L’hotellerie di lusso in Italia attrae gli investitori stranieri http://www.diritto24.ilsole24ore.com/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2012/11/lhotellerie-di-lusso-in-it... Stampa l'articolo Chiudi IMMOBILI DI LUSSO L’hotellerie di lusso in Italia attrae gli investitori stranieri Fabio Cattaneo, Avvocato, CLG Italia A CURA DELLA REDAZIONE DI LEX24 Non sei ancora abbonato a LEX24? Per scoprire come farlo clicca qui Nonostante il perdurare della crisi, un settore che in Italia negli ultimi tempi ha attratto gli investitori stranieri è quello degli hotel di lusso. L’attenzione degli investitori si è focalizzata principalmente sulle più importanti città italiane (Roma, Venezia, Firenze, Milano) e sulle cosiddette top locations turistiche (Sardegna, Sicilia, costiera amalfitana). A conferma di quanto sopra è la recente acquisizione da parte del fondo sovrano del Quatar della Smeralda Holding dell’americano Tom Barrack (proprietaria di Cala di Volpe, Pitrizza, Romazzino, Cervo Hotel, Marina di Porto Cervo e Pevero Golf Club) per un importo che sarebbe nell’intorno dei 600 milioni di euro. L’Italia offre una vasta gamma di cosiddetti “trophy assets”, cioè di palazzi e locations di pregio che accolgono alberghi in diversi contesti: dalle citta d’arte (Roma, Venezia Firenze) alle località turistiche marittime più rinomate (Porto Cervo, Taormina, Amalfi, Ravello, Positano, Capri, Portofino solo per citarne alcune) alcune delle quali caratterizzate da una forte stagionalità, altre con attività costante su tutto l’arco 1 di 3 17/01/2013 12:56 L’hotellerie di lusso in Italia attrae gli investitori stranieri http://www.diritto24.ilsole24ore.com/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2012/11/lhotellerie-di-lusso-in-it... dell’anno. La fascia degli hotel di lusso in Italia presenta delle peculiarità interessanti per gli investitori stranieri. Innanzitutto l’Italia ha un flusso turistico generale tra i più importanti in Europa: quasi 43 milioni di turisti all’anno. Il Paese offre il meglio per tutte le tipologie di turismo di fascia alta, spesso riunite in un unico contesto (città d’arte, città business/shopping; località al mare, in collina e montane esclusive e famose in tutto il mondo; resort e turismo wellness). I brand internazionali non sono presenti in maniera massiccia come in altri Paesi ed hanno quindi meno concorrenza e possibilità di crescita nelPpaese; questo è anche dovuto al fatto che molti dei “trophy asset” sono gestiti da brand di nicchia o da famiglie che hanno continuato l’attività iniziata e sviluppata dalle precedenti generazioni. A fronte dei suddetti fattori attrattivi, vi sono elementi di debolezza quali la vetustà della maggior parte degli immobili, molti dei quali hanno più di cento anni e quindi, con l’eccezione di quelli oggetto di recenti ristrutturazioni, presentano conformazioni che necessitano adeguamenti agli standard attuali (aree SPA/wellness/fitness; spazi food and beverage e ristorazione, nonchè altre attività funzionalmente collegate all’attività di hotel). LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEGLI INVESTIMENTI NEGLI ALBERGHI DI LUSSO Usualmente nel business alberghiero gli operatori distinguono la proprietà dalla gestione: infatti l’acquisto dei cespiti immobiliari e/o la loro ristrutturazione richiedono l’immobilizzazione di somme importanti che i gestori tendono a non volere impegnare, salvo qualche eccezione, per concentrarsi solo ed esclusivamente sul business della gestione. Questo determina che l’acquisto del cespite viene spesso effettuato da un operatore immobiliare o finanziario il quale poi stipula un contratto di locazione o di “management” con un primario brand dell’hotel business che si occupa della gestione dell’attività alberghiera. In Italia è maggiormente diffuso il contratto di locazione tra proprietario e gestore con diverse variabili relative al canone: vi sono formule che prevedono un canone base minimo garantito ed una parte variabile legata al fatturato del gestore con diverse modulazioni. Meno usato, quanto meno nel segmento alberghi di lusso, è il contratto di affitto di ramo d’azienda. Negli Stati Uniti e nel Regno Unito oltre che in diversi stati europei è molto usato il cosiddetto contratto di “management”, con il quale il proprietario viene coinvolto nella gestione, a fronte di un emolumento che viene pagato al gestore alberghiero parametrato alla performance che quest’ultimo genera. Tale formula è 2 di 3 17/01/2013 12:56 L’hotellerie di lusso in Italia attrae gli investitori stranieri http://www.diritto24.ilsole24ore.com/avvocatoAffari/mercatiImpresa/2012/11/lhotellerie-di-lusso-in-it... indubbiamente più rischiosa per il proprietario perché quest’ultimo oltre ad avere immobilizzato una somma considerevole nell’acquisto si accolla il rischio imprenditoriale dei risultati dell’attività di gestione, senza avere alcuna garanzia di ritorno dell’investimento. Tuttavia questa formula può dare anche notevoli profitti al proprietario poichè il gestore di provata esperienza nel settore è in grado di fare un business plan attendibile, perché da questo deriva anche il suo profitto che è parametrato ai risultati che lo stesso deve generare. Questo spiega come mai soprattutto nel mondo anglosassone tar i gestori primari questa sia la formula più diffusa, perché un brand di primissimo livello se sceglie di gestire un albergo, lo fa perché sulla base del suo know-how maturato in anni di esperienza ha la ragionevole sicurezza che quel contratto produca profitti per il suo business e conseguentemente per il proprietario, in quanto in caso mancata performance il gestore oltre a non guadagnare avrebbe anche un notevole danno di immagine. Vi sono naturalmente anche catene che investono nell’acquisto del cespite se lo stesso è di particolare pregio e può quindi consentire di patrimonializzare l’acquisto con conseguenze sul bilancio del gruppo: dipende spesso dal modello di business e dalla situazione patrimoniale finanziaria in cui si trova l’operatore. --Leggi anche FABIO CATTANEO, OF COUNSEL DI CLG ITALIA LE LICENZE NEL SETTORE FASHION LE ACQUISIZIONI NEL SETTORE FASHION L’ESPANSIONE RETAIL NEL FASHION: AFFITTO DI RAMO D’AZIENDA E FRANCHISING © RIPRODUZIONE RISERVATA P.I. 00777910159 - © Copyright Il Sole 24 Ore - Tutti i diritti riservati 3 di 3 17/01/2013 12:56