quanto riguarda l’area cognitiva, verrà valutato come standard minimo il raggiungimento degli obiettivi specifici da 1) a 3), e come standard massimo il conseguimento dell’obiettivo 6). Aspetti organizzativi. Mezzi: testi (eventualmente cd o audiovisivi) Spazi: aula Tempi: presumibilmente 4 ore di cui una di dibattito Metodi: lezioni, dibattiti. § Presentazione dell’argomento dell’unità didattica. Tra le discipline di ultima generazione, concepite con una gestazione assai controversa e ambigua dalla madre filosofia, l’antropologia va pian piano affermandosi come discipli na autonoma, non più ancilla philosophiae, rivendicando così il suo carattere di scienza ed il suo proprio statuto epistemologico. E’ questa la sorte delle scienze umane del XX secolo, autonome nella loro pretesa di scientificità, ma interconnesse le une con le altre: si scambiano vicendevolmente valutazioni di prospettiva, si regalano contributi e ricadute interdisciplinari, si rimandano tematicamente. Da quando infatti la meditazione filosofica occidentale ha spostato il suo asse di ri cerca dall’essere all’ente, numerose discipline si sforzano di indagare i molteplici aspetti del nuovo oggetto di indagine, cioè l’uomo: la psicologia, la sociologia, la pedagogia, l’etnolo gia, l’antropologia sono solo alcune tra queste ( , parafrasando Omero). In maniera abbastanza provocatoria si può dire che, a più di un secolo dalla nascita, l’antropologia come scienza dell’uomo pone più problemi di quanti non ne risolva, oggi, nel XXI secolo. Per il sol fatto di menzionare termini come scienza e uomo si scatenerebbe una teoria di implicazioni ingovernabile al solo tentativo di darne una definizione. Se infatti si vuole parlare di antropologia come scienza, bisogna chiarire cosa sia la conoscenza, dato che essa si configura come conoscenza scientifica: il conoscere è l’insieme delle attività mentali risultante dal rapporto dell’uomo con la natura, con gli altri, con se stesso. La mente, in altre parole, si può paragonare ad un convertitore dinamico che si serve di dati archiviati sul piano del tempo vissuto, trasformando l’unicum continuum spazio-temporale della realtà in insiemi di unità discrete, il discretum. Sotto questa definizione qualsiasi dottrtina che formi un sistema, cioè un insieme di conoscenze ordinate secondo dei principi, può essere definita scienza (Kant). La scienza quindi definisce il proprio oggetto in base ad un punto di vista, e definisce anche un metodo per studiarlo. Stante dunque la sostanziale unicità di oggetto (l’uomo), di metodo, di funzione e di punto di vista per le discipline che si occupano dell’uomo, Levi-Strauss individua la differenza fondamentale nelle scelte delle prospettive, cioè nel modo di considerare i fenomeni sotto un aspetto determinato, ovvero dal punto di osservazione. Restringendo il discorso alla antropologia culturale, si può intendere questa discipli na come contrapposta alla antropologia fisica se si concepisce il termine cultura come contrapposta a natura; ma se si intende cultura in senso più specifico, cioè come uno dei vari livelli o modi in cui si articolano le attività dell’uomo in società, essa viene connotata per stu diare la cultura dell’uomo distinta dalla società in cui vive, di cui si occupa la sociologia; op pure può avere dei risvolti linguistici o semiologici assegnando al termine cultura il valore di designazione dei contenuti e delle forme di comunicazione di tipo simbolico o segnico. Il concetto di cultura, così come presentato dall’odierna antropologia culturale, nasce nel 1871, quando B. Taylor, nel suo libro Cultura primitiva scriveva : “la cultura o civiltà intesa nel suo ampio senso entografico è quell’insieme complesso che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acqui sita dall’uomo come membro di una società”. prof. Sabrina Scarpetta